13 Giugno 2012 - Azienda Usl 11

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13 Giugno 2012 - Azienda Usl 11
Rassegna di Mercoledì 13 Giugno 2012
Asl 11
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LLL I
con successo
due
di organi
i
DUE multiespianti di
organi e tessuti sono stati
effettuati nel giro di poche
ore all'ospedale "San
Giuseppe" di Empoli. Il
più recente si è verificato
nella notte fra lunedì e
martedì ed ha coinvolto
una donna olandese di 71
anni in vacanza con il
marito in un agriturismo
della zona. La donna è
deceduta all'improvviso a
causa di un'emorragia
cerebrale e ha donato il
fegato, i reni, il tessuto
cutaneo e le cornee. I
familiari della donatrice,
seppur afflitti dal dolore
per la grave e inaspettata
perdita, hanno
acconsentito all'espianto,
dando prova di un grande
amore per il prossimo.
Il multiespianto ha
richiesto l'intervento di tre
diverse équipe mediche: di
Pisa per l'espianto del
fegato e dei reni, di Siena
per il tessuto cutaneo,
mentre per l'espianto delle
cornee è intervenuta
l'équipe medica di Empoli.
A COMPIERE il secondo
gesto di grande generosità,
nella notte tra sabato e
domenica, è stato un uomo
di 85 anni, residente a
Fucecchio, anch'egli
deceduto per emorragia
cerebrale. Anche in questo
caso i familiari dell'uomo
hanno acconsentito alla
donazione degli organi,
contribuendo con
altruismo a salvare vite
umane. L'85enne ha
donato il fegato e i reni, per
il cui espianto sono
intervenute due équipe
mediche di Pisa e di
Firenze. In entrambi i casi,
gli interventi complessivi
sono stati sostenuti dal
personale medico ed
infermieristico del "San
Giuseppe".
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smo, donati gli org
Muore in
Multiespianto anche per un anziano di Fucecchio, intervenute al S. Giuseppe tre equipe mediche
1 EMPOLI
Due multiespianto di organi e
tessuti sono stati effettuati nel
giro di poche ore all'ospedale
San Giuseppe di Empoli.
Il più recente si è verificato
l'altra notte ed ha coinvolto
una donna olandese di 71 anni
in vacanza con il marito in un
agriturismo della zona. La donna è deceduta all'improvviso a
causa di un'emorragia cere-
brale e ha donato il fegato, i reni, il tessuto cutaneo e le cornee.
I familiari della donatrice,
seppur afflitti dal dolore per la
grave e inaspettata perdita,
hanno acconsentito all'espianto, dando prova di un grande
amore per il prossimo.
Il multi espianto ha richiesto
l'intervento di tre diverse équipe mediche: di Pisa per
l'espianto del fegato e dei reni,
di Siena per il tessuto cutaneo,
mentre per l'espianto delle
cornee è intervenuta l'équipe
medica di Empoli.
A compiere il secondo gesto
di grande generosità, nella notte tra sabato e domenica scorsi, è stato un uomo di 85 anni,
residente a Fucecchio, anch'
egli deceduto per emorragia
cerebrale. Anche in questo caso i familiari dell'uomo hanno
acconsentito alla donazione
degli organi, contribuendo
con altruismo a salvare vite
umane. L'ottantacinquenne
ha donato il fegato e i reni, per
il cui espianto sono intervenute due équipe mediche rispetti vamente di Pisa e di Firenze.
In entrambi i casi, gli interventi complessivi sono stati sostenuti dal personale medico,
infermieristico e di supporto
della rianimazione e della sala
operatoria del San Giuseppe,
nonché dai professionisti del
coordinamento donazione organi e tessuti dell'Asl 11.
La donazione di organi, spiega l'Asl, è un gesto di grande
solidarietà che può ridare speranza di vita a pazienti affetti
da gravi patologie. Si può essere donatore, sia di organi sia di
tessuti, se in vita si è espressa
tale volontà oppure, in caso di
mancanza di assenso, se la famiglia non si oppone al prelievo degli organi.
Non esistono limiti di età
per essere donatore. Le cornee
e i tessuti, ossei e cutanei, possono essere donati entro il
75esimo anno di età. Le associazioni Aido (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule), Aned(Associazione nazionale emodializzati), Vite (Volontariato italiano trapiantati epatici) svolgono un importante compito
di informazione e sensibilizzazione sul problema donazione
e trapianto.
Insieme, aggiunge l'Asl, operano per la diffusione di una
cultura della donazione.
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La cerimonia
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- SANTA CROCE -
GRAZIE alla sinergia tra
istituzioni pubbliche e
associazioni del territorio
(in questo caso il Lions
Club di San Miniato) da
ieri il PalaParenti di Santa
Croce, struttura sportiva
che tutto l'anno ospita gare
con migliaia di persone
presenti, è dotato di un
defibrillatore. La consegna
ieri mattina alla presenza
di Marco Nuti, presidente
Lions e alcuni soci del
club, del sindaco Ciaponi,
degli assessori Conservi e
Valiani, delle società
sportive, delle associazioni
(Misericordia e Pubblica
Assistenza) e dei
carabinieri. Il sindaco ha
reso noto che il Comune
ha messo in programma
l'acquisto di una decina di
defibrillatori da installare
in scuola e impianti
sportivi. Il 118 e il servizio
di emergenza-urgenza
dell'Asl 11, direttore dal
dottor Alessio Lubrani,
formeranno gli addetti
all'uso degli apparecchi. Il
dottor Marco Pro,
ingegnere biomedico, ha
effettuato una
dimostrazione pratica
simulata del defibrillatore.
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Apparecchio salvavita al PalaParenti
II Lions Club di San Miniato ha donato un defibrillatore del valore di 1.500 euro alla struttura sportiva santacrocese
di Nicolò Colombini
1 SANTA CROCE
Da ieri gli utenti del PalaParenti hanno una sicurezza in più.
Un defibrillatore semiautomatico è stato infatti donato dal Lions Club di San Miniato alla
struttura santacrocese, e proprio ieri mattina nell'ambito
della cerimonia di presentazione del nuovo prezioso strumento salvavita, le istituzioni e le associazioni sportive locali non
hanno voluto perdere l'occasione per ringraziare lo storico
club.
«Si tratta di uno strumento
dotato di una tecnologia molto
avanzata - spiega Marco Nuti,
presidente della sezione sanminiatese dei Lions - che naturalmente ci auguriamo non debba mai essere utilizzato. Proprio come quello donato al palazzetto di Castelfranco pochi
giorni fa, anche questo sarà a
disposizione di atleti, spettatori e utenti in generale in ogni
momento, e darà la possibilità
al personale sanitario presente
di offrire un primo e spesso decisivo soccorso in situazioni di
arresto cardiaco».
Il defibrillatore in questione
verrà conservato all'interno
della struttura, opportunamente segnalato, all'interno di una
teca con chiusura di sicurezza.
Per utilizzarlo sarà necessario
seguire un corso di pronto soc-
Un momento della dimostrazione di ieri mattina al Palaparenti
corso di base, ma in caso di
emergenza è in grado di guidare automaticamente il soccorri tore con istruzioni e raccomandazioni registrate. «Centinaia
di persone - ha spiegato il sindaco Osvaldo Ciaponi, intervenuto insieme agli assessori
Conservi eValiani - quotidianamente frequentano questo palazzetto e siamo felici che il li ons abbia scelto questo posto
per installare un dispositivo
tanto importante per la salute e
la sicurezza dei cittadini. Il nostro impegno, nei mesi a venire, è quello di dotare ogni impianto sportivo e ogni istituto
scolastico del comune di strumenti simili, in modo da ri-
spondere al bisogno di fiducia
e sicurezza che gli stessi cittadini ci chiedono».
Il costo del defibrillatore si
aggira intorno ai 1.500 euro e
grazie alla collaborazione del
dottor Francesco Prò e di un volontario i presenti alla cerimonia hanno potuto assistere a
una dimostrazione pratica del
suo utilizzo. Compatto, trasportabile e senza fili, è dotato di
una batteria garantita per cinque anni ed è utilizzabile anche
in più occasioni consecutive.
«Fondamentale - spiega Prò - è
la rapidità di intervento, dato
che ogni minuto che passa dal
primo arresto le possibilità di
perdere il paziente aumentan o
del 10%. Per prima cosa, comunque, è necessario ricordarsi di contattare il 118, mantenendo la calma, riferendo la situazione e seguendo i consigli
degli operatori». Presenti all'incontro anche i vertici delle società più presenti all'interno
del PalaParenti, ossia la Ngm e
l'ormai ex Biancoforno.
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La consegna del defibrillatore semiautomatico
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CERTALDO
a alla p iscina H
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® CERTALDO
Riparte l'attività all'aperto
dellla piscina Fiammetta: un'
olimpionica nel verde che rimarrà aperta tutti i giorni ma
con nuovi orari al pubblico.
Non solo nuoto libero, anzi.
La piscina Fiamme [la di Certaldo apre di nuovo lo spazio
esterno estivo, in mezzo al
verde, con la bellissima vasca
olimpionica e propone, anche in estate, a fianco del nuoto libero aperto tutti i giorni,
tanti corsi di nuoto e di attività fisica in acqua.
1 corsi di nuoto anzitutto:
sono stati attivati per ogni tipo di età: per bambini, giova-
ni, adulti, master, sia di avviamento al nuoto che di perfezionamento.
E poi ci sono anche alcune
novità; dall'ormai classico Acquafitness, al più nuovo Acqua spinning, alla ginnastica
dolce articolare. La piscina
Fiammetta infatti è centro riconosciuto dell'Asl 11 per
l'Afa, i corsi di ginnastica adattata che vengono svolti nel territorio della nostra azienda sanitaria. Si possono frequentare anche corsi per l'antalgica,
fino all'intrigante Acquaemotion.
Questi invece gli orari programmati per il nuoto libero:
lunedì dalle 12 fino alle 19,
martedì dalle 10 fino alle 21
(per agosto la chiusura sarà alle 20) e vasche interne dalle 12
fino alle 15, mercoledì dalle
10 fino alle 21 (agosto chiusura alle 19), giovedì dalle 10 fino alle 21 (agosto chiusura alle 20) e vasche interne dalle 12
fino alle 15, venerdì dalle 10 fino alle 19, sabato dalle 10 fino
alle 19, domenica 09,30 19, 00.
La piscina, sia esterna che
interna, è collegata al bar ristorante Cirivò che offre un
sei-vizio completo a tutte le
ore del giorno.
Per informazioni ci si può rivolgere al numero di telefono
0571650995.
La piscina Fiammetta
negati ,m sezione in più
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AD ESION E ALLA CAM PAGNA 1 8 ANN I... I N COMU N E!» PROMOSSA ALL'A CI
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Maggiore
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la battaglia delle famiglie immigrate
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-CERTAL ANC E Certaldo ha aderito alla campagna "18 anni... in comune!" promossa dall'Associazione Nazionale Comuni Italiani, Save the Children Italia e Rete G2 - Seconde Generazioni,
per promuovere la possibilità
per i giovani stranieri nati e cresciuti in Italia di acquisire facilmente la cittadinanza una volta
compiuti i diciotto anni.
La legge sulla cittadinanza (legge 5 febbraio del 1992 n 91) attualmente in vigore segue il
Oli stranieri nati in Italia
e con 18 anni nel 2012 o '13
si rivolgano allo Stato civile
principio di trasmissione per
«ius sanguinis», ossia da genitori a figli, pertanto i giovani che
sono nati e cresciuti in Italia e
che hanno entrambi i genitori
stranieri, anche se non hanno il
diritto alla cittadinanza per nascita, possono ugualmente ottenerla.
L'ARTICOLO 4 della legge stabilisce infatti che gli stranieri
nati in Italia, che vi abbiano risieduto legalmente senza interruzioni fino alla maggiore età,
possono diventare cittadini italiani con semplice dichiarazione di volontà da rendere ufficiale di stato civile entro un anno
dal compimento della maggiore
età.
«Il nostro Comune ha aderito a
questa iniziativa invitando i giovani di nazionalità straniera na-
Servizi sociali
'1
i
ti e vissuti a Certaldo ad un'iniziativa alla quale oggi sono presenti alcuni giovani e diversi genitori - ha spiegato l'assessore
Francesco Dei - a loro abbiamo dato del materiale informativo in merito, perché la maggior
parte di loro non è informata
sulla possibilità di ottenere la
cittadinanza italiana e sull'impatto che questa può significare
in termini lavorativi e di diritti
civili. Diventare cittadini italiani significa godere di alcuni importanti diritti: tra questi essere
iscritto alle liste elettorali e votare, muoversi liberamente all'interno dei Paesi della Comunità
europea, accedere ai concorsi
pubblici e agli ordini professionali».
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IL PROGETTO "18 anni... in
comune!" riguarda tutti gli stranieri nati in Italia che compiono 18 anni nel 2012 e nel 2013.
Per fare domanda di cittadinanza è necessario rivolgersi presso
l'Ufficio di Stato Civile del Comune con un documento
d'identità valido, atto di nascita, certificato di residenza, qualsiasi documentazione ufficiale
(certificati di frequenza scolastica, certificati du vaccinazione)
utile a dimostrare la permanenza in Italia senza interruzioni di
residenza legale.
Una volta accertata l'idoneità si
dovrà versare un contributo di
200 euro sul c.c 809020 intestato al Ministero dell'Interno per
la conclusione delle pratiche.
Andrea Ciappi
DIRE TT I Due giovani certaldesi che tra poco compiranno diciotto
anni e potranno così diventare cittadini itiùiani a tutti gli effetti
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«Giov
chiedete la citta dinanza»
Invito del Comune di Certaldo ai neomaggiorenni che sono figli di stranieri
Anche Certaldo ha aderito alla
campagna "18 anni... in comune!" promossa da Associazione nazionale comuni italiani, Save the Children Italia e
Rete G2 - seconde generazioni, per promuovere la possibilità per i giovani stranieri nati
e cresciuti in Italia di acquisire
in Italia e che hanno entrambi
i genitori stranieri, anche se
non hanno il diritto alla cittadinanza per nascita, possono
ugualmente ottenerla. L'articolo 4 della legge stabilisce infatti che gli stranieri nati in Italia, che vi abbiano risieduto legalmente senza interruzioni fino alla maggiore età, possono
diventare cittadini italiani con
facilmente la cittadinanza
una volta compiuti i diciotto
anni.
