RL ottobre 06.qxp

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RL ottobre 06.qxp
in questo numero
RomaLive Pubblicazione mensile
ANNO 2 n°7
ottobre 2006
registrazione tribunale di Roma
110/2005 del 24/03/2005
Editore:
Sergio Di Mambro
Direttore Responsabile:
Sergio Di Mambro
Consulenti di redazione:
Domenico Dell’Omo
Redazione:
Via Antonio Roiti n.67
Tel. 06/55368456
Grafica:
Fabiana Falconi
Stampa:
Ripoli snc
editoriale - di Sergio Di Mambro
4
Per un’informazione al servizio dei cittadini
musica e cinema
6
Music time discography: K
Kula Shaker
8
The road to Guantanamo, di
Michael Winterbottom
12
Coming soon:
anticipazioni cinematografiche
6
8
cultura e politica
www.romalive.org
www.romalive.tv
www.romalive.fm
14
Un anno di lavoro con
l’Assessorato all’Agricoltura
20
Inchiesta sul cancro: tra
medicina ufficiale e alternativa
26
Officina Emiliana: Correggio, Guercino,
Lanfranco ed altri ai Musei Capitolini
27
I Municipi alla lente di
ingrandimento
20
Hanno collaborato:
Daniele Lucarini, Valeria De
Rentiis, Stefano Ursi, Fabrizio
Piciarelli, Rossana Bartolozzi.
Per la pubblicità su
“RomaLive” ed i suoi
supplementi, telefonare al
numero: 380/3965716 oppure
al numero 06/55368456
26
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testi pervenuti. Il materiale non
verrà restituito.
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ottobre 2006
Edicola Quotidiani e riviste Alviti Armando V.le dei Quattro Venti
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Quattro Venti, 115
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Edicola Grilli Maurizio P.Donna Olimpia
:3
romalive
editoriale
Cancro, che fare?
[ a cura di • Sergio Di Mambro ]
La nostra attività editoriale si è spesso occupata dei quartieri e di problematiche collegate
alle realtà municipali. Sempre più spesso però
m'accorgo che la stessa vita è regolata da
grosse piaghe che infettano la società e rendono i cittadini indifesi, inermi, soli e spesso
rinchiusi in sé stessi. Di cosa sto parlando? Di
quelle malattie che spesso annichiliscono l'individuo rendendolo fragile, ripeto, solo e purtroppo facilmente manipolabile. Sentiamo
parlare di liste d'attesa e di una sanità giusta.
Perché mai nessuno parla di ricerca di Stato?
Una delle grandi piaghe è il cancro. Abbiamo
intervistato personaggi della medicina ufficiale: il Professor Cognetti, il professor Mandelli,
il dottor Citro . Le Associazioni: l'AIL e l'AIRC.
Abbiamo intervistato i malati e conosciuto le
loro storie. Un viaggio nella medicina ufficiale.
Ma non ci siamo fermati e abbiamo cercato
risposte anche "nell'altra medicina", quella
cosiddetta alternativa. E' stato un viaggio difficile perché dolore, sofferenza e speranza si
respiravano in ogni luogo. La medicina ufficiale attraverso la chirurgia strappa dalle carni il
mostro e la chemioterapia rincorre le cellule
impazzite nei meandri del nostro corpo causando atroci sofferenze. Altre risposte? Forse,
ma sempre avanti nel tempo. Non ci sono
tempi certi per sconfiggere il mostro, anzi
forse dovremo conviverci per tutta la vita.
4:romalive
Poi c'è la medicina alternativa, con laboratori
rudimentali e mezzi nulli, come la cura Di
Bella, e molti pazienti ancora in cura con risultati che andrebbero analizzati in modo trasparente. Ho visitato il laboratorio del defunto
Professor Luigi Di Bella e ne ho tratto l'impressione che fosse un uomo di scienza e votato
ad una missione: curare il prossimo. I suoi figli
parlano di come vanno avanti la ricerca e i
metodi di cura. Poi un'altra tappa particolare e
suggestiva: scopro che esiste un altro approccio al cancro, con il presupposto della fisica
quantistica, della diseguaglianza di Bell e di
teorie affascinanti che potrebbero dare un
nuovo volto alla medicina se fossero applicate
con i risultati sperati. In realtà alcuni esperimenti sono stati fatti su cellule tumorali e su
dei ratti, con esiti positivi. L'inchiesta è divisa
in due parti, l'altra andrà sul prossimo numero. Vorrei chiudere con un appello: perché non
c'è una ricerca di Stato? Il cancro come tante
altre malattie porta sofferenza e morte; come
mai lo Stato non finanzia ricercatori, scienziati? In questo caso non ci sarebbero più la
medicina ufficiale e quella alternativa, ma una
scienza che da risposte concrete all'umanità. I
fondi per finanziarla? Basta pensare con la
testa, ma anche con il cuore. Un esempio?
