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LEZIONE
“LA RICERCA FENOMENOLOGICA”
PROF. ANTONIO FRANCESCHI
Università Telematica Pegaso
La ricerca fenomenologica
Indice
1
La ricerca fenomenologica ------------------------------------------------------------------------------- 3
1.1.
1.2.
1.3.
1.4.
1.5.
1.6.
1.7.
2
L’utilizzo della grounded theory ----------------------------------------------------------------------- 9
2.1
2.2
2.3
2.4
3
Introduzione -------------------------------------------------------------------------------------------- 3
La ricerca fenomenologica: definizione di fenomenologia ------------------------------------- 3
La ricerca fenomenologica: definizione operativa generale ------------------------------------ 4
La ricerca fenomenologica: analisi del campione di ricerca ------------------------------------ 4
La ricerca fenomenologica: l’organizzazione del lavoro ---------------------------------------- 5
La ricerca fenomenologica: l’analisi dei dati ottenuti dalle interviste. ------------------------ 6
La ricerca fenomenologica: limiti operativi ------------------------------------------------------- 7
Introduzione al concetto --------------------------------------------------------------------------------- 9
La grounded theory: caratteristiche salienti dell’analisi -------------------------------------------- 9
La grounded theory: limiti di analisi ---------------------------------------------------------------- 10
La grounded theory: caratteristiche vantaggiose della ricerca flessibile ----------------------- 10
La ricerca etnografica ---------------------------------------------------------------------------------- 12
3.1 Cenni teorici e prospettive di lavoro ---------------------------------------------------------------- 12
3.2 La ricerca etnografica: esposizione dei principali vincoli di ricerca ---------------------------- 13
4
L’empirismo e la ricerca in ambito qualitativo --------------------------------------------------- 15
4.1 Concetto di base ---------------------------------------------------------------------------------------- 15
4.2 L’empirismo: nozioni pratiche da utilizzare durante la ricerca operativa ---------------------- 16
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
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La ricerca fenomenologica
1 La ricerca fenomenologica
1.1.
Introduzione
Non è certamente nei miei obbiettivi, tantomeno nell’impostazione didattica di questo corso,
fare una teoresi sulle varie interpretazioni della filosofia fenomenologica.
Tuttavia, anche per doveroso omaggio alla vostra competenza culturale di professionisti
laureati, è inevitabile un accenno ai concetti generali, i quali saranno di utilità per comprendere tutto
il resto della dissertazione che verterà molto di più sulla pragmatica e sull’operatività.
1.2.
La ricerca fenomenologica: definizione di fenomenologia
Il maggior contributo, a mio avviso, è da ricercare nel lavoro intellettuale di Edmund
Husserl, filosofo tra i più attivi all’inizio del secolo scorso nel far progredire il pensiero filosofico
attraverso la cosiddetta “riduzione fenomenologica” la quale pone come presupposto essenziale
l’esperienza intuitiva.
Con essa ci si riferisce al fenomeno in analisi come base fondamentale per esperire da esso
stesso le essenze fondamentali di quanto sperimentiamo.
Un vincolo fondamentale per l’analisi fenomenologica è l’intenzionalità: il concetto fermo
che la coscienza sia rivolta verso un oggetto che abbia un contenuto per l’osservatore.
Husserl distingue tra atto mentale ed il relativo fenomeno verso il quale si è mentalmente
proiettati mettendo tra parentesi (epochè) le precedenti assunzioni e cercando di conseguenza solo
le idee pure, la conoscenza di essenze.
Diamo quindi una rapida consulenza bibliografica per chi fosse appassionato ed interessato a
prolungare la conoscenza in merito:
Fenomenologia e psicologia, a cura di Anna Donise, Napoli: Filema, 2007
Metodo fenomenologico statico e genetico, a cura di Mario Vergani, Milano: Il
Saggiatore, 2003
I problemi fondamentali della fenomenologia. Lezioni sul concetto naturale di
mondo (1910-1911), a cura di Vincenzo Costa, Quodlibet 2008
La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale: introduzione
alla filosofia fenomenologica, a cura di Walter Biemel, traduzione di Enrico
Filippini, Milano: Il Saggiatore, 1961
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La ricerca fenomenologica
Erinnerungen an Franz Brentano" in Franz Brentano. Zur Kenntnis seines Lebens
und seiner Lehre a cura di Oskar Kraus, Beck, München.
