13 Giugno 2012 - Azienda Usl 11
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13 Giugno 2012 - Azienda Usl 11
Rassegna di Mercoledì 13 Giugno 2012 Asl 11 Pagina 1 Asl 11 Pagina 2 Asl 11 Pagina 3 LLL I con successo due di organi i DUE multiespianti di organi e tessuti sono stati effettuati nel giro di poche ore all'ospedale "San Giuseppe" di Empoli. Il più recente si è verificato nella notte fra lunedì e martedì ed ha coinvolto una donna olandese di 71 anni in vacanza con il marito in un agriturismo della zona. La donna è deceduta all'improvviso a causa di un'emorragia cerebrale e ha donato il fegato, i reni, il tessuto cutaneo e le cornee. I familiari della donatrice, seppur afflitti dal dolore per la grave e inaspettata perdita, hanno acconsentito all'espianto, dando prova di un grande amore per il prossimo. Il multiespianto ha richiesto l'intervento di tre diverse équipe mediche: di Pisa per l'espianto del fegato e dei reni, di Siena per il tessuto cutaneo, mentre per l'espianto delle cornee è intervenuta l'équipe medica di Empoli. A COMPIERE il secondo gesto di grande generosità, nella notte tra sabato e domenica, è stato un uomo di 85 anni, residente a Fucecchio, anch'egli deceduto per emorragia cerebrale. Anche in questo caso i familiari dell'uomo hanno acconsentito alla donazione degli organi, contribuendo con altruismo a salvare vite umane. L'85enne ha donato il fegato e i reni, per il cui espianto sono intervenute due équipe mediche di Pisa e di Firenze. In entrambi i casi, gli interventi complessivi sono stati sostenuti dal personale medico ed infermieristico del "San Giuseppe". Asl 11 Pagina 4 smo, donati gli org Muore in Multiespianto anche per un anziano di Fucecchio, intervenute al S. Giuseppe tre equipe mediche 1 EMPOLI Due multiespianto di organi e tessuti sono stati effettuati nel giro di poche ore all'ospedale San Giuseppe di Empoli. Il più recente si è verificato l'altra notte ed ha coinvolto una donna olandese di 71 anni in vacanza con il marito in un agriturismo della zona. La donna è deceduta all'improvviso a causa di un'emorragia cere- brale e ha donato il fegato, i reni, il tessuto cutaneo e le cornee. I familiari della donatrice, seppur afflitti dal dolore per la grave e inaspettata perdita, hanno acconsentito all'espianto, dando prova di un grande amore per il prossimo. Il multi espianto ha richiesto l'intervento di tre diverse équipe mediche: di Pisa per l'espianto del fegato e dei reni, di Siena per il tessuto cutaneo, mentre per l'espianto delle cornee è intervenuta l'équipe medica di Empoli. A compiere il secondo gesto di grande generosità, nella notte tra sabato e domenica scorsi, è stato un uomo di 85 anni, residente a Fucecchio, anch' egli deceduto per emorragia cerebrale. Anche in questo caso i familiari dell'uomo hanno acconsentito alla donazione degli organi, contribuendo con altruismo a salvare vite umane. L'ottantacinquenne ha donato il fegato e i reni, per il cui espianto sono intervenute due équipe mediche rispetti vamente di Pisa e di Firenze. In entrambi i casi, gli interventi complessivi sono stati sostenuti dal personale medico, infermieristico e di supporto della rianimazione e della sala operatoria del San Giuseppe, nonché dai professionisti del coordinamento donazione organi e tessuti dell'Asl 11. La donazione di organi, spiega l'Asl, è un gesto di grande solidarietà che può ridare speranza di vita a pazienti affetti da gravi patologie. Si può essere donatore, sia di organi sia di tessuti, se in vita si è espressa tale volontà oppure, in caso di mancanza di assenso, se la famiglia non si oppone al prelievo degli organi. Non esistono limiti di età per essere donatore. Le cornee e i tessuti, ossei e cutanei, possono essere donati entro il 75esimo anno di età. Le associazioni Aido (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule), Aned(Associazione nazionale emodializzati), Vite (Volontariato italiano trapiantati epatici) svolgono un importante compito di informazione e sensibilizzazione sul problema donazione e trapianto. Insieme, aggiunge l'Asl, operano per la diffusione di una cultura della donazione. II San Giuseppe AduepassidalPuspuale ,pacc Asl 11 uacama Pagina 5 Asl 11 Pagina 6 Asl 11 Pagina 7 N /.i ui'oj.%%? ,láí%t,G i i g,i i d i ;;, mjG o15 rnpo %"7,$,r°Ìl"/„%•. 5 ' e ."<?LSCnít 3Í U.i';el Cf 4; 7%.ii;1J:_. !."%fï'sJ ff. Li's q'f?.;!3 Asl 11 Pagina 8 La cerimonia di ieri ;,í 's'A Parenti 9 e- Un de tí%° ri Ì graz í e a¡ dono deL Ì - SANTA CROCE - GRAZIE alla sinergia tra istituzioni pubbliche e associazioni del territorio (in questo caso il Lions Club di San Miniato) da ieri il PalaParenti di Santa Croce, struttura sportiva che tutto l'anno ospita gare con migliaia di persone presenti, è dotato di un defibrillatore. La consegna ieri mattina alla presenza di Marco Nuti, presidente Lions e alcuni soci del club, del sindaco Ciaponi, degli assessori Conservi e Valiani, delle società sportive, delle associazioni (Misericordia e Pubblica Assistenza) e dei carabinieri. Il sindaco ha reso noto che il Comune ha messo in programma l'acquisto di una decina di defibrillatori da installare in scuola e impianti sportivi. Il 118 e il servizio di emergenza-urgenza dell'Asl 11, direttore dal dottor Alessio Lubrani, formeranno gli addetti all'uso degli apparecchi. Il dottor Marco Pro, ingegnere biomedico, ha effettuato una dimostrazione pratica simulata del defibrillatore. Asl 11 Pagina 9 Apparecchio salvavita al PalaParenti II Lions Club di San Miniato ha donato un defibrillatore del valore di 1.500 euro alla struttura sportiva santacrocese di Nicolò Colombini 1 SANTA CROCE Da ieri gli utenti del PalaParenti hanno una sicurezza in più. Un defibrillatore semiautomatico è stato infatti donato dal Lions Club di San Miniato alla struttura santacrocese, e proprio ieri mattina nell'ambito della cerimonia di presentazione del nuovo prezioso strumento salvavita, le istituzioni e le associazioni sportive locali non hanno voluto perdere l'occasione per ringraziare lo storico club. «Si tratta di uno strumento dotato di una tecnologia molto avanzata - spiega Marco Nuti, presidente della sezione sanminiatese dei Lions - che naturalmente ci auguriamo non debba mai essere utilizzato. Proprio come quello donato al palazzetto di Castelfranco pochi giorni fa, anche questo sarà a disposizione di atleti, spettatori e utenti in generale in ogni momento, e darà la possibilità al personale sanitario presente di offrire un primo e spesso decisivo soccorso in situazioni di arresto cardiaco». Il defibrillatore in questione verrà conservato all'interno della struttura, opportunamente segnalato, all'interno di una teca con chiusura di sicurezza. Per utilizzarlo sarà necessario seguire un corso di pronto soc- Un momento della dimostrazione di ieri mattina al Palaparenti corso di base, ma in caso di emergenza è in grado di guidare automaticamente il soccorri tore con istruzioni e raccomandazioni registrate. «Centinaia di persone - ha spiegato il sindaco Osvaldo Ciaponi, intervenuto insieme agli assessori Conservi eValiani - quotidianamente frequentano questo palazzetto e siamo felici che il li ons abbia scelto questo posto per installare un dispositivo tanto importante per la salute e la sicurezza dei cittadini. Il nostro impegno, nei mesi a venire, è quello di dotare ogni impianto sportivo e ogni istituto scolastico del comune di strumenti simili, in modo da ri- spondere al bisogno di fiducia e sicurezza che gli stessi cittadini ci chiedono». Il costo del defibrillatore si aggira intorno ai 1.500 euro e grazie alla collaborazione del dottor Francesco Prò e di un volontario i presenti alla cerimonia hanno potuto assistere a una dimostrazione pratica del suo utilizzo. Compatto, trasportabile e senza fili, è dotato di una batteria garantita per cinque anni ed è utilizzabile anche in più occasioni consecutive. «Fondamentale - spiega Prò - è la rapidità di intervento, dato che ogni minuto che passa dal primo arresto le possibilità di perdere il paziente aumentan o del 10%. Per prima cosa, comunque, è necessario ricordarsi di contattare il 118, mantenendo la calma, riferendo la situazione e seguendo i consigli degli operatori». Presenti all'incontro anche i vertici delle società più presenti all'interno del PalaParenti, ossia la Ngm e l'ormai ex Biancoforno. .,l PAW,«„t, La consegna del defibrillatore semiautomatico Asl 11 Pagina 10 Asl 11 Pagina 11 CERTALDO a alla p iscina H C ® CERTALDO Riparte l'attività all'aperto dellla piscina Fiammetta: un' olimpionica nel verde che rimarrà aperta tutti i giorni ma con nuovi orari al pubblico. Non solo nuoto libero, anzi. La piscina Fiamme [la di Certaldo apre di nuovo lo spazio esterno estivo, in mezzo al verde, con la bellissima vasca olimpionica e propone, anche in estate, a fianco del nuoto libero aperto tutti i giorni, tanti corsi di nuoto e di attività fisica in acqua. 1 corsi di nuoto anzitutto: sono stati attivati per ogni tipo di età: per bambini, giova- ni, adulti, master, sia di avviamento al nuoto che di perfezionamento. E poi ci sono anche alcune novità; dall'ormai classico Acquafitness, al più nuovo Acqua spinning, alla ginnastica dolce articolare. La piscina Fiammetta infatti è centro riconosciuto dell'Asl 11 per l'Afa, i corsi di ginnastica adattata che vengono svolti nel territorio della nostra azienda sanitaria. Si possono frequentare anche corsi per l'antalgica, fino all'intrigante Acquaemotion. Questi invece gli orari programmati per il nuoto libero: lunedì dalle 12 fino alle 19, martedì dalle 10 fino alle 21 (per agosto la chiusura sarà alle 20) e vasche interne dalle 12 fino alle 15, mercoledì dalle 10 fino alle 21 (agosto chiusura alle 19), giovedì dalle 10 fino alle 21 (agosto chiusura alle 20) e vasche interne dalle 12 fino alle 15, venerdì dalle 10 fino alle 19, sabato dalle 10 fino alle 19, domenica 09,30 19, 00. La piscina, sia esterna che interna, è collegata al bar ristorante Cirivò che offre un sei-vizio completo a tutte le ore del giorno. Per informazioni ci si può rivolgere al numero di telefono 0571650995. La piscina Fiammetta negati ,m sezione in più 49 tiamlini,. rsiln Asl 11 Pagina 12 AD ESION E ALLA CAM PAGNA 1 8 ANN I... I N COMU N E!» PROMOSSA ALL'A CI 1 • i Maggiore sub to c ad n la battaglia delle famiglie immigrate ï -CERTAL ANC E Certaldo ha aderito alla campagna "18 anni... in comune!" promossa dall'Associazione Nazionale Comuni Italiani, Save the Children Italia e Rete G2 - Seconde Generazioni, per promuovere la possibilità per i giovani stranieri nati e cresciuti in Italia di acquisire facilmente la cittadinanza una volta compiuti i diciotto anni. La legge sulla cittadinanza (legge 5 febbraio del 1992 n 91) attualmente in vigore segue il Oli stranieri nati in Italia e con 18 anni nel 2012 o '13 si rivolgano allo Stato civile principio di trasmissione per «ius sanguinis», ossia da genitori a figli, pertanto i giovani che sono nati e cresciuti in Italia e che hanno entrambi i genitori stranieri, anche se non hanno il diritto alla cittadinanza per nascita, possono ugualmente ottenerla. L'ARTICOLO 4 della legge stabilisce infatti che gli stranieri nati in Italia, che vi abbiano risieduto legalmente senza interruzioni fino alla maggiore età, possono diventare cittadini italiani con semplice dichiarazione di volontà da rendere ufficiale di stato civile entro un anno dal compimento della maggiore età. «Il nostro Comune ha aderito a questa iniziativa invitando i giovani di nazionalità straniera na- Servizi sociali '1 i ti e vissuti a Certaldo ad un'iniziativa alla quale oggi sono presenti alcuni giovani e diversi genitori - ha spiegato l'assessore Francesco Dei - a loro abbiamo dato del materiale informativo in merito, perché la maggior parte di loro non è informata sulla possibilità di ottenere la cittadinanza italiana e sull'impatto che questa può significare in termini lavorativi e di diritti civili. Diventare cittadini italiani significa godere di alcuni importanti diritti: tra questi essere iscritto alle liste elettorali e votare, muoversi liberamente all'interno dei Paesi della Comunità europea, accedere ai concorsi pubblici e agli ordini professionali». ï n i IL PROGETTO "18 anni... in comune!" riguarda tutti gli stranieri nati in Italia che compiono 18 anni nel 2012 e nel 2013. Per fare domanda di cittadinanza è necessario rivolgersi presso l'Ufficio di Stato Civile del Comune con un documento d'identità valido, atto di nascita, certificato di residenza, qualsiasi documentazione ufficiale (certificati di frequenza scolastica, certificati du vaccinazione) utile a dimostrare la permanenza in Italia senza interruzioni di residenza legale. Una volta accertata l'idoneità si dovrà versare un contributo di 200 euro sul c.c 809020 intestato al Ministero dell'Interno per la conclusione delle pratiche. Andrea Ciappi DIRE TT I Due giovani certaldesi che tra poco compiranno diciotto anni e potranno così diventare cittadini itiùiani a tutti gli effetti Pagina 13 «Giov chiedete la citta dinanza» Invito del Comune di Certaldo ai neomaggiorenni che sono figli di stranieri Anche Certaldo ha aderito alla campagna "18 anni... in comune!" promossa da Associazione nazionale comuni italiani, Save the Children Italia e Rete G2 - seconde generazioni, per promuovere la possibilità per i giovani stranieri nati e cresciuti in Italia di acquisire in Italia e che hanno