Meno armi e missioni "pacifiche" potrebbero
essere i primi fondi per la ricerca di stato.
KULA S
[ di • Daniele Lucarini ]
Nel 1996 ci troviamo nel pieno dello sviluppo di
una fresca corrente musicale che coinvolge trasversalmente tutto il globo. Mentre gli Stati Uniti
si godono l'imperversare della protesta giovanile lanciata dai Nirvana con la riproposizione di
moduli grunge grazie a gruppi come Pearl Jam o
Stone Temple Pilots, l'Europa si trova nel bel mezzo della riscrittura dei canoni che invece avevano
caratterizzato le decadi precedenti, con l'adeguamento del filone neomelodico ora attualizzate
ed interpretate secondo schemi più commerciali. Il britpop, già ne abbiamo parlato, era il capofila
di questa nuova sensibilità che coniuga la facilità di composizione alla gradevolezza dell'ascolto,
sancita da successi commerciali senza precedenti,
quasi a riscrivere le storiche gerarchie di genere
da anni rimaste immutate. In questo quadro trovano spazio una serie di gruppi abili a personalizzare
le proprie influenze tardo seventies magari più
di nicchia, ma che secondo noi hanno lasciato
un'impronta da non trascurare nell'offerta musicale degli ultimi quindici anni. E tra essi spiccano
senza dubbio i Kula Shaker. Un gruppo sicuramente originale nel riproporre stilemi caratteristici
come quelli orientaleggianti e vagamente psichedelici che richiamano alla mente gruppi come
Pink Floyd o Beatles, tanto per rimanere nell'ambito di esempi che questa rubrica ha già avuto
6:romalive
modo di affrontare. Eravamo partiti dal 1996: è
proprio quello l'anno di esordio del gruppo capitanato da Crispian Mills , una formazione dalla
storia tormentata che ha lasciato la scena musicale solo dopo tre anni dalla propria apparizione,
a seguito di conflitti interni e diversità di vedute che rapidamente hanno portato a mettere la
parola fine al progetto. "K", l'album che li ha rivelati al mondo, ha consentito ai Kula Shaker di
affermarsi in maniera piuttosto lampante, con
un record di vendite per una band all'esordio secondo solo al best sellers degli Oasis "Definitely
maybe", datato 1994. Un disco di tredici brani
gradevoli e bel strutturati che lasciano intravedere potenzialità che purtroppo il tempo non ha
potuto confermare. Il successivo "Peasants, pigs
and astronauts" risulta infatti anch'esso un ottimo disco, capace di spingere i Kula Shaker in
territori di sperimentazione davvero molto ispirati che contribuiscono solo ad aumentare il
dispiacere per la loro prematura dipartita. Tornando
a "K", ecco i motivi per cui possiamo considerarlo un disco che non deve mancare nella discoteca
di ogni appassionato di musica che si rispetti.
Primo: l'ottimo adeguamento agli stilemi pop in
una miscela ben dosata di "walls of sound" chitarristici, caratterizzati da idee finalmente non
chiuse in antiquati crismi prestabiliti. Secondo:
la freschezza. Brani come "Tattva", "303", "Start
all over", "Hey Dude" rimangono inevitabilmente impressi nella memoria, hit particolarmente
affascinanti nel rendere palesi le ispirazioni quanto positivi i giudizi sull'interpretazione di esse.
