“DIDATTICA , INDICAZIONI GENERALI PROF . NICOLA PAPARELLA

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“DIDATTICA , INDICAZIONI GENERALI PROF . NICOLA PAPARELLA
“DIDATTICA, INDICAZIONI GENERALI”
PROF. NICOLA PAPARELLA
Università Telematica Pegaso
Didattica, indicazioni generali
Indice
1
INTRODUZIONE -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 3
2
NELL’ EDUCAZIONE DEGLI ADULTI OCCORRE EMANCIPARE SENZA DEMOLIRE ---------------- 4
3
SAPERE, POTERE, VOLERE ---------------------------------------------------------------------------------------------- 5
4
LAVORARE IN RETE -------------------------------------------------------------------------------------------------------- 6
5
ATTESE CREDIBILI --------------------------------------------------------------------------------------------------------- 7
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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Didattica, indicazioni generali
1 Introduzione
Questa lezione, nella quale daremo delle indicazioni di carattere generale relativamente alla
didattica con soggetti adulti, è strettamente legata alla lezione successiva in cui forniremo una serie
di criteri.
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
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Didattica, indicazioni generali
Nell’ Educazione degli adulti occorre
emancipare senza demolire
Gli adulti hanno un bagaglio di esperienza: dobbiamo emancipare questa esperienza senza
neppure lontanamente pensare di demolirla. Noi ci rivolgiamo, nell’Educazione degli adulti, a
persone che hanno molto vissuto e quindi hanno molto costruito, può darsi anche male, però lo
hanno fatto, e ciascuno è geloso di quello che ha costruito, perché è il suo capitale. La loro
esperienza è tutt’uno con la loro identità. Se noi rimuoviamo, scalfiamo quell’esperienza, facciamo
una cosa che intanto è difficile, poi è anche ingiusta, ed alla fine è persino inefficace. Non si può
demolire, occorre emancipare, fare in modo che il nuovo possa innestarsi sull’esperienza ormai
consolidata in termini di continuità. Quando abbiamo parlato di continuità abbiamo detto che la
continuità parte nella discontinuità; qui è proprio il caso di rammentare che il nuovo deve trovare
una linea di continuità, altrimenti, come avrebbe detto J. Piaget, non c’è assimilazione e quindi non
c’è apprendimento.
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
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Didattica, indicazioni generali
Sapere, potere, volere
Nell’esperienza scolastica il sapere viene considerato indipendente dal potere, indipendente
dal volere. Per dirla con parole semplici, a scuola l’insegnante insegna, poi che cosa il ragazzo farà,
come lo farà e se lo farà, poco importa. Se noi andiamo a vedere negli apprendimenti informali,
quello che avviene ad esempio in un cortile, in una condizione di ludicità ambientale, quello che
avviene allo scugnizzo che impara a rubare, lì il sapere è tutt’uno con il potere ed è tutt’uno con il
volere: ho imparato, quindi posso farlo, quindi lo voglio fare. Sapere, potere, volere vanno insieme.
Questo avviene sempre nell’apprendimento informale; mentre nell’apprendimento formale, più mi
metto in cattedra, più rimangono distinti il sapere, il potere, il volere. E allora noi dobbiamo cercare
quantomeno di ridurre la interferenza possibile fra questi livelli, quello dell’apprendimento formale
e quello dell’apprendimento informale. E quindi l’apprendimento che noi andiamo a proporre si
deve poter presentare come possibilità di intervento nella situazione, come possibilità di agire, come
possibilità di offrire soluzioni effettive a problemi effettivi. Questi problemi l’adulto li avverte
come difficoltà, non come problemi teorici; è allora necessario pilotare il progetto didattico in modo
che si possa configurare come risposta a problemi effettivi, a difficoltà effettive. In questo modo
l’adulto trova intanto la maniera di evitare le interferenze tra l’apprendimento formale e quello
informale, e poi trova la motivazione a impegnarsi.
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
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Didattica, indicazioni generali
Lavorare in rete
Dobbiamo creare delle condizioni per le quali l’adulto possa percepire che quello che noi gli
andiamo a proporre, lo studio che va a fare, la formazione che gli andiamo a prospettare concorrono
ad inserirlo in una rete, lo immettono in un circuito speciale, lo collegano con altre persone, lo
mettono in contatto con altri suoi colleghi, con altre persone che condividono gli stessi suoi sforzi,
in vista di obiettivi condivisi: quando sappiamo che ci sono altre persone che fanno la nostra strada,
che affrontano i nostri stessi problemi, siamo anche più disposti a confrontare le soluzioni e quindi a
scegliere la soluzione più efficace.
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Attese credibili
Non dobbiamo mai dare nella formazione, soprattutto nella Educazione degli adulti,
prospettive evanescenti. Dobbiamo prospettare attese possibili, e quindi dobbiamo fare una chiara
distinzione tra motivazioni estrinseche e motivazioni intrinseche. Se invitiamo a studiare perché
questo emancipa, accresce il capitale umano, ecc., stiamo giocando sulla motivazione intrinseca
(orgoglio, amor proprio, volontà di emancipazione, capacità di accrescere il sapere, ecc.); se
invitiamo invece a studiare in vista di un aumento dello stipendio mensile, qui si sta giocando sulla
motivazione estrinseca, cioè una motivazione che viene dal di fuori del set didattico.
Nell’Educazione degli adulti noi dobbiamo preferire sempre e soltanto motivazioni intrinseche.
Quando nell’azione educativa si promettono risultati è sempre pericoloso, bisogna stare attenti
perché questi risultati non debbano comportare un prezzo rilevante sull’autostima. Le attese
debbono essere credibili e commisurate alla persona, e quindi anche verificabili. Il momento
valutativo non è da escludere, ma anzi è da calibrare e da finalizzare opportunamente.
Se a queste indicazioni generali fate seguire i criteri didattici che vedremo nella prossima lezione,
voi avete quattro indicazioni e nove criteri che sono in qualche modo le regole dell’agire didattico,
le regole da seguire nel momento in cui si tratta di progettare percorsi formativi per adulti.
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