La legge sulla cittadinanza
(legge 5 febbraio del 1992 n
91) attualmente in vigore segue il principio di trasmissione per ius sanguinis, ossia da
genitori a figli, pertanto i giovani che sono nati e cresciuti
semplice dichiarazione di volontà da rendere ufficiale di
stato civile entro un anno dal
compimento della maggiore
età.
«Il Comune di Certaldo ha
aderito a questa iniziativa invitando i giovani di nazionalità
straniera nati e vissuti a Certaldo ad un'iniziativa alla quale
® CERTALDO
sono presenti alcuni giovani e
diversi genitori - ha spiegato
l'assessore Francesco Dei - a
loro abbiamo dato del materiale informativo in merito,
perché la maggior parte di loro non è informata sulla possibilità di ottenere la cittadinan za italiana e sull'impatto che
questa può significare in termini lavorativi e di diritti civili.
Diventare cittadini italiani significa godere di alcuni importanti diritti: tra questi essere
iscritto alle liste elettorali e votare, muoversi liberamente
all'interno dei paesi della Comunità europea, accedere ai
concorsi pubblici e agli ordini
professionali».
Il progetto "18 anni... in co-
mune!" riguarda tutti gli stranieri nati in Italia che compiono 18 anni nel 2012 e nel 2013.
Per fare domanda di cittadinanza è necessario rivolgersi
presso l'ufficio di stato civile
del Comune con un documento d'identità valido, atto di nascita, certificato di residenza,
qualsiasi documentazione ufficiale (certificati di frequenza
scolastica, certificati du vaccinazione) utile a dimostrare la
permanenza in Italia senza interruzioni di residenza legale.
Una volta accertata l'idoneità
si dovrà versare un contributo
di 200 euro sul c.c 809020 intestato al ministero dell'interno
per la conclusione delle pratiche.
Due giovani stranieri neomaggiorenni
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Servizi sociali
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e
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oí , .
ti dei carabinieri nella zona dell'ospedale di Fucecchio
I CENTRI storici delle nostre città e cittadine abbandonati alla malavita. «Qui, di notte, o sei guardia o sei ladro», dice con una battuta efficace un commerciante del
centro vecchio di Fucecchio. Siamo a due passi dall'ospedale di
San Pietro Igneo, dove la Regione
ha realizzato un centro ortopedico d'eccellenza. Qui si stanno realizzando gli ascensori destinati a
collegare il grande parcheggio della parte bassa della cittadina con
le vie del centro storico e il bellissimo Poggio Salamartano. Ma
proprio qui i carabinieri hanno
stroncato un traffico di droga, dopo tre settimane di indagini, appostamenti e pedinamenti.
I MILITARI sono entrati in azione verso le 3 della notte. C'era
un'auto, parcheggiata in una stradina proprio dietro l'ospedale,
che aveva attirato la loro attenzione. Sapevano, per conoscenze ma-
CE NTRO STORIC O A RISCHIO
Equipaggi dei carabinieri a Fucecchio
e, a sinistra, la costruzione degli
ascensori per l'ospedale S. Pietro
turate nel corso delle indagini,
che c'era un traffico di droga. Si
sono avvicinati di soppiatto all'auto, sono sbucati all'improvviso, facendosi riconoscere. A bordo due
ragazzi. Uno di questi ha gettato
un fagottino fuori dal finestrino
appena ha visto i militari. Chiaro
come il sole, dentro c'era la droga.
Dodici grammi di cocaina, quanto basta per far scattare le manette
ai polsi dei due, che sono stati
identificati per due cittadini albanesi residenti a Fucecchio, nullafacenti ma senza precedenti penali. Almeno finora. F.M., 25 anni e
L.D., 24, le loro iniziali. Sono stati arrestati per detenzione ai fini
di droga in flagranza di reato, e sono stati condotti dinanzi al giudice a Firenze per il processo per direttissima. I carabinieri hanno
perquisito la loro vettura, trovando una bilancina elettronica di
precisione e delle bustine di cellophane per il confezionamento
della cocaina in singole dosi. La
prova dell'attività di spaccio. Le
case di Fucecchio dove abitano,
invece, perquisite in mattinata, sono risultate pulite.
«ANCORA una volta ci troviamo
davanti ad un triste film visto
«Abbiamo speso soldi
pubblici per le teleca mere:
ma che ci stanno a fare?»
troppe volte in questi ultimi anni
- è il commento a caldo del consigliere comunale e dirigente provinciale del Pdl Gabriele Genuino - La location sempre la stessa, la zona centrale di Fucecchio,
gli attori extracomunitari senza lavoro. Questa volta però la trama è
un po' cambiata, non sono più i
furti che hanno martoriato nei
mesi passati la città, bensì lo spaccio di droga (cosa più grave e pericolosa per la collettività). Fortunatamente il lieto fine è l'arrivo dei
carabinieri e l'arresto dei malviventi. La cosa che preoccupa di
più è che il fatto è avvenuto nella
parte alta della città, frequentata
da molti giovani fucecchiesi e
non, nelle sere d'estate. Troppo
spesso abbiamo chiesto maggiori
controlli, ci è stato promessa tre
anni addietro una Commissione
sicurezza (mai realizzata), abbiamo speso soldi dei contribuenti
per installare un sistema di telecamere che è mal utilizzato. Non solo, non vi è comunicazione da parte della Polizia Municipale o
dell'assessore, di un solo evento
criminale impedito grazie alle telecamere. Troppo spesso Fucecchio Alta è stata lasciata sola, vediamo di non lasciare soli anche i
nostri giovani».
Spatt:kxli cuilc ai c,uh:r
I: :nr. cr d e:4:mini wibec
Dipendenze
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A due passi dall'ospedale
spacciavano cocaina
Blitz dei carabinieri nel borgo alto: in manette due giovani fucecchiesi incensurati
Hanno gettato inutilmente la droga dal finestrino dell'auto parcheggiata
1 FuCECCHIo
Erano all'interno della loro
auto, parcheggiata a due passi dall'ospedale San Pietro
Igneo di Fucecchio. Quando
hanno visto i carabinieri, hanno cercato di disfarsi della
droga. Quello che era seduto
dalla parte del passeggero ha
scaraventato un involucro
fuori dal finestrino. Ma il tentativo è fallito miseramente. I
due giovani incensurati sono
finiti in manette con l'accusa
di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Le spie. Nelle ultime settimane alcuni cittadini avevano
segnalato ai carabinieri della
stazione di Fucecchio, uno
strano "traffico" nei vicoli del
borgo alto. Soprattutto di sera. Movimenti sospetti, di auto e di persone. Un via-vai inconsueto, che ha spinto i militari guidati dal maresciallo
Pietro Pirina, comandante
della stazione, a intensificare
i controlli, gli appostamenti e
i pedinamenti.
il blitz. La notte scorsa, intorno alle 3, i due spacciatori sono finiti in trappola. I carabinieri - durante un servizio di
perlustrazione del territorio hanno notato un'auto parcheggiata vicino all'ospedale
con due uomini a bordo. E
hanno deciso di fare un controllo più approfondito. Mentre si avvicinavano al veicolo,
hanno visto volare dal finestrino un involucro. I militari
l'han no immediatamente raccolto: all'interno c'erano dodici grammi di cocaina, che
equivalgono a una trentina di
dosi pronte ad essere distribuite sul mercato fucecchiese.
Nell'auto. A quel punto è scattata la perquisizione del veicolo, grazie alla quale tutti i
pezzi del puzzle sono andati
Dipendenze
al loro posto: all'interno e sono stati infatti rinvenuti gli altri "attrezzi del mestiere":
una bilancina elettronica di
precisione, bustine e altro
materiale per il confezionamento della droga. Per i due
giovani, rispettivam ente di 24
e 25 anni, entrambi albanesi e
nullafacenti, residenti a Fucecchio, incensurati, sono
scattate le manette per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Liberi. Ieri mattina c'è stata la
direttissima. Gli arresti sono
stati convalidati. L'avvocato
ha chiesto i termini a difesa e i
due sono stati rimessi in libertà con l'obbligo di firma. Saranno processati il 19 giugno.
Giovani a rischio. Gli arresti sono avvenuti in una zona molto frequentati dai giovani, soprattutto ora che le scuole sono finire. E questo aspetto fi-
nisce per scatenare la polemica politica, nonostante il sindaco Claudio Toni abbia più
volte ribadito che questo tipo
di attività di contrasto alla cri minalità spetti allo Stato e
che l'amministrazione comunale non ha mezzi e uomini
(agenti di polizia municipale)
per effettuare anche questo tipo di controlli. Sull'episodio
interviene il consigliere comunale del Pdl di Fucecchio,
Gabriele Genuino: «Troppo
spesso abbiamo chiesto maggiori controlli: tre anni fa ci
era stata promessa l'istituzione di una commissione sicurezza (mai realizzata), abbiamo speso in città soldi dei
contribuenti per installare un
sistema di telecamere che è
mal utilizzato: non c'è comunicazione da parte della polizia municipale o dell' assessore, di un solo evento criminale impedito o individuato grazie alle telecamere. Troppe
volte - conclude Gabriele Genuino - il borgo alto è stato lasciato solo, vediamo di non lasciare soli anche i nostri giovani».
Francesco Turchi
I due spacciatori sono stati arrestati
dai carabinieri
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,"«,a,,,,,, ....,, .,
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Volontariato
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Segnalazioni
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,Auto sbanda e p i omba
pas s egg ì no: quas i i lleso b i mbo d i sette mesi
E' SALVO per miracolo. Un bambino di
7 mesi, S. F., che era con la nonna per una
passeggiata pomeridiana in via Lungomonte a Montecalvoli, è stato sfiorato da
un'auto arrivata a forte velocità dalla discesa di Monteberi, una stradina laterale
che scende su via Lungomonte dal centro
di Montecalvoli. Il piccolino si trovava
nel passeggino e, secondo i primi accertamenti, ha riportato traumi lievi. L'incidente è accaduto ieri pomeriggio alle 18.
Sul posto Le ambulanza della Misericordia di Montecalvoli, una da Calcinata e
l'automedica. La dinamica è al vaglio dei
carabinieri della stazione di Santa Maria
a Monte che dovranno accertare se l'auto
delle due nordafricane - unaClio - abbia avuto un guasto o se sia piombata a forte velocità su via Lungomonte per malore
o disattenzione della conducente. Le due
straniere hanno riportato fratture al bacino nel violentissimo impatto contro la recinzione della ditta Lottini.
g.n.
Cronaca
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1
M
bol[ra olto dall auto
v
SANTA MARIAA MONTE
Fuori rotta. Una sbandata che è
un fulmine. L'auto sbatte contro
un muro di cinta e rimbalza fino
a colpire una nonna che sta portando a spasso il nipotino di sette mesi. Un proiettil e di metallo,
impazzito. Che per fermarsi, definitivamente, oltrepassa uno
stop e sbatte contro un muro di
recinzione.
Cronaca
'
Per chi assiste alla scena non
c'è neppure il tempo di restare a
bocca aperta. Tutto avviene in
un attimo. La nonna tira un sospiro di sollievo e prende in
braccio il nipotino. Uno scricciolo di sette mesi, tremante ma illeso. Stavano scendendo sulla via
Lungomonte quando sono stati
travolti dal "proiettile". Un botto e neppure il tempo di farsi da
parte.
A bordo della Renault Clio
due donne quarantenni di origine senegalese. Quella al volante
avrebbe avuto un malore, stando a una prima ricostruzione. E
così avrebbe perso il vicontrollo
dell'auto in un tratto in discesa,
perpendicolare alla via Lungomonte. Un rettilineo prima dello stop. E in questo tratto che intorno alla 17.30 l'auto rimbalza
sul muro e finisce per travolgere
la nonna e il bambino. Poi prosegue le corsa in discesa e attraversa la via principale per fermarsi
aldilà della carreggiata opposta.
I danni alla fine oltre a un'auto distrutta sono tutti per le due
donne. Sul posto l'ambulanza
della Misericordia di Montecalvoli e l'autoinedica del 118. Al
pronto soccorso dell'ospedale
Lotti dai primi accertamenti i referti parlano di una sospetta lesione al bacino per una delle
due e per l'altra di una frattura al
femore. A ricostruire la dinamica la polizia municipale di Santa
Maria a Monte, con il supporto
dei carabinieri.
(m.m.)
ORIPRODDZIONE RISERVATA
Pagina 20
Ancora gravissimo il giovane operaio ri'
con
moto contro
SONO GRAVISSIME le condizioni di
N.R., il quarantenne motociclista rimasto ferito in un incidente lunedì sera intorno alle 19 sulla provinciale Francesca Bis. L'uomo, dipendente di un'azienda del settore conciario di Castelfranco,
è ricoverato in un reparto di animazione dell'ospedale di Careggi, a Firenze.
Ha traumi alla testa e all'addome che sono stati giudicati molto gravi. I medici
del nosocomio fiorentino l'hanno ricoverato in prognosi riservata. Il magistrato di turno alla Procura di Pisa non ha
disposto il sequestro dei veicoli (la moto Aprilia sulla quale viagr,dava il quarantenne e la Honda Civic condotta da
una cinquantunenne di Cerreto Guidi,
R.D. le iniziali del nome e del cognome,
uscita da una strada privata laterale) evidentemente perché la dinamica dell'incidente è chiara. Sequestrato, invece, il
casco indossato dal motociclista e volato, dopo il tremendo impatto, a una trentina di metri di distanza. Una perizia dovrà stabilire se era agganciato male o se
si è rotto.
g.n.
Cronaca
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Cronaca
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Cronaca
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Politica locale
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Due collaboratoti
airQpg Montelupo
Sono stati pubblicati due
concorsi per
l'assunzione presso
l'Ospedale psichiatrico
giudiziaro di Montetupo
Fiorentino (Ast 11 di
Empoli) di un
collaboratore
professionale sanitario
tecnico della
riabilitazione
psichiatrica e di un
collaboratore
professionale sanitario
educatore professionale.
Scadenza 9 !natio.