entrambi i genitori stranieri, anche se non hanno il diritto alla cittadinanza per nascita, possono ugualmente ottenerla. L'articolo 4 della legge stabilisce infatti che gli stranieri nati in Italia, che vi abbiano risieduto legalmente senza interruzioni fino alla maggiore età, possono diventare cittadini italiani con facilmente la cittadinanza una volta compiuti i diciotto anni. La legge sulla cittadinanza (legge 5 febbraio del 1992 n 91) attualmente in vigore segue il principio di trasmissione per ius sanguinis, ossia da genitori a figli, pertanto i giovani che sono nati e cresciuti semplice dichiarazione di volontà da rendere ufficiale di stato civile entro un anno dal compimento della maggiore età. «Il Comune di Certaldo ha aderito a questa iniziativa invitando i giovani di nazionalità straniera nati e vissuti a Certaldo ad un'iniziativa alla quale ® CERTALDO sono presenti alcuni giovani e diversi genitori - ha spiegato l'assessore Francesco Dei - a loro abbiamo dato del materiale informativo in merito, perché la maggior parte di loro non è informata sulla possibilità di ottenere la cittadinan za italiana e sull'impatto che questa può significare in termini lavorativi e di diritti civili. Diventare cittadini italiani significa godere di alcuni importanti diritti: tra questi essere iscritto alle liste elettorali e votare, muoversi liberamente all'interno dei paesi della Comunità europea, accedere ai concorsi pubblici e agli ordini professionali». Il progetto "18 anni... in co- mune!" riguarda tutti gli stranieri nati in Italia che compiono 18 anni nel 2012 e nel 2013. Per fare domanda di cittadinanza è necessario rivolgersi presso l'ufficio di stato civile del Comune con un documento d'identità valido, atto di nascita, certificato di residenza, qualsiasi documentazione ufficiale (certificati di frequenza scolastica, certificati du vaccinazione) utile a dimostrare la permanenza in Italia senza interruzioni di residenza legale. Una volta accertata l'idoneità si dovrà versare un contributo di 200 euro sul c.c 809020 intestato al ministero dell'interno per la conclusione delle pratiche. Due giovani stranieri neomaggiorenni negati ,m sezi`,ne in più 49 tiamlini.,., r.iln Servizi sociali Pagina 14 e 41 oí , . ti dei carabinieri nella zona dell'ospedale di Fucecchio I CENTRI storici delle nostre città e cittadine abbandonati alla malavita. «Qui, di notte, o sei guardia o sei ladro», dice con una battuta efficace un commerciante del centro vecchio di Fucecchio. Siamo a due passi dall'ospedale di San Pietro Igneo, dove la Regione ha realizzato un centro ortopedico d'eccellenza. Qui si stanno realizzando gli ascensori destinati a collegare il grande parcheggio della parte bassa della cittadina con le vie del centro storico e il bellissimo Poggio Salamartano. Ma proprio qui i carabinieri hanno stroncato un traffico di droga, dopo tre settimane di indagini, appostamenti e pedinamenti. I MILITARI sono entrati in azione verso le 3 della notte. C'era un'auto, parcheggiata in una stradina proprio dietro l'ospedale, che aveva attirato la loro attenzione. Sapevano, per conoscenze ma- CE NTRO STORIC O A RISCHIO Equipaggi dei carabinieri a Fucecchio e, a sinistra, la costruzione degli ascensori per l'ospedale S. Pietro turate nel corso delle indagini, che c'era un traffico di droga. Si sono avvicinati di soppiatto all'auto, sono sbucati all'improvviso, facendosi riconoscere. A bordo due ragazzi. Uno di questi ha gettato un fagottino fuori dal finestrino appena ha visto i militari. Chiaro come il sole, dentro c'era la droga. Dodici grammi di cocaina, quanto basta per far scattare le manette ai polsi dei due, che sono stati identificati per due cittadini albanesi residenti a Fucecchio, nullafacenti ma senza precedenti penali. Almeno finora. F.M., 25 anni e L.D., 24, le loro iniziali. Sono stati arrestati per detenzione ai fini di droga in flagranza di reato, e sono stati condotti dinanzi al giudice a Firenze per il processo per direttissima. I carabinieri hanno perquisito la loro vettura, trovando una bilancina elettronica di precisione e delle bustine di cellophane per il confezionamento della cocaina in singole dosi. La prova dell'attività di spaccio. Le case di Fucecchio dove abitano, invece, perquisite in mattinata, sono risultate pulite. «ANCORA una volta ci troviamo davanti ad un triste film visto «Abbiamo speso soldi pubblici per le teleca mere: ma che ci stanno a fare?» troppe volte in questi ultimi anni - è il commento a caldo del consigliere comunale e dirigente provinciale del Pdl Gabriele Genuino - La location sempre la stessa, la zona centrale di Fucecchio, gli attori extracomunitari senza lavoro. Questa volta però la trama è un po' cambiata, non sono più i furti che hanno martoriato nei mesi passati la città, bensì lo spaccio di droga (cosa più grave e pericolosa per la collettività). Fortunatamente il lieto fine è l'arrivo dei carabinieri e l'arresto dei malviventi. La cosa che preoccupa di più è che il fatto è avvenuto nella parte alta della città, frequentata da molti giovani fucecchiesi e non, nelle sere d'estate. Troppo spesso abbiamo chiesto maggiori controlli, ci è stato promessa tre anni addietro una Commissione sicurezza (mai realizzata), abbiamo speso soldi dei contribuenti per installare un sistema di telecamere che è mal utilizzato. Non solo, non vi è comunicazione da parte della Polizia Municipale o dell'assessore, di un solo evento criminale impedito grazie alle telecamere. Troppo spesso Fucecchio Alta è stata lasciata sola, vediamo di non lasciare soli anche i nostri giovani». Spatt:kxli cuilc ai c,uh:r I: :nr. cr d e:4:mini wibec Dipendenze Pagina 15 A due passi dall'ospedale spacciavano cocaina Blitz dei carabinieri nel borgo alto: in manette due giovani fucecchiesi incensurati Hanno gettato inutilmente la droga dal finestrino dell'auto parcheggiata 1 FuCECCHIo Erano all'interno della loro auto, parcheggiata a due passi dall'ospedale San Pietro Igneo di Fucecchio. Quando hanno visto i carabinieri, hanno cercato di disfarsi della droga. Quello che era seduto dalla parte del passeggero ha scaraventato un involucro fuori dal finestrino. Ma il tentativo è fallito miseramente. I due giovani incensurati sono finiti in manette con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le spie. Nelle ultime settimane alcuni cittadini avevano segnalato ai carabinieri della stazione di Fucecchio, uno strano "traffico" nei vicoli del borgo alto. Soprattutto di sera. Movimenti sospetti, di auto e di persone. Un via-vai inconsueto, che ha spinto i militari guidati dal maresciallo Pietro Pirina, comandante della stazione, a intensificare i controlli, gli appostamenti e i pedinamenti. il blitz. La notte scorsa, intorno alle 3, i due spacciatori sono finiti in trappola. I carabinieri - durante un servizio di perlustrazione del territorio hanno notato un'auto parcheggiata vicino all'ospedale con due uomini a bordo. E hanno deciso di fare un controllo più approfondito. Mentre si avvicinavano al veicolo, hanno visto volare dal finestrino un involucro. I militari l'han no immediatamente raccolto: all'interno c'erano dodici grammi di cocaina, che equivalgono a una trentina di dosi pronte ad essere distribuite sul mercato fucecchiese. Nell'auto. A quel punto è scattata la perquisizione del veicolo, grazie alla quale tutti i pezzi del puzzle sono andati Dipendenze al loro posto: all'interno e sono stati infatti rinvenuti gli altri "attrezzi del mestiere": una bilancina elettronica di precisione, bustine e altro materiale per il confezionamento della droga. Per i due giovani, rispettivam ente di 24 e 25 anni, entrambi albanesi e nullafacenti, residenti a Fucecchio, incensurati, sono scattate le manette per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Liberi. Ieri mattina c'è stata la direttissima. Gli arresti sono stati convalidati. L'avvocato ha chiesto i termini a difesa e i due sono stati rimessi in libertà con l'obbligo di firma. Saranno processati il 19 giugno. Giovani a rischio. Gli arresti sono avvenuti in una zona molto frequentati dai giovani, soprattutto ora che le scuole sono finire. E questo aspetto fi- nisce per scatenare la polemica politica, nonostante il sindaco Claudio Toni abbia più volte ribadito che questo tipo di attività di contrasto alla cri minalità spetti allo Stato e che l'amministrazione comunale non ha mezzi e uomini (agenti di polizia municipale) per effettuare anche questo tipo di controlli. Sull'episodio interviene il consigliere comunale del Pdl di Fucecchio, Gabriele Genuino: «Troppo spesso abbiamo chiesto maggiori controlli: tre anni fa ci era stata promessa l'istituzione di una commissione sicurezza (mai realizzata), abbiamo speso in città soldi dei contribuenti per installare un sistema di telecamere che è mal utilizzato: non c'è comunicazione da parte della polizia municipale o dell' assessore, di un solo evento criminale impedito o individuato grazie alle telecamere. Troppe volte - conclude Gabriele Genuino - il borgo alto è stato lasciato solo, vediamo di non lasciare soli anche i nostri giovani». Francesco Turchi I due spacciatori sono stati arrestati dai carabinieri < ehic•BN- & f speen e - ,"«,a,,,,,, ....,, ., Pagina 16 Volontariato Pagina 17 Segnalazioni Pagina 18 ,Auto sbanda e p i omba pas s egg ì no: quas i i lleso b i mbo d i sette mesi E' SALVO per miracolo. Un bambino di 7 mesi, S. F., che era con la nonna per una passeggiata pomeridiana in via Lungomonte a Montecalvoli, è stato sfiorato da un'auto arrivata a forte velocità dalla discesa di Monteberi, una stradina laterale che scende su via Lungomonte dal centro di Montecalvoli. Il piccolino si trovava nel passeggino e, secondo i primi accertamenti, ha riportato traumi lievi. L'incidente è accaduto ieri pomeriggio alle 18. Sul posto Le ambulanza della Misericordia di Montecalvoli, una da Calcinata e l'automedica. La dinamica è al vaglio dei carabinieri della stazione di Santa Maria a Monte che dovranno accertare se l'auto delle due nordafricane - unaClio - abbia avuto un guasto o se sia piombata a forte velocità su via Lungomonte per malore o disattenzione della conducente. Le due straniere hanno riportato fratture al bacino nel violentissimo impatto contro la recinzione della ditta Lottini. g.n. Cronaca Pagina 19 1 M bol[ra olto dall auto v SANTA MARIAA MONTE Fuori rotta. Una sbandata che è un fulmine. L'auto sbatte contro un muro di cinta e rimbalza fino a colpire una nonna che sta portando a spasso il nipotino di sette mesi. Un proiettil e di metallo, impazzito. Che per fermarsi, definitivamente, oltrepassa uno stop e sbatte contro un muro di recinzione. Cronaca ' Per chi assiste alla scena non c'è neppure il tempo di restare a bocca aperta. Tutto avviene in un attimo. La nonna tira un sospiro di sollievo e prende in braccio il nipotino. Uno scricciolo di sette mesi, tremante ma illeso. Stavano scendendo sulla via Lungomonte quando sono stati travolti dal "proiettile". Un botto e neppure il tempo di farsi da parte. A bordo della Renault Clio due donne quarantenni di origine senegalese. Quella al volante avrebbe avuto un malore, stando a una prima ricostruzione. E così avrebbe perso il vicontrollo dell'auto in un tratto in discesa, perpendicolare alla via Lungomonte. Un rettilineo prima dello stop. E in questo tratto che intorno alla 17.30 l'auto rimbalza sul muro e finisce per travolgere la nonna e il bambino. Poi prosegue le corsa in discesa e attraversa la via principale per fermarsi aldilà della carreggiata opposta. I danni alla fine oltre a un'auto distrutta sono tutti per le due donne. Sul posto l'ambulanza della Misericordia di Montecalvoli e l'autoinedica del 118. Al pronto soccorso dell'ospedale Lotti dai primi accertamenti i referti parlano di una sospetta lesione al bacino per una delle due e per l'altra di una frattura al femore. A ricostruire la dinamica la polizia municipale di Santa Maria a Monte, con il supporto dei carabinieri. (m.m.) ORIPRODDZIONE RISERVATA Pagina 20 Ancora gravissimo il giovane operaio ri' con moto contro SONO GRAVISSIME le condizioni di N.R., il quarantenne motociclista rimasto ferito in un incidente lunedì sera intorno alle 19 sulla provinciale Francesca Bis. L'uomo, dipendente di un'azienda del settore conciario di Castelfranco, è ricoverato in un reparto di animazione dell'ospedale di Careggi, a Firenze. Ha traumi alla testa e all'addome che sono stati giudicati molto gravi. I medici del nosocomio fiorentino l'hanno ricoverato in prognosi riservata. Il magistrato di turno alla Procura di Pisa non ha disposto il sequestro dei veicoli (la moto Aprilia sulla quale viagr,dava il quarantenne e la Honda Civic condotta da una cinquantunenne di Cerreto Guidi, R.D. le iniziali del nome e del cognome, uscita da una strada privata laterale) evidentemente perché la dinamica dell'incidente è chiara. Sequestrato, invece, il casco indossato dal motociclista e volato, dopo il tremendo impatto, a una trentina di metri di distanza. Una perizia dovrà stabilire se era agganciato male o se si è rotto. g.n. Cronaca Pagina 21 Cronaca Pagina 22 Cronaca Pagina 23 Politica locale Pagina 24 Due collaboratoti airQpg Montelupo Sono stati pubblicati due concorsi per l'assunzione presso l'Ospedale psichiatrico giudiziaro di Montetupo Fiorentino (Ast 11 di Empoli) di un collaboratore professionale sanitario tecnico della riabilitazione psichiatrica e di un collaboratore professionale sanitario educatore professionale. Scadenza 9 !natio. OPG Pagina 25 GIÀ PRIMA DELL ' INAUGURAZIONE I MEDICI AVEVANO MANIFESTATO I PRIMI MALUMORI LEGATI ALL' INSUFFICIENZA DEGLI SPAZI protesta de di ILARIA ULIVELLI BELLA e hi-tech. Ma non basta. I medici della Maternità di Careggi dopo varie visite alla nuova struttura, inaugurata due settimane fa, si fanno sentire. Il trasloco è previsto per settembre, ma i dottori non hanno alcuna intenzione di arrendersi alla soluzione che, secondo loro, peggiorerà la qualità dei servizi. Nella mega struttura ci sono pochi ambulatori, troppo piccoli, con finestre inadeguate. I medici lo avevano già fatto presente e ave- BELLA MA RISTRETTA La struttura è stata realizzata non pensando li am bulatori, m a solo alle d egenze e alle sale operatorie vano già cominciato la loro protesta prima del battesimo del nuovo complesso, il 30 maggio, ma erano stati rassicurati dalla direzione di Gareggi riguardo al fatto che una soluzione adeguata sarebbe comunque stata trovata. «Il fatto è che poi abbiamo avuto altri colloqui e, in verità, non è cambiato niente», spiegano. «IL NUOVO dipartimento materno infantile, così com'è concepito, non è funzionale alle attività dedicate alle pazienti», dicono. «Il progetto della nuova struttura è stato realizzato pensando di non dover accogliere così tanti ambulatori - entrano nel dettaglio i Sanità fiorentina e toscana dìcì.