Piastrinopenia nel cane e nel gatto (parte I.)
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Piastrinopenia nel cane e nel gatto (parte I.)
Piastrinopenia nel cane e nel gatto (parte I.) Aspetti preanalitici e analitici La prima domanda che dobbiamo farci quando riceviamo un referto con un numero di piastrine al di sotto dell’intervallo di riferimento è: il nostro paziente è realmente trombocitopenico? 3 dati principali devono essere sempre valutati: il numero totale di piastrine, la presenza di aggregati e la stima piastrinica. Gli scenari possibili sono diversi ma si possono riassumere in queste 5 “categorie”: CASO 1 Numero di piastrine ↓ Presenza di aggregati ++/+++ Stima piastrinica Adeguata o inadeguata CASO 2 ↓↓/↓↓↓ ++/+++ Adeguata CASO 3 ↓↓/↓↓↓ ++/+++ Inadeguata CASO 4 ↓/↓↓ Presenti o assenti + o assenti Stima adeguata CASO 5 Legenda: ↓/↓↓/↓↓↓ Stima inadeguata Interpretazione più probabile Il paziente ha un numero probabilmente normale di PLT, o comunque più elevato del numero misurato dallo strumento Il paziente ha un numero probabilmente normale di PLT, o comunque più elevato del numero misurato dallo strumento E’ possibile che il paziente non sia trombocitopenico ma non è possibile valutarlo Il paziente molto probabilmente non è trombocitopenico Il paziente è molto probabilmente trombocitopenico ↓ : numero di piastrine lievemente diminuito (es. 120-140.000/microlitro); ↓↓: numero di piastrine moderatamente diminuito (es. tra 60.000 e 100.000/microlitro); ↓↓↓: numero di piastrine marcatamente diminuito (es. < 60.000/microlitro) La stima piastrinica è la conta su vetrino a 1000X (almeno 10 campi) del numero di piastrine osservate. Non è una interpretazione soggettiva, come molti erroneamente ritengono, che tiene conto del numero di piastrine e della presenza di aggregati, bensì una semplice misurazione. La stima piastrinica viene considerata: SPECIE CANE GATTO INADEGUATA* <7 <11 *media del numero delle piastrine contate a 1000X in 10 campi ADEGUATA* 8-25 12-40 AUMENTATA* <26 <40 Se la stima è adeguata, indipendentemente dal numero di piastrine contate dallo strumento o dalla presenza o assenza di aggregati, il paziente molto probabilmente non è trombocitopenico; ma se la stima è inadeguata non è detto che il numero di piastrine realmente presenti nel paziente sia diminuito. Se le piastrine sono intrappolate in microcoaguli in provetta o se sono concentrate in coda allo striscio per la presenza di aggregati, nei campi che vengono valutati il numero di piastrine è ovviamente ridotto e la stima che ne deriva è inadeguata. Per questa ragione una stima inadeguata associata alla presenza di numerosi aggregati (++/+++) non necessariamente ci dice che il paziente sia trombocitopenico, ma purtroppo non è possibile stabilirlo con certezza. Certamente se il numero di piastrine è molto basso, non sono presenti aggregati e la stima non è adeguata è molto probabile che la piastrinopenia sia reale (a meno che non siano presenti coaguli in provetta). Le ragioni per le quali il numero di piastrine può venire falsamente diminuito (pseudotrombocitopenia), sono molteplici: prelievo difficoltoso che attiva le piastrine e il processo coagulativo portando alla formazione di coaguli e – o aggregati in provetta presenza di ipercoagulabilità in vivo, con conseguente formazione di coaguli e-o aggregati in provetta aggregazione conseguente alla presenza di EDTA: raro ma possibile. In questo caso è possibile ripetere il prelievo utilizzando provette con Sodio citrato. Presenza di macropiastrine che non vengono lette dallo strumento (in questo caso la stima piastrinica sarà adeguata, così come il piastrinocrito) Rapporto sangue – anticoagulante scorretto (troppo sangue rispetto al volume indicato dalla provetta con conseguente formazione di coagulo) Mancata miscelazione per inversione della provetta immediatamente dopo il prelievo (con conseguente formazione di coagulo) Ritardato riempimento della provetta dopo il prelievo o eccessiva pressione nel versare il sangue nella provetta (togliere sempre l’ago dalla siringa!) La pseudotrombocitopenia è molto più frequente nel gatto a causa della maggiore reattività e tendenza ad aggregarsi delle PLT in questa specie e per il fatto che ha macropiastrine che vengono lette, soprattutto dagli strumenti a impedenza, come eritrociti. Ho il sospetto che il mio paziente sia trombocitopenico: cosa faccio? Innanzitutto e soprattutto nel caso in cui la piastrinopenia sia molto marcata, deve essere presente un quadro clinico compatibile, come presenza di petecchie o sanguinamenti. Si consideri che in genere la tendenza all’emorragia compare spontaneamente con PLT <20-30.000/microlitro, più probabilmente se indotta da traumi (anche prelievi) o ferite chirurgiche con PLT < 50-60.000/microlitro. Nel caso in cui oltre alla piastrinopenia sia presente una piastrinopatia, le emorragie posso comparire anche con conte piastriniche superiori. Se il paziente presenta un quadro clinico compatibile allora possiamo confermare la piastrinopenia. Nel caso di piastrinopenie moderate o quadri dubbi in assenza di sintomi è sempre necessario ripetere il prelievo avendo cura di farlo nel migliore dei modi possibili. Se il prelievo successivo conferma un numero di piastrine sotto agli intervalli di riferimento, posso con buona probabilità considerare il risultato come reale e quindi andare a indagare la possibile causa di trombocitopenia. Intervalli di riferimento