Terzo: la portata simbolica. "K", come il nome
stesso Kula Shaker, è un chiaro riferimento alla
religione induista, personificata dalla divinità
Krishna raffigurata anche nella splendida copertina del disco mentre suona il tradizionale flauto
"Murali" circondata dai volti di personalità particolarmente influenti del XIX Secolo (altro rimando
ai Beatles e al loro Srg. Pepper's) . "Govinda" e
"Sleeping Jiva" sono i brani ad essa dedicati, il
primo cantato quasi interamente in indiano, con
un trionfo di sitar e atmosfere mistiche che proiettano la mente in territori più introspettivi e
psichedelici. Quarto: tanto per restare in tema,
parliamo di ispirazioni. Non necessariamente un
fatto negativo, in questo caso particolare. Si è
detto della copertina, dei rimandi chitarristici
alla nuova tradizione britpop e alla composizione melodica beatlesiana. Ora è però importante
sottolineare il ruolo dei Grateful Dead. La band
di Jerry Garcia è omaggiata con uno dei brani
più d'impatto del disco, "Grateful when you're
dead/Jerry was there" che è costruita come una
vera e propria suite piena di ammirazione per l'o-
TRACK LIST
1. Hey dude
2. Knight of the town
3. Temple of everlasting light
4. Govinda
5. Smart dogs
6. Magic theatre
7. Into the deep
8. Sleeping Jiva
9. Tattva
10. Grateful when you're death/
Jerry was there
11. 303
12. Start all over
13. Hollow man
HAKER
Darlington, dopo una tournee nel 2000 con gli
Oasis, ha fatto perdere le sue tracce. E tra i componenti dei Kula Shaker, più nessun contatto,
volontariamente. Ecco, forse è proprio in questo
che possiamo rintracciare il principale "tallone
d'Achille" del gruppo. E Krishna, tra l'altro, come l'eroe omerico, aveva proprio nel tallone il
suo punto debole.
pera del gruppo anni '70. Un brano davvero importante, che si configura come uno dei migliori
omaggi ad un'altra band che si ricordi a distanza di anni, grazie soprattutto alla perfetta prossimità
di stile che riesce a ricreare, senza difettare in
qualità. Un ultima menzione va alla lunga "Hollow
man", finale ideale per un disco di esordio davvero colmo di temi e significati.
Poi, d'un tratto, come un fulmine a ciel sereno,
giunge la notizia dello scioglimento del gruppo,
uno dei più promettenti degli ultimi anni. I fan,
ormai davvero numerosi dopo due dischi di qualità prodotti, non possono far altro che accettare
la brusca dipartita. I singoli componenti scompaiono di conseguenza, come risucchiati da una
leggenda che stava per essere scritta, e la loro
strada mai più ripresa nemmeno a distanza di
anni. Cristian Mills oggi vivacchia con una band
di rock anni '70 (i Jeevas) che ha pubblicato due
dischi di scarso interesse, e il tastierista Jay
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romalive
Film sugli orrori del carcere più discusso del mondo
[ di • Valeria De Rentiis ]
A cinque anni dall' attentato al
World Trade Center di New York,
ancora oggi la verità fatica ad
emergere. Gli Stati Uniti rivendicano giustizia nei confronti delle
oltre tremila vittime dell'attentato
terroristico. Molte sono state le
indagini, le inchieste, ma cosa sia
accaduto davvero, chi ci sia dietro,probabilmente nessuno lo sa.
Mistero c'è sull'attività svolta dagli
Usa e dalla Gran Bretagna per scoprire chi fu il mandante; se Osama
Bin Laden e Mohammed Atta
siano il capro espiatorio per condurre una guerra in cui l'unico
scopo sia l'interesse economico.
E' difficile non parlare dei metodi
poco ortodossi che CIA, FBI, MI5,
le forze di sicurezza britanniche,
utilizzino
nella
baia
di
Guantanamo a Cuba, nelle gabbie
a cielo aperto di Camp X-Ray e
Camp Delta nei confronti delle
centinaia di detenuti.
The Road to Guantanamo è un
film verità dei registi Michael
Winterbottom e Mat Whitecross:
8:romalive
la storia di un viaggio di quattro
ragazzi inglesi di origine pakistana
che si trovano per una tragica
fatalità a vivere la dura esperienza
del carcere.
Pretesto per il viaggio è il matrimonio di uno di loro, Asif. Insieme
a Shafiq, Ruhel e Monir parte da
Tipton, piccolo centro nel cuore
dell'Inghilterra alla volta del
Pakistan per incontrare la futura
sposa, scelta dalla madre tornata
dopo un viaggio nel piccolo villaggio del Punjab.