OPG
Pagina 25
GIÀ PRIMA DELL ' INAUGURAZIONE I MEDICI
AVEVANO MANIFESTATO I PRIMI MALUMORI
LEGATI ALL' INSUFFICIENZA DEGLI SPAZI
protesta de
di ILARIA ULIVELLI
BELLA e hi-tech. Ma non basta.
I medici della Maternità di Careggi dopo varie visite alla nuova
struttura, inaugurata due settimane fa, si fanno sentire. Il trasloco è
previsto per settembre, ma i dottori non hanno alcuna intenzione
di arrendersi alla soluzione che,
secondo loro, peggiorerà la qualità dei servizi.
Nella mega struttura ci sono pochi ambulatori, troppo piccoli,
con finestre inadeguate. I medici
lo avevano già fatto presente e ave-
BELLA
MA RISTRETTA
La struttura è stata
realizzata non pensando
li am bulatori, m a solo
alle d egenze e alle
sale operatorie
vano già cominciato la loro protesta prima del battesimo del nuovo
complesso, il 30 maggio, ma erano stati rassicurati dalla direzione
di Gareggi riguardo al fatto che
una soluzione adeguata sarebbe
comunque stata trovata. «Il fatto è
che poi abbiamo avuto altri colloqui e, in verità, non è cambiato
niente», spiegano.
«IL NUOVO dipartimento materno infantile, così com'è concepito, non è funzionale alle attività
dedicate alle pazienti», dicono.
«Il progetto della nuova struttura
è stato realizzato pensando di non
dover accogliere così tanti ambulatori - entrano nel dettaglio i
Sanità fiorentina e toscana
dìcì.- «Da 80 stanze passi
medici -, ma solo degenze e sale
operatorie, poi nel seminterrato
una grandissima radiologia che
servirà tutta Gareggi».
In buona sostanza, i dottori chiedono alla direzione che venga dedicato agli ambulatori del servizio pubblico più spazio. Perché
dalle 80 stanze che nella vecchia
struttura ospitano le attività ambulatoriali, nella nuova Maternità si passerà a 20: una riduzione
drastica. «E insufficiente ai bisogni».
Anche perché si dovranno trasferire tutti gli ambulatori di Ginecologia, Ostetricia, Diagnosi prenatale, Medicina prenatale, Senologia, Isteroscopia, Oncologia, Menopausa. «Vorremmo far presente che mancano gli spazi anche
per le sale d'attesa: ogni giorno riceviamo centinaia di pazienti, dove aspetteranno il loro turno?».
I dottori entrano nel merito della
questione e spiegano che il problema è nato nel momento in cui il
governo con il decreto Milleproroghe, a fine 2011, ha stabilito lo
stop alla libera professione intramuraria allargata, prevedendo il
rientro di tutti i professionisti
all'interno dell'ospedale (per l'attività privata in regime di intramoenia) entro il 30 giugno 2012.
Da qui, la necessità di realizzare
nuovi ambulatori dentro Gareggi.
«E' per questo motivo che mancano gli ambulatori nella nuova
struttura - spiegano i medici della Maternità -. Inizialmente tutti gli ambulatori sarebbero dovuti
rimanere nel vecchio immobile,
UNA QUESTIONE
DI PRIORIT
lon può ricadere
sul se rvizio pubblico
la necessità i realizzare
g li am bulatori privati
nella vecchia M aternità
totalmente da ristrutturare. Poi la
nuova esigenza ha fatto cambiare
i piani in corsa e sono stati ricavati 20 ambulatori nella Nuova
Metrnità da spazi che non erano
stati pensati per quell'utilizzo». I
medici chiedono alla direzione generale di avere più spazio per le attività. Magari lasciando libero per
il servizio pubblico un piano della vecchia Maternità che sarà completamente adibita a studi medici
per la libera professione. «Anche
perché abbiamo lavorato in grande sofferenza per tanti anni, in
una struttura che sta cascando a
pezzi - spiegano -, nell'attesa
che le cose sarebbero migliorate.
Invece ci troviamo davanti a un altro problema».
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L'ALTRO GIORNO LA DENUNCIA DELLA MANCANZA
DI SPAZI É STATA FORMALIZZATA ALLA DIREZIONE
CHE HAAVUTOVARI INCONTRI CONI MEDICI
LA DIREZIONE HA CALCOLATO I METRI QUADRI
DI SUPERFICIE DESTINATI AGLI AMBULATORI
NELLA NUOVA STRUTTURA C'È PIÙ SPAZIO
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LA DIREZIONE HA DECISO DI OTTIMIZZARE
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SULL'INTERA GIORNATA: MATTINA E POMERIGGIO
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Il direttore: «Spazi adeguati e nuova organizzazione»
LA SOLUZIONE che la direzione generale di Gareggi ha studiato
forse farà storcere la bocca ai dottori. Il problema degli spazi non
esiste. «Nella vecchia maternità i
metri quadrati dedicati alle attività ambulatoriali sono 366 - spiga il direttore generale Valter Giovannini -. Nella nuova struttura
sono oltre 400. Ogni ambulatorio
è dotato di bagno oltre a vari spazi
di supporto per l'attesa dei pazienti e le varie attività logistiche».
Punto.
MA NON FINITA QUI. Insieme al trasferimento delle attività,
che si concluderà entro fine settembre, Giovannini annuncia anche una rivoluzione organizzativa. «Le prestazioni ambulatoriali
attualmente si svolgono dalle 8 alle 13, dal lunedì al venerdì - spiega il direttore -. Soltanto in rari
casi sono previste aperture pomeridiane. Con la nuova organizzazione gli ambulatori svolgeranno
in modo ordinario attività la mattina e il pomeriggio». Con la turnazione, dunque, l'affluenza delle
pazienti sarà diluita nell'arco della giornata e gli ambulatori risulteranno maggiormente confortevoli. «Non vedo proprio il problema
- aggiunge Giovannini -. Gli
ambulatori della Nuova Maternità sono pienamente adeguati alle
esigenze assistenziali. Anche perché non nascono così per caso ma
sono stati pernsati
in base a una nuova organizzazione
che
prevede
l'apertura del-
Sanità fiorentina e toscana
le attività continuativamente,
mattina e pomeriggio. In questo
modo l'efficienza degli ambienti
raddoppia in base all'utilizzo».
E una scelta che consente di ottimizzare gli spazi e contenere i costi, permettendo inoltre una miglior gestione degli appuntamenti rispetto alle esigenze dei pazienti. «Nella vecchia maternità rientrerà tutta la libera professione, in
attuazione della normativa nazio-
nale sull'intramoenia. Anche in
questo caso oltre ad assicurare la
massima trasparenza e il necessario controllo sulle attività, l'azienda e gli stessi professionisti potranno usufruire del vantaggio di
una continuità di presenza all'interno della stessa struttura», dice
il direttore. La ristrutturazione
della vecchia maternità inizierà
al termine del trasloco di
tutte le attività nella nuova struttura. «Concentrare le attività ambulatoriali
dal punto di vista strutturale in
spazi dedicati - conclude Giovannini -, consente la separazione del percorso per i degenti da
quello per i pazienti esterni, nel rispetto delle diverse esigenze».
Ilaria Ulivelli
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Passala legge ma non14 emendamenti sul managerAmunni che è anche docente
Idv si astiene, scontro sull'Iseo
in arrivo i nuovi direttori della AsI
SIMONA POLI
BATTUTA quattro volte la maggioranza
in consiglio regionale durante la discussione sulla legge di riordino dell'Ispo
(Istituto per lo studio e la prevenzione
oncologica) e della suaintegrazione con
il Centro toscano tumori. Quattro
emendamenti, passati in commissione
sanità, sono stati bloccati dal voto contrario delle opposizioni e grazie all'astensionedell'ItaliadeiValori che difatto ha determinato la sconfitta della
maggioranza. Quattro passaggi proposti dalla giunta regionale che riguardavano le prerogative del direttore gen erale dell'istituto. A cui sarebbe stata con-
Sanità fiorentina e toscana
AMUNNI
Gianni
Amunni è
direttore
dell'aspo e
docente
università
cessa la facoltà - non prevista per i direttori generali di Asl e aziende ospedaliere - di poter decidere di mantenere
anche il ruolo di docente. Una eccezione che a molti in aula sembrava "disegnata" sulla figura dell'attuale direttore
GianniAmunni, medico e universitario.
Dopo un acceso dibattito il complesso
della legge è stato approvato con 29 voti
a favore su 51 votanti. Il presidente della commissione Sanità Marco Remaschi ha parlato di necessità, per l'oncologia toscana, «di avere un quadro di insieme capace di far tesoro di tutte le eccellenze». Di fatto la legge non ha convinto l'Idv, con cui i rapporti del Pd ormai scricchiolano vistosamente
(complice anche lo strappo nella maggioranza del Comune di Arezzo). La dipietrista Chincarini ha espresso perplessità sull'emendamento "ad personam". Secondo Stefano Mugnai del Pdl
«ha vinto il buon senso, visto che la legge è ben poca cosa rispetto alle esigenze
di organizzare la rete della cura oncologica».
Il neoassessore Luigi Marroni intanto
sta ultimando la lista dei direttori generali dellaAsl. A Firenze quasi certo Piero
Tosi, attuale direttore sanitario, mentre
al Meyer rimarrà Tommaso Langiano.
Paolo Morello, ora a Siena, potrebbe essere destinato a guidare Pistoia.
O RIPRODUZIONE RISERVATA
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AL PALACONGRESSI
Congresso di chirurgia
pro. Selli
nel ricordo
È nel ricordo del prof. Mario Selli, maestro della "scuola" chirurgica pisana che s'aprirà, sabato
al Palazzo dei Congressi, il 33°
congresso nazionale della Società Italiana di Chirurgia Toracica
di cui è presidente il prof. Alfredo Mussi, direttore dell'Unità
operativa all'azienda ospedaliero universitaria pisana. L'avvenimento cade in particolare nel
decimo
anniversario
della
scomparsa del prof. Selli ed alla
sua memoria è dedicato lo speciale premio per i giovani ricercatori, "Young Investigator
Award" . Selli, nato a L'Aquila
nel 1917, è stato tra l'altro allievo del prof. Paride Stefanini, il
Sanità fiorentina e toscana
"padre" del trapianto di rene in
Italia. E, proprio 40 anni fa, Selli
eseguì il primo intervento di
questo tipo a Pisa. Ila diretto la
Clinica chirurgica dal 1964 al
1987. Nell'indirizzo di saluto ai
congressisti, il presidente onorario prof. Carlo Alberto Angeletti,
parlando del prof. Selli, ha detto
in particolare: «Ha saputo interpretare al meglio il suo ruolo di
professore universitario, trasformando di fatto la clinica chirurgica generale in un dipartimento funzionale, facendo nascere
una serie di specialità chirurgiche: urologia, chirurgia dei trapianti, chirurgia vascolare e clhirurgia toracica.»
Gian Ugo Berti
ORI PRODUZIONE RISERVATA
Pagina 32
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1
Sogefarm, i Comunisti approvano
Donati: «Negli anni sono cresciuti sia gli utili che i servizi»
1 CASCINA
«Pieno apprezzamento per
l'operato della società So.Ge.
Farm che gestisce le farmacie
comunali, la quale è riuscita
nel corso degli anni a incrementare gli utili, da una situazione deficitaria come quella
ereditata dal passato, ad assumere nuovo personale e fare
investimenti di grande portata
come passare da tre a quattro
farmacie». E quanto sostiene il
capogruppo dei Comunisti italiani di Cascina, Mirko Donati.
Che aggiunge: «Inoltre, ha spostato la farmacia di Cascina da
via della Repubblica, dove era
sita durante la gestione Gea, a
una zona più fruibile dai cittadini, ed ha incrementato l'orario di apertura per dare un
maggiore servizio al territorio».
Un intervento che segue agli
attacchi sul rendiconto delle
farmacie comunali della lista
civica SiAmo Cascina e dell'Italia dei Valori. «La pubblica am -
Sanità fiorentina e toscana
Mirko Donati
ministrazione deve svolgere
anche un ruolo sociale, e non
solo prettamente economico,
la logica del "non rende quindi
taglio o vendo", frutto del berlusconismo, non può appartenere a chi sceglie di gestire la
cosa pubblica - dice Donati -.
Le farmacie comunali hanno
già una funzione sociale in collaborazione con il mondo del
volontari ato , quella di trasportare farmaci gratuitamente a
casa a persone anziane o impossibilitate a muoversi».
Privatizzazione e servizi. «Se
qualcuno ritiene che in un momento di grave crisi economica come questa, delle assunzioni di lavoratori possono essere considerate un errore in
nome della trasparenza, riteniamo che tali personaggi siano anni luce lontani dal nostro
nodo di fare politica e di pensare, per quanto ci riguarda
preferiamo avere utili bassi
ma servizi alti». E conclude il
capogruppo dei Comunisti:
«Invitiamo il sindaco e l'aniministratore delegato dell'azienda So.Ge.Farm. a continuare
nel loro lavoro e ad attivare un
percorso di pubblicizzazione
tra i cittadini dei servizi offerti
dalla società. Inoltre, a lavorare per la possibilità di aprire
nuove farmacie, magari in località come Zambra che ne è
sprovvista».
CORI PRODI IZIONE RISERVATA.
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1 LIVORNO
Monica Calamai, direttore generale dell'As16, ha deciso di
lasciare l'incarico di coordinatore
dell'Area
vasta
nord-ovest, l'ente che riunisce svariate aziende sanitarie
della zona nord ovest della
Toscana (Lucca, Massa Carrara, Versilia, Pisa, Livorno e
Azienda universitaria pisana).
Una decisione-lampo che
la dottoressa, a capo della sanità livornese, pare abbia comunicato nei giorni scorsi
all'Area vasta con una lettera
di dimissioni.
Difficile capire perché Calamai, che aveva l'importante
compito di coordinare e gestite le scelte di ben sei aziende
sanitarie toscane, rimanendo
in contatto continuo con i rispettivi direttori generali, abbia scelto di rinunciare all'incarico.