1.3.
La ricerca fenomenologica: definizione operativa generale
Attualmente la ricerca fenomenologica gode di largo seguito, è l’analisi qualitativa per
eccellenza proprio per avere come caratteristica di rilievo la capacità dell’intervistatore come fattore
di successo e di garanzia del buon esito dell’intervista.
Diamo una prima definizione:
LA RICERCA FENOMENOLOGICA HA SCOPO MERAMENTE DESCRITTIVO E SI
LIMITA A DELINEARE LE ESPERIENZE DEI PARTECIPANTI NEL MODO IN CUI SONO
STATE VISSUTE.
Vincolo da tenere quindi in primo piano è “il vissuto” ed a questo punto per comprendere
meglio tutta la teoria spieghiamolo in dettaglio.
Si tratta di un gruppo di individui, meglio se uno solo, dotati di un forte valore esperenziale.
Solitamente tanto più la vita di questi individui è caratterizzata da un particolare evento, o
meglio momento esistenziale, che ha condizionato la loro esistenza, tanto più saranno capaci di
fornire informazioni, dati, stati d’animo, racconti utili a completare la ricerca.
E’ ovvio, che su queste basi di ricerca solo un’analisi qualitativa si presta al caso.
Cercare di capire un momento di vita richiede capacità di ascolto e di organizzazione del
dialogo che solo un ricercatore dotato di empatia e “senso delle relazioni” riesce a realizzare.
Tengo a precisare che quanto scritto finora non deve portare a pensare di essere negati in
principio per tale lavoro oppure di sentirsi vocati e non avere bisogno di ulteriore formazione.
Per definirsi professionisti nel settore occorre pratica, esperienza e formazione, soprattutto
quest’ultima che definisce la barriera tra il professionista destinato a fornire un lavoro prezioso al
mondo scientifico e il dilettante il cui elaborato approssimativo è privo di utilità e valore culturale
destinato a produrre dati fuorvianti e spreco di risorse economiche.
1.4.
La ricerca fenomenologica: analisi del campione di ricerca
Nella scelta del campione si deve porre maggiore attenzione alla qualità che alla quantità,
spesso un gruppo ristretto di individui dotati di un sensibile vissuto forniscono molte più
informazioni rispetto ad un gruppo numeroso ma omogeneo il cui difetto è di prolungare il lavoro di
ricerca.
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La ricerca fenomenologica
Spesso l’analisi critica dei lavori di ricerca fenomenologica mette in rilievo l’opportunità di
concentrarsi su campioni di piccole dimensioni per evitare il problema delle ripetizioni.
Durante la raccolta delle interviste, nei gruppi quantitativamente considerevoli, capita di
dover analizzare più di una volta lo stesso racconto, i medesimi dati e tutto ciò è niente altro che una
perdita di tempo.
Rammento che trattandosi di una valutazione qualitativa basata su singoli eventi spesso
irripetibili, è da considerare sufficiente anche un solo racconto se questo delinea esaustivamente
quanto ci si era proposto nella progettazione iniziale su quanto e cosa ottenere dal ciclo di interviste.
Più tecnicamente introduco il concetto di “ridondanza”: noto nelle scienze statistiche
comporta la ripetizione di dati la cui eliminazione o mancanza non incide nella formulazione finale
del risultato.
Questo ci riporta anche alla prima lezione dove ho sottolineato più volte i parametri di
efficienza ed efficacia, soprattutto nel primo vincolo portano ad un considerevole spreco di risorse
umane ed economiche e penalizzano la valutazione delle abilità professionali dell’infermiere stesso.
1.5.
La ricerca fenomenologica: l’organizzazione del lavoro
Come accennato in precedenza tutto è imperniato sul ruolo dell’infermiere designato alla
ricerca.
Il suo primo compito è di fare una valutazione su sé stesso, sulle proprie caratteristiche e su
come ha intenzione di interfacciarsi con l’interlocutore.
In questa fase si richiede una notevole capacità riflessiva, saper definire chiaramente da
subito i parametri di ricerca, come articolarli, cosa ottenere e quanto tempo dedicare.