Dopo aver trascorso alcuni giorni a
Karachi tra spiagge e sale giochi, i
quattro amici si trovano nella
moschea insieme a Zahid, cugino
pakistano di Shafiq e assistono al
reclutamento da parte di un imam
di uomini da mandare in
Afganistan per aiutare la popolazione. La spesa irrisoria per il viaggio a Kandahar convince i quattro
a partire.
Dopo un estenuante cammino
durato tutta la notte, raggiungono
Kabul dove uno di loro si ammala
e deve ricorrere alle cure di un
medico. Tra immagini di repertorio
dei bombardamenti americani
sull'Afganistan nel settembre
2001 e le scene riprese direttamente sul posto dalla troupe del
film, lo spettatore si trova catapultato in una realtà che uno dei
protagonisti definisce "da film".
Le città e centri abitati sono illuminati a giorno dalle luci delle
bombe, l'oscurità non permette di
scappare. Solo la luce del giorno ci
rivela i tanti cadaveri rimasti a
terra e il difficile compito dei
sopravvissuti di dare loro una
sepoltura.
Anche Zahid rimane ferito, in un
bagno di sangue il cui odore, dice
Asif, il cugino, è insopportabile.
Vengono catturati dalle truppe
dell'Alleanza del nord, legati e
radunati nei container. Alcuni,
come quello su cui salgono Ruhel,
Shafiq e Zahid hanno i lati di tela
che permettono di respirare. Altri
sono di metallo, come quello su cui
si trova Asif e diventano delle
“
o
appiam
s
e
h
c
ne
Quello
e perso
t
s
e
u
q
é che
sono
”
George W. Bush
camere a gas da cui non si sfugge. Colpisce l'incredibile interpretazione degli attori, giovanissimi (il più grande ha 23 anni) e tutti alla prima
esperienza , somiglianti all'inverosimile ai veri
protagonisti di questa tragica storia. The Road
to Guantanamo alterna il racconto in prima persona di Asif, Shafiq e Ruhel alle scene del film,
flash back della sconvolgente avventura.
Dal carcere di Sheberghan, in cui restano 10
giorni, al centro di detenzione della base aerea
di Kandahar, in cui vengono picchiati, torturati
sia fisicamente che psicologicamente dai soldati americani e dalle SAS, le forze speciali britanniche, arrivano alla baia di Guantanamo a
Cuba, e il racconto si fa più drammatico.
Assistiamo a scene crude, in cui i prigionieri
vivono in gabbie all'aperto, spesso legati, con
accanto un secchio per espletare i propri bisogni
fisiologici e uno per bere, sotto il continuo
scherno e massacro dei soldati. Non gli è concesso nemmeno guardare negli occhi i marines,
pena la flagellazione.
Dal 13 gennaio 2002, momento in cui è iniziata l'agonia, fino al 5 marzo del 2004, trascorrono due anni d'inferno. Alla fine solo in tre vengono scarcerati, dopo aver subito qualsiasi tipo
di violenza e scagionati per insussistenza di
prove dall'accusa di essere combattenti di Al
Quaeda e di aver partecipato agli attentati
dell'11 settembre 2001.
The Road to Guantanamo, film realizzato con
pochi mezzi e interpretato da attori di talento, è
stato girato tra il Pakistan, l'Afganistan e l'Iran.
Il regista Michael Winterbottom , 45 anni , una
filmografia come regista non lunghissima, ci
parla della scelta di raccontare un'esperienza
drammatica come quella che vede ogni anno
protagonisti centinaia di detenuti, spesso innocenti, accusati di essere criminali e per questo
trucidati e seviziati nel carcere di Guantanamo.
Mr. Winterbottom, i Suoi film sono dedicati ad una straordinaria varietà d'argomenti. Quali sono i motivi che le hanno fatto
scegliere questo in particolare?
Avevamo sentito parlare dei Tipton Three, i tre
ragazzi di Tipton, nei notiziari e avevamo letto la
loro storia sui giornali. Cosi abbiamo deciso di
contattare Gareth Pierce, il loro avvocato, per
organizzare un appuntamento. Abbiamo incontrato Gareth e i ragazzi nella stessa occasione, e
fortunatamente erano interessati all'idea di raccontarci la loro storia.
E' stato traumatico parlare con i tre ragazzi
della loro esperienza?