di razza e patologie ereditarie Nel caso in cui venga confermata la presenza di piastrinopenia dobbiamo sempre ricordare che alcune razze canine hanno intervalli di riferimento molto diversi dalla popolazione canina generale perché affetti da una patologia ereditaria, ma anche in condizioni di normalità. Macrotrombocitopenia ereditaria Dovuta alla mutazione di una proteina, la β1 tubulina che comporta un problema di frammentazione anomala del citoplasma dei megacariociti con la conseguenza che vengono liberate in circolo un numero minore di piastrine però molto voluminose. I cani affetti hanno in genere un numero di piastrine compreso tra 30.000 e 120.000/microlitro, non hanno problemi di sanguinamento e hanno un piastrinocrito (PCT) normale con presenza sullo striscio di macropiastrine. Le razze per le quali è stata riportata questa condizione sono: Cavalier King Charles Spaniel (CKCS), Norfolk e Cairn Terriers, Labrador Retrievers, Barboni, Chihuahua, Shih Tzu, Maltesi Terrier, Jack Russell Terriers, Akita inu. Grayhound e Sighthound Queste razze hanno intervalli di riferimento inferiori, e un numero di piastrine compreso tra 80.000 e 290.000/microlitro deve essere considerato normale. Ematopoiesi ciclica del Gray Collies Si tratta di una malattia ereditaria che comporta fluttuazioni del numero di reticolociti, piastrine e granulociti neutrofili ogni 12 giorni, con conseguenti e periodiche citopenie periferiche. Il mio paziente è clinicamente sano, ma ho riscontrato lieve piastrinopenia: come mi comporto? Come per qualsiasi altro parametro deve essere considerata la possibilità che un animale abbia un numero di piastrine lievemente più basso del limite inferiore di normalità ma che sia assolutamente sano. In una popolazione di riferimento (utilizzata per creare gli intervalli) esistono sempre soggetti che vengono definiti outliers, ovvero soggetti perfettamente sani i cui parametri non rientrano negli intervalli di normalità per quella popolazione. In genere si tratta di piastrinopenie lievi. Nel caso in cui un paziente clinicamente sano, che resti sano nel tempo, presenti in successivi controlli un numero di piastrine lievemente inferiore devono comunque essere escluse possibili patologie occulte, che comportino una fase subclinica. L’esame emocromocitometrico deve essere ripetuto nel tempo per confermare il dato ed escludere l’errore preanalitico o analitico; devono essere svolti degli esami di laboratorio di base (profilo biochimico, elettroforesi, esame delle urine con pu/cu). Anche nel caso in cui non si evidenzino con questi esami alterazioni è consigliabile effettuare test sierologici per le principali malattie infettive che possono associarsi a piastrinopenia come unica alterazione, soprattutto se esiste la possibilità di averle contratte (es area endemica). Tra queste ricordiamo: Ehrlichiosi, Anaplasmosi e Leishmaniosi nel cane; FIV e FeLV nel gatto. Se tutti i test effettuati sono negativi, il paziente resta clinicamente sano ma continua ad avere un numero di piastrine lievemente diminuito l’ipotesi più probabile è che quello sia il suo numero normale di piastrine, oppure ancora che sia affetto da una patologia ereditaria non ancora segnalata per quella razza. Parametri piastrinici Gli strumenti laser come quello utilizzato nel nostro laboratorio (ADVIA 120) forniscono parametri piastrinici che possono fornire alcune utili informazioni MPV (Mean Platelet Volume) Corrisponde al volume medio di tutte le cellule che lo strumento ha contato come piastrine. Poiché esattamente come gli eritrociti, le piastrine immature sono più grandi di quelle mature, un MPV aumentato può far presupporre che il midollo stia “rigenerando”. Sfortunatamente questo parametro non è né molto sensibile né molto specifico: un MPV normale non esclude che il midollo stia rigenerando, né un MPV aumentato ci assicura che il midollo funzioni, perché lo strumento può generare falsi aumenti dell’MPV quando legge piastrine aggregate tra loro. PDW (Platelet Distribution Width) Esprime l’anisocitosi piastrinica; maggiore è il PDW, maggiore è la presenza di piastrine dal volume molto differente. PCT (piastrinocrito) Questo parametro misura la massa piastrinica circolante, così come l’ematocrito misura la massa eritrocitaria. Viene calcolato moltiplicando l’MPV per il numero di piastrine contate dallo strumento. Nelle razze affette da macrotrombocitopenia è in genere normale anche se è presente trombocitopenia, proprio perché le piastrine sono grandi. MPC (Mean Platelet component Concentration) Misura l’indice di rifrazione delle piastrine, ovvero la loro densità. E’ un indice indiretto dello stato di attivazione piastrinico: quando le piastrine sono attivate degranulano, di conseguenza la loro densità diminuisce e così l’MPC. In letteratura esistono numerosi studi su questo parametro, piuttosto conflittuali e ad oggi non è stata confermata una sua reale utilità per identificare la presenza di attivazione piastrinica. Nel prossimo articolo verranno descritte le principali cause di trombocitopenia nel cane e nel gatto, e verranno fornite indicazioni sulla scelta degli esami di laboratorio più utili per orientarsi tra le numerose diagnosi differenziali che questa condizione ematologica prevede. Se nel frattempo avete dubbi o domande, potete contattarmi via mail: [email protected] La bibliografia completa sarà fornita nel prossimo articolo. Buon lavoro! Dr Silvia Rossi, DVM, ECVCP Dipl.