- «Da 80 stanze passi medici -, ma solo degenze e sale operatorie, poi nel seminterrato una grandissima radiologia che servirà tutta Gareggi». In buona sostanza, i dottori chiedono alla direzione che venga dedicato agli ambulatori del servizio pubblico più spazio. Perché dalle 80 stanze che nella vecchia struttura ospitano le attività ambulatoriali, nella nuova Maternità si passerà a 20: una riduzione drastica. «E insufficiente ai bisogni». Anche perché si dovranno trasferire tutti gli ambulatori di Ginecologia, Ostetricia, Diagnosi prenatale, Medicina prenatale, Senologia, Isteroscopia, Oncologia, Menopausa. «Vorremmo far presente che mancano gli spazi anche per le sale d'attesa: ogni giorno riceviamo centinaia di pazienti, dove aspetteranno il loro turno?». I dottori entrano nel merito della questione e spiegano che il problema è nato nel momento in cui il governo con il decreto Milleproroghe, a fine 2011, ha stabilito lo stop alla libera professione intramuraria allargata, prevedendo il rientro di tutti i professionisti all'interno dell'ospedale (per l'attività privata in regime di intramoenia) entro il 30 giugno 2012. Da qui, la necessità di realizzare nuovi ambulatori dentro Gareggi. «E' per questo motivo che mancano gli ambulatori nella nuova struttura - spiegano i medici della Maternità -. Inizialmente tutti gli ambulatori sarebbero dovuti rimanere nel vecchio immobile, UNA QUESTIONE DI PRIORIT lon può ricadere sul se rvizio pubblico la necessità i realizzare g li am bulatori privati nella vecchia M aternità totalmente da ristrutturare. Poi la nuova esigenza ha fatto cambiare i piani in corsa e sono stati ricavati 20 ambulatori nella Nuova Metrnità da spazi che non erano stati pensati per quell'utilizzo». I medici chiedono alla direzione generale di avere più spazio per le attività. Magari lasciando libero per il servizio pubblico un piano della vecchia Maternità che sarà completamente adibita a studi medici per la libera professione. «Anche perché abbiamo lavorato in grande sofferenza per tanti anni, in una struttura che sta cascando a pezzi - spiegano -, nell'attesa che le cose sarebbero migliorate. Invece ci troviamo davanti a un altro problema». Pagina 27 L'ALTRO GIORNO LA DENUNCIA DELLA MANCANZA DI SPAZI É STATA FORMALIZZATA ALLA DIREZIONE CHE HAAVUTOVARI INCONTRI CONI MEDICI LA DIREZIONE HA CALCOLATO I METRI QUADRI DI SUPERFICIE DESTINATI AGLI AMBULATORI NELLA NUOVA STRUTTURA C'È PIÙ SPAZIO ,,,,,r , ,, ,.% r %, / %i., „ ✓/////,. %/sian ., „ . .. %ir ///ovr r/ //i % LA DIREZIONE HA DECISO DI OTTIMIZZARE L'UTILIZZO DEGLI SPAZI, SPALMANDO LE ATTIVITA SULL'INTERA GIORNATA: MATTINA E POMERIGGIO ra xie r9 //r 01 % /" % .„G% ..111111A0 1 ,.. %.. ARooM/11i 1 ///6f /iüo +,,, ., ,. 7, / r,,,... .. , . i// % %„r%w/,. •/ %„ 00 % !//,/, /oooa , ,oooa / 1 Il direttore: «Spazi adeguati e nuova organizzazione» LA SOLUZIONE che la direzione generale di Gareggi ha studiato forse farà storcere la bocca ai dottori. Il problema degli spazi non esiste. «Nella vecchia maternità i metri quadrati dedicati alle attività ambulatoriali sono 366 - spiga il direttore generale Valter Giovannini -. Nella nuova struttura sono oltre 400. Ogni ambulatorio è dotato di bagno oltre a vari spazi di supporto per l'attesa dei pazienti e le varie attività logistiche». Punto. MA NON FINITA QUI. Insieme al trasferimento delle attività, che si concluderà entro fine settembre, Giovannini annuncia anche una rivoluzione organizzativa. «Le prestazioni ambulatoriali attualmente si svolgono dalle 8 alle 13, dal lunedì al venerdì - spiega il direttore -. Soltanto in rari casi sono previste aperture pomeridiane. Con la nuova organizzazione gli ambulatori svolgeranno in modo ordinario attività la mattina e il pomeriggio». Con la turnazione, dunque, l'affluenza delle pazienti sarà diluita nell'arco della giornata e gli ambulatori risulteranno maggiormente confortevoli. «Non vedo proprio il problema - aggiunge Giovannini -. Gli ambulatori della Nuova Maternità sono pienamente adeguati alle esigenze assistenziali. Anche perché non nascono così per caso ma sono stati pernsati in base a una nuova organizzazione che prevede l'apertura del- Sanità fiorentina e toscana le attività continuativamente, mattina e pomeriggio. In questo modo l'efficienza degli ambienti raddoppia in base all'utilizzo». E una scelta che consente di ottimizzare gli spazi e contenere i costi, permettendo inoltre una miglior gestione degli appuntamenti rispetto alle esigenze dei pazienti. «Nella vecchia maternità rientrerà tutta la libera professione, in attuazione della normativa nazio- nale sull'intramoenia. Anche in questo caso oltre ad assicurare la massima trasparenza e il necessario controllo sulle attività, l'azienda e gli stessi professionisti potranno usufruire del vantaggio di una continuità di presenza all'interno della stessa struttura», dice il direttore. La ristrutturazione della vecchia maternità inizierà al termine del trasloco di tutte le attività nella nuova struttura. «Concentrare le attività ambulatoriali dal punto di vista strutturale in spazi dedicati - conclude Giovannini -, consente la separazione del percorso per i degenti da quello per i pazienti esterni, nel rispetto delle diverse esigenze». Ilaria Ulivelli Pagina 29 Passala legge ma non14 emendamenti sul managerAmunni che è anche docente Idv si astiene, scontro sull'Iseo in arrivo i nuovi direttori della AsI SIMONA POLI BATTUTA quattro volte la maggioranza in consiglio regionale durante la discussione sulla legge di riordino dell'Ispo (Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica) e della suaintegrazione con il Centro toscano tumori. Quattro emendamenti, passati in commissione sanità, sono stati bloccati dal voto contrario delle opposizioni e grazie all'astensionedell'ItaliadeiValori che difatto ha determinato la sconfitta della maggioranza. Quattro passaggi proposti dalla giunta regionale che riguardavano le prerogative del direttore gen erale dell'istituto. A cui sarebbe stata con- Sanità fiorentina e toscana AMUNNI Gianni Amunni è direttore dell'aspo e docente università cessa la facoltà - non prevista per i direttori generali di Asl e aziende ospedaliere - di poter decidere di mantenere anche il ruolo di docente. Una eccezione che a molti in aula sembrava "disegnata" sulla figura dell'attuale direttore GianniAmunni, medico e universitario. Dopo un acceso dibattito il complesso della legge è stato approvato con 29 voti a favore su 51 votanti. Il presidente della commissione Sanità Marco Remaschi ha parlato di necessità, per l'oncologia toscana, «di avere un quadro di insieme capace di far tesoro di tutte le eccellenze». Di fatto la legge non ha convinto l'Idv, con cui i rapporti del Pd ormai scricchiolano vistosamente (complice anche lo strappo nella maggioranza del Comune di Arezzo). La dipietrista Chincarini ha espresso perplessità sull'emendamento "ad personam". Secondo Stefano Mugnai del Pdl «ha vinto il buon senso, visto che la legge è ben poca cosa rispetto alle esigenze di organizzare la rete della cura oncologica». Il neoassessore Luigi Marroni intanto sta ultimando la lista dei direttori generali dellaAsl. A Firenze quasi certo Piero Tosi, attuale direttore sanitario, mentre al Meyer rimarrà Tommaso Langiano. Paolo Morello, ora a Siena, potrebbe essere destinato a guidare Pistoia. O RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 31 AL PALACONGRESSI Congresso di chirurgia pro. Selli nel ricordo È nel ricordo del prof. Mario Selli, maestro della "scuola" chirurgica pisana che s'aprirà, sabato al Palazzo dei Congressi, il 33° congresso nazionale della Società Italiana di Chirurgia Toracica di cui è presidente il prof. Alfredo Mussi, direttore dell'Unità operativa all'azienda ospedaliero universitaria pisana. L'avvenimento cade in particolare nel decimo anniversario della scomparsa del prof. Selli ed alla sua memoria è dedicato lo speciale premio per i giovani ricercatori, "Young Investigator Award" . Selli, nato a L'Aquila nel 1917, è stato tra l'altro allievo del prof. Paride Stefanini, il Sanità fiorentina e toscana "padre" del trapianto di rene in Italia. E, proprio 40 anni fa, Selli eseguì il primo intervento di questo tipo a Pisa. Ila diretto la Clinica chirurgica dal 1964 al 1987. Nell'indirizzo di saluto ai congressisti, il presidente onorario prof. Carlo Alberto Angeletti, parlando del prof. Selli, ha detto in particolare: «Ha saputo interpretare al meglio il suo ruolo di professore universitario, trasformando di fatto la clinica chirurgica generale in un dipartimento funzionale, facendo nascere una serie di specialità chirurgiche: urologia, chirurgia dei trapianti, chirurgia vascolare e clhirurgia toracica.» Gian Ugo Berti ORI PRODUZIONE RISERVATA Pagina 32 l ' 1 Sogefarm, i Comunisti approvano Donati: «Negli anni sono cresciuti sia gli utili che i servizi» 1 CASCINA «Pieno apprezzamento per l'operato della società So.Ge. Farm che gestisce le farmacie comunali, la quale è riuscita nel corso degli anni a incrementare gli utili, da una situazione deficitaria come quella ereditata dal passato, ad assumere nuovo personale e fare investimenti di grande portata come passare da tre a quattro farmacie». E quanto sostiene il capogruppo dei Comunisti italiani di Cascina, Mirko Donati. Che aggiunge: «Inoltre, ha spostato la farmacia di Cascina da via della Repubblica, dove era sita durante la gestione Gea, a una zona più fruibile dai cittadini, ed ha incrementato l'orario di apertura per dare un maggiore servizio al territorio». Un intervento che segue agli attacchi sul rendiconto delle farmacie comunali della lista civica SiAmo Cascina e dell'Italia dei Valori. «La pubblica am - Sanità fiorentina e toscana Mirko Donati ministrazione deve svolgere anche un ruolo sociale, e non solo prettamente economico, la logica del "non rende quindi taglio o vendo", frutto del berlusconismo, non può appartenere a chi sceglie di gestire la cosa pubblica - dice Donati -. Le farmacie comunali hanno già una funzione sociale in collaborazione con il mondo del volontari ato , quella di trasportare farmaci gratuitamente a casa a persone anziane o impossibilitate a muoversi». Privatizzazione e servizi. «Se qualcuno ritiene che in un momento di grave crisi economica come questa, delle assunzioni di lavoratori possono essere considerate un errore in nome della trasparenza, riteniamo che tali personaggi siano anni luce lontani dal nostro nodo di fare politica e di pensare, per quanto ci riguarda preferiamo avere utili bassi ma servizi alti». E conclude il capogruppo dei Comunisti: «Invitiamo il sindaco e l'aniministratore delegato dell'azienda So.Ge.Farm. a continuare nel loro lavoro e ad attivare un percorso di pubblicizzazione tra i cittadini dei servizi offerti dalla società. Inoltre, a lavorare per la possibilità di aprire nuove farmacie, magari in località come Zambra che ne è sprovvista». CORI PRODI IZIONE RISERVATA. Pagina 33 1 LIVORNO Monica Calamai, direttore generale dell'As16, ha deciso di lasciare l'incarico di coordinatore dell'Area vasta nord-ovest, l'ente che riunisce svariate aziende sanitarie della zona nord ovest della Toscana (Lucca, Massa Carrara, Versilia, Pisa, Livorno e Azienda universitaria pisana). Una decisione-lampo che la dottoressa, a capo della sanità livornese, pare abbia comunicato nei giorni scorsi all'Area vasta con una lettera di dimissioni. Difficile capire perché Calamai, che aveva l'importante compito di coordinare e gestite le scelte di ben sei aziende sanitarie toscane, rimanendo in contatto continuo con i rispettivi direttori generali, abbia scelto di rinunciare all'incarico. L vero che si tratta di un compito particolarmente delicato, che, soprattutto in anni in cui la sanità è sempre nell'occhio del ciclone, va portato avanti con una grande capacità diplomatica così da "far incastrare" le necessità (e le richieste) delle singole aziende sanitarie al "bene superiore", vale a dire una sanità di qualità che riesca a soddisfare i reali bisogni dei cittadini. Ma Calamai, che ha ricoperto l'incarico a partire dal gennaio 2010 (circa un anno dopo essere stata chiamata a dirigere l'AsI livornese), è dirigente di indubbie capacità, che non è solita arrendersi. Da capire, quindi, le motivazioni che l'hanno spinta a dimettersi dai massimi vertici Sanità fiorentina e toscana eneraledeli 'AsI6Monica calamai halasciato l 'inc-ssc% Ildi i // ,ar„isar, toredell'Areavasta / //////r „ •, .,, , ,%,,rq /J% , /G ,,, ///r•, //v . r' .. ///i ,..J/////,..J/////,.. ✓/////,,. //% + ' ï; . // ' il direttore generale avrebbe lasciato l'incarico rc ` l'ente preso decisioni senza coinvolgerla dell'Area vasta. Tra le ipotesi quella che Calamai abbia giudicato non sufficienti i poteri a disposizione del coordinatore rispetto alle responsabilità che l'incarico porta con sè. Alcune voci che circolano in ambiente ospedaliero e nelle stanze della politica collegano le dimissioni a una decisione presa dall'Area vasta, che però non avrebbe ottenuto l'ok di Calamai. Sembra infatti che l'Area vasta abbia dato il via libera all'avvio di nuovi reparti di chirurgia per l'Asl 5 (Pisa). Decisione che, stando alle voci, non sarebbe stata precedentemente concordata in modo chiaro con il coordinatore Monica Calamai, che quindi ha deciso di lasciare l'incarico. Anna Cecchini Pagina 35 LA RIORGANI IONE DEI SERVIZI RISCHIA DI METTERE A DU RA PROVA ANCHE LE MAGGIORANZE 9 1// ,,,, /% 9, ,,..., ... .,,, ,,, - /mr, , ,.