Ho trovato assai interessante il modo in cui
hanno descritto la loro esperienza. Due di loro
erano adolescenti quando partirono e l'altro
aveva 21 anni, e nessuno era particolarmente
religioso o impegnato politicamente prima di
partire o quando si trovò a parlare con noi,
dopo l'evento. L'aspetto interessante della storia era che si trattava di tre persone normali,
comuni, che si sono ritrovate coinvolte in una
storia straordinaria. E quando la descrivevano lo
facevano in modo realistico, come qualcuno
che ti racconta la propria vacanza, una vacanza
all'inferno.
Perché ha deciso di mescolare le loro interviste con la ricostruzione delle loro avven-
ture nel film?
Abbiamo appreso ciò che gli era accaduto
soprattutto grazie ai loro racconti nelle interviste
dirette. E, come già detto, una delle cose che
più ci ha colpiti, un aspetto che volevamo
mostrare agli spettatori, era il fatto che si trattava di normali adolescenti britannici che si sono
trovati coinvolti in questi eventi più grandi di
loro. Ci hanno fatto credere che le persone
detenute a Guantanamo erano i più pericolosi
terroristi del mondo e che per questo l'America
aveva dovuto creare questo bizzarro carcere al
di fuori della legalità. Poi quando incontrammo
questi ragazzi scoprimmo che erano cosi normali. Volevamo quindi mostrare quale differen-
za ci fosse tra le persone che ci saremmo aspettati di trovare a Guantanamo e la realtà del
nostro incontro. E il modo più semplice ed efficace perché raccontassero la loro storia era di
lasciare che lo facessero all'interno del film.
Ci sono state occasioni in cui ha avuto
dubbi sulla loro versione dei fatti?
Gli eventi che vengono descritti dai ragazzi a
partire da quando sono in Afganistan sono difficilmente contestabili. Comunque noi raccontiamo la storia usando le loro parole e tentando
di narrare ciò che gli è accaduto realmente, proprio come farebbe un avvocato.
Per quale motivo ha scelto attori alla prima
esperienza ?
Abbiamo tentato di scegliere persone che provenissero da un ambiente il più possibile simile
a quello dei tre ragazzi e ovviamente due di loro
erano adolescenti per cui alla fine siamo stati
costretti ad utilizzare persone con poca esperienza di recitazione
Come hanno vissuto la storia i tre attori?
Penso che bisognerebbe chiederlo a loro. Posso
immaginare che andare in Afganistan e in
Pakistan e Iran sia stato interessante e piacevole per i ragazzi. Se poi ciò abbia avuto un effetto più profondo su di loro non lo so, bisognerebbe sentire loro.
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romalive
C
oming soon • anticipazioni cinematografiche
[ di • Fabrizio Piciarelli ]
• Il ritorno di Scorsese
Uscirà il 27 ottobre il film che segna l'attesissimo ritorno di Martin Scorsese dietro la macchina da presa, dopo 2 anni d'assenza. Il suo "The
Departed" è un gangster-movie , ambientato
nella Boston degli anni '40. Racconta di un giovane poliziotto Billy Costigan, interpretato da
Leonardo Di Caprio, scelto come protagonista
Costello, s'infiltra nella polizia. Quando i due
scoprono le rispettive identità, inizia la battaglia
per riuscire a mantenere la propria copertura e
allo stesso tempo smascherare l'altro. "The
Departed", di cui Martin Scorsese è anche produttore assieme a Brad Pitt e l'ex-moglie
Jennifer Aniston (con la società di produzione,
ancora una volta dopo "The Aviator" diretto
dallo stesso Scorsese, infiltrato nella banda di
criminali che governa la città, il cui capo è Frank
Costello (Jack Nicholson). Nello stesso tempo
Colin Sullivan (Matt Damon), uno della gang di
la Plan B, che hanno deciso di mantenere ancora in piedi nonostante la fine del matrimonio), è
un remake in puro stile hollywoodiano del film
"Infernal Affaire" (Hong Kong, 2002) un thriller di spionaggio/poliziesco diretto dal regista
12:romalive
Andrew Lau, che si è rivelato un grande successo in Cina. Colpi di scena, azione e momenti di suspence faranno da contorno a questo
crime movie, uscito nelle sale americane quest'estate. Siamo sicuri che Scorsese sarà capace
di sorprenderci tutti e di sfornare una pellicola
ai massimi livelli. Con un cast del genere - a cui
prendono parte anche Alec Baldwin, Martin
Sheen, Mark Wahlberg e Vera Farmiga- non
potrà essere altrimenti. "The Departed"- La
Dipartita- termine della mala bostoniana , saprà
sorprendere anche quelli che lo andranno a
vedere pensando alla solita americanata.