L vero che si tratta di un
compito particolarmente delicato, che, soprattutto in anni in cui la sanità è sempre
nell'occhio del ciclone, va
portato avanti con una grande capacità diplomatica così
da "far incastrare" le necessità (e le richieste) delle singole
aziende sanitarie al "bene superiore", vale a dire una sanità di qualità che riesca a soddisfare i reali bisogni dei cittadini. Ma Calamai, che ha ricoperto l'incarico a partire dal
gennaio 2010 (circa un anno
dopo essere stata chiamata a
dirigere l'AsI livornese), è dirigente di indubbie capacità,
che non è solita arrendersi.
Da capire, quindi, le motivazioni che l'hanno spinta a
dimettersi dai massimi vertici
Sanità fiorentina e toscana
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il direttore generale avrebbe lasciato l'incarico
rc ` l'ente preso decisioni senza coinvolgerla
dell'Area vasta. Tra le ipotesi
quella che Calamai abbia giudicato non sufficienti i poteri
a disposizione del coordinatore rispetto alle responsabilità che l'incarico porta con sè.
Alcune voci che circolano
in ambiente ospedaliero e
nelle stanze della politica collegano le dimissioni a una decisione presa dall'Area vasta,
che però non avrebbe ottenuto l'ok di Calamai. Sembra infatti che l'Area vasta abbia dato il via libera all'avvio di nuovi reparti di chirurgia per l'Asl
5 (Pisa). Decisione che, stando alle voci, non sarebbe stata precedentemente concordata in modo chiaro con il coordinatore Monica Calamai,
che quindi ha deciso di lasciare l'incarico.
Anna Cecchini
Pagina 35
LA RIORGANI
IONE DEI SERVIZI RISCHIA DI METTERE A DU RA PROVA ANCHE LE MAGGIORANZE
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- CECINA -
NEL CORSO di un incontro fra vari amministratori
dei comuni dell'Alta e Bassa val di Cecina sui problemi della sanità, il sindaco
di Volterra, Marco Buselli,
ha detto: «Il nostro e quello
di cecina sono due ospedali
indispensabili e di pari dignità: colgo l'occasione con
i colleghi sindaci per sgomberare il campo da equivoci. Resta irrinunciabile la
presenza di entrambi gli
ospedali». E' la risposta al
segretario del Psi, Alessandro Bechini, che farà presentare nei consigli comunali ordini del giorno che
prevedano l'ospedale di Cecina come punto di riferimento della sanità di comprensorio. Ancora Buselli:
«Ci siamo dati appuntamento a Volterra per impostare
percorsi condivisi e logiche
di collaborazione. L'ospedale di Volterra è baricentrico
su un territorio fino alla
Valdera e Valdelsa, il dialo-
go con la Bassa Val di Cecina è importante per non
avere politiche sociosanitarie in contrasto ». L'ordine
del giorno del Psi , che aveva fatto registrare l'immediata alzata di scudi, irritatissima, di Buselli a difesa
del «Santa Maria Maddale-
« esta irrinunciabile
il ruolo
di entrambi gli ospedali»
na» di Volterra, parla di necessità di razionalizzare i costi, riorganizzare i servizi sanitari, abbandonare i localismi ed accettare la sfida di
una visione di area vasta.
«CHIEDO ufficialmente
ai socialisti di non presentare alcuna proposta ne nei
comuni ne in Regione, che
osteggeremo in ogni sede»,
era stata la risposta a caldo
di Buselli. Bechini a sua volta fa sapere: «Volterra deve
mantenere alcuni elementi
di forte caratterizzazione e
siamo disposti ad inserire
questi elementi nell'ordine
del giorno che presenteremo ai Comuni. Ma la politica deve accettare la sfida di
salvaguardare i servizi sanitari di cui i cittadini hanno
diritto; se la battaglia di Buselli sarà questa ci avrà al
suo fianco e scoprirà che la
nostra proposta va in questa direzione». A Margine
dell'incontro di lunedì, i
sindaci ha convenuto: «Torneremo presto a confrontarci e soprattutto collaborare
anche su altri argomenti
quali ad esempio il tema
della gestione della risorsa
idrica, dei trasporti e così
via. I due ospedali, comunque, rimangono per noi entrambi intoccabili». Il Psi è
quindi solo ella sua proposta, e ciò potrebbe anche
comportare qualche difficoltà nelle giunte, a cominciare da Cecina.
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IRRITATO Marco Ißusellï, sindaco di Volterra: «No in
ogni sed r.'?a idee c? %d F'si».': i coll *hi gli s ,,=ino r -"rior>
Sanità fiorentina e toscana
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L'inaugurazione dei totem sanitario all'Ipercoop
1 LIVORNO
Ü n totem perla "stampa fai da
te" dei referti sanitari all'Ipercoop. Sarà possibile stampare
la risposta delle proprie analisi
del sangue, effettuate magari
la mattina stessa, mentre si fa
la spesa e prossimamente sarà
possibile anche pagare il ticket
sanitario alla cassa. La presenza di un totem sanitario all'interno di un punto vendita della grande distribuzione rappresenta una novità assoluta a livello nazionale: «La sanità deve spostarsi sempre di più alla
portata dei cittadini - spiega
Monica Calamai presidente
Asi 6 - e l'Ipercoop rappresenta uno dei punti di maggior
transito per i cittadini livornesi. L'accordo che abbiamo stipulato con Unicoop Tirreno continua la Calamai - prevede
anche l'attivazione, prevista
entro la fine dell'estate, del pagamento del ticket sanitario alle casse». Il nuovo totem, come gli altri dodici presenti sul
territorio della provincia, fornirà, mediante l'utilizzo della
tessera sanitaria attivata e del
relativo pin, i servizi di stampa
di referti, attestati di stato vaccinale, consenso informato al
trattamento dei dati personali,
Sanità fiorentina e toscana
prenotazioni di ritiro di cartelle cliniche, questionari di risk
assessment,
informazioni
aziendali e ulteriori servizi in
fase di sviluppo. La vera novità
per i cittadini starà nella collocazione all'interno di un supermercato, che è di fatto più
accessibile per chi deve lavorare, perché aperto anche al di
fuori degli orari d'ufficio. Dell'
accordo stipulato tra Unicoop
Tirreno e Asl 6 è ovviamente
molto soddisfatto anche il direttore dell'Ipercoop Roberto
Gradassi: «Per noi è l'occasione di implementare il nostro
servizio farmaceutico, che già
rappresenta un punto di riferimento per i clienti - dichiara
durante l'inaugurazione - e di
ribadire l'impegno nel sociale
e per la salute del cittadino,
concetti che stanno alla base
dello spirito della cooperativa.
Prossimamente - conclude - ci
impegneremo a mettere in
vendita anche medicinali di fascia C e medicinali per animali». li totem dell'As16 è stato installato presso la farmacia dell'
Ipercoop. Per coadiuvare la
fruizione del servizio saranno
presenti all'interno del punto
vendita alcune hostess appositamente incaricate.
Simone Consigli
Pagina 37
a
A,
SA
INNOVAZIONI
INUTILI
i sono recata all'ospedale di Villamarina per un
prelievo con esenzione
totale dal pagamento. Al momento della consegna dei fogli, la signora dello sportello mi ha chiesto: "Dove preferisce ritirare le risposte? In via Veneto o al Perticale?". Io le ho risposto che il problema non si poneva perché circa tre
mesi prima avevo comprato proprio lì in ospedale il lettore delle
tessere sanitarie che mi permette
di stampare le risposte comodamente a casa, senza dovermi recare al totem o agli sportelli.
La signorami ha detto: "Ma co-
sì risulta che lei non ha ritirato gli
esami. Noi da qui come facciamo
a vedere che se li è stampati a casa? Dal totem lo vediamo, ma se
lei li stampa a domicilio è come se
non avesse ritirato le analisi e
quindi dopo un po' le arriverà da
pagare l'intero importo da cui invece risulta essere esentata". Non
credevo alle mie orecchie e giustamente mi sono un po' alterata, ri spondendo che se allora avessi saputo una cosa del genere non
avrei comprato quel lettore. Non
tanto per averlo pagato 4,20 euro,
ma per averci anche perso un paio di giorni per effettuare tutta la
procedura di installazione.
Se le cose stanno davvero così,
allora ne deduco che comprare il
lettore non serve a niente. L'impiegata, all'oscuro di tutto, ha fatto qualche telefonata per togliersi
anche lei i dubbi e alla fine ha ri-
Ho comprato
l'apparecchio per vedere
i risultati delle analisi
ma non lo posso usare
sposto qualcuno che le ha dato
una risposta del tipo: "Non lo so,
ma non credo sia lo stesso se la signora si stampa le risposte a casa".
Morale della favola: l'impiegata ha dovuto scrivere che al momento dell'arrivo dei referti, le risposte sarebbero state buttate via.
Io sono veramente allucinata.
Possibile che dalle piccole alle
grandi cose si debba sempre vedere la disorganizzazione, l'ignoranza, i non so? Con questo non mi riferisco assolutamente all'impiega-
ta, che comunque si è prodigata
per sapere anche lei come doveva
comportarsi. Il fatto è che al momento dell'entrata in vigore di
questi lettori, il personale sanitario doveva essere informato subito del comportamento da tenere.
Invece buio e ignoranza completa
come al solito. Sono mesi che i lettori già funzionano e quando la signora che mi ha attivato la tessera
sanitaria, e mihavenduto il lettore, mi ha spiegato tutta la proceduramihadetto chiaramente che
in questo modo si poteva risparmiare un sacco di tempo senza
dover più far file agli sportelli.
Invece no, l'inutile burocrazia,
unita ai paradossi più assurdi regnano sovrani. Allora: qualcuno
per favore può spiegare a me, ma
soprattutto ai suoi dipendenti come funziona questa faccenda?
Debora Raffaelli
'Pa: sa
s di sn&C :rm:, asKrciazinni drluse
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 38
Disservizi centro
pretíeví Gíovanníni
«Code allo sportello
per i nuovi addetti»
UTENTI con i nervi a fior di
pelle ieri mattina al centro
prelievi «Giovannini». Il motivo
sono state le code di cittadini in
attesa di fare l 'accettazione che
prevede l'inserimento dati oltre
che la consegna di eventuale
materiale biologico richiesto per
i vari tipi di esami.
«Sono stata in fila a lungo,
aspettando il mio turno, ma
insieme ad altre persone in fila ci
siamo resi conto che nelle salette
gli infermieri non potevano
procedere a fare i prelievi perchè
i pazienti non venivano fatti
scorrere», racconta una signora.
C'è chi poi per quel lungo
attendere, è stato con il fiato
sospeso fino a che non è uscito:
«Ho parcheggiato la macchina
con un ticket ormai scaduto e se
trovo la multa ho già guadagnato
la mia giornata...», commenta
un'altra donna.
IL DISSERVIZIO in effetti è
già noto all 'azienda sanitaria
pratese. Da poco più di un mese,
infatti, è stato esternalizzato il
servizio di accettazione del
centro prelievi di via Cavour.
L'operazione è stata fatta tramite
un bando che è stato vinto da
una cooperativa dell'empolese.
«Stamani (ieri, ndr) si sono
verificati effettivamente dei
rallentamenti - spiegano
dall'Asl 4 - perchè ci sono stati
problemi legati al personale
presente . Attualmente è in corso
la formazione del personale che
deve svolgere questo compito di
accettazione allo sportello. Si sta
lavorando perchè tutti abbiano
l'adeguata formazione e si possa
così implementare il numero di
addetti».
sa.be.
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 39
IL FATTO La visita per il
campo visivo deve attendere
mesi
per ottenere
una visita
<cá v,,-n
del campo visivo»
LE LISTE d'attesa sono la
croce per troppi cittadini,
specialmente per quegli
più anziani. E' il caso che
viene presentato da una
donna di 81 anni, Rosalba,
che ha scritto a «La
Nazione», la sua odissea.
«Ho prenotato una visita
per effettuare l'esame del
campo visivo e mi è stato
ripsostoc he dovrò
attendere ben nove mesi.
E' mai possibile che una
persona come me che ha
problemi di vista e con la
sua età debba attendere
così tanto ? E' questa la
sanità italiana?».
E' L'AZIENDA sanitaria
pratese a dare una risposta
al quesito posto dalla
cittadina. «La prima visita
oculistica si ottiene con
un'attesa di soli quattro
giorni - spiegano dall'Asl
4 - Se la paziente deve
sottoporsi all'esame del
campo visivo, il suo
medico di famiglia deve
considerare se si tratta di
una visita urgente o meno
e indicarlo nella richiesta.
In questo modo la paziente
avrà la visita specialistica
con l'ortottista in soli due
giorni di tempo».
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 40
' OGG I L'I NCONTRO NELLA SALA DE L GOVERNO
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Nella delegazione sindaco e onorevoli pratesi Pdl e Pd
di SARA BESSI
UNA DELEGAZIONE pratese di
politici e di tecnici della sanità incontra oggi il ministro della Salute
Renato Balduzzi: sul tavolo della
discussione l'opportunità o meno
che la Toscana, e nel caso specifico
Prato, possa ospitare un centro di
ricerca e cura oncologica. Il dibattito si è riscaldato in questi giorni in
città, dopo la proposta - scevra da
qualsiasi inclinazione di colore politico - lanciata dal professor Salvatore Sini di sviluppare le eccellenze di cui è dotata la sanità pratese e il laboratorio traslazionale già
attivo grazie al sostegno dei pratesi
attraverso la Fondazione «Sandro
Pitigliani». Un centro oncologico
regioanle che potrebbe nascere, come suggerito con un progetto elaborato in base a dati demografici e studi, proprio nell'ala nuova del vecchio ospedale, evitandone la demolizione. Il no della Regione Toscana con il neo assessore alla Salute
Luigi Marroni alla proposta non
ha frenato la voglia di Prato di dire
la sua e almeno di provare a non
sentirsi «scippata» di una realtà pro-
fessionale di grande richiamo.