Ì, ir n, %,. // 1, - CECINA - NEL CORSO di un incontro fra vari amministratori dei comuni dell'Alta e Bassa val di Cecina sui problemi della sanità, il sindaco di Volterra, Marco Buselli, ha detto: «Il nostro e quello di cecina sono due ospedali indispensabili e di pari dignità: colgo l'occasione con i colleghi sindaci per sgomberare il campo da equivoci. Resta irrinunciabile la presenza di entrambi gli ospedali». E' la risposta al segretario del Psi, Alessandro Bechini, che farà presentare nei consigli comunali ordini del giorno che prevedano l'ospedale di Cecina come punto di riferimento della sanità di comprensorio. Ancora Buselli: «Ci siamo dati appuntamento a Volterra per impostare percorsi condivisi e logiche di collaborazione. L'ospedale di Volterra è baricentrico su un territorio fino alla Valdera e Valdelsa, il dialo- go con la Bassa Val di Cecina è importante per non avere politiche sociosanitarie in contrasto ». L'ordine del giorno del Psi , che aveva fatto registrare l'immediata alzata di scudi, irritatissima, di Buselli a difesa del «Santa Maria Maddale- « esta irrinunciabile il ruolo di entrambi gli ospedali» na» di Volterra, parla di necessità di razionalizzare i costi, riorganizzare i servizi sanitari, abbandonare i localismi ed accettare la sfida di una visione di area vasta. «CHIEDO ufficialmente ai socialisti di non presentare alcuna proposta ne nei comuni ne in Regione, che osteggeremo in ogni sede», era stata la risposta a caldo di Buselli. Bechini a sua volta fa sapere: «Volterra deve mantenere alcuni elementi di forte caratterizzazione e siamo disposti ad inserire questi elementi nell'ordine del giorno che presenteremo ai Comuni. Ma la politica deve accettare la sfida di salvaguardare i servizi sanitari di cui i cittadini hanno diritto; se la battaglia di Buselli sarà questa ci avrà al suo fianco e scoprirà che la nostra proposta va in questa direzione». A Margine dell'incontro di lunedì, i sindaci ha convenuto: «Torneremo presto a confrontarci e soprattutto collaborare anche su altri argomenti quali ad esempio il tema della gestione della risorsa idrica, dei trasporti e così via. I due ospedali, comunque, rimangono per noi entrambi intoccabili». Il Psi è quindi solo ella sua proposta, e ciò potrebbe anche comportare qualche difficoltà nelle giunte, a cominciare da Cecina. iila-úu4n IRRITATO Marco Ißusellï, sindaco di Volterra: «No in ogni sed r.'?a idee c? %d F'si».': i coll *hi gli s ,,=ino r -"rior> Sanità fiorentina e toscana Pagina 36 L'inaugurazione dei totem sanitario all'Ipercoop 1 LIVORNO Ü n totem perla "stampa fai da te" dei referti sanitari all'Ipercoop. Sarà possibile stampare la risposta delle proprie analisi del sangue, effettuate magari la mattina stessa, mentre si fa la spesa e prossimamente sarà possibile anche pagare il ticket sanitario alla cassa. La presenza di un totem sanitario all'interno di un punto vendita della grande distribuzione rappresenta una novità assoluta a livello nazionale: «La sanità deve spostarsi sempre di più alla portata dei cittadini - spiega Monica Calamai presidente Asi 6 - e l'Ipercoop rappresenta uno dei punti di maggior transito per i cittadini livornesi. L'accordo che abbiamo stipulato con Unicoop Tirreno continua la Calamai - prevede anche l'attivazione, prevista entro la fine dell'estate, del pagamento del ticket sanitario alle casse». Il nuovo totem, come gli altri dodici presenti sul territorio della provincia, fornirà, mediante l'utilizzo della tessera sanitaria attivata e del relativo pin, i servizi di stampa di referti, attestati di stato vaccinale, consenso informato al trattamento dei dati personali, Sanità fiorentina e toscana prenotazioni di ritiro di cartelle cliniche, questionari di risk assessment, informazioni aziendali e ulteriori servizi in fase di sviluppo. La vera novità per i cittadini starà nella collocazione all'interno di un supermercato, che è di fatto più accessibile per chi deve lavorare, perché aperto anche al di fuori degli orari d'ufficio. Dell' accordo stipulato tra Unicoop Tirreno e Asl 6 è ovviamente molto soddisfatto anche il direttore dell'Ipercoop Roberto Gradassi: «Per noi è l'occasione di implementare il nostro servizio farmaceutico, che già rappresenta un punto di riferimento per i clienti - dichiara durante l'inaugurazione - e di ribadire l'impegno nel sociale e per la salute del cittadino, concetti che stanno alla base dello spirito della cooperativa. Prossimamente - conclude - ci impegneremo a mettere in vendita anche medicinali di fascia C e medicinali per animali». li totem dell'As16 è stato installato presso la farmacia dell' Ipercoop. Per coadiuvare la fruizione del servizio saranno presenti all'interno del punto vendita alcune hostess appositamente incaricate. Simone Consigli Pagina 37 a A, SA INNOVAZIONI INUTILI i sono recata all'ospedale di Villamarina per un prelievo con esenzione totale dal pagamento. Al momento della consegna dei fogli, la signora dello sportello mi ha chiesto: "Dove preferisce ritirare le risposte? In via Veneto o al Perticale?". Io le ho risposto che il problema non si poneva perché circa tre mesi prima avevo comprato proprio lì in ospedale il lettore delle tessere sanitarie che mi permette di stampare le risposte comodamente a casa, senza dovermi recare al totem o agli sportelli. La signorami ha detto: "Ma co- sì risulta che lei non ha ritirato gli esami. Noi da qui come facciamo a vedere che se li è stampati a casa? Dal totem lo vediamo, ma se lei li stampa a domicilio è come se non avesse ritirato le analisi e quindi dopo un po' le arriverà da pagare l'intero importo da cui invece risulta essere esentata". Non credevo alle mie orecchie e giustamente mi sono un po' alterata, ri spondendo che se allora avessi saputo una cosa del genere non avrei comprato quel lettore. Non tanto per averlo pagato 4,20 euro, ma per averci anche perso un paio di giorni per effettuare tutta la procedura di installazione. Se le cose stanno davvero così, allora ne deduco che comprare il lettore non serve a niente. L'impiegata, all'oscuro di tutto, ha fatto qualche telefonata per togliersi anche lei i dubbi e alla fine ha ri- Ho comprato l'apparecchio per vedere i risultati delle analisi ma non lo posso usare sposto qualcuno che le ha dato una risposta del tipo: "Non lo so, ma non credo sia lo stesso se la signora si stampa le risposte a casa". Morale della favola: l'impiegata ha dovuto scrivere che al momento dell'arrivo dei referti, le risposte sarebbero state buttate via. Io sono veramente allucinata. Possibile che dalle piccole alle grandi cose si debba sempre vedere la disorganizzazione, l'ignoranza, i non so? Con questo non mi riferisco assolutamente all'impiega- ta, che comunque si è prodigata per sapere anche lei come doveva comportarsi. Il fatto è che al momento dell'entrata in vigore di questi lettori, il personale sanitario doveva essere informato subito del comportamento da tenere. Invece buio e ignoranza completa come al solito. Sono mesi che i lettori già funzionano e quando la signora che mi ha attivato la tessera sanitaria, e mihavenduto il lettore, mi ha spiegato tutta la proceduramihadetto chiaramente che in questo modo si poteva risparmiare un sacco di tempo senza dover più far file agli sportelli. Invece no, l'inutile burocrazia, unita ai paradossi più assurdi regnano sovrani. Allora: qualcuno per favore può spiegare a me, ma soprattutto ai suoi dipendenti come funziona questa faccenda? Debora Raffaelli 'Pa: sa s di sn&C :rm:, asKrciazinni drluse Sanità fiorentina e toscana Pagina 38 Disservizi centro pretíeví Gíovanníni «Code allo sportello per i nuovi addetti» UTENTI con i nervi a fior di pelle ieri mattina al centro prelievi «Giovannini». Il motivo sono state le code di cittadini in attesa di fare l 'accettazione che prevede l'inserimento dati oltre che la consegna di eventuale materiale biologico richiesto per i vari tipi di esami. «Sono stata in fila a lungo, aspettando il mio turno, ma insieme ad altre persone in fila ci siamo resi conto che nelle salette gli infermieri non potevano procedere a fare i prelievi perchè i pazienti non venivano fatti scorrere», racconta una signora. C'è chi poi per quel lungo attendere, è stato con il fiato sospeso fino a che non è uscito: «Ho parcheggiato la macchina con un ticket ormai scaduto e se trovo la multa ho già guadagnato la mia giornata...», commenta un'altra donna. IL DISSERVIZIO in effetti è già noto all 'azienda sanitaria pratese. Da poco più di un mese, infatti, è stato esternalizzato il servizio di accettazione del centro prelievi di via Cavour. L'operazione è stata fatta tramite un bando che è stato vinto da una cooperativa dell'empolese. «Stamani (ieri, ndr) si sono verificati effettivamente dei rallentamenti - spiegano dall'Asl 4 - perchè ci sono stati problemi legati al personale presente . Attualmente è in corso la formazione del personale che deve svolgere questo compito di accettazione allo sportello. Si sta lavorando perchè tutti abbiano l'adeguata formazione e si possa così implementare il numero di addetti». sa.be. Sanità fiorentina e toscana Pagina 39 IL FATTO La visita per il campo visivo deve attendere mesi per ottenere una visita <cá v,,-n del campo visivo» LE LISTE d'attesa sono la croce per troppi cittadini, specialmente per quegli più anziani. E' il caso che viene presentato da una donna di 81 anni, Rosalba, che ha scritto a «La Nazione», la sua odissea. «Ho prenotato una visita per effettuare l'esame del campo visivo e mi è stato ripsostoc he dovrò attendere ben nove mesi. E' mai possibile che una persona come me che ha problemi di vista e con la sua età debba attendere così tanto ? E' questa la sanità italiana?». E' L'AZIENDA sanitaria pratese a dare una risposta al quesito posto dalla cittadina. «La prima visita oculistica si ottiene con un'attesa di soli quattro giorni - spiegano dall'Asl 4 - Se la paziente deve sottoporsi all'esame del campo visivo, il suo medico di famiglia deve considerare se si tratta di una visita urgente o meno e indicarlo nella richiesta. In questo modo la paziente avrà la visita specialistica con l'ortottista in soli due giorni di tempo». Sanità fiorentina e toscana Pagina 40 ' OGG I L'I NCONTRO NELLA SALA DE L GOVERNO -% d/'9i,. d-`1/1, Oi'i,.'i//G /i, ///1, 111-141. %//L .7%'//i, ^, d%'i,. 