• Un autunno sotto il segno dell'azione
Dal 6 ottobre si comincia con il grande ritorno
di Michael Mann (regista di "Heat-La Sfida" e
"Collateral") e quello di "Miami Vice". La celebre serie-tv infatti sta per tornare, ma sul grande schermo con due protagonisti tra i più affascinanti di Hollywood: Colin Farrell e Jamie Foxx
(lo ricorderete nei panni di un giovane Ray
Charles nella cinebiografia del musicista "Ray"
e in "Collateral" insieme a Tom Cruise). Un film
che celebra la Miami contemporanea, quella
che sta per arrivare e che è lontana anni luce
dagli anni '80 e, che proprio il telefilm aiutò a
diventare famosa. I due sbirri Crockett e Tubbs,
che mantengono i nomi originali, saranno
affiancati dall'attrice cinese Gong Li, definita "la
Meryl Streep cinese". Il 63enne Michael Mann
non ha certo bisogno di presentazioni, ma forse
in pochi sanno che è lo stesso che ha diretto e
prodotto la serie televisiva Miami Vice (in onda
dal 1984 al 1990) uno dei rari autori che è sempre riuscito a far coincidere l'azione con i contenuti. Niente più colori, giacche sgargianti e
gel tra i capelli, ma tanta suspence, corse in
Ferrari, motoscafi supersonici e sequenze d'azione tiratissime in questa pericolosa operazione 'top secret' complicata dall'attrazione fatale
tra Sonny (Farrell) e la contabile della banda
Isabella (Gong Li). "Ho girato il film come se
non fosse mai esistita prima una famosa serie
televisiva e rigorosamente in alta definizione.
Volevo portare gli spettatori dentro ogni
sequenza, i vicoli, le autostrade e sotto
l'Oceano" - ha tenuto a precisare il regista. Noi
non vediamo l'ora di vedere i due divi in azione!
• Russel Crowe romantico sognatore
Il 10 novembre uscirà in contemporanea, sia
nelle sale italiane che in quelle americane, il
nuovo di film Ridley Scott, "A good year".
Dopo "Il Gladiatore" Scott torna a lavorare con
Russell Crowe, in questo dramma nei panni di
un finanziere londinese alle prese con un licenziamento e una grossa eredità. Max Skinner
(Russell Crowe) perde il posto presso la prestigiosa compagnia dei fratelli Lawton ma per fortuna quello stesso giorno riceve una lettera da
un notaio francese: lo zio Henry (Albert Finney)
gli ha lasciato in eredità la sua casa in Provenza,
dove Max trascorreva le vacanze estive quand'era ragazzino. Attratto dall'idea di passare
qualche tempo in relax in quella vecchia villa circondata dalle vigne, Max parte. Ma ad aspettarlo tra le dolci colline del Luberon ci sono antipatie, avidità e sotterfugi, per non parlare di
persone che vogliono mettere le mani su qualcosa che non gli appartiene. Un giallo tra i
vigneti, tratto dall'omonimo romanzo di Peter
Mayle, "Un'ottima annata", ed. Garzanti.
• Ciak! Si ride!
Due settimane dopo, il 24 novembre, sarà la
volta di Aldo, Giovanni e Giacomo con la versione cinematografica dello spettacolo teatrale
che li ha visti in cima alle classifiche al botteghino. "Anplagghed" (errore di scrittura ed esatta
pronuncia della parola inglese 'unplugged')
invaderà le sale con ben 500 copie. Lo show
vede i tre comici, atterrati con la Enterprise su
un pianeta a loro sconosciuto e abitato da
curiosi alieni, per tentare di descrivergli loro il
pianeta Terra e i suoi abitanti. L'esilarante com-
media è stato un tale successo che alla fine
risultava impossibile replicare all'infinito. "Ci è
venuta l'idea di trasporre lo spettacolo teatrale
al cinema dopo l'esagerata richiesta del pubblico" - hanno dichiarato i tre - "abbiamo ricevuto una quantità enorme di e-mail, molte piene
d'insulti da parte di gente che si lamentava perché non era riuscita a vedere lo spettacolo".