LA DELEGAZIONE è formata
dal sindaco Roberto Cenni, dagli
onorevoli Riccardo Mazzoni (Pdl),
Antonello Giacomelli e Andrea
Lulli (entrambi Pd), e dal professor Sini. Un gruppo di rappresentanza eterogeno, unito dalla volontà di far sentire la voce di una città
che da oltre vent'anni può vantare
- grazie alla generosità dei pratesi
e all'impegno della Fondazione Pitigliani e della presidente Giovannella Pitigliani - un fiore all'occhiello in un ambito sanitario così
delicato. Con professionisti di richiamo internazionale come il dot-
IL PROFESSOR Sini ribadisce
che da un punto di vista tecnico e
a, i nsieme ai politici,
ci sarà anche il professor
Sini, che ha lanciato il progetto
IL DIBATTITO è sentito dai pratesi, tanto che si sono mobilitati anche su Facebook. E' stato costituto
un gruppo «Promozione polo oncologico» che in pochissimi giorni
tor Angelo Di Leo e i giovani ricercatori tornati dagli Usa in Italia e a
Prato, quali i dottori Libero Santarpia e Luca Malorni. «La Legge nazionale prevede che vengano istituti quattro poli oncologici nel centro Italia, dei quali uno in Toscana
- spiega l'onorevole Mazzoni ci vorrebbe lo sforzo della Regione
affinchè si sviluppasse a Prato».
«Con questo incontro vogliamo sapere qual è il punto di vista del Governo al riguardo - chiosa l'onorevole Giacomelli - e capire cosa
prevede il piano nazionale sanitario».
sanitario «Prato si trova a portata
di mano un'opportunità che dispiace sciupare. La Regione ha detto
no alla proposta perchè non rientra
nel suo programma. La presenza di
un ospedale di cura e ricerca in
campo oncologico nel vecchio Misericordia e Dolce sarebbe strategico perchè baricentrico per la Toscana. Qui si potrebbero riunire tutte
le specialità oncologiche senza doverle delocalizzare».
conta oltre tremila membri. Un'importante spinta dal «basso», destinata a lievitare. «Tutti, non solo i pratesi, debbono conoscere gli ostacoli
che vengono frapposti dalla Regione alla costituzione di un Polo Oncologico d'eccellenza a Prato. E' un
problema che riguarda tutti gli italiani, perciò invitiamo il popolo di
FB ad iscrivere in questo gruppo
più contatti possibile, per poterci
far sentire anche a livello nazionale», è uno dei messaggi sulla bacheca. Messaggio che sta incontrando
una risposta concreta negli oltre tremila iscritti.
sara. bessi @lanazione. net
Íriaueloj a -
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 41
L ®P ?,3
i %3- ri7,, 's
la paz i ente :
« Non ha atteso
2 ore per visita»
- MASSA -
L'ASL replica alla protesta
di una paziente che, arrivata
all'ospedale in ambulanza,
avrebbe aspettato due ore
per essere visitata. «La
paziente D.B. - scrive la
responsabile del pronto
soccorso di Massa
dottoressa Stefania Catarzi
- è arrivata al triage
intorno alle ore 18.30 e non
di notte, in contemporanea
ad altri quattro pazienti,
chiedendo "un foglio per
essere mandata all'Opa". Le
è stato precisato che
sarebbe stata inserita e
visitata dal medico del Ps
che avrebbe deciso per
eventuali accertamenti. La
paziente, non aspettando, si
è allontanata e alle 18.37 era
già alla centrale del 118,
sotto l'ospedale, dove è stata
disposta una ambulanza che
la ha condotta di nuovo in
pronto soccorso . Alle 18.49 è
stata inserita come codice
verde, non dopo venti
persone bensì soltanto dopo
altri due pazienti. Alle 19.22,
non dopo due ore di attesa,
la paziente si era già
allontanata». La
responsabile aggiunge che
«qualsiasi paziente che
accede al pronto soccorso
viene valutato
dall'infermiere del triage, il
quale attribuisce un codice
di priorità, quindi da un
medico di guardia che
stabilisce gli accertamenti
da eseguire. L'accesso in
ambulanza non modifica il
codice di priorità che
dipende invece dalla
sintomatologia del paziente
e dai suoi parametri vitali e
in questo caso, si è
dimostrato un inutile spreco
di risorse pubbliche.
L'accesso diretto alle
specialistiche, in questo
caso il reparto di
ginecologia , non è previsto a
meno che non esista una
richiesta del curante di
valutazione urgente».
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 42
Buco Ast, Delvino
chiede la libertà
Udienza davanti al riesame per l'ex direttore generale
II collegio prende tempo. La decisione attesa questa mattina
1 MASSA
Udienza davanti al collegio
del riesame per l'ex direttore
generale Antonio Delvino ieri
mattina. Il legale del medico,
Giampaolo Carabelli, ha chiesto la libertà per il suo assistito
che da un paio di settimane si
trova agli arresti docimiciliari
nella sua residenza di Pisa con
l'accusa di concorso in falso
ideologico in atto pubblico.
Secondo il procuratore capo
Aldo Giubilaro e il sostituto Alberto Dello lacono, Delvino
ha collaborato a creare il buco
di 224 milioni di giuro insieme
al suo predecessore Alessandro Scarafuggi e all'ex direttore amministrativo Ermanno
Giannetti.
L'ex direttore generale e il
suo avvocato hanno ribadito
quanto detto al gip Giuseppe
Laghezza, nella prima istanza
di scarcerazione presentata.
La linea difensiva è semplice:
Delvino era all'oscuro di tutto
quello che accadeva nell'Asll
in merito al bilancio. Non solo: quando è diventato direttore generale, Delvino si è trovato Giannetti. «Non l'ho scelto
io», ha sempre detto l'ex dirigente.
Delvino e Giannetti sono
stati iscritti nel registro degli
indagati fin dall'inizio. E subito si parlò di un buco nel bilancio di circa 60 milioni di euro,
ma indagini più approfondite
della guardia di finanza hanno quantificato un disavanzo
ben più ampio, ovvero di 224
milioni di euro dal 2004 al
2009. Delvino è stato arrestato
Sanità fiorentina e toscana
Lìex direttore generale dell 'Asl1 di Massa -Carrara Antonio Delvino
dalle fiamme gialle a Bitonto,
in Puglia, dove era tornato da
Pisa per svolgere l'attività di
medico dopo essersi dimesso
da direttore dell'Azienda toscana.
Scarafuggi è stato rimesso
in libertà una decina di giorni
fa dallo stesso giudice per le
indagini preliminari, Laghezza, che aveva firmato l'ordinanza di custodia cautelare
nella sua residenza. Il gip aveva ritenuto valide le obiezioni
del legale di Scarafuggi, l'avvocato Federico Bagattini, che
aveva contestato le esigenze
cautelare per il suo assistito.
L'ex dirigente aveva accolto la
notizia nella sua abitazione di
Lastra a Signa. Nessuna festa,
ma almeno la soddisfazione
di potersi difendere da «uomo
libero». Proprio dalla scarcerazione di Scarafuggi avevano
preso vigore le speranze di libertà di Delvino, che si era visto però rigettare la prima richiesta di revoca dei domiciliari. Scarafuggi aveva espresso tutta la sua felicità: «Ho
sempre avuto la massima fiducia nell'operato della magistratura - aveva dichiarato ai
giornali - che evidentemente
ha recepito positivamente
quanto da me riferito nell'interrogatorio
di
garanzia.
L'esperienza degli arresti domiciliari è stata inattesa e dura
e vorrei rivolgere un ringraziamento a quanti, amici, conoscenti, colleghi hanno, attraverso la mia famiglia, voluto
manifestarmi la loro solidarietà ed il loro affetto. Ringrazio
anche i legali che mi hanno assistito in questo difficile momento, l'avvocato Bagattini e
Salimbeni, e in particolare il
caro amico avvocato Alberto
Corsinovi, con i quali continuerò a seguire l'iter giudiziario fino, spero, a poter dimostrare la mia totale innocenza».
01 RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 44
G íannetti resta in carcere
Resta in carcere Ermanno
Giannetti (nella foto), ex
direttore amministrativo dell'ASI
di Massa-Carrara. È accusato tra
le altre cose di peculato e di un
giro di assegni circolari fatti
incassare da amici e conoscenti.
Uno stratagemma che gli ha
permesso di distrarre , secondo
l'accusa, un milione e mezzo di
euro. Gli avvocati di Giannetti,
Franco Perfetti e Paolo
Sanità fiorentina e toscana
Quadrella, non hanno fatto
ancora richiesta di scarcerazione
e sembra che ancora non abbiano
intenzione di presentarla. «Come
ho già detto dopo l'arresto del
mio assistito - ha spiegato
Perfetti - dobbiamo valutare
quali passi compiere . Ma é chiaro
che chiederemo una riduzione
della custodia cautelare». Entro
fine mese potrebbero esserci
delle novità, insomma.
Pagina 45
IL CIRCOLO SANITA DEL PD BOCCIA
SCELTA DEL COMUNE
« -una follia A nuovo distretto alla Stazione
- MASSA -
IL CIRCOLO del Pd "Nuova Sanità e Sociale"
boccia la scelta della Stazione per ilnuovo distretto socio sanitario. «Tale luogo - scrive Ernesto Manfredi - è situato in un contesto di
grande traffico urbano, con una sola strada di
scorrimento sempre caotica e impercorribile
che certo peggiorerà con la costruzione terminal
delle corriere e con l'inizio della costruzione della prossima variante Aurelia. Dire, come dice il
sindaco, che tutto potrà essere risolto con le s
"rotonde" è come dire mettere il mare in botti-
glia!». Il Circolo nota che in ogni caso «il progetto manca ancora dei finanziamenti Asl, degli accordi con le Ferrovie per la cessione dei terreni e
della variante urbanistica. Come è possibile affermare che la struttura sarà pronta prima del
nuovo ospedale per acuti di viale Mattei? Per
ora l'unica cosa nuova che percepiamo è la rinnovata volontà di demolire l'ospedale esistente con
l'apertura dei cantieri per l'utilizzo dei relativi
terreni tra i più pregiati della città. La soluzione
della scelta della ex Pelù e dei terreni circostanti
per la costruzione del nuovo Distretto è per noi
la più razionale ed equilibrata».
171TÀ Personale paramedico al lavoro
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 47
Manfre di:
® distretto?.
megho aflaPelit
MASSA
Tanti dubbi in casa Pd sulla proposta
dell'amministrazione
Pucci di realizzare il nuovo distretto sanitario in zona stazione. A esprimerli è il circolo Nuova Sanità e Sociale di cui è segretario Ernesto Manfredi: «Quella
zona è, già oggi caotica e impercorribile e certamente peggiorerà con la costruzione terminal
Atn econ l'inizio, si spera imminente, della costruzione della
variante Aurelia. Dire, come
fa il sindaco,
che tutto ciò
potrà essere risolto con le
sbandierate roErnesto
tonde è come
Manfredi
dire mettere il
mare in bottiglia». Non solo:
Manfredi dice che ancora mancano i finanziamenti dell'Asl, gli
accordi con le Ferrovie per la
cessione dei terreni e lavariante
urbanistica. Dunque, «come è
possibile affermare che la struttura sarà pronta prima del nuovo Ospedale per acuti di viale
Mattei ? Per ora l'unica cosa
nuova che percepiamo è la rinnovata volontà di demolire
l'Ospedale con l'apertura dei
cantieri per l'utilizzo dei relativi
terreni tra i più pregiati della città». Molto più razionale per il distretto, chiude, «è la sede della
exPelù e dei terreni circostanti».
Gruppo locale acquim
le'Perme di Sm C -h,
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 48
AVIS RINGRAZIA
Donazioni del sangue
«Un successo,
ma non si deve
abbassare la guardia»
- CARRARA -
«RINGRAZIAMO tutti i cittadini che hanno donato»: dice Anna
Baldi, medico del Centro trasfusionale e direttore sanitario Avis
Carrara. «Ma se abbiamo avuto
un incremento importante della
donazione non possiamo abbassare la guardia, le necessità di supporto con sangue e plasmaderivati (plasma e piastrine) sono in continuo aumento per l'attività chirurgica, oncologica e del pronto
soccorso». Le donazioni di sangue al Centro sono in netto aumento: come scritto dal nostro
giornale, nel primo quadrimestre
c'è stato un aumento di 150 donazioni rispetto al 2011, 1400 circa.
«Si sono recati a donare al centro
- prosegue -molti giovani dei
locali Licei cittadini; partecipano
attivamente alla donazione anche
gruppi organizzati nell'Avis Carrara della comunità rumena oltre
a singoli donatori di varie nazionalità, sottolineando il profilo
multietnico e multiculturale di
coesione sociale della città
nell'esprimere la solidarietà anche con il dono del sangue. Si può
donare tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 11 dal lunedì al sabato compresa la prima domenica del mese,
per diventare donatore occorre
avere un età fra 18 anni e 65 ed essere in buona salute».
«ES SEdonatore di sangue significa anche fare prevenzione e
avere cura del proprio stato di salute, infatti ad ogni donazione si
effettuano controlli virologici e sanitari che attestano la sicurezza
del sangue donato e la salute del
donatore. Ricordiamo inoltre che
l'attività del Centro trasfusionale
oltre alle donazioni, comprende
l'ambulatorio trasfusionale con oltre 800 unità trasfuse per i pazienti oncologici nel 2011 e l'attività
allergologica con circa mille pazienti nel 2011 della provincia e
extra provinciali».
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 49
«FREDIANI»
Caso [A1u
« Uno sc i voLone
per La d irettrice
C'
Ì »
- CARRARA -
«IL DIRETTORE
generale dell'Asl Maria
Teresa De Lauretis,
avrebbe potuto optare per
un'altra soluzione»: Renzo
Giusti dell'associazione
Frediani commenta così la
decisione del direttore
generale di incaricare
Luca Muscatello come
primario di Otorino. «Non
entriamo nel merito delle
capacità, assolutamente
eccellenti del dottore,
come giustamente
testimoniato dalla
direzione e dall'onorevole
Lucio Barani, ma ciò che
contestiamo è il fatto che
si sapeva che quasi
certamente sarebbe stato
rinviato a giudizio e che
era in attesa di una
sentenza per un altro
provvedimento ai primi di
giugno».
PER GIUSTI tale
decisione potrebbe non
essere casuale: «La sanità
della nostra Asl ha bisogno
di ricrearsi una verginità e
apparire continuamente
sui giornali per il falso in
bilancio, per i processi dei
suoi medici e per tutti i
casi di malasanità non
aiuta sicuramente . Che sia
proprio questo lo scopo?