911.,. / /r . f§ %//z.i11/n.i°//o, %//i "0//, N//,%//i 17,^2 Nella delegazione sindaco e onorevoli pratesi Pdl e Pd di SARA BESSI UNA DELEGAZIONE pratese di politici e di tecnici della sanità incontra oggi il ministro della Salute Renato Balduzzi: sul tavolo della discussione l'opportunità o meno che la Toscana, e nel caso specifico Prato, possa ospitare un centro di ricerca e cura oncologica. Il dibattito si è riscaldato in questi giorni in città, dopo la proposta - scevra da qualsiasi inclinazione di colore politico - lanciata dal professor Salvatore Sini di sviluppare le eccellenze di cui è dotata la sanità pratese e il laboratorio traslazionale già attivo grazie al sostegno dei pratesi attraverso la Fondazione «Sandro Pitigliani». Un centro oncologico regioanle che potrebbe nascere, come suggerito con un progetto elaborato in base a dati demografici e studi, proprio nell'ala nuova del vecchio ospedale, evitandone la demolizione. Il no della Regione Toscana con il neo assessore alla Salute Luigi Marroni alla proposta non ha frenato la voglia di Prato di dire la sua e almeno di provare a non sentirsi «scippata» di una realtà pro- fessionale di grande richiamo. LA DELEGAZIONE è formata dal sindaco Roberto Cenni, dagli onorevoli Riccardo Mazzoni (Pdl), Antonello Giacomelli e Andrea Lulli (entrambi Pd), e dal professor Sini. Un gruppo di rappresentanza eterogeno, unito dalla volontà di far sentire la voce di una città che da oltre vent'anni può vantare - grazie alla generosità dei pratesi e all'impegno della Fondazione Pitigliani e della presidente Giovannella Pitigliani - un fiore all'occhiello in un ambito sanitario così delicato. Con professionisti di richiamo internazionale come il dot- IL PROFESSOR Sini ribadisce che da un punto di vista tecnico e a, i nsieme ai politici, ci sarà anche il professor Sini, che ha lanciato il progetto IL DIBATTITO è sentito dai pratesi, tanto che si sono mobilitati anche su Facebook. E' stato costituto un gruppo «Promozione polo oncologico» che in pochissimi giorni tor Angelo Di Leo e i giovani ricercatori tornati dagli Usa in Italia e a Prato, quali i dottori Libero Santarpia e Luca Malorni. «La Legge nazionale prevede che vengano istituti quattro poli oncologici nel centro Italia, dei quali uno in Toscana - spiega l'onorevole Mazzoni ci vorrebbe lo sforzo della Regione affinchè si sviluppasse a Prato». «Con questo incontro vogliamo sapere qual è il punto di vista del Governo al riguardo - chiosa l'onorevole Giacomelli - e capire cosa prevede il piano nazionale sanitario». sanitario «Prato si trova a portata di mano un'opportunità che dispiace sciupare. La Regione ha detto no alla proposta perchè non rientra nel suo programma. La presenza di un ospedale di cura e ricerca in campo oncologico nel vecchio Misericordia e Dolce sarebbe strategico perchè baricentrico per la Toscana. Qui si potrebbero riunire tutte le specialità oncologiche senza doverle delocalizzare». conta oltre tremila membri. Un'importante spinta dal «basso», destinata a lievitare. «Tutti, non solo i pratesi, debbono conoscere gli ostacoli che vengono frapposti dalla Regione alla costituzione di un Polo Oncologico d'eccellenza a Prato. E' un problema che riguarda tutti gli italiani, perciò invitiamo il popolo di FB ad iscrivere in questo gruppo più contatti possibile, per poterci far sentire anche a livello nazionale», è uno dei messaggi sulla bacheca. Messaggio che sta incontrando una risposta concreta negli oltre tremila iscritti. sara. bessi @lanazione. net Íriaueloj a - Sanità fiorentina e toscana Pagina 41 L ®P ?,3 i %3- ri7,, 's la paz i ente : « Non ha atteso 2 ore per visita» - MASSA - L'ASL replica alla protesta di una paziente che, arrivata all'ospedale in ambulanza, avrebbe aspettato due ore per essere visitata. «La paziente D.B. - scrive la responsabile del pronto soccorso di Massa dottoressa Stefania Catarzi - è arrivata al triage intorno alle ore 18.30 e non di notte, in contemporanea ad altri quattro pazienti, chiedendo "un foglio per essere mandata all'Opa". Le è stato precisato che sarebbe stata inserita e visitata dal medico del Ps che avrebbe deciso per eventuali accertamenti. La paziente, non aspettando, si è allontanata e alle 18.37 era già alla centrale del 118, sotto l'ospedale, dove è stata disposta una ambulanza che la ha condotta di nuovo in pronto soccorso . Alle 18.49 è stata inserita come codice verde, non dopo venti persone bensì soltanto dopo altri due pazienti. Alle 19.22, non dopo due ore di attesa, la paziente si era già allontanata». La responsabile aggiunge che «qualsiasi paziente che accede al pronto soccorso viene valutato dall'infermiere del triage, il quale attribuisce un codice di priorità, quindi da un medico di guardia che stabilisce gli accertamenti da eseguire. L'accesso in ambulanza non modifica il codice di priorità che dipende invece dalla sintomatologia del paziente e dai suoi parametri vitali e in questo caso, si è dimostrato un inutile spreco di risorse pubbliche. L'accesso diretto alle specialistiche, in questo caso il reparto di ginecologia , non è previsto a meno che non esista una richiesta del curante di valutazione urgente». Sanità fiorentina e toscana Pagina 42 Buco Ast, Delvino chiede la libertà Udienza davanti al riesame per l'ex direttore generale II collegio prende tempo. La decisione attesa questa mattina 1 MASSA Udienza davanti al collegio del riesame per l'ex direttore generale Antonio Delvino ieri mattina. Il legale del medico, Giampaolo Carabelli, ha chiesto la libertà per il suo assistito che da un paio di settimane si trova agli arresti docimiciliari nella sua residenza di Pisa con l'accusa di concorso in falso ideologico in atto pubblico. Secondo il procuratore capo Aldo Giubilaro e il sostituto Alberto Dello lacono, Delvino ha collaborato a creare il buco di 224 milioni di giuro insieme al suo predecessore Alessandro Scarafuggi e all'ex direttore amministrativo Ermanno Giannetti. L'ex direttore generale e il suo avvocato hanno ribadito quanto detto al gip Giuseppe Laghezza, nella prima istanza di scarcerazione presentata. La linea difensiva è semplice: Delvino era all'oscuro di tutto quello che accadeva nell'Asll in merito al bilancio. Non solo: quando è diventato direttore generale, Delvino si è trovato Giannetti. «Non l'ho scelto io», ha sempre detto l'ex dirigente. Delvino e Giannetti sono stati iscritti nel registro degli indagati fin dall'inizio. E subito si parlò di un buco nel bilancio di circa 60 milioni di euro, ma indagini più approfondite della guardia di finanza hanno quantificato un disavanzo ben più ampio, ovvero di 224 milioni di euro dal 2004 al 2009. Delvino è stato arrestato Sanità fiorentina e toscana Lìex direttore generale dell 'Asl1 di Massa -Carrara Antonio Delvino dalle fiamme gialle a Bitonto, in Puglia, dove era tornato da Pisa per svolgere l'attività di medico dopo essersi dimesso da direttore dell'Azienda toscana. Scarafuggi è stato rimesso in libertà una decina di giorni fa dallo stesso giudice per le indagini preliminari, Laghezza, che aveva firmato l'ordinanza di custodia cautelare nella sua residenza. Il gip aveva ritenuto valide le obiezioni del legale di Scarafuggi, l'avvocato Federico Bagattini, che aveva contestato le esigenze cautelare per il suo assistito. L'ex dirigente aveva accolto la notizia nella sua abitazione di Lastra a Signa. Nessuna festa, ma almeno la soddisfazione di potersi difendere da «uomo libero». Proprio dalla scarcerazione di Scarafuggi avevano preso vigore le speranze di libertà di Delvino, che si era visto però rigettare la prima richiesta di revoca dei domiciliari. Scarafuggi aveva espresso tutta la sua felicità: «Ho sempre avuto la massima fiducia nell'operato della magistratura - aveva dichiarato ai giornali - che evidentemente ha recepito positivamente quanto da me riferito nell'interrogatorio di garanzia. L'esperienza degli arresti domiciliari è stata inattesa e dura e vorrei rivolgere un ringraziamento a quanti, amici, conoscenti, colleghi hanno, attraverso la mia famiglia, voluto manifestarmi la loro solidarietà ed il loro affetto. Ringrazio anche i legali che mi hanno assistito in questo difficile momento, l'avvocato Bagattini e Salimbeni, e in particolare il caro amico avvocato Alberto Corsinovi, con i quali continuerò a seguire l'iter giudiziario fino, spero, a poter dimostrare la mia totale innocenza». 01 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 44 G íannetti resta in carcere Resta in carcere Ermanno Giannetti (nella foto), ex direttore amministrativo dell'ASI di Massa-Carrara. È accusato tra le altre cose di peculato e di un giro di assegni circolari fatti incassare da amici e conoscenti. Uno stratagemma che gli ha permesso di distrarre , secondo l'accusa, un milione e mezzo di euro. Gli avvocati di Giannetti, Franco Perfetti e Paolo Sanità fiorentina e toscana Quadrella, non hanno fatto ancora richiesta di scarcerazione e sembra che ancora non abbiano intenzione di presentarla. «Come ho già detto dopo l'arresto del mio assistito - ha spiegato Perfetti - dobbiamo valutare quali passi compiere . Ma é chiaro che chiederemo una riduzione della custodia cautelare». Entro fine mese potrebbero esserci delle novità, insomma. Pagina 45 IL CIRCOLO SANITA DEL PD BOCCIA SCELTA DEL COMUNE « -una follia A nuovo distretto alla Stazione - MASSA - IL CIRCOLO del Pd "Nuova Sanità e Sociale" boccia la scelta della Stazione per ilnuovo distretto socio sanitario. «Tale luogo - scrive Ernesto Manfredi - è situato in un contesto di grande traffico urbano, con una sola strada di scorrimento sempre caotica e impercorribile che certo peggiorerà con la costruzione terminal delle corriere e con l'inizio della costruzione della prossima variante Aurelia. Dire, come dice il sindaco, che tutto potrà essere risolto con le s "rotonde" è come dire mettere il mare in botti- glia!». Il Circolo nota che in ogni caso «il progetto manca ancora dei finanziamenti Asl, degli accordi con le Ferrovie per la cessione dei terreni e della variante urbanistica. Come è possibile affermare che la struttura sarà pronta prima del nuovo ospedale per acuti di viale Mattei? Per ora l'unica cosa nuova che percepiamo è la rinnovata volontà di demolire l'ospedale esistente con l'apertura dei cantieri per l'utilizzo dei relativi terreni tra i più pregiati della città. La soluzione della scelta della ex Pelù e dei terreni circostanti per la costruzione del nuovo Distretto è per noi la più razionale ed equilibrata». 171TÀ Personale paramedico al lavoro Sanità fiorentina e toscana Pagina 47 Manfre di: ® distretto?. megho aflaPelit MASSA Tanti dubbi in casa Pd sulla proposta dell'amministrazione Pucci di realizzare il nuovo distretto sanitario in zona stazione. A esprimerli è il circolo Nuova Sanità e Sociale di cui è segretario Ernesto Manfredi: «Quella zona è, già oggi caotica e impercorribile e certamente peggiorerà con la costruzione terminal Atn econ l'inizio, si spera imminente, della costruzione della variante Aurelia. Dire, come fa il sindaco, che tutto ciò potrà essere risolto con le sbandierate roErnesto tonde è come Manfredi dire mettere il mare in bottiglia». Non solo: Manfredi dice che ancora mancano i finanziamenti dell'Asl, gli accordi con le Ferrovie per la cessione dei terreni e lavariante urbanistica. Dunque, «come è possibile affermare che la struttura sarà pronta prima del nuovo Ospedale per acuti di viale Mattei ? Per ora l'unica cosa nuova che percepiamo è la rinnovata volontà di demolire l'Ospedale con l'apertura dei cantieri per l'utilizzo dei relativi terreni tra i più pregiati della città». Molto più razionale per il distretto, chiude, «è la sede della exPelù e dei terreni circostanti». Gruppo locale acquim le'Perme di Sm C -h, Sanità fiorentina e toscana Pagina 48 AVIS RINGRAZIA Donazioni del sangue «Un successo, ma non si deve abbassare la guardia» - CARRARA - «RINGRAZIAMO tutti i cittadini che hanno donato»: dice Anna Baldi, medico del Centro trasfusionale e direttore sanitario Avis Carrara. «Ma se abbiamo avuto un incremento importante della donazione non possiamo abbassare la guardia, le necessità di supporto con sangue e plasmaderivati (plasma e piastrine) sono in continuo aumento per l'attività chirurgica, oncologica e del pronto soccorso». Le donazioni di sangue al Centro sono in netto aumento: come scritto dal nostro giornale, nel primo quadrimestre c'è stato un aumento di 150 donazioni rispetto al 2011, 1400 circa. «Si sono recati a donare al centro - prosegue -molti giovani dei locali Licei cittadini; partecipano attivamente alla donazione anche gruppi organizzati nell'Avis Carrara della comunità rumena oltre a singoli donatori di varie nazionalità, sottolineando il profilo multietnico e multiculturale di coesione sociale della città nell'esprimere la solidarietà anche con il dono del sangue. Si può donare tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 11 dal lunedì al sabato compresa la prima domenica del mese, per diventare donatore occorre avere un età fra 18 anni e 65 ed essere in buona salute». «ES SEdonatore di sangue significa anche fare prevenzione e avere cura del proprio stato di salute, infatti ad ogni donazione si effettuano controlli virologici e sanitari che attestano la sicurezza del sangue donato e la salute del donatore. Ricordiamo inoltre che l'attività del Centro trasfusionale oltre alle donazioni, comprende l'ambulatorio trasfusionale con oltre 800 unità trasfuse per i pazienti oncologici nel 2011 e l'attività allergologica con circa mille pazienti nel 2011 della provincia e extra provinciali». Sanità fiorentina e toscana Pagina 49 «FREDIANI» Caso [A1u « Uno sc i voLone per La d irettrice C' Ì » - CARRARA - «IL DIRETTORE generale dell'Asl Maria Teresa De Lauretis, avrebbe potuto optare per un'altra soluzione»: Renzo Giusti dell'associazione Frediani commenta così la decisione del direttore generale di incaricare Luca Muscatello come primario di Otorino. «Non entriamo nel merito delle capacità, assolutamente eccellenti del dottore, come giustamente testimoniato dalla direzione e dall'onorevole Lucio Barani, ma ciò che contestiamo è il fatto che si sapeva che quasi certamente sarebbe stato rinviato a giudizio e che era in attesa di una sentenza per un altro provvedimento ai primi di giugno». PER GIUSTI tale decisione potrebbe non essere casuale: «La sanità della nostra Asl ha bisogno di ricrearsi una verginità e apparire continuamente sui giornali per il falso in bilancio, per i processi dei suoi medici e per tutti i casi di malasanità non aiuta sicuramente . Che sia proprio questo lo scopo? Così se si verificherà una sempre maggiore disaffezione nei confronti delle nostre strutture sanitarie con fughe verso altre Asl sempre più numerose, potranno essere chiuse per mancanza di utenti. E allora contro chi protesteremo ? Contro nessuno». Sanità fiorentina e toscana Pagina 50 1-® l ignora Vordìnanza s ostetricia: il sindaco fa denuncía - PONTREMOLI - viato un esposto alla Procura sulla mancata L'AMMINISTRAZIONE comunale ha "ordinato" all'Asl di revocare i tagli agli ambulatori pomeridiani di ostetricia ma per la direzione generale è solo "aria fritta". Non la pensa così la giunta Baracchini che ha in- ottemperanza all'ordinanza sindacale emessa a favore dell'assistenza alle donne in gravidanza della Lunigiana. «La direttrice generale dell'Asl opera come se fosse sopra la legge e potesse dimenticare i diritti della gente, i rapporti con le altre istituzioni e il rispetto delle regole e dei provvedimenti di altre autorità - commenta il consigliere regionale del Pdl Jacopo Ferri -. Ci si attendeva che, anche se non condivisa, l'ordinanza fosse ottemperata e poi magari impugnata nelle sedi opportune su forma e merito. Invece no, la direttrice forse pensa di essere anche giudice amministrativo e penale decidendo di ignorare l'atto amministrativo. Una scelta gravissima che viole il codice e per questo la valutazione è affidata alla Procura». Sanità fiorentina e toscana Pagina 51 to nascita, parte l'esposto contro l'Asi Jacopo Ferri (Pd I) si batte per far rispettare l'ordinanza del Comune di non smantellare l'ospedale ® PONTREMOLI Esposto in Procura sulla mancata ottemperanza all'ordinanza sindacale sull'assistenza alle donne in gravidanza della Lunigiana emessa dal Comune. Si fa ancora più aspra la battaglia tra l'amministrazione comunale e l'Asl apuana sulla vicenda dell'ex punto nascita dell'ospedale cittadino. La settimana scorsa il vice sindaco, Pier Camillo Cocchi, per conto dell'amministrazione aveva emesso nei confronti dell'Asl un'ordinanza sindacale per revocare immediata- niente la nuova proceduta prevista per la gestione dei pazienti pediatrici e delle pazienti ostetrico -ginecologiche. Con il provvedimento si chiedeva all'Asl di ripristinare il modello attuato sino a quel momento non dando seguito alla nuova procedura che prevede invece una sostanziale riduzione dei servizi. «La direttrice generale dell'Asl - scrive il consigliere regionale Pdl, Jacopo Ferri - e con lei i collaboratori che la stanno passo passo ossequiosamente assecondando, sembrano colpiti dal delirio di on- nipotenza. Operano come se esistessero solo loro e come se potessero fregarsene dei diritti della gente, del rapporto con le altre istituzioni e del rispetto delle regole e dei provvedimenti di altre autorità. Il comportamento tenuto in questi giorni dopo la notifica della motivata ordinanza con la quale il Comune di Pontremoli ha evidenziato il pericolo imminente e grave venutosi a determinare in riferimento al for- tissimo depotenziamento dell'assistenza alle donne in gravidanza della Lunigiana presso l'ospedale di Pontremo- li, ne è l'ulteriore riprova». Secondo l'esponente del Pdl in Regione, l'aspettativa era quella che seppur non condivisa l'ordinanza fosse, come dovuto, ottemperata e poi eventualmente impugnata nelle sedi opportune per ogni valutazione di forma e di merito. «Invece no - scrive Ferri - la De Lauretis ha deciso, per ora, di poter essere insieme direttore generale, giudice amministrativo, giudice penale e quindi ha scelto di ignorare letteralmente l'atto amministrativo». Per Jacopo Ferri si è trattata di una scelta gravissima che a suo avviso è «al di fuori delle legge e lede norme del codice penale e rispetto alla quale ritengo doveroso rappresentare la situazione alla Procura per ogni valutazione». L'ex punto nascita (foto Cuffaro) r •rit'.rra ❑ miristm^man o isp ttori a PnrriremoG I . Sanità fiorentina e toscana dM➢ ,'I e `iád'h4*`I•:I . Pagina 52 Síndaco-dottore spegne un incendio in magazzino de ll'ospeda le - PONTREMOLIUN MACCHINARIO va in corto circuito, nel ripostiglio del reparto di medicina dell'ospedale di Pontremoli divampa un principio d'incendio. Nessuno in reparto, né medici, né infermiere, sul momento se n'è accorto perché il fumo usciva dalla finestra aperta del piccolo locale. Erano circa le 9,30 di ieri mattina e l'allarme è stato lanciato da alcune persone che erano in attesa fuori del presidio ospedaliero e sono state attirate dalle nuvolette nere che si propagavano fuori della finestra. La segnalazione è stata subito passata alla portineria che ha chiamato il reparto dove era in servizio il dottor Lino Mori, che è anche primo cittadino di Filattiera. Senza pensarci troppo , il sindacodottore ha imbracciato un estintore, è entrato nel ripostiglio e in poco tempo ha sedato le fiamme. Per fortuna all'interno del reparto i pazienti ricoverati non si sono accorti di nulla grazie all'intervento tempestivo che ha bloccato l'incendio prima che si propagasse. Senza paura Mori non ha esitato ad affrontare un eventuale rischio : ha chiuso immediatamente la porta dietro le spalle e ha fatto scattare l'estintore. L'odore acre della plastica bruciata è svanito in poco tempo con i residui di fumo attraverso la finestra. Subito dopo sono arrivati i vigili del fuoco di Aulla e una pattuglia di carabinieri di Pontremoli per effettuare i rilievi del caso e per esaminare la sicurezza degli impianti all'interno del reparto . E' stato appurato che a scatenare l'incendio è stato l'apparecchio per sterilizzare le padelle: per motivi ancora da accertare è andato in corto circuito. Al termine del sopralluogo tutto è risultato in ordine e quindi il personale sanitario. Nei prossimi giorni verrà predisposta la rimbiancatura del vano che contiene il macchinario che dovrà essere sostituito. In via precauzionale ieri i ricoveri ordinari e urgenti del reparto, sono stati dirottati all'ospedale di Fivizzano. Sanità fiorentina e toscana Pagina 53 d-12 A fuoco apparecchio, paura in ospe ale In fiamme la macchina "lava-padelle" a Pontremoli, ricoveri solo per ieri dirottati a Fivizzano 1 PONTREMOLI Va a fuoco una macchina elettromedicale: attimi di paura nel reparto di medicina dell' ospedale cittadino. Eaccaduto nella tarda mattinata di ieri. Una macchina lava-padelle riposta in un locale di servizio ali' interno del reparto di medicina a causa di un corto circuito ha preso fuoco emanando una nube di fumo e un odore acre ali' interno del reparto ospedaliero. Tempestivamente si è mobilitato il personale sanitario del reparto che ha provveduto a trasferire i degenti dalle stanze vicino al locale di servizio dove era posta la macchina andata a fuoco in altre camere più lonta- ne. Mentre il personale dell'ufficio tecnico e il dottor lino Mori, si sono prodigati con l'ausilio di estintori a arginare le fiamme che si sono sprigionate nel vano elettrico del lava-padelle. Qualche istante dopo sono intervenuti anche i vigili del fuoco che hanno messo in sicurezza l'apparecchiatura elettromedicale. Fortunatamente il danno provocato è stato limitato alla fuoriuscita di fumo che ha annerito solo le pareti interne del locale di servizio dove era situata la lava padelle, e questo anche in relazione al pronto intervento attuato dal personale che si è attivato immediatamente appena si è azionato l'impian- IN I FIN -, to di rilevazione incendi. Dunque a parte il lava padelle non si sono riscontrati altri danni. E' intervenuta poi una squadra della ditta Dussmann, che si occupa delle pulizie ospedaliere, che ha provveduto al risanamento completo dei locali. Quindi il reparto ha ripreso la sua normale attività. Nei prossimi giorni verrà predisposta l'imbiancatura del vano che contiene il macchinario che dovrà essere ovviamente sostituito. Precauzionalmente i ricoveri ordinari e urgenti del reparto, solo per la giornata di ieri, sono stati dirottati nell'Area medica dell'ospedale di Fivizzano. Ma già da oggi sarà ripristinata la normale organizzazione. Ri[ L'ospedale di Pontremoli Sanità fiorentina e toscana Pagina 54 Di nuovo blanchis s • Quali sono le regole da seguire per il "bleaçhing" dei denti FE1Blo Di TooARo ^' 1 1 momento della verità ! arriva quando un amico o un'amica estrae la fotocamera. «Sorridi!», è la formula per strappare lo scatto ricordo, ma spesso il problema è proprio sorridere. Il disagio deriva dalla dentatura, scurita dalle sigarette e dall'uso di alimenti come tè, caffè, liquirizia e tutte le bevande colorate, i cui residui tendono ad accumularsi tra i prismi che compongono lo smalto. Solo in minima parte, invece, per chi ha denti robusti, la perdita del colore naturale può anche essere dovuta allo spessore della dentina, più scura del rivestimento soprastante. In ogni caso il «bleaching» - la proce- Sanità nazionale dura di sbiancamento delle arcate dentarie - diventa l'unico rimedio. «La pigmentazione avviene in due fasi - spiega Annamaria Genovesi, responsabile del servizio di igiene dentale dell'istituto stomatologico "Tirreno" di Lucca -. Quella intrinseca si verifica durante lo sviluppo dello smalto, mentre quella estrinseca è dovuta all' ingestione di cibi e bevande successiva alla formazione della dentatura. Una base genetica c'è, ma riguarda soltanto la qualità dello smalto». In Italia il trend di chi va alla ricerca del sorriso perduto è in crescita: 45 mila gli interventi eseguiti nel 2011 e documentati nell'ultimo congresso dell'Aidi (l'Associazione igienisti dentali italiani). I gel più utilizzati dagli specialisti contengono perossido di idrogeno o di carbammide, concentrati fino al 40%: liberano ossigeno e ridonano candore al bianco. Come catalizzatori, in- vece, si usano quasi "sempre sorgenti di luce al plasma, che, però, durante l'applicazione (che oscilla tra gli otto e i 20 minuti), possono provocare l'infiammazione della polpa e ipersensibilità. Per questo si sta perfezionando una nuova metodica meno fastidiosa per il paziente. Lo sbiancamento, poi, può avvenire anche tramite fotoattivazione: un cromoforo contenuto nel perossido di idrogeno viene attivato dalla luce e, riducendo i tempi dell'intervento a soli 10 secondi, evita il surriscaldamento del dente. Il «bleàching», sconsigliato fino alle soglie della maggiore età e da integrare nei mesi successivi con una procedura domestica di «mantenimento», richiede alcune restrizioni alimentari nella settimana che precede l'intervento: no a fumo, alcol, alimenti cromogeni o acidi (frutta, verdura e aceto) che provocano la demineralizza- zione dello smalto. Fondamentale, poi, è affidarsi alle mani di uno specialista. «In commercio si trovano alcune strisce che danno discreti risultati - spiega Cristian Coraini, membro della società italiana di endodonzia - ma l'apporto del dentista è fondamentale: 'A nna . arla Genovesi Igienista d6 tale RUOLO : E' DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI IGIENE DENTALE D ELU ISTITUTOSTO MATOLOGICO TIRRENO DI LUCCA IL SITO: W W W.ISTITUTOSTOMATO LOG ICOTI RRENO.IT/ crea il campo asciutto per operare e protegge il paziente dal gel che può arrivare a contatto con le gengive». - Diversa è la tecnica quando si ha a che fare con un dente devitalizzato. «In questo caso il gel, con un principio attivo più basso, va applicato anche nella camera pulpare. Dopo due settimane si pulisce la cavità e si effettua un'iniezione di idrossido di calcio, prima dell'otturazione definitiva». Quanto alla prevenzione fai-da-te, è importante la tecnica con cui si utilizza lo spazzolino, l'impiego di un dentifricio poco abrasivo, oltre che del colluttorio e di «utensili» come l'idropulsore. Ma se queste misure non bastano, non c'è alternativa: tocca accomodarsi in poltrona. Pagina 56 Tumori, un'authority della salute per assistere due milioni di pazienti ROMA- Trentamila curo l'anno. Tanto è costretta a pagare, in media, ogni famiglia italiana che ha una persona malata di tumore in casa. Una cifra che non va per medicine e terapie ma per giornate di lavoro perse dai parenti, per le badanti, per la decurtazione degli stipendi del paziente, per i trasporti. Costi sociali si chiamano. Sono oltre due milioni gli italiani che combattono contro il cancro. Ma sono costretti a convivere con 21 sistemi regionali sanitari differenti. Quindi è chiaro che c'è chi viene assistito meglio e chi peggio, chi ha più servizi e chi ha meno servizi. «In Italia serve un'Authority della salute che vigili sui livelli sanitari realmente applicati su tutto il territorio per garantire che non ci siano diseguaglianze tra le regioni». E' l'annuncio del sottosegretario alla Salute Adelfio Elio Cardinale al convegno, alla Camera, su «Sostenibilità del sistema salutee innovazione in oncoematologia: dalla ricerca al paziente». I nuovi farmaci sono subito disponibili soltanto in quattro regioni lia e Marche)e nella provincia autonoma di Bolzano - si spiega- vengo recepite immediatamente le indicazioni dell'Agenzia italiana del farmaco, mentre in tutte le altre i nuovi medicinali vengono resi disponibili per i pazienti con grande ritardo. Per Francesco De Lorenzo, presidente Favo, «solo la piena operatività del piano oncologico nazionale può met- tere fine, in Italia, alle inaccettabili disparità tra i malati di cancro nelle diverse regioni». Dall'autorizzazione interna zionale di un farmaco, oltretutto, fino alla delibera che ne permette l'immissione in commercio trascorrono dai 12 ai 15 mesi. «E ulteriori ritardi aggiunge De Lorenzo - sono determinati dai tempi di latenza per la messa a disposizione a livello regionale dopo le approvazioni degli enti regolatori internazionali e nazionali. Per tre pazienti su quattro. come abbiamo rilevato da una nostra ricerca, considera la disponibilità delle terapie come una priorità imprescindibile». G.Ma. û