L'unica cosa che sappiamo sulla pellicola è che
includerà anche alcune gags inedite rispetto alla
versione teatrale.
• Boldi vs De Sica
Per quel che riguarda il Natale cinematografico
quest'anno vedremo per la prima volta "La
Coppia" scoppiata. Massimo Boldi uscirà nelle
sale con il nuovo film di Carlo Vanzina "Olé",
insieme al suo nuovo partner comico Vincenzo
Salemme ed un cast composto tra gli altri da
Enzo Salvi, Natalia Estrada e niente meno che
Daryl Hannah. Da Miami ci si trasferisce a
Madrid, città in cui due professori di liceo in gita
(Boldi e Salemme) non approfittano neanche
della vacanza per dimenticare i loro dissapori. I
due infatti sono innamorati della stessa collega,
un'avvenente insegnante americana (interpretata dall'ex-sirenetta a Manhattan, Daryl). A complicare le cose ci si mette anche l'amante del
nipote del Re di Spagna (Natalia Estrada) che
crede che Boldi sia un paparazzo. La promessa
della produzione è quella di non rendere il film
volgare e pieno zeppo di parolacce (leggasi frecciatina per De Sica), ma di offrire al pubblico una
simpatica commedia per famiglie. Sembra inve-
• Cine News
ce non voler cambiare registro Christian De Sica
che, lo stesso giorno d'uscita di "Olé" (il 15
dicembre), esordirà in coppia con Massimo
Ghini in "Vacanze di Natale a New York" con la
regia di Neri Parenti, con Aurelio De Laurentiis a
produrre Christian De Sica. L'attore porterà così
a termine il progetto nato cinque anni fa e saltato all'ultimo minuto a causa della tragedia
delle Twin Towers. Nel cast anche Sabrina Ferilli
ed Elisabetta Canalis. Il figlio dell'indimenticato
Vittorio sarà un pianista di piano bar sposato
con una miliardaria americana con un contratto secondo il quale, se la tradisce, perde tutti i
soldi di lei e ogni privilegio. La Ferilli è sposata
invece con Massimo Ghini, miliardario pure lui e
legato a lei con lo stesso tipo di contratto.
Ovviamente i due si innamorano di altre donne
e si ritrovano tutti nello stesso albergo. Saranno
come sempre due gli episodi ad intrecciarsi nel
film, questo e quello che vede protagonisti
Claudio Bisio, Fabio De Luigi e Paolo Ruffini.
Cecchi Gori: nuova produzione
con un cast d'eccezione
Il produttore cinematografico Vittorio
Cecchi Gori sta lavorando ad un nuovo
progetto di respiro internazionale. La produzione che si appresta a partire in Casa
Cecchi Gori è, infatti, tratta dal libro "Il
Ballo della Vittoria" (El baile de la victoria)
di Antonio Skarmeta - stesso autore de "Il
Postino di Neruda" cui è stato realizzato il
film (Oscar miglior film straniero) con la
toccante ed ultima interpretazione di Troisi.
Il regista sarà Fernando Tueba (Belle
Epoque). Il film verrà girato in buona parte
nel paese in cui è ambientato, ovvero il Cile
ed, eccezionalemente in lingua spagnola.
Nel cast, ancora da definire, si parla di nomi
quali Ricardo Darin, Garcia Bernal, Benicio
Del Toro, Penelope Lopez.
:13
romalive
Dossier Regione
Un anno di lavoro con l’Assessorato all’Agricoltura
Lazio Qualità Spese Bene
L'Assessore Regionale all'Agricoltura Daniela Valentini
illustra un'altra iniziativa a favore dei consumatori
[ a cura di • Valeria De Rentiis e Fabrizio Piciarelli ]
L'On. Valentini: "Questa seconda edizione, che segue quella del mese di dicembre
sarà bella, perché ci saranno prodotti nostri
che verranno valorizzati grazie ad una
strutturazione che guarderà alla riqualificazione del mercato romano"
L'Assessorato all'Agricoltura della Regione
Lazio non è nuovo ad iniziative che tendono ad andare incontro ai consumatori,
soprattutto in periodi come questo, che
vede le famiglie sempre impegnate nel
ricercare di far quadrare i bilanci in vista di
una più tranquilla gestione delle proprie
risorse.