Il parametro di ricerca basilare è, oltre alla scelta del campione, come strutturare l’intervista:
con quali strumenti e quanto deve essere standardizzata ma su questi presupposti faremo delle
riflessioni nei capitoli successivi
Infine cercare di prevedere eventuali imprevisti e pensare anzitempo alle eventuali soluzioni
e metodi risoluti da utilizzare, nella fattispecie il compito più logorante è l’organizzazione del
tempo messo a disposizione ad entrambi: spesso gli intervalli di tempo non coincidono o si
prolungano oltre ad un orario accettabile o compatibile con altri impegni.
Ad ulteriore completamento della formazione suggerisco la lettura dei libri del seguente
autore:
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Van Kaam A. (1985) Il counseling. Una moderna terapia esistenziale. Roma:
Città Nuova.
Van Kaam A. (1966). The art of existential counseling. Wilkes Barre PA:
Dimensio Books.
1.6.
La ricerca fenomenologica: l’analisi dei dati ottenuti dalle interviste.
Tale fase è legata al modo con il quale sono state strutturate le interviste effettuate in
precedenza.
Indubbiamente ci trova di fronte ad una quantità più o meno consistente di dati, di
descrizioni, di interviste audio e video, per velocizzare e sintetizzare nel modo più efficiente il
lavoro è indubbio che questa fase deve essere svolta dal ricercatore singolo o dal gruppo di ricerca
che ha prodotto finora l’analisi: sanno come sono arrivati a tanto, in quali periodo e, ciò che più
conta, sono in grado di interpretare immediatamente senza filtri quanto arriva sotto gli occhi.
L’analisi si basa sul concetto di “senso”, in altre parole ciò che si ottiene deve avere un
significato che è la somma, la sintesi logica dei racconti delle esperienze degli intervistati.
Più pragmaticamente si devono eliminare le espressioni inutili, le frasi che non hanno
coerenza con l’obiettivo della ricerca, inoltre riporto al già citato fattore della “ridondanza” poiché
se un insieme di valori appare più volte significa che vi è una unità di intenti, o meglio di significati,
pertanto diventa inutile continuare ad elaborare e quantificare dati che sono già chiari per
l’intervistatore ed il gruppo di ricerca stessi.
La metodologia scientifica delinea il concetto di “senso di unità” che chiede di mettere in
relazione le esperienze, i significati ottenuti l’uno con gli altri e successivamente indirizzarli verso
l’obbiettivo del lavoro assegnato al fine di dare una risposta a quanto dalla ricerca si chiede di
ottenere.
Sottolineo che quanto richiesto di fare, una volta completato, deve essere esposto con un
linguaggio scientifico in grado di dare ai professionisti del settore un insieme di valori
comprensibili ed utilizzabili come ulteriore supporto al loro operare.
Consiglio la seguente bibliografia per espandere al meglio la propria conoscenza in merito:
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Fischer, Costanza e Wertz, Fred (1979). Analisi empirica fenomenologica di essere
penalmente vittime. In Amadeo Giorgi, (Ed.), Duquesne studi in psicologia
fenomenologica (vol.3, pp.135-158). Pittsburgh University Press Duquesne.
Giorgi, Amedeo (1975a). Convergenza e divergenza di metodi qualitativi e quantitativi
in psicologia. In Amadeo Giorgi, (Ed.), Duquesne studi in psicologia fenomenologica
(Volume 2, pp.72-79). Atlantic Highlands: Premere Humanities.
Giorgi, Amedeo (1975b). L'applicazione del metodo fenomenologico in psicologia.
Atlantic Highlands: Premere Humanities.
Giorgi, Amedeo (1994). Una prospettiva fenomenologica, relativa a taluni metodi di
ricerca qualitativa. Gazzetta di psicologia fenomenologica, 25, 190-220.
Shweder, Richard & Much, Nancy (1987). Le determinazioni di significato: Discorso
morale e di socializzazione. New York: Wiley.
Strauss, Anselm (1987). analisi qualitativa degli scienziati sociali. New York:
Cambridge University Press.
Strauss, Anselmo & Corbin, Juliet (1990). Nozioni di base della ricerca qualitativa:
Grounded procedure di teoria e tecniche. Newbury Park, CA: Sage.