Così se si verificherà una
sempre maggiore
disaffezione nei confronti
delle nostre strutture
sanitarie con fughe verso
altre Asl sempre più
numerose, potranno essere
chiuse per mancanza di
utenti. E allora contro chi
protesteremo ? Contro
nessuno».
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 50
1-®
l ignora Vordìnanza s ostetricia: il sindaco fa denuncía
- PONTREMOLI -
viato un esposto alla Procura sulla mancata
L'AMMINISTRAZIONE comunale ha
"ordinato" all'Asl di revocare i tagli agli ambulatori pomeridiani di ostetricia ma per la
direzione generale è solo "aria fritta". Non
la pensa così la giunta Baracchini che ha in-
ottemperanza all'ordinanza sindacale emessa a favore dell'assistenza alle donne in gravidanza della Lunigiana. «La direttrice generale dell'Asl opera come se fosse sopra la legge e potesse dimenticare i diritti della gente,
i rapporti con le altre istituzioni e il rispetto
delle regole e dei provvedimenti di altre autorità - commenta il consigliere regionale
del Pdl Jacopo Ferri -. Ci si attendeva che,
anche se non condivisa, l'ordinanza fosse ottemperata e poi magari impugnata nelle sedi opportune su forma e merito. Invece no,
la direttrice forse pensa di essere anche giudice amministrativo e penale decidendo di
ignorare l'atto amministrativo. Una scelta
gravissima che viole il codice e per questo la
valutazione è affidata alla Procura».
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 51
to nascita, parte l'esposto contro l'Asi
Jacopo Ferri (Pd I) si batte per far rispettare l'ordinanza del Comune di non smantellare l'ospedale
® PONTREMOLI
Esposto in Procura sulla mancata ottemperanza all'ordinanza sindacale sull'assistenza alle donne in gravidanza della
Lunigiana emessa dal Comune. Si fa ancora più aspra la
battaglia tra l'amministrazione comunale e l'Asl apuana
sulla vicenda dell'ex punto nascita dell'ospedale cittadino.
La settimana scorsa il vice sindaco, Pier Camillo Cocchi, per
conto dell'amministrazione
aveva emesso nei confronti
dell'Asl un'ordinanza sindacale per revocare immediata-
niente la nuova proceduta prevista per la gestione dei pazienti pediatrici e delle pazienti
ostetrico -ginecologiche. Con
il provvedimento si chiedeva
all'Asl di ripristinare il modello
attuato sino a quel momento
non dando seguito alla nuova
procedura che prevede invece
una sostanziale riduzione dei
servizi.
«La direttrice
generale
dell'Asl - scrive il consigliere regionale Pdl, Jacopo Ferri - e
con lei i collaboratori che la
stanno passo passo ossequiosamente assecondando, sembrano colpiti dal delirio di on-
nipotenza. Operano come se
esistessero solo loro e come se
potessero fregarsene dei diritti
della gente, del rapporto con
le altre istituzioni e del rispetto
delle regole e dei provvedimenti di altre autorità. Il comportamento tenuto in questi
giorni dopo la notifica della
motivata ordinanza con la
quale il Comune di Pontremoli ha evidenziato il pericolo imminente e grave venutosi a determinare in riferimento al for-
tissimo
depotenziamento
dell'assistenza alle donne in
gravidanza della Lunigiana
presso l'ospedale di Pontremo-
li, ne è l'ulteriore riprova».
Secondo l'esponente del Pdl
in Regione, l'aspettativa era
quella che seppur non condivisa l'ordinanza fosse, come dovuto, ottemperata e poi eventualmente impugnata nelle sedi opportune per ogni valutazione di forma e di merito.
«Invece no - scrive Ferri - la
De Lauretis ha deciso, per ora,
di poter essere insieme direttore generale, giudice amministrativo, giudice penale e quindi ha scelto di ignorare letteralmente l'atto amministrativo».
Per Jacopo Ferri si è trattata
di una scelta gravissima che a
suo avviso è «al di fuori delle
legge e lede norme del codice
penale e rispetto alla quale ritengo doveroso rappresentare
la situazione alla Procura per
ogni valutazione».
L'ex punto nascita (foto Cuffaro)
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Sanità fiorentina e toscana
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Pagina 52
Síndaco-dottore
spegne un incendio
in
magazzino
de ll'ospeda le
- PONTREMOLIUN MACCHINARIO va in corto
circuito, nel ripostiglio del reparto
di medicina dell'ospedale di Pontremoli divampa un principio d'incendio. Nessuno in reparto, né medici, né infermiere, sul momento
se n'è accorto perché il fumo usciva dalla finestra aperta del piccolo
locale. Erano circa le 9,30 di ieri
mattina e l'allarme è stato lanciato
da alcune persone che erano in attesa fuori del presidio ospedaliero e
sono state attirate dalle nuvolette
nere che si propagavano fuori della
finestra. La segnalazione è stata subito passata alla portineria che ha
chiamato il reparto dove era in servizio il dottor Lino Mori, che è anche primo cittadino di Filattiera.
Senza pensarci troppo , il sindacodottore ha imbracciato un estintore, è entrato nel ripostiglio e in poco tempo ha sedato le fiamme. Per
fortuna all'interno del reparto i pazienti ricoverati non si sono accorti
di nulla grazie all'intervento tempestivo che ha bloccato l'incendio prima che si propagasse. Senza paura
Mori non ha esitato ad affrontare
un eventuale rischio : ha chiuso immediatamente la porta dietro le
spalle e ha fatto scattare l'estintore.
L'odore acre della plastica bruciata
è svanito in poco tempo con i residui di fumo attraverso la finestra.
Subito dopo sono arrivati i vigili
del fuoco di Aulla e una pattuglia
di carabinieri di Pontremoli per effettuare i rilievi del caso e per esaminare la sicurezza degli impianti
all'interno del reparto . E' stato appurato che a scatenare l'incendio è
stato l'apparecchio per sterilizzare
le padelle: per motivi ancora da accertare è andato in corto circuito.
Al termine del sopralluogo tutto è
risultato in ordine e quindi il personale sanitario. Nei prossimi giorni
verrà predisposta la rimbiancatura
del vano che contiene il macchinario che dovrà essere sostituito. In
via precauzionale ieri i ricoveri ordinari e urgenti del reparto, sono
stati dirottati all'ospedale di Fivizzano.
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 53
d-12
A fuoco apparecchio, paura in ospe ale
In fiamme la macchina "lava-padelle" a Pontremoli, ricoveri solo per ieri dirottati a Fivizzano
1 PONTREMOLI
Va a fuoco una macchina elettromedicale: attimi di paura
nel reparto di medicina dell'
ospedale cittadino. Eaccaduto
nella tarda mattinata di ieri.
Una macchina lava-padelle riposta in un locale di servizio ali'
interno del reparto di medicina
a causa di un corto circuito ha
preso fuoco emanando una nube di fumo e un odore acre ali'
interno del reparto ospedaliero. Tempestivamente si è mobilitato il personale sanitario del
reparto che ha provveduto a
trasferire i degenti dalle stanze
vicino al locale di servizio dove
era posta la macchina andata a
fuoco in altre camere più lonta-
ne. Mentre il personale dell'ufficio tecnico e il dottor lino Mori, si sono prodigati con l'ausilio di estintori a arginare le
fiamme che si sono sprigionate
nel vano elettrico del lava-padelle. Qualche istante dopo sono intervenuti anche i vigili del
fuoco che hanno messo in sicurezza l'apparecchiatura elettromedicale.
Fortunatamente il danno
provocato è stato limitato alla
fuoriuscita di fumo che ha annerito solo le pareti interne del
locale di servizio dove era situata la lava padelle, e questo anche in relazione al pronto intervento attuato dal personale che
si è attivato immediatamente
appena si è azionato l'impian-
IN I FIN
-,
to di rilevazione incendi. Dunque a parte il lava padelle non
si sono riscontrati altri danni.
E' intervenuta poi una squadra
della ditta Dussmann, che si occupa delle pulizie ospedaliere,
che ha provveduto al risanamento completo dei locali.
Quindi il reparto ha ripreso la
sua normale attività. Nei prossimi giorni verrà predisposta
l'imbiancatura del vano che
contiene il macchinario che dovrà essere ovviamente sostituito. Precauzionalmente i ricoveri ordinari e urgenti del reparto,
solo per la giornata di ieri, sono
stati dirottati nell'Area medica
dell'ospedale di Fivizzano. Ma
già da oggi sarà ripristinata la
normale organizzazione.
Ri[
L'ospedale di Pontremoli
Sanità fiorentina e toscana
Pagina 54
Di nuovo blanchis s
•
Quali sono le regole da seguire per il "bleaçhing" dei denti
FE1Blo Di TooARo
^' 1 1 momento della verità
! arriva quando un amico o un'amica estrae la
fotocamera. «Sorridi!»,
è la formula per strappare lo scatto ricordo, ma
spesso il problema è proprio
sorridere.
Il disagio deriva dalla dentatura, scurita dalle sigarette e dall'uso di alimenti come
tè, caffè, liquirizia e tutte le
bevande colorate, i cui residui tendono ad accumularsi
tra i prismi che compongono
lo smalto. Solo in minima
parte, invece, per chi ha denti robusti, la perdita del colore naturale può anche essere
dovuta allo spessore della
dentina, più scura del rivestimento soprastante. In ogni
caso il «bleaching» - la proce-
Sanità nazionale
dura di sbiancamento delle arcate dentarie - diventa l'unico
rimedio. «La pigmentazione
avviene in due fasi - spiega Annamaria Genovesi, responsabile del servizio di igiene dentale
dell'istituto
stomatologico
"Tirreno" di Lucca -. Quella intrinseca si verifica durante lo
sviluppo dello smalto, mentre
quella estrinseca è dovuta all'
ingestione di cibi e bevande
successiva alla formazione della dentatura. Una base genetica c'è, ma riguarda soltanto la
qualità dello smalto».
In Italia il trend di chi va alla ricerca del sorriso perduto
è in crescita: 45 mila gli interventi eseguiti nel 2011 e documentati nell'ultimo congresso
dell'Aidi (l'Associazione igienisti dentali italiani). I gel più
utilizzati dagli specialisti contengono perossido di idrogeno o di carbammide, concentrati fino al 40%: liberano ossigeno e ridonano candore al
bianco. Come catalizzatori, in-
vece, si usano quasi "sempre
sorgenti di luce al plasma,
che, però, durante l'applicazione (che oscilla tra gli otto e
i 20 minuti), possono provocare l'infiammazione della polpa e ipersensibilità. Per questo si sta perfezionando una
nuova metodica meno fastidiosa per il paziente.
Lo sbiancamento, poi, può
avvenire anche tramite fotoattivazione: un cromoforo contenuto nel perossido di idrogeno
viene attivato dalla luce e, riducendo i tempi dell'intervento a soli 10 secondi, evita il surriscaldamento del dente. Il
«bleàching», sconsigliato fino
alle soglie della maggiore età e
da integrare nei mesi successivi con una procedura domestica di «mantenimento», richiede alcune restrizioni alimentari nella settimana che precede
l'intervento: no a fumo, alcol,
alimenti cromogeni o acidi
(frutta, verdura e aceto) che
provocano la demineralizza-
zione dello smalto. Fondamentale, poi, è affidarsi alle mani
di uno specialista. «In commercio si trovano alcune strisce che danno discreti risultati - spiega Cristian Coraini,
membro della società italiana
di endodonzia - ma l'apporto
del dentista è fondamentale:
'A nna . arla
Genovesi
Igienista d6 tale
RUOLO : E' DIRETTORE
DEL DIPARTIMENTO DI IGIENE DENTALE
D ELU ISTITUTOSTO MATOLOGICO
TIRRENO DI LUCCA
IL SITO: W W W.ISTITUTOSTOMATO LOG ICOTI RRENO.IT/
crea il campo asciutto per operare e protegge il paziente dal
gel che può arrivare a contatto
con le gengive».
- Diversa è la tecnica quando
si ha a che fare con un dente
devitalizzato. «In questo caso
il gel, con un principio attivo
più basso, va applicato anche
nella camera pulpare. Dopo
due settimane si pulisce la cavità e si effettua un'iniezione
di idrossido di calcio, prima
dell'otturazione definitiva».
Quanto alla prevenzione
fai-da-te, è importante la tecnica con cui si utilizza lo spazzolino, l'impiego di un dentifricio poco abrasivo, oltre che
del colluttorio e di «utensili»
come l'idropulsore. Ma se queste misure non bastano, non
c'è alternativa: tocca accomodarsi in poltrona.
Pagina 56
Tumori, un'authority della salute
per assistere due milioni di pazienti
ROMA- Trentamila curo l'anno. Tanto è costretta a pagare,
in media, ogni famiglia italiana che ha una persona malata
di tumore in casa. Una cifra
che non va per medicine e
terapie ma per giornate di lavoro perse dai parenti, per le
badanti, per la decurtazione
degli stipendi del paziente, per
i trasporti. Costi sociali si chiamano.
Sono oltre due milioni gli
italiani che combattono contro il cancro. Ma sono costretti
a convivere con 21 sistemi regionali sanitari differenti.
Quindi è chiaro che c'è chi
viene assistito meglio e chi
peggio, chi ha più servizi e chi
ha meno servizi. «In Italia serve un'Authority della salute
che vigili sui livelli sanitari
realmente applicati su tutto il
territorio per garantire che
non ci siano diseguaglianze tra
le regioni». E' l'annuncio del
sottosegretario alla Salute
Adelfio Elio Cardinale al convegno, alla Camera,
su
«Sostenibilità del sistema salutee innovazione in oncoematologia: dalla ricerca al paziente».
I nuovi farmaci
sono subito
disponibili soltanto
in quattro regioni
lia e Marche)e nella provincia
autonoma di Bolzano - si spiega- vengo recepite immediatamente le indicazioni dell'Agenzia italiana del farmaco, mentre in tutte le altre i nuovi
medicinali vengono resi disponibili per i pazienti con grande
ritardo. Per Francesco De Lorenzo, presidente Favo, «solo
la piena operatività del piano
oncologico nazionale può met-
tere fine, in Italia, alle inaccettabili disparità tra i malati di
cancro nelle diverse regioni».