Proprio in relazione a questo input che
l'Assessorato manda sempre alle attività e ai
grandi centri di distribuzione, nasce Lazio
Qualità Spese Bene, iniziativa intelligente
che si inserisce in una cornice di interventi
tesi alla realizzazione di una situazione commerciale e di consumo più conveniente per
le famiglie e per le aziende.
razione che guarderà alla
riqualificazione del mercato
romano. Tutto ciò si fa perché
si vuole far crescere l'agricoltura romana e la sua economia,
la rete commerciale è da valorizzare bene in quanto il mercato è recettivo e merita una
grande attenzione. I prodotti
che ci saranno sono i nostri
vini, oli, legumi, miele, pane e
tutto ciò che è la nostra ortofrutta: sono i prodotti che si
possono trovare freschi a
un'ora da Roma e questa
credo sia anche la caratteristica che ci distingue senza alcun
Sentiamo di cosa si tratta dalle vive parole
dell'Assessore.
Assessore Valentini, ci può spiegare gli
scopi e le modalità di quest'iniziativa?
"Quest'idea vuole continuare a proporre
sul mercato romano i nostri migliori prodotti di eccellenza, perché io sono convinta
che Roma abbia un gran bisogno di qualità,
di sicurezza alimentare e di tracciabilità in
modo da poter spendere bene e meno allo
stesso tempo. Questa seconda edizione,
che segue quella del mese di dicembre sarà
bella, perché ci saranno prodotti nostri che
verranno valorizzati grazie ad una struttu-
14:romalive
dubbio".
Nel programma dell'iniziativa figurano
molti centri commerciali che hanno
aderito: Che rispondenza avete avuto?
Pensate che alla prossima edizione si
potrà allargare il gruppo?
"Abbiamo avuto un riscontro fortissimo,
tutta la grande distribuzione, sia italiana
che estera ha aderito con entusiasmo; noi
vogliamo arrivare a tutti i supermercati e la
estenderemo, non solo a tutti questi, ma
anche ad altre realtà più piccole. È già stato
un grande risultato, ma fare di più è un
obbligo in questo caso: la cosa importante
che mi viene in mente è che noi abbiamo
bisogno di loro ma anche loro hanno bisogno di noi per riqualificare la loro rete commerciale.
Per concludere, questa iniziativa potrà
essere ripetuta anche nella stagione
autunnale ed invernale per aiutare il
rapporto qualità - prezzo in un periodo
dell'anno nel quale il clima cambia
spesso?
"Certamente, questa iniziativa andrà avanti anche in rapporto alle stagioni, in quanto la stagionalità è un valore aggiunto,
sulla freschezza e il costo più basso. Il
nostro obiettivo è rendere questa iniziativa
stabile ma per fare questo ci vuole una
ristrutturazione e riorganizzazione dell'offerta dell'agricoltura del Lazio, contemporaneamente ad un riorganizzazione della
domanda. Questa è la nostra sfida".
16:romalive
L'Inganno a Tavola di Jeffrey M. Smith
Intervista all'Assessore Valentini su alimentazione,
prodotti e OGM
[ a cura della • Stefano Ursi e Fabrizio Piciarelli ]
Organismi Geneticamente Modificati e vita
umana, un rapporto sempre controverso, da
studiare bene. Nelle varie correnti del
mondo scientifico gli animi si sono divisi
più volte e la cronaca ci ha parlato di aspre
diatribe su cosa sono gli OGM e sul perchè
dovrebbero o non dovrebbero essere utilizzati.
Chiaramente anche nel mondo della politica
e in particolare delle istituzioni più vicine
al problema dell’agricoltura e dell’alimentazione la tematica ha fatto ben presto il suo
ingresso e si dibatte in più sedi sulla mancata individuazione delle verirfiche del
caso.
Occorre quindi saperne di più.
Quali sono i rischi dei cibi OGM?
Di questo si parla nel libro di Jeffrey M.
Smith.
E proprio della tematica degli OGM abbiamo
diffusamente parlato con l'Assessore
all'Agricoltura della Regione Lazio, On.
Daniela Valentini.
Assessore Valentini, qual è la sua opinione sugli OGM?
"Per quanto riguarda gli OGM, secondo me
le incertezze sono tante e preoccupanti e
tendono a ripercuotersi sulla vita e la salute della gente, ma anche sulla gestione
delle aziende del nostro paese. