Mutilazioni genitali femminili

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Mutilazioni genitali femminili
Mutilazioni genitali femminili
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Le mutilazioni genitali femminili (MGF), sono pratiche tradizionali che vengono eseguite
principalmente in 28 paesi dell'Africa sub-sahariana, per motivi non terapeutici. Tali
pratiche ledono fortemente la salute psichica e fisica di bambine e donne che ne sono
sottoposte.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che siano già state sottoposte alla
pratica 130 milioni di donne nel mondo, e che 3 milioni di bambine siano a rischio ogni
anno [1]. Il 6 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro l'infibulazione
e le mutilazioni genitali femminili.
Indice
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1 Tipi di mutilazioni
2 Campagne politiche internazionali contro le MGF
3 Note
4 Voci correlate
5 Collegamenti esterni
Tipi di mutilazioni
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha classificato le mutilazioni in 4 tipi
differenti, a seconda della gravità degli effetti:
1. Circoncisione (o infibulazione al-sunna): è l'asportazione della punta del clitoride,
con fuoriuscita di sette gocce di sangue simboliche;
2. Escissione al-wasat: asportazione del clitoride e taglio totale o parziale delle piccole
labbra;
3. Infibulazione (o circoncisione faraonica o sudanese): asportazione del clitoride,
delle piccole labbra, di parte delle grandi labbra vaginali con cauterizzazione, cui
segue la cucitura della vulva, lasciando aperto solo un foro per permettere la
fuoriuscita dell'urina e del sangue mestruale;
4. Il quarto gruppo comprende una serie di interventi di varia natura sui genitali
femminili.
Queste pratiche sono eseguite in età differenti a seconda della tradizione: per esempio nel
sud della Nigeria si praticano sulle neonate, in Uganda sulle adolescenti, in Somalia sulle
bambine.
Tutte queste mutilazioni ledono gravemente sia la vita sessuale sia la salute delle donne,
ed è contro queste ultime che si adoperano i movimenti per l'emancipazione femminile,
soprattutto in Africa.
Le mutilazioni genitali femminili hanno gravissime conseguenze sul piano psico-fisico, sia
immediate (con il rischio di emorragie a volte mortali, infezioni, shock), sia a lungo termine
(cisti, difficolta' nei rapporti sessuali, rischio di morte nel parto sia per la madre che per il
nascituro).