RIPRODUZIONE RISERVATA Questo significa anche diversa disponibilità dei farmaci essenziali. La Favo, la Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia, ha inviato una lettera al ministro della Salute Renato Balduzzi un riequilibrio nell'accesso ai farmaci oncologici nelle regioni italiane: solo in quattro regioni (Lombardi, Piemonte, Friuli Venezia Giu- Sanità nazionale Pagina 57 1d/19P/1 L'editoriale dei lettori SPRECQ DI SALITA Per ora, grazie all'impegno di molti. abbiamo ancora una Sanità cori eceellene e per tutti: il vero spreco sarebbe farla morire in mani incapaci o interessate FEDERICO B. S crivo per ricordare ciò che non è nuovo, ma sempre attuale. Come ha ribadito il Ministro della Salute, gli operatori sanitari sono in sofferenza a causa delle croniche carenze di fondi nel settore e d'altro canto un contenimento della spesa si impone dati i grossi buchi nel bilancio. Chi vede le cose dall'interno conosce almeno in parte le fonti degli sprechi che molto hanno a che fare con una storica gestione allegra dei fondi e con una tradizione clientelare e nepotistica a tutti i livelli. Come sta avvenendo in molti settori della Pubblica Amministrazione, chi, da posizioni apicali, cerca di far emergere criticità a difesa dell'operato dei propri collaboratori, nell'intento di trovare soluzioni credibili, ma a volte scomode, viene ripreso dagli amministratori politici che invece premiano chi non risolve ma non è scomodo a costo di impartire ordini contraddittori ed ingiusti (erogare più prestazioni, con meno risorse organiche e riducendo le ore di straordinario) ai propri collaboratori che sono «dirigenti» solo sulla carta. Il risultato è che nessuno risulta responsabile di inefficienze e sprechi, l'organizzazione è carente a danno degli utenti-cittadini e degli operatori sanitari i cui sforzi personali sono troppo spesso insufficienti e che vengono lasciati soli a fronteggiare un legittimo scontento dell'utenza. L'aumento del contenzioso è solo una delle dimostrazioni di questo fenomeno. L'impegno dei molti che hanno scelto questo lavoro per passione ancora riesce a reggere lo scheletro di una Sanità che vanta diverse eccellenze ed è per tutti: il vero spreco sarebbe farla morire nelle mani di una gestione incapace e interessata. medico ospedaliero Sanità nazionale Pagina 58 Perché il prione diventa killer Studio italiano identifica il meccanismo che manda in tilt il traffico tra i neuroni D,vNILI,r? B,\NFI e immagini fecero il giro del mondo. -Migliaia di bovini incapaci distare in 1 equilibrio a causa 4 del tremore diffuso in tutto il corpo. Era il periodo di «mucca pazza», la temibile malattia che ha fatto allarmare l'intera Europa nella metà degli Anni 90 e che ha portato al temporaneo bando della carne con l'osso. Oggi, nonostante sia trascorso un ventennio, di questa patologia si sa ancora poco. Ora, però, uno studio Telethon pubblicato sulle pagine della prestigiosa rivista «Neuron», coordinato da Roberto Chiesa dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano in col- Sanità nazionale laborazione con l'Università di Milano e la University College di Londra, ha identificato per la prima volta uno dei possibili meccanismi alla base dello sviluppo di questo morbo. Quando si parla di «mucca pazza», in realtà, ci si riferisce all'encefalopatia spongiforme bovina, una patologia caratterizzata dalla presenza dei prioni, vale a dire di forme alterate della proteina prionica cellulare, la cui funzione fisiologica non è ancora del tutto chiara. Per una serie di svariati motivi, tuttavia, può accadere che- questa proteina subisca delle modificazioni strutturali che la trasformano, facendola diventare tossica. E non soltanto. La forma anomala della proteina stessa è in grado di influenzare la proteina corretta, modificandone la struttura e rendendola quindi pericolosa. Questo meccanismo di infezione è responsabile della varian- te del morbo di CreutzfeldtJakob, vale a dire la malattia che colpisce l'uomo e che è legata al consumo di carne bovina infetta. Le malattie da prioni nell' uomo possono però insorgere anche in modo sporadico, cioè senza una causa identificata, o a causa di mutazioni genetiche che inducono la proteina prionica ad assumere spontaneamente la conformazione tossica. Circa il 15% dei casi di morbo di Creutzfeldt-Jakob e altre due malattie - l'insonnia fatale familiare e la sindrome Gerstmann-Sträusslerdi Scheinker - sono infatti associate a mutazioni nel gene della proteina prionica localizzato sul cromosoma 20. Nonostante queste patologie siano note da più di 30 anni, non era ancora ben chiaro cosa accadesse a livello cellulare. «Ecco perché per indagare in maniera più approfondita il meccanismo tossico dei prioni - spiega Chiesa - abbiamo deciso di utilizzare un modello animale della malattia di Creutzfeldt-Jakob di origine genetica che riproduce in modo fedele l'andamento della patologia: apparentemente sano alla nascita, il topo sviluppa con il tempo problemi nella coordi- RUOLO: È DIRETTORE DEL«PRION NEUROBIOLOGY LAB» DELL'ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI DI MILANO ILSITO : WWW.MARIONEGRI.IT/ M N/EN/I N D EX.HTM L nazione dei movimenti e dell' equilibrio e successivamente altri deficit neurologici. Studiare queste forme genetiche è la strada migliore per cercare di capire come le alterazioni strutturali della proteina prionica si traducano in un ve- Pagina 60 ro e proprio segnale tossico perilcervello». Lo studio del gruppo milanese ha analizzato ciò che accade a livello del cervelletto, un'area fondamentale nel controllo é nella coordinazione dei movimenti. «In particolare continua Chiesa - abbiamo visto che in corrispondenza dei primi deficit motori si ha un'alterazione nel rilascio di un messaggero chimico cerebrale, il neurotrasmettitore glutammato. Quel che ancora non conoscevamo era il meccanismo con cui ciò avveniva». Attraverso indagini più approfondite il gruppo di ricerca di Chiesa ha quindi-scoperto che la proteina prionica alterata, accumulandosi all'interno dei neuroni, è in grado di ostacolare il trasporto sulla superficie della cellula di un'altra proteina fondamentale per il rilascio del glutammato, un canale che permette l'ingresso dello ione calcio nel neurone. Il risultato è un deficit nel funzionamento del cervelletto: un vero e proprio problema di «traffico», capace di mandare in tilt i meccanismi che controllano la neurotrasmissione e, con il tempo, far degenerare il neurone, conducendolo fino alla morte. «Questo problema di trasporto sulla superficie cellulare, con la conseguente alterazione nel rilascio dei neurotrasmettitori, è un meccanismo patologico del tutto nuovo che potrebbe essere alla base della disfunzione dei neuroni anche in altre.malattie neurodegeneL m P '11 G O5 P1U ï'ü"d£fi «Si apre uno spiraglio su molte malattie neurodegenerative» rative, nelle quali si osserva un accumulo di proteine alterate all'interno della cellula. Essendo un evento precoce e probabilmente reversibile, è potenzialmente interessante in chiave terapeutica - sottolinea Chiesa -. Ripristinare il corretto trasporto della proteina potrebbe infatti rivelarsi il punto fondamentale per evitare la degenerazione dei neuroni». La strada è aperta per nuove ricerche. Sanità nazionale Pagina 61 "Stiamo esplorando i segreti a Droteina multiforme " Gioca un ruolo nei ritmi circadiani, oltre che nelle risposte allo stress Simom REGINA Stanley Prusiner la ricerca sui prioni ha fruttato il Nobel per la Medicina nel 1997. È stato il neurologo statunitense a coniare il termine «prion» - acronimo di proteinaceus infectious particle per indicare gli agenti infettivi responsabili delle encefaliti spongiformi trasmissibili. Malattie neurodegenerative fatali che si ritiene siano provocate da uno sviluppo anomalo della proteina prionica: come il morbo della mucca pazza e la sua variante umana, la malattia di Creutzfeldt-Jakob. «A differenza di virus e batteri i prioni non possiedono acidi nucleici, Dna e Rna: la struttura è costituita da una singola molecola contenente circa 200 aminoacidi, la Prion-related Protein o PrP, che si trova normalmente nelle cellule, in particolare in quelle cerebrali», spiega il neurobiologo Giuseppe Legname, che studia la relazione tra caratteristiche strutturali e infettività. Quarantanovenne, lavora in Italia dal 2007: alla Sissa di Trieste dirige il «Prion Biology Laboratory». Una carriera, la sua, costruita trascorrendo lunghi periodi al- Sanità nazionale I prioni sono diventati tristemente famosi al tempo dell'emergenza della «mucca pazza» Topi paralizzati sono torr nati a camminare grazie a una tecnica di riabilitazione messa a punto al Politecnico di Losanna : prima vengono «risvegliati» i neuroni con una stimolazione elettro-chimica e poi segue la riabilitazione vera e propria , con l'ausilio di un 'imbragatura guidata da un sistema robotizzato. l'estero. «Per tre anni sono sta= to a Londra, al Medical Research Council. Poi in California, all'Institute for Neurodegenerative Diseases». Proprio a San Francisco ha lavorato con Stanely Prusiner. «Stan, già nel 1982, aveva ipotizzato che l'encefalopatia spongiforme fosse causata dalla proteina prionica. Nel 2004 abbiamo pubblicato su "Science" i risultati di una ricerca, dimostrando che i prioni sono proteine infettive che aggrediscono il si- sterna nervoso, causando la morte dei neuroni con effetti devastanti sull'organismo». Professore, in che modo questo avviene? «Le malattie prioniche sono dovute a un'alterazione della forma della proteina prionica che, quando si trasforma nella forma patogena - il prione -, acquisisce la capacità di replicarsi e così, con effetto domino, si accumula nel cervello e determina la distruzione delle cellule cerebrali. E il cervello, alla fine, Pagina 62 assume l'aspetto di una spugna». Parliamo di malattie al momento ancora incurabili. Che cosa le contraddistingue? «Esistono diverse malattie prioniche, anche se sono rare: colpiscono, in media, 1 o 2 persone per milione di abitante. Sono debilitanti e hanno un' evoluzione rapida: possono causare la morte dopo pochi mesi dalla comparsa dei sintomi. Sono associate a difficoltà a Intanto si accumulano nuove scoperte, giusto? «Sì. Mentre i colleghi dell'Istituto Mario Negri di Milano hanno riscontrato che la proteina prionica alterata, accumulandosi nel neurone, ostacola il trasporto sulla superficie della cellula di un'altra 'proteina coinvolta nel regolare il rilascio dei neurotrasmettitori, di particolare rilievo è un altro studio, pubblicato su "Nature" da una ricercatrice italiana, Giovanna Mallucci, del Medical Research Council di Leicester: ha individuato uno dei meccanismi alla base della neurodegenerazione causata dall' accumulo di prioni nel cervello. C'è poi uno studio giapponese dell'Istituto Riken che riguarda i prioni delle cellule del lievito: suggerisce che, oltre al loro ben noto ruolo nel causare le malattie, alcuni prioni possono aiutare gli organismi a rispondere allo stress ambientale. In- livello motorio e somma è una dimostrazione del portano alla de11 ppe menza con perdifatto che non sota delle capacità e .5 6 . e no necessariacognitive. Vengomente nocivi. 'i ; -` . ` art:, no definite sporaEsistono, dai liediche, perché viti ai mammifeRUOLO. t PROFESSORE non se né conoDI NEUROBIOLOGIAALLASISSA ri, e, se si replicaDi TRIESTE E DIRIGE IL«PRIQN scono le cause, no in altre parti BIOLOGYLABORATORY» anche se nel 10% dell'organismo, IL SITO: dei casi circa si rie non nel cervelVVW W.SISSA.IT/NB/PRIONLAB/ lo, non generano scontra una predisposizione genetica: la malat- situazioni aberranti». tia dipende da specifiche mutaLei studia anche la funzione zioni di un gene localizzato sul fisiologica della proteina cromosoma 20. Inoltre, seppur prionica . Con quali risultati? la probabilità sia bassa, è stata «Abbiamo scoperto che gioca documentata anche la trasmis- un ruolo fondamentale nello sione del contagio da un indivi- sviluppo neuronale e nel funzioduo all'altro, per esempio attra- namento del sistema talamoverso strumenti chirurgici non limbico, regione del cervello decontaminati. Oggi non esiste che regola le funzioni ormonali una cura, ma modulare la pre- ed endocrine, i ritmi circadiasenza della proteina prionica ni, così come le risposte a potrebbe essere importante stress, paura e pericolo. È una -per il trattamento di queste proteina, insomma, che tiene malattie». desta l'attenzione». L Sanità nazionale l Pagina 63 All'italiano Andrea Necchi il premio degli oncologi Usa Quando si parla di ricerca scientifica in Italia si tende a sottolineare lo scarso investimento di denaro pubblico e là conseguentefuga di cervelli. Eppure, nonostante questa crisi ormai cronica, esistono centri dove la ricerca continua a essere di alto livello. E non di rado primeggia a livello internazionale. Quest'anno, grazie ad uno-studio realizzato all'Istituto Nazionale Tumori di Milano, Andrea Necchi ha ricevuto il premio «Conquer Cancer Foundation of Asco Merit Award». il riconoscimento è stato assegnato dalla Società Americana di Oncologia Clinica in occasione dei congresso che si è svolto a Chicago, dal 4 all'8 giugno scorsi. A Necchi va il merito di aver dimostrato l'efficacia di una molecola (chiamata pazopanib) nel trattamento del cancro alla vescica. Lo studio italiano rappresenta il classico esempio di medicina personalizzata ed è considerato