Dall'autorizzazione interna
zionale di un farmaco, oltretutto, fino alla delibera che ne
permette l'immissione in commercio trascorrono dai 12 ai
15 mesi. «E ulteriori ritardi aggiunge De Lorenzo - sono
determinati dai tempi di latenza per la messa a disposizione
a livello regionale dopo le approvazioni degli enti regolatori internazionali e nazionali.
Per tre pazienti su quattro.
come abbiamo rilevato da una
nostra ricerca, considera la disponibilità delle terapie come
una priorità imprescindibile».
G.Ma.
û RIPRODUZIONE RISERVATA
Questo significa anche diversa disponibilità dei farmaci
essenziali. La Favo, la Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia, ha inviato una lettera al
ministro della Salute Renato
Balduzzi un riequilibrio nell'accesso ai farmaci oncologici
nelle regioni italiane: solo in
quattro regioni (Lombardi,
Piemonte, Friuli Venezia Giu-
Sanità nazionale
Pagina 57
1d/19P/1
L'editoriale
dei
lettori
SPRECQ
DI SALITA
Per ora, grazie all'impegno di molti. abbiamo ancora
una Sanità cori eceellene e per tutti: il vero spreco
sarebbe farla morire in mani incapaci o interessate
FEDERICO B.
S
crivo per ricordare ciò che non è nuovo,
ma sempre attuale. Come ha ribadito il
Ministro della Salute, gli operatori sanitari sono in sofferenza a causa delle
croniche carenze di fondi nel settore e
d'altro canto un contenimento della spesa si impone dati i grossi buchi nel bilancio.
Chi vede le cose dall'interno conosce almeno
in parte le fonti degli sprechi che molto hanno a
che fare con una storica gestione allegra dei fondi e con una tradizione clientelare e nepotistica a
tutti i livelli. Come sta avvenendo in molti settori
della Pubblica Amministrazione, chi, da posizioni apicali, cerca di far emergere criticità a difesa
dell'operato dei propri collaboratori, nell'intento
di trovare soluzioni credibili, ma a volte scomode, viene ripreso dagli amministratori politici
che invece premiano chi non risolve ma non è
scomodo a costo di impartire ordini contraddittori ed ingiusti (erogare più prestazioni, con meno risorse organiche e riducendo le ore di straordinario) ai propri collaboratori che sono «dirigenti» solo sulla carta.
Il risultato è che nessuno risulta responsabile
di inefficienze e sprechi, l'organizzazione è carente a danno degli utenti-cittadini e degli operatori sanitari i cui sforzi personali sono troppo
spesso insufficienti e che vengono lasciati soli a
fronteggiare un legittimo scontento dell'utenza.
L'aumento del contenzioso è solo una delle dimostrazioni di questo fenomeno.
L'impegno dei molti che hanno scelto questo
lavoro per passione ancora riesce a reggere lo
scheletro di una Sanità che vanta diverse eccellenze ed è per tutti: il vero spreco sarebbe
farla morire nelle mani di una gestione incapace e interessata.
medico ospedaliero
Sanità nazionale
Pagina 58
Perché il prione diventa killer
Studio italiano identifica il meccanismo che manda in tilt il traffico tra i neuroni
D,vNILI,r? B,\NFI
e immagini fecero
il giro del mondo.
-Migliaia di bovini
incapaci distare in
1 equilibrio a causa
4
del tremore diffuso in tutto il
corpo. Era il periodo di «mucca pazza», la temibile malattia che ha fatto allarmare l'intera Europa nella metà degli
Anni 90 e che ha portato al
temporaneo bando della carne con l'osso.
Oggi, nonostante sia trascorso un ventennio, di questa patologia si sa ancora poco. Ora, però, uno studio Telethon pubblicato sulle pagine della prestigiosa rivista
«Neuron», coordinato da Roberto Chiesa dell'Istituto di
Ricerche Farmacologiche
Mario Negri di Milano in col-
Sanità nazionale
laborazione con l'Università
di Milano e la University College di Londra, ha identificato
per la prima volta uno dei possibili meccanismi alla base dello sviluppo di questo morbo.
Quando si parla di «mucca
pazza», in realtà, ci si riferisce
all'encefalopatia spongiforme
bovina, una patologia caratterizzata dalla presenza dei
prioni, vale a dire di forme alterate della proteina prionica
cellulare, la cui funzione fisiologica non è ancora del tutto
chiara. Per una serie di svariati motivi, tuttavia, può accadere che- questa proteina subisca delle modificazioni strutturali che la trasformano, facendola diventare tossica. E
non soltanto.
La forma anomala della
proteina stessa è in grado di influenzare la proteina corretta,
modificandone la struttura e
rendendola quindi pericolosa.
Questo meccanismo di infezione è responsabile della varian-
te del morbo di CreutzfeldtJakob, vale a dire la malattia
che colpisce l'uomo e che è legata al consumo di carne bovina infetta.
Le malattie da prioni nell'
uomo possono però insorgere
anche in modo sporadico, cioè
senza una causa identificata, o
a causa di mutazioni genetiche che inducono la proteina
prionica ad assumere spontaneamente la conformazione
tossica. Circa il 15% dei casi di
morbo di Creutzfeldt-Jakob e
altre due malattie - l'insonnia
fatale familiare e la sindrome
Gerstmann-Sträusslerdi
Scheinker - sono infatti associate a mutazioni nel gene della proteina prionica localizzato sul cromosoma 20.
Nonostante queste patologie siano note da più di 30 anni, non era ancora ben chiaro
cosa accadesse a livello cellulare. «Ecco perché per indagare
in maniera più approfondita il
meccanismo tossico dei prioni
- spiega Chiesa - abbiamo deciso di utilizzare un modello animale della malattia di Creutzfeldt-Jakob di origine genetica che riproduce in modo fedele l'andamento della patologia:
apparentemente sano alla nascita, il topo sviluppa con il
tempo problemi nella coordi-
RUOLO: È DIRETTORE DEL«PRION
NEUROBIOLOGY LAB» DELL'ISTITUTO
DI RICERCHE FARMACOLOGICHE
MARIO NEGRI DI MILANO
ILSITO : WWW.MARIONEGRI.IT/
M N/EN/I N D EX.HTM L
nazione dei movimenti e dell'
equilibrio e successivamente
altri deficit neurologici. Studiare queste forme genetiche
è la strada migliore per cercare di capire come le alterazioni strutturali della proteina
prionica si traducano in un ve-
Pagina 60
ro e proprio segnale tossico
perilcervello».
Lo studio del gruppo milanese ha analizzato ciò che accade a livello del cervelletto,
un'area fondamentale nel controllo é nella coordinazione dei
movimenti. «In particolare continua Chiesa - abbiamo visto che in corrispondenza dei
primi deficit motori si ha un'alterazione nel rilascio di un
messaggero chimico cerebrale, il neurotrasmettitore glutammato. Quel che ancora non
conoscevamo era il meccanismo con cui ciò avveniva». Attraverso indagini più approfondite il gruppo di ricerca di
Chiesa ha quindi-scoperto che
la proteina prionica alterata,
accumulandosi all'interno dei
neuroni, è in grado di ostacolare il trasporto sulla superficie
della cellula di un'altra proteina fondamentale per il rilascio
del glutammato, un canale che
permette l'ingresso dello ione
calcio nel neurone. Il risultato
è un deficit nel funzionamento
del cervelletto: un vero e proprio problema di «traffico», capace di mandare in tilt i meccanismi che controllano la neurotrasmissione e, con il tempo, far degenerare il neurone,
conducendolo fino alla morte.
«Questo problema di trasporto sulla superficie cellulare, con la conseguente alterazione nel rilascio dei neurotrasmettitori, è un meccanismo
patologico del tutto nuovo che
potrebbe essere alla base della
disfunzione dei neuroni anche
in altre.malattie neurodegeneL m P '11 G O5 P1U ï'ü"d£fi
«Si apre uno spiraglio
su molte malattie
neurodegenerative»
rative, nelle quali si osserva
un accumulo di proteine alterate all'interno della cellula.
Essendo un evento precoce e
probabilmente reversibile, è
potenzialmente interessante
in chiave terapeutica - sottolinea Chiesa -. Ripristinare il
corretto trasporto della proteina potrebbe infatti rivelarsi il
punto fondamentale per evitare la degenerazione dei neuroni». La strada è aperta per
nuove ricerche.
Sanità nazionale
Pagina 61
"Stiamo esplorando i segreti
a Droteina multiforme "
Gioca un ruolo nei ritmi circadiani, oltre che nelle risposte allo stress
Simom REGINA
Stanley Prusiner la ricerca sui prioni ha fruttato il Nobel per la Medicina nel 1997. È stato il neurologo statunitense a coniare il termine «prion» - acronimo di proteinaceus infectious particle per indicare gli agenti infettivi
responsabili delle encefaliti
spongiformi trasmissibili. Malattie neurodegenerative fatali
che si ritiene siano provocate
da uno sviluppo anomalo della
proteina prionica: come il morbo della mucca pazza e la sua
variante umana, la malattia di
Creutzfeldt-Jakob.
«A differenza di virus e batteri i prioni non possiedono acidi nucleici, Dna e Rna: la struttura è costituita da una singola
molecola contenente circa 200
aminoacidi, la Prion-related
Protein o PrP, che si trova normalmente nelle cellule, in particolare in quelle cerebrali», spiega il neurobiologo Giuseppe Legname, che studia la relazione
tra caratteristiche strutturali
e infettività. Quarantanovenne, lavora in Italia dal 2007: alla Sissa di Trieste dirige il
«Prion Biology Laboratory».
Una carriera, la sua, costruita
trascorrendo lunghi periodi al-
Sanità nazionale
I prioni sono diventati tristemente famosi al tempo dell'emergenza della «mucca pazza»
Topi paralizzati sono torr
nati a camminare grazie a
una tecnica di riabilitazione
messa a punto al Politecnico
di Losanna : prima vengono
«risvegliati» i neuroni con
una stimolazione elettro-chimica e poi segue la riabilitazione vera e propria , con l'ausilio di un 'imbragatura guidata da un sistema robotizzato.
l'estero. «Per tre anni sono sta=
to a Londra, al Medical Research Council. Poi in California,
all'Institute for Neurodegenerative Diseases». Proprio a
San Francisco ha lavorato con
Stanely Prusiner. «Stan, già
nel 1982, aveva ipotizzato che
l'encefalopatia
spongiforme
fosse causata dalla proteina
prionica. Nel 2004 abbiamo
pubblicato su "Science" i risultati di una ricerca, dimostrando che i prioni sono proteine infettive che aggrediscono il si-
sterna nervoso, causando la
morte dei neuroni con effetti
devastanti sull'organismo».
Professore, in che modo questo avviene?
«Le malattie prioniche sono dovute a un'alterazione della forma della proteina prionica che,
quando si trasforma nella forma patogena - il prione -, acquisisce la capacità di replicarsi e
così, con effetto domino, si accumula nel cervello e determina la distruzione delle cellule
cerebrali. E il cervello, alla fine,
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assume l'aspetto di una spugna».
Parliamo di malattie al momento ancora incurabili. Che
cosa le contraddistingue?
«Esistono diverse malattie
prioniche, anche se sono rare:
colpiscono, in media, 1 o 2 persone per milione di abitante.
Sono debilitanti e hanno un'
evoluzione rapida: possono
causare la morte dopo pochi
mesi dalla comparsa dei sintomi. Sono associate a difficoltà a
Intanto si accumulano nuove
scoperte, giusto?
«Sì. Mentre i colleghi dell'Istituto Mario Negri di Milano
hanno riscontrato che la proteina prionica alterata, accumulandosi nel neurone, ostacola il
trasporto sulla superficie della
cellula di un'altra 'proteina
coinvolta nel regolare il rilascio dei neurotrasmettitori, di
particolare rilievo è un altro
studio, pubblicato su "Nature"
da una ricercatrice italiana,
Giovanna Mallucci, del Medical Research Council di Leicester: ha individuato uno dei
meccanismi alla base della neurodegenerazione causata dall'
accumulo di prioni nel cervello.
C'è poi uno studio giapponese
dell'Istituto Riken che riguarda i prioni delle cellule del lievito: suggerisce che, oltre al loro
ben noto ruolo nel causare le
malattie, alcuni prioni possono
aiutare gli organismi a rispondere allo stress ambientale. In-
livello motorio e
somma è una dimostrazione del
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dell'organismo,
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lo, non generano
scontra una predisposizione genetica: la malat- situazioni aberranti».
tia dipende da specifiche mutaLei studia anche la funzione
zioni di un gene localizzato sul
fisiologica della proteina
cromosoma 20. Inoltre, seppur
prionica . Con quali risultati?
la probabilità sia bassa, è stata «Abbiamo scoperto che gioca
documentata anche la trasmis- un ruolo fondamentale nello
sione del contagio da un indivi- sviluppo neuronale e nel funzioduo all'altro, per esempio attra- namento del sistema talamoverso strumenti chirurgici non limbico, regione del cervello
decontaminati. Oggi non esiste che regola le funzioni ormonali
una cura, ma modulare la pre- ed endocrine, i ritmi circadiasenza della proteina prionica ni, così come le risposte a
potrebbe essere importante stress, paura e pericolo. È una
-per il trattamento di queste proteina, insomma, che tiene
malattie».
desta l'attenzione».
L
Sanità nazionale
l
Pagina 63
All'italiano Andrea Necchi
il premio degli oncologi Usa
Quando si parla di ricerca scientifica in Italia
si tende a sottolineare lo scarso investimento di
denaro pubblico e là conseguentefuga di cervelli. Eppure, nonostante questa crisi ormai cronica, esistono centri dove la ricerca continua a essere di alto livello. E non di rado primeggia a livello internazionale. Quest'anno, grazie ad uno-studio realizzato all'Istituto Nazionale Tumori di Milano, Andrea Necchi ha ricevuto il premio «Conquer Cancer Foundation of Asco Merit Award».
il riconoscimento è stato assegnato dalla Società Americana di Oncologia Clinica in occasione
dei congresso che si è svolto a Chicago, dal 4 all'8 giugno scorsi.
