Lo zoo di vetro - Persinsala Teatro

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Lo zoo di vetro - Persinsala Teatro
Persinsala Teatro
Marco Di Nardo
novembre 20, 2011
Statuine di cristallo o persone in carne e ossa: chi è più fragile?
La risposta alla Casa delle Culture di Roma
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Luigi Pirandello in un famoso saggio traccia una linea che segna il
distinguo tra il comico e l’umorismo: se il primo viene definito come
“avvertimento del contrario”, ovvero come constatazione di un contrasto
tra l’apparenza e la realtà, il secondo è invece il risultato di una riflessione
più profonda che guarda alle motivazioni che generano questo contrasto.
Assistendo alla messa in scena di Lo zoo di vetro lo spettatore si trova a
compiere proprio questo percorso che va dalla risata al sorriso di
compassione, intesa nella sua accezione di “soffrire con l’altro”; e in
questo formidabile testo di Tennessee Williams si soffre parecchio.
Amanda è una donna ormai sola che vive nella continua evocazione di una
giovinezza ormai sfiorita, fatta di balli e ricchi spasimanti: un passato di
felicità e aspettative trasfiguratosi poi in un presente di solitudine e paure,
di ansie e di abbandono. Le feste e i cotillons che prima riempivano la sua
vita hanno lasciato il posto all’impegno profuso nel cercare di garantire un
futuro a Laura, sua figlia, ragazza timidissima a causa di un lieve difetto
fisico. Amanda non riesce ad accettare che sua figlia corra il rischio di
restare sola come lei, e in questa ricerca per la felicità coinvolge Tom, con
cui i rapporti sono già tesi e difficili, caricandolo di responsabilità e doveri
da assumersi al posto di un padre ormai lontano. È un vero dramma dei
sentimenti questa messa in scena di Salvatore Chiosi, attento a costruire
un montaggio delle scene e delle emozioni di carattere cinematografico:
dissolvenze, flash-back, primi piano, tutto è mirato a convogliare e dirigere
l’attenzione del pubblico verso questo o quel sentimento; proprio di
sentimenti si parla, perché a ben guardare in scena non succede niente.
L’azione è limitata a una cena, o meglio a un invito a cena che dovrebbe
riuscire a smuovere l’immobilità della famiglia Wingfield, una cena in cui
Amanda ripone tutte le sue speranze: dal baule dei ricordi riemergono gli
splendori passati, concretizzati in un abito ormai fuori moda ed eccessivo,
in una specie di mascheramento dove la disperazione sfiora il ridicolo. Jim
porta una ventata di vita reale in una casa ormai statica, bloccata in una
fissità di ricordi e rimpianti e lontana dal mondo esterno; come uno
spiffero che si intrufola in una stanza chiusa da tempo e smuove la polvere
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agitandola in aria, così il ragazzo irrompe, crea scompiglio e va via. La sua
incursione in apparenza priva di conseguenze riesce invece a incrinare
irrimediabilmente questo fragile mondo di vetro che Amanda ha costruito:
Tom andrà via, seguendo le orme del padre, e Laura tornerà nel suo
rassicurante universo di animaletti di cristallo. Elisabetta De Palo è una
credibilissima Amanda Wingfield, sopra le righe ed eccessiva nelle sue
evocazioni del passato e intensa e profonda quando si scopre nel suo reale
scopo: cercare la felicità per i figli.
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«Non ci fermiamo alle apparenze, ciò che inizialmente ci faceva ridere
adesso ci farà tutt’al più sorridere.» (Luigi Pirandello)
Lo spettacolo continua:
Casa delle Culture
via di San Crisogono, 45 – Roma
fino a domenica 4 dicembre
orari: da martedì a sabato ore 21.30, domenica ore 18.00
SCRIPTA VOLANT presenta
Lo zoo di Vetro
di Tennessee Williams
regia Salvatore Chiosi
con Elisabetta De Palo, Danilo Celli, Valentina Marziali, Giulio Cristini
scena e costumi Stefano Cioncolini
musiche Pericle Odierna
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