Carl Ratner (1997) Psicologia culturale e metodologia qualitativa. New York: Plenum.
1.7.
La ricerca fenomenologica: limiti operativi
Come già chiarito nella prima parte del corso questo tipo di ricerche, più delle altre, indaga a
fondo sulla vita degli individui generando oltre ai dati utili alla nostra ricerche anche dati sensibili e
personali dell’intervistato.
Se non viene dato il consenso la ricerca perde ragione di proseguire, nel caso in cui si abbia
il “via libera” all’analisi rimangono sempre da tenere in considerazione i limiti etici e morali che
distinguono un professionista da chi specula a proprio vantaggio sulle situazioni di disagio o
intimità dell’intervistato.
Ricordo ancora una volta che quanto ottenuto, elaborato e scientificamente esposto deve
essere altrettanto portato a conoscenza delle persone che hanno costituito il campione di analisi.
Riporto per pura puntualizzazione anche i limiti legali che inquadrano l’attività di ricerca:
La Costituzione della Repubblica Italiana: Articolo 15 e Articolo 21
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Codice penale: Capo III - Sezione IV
Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196
Articolo 2050 del Codice Civile
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2 L’utilizzo della grounded theory
2.1
Introduzione al concetto
L’utilizzo della Grounded Theory ha trovato ampio seguito sul finire degli anni sessanta del
secolo scorso negli Stati Uniti basandosi sul contributo metodologico e scientifico di Barney Glaser
ed Anselm Strass e permane tuttora come un sistema efficace per condurre la ricerca qualitativa.
Per gli appassionati di psicologia e sociologia segnalo come riferimenti epistemologici le
innovazioni introdotte dall’interazionismo simbolico e della “Scuola di Chicago”.
Il punto fondamentale della Grounded Theory è il progredire contestuale della fase della
ricerca, gestione, organizzazione e della relativa elaborazione dei dati raccolti: il ricercatore manda
avanti di pari passo tutti i momenti descritti in un contesto di interazione continua.
La circolarità è la caratteristica che contraddistingue tale metodo rispetto agli altri, pertanto
non vi è mai alcuna interruzione tra raccolta e analisi permettendo così un’efficace valutazione del
processo di ricerca.
Al contrario delle metodologie di analisi finora spiegate dove veniva posto una forte enfasi
alla strutturazione iniziale del percorso di ricerca, in particolare nella fissazione degli obbiettivi,
nella Grounded Theory la formulazione della Teoria di base è imperniata in un assetto teorico
assolutamente dinamico dove ogni asserzione viene mantenuta o riveduta sulla scorta di nuovi
eventi, dati ed informazioni, anzi è proprio su quanto si è rilevato che viene fondata una Teoria
descrittiva ed interpretativa del sistema considerato.
2.2
La grounded theory: caratteristiche salienti dell’analisi
Nella fase operativa strettamente considerata è simile all’osservazione partecipante: richiede
al ricercatore/infermiere di calarsi direttamente nella realtà da osservare, tuttavia l’intensità della
partecipazione deve essere maggiore e con questo intendo che ci si debba concentrare non solo sui
dati formali ma anche sulle cosiddette interviste informali quali conversazioni fatte al di fuori
dell’intervista, ascolto di dialoghi tra i partecipanti, indagine sull’ambiente, ecc.
Il campo di indagine rispetto alla ricerca fenomenologica è più vasto sia per il numero di
individui ritenuti idonei a fornire informazioni sia per la quantità superiore delle informazioni stesse
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poiché l’analisi di questo genere basa sulla costante comparazione di quanto ottenuto il fondamento
per trarre delle teorie definitive giustificatrici del lavoro assegnato.
In altre parole è proprio perché non si ha sin dall’inizio il problema definito che si richiede
alla ricerca di proseguire col più ampio raggio d’azione possibile, dopodiché definiti diversi “step”
di analisi si provvederà a sintetizzare le prime definizioni che saranno la base di ulteriori indagini,
conferme e comparazioni tra dati simili.