molto importante, perché allo stato attuale non esistono molte strategie terapeutiche per contrastare questa malattia. li farmaco in questione è in grado di inibire la formazione dei vasi sanguigni che aiutano il tumore a crescere. Tutto nasce dal fatto che il team di ricerca si è accorto che, andando a valutare i livelli di una molecola prodotta dal sistema immunitario, vale a dire l'interleuchina 8, era possibile predire l'efficacia dei farmaco. Un'indicazionéfondamentale, quindi, per poter orientare al meglio le cure.. Ma dal grande congresso di Chicago, sempre grazie al contributo italiano, sono giunte anche buone notizie a proposito del trattamento del melanoma e del cancro al polmone. Nel primo caso grazie all'immunoterapia con la molecola ipilimumab si è riusciti ad attivare con successo il sistema immunitario, dirigendolo contro le cellule tumorali. Per il secondo, invece, grazie ad una nuova strategia di somministrazione della molecola pemetrexed, è stato possibile aumentare in maniera sorprendente l'aspettativa di vita media, riducendo del 22% il rischio di mortalità. Si tratta di un significativo passo avanti con un [D. BAN.i grande contributo italiano. Sanità nazionale Andrea Necchi lavora all'istituto Nazionale Tumori di Milano Pagina 64 Quando.il papà è «vecchietto» i figli vivranno più a lungo VALENTINA ARcov[o Eun errore pensare che i papà un po' avanti con l'età abbiamo più probabilità di concepire figli con gravi problemi di salute. Uno studio della Northwestern University, presentato al meeting dell'«American Association of Physical Anthropologists », ha dimostrato invece che gli uomini anziani non tramandano ai propri figli informazioni genetiche sbagliate, responsabili di malattie come l'autismo e la schizofrenia . Anzi, i ricercatori sono convinti che avere un papà avanti con l'età significa anche avere più probabilità di godere di una vita lunga . Come riporta la rivista «Science», avere papà e nonni mediamente più anziani permette di ereditare telomeri più lunghi . 1 telomeri sono le estremità termi- Sanità nazionale nati che proteggono i cromosomi durante il processo d'invecchiamento. Queste «clessidre cellulari » si accorciano con il passare degli anni, portandoci inevitabilmente a invecchiare . Studi recenti hanno individuato un legame tra i centenari e una versione «iperattiva» della telomerasi, l'enzima che mantiene lunghi proprio i telomeri. E adesso il nuovo studio americano ha osservato che più il papà e il nonno sono avanti con l'età , al momento del concepimento, più l'attività della telomerasi è elevata nei testicoli . In pratica, gli spermatozoi degli uomini più anzian!hanno telomeri più lunghi. I ricercatori hanno poi scoperto che, per ogni decade in più dei papà al momento del concepimento , i telomeri dei figli oppure delle figlie si allungherebbero del 4%. L'effetto risulterebbe ancora più amplificato nel caso in cui la paternità tardiva si protrae da più generazioni . Più tardi il nonno ha concepito il figlio - conferma Dan Eisenberg, autore dello studiò - e più i nipoti possono contare su una maggiore lunghezza dei telomeri. Pagina 65 Dal cacao agli Omega 3 non facciamoci mancare i cibi del buonumore Dottor Ongaro , in quale modo il buonumore passa anche Sanità nazionale Mentre un bel cesto di frutta e verdura mette già allegria soltanto a guardarlo. «Frutta e verdura sono essenziali per tamponare lo stress ossidativo causato dai radicali liberi. La regola è affidarsi alla varietà e alla stagionalità prevista dalla natura... che sa perfettamente come garantire il nostro benessere». CL AUDIA FERRERO eniamo alto il mora1 le. A tavola. Per una volta pensiamo al cibo come un aiuto per stare bene soprattutto con l'umore. La bella notizia è che si può fare molto per il benessere del nostro sistema nervoso, a cominciare da quello che scegliamo di mettere nel carrello della spesa. E, se ci fermiamo a pensare che mangiamo e «filtriamo» 50 tonnellate di cibo in una vita intera, meglio scegliere con cura. «Non c'è cellula che non venga interessata da ciò che mangiamo, il cibo non ci dà solamente energia, ma èfonte di informazioni preziose per il funzionamento delle cellule stesse - spiega il dottor Filippo Ongaro, vice-presidente dei Medici italiani antiaging e divulgatore scientifico -. Questo semplice dato di fatto ha aperto orizzonti terapeutici affascinanti e nuovi». Carote ricche di betacarotene o pere cariche di potassio sono anti-depressivi naturali, che aiutano a ripartire con allegria. È un esempio di come nel campo della prevenzione si possa fare molto per se stessi, «a patto di cambiare le abitudini alimentari e diventare più consapevoli di quello che mettiamo nel piatto». biamo assicurarci sempre un apporto di acidi grassi Omega 3. Sono componenti importanti della membrana cellulare, la stabilizzano e facilitano anche la comunicazione tra i neuroni. Si trovano in particolare nel pesce azzurro: sgombri, sardine, acciughe. Nella frutta secca, per esempio nelle noci. Ma anche nell'olio di lino». Le banane, ricche di magnesio, meritano un'attenzione particolare? A 11 r Gli Omega 3 sono componenti importanti della membrana cellulare attraverso il cibo? «E possibile per due semplici ragioni: la prima è che il sistema gastrointestinale funziona come un secondo cervello, essendo ricchissimo di tessuto nervoso. Non a caso è sempre stato visto come una sede delle emozioni. È un sistema bidirezionale, ovvero c'è comunicazione tra intestino e cervello, così come il secondo condiziona il primo. L'altra ragione è che determinati alimenti agiscono come precursori dei neurotrasmettitori responsabili del sentirsi bene». Cominciamo a suggerire dei «magnifici alimenti» preziosi per la salute del nostro umore quotidiano. «Parto dallo zucchero, ma per dire quanto è nocivo: va limita- to, perché ha un impatto negativo anche sul sistema nervoso. Gli zuccheri in eccesso provocano, infatti, sbalzi alla glicemia con effetti sull'umore che vanno dall'irritabilità alla stanchezza generale. Lo si vede molto bene nei comportamenti di cer-. ti bambini». Ovvero? «È il caso, per esempio, di quando i piccoli passano da fasi di iperattività a crisi improvvise di pianto, se non vengono alimentati correttamente. Occorre stabilizzare la glicemia e per fare questo bisogna introdurre nella dieta i cereali integrali. Non pòssono mai mancare a tavola». Proseguiamo con un secon- do consiglio. «Per i loro grandi benefici dob- RUOLO : È VICE-PRESIDENTE DEI MEDICI ITALIANI ANTIAGING I LIBRI: «MANGIACHE DIMAGRISCI» E «MANGIA CH E Ti PASSA» PIEMME ILSITO : WWW.FILIPPO-ONGARO.IT «Diciamo che hanno un effetto calmante, funzionano come una coccola». Questo vale anche anche per il cacao... «È un antiossidante che ha un buon effetto sull'umore: contiene feniletilamina, stimola serotonina dall'effetto calmante e dopamina». Continuiamo sulla via del buonumore. «Possono valere alcune strategie nutrizionali. Le proteine, ad esempio, è meglio mangiarle nella prima parte della giornata, poiché favoriscono la produzione di catecolamine e, quindi, attivano il sistema nervoso centrale. Alcuni carboidrati - sempre integrali, beninteso - contengono "invece triptofano, e predispongono alla calma». Pagina 66 Interrogatorio retato, s'indaga sui 7 , ` `oni distratti a o ione augeri d by iiv/ ,,/ 9i..,,,////4111, 'N///(J. //' Q0// A/11 Nel miri o i rapporti del faccendiere con il Pirellone dl CLAUDIA GUASCO MILANO - Sei ore davanti ai pubblici ministeri che indagano sui 70 milioni di curo distratti dalla fondazione Maugeri, polo d'eccellenza della sanità privata lombarda. E alla fine il verbale fiume di Pierangelo Daccò, l'uomo d'affari il cui compito era «risolvere problemi» per le pratiche incagliate al Pirellone, è stato secretalo. «Interrogatorio importante, ma non decisivo. Ci sono ancora dei punti in sospeso e Daccò verrà risentito», è quanto trapela dalla procura. Al manager, finanziatore delle vacanze esotiche del governatore Roberto Formigoni, è stato chiesto conto dei suoi rapporti con i personaggi di vertice dell'amministrazione lombarda e delle sue entrature presso la Regione. E soprattutto di quelle «utilità» che potrebbe aver versato afunzionari pubblici per «appianare o ottenere l'esito favorevole dell'iter burocratico avviato in varie istituzioni territoriali». Molti gli elementi inediti messi sul tavolo dai magistrati. a cominciare dai movimenti sulle carte di credito estere di Daccò che gli investigatori della polizia giudiziaria hanno analizzato in questi giorni. E poi ci sono le novità emerse dagli ultimi interrogatori, come quello dell'ex dirigente del Pirellone Alessandra Massei (indagata) che, stando all'inchiesta. sarebbe stata uno dei referenti di Daccò in Regione dato che si interessava anche degli accreditamenti delle strutture sanitarie regionali. Fino a un mese fa le carte depositate definivano i passaggi di denaro dalla fondazione Maugeri a Daccò e ad Antonio Simone, esponente di spicco di CI ed ex assessore alla Sani- Sanità nazionale tà, ma sugli agganci di Daccò al Pirellone e sulle sue reali possibilità di condizionare a suo favore una pratica le testimonianze erano vaghe e generiche. Nel frattempo l'inchiesta è andata avanti e le deposizioni successive hanno aperto uno squarcio sull'effettivo raggio d'azione di Daccò in Regione. Nel parere negativo con cui i pm Laura Pedio e Antonio Pastore negano la scarcerazione del direttore generale della Maugeri. Costantino Passerino. fanno riferimento a «pagamenti riservati dalla Fondazione Maugeri anche a favore di esponenti politici o loro famigliari». Gli interrogatori. premettono i pm, «evidenziano il ruolo centrale di Passerino non solo nella gestione della fondazione, ma anche di tutta la struttura illecitaorganizzata per consentire alla Fondazione di trasferire ingenti somme di denaro non solo a Dacc> e Simone, ma anche a tutti coloro che, politici o funzionari pubblici o intermediari, hanno negli anni illecitamente agevolato l'attività della Fondazione in diverse iniziative e in varie località». EderaDaccò, specificano i magistrati, «che prendeva gli accordi, definiva gli importi ele modalità dipagamento. e teneva i rapporti con i funzionari regionali». Fino a ieri l'uomo d'affari si è limitato a ribattere: «Non ho dato mai denaro a nessuno, se non purtroppo a una persona che non c'è più». Questa volta, a quanto filtra dalla procura. pur con un'iniziale resistenza è stato più prodigo di informazioni. Ma ancora non basta a ricostruire il quadro. tant'è che i magistrati lo risentiranno presto. Nel frattempo Formigoni fa sapere di «non aver mai favorito in alcun modo Piero Daccò o qualsivoglia persona nell'esercizio delle sue funzioni di presidente della Regione. Non un euro di deva ro pubblico è stato malversato o usato in maniera illegale». C RIPRODUZIONE RISERVATA Formigoni «.Mai favorito nessuno e neanche un euro speso iilegalrnente» Pagina 67 OLTRE 50 MILIONI PER LANCIARE SMARTVIEW, IL NUOVO SISTEMA DI MONITORAGGIO DEI PAZIENTI Via all a partn ership SorinOrange Con questo progetto ad alta tecnologia la divisione del gruppo italiano conta dì aumentare il giro d'affari annuo del10-15% Rafforzandosi soprattutto in Europa, Nord America e Giappone DI ANDREA MONTANARI p assa per l'alleanza internazionale con Orange lo sviluppo di Sorin. Il gruppo italiano attivo nel settore dei dispositivi medicali e di trattamento delle malattie cardiovascolari presieduto da Rosario Bifulco , secondo quanto appreso presso fonti finanziarie da MF-Milano Finanza, è pronta a lanciare inizialmente sui mercati europei e poi in Nord America il sistema di monitoraggio a distanza Smartview realizzato in partnership con Orange Business Solution. Il prodotto consentirà agli operatori sanitari di accedere ai dati rilevanti sullo stato di salute dei pazienti provenienti dai defibrillatori (o altri dispositivi dedicati alla gestione del ritmo cardiaco). Ciò consentirà il controllo a distanza dello stato di salute del paziente «senza che quest ' ultimo si debba per forza presentare in ospedale o in un ' altra struttura sanitaria» afferma Stefano Di Lullo, a ca- Sanità nazionale po della divisione Cardic Rithm Management (i dispositivi per la gestione delle patologie cardiovascolari) di Sorin. «E la prima volta», continua Di Lullo, «che definiamo una partnership con un gruppo come Orange, che abbiamo individuato per la cultura industriale più vicina alla nostra rispetto a quella di altri player», come per esempio At&t. Il progetto Smartview, per il qua- le le due aziende hanno investito complessivamente più di 50 milioni, sarà inizialmente distribuito sui mercati di «Inghilterra, Francia, Spagna, Italia, Germania e Olanda», specifica il manager di Sorin. «Mentre in autunno lo lanceremo in Canada e negli Stati Uniti. Poi copriremo gli altri mercati europei». Dal punto di vista industriale , la società italiana ritiene che l'introduzione del nuovo sistema di monitoraggio possa garantire «una crescita a doppia cifra, nell'ordine del 10-15%, dei ricavi della divisione». Questa su base annua ha fatturato 270 milioni, un terzo del giro d'affari consolidato di Sorin (743.4 milioni a fine 2011). «Con questo prodotto e con il sensore SonR che abbiamo lanciato lo scorso ottobre contiamo di aumentare la nostra presenza e la quota di mercato in Europa, Usa, Canada e, dall'anno prossimo, in Giappone ». (riproduzione riservata) Pagina 68