A Necchi va il merito di aver dimostrato l'efficacia di una molecola (chiamata pazopanib) nel
trattamento del cancro alla vescica. Lo studio italiano rappresenta il classico esempio di medicina personalizzata ed è considerato molto importante, perché allo stato attuale non esistono molte strategie terapeutiche per contrastare questa
malattia. li farmaco in questione è in grado di inibire la formazione dei vasi sanguigni che aiutano il tumore a crescere. Tutto nasce dal fatto che
il team di ricerca si è accorto che, andando a valutare i livelli di una molecola prodotta dal sistema
immunitario, vale a dire l'interleuchina 8, era
possibile predire l'efficacia dei farmaco. Un'indicazionéfondamentale, quindi, per poter orientare
al meglio le cure..
Ma dal grande congresso di Chicago, sempre grazie al contributo italiano, sono giunte anche buone notizie a proposito del trattamento del melanoma e del cancro al polmone. Nel primo caso grazie
all'immunoterapia con la molecola ipilimumab si è
riusciti ad attivare con successo il sistema immunitario, dirigendolo contro le cellule tumorali. Per il
secondo, invece, grazie ad una nuova strategia di
somministrazione della molecola pemetrexed, è
stato possibile aumentare in maniera sorprendente l'aspettativa di vita media, riducendo del 22% il
rischio di mortalità.
Si tratta di un significativo passo avanti con un
[D. BAN.i
grande contributo italiano.
Sanità nazionale
Andrea Necchi lavora all'istituto
Nazionale Tumori di Milano
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Quando.il papà è «vecchietto»
i figli vivranno più a lungo
VALENTINA ARcov[o
Eun errore pensare che i papà un po' avanti con l'età abbiamo
più probabilità di concepire figli con gravi problemi di salute. Uno
studio della Northwestern University, presentato al meeting
dell'«American Association of Physical Anthropologists », ha dimostrato invece che gli uomini anziani non tramandano ai propri figli
informazioni genetiche sbagliate, responsabili di malattie come
l'autismo e la schizofrenia . Anzi, i ricercatori sono convinti che
avere un papà avanti con l'età significa anche avere più probabilità di godere di una vita lunga . Come riporta la rivista «Science», avere papà e nonni mediamente più anziani permette di
ereditare telomeri più lunghi . 1 telomeri sono le estremità termi-
Sanità nazionale
nati che proteggono i cromosomi durante il processo d'invecchiamento. Queste «clessidre cellulari » si accorciano con il passare degli anni, portandoci inevitabilmente a invecchiare . Studi recenti
hanno individuato un legame tra i centenari e una versione «iperattiva» della telomerasi, l'enzima che mantiene lunghi proprio i telomeri. E adesso il nuovo studio americano ha osservato che più il papà e il nonno sono avanti con l'età , al momento del concepimento,
più l'attività della telomerasi è elevata nei testicoli . In pratica, gli
spermatozoi degli uomini più anzian!hanno telomeri più lunghi. I
ricercatori hanno poi scoperto che, per ogni decade in più dei papà
al momento del concepimento , i telomeri dei figli oppure delle figlie si allungherebbero del 4%. L'effetto risulterebbe ancora più
amplificato nel caso in cui la paternità tardiva si protrae da più generazioni . Più tardi il nonno ha concepito il figlio - conferma Dan Eisenberg, autore dello studiò - e più i nipoti possono contare su una
maggiore lunghezza dei telomeri.
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Dal cacao agli Omega 3
non facciamoci mancare
i cibi del buonumore
Dottor Ongaro , in quale modo il buonumore passa anche
Sanità nazionale
Mentre un bel cesto di frutta
e verdura mette già allegria
soltanto a guardarlo.
«Frutta e verdura sono essenziali per tamponare lo stress ossidativo causato dai radicali liberi. La regola è affidarsi alla
varietà e alla stagionalità prevista dalla natura... che sa perfettamente come garantire il nostro benessere».
CL AUDIA FERRERO
eniamo alto il mora1 le. A tavola. Per una
volta pensiamo al cibo come un aiuto
per stare bene soprattutto con l'umore.
La bella notizia è che si può
fare molto per il benessere del
nostro sistema nervoso, a cominciare da quello che scegliamo di mettere nel carrello della spesa. E, se ci fermiamo a
pensare che mangiamo e «filtriamo» 50 tonnellate di cibo in
una vita intera, meglio scegliere con cura. «Non c'è cellula
che non venga interessata da
ciò che mangiamo, il cibo non
ci dà solamente energia, ma èfonte di informazioni preziose
per il funzionamento delle cellule stesse - spiega il dottor Filippo Ongaro, vice-presidente
dei Medici italiani antiaging e
divulgatore scientifico -. Questo semplice dato di fatto ha
aperto orizzonti terapeutici affascinanti e nuovi».
Carote ricche di betacarotene o pere cariche di potassio
sono anti-depressivi naturali,
che aiutano a ripartire con allegria. È un esempio di come nel
campo della prevenzione si
possa fare molto per se stessi,
«a patto di cambiare le abitudini alimentari e diventare più
consapevoli di quello che mettiamo nel piatto».
biamo assicurarci sempre un
apporto di acidi grassi Omega
3. Sono componenti importanti
della membrana cellulare, la
stabilizzano e facilitano anche
la comunicazione tra i neuroni.
Si trovano in particolare nel pesce azzurro: sgombri, sardine,
acciughe. Nella frutta secca,
per esempio nelle noci. Ma anche nell'olio di lino».
Le banane, ricche di magnesio, meritano un'attenzione
particolare?
A 11
r
Gli Omega 3 sono componenti importanti della membrana cellulare
attraverso il cibo?
«E possibile per due semplici
ragioni: la prima è che il sistema gastrointestinale funziona
come un secondo cervello, essendo ricchissimo di tessuto
nervoso. Non a caso è sempre
stato visto come una sede delle
emozioni. È un sistema bidirezionale, ovvero c'è comunicazione tra intestino e cervello, così
come il secondo condiziona il
primo. L'altra ragione è che determinati alimenti agiscono come precursori dei neurotrasmettitori responsabili del sentirsi bene».
Cominciamo a suggerire dei
«magnifici alimenti» preziosi
per la salute del nostro umore quotidiano.
«Parto dallo zucchero, ma per
dire quanto è nocivo: va limita-
to, perché ha un impatto negativo anche sul sistema nervoso.
Gli zuccheri in eccesso provocano, infatti, sbalzi alla glicemia
con effetti sull'umore che vanno dall'irritabilità alla stanchezza generale. Lo si vede molto
bene nei comportamenti di cer-.
ti bambini».
Ovvero?
«È il caso, per esempio, di
quando i piccoli passano da fasi di iperattività a crisi improvvise di pianto, se non vengono
alimentati correttamente. Occorre stabilizzare la glicemia e
per fare questo bisogna introdurre nella dieta i cereali integrali. Non pòssono mai mancare a tavola».
Proseguiamo con un secon- do consiglio.
«Per i loro grandi benefici dob-
RUOLO : È VICE-PRESIDENTE DEI MEDICI
ITALIANI ANTIAGING
I LIBRI: «MANGIACHE DIMAGRISCI»
E «MANGIA CH E Ti PASSA»
PIEMME
ILSITO : WWW.FILIPPO-ONGARO.IT
«Diciamo che hanno un effetto
calmante, funzionano come
una coccola».
Questo vale anche anche per
il cacao...
«È un antiossidante che ha un
buon effetto sull'umore: contiene feniletilamina, stimola serotonina dall'effetto calmante e
dopamina».
Continuiamo sulla via del
buonumore.
«Possono valere alcune strategie nutrizionali. Le proteine, ad
esempio, è meglio mangiarle
nella prima parte della giornata, poiché favoriscono la produzione di catecolamine e, quindi,
attivano il sistema nervoso centrale. Alcuni carboidrati - sempre integrali, beninteso - contengono "invece triptofano, e
predispongono alla calma».
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Interrogatorio
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Nel miri o i rapporti del faccendiere con il Pirellone
dl CLAUDIA GUASCO
MILANO - Sei ore davanti ai
pubblici ministeri che indagano sui 70 milioni di curo distratti dalla fondazione Maugeri, polo d'eccellenza della sanità privata lombarda. E alla
fine il verbale fiume di Pierangelo Daccò, l'uomo d'affari il
cui compito era «risolvere problemi» per le pratiche incagliate al Pirellone, è stato secretalo. «Interrogatorio importante, ma non decisivo. Ci sono
ancora dei punti in sospeso e
Daccò verrà risentito», è quanto trapela dalla procura.
Al manager, finanziatore
delle vacanze esotiche del governatore Roberto Formigoni,
è stato chiesto conto dei suoi
rapporti con i personaggi di
vertice dell'amministrazione
lombarda e delle sue entrature
presso la Regione. E soprattutto di quelle «utilità» che potrebbe aver versato afunzionari pubblici per «appianare o
ottenere l'esito favorevole dell'iter burocratico avviato in
varie istituzioni territoriali».
Molti gli elementi inediti messi sul tavolo dai magistrati. a
cominciare dai movimenti sulle carte di credito estere di
Daccò che gli investigatori della polizia giudiziaria hanno
analizzato in questi giorni. E
poi ci sono le novità emerse
dagli ultimi interrogatori, come quello dell'ex dirigente del
Pirellone Alessandra Massei
(indagata) che, stando all'inchiesta. sarebbe stata uno dei
referenti di Daccò in Regione
dato che si interessava anche
degli accreditamenti delle
strutture sanitarie regionali. Fino a un mese fa le carte depositate definivano i passaggi di
denaro dalla fondazione Maugeri a Daccò e ad Antonio
Simone, esponente di spicco
di CI ed ex assessore alla Sani-
Sanità nazionale
tà, ma sugli agganci di Daccò
al Pirellone e sulle sue reali
possibilità di condizionare a
suo favore una pratica le testimonianze erano vaghe e generiche. Nel frattempo l'inchiesta è andata avanti e le deposizioni successive hanno aperto
uno squarcio sull'effettivo raggio d'azione di Daccò in Regione. Nel parere negativo con cui
i pm Laura Pedio e Antonio
Pastore negano la scarcerazione del direttore generale della
Maugeri. Costantino Passerino. fanno riferimento a «pagamenti riservati dalla Fondazione Maugeri anche a favore di
esponenti politici o loro famigliari». Gli interrogatori. premettono i pm, «evidenziano il
ruolo centrale di Passerino
non solo nella gestione della
fondazione, ma anche di tutta
la struttura illecitaorganizzata per consentire alla
Fondazione
di trasferire
ingenti somme di denaro
non solo a
Dacc> e Simone, ma anche
a tutti coloro
che, politici o funzionari pubblici o intermediari, hanno negli anni illecitamente agevolato l'attività della Fondazione
in diverse iniziative e in varie
località». EderaDaccò, specificano i magistrati, «che prendeva gli accordi, definiva gli importi ele modalità dipagamento. e teneva i rapporti con i
funzionari regionali». Fino a
ieri l'uomo d'affari si è limitato a ribattere: «Non ho dato
mai denaro a nessuno, se non
purtroppo a una persona che
non c'è più». Questa volta, a
quanto filtra dalla procura.
pur con un'iniziale resistenza
è stato più prodigo di informazioni. Ma ancora non basta a
ricostruire il quadro. tant'è
che i magistrati lo risentiranno
presto. Nel frattempo Formigoni fa sapere di «non aver
mai favorito in alcun modo
Piero Daccò o qualsivoglia persona nell'esercizio delle sue
funzioni di presidente della
Regione. Non un euro di deva
ro pubblico è stato malversato
o usato in maniera illegale».
C RIPRODUZIONE RISERVATA
Formigoni
«.Mai favorito nessuno
e neanche un euro
speso iilegalrnente»
Pagina 67
OLTRE 50 MILIONI PER LANCIARE SMARTVIEW, IL NUOVO SISTEMA DI MONITORAGGIO DEI PAZIENTI
Via all a partn ership SorinOrange
Con questo progetto ad alta tecnologia la divisione del gruppo
italiano conta dì aumentare il giro d'affari annuo del10-15%
Rafforzandosi soprattutto in Europa, Nord America e Giappone
DI ANDREA MONTANARI
p
assa per l'alleanza internazionale con Orange lo sviluppo di Sorin. Il gruppo
italiano attivo nel settore
dei dispositivi medicali e di trattamento delle malattie cardiovascolari presieduto da Rosario
Bifulco , secondo quanto appreso presso fonti finanziarie da
MF-Milano Finanza, è pronta
a lanciare inizialmente sui mercati europei e poi in Nord America il sistema di monitoraggio
a distanza Smartview realizzato in partnership con Orange
Business Solution. Il prodotto
consentirà agli operatori sanitari di accedere ai dati rilevanti
sullo stato di salute dei pazienti provenienti dai defibrillatori
(o altri dispositivi dedicati alla
gestione del ritmo cardiaco). Ciò
consentirà il controllo a distanza
dello stato di salute del paziente
«senza che quest ' ultimo si debba
per forza presentare in ospedale
o in un ' altra struttura sanitaria»
afferma Stefano Di Lullo, a ca-
Sanità nazionale
po della divisione Cardic Rithm
Management (i dispositivi per la
gestione delle patologie cardiovascolari) di Sorin. «E la prima
volta», continua Di Lullo, «che
definiamo una partnership con
un gruppo come Orange, che abbiamo individuato per la cultura
industriale più vicina alla nostra
rispetto a quella di altri player»,
come per esempio At&t.
Il progetto Smartview, per il qua-
le le due aziende hanno investito
complessivamente più di 50 milioni, sarà inizialmente distribuito
sui mercati di «Inghilterra, Francia, Spagna, Italia, Germania e
Olanda», specifica il manager
di Sorin. «Mentre in autunno lo
lanceremo in Canada e negli Stati
Uniti. Poi copriremo gli altri mercati europei». Dal punto di vista
industriale , la società italiana ritiene che l'introduzione del nuovo sistema di monitoraggio possa
garantire «una crescita a doppia
cifra, nell'ordine del 10-15%, dei
ricavi della divisione». Questa su
base annua ha fatturato 270 milioni, un terzo del giro d'affari consolidato di Sorin (743.4 milioni a
fine 2011). «Con questo prodotto
e con il sensore SonR che abbiamo lanciato lo scorso ottobre
contiamo di aumentare la nostra
presenza e la quota di mercato in
Europa, Usa, Canada e, dall'anno
prossimo, in Giappone ». (riproduzione riservata)
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