2.3
La grounded theory: limiti di analisi
Proprio per il fatto saliente che non viene definito “a monte” un vincolo, un parametro guida
di ricerca, il ricercatore si trova di fronte ad una mole notevole di dati ottenuti i quali, oltre alla
quantità che richiede capacità di immagazzinamento, disorientano e rallentano l’attività
dell’infermiere preposto con la conseguenza inevitabile di proseguire con un obbiettivo chiaro e di
limitarlo ad una semplice descrizione acritica, essenzialmente tassonomica, di quanto ottenuto.
2.4
La grounded theory: caratteristiche vantaggiose della ricerca flessibile
Ricordo che questo tipo di analisi, tuttora diffuso in molti ambienti di ricerca, ha il pregio di
adattarsi con estrema facilità ad ogni tipo di sistema culturale nuovo o con caratteristiche da
riscoprire e valutare con altro approccio scientifico.
La flessibilità permette, inoltre, di cambiare rapidamente schema di lavoro senza annullare
quanto prodotto in precedenza e orientarlo secondo i nuovi canoni proposti.
Infine le teorie generate rimangono ad uso comparativo per altre future ricerche su eventi
simili facendo risparmiare tempo ed energie per la formulazione di concetti inediti o per
decodificare strutture sociali finora inaccessibili dal punto di vista sociologico e scientifico.
Di seguito riporto un’adeguata bibliografia al fine di espandere al meglio i concetti espressi:
Glaser, Barney G. and Strauss, Anselm L. (1967) The discovery of grounded
theory: strategies for qualitative research. Chicago.: Aldine
Benoliel, J.Q. (1996). Grounded theory and nursing knowledge. Qualitative
Health Research, 6, 406-428.
Woods, P. (1992). Symbolic interactionism: Theory and method. In M. D.
LeCompte,
Tarozzi "Cos'è la Grounded Theory" ed. Carocci
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Strauss, A., & Corbin, J. (1998). Basics of qualitative research: Techniques and
procedures for developing grounded theory. Newbury Park
Herbert Blumer, Symbolic Interactionism, Berkeley, University of California,
1969
Habermas, Jürgen (1992) "Individuation through socialization: On George
Herbert Mead’s theory of socialization," in Habermas, Postmetaphysical
Thinking
Robert Park, Ernest Burgess, Roderick McKenzie, La città, 1925
Piergiorgio Corbetta: "La ricerca sociale: metodologia e tecniche - III. Le
tecniche qualitative". il Mulino, Bologna, 2005
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3 La ricerca etnografica
3.1
Cenni teorici e prospettive di lavoro
La ricerca etnografica completa il ciclo di lezioni volte ad elencare le metodologie di
acquisizione dati ed elaborazione qualitativa dei risultati ottenuti attraverso il lavoro diretto
dell’intervistatore.
Questa metodologia ha una forte base culturale e scientifica nei fondamenti teorici
dell’antropologia e della microsociologia.
Ha ricevuto il maggior contributo teorico grazie all’opera di ricerca prodotta all’inizio del
secolo scorso di Bronislaw Malinowski e successivamente di Erwin Goffman e Harold Garfinkel.
Sostanzialmente trova ragione operativa quando si vuole capire la cultura, i modi di agire e
pensare, le tradizioni, ecc. di un altro popolo o gruppo etnico completamente diverso dal nostro.
La metodologia utilizzata è l’osservazione partecipante, in questo caso è proprio l’ambito
nel quale deve essere usata a fondo soprattutto per quanto riguarda il tempo da dedicare:
Malinowski stesso passò parecchi anni a studiare i comportamenti di una civiltà tribale e diede i
primi risultati scientifici solo dopo essersi impadronito della loro lingua e di essere stato
completamente accettato dal gruppo sociale stesso o come spiegava lui stesso “afferrare il punto di
vista dei soggetti osservati, nell'interezza delle loro relazioni quotidiane, per comprendere la loro
visione del mondo”.
Erwin Goffman studiò a fondo le “istituzioni totali” in particolare operò come osservatore
partecipante presso una casa di cura per pazienti affetti da malattie psichiche.
Portava in evidenza le reazioni degli ospiti alla burocratizzazione dell’ambiente e ai metodi
su come venivano interpretati i vari ruoli che caratterizzavano e facevano funzionare l’istituzione.
Basandosi anche su un intenso approccio descrittivo di tipo fenomenologico, tuttora le sue
teorie supportano la scienza sociologica in diversi ambiti di indagine, in particolare nelle discipline
di ricerca e di comunicazione.
Gli uomini hanno bisogno di contatti sociali e di compagnia sotto un duplice profilo; da un
lato essi necessitano di un pubblico davanti al quale recitare le proprie vanterie, dall’altro di
compagni di équipe con i quali entrare in cospirazioni segrete e rilassarsi nel retroscena (E.
Goffman)
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3.2
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La ricerca etnografica: esposizione dei principali vincoli di ricerca
I criteri basilari sono già stati introdotti nella trattazione dell’osservazione partecipante
semmai vi è la necessità di aggiungere ulteriori dettagli che ampliano e caratterizzano ulteriormente
l’etnografia.
Si deve prestare molta attenzione alla fase preparatoria: la scelta del contesto di ricerca e con
chi stabilire inizialmente i primi contatti si rivelerà poi determinante nell’evoluzione dell’indagine,
altrettanto basilare è strutturare l’iter delle interviste (NB qui si raggiunge un livello elevato di
standardizzazione!) e tracciare i valori salienti della cultura del gruppo di ricerca.
Altrettanto utile è lo studio preliminare della letteratura scientifica precedente e il dialogo
con gli intermediari preposti ed eventuali informatori.
Durante la raccolta dati è utile soffermarsi e raccogliere una quantità superiore di
informazioni su quelli che notiamo essere i tratti rilevanti e strutturali della cultura e dei modi di
pensare del sistema analizzato.
Infine, una volta ottenuta una mole sufficiente di dati, informazioni e valori si passa a
comparare ed elaborare analiticamente quanto prodotto tenendo sempre come riferimento le
pubblicazioni scientifiche già esistenti poiché un’analisi su un settore che ha già conosciuto un
processo di ricerca produce inevitabilmente una relativa critica o aggiunta in merito.
Attualmente le discipline antropologiche e sociologiche si basano ancora sulle tesi degli
autori sopraccitati, dei quali ne gioverebbe la consultazione bibliografica:
Erwin Goffman: La vita quotidiana come rappresentazione, collana
«Biblioteca», traduzione di Margherita Ciacci, Il Mulino, 1969.
Erwin Goffman: Asylums. Le istituzioni totali: i meccanismi dell'esclusione e
della violenza, traduzione di Franca Ongaro Basaglia, collana «Biblioteca»,
Einaudi, 2003
Erwin Goffman: Stigma. L'identità negata, traduzione di Roberto Giammanco,
collana «Psicologia sociale e clinica della devianza», Giuffrè, 1983
Erwin Goffman: Relazioni in pubblico. Microstudi sull'ordine pubblico,
traduzione di Davide Zoletto, collana «Studi», Bompiani, 1981
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Harold Garfinkel: Practical sociological reasoning: Some features in the work of
the Los Angeles suicide prevention center." in Essays in self-destruction. Edited
by E. Shneidman 1963
Harold Garfinkel: Studies in the routine grounds of everyday activities." in
Studies in social interaction. Edited by D. Sudnow, 1-30. New York: The Free
Press 1972
Harold Garfinkel: The Work of a Discovering Science Construed with Materials
from the Optically Discovered Pulsar." Philosophy of the Social Sciences
Borislaw Malinowski: Le Isole Trobriand (1915)
Borislaw Malinowski: Argonauti del Pacifico Occidentale (1922)
Borislaw Malinowski: Crimini e costumi nelle società selvagge (1926)
Borislaw Malinowski: La teoria scientifica della cultura (1944)
Borislaw Malinowski: Magia, scienza e religione (1945)
Borislaw Malinowski: La dinamica del mutamento culturale (1945)
Robert E. Park: Introduzione alla scienza della sociologia, (1921)
Robert E. Park: Race and Culture (1950)
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4 L’empirismo e la ricerca in ambito qualitativo
4.1
Concetto di base
Allo scopo di fornire maggiore comprensione ed aiuto nella parte pratica dell’operatore si
ribadisce ed espande il concetto di empirismo.
L’attività di ricerca in generale e la ricerca qualitativa in particolare, a prescindere
dall’ambiente di analisi e dalle caratteristiche professionali e personali di ogni ricercatore richiede
sempre un forte ricorso alla cosiddetta “virtù empirica”.
Con una breve descrizione filosofica definiamo empirismo la corrente di pensiero che pone
come preminente la conoscenza ottenuta dai sensi e dall’esperienza.
In questo ambito l’introspezione, la razionalizzazione, le intuizioni, ecc. vengono messe in
secondo piano ed è la conoscenza che deriva dall’osservazione a fondare le basi del ragionamento
scientifico.
L’induzione ex post è prioritaria rispetto alla deduzione logica, soprattutto nelle scienze
sociali dove quanto prodotto può, o meglio deve, essere smentito da un successivo esperimento,
pertanto la logica di strutturazione del lavoro deve basarsi su questo tipo di ipotesi.
In ogni caso la legge di fondo che governa l’empiria prevede che, pur variando
l’osservazione nel tempo e nello spazio e l’osservatore stesso, se la definizione dell’oggetto
esaminato (nel nostro caso gruppo di persone, individuo singolo, ecc.) non produce diversità
sensibili allora quanto dichiarato ha validità.
L’empirismo (dal greco esperienza) ha basi antiche, nel caso ci fosse il desiderio di
espandere la propria conoscenza in merito suggerisco la lettura dei seguenti autori:
Antonio Allegra, Dopo l'anima. Locke e la discussione sull'identità personale
alle origini del pensiero moderno, Edizioni Studium, Roma 2005
Arrigo Pacchi, Introduzione alla lettura del Saggio sull'intelletto umano di
Locke, Edizioni Unicopli, Milano 1997
Silvia Parigi, Il mondo visibile. George Berkeley e la "perspectiva", Olschki,
Firenze 1995
Paolo Spinicci, La visione e il linguaggio. Considerazioni sull'applicabilità del
modello linguistico all'esperienza, Guerini e Associati, Milano 1992
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David Hume: A Treatise of Human Nature: Being an Attempt to introduce the
experimental Method of Reasoning into Moral Subjects. (1739–40)
J Stuart Mill: A System of Logic (Un Sistema di Logica) 1843
William James: Saggi di empirismo radicale, Macerata, Quodlibet, 2009 (Essays
in Radical Empiricism, 1912)
Thomas Kuhn The Structure of Scientific Revolutions, Chicago University Press,
Chicago, tr. it della II ed. La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Torino,
Einaudi, 1979
Bas Van Fraassen: Derivation and Counterexample: An Introduction to
Philosophical Logic (with Karel Lambert), Dickenson Publishing Company, Inc.
1972
4.2
L’empirismo: nozioni pratiche da utilizzare durante la ricerca operativa
Qualsiasi ricercatore nell’attivare le indagini dovrà sempre avere come guida alcune pratiche
operative che se saranno scrupolosamente osservate avranno il pregio di ridurre la fatica e il tempo
di analisi, nonché elaborare con relativa facilità l’insieme di informazioni create:
1) COMPILARE UN RESOCONTO DI QUANTO RILEVATO: Interviste, Report
giornalieri, Documentazioni varie (registrazioni, video ecc.)
E’ fondamentale tenere inventariato il materiale giorno per giorno allo scopo di portare in
evidenza con facilità i dati specifici richiesti durante la fase elaborativa.
2) INDIVIDUARE E CLASSIFICARE LE REGOLARITA’ NEL TEMPO E LE
SIMILITUDINI ELIMINANDO QUANTO SUPERFLUO
Richiama al concetto di ridondanza, in ogni caso ogni decisione di eliminare i dati inutili
viene effettuata sulla scorta di una valutazione logica precedentemente impostata.
3) ELABORARE UN’ASTRAZIONE DEI DATI ANALIZZATI DANDO A QUESTI
SIGNIFICATO TEORICO E SOCIOLOGICO DI CARATTERE GENERALE UTILIZZABILE
PER FUTURI CONFRONTI E/O CRITERI DI ANALISI
La ricerca è sempre l’opera di un professionista dotato di una riconosciuta preparazione
accademica, pertanto quanto sarà portato a disposizione dei lettori dovrà essere caratterizzato da
linguaggio e organizzazione di livello, ovviamente senza trascurare la semplicità e la chiarezza
espositiva.
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(L. 22.04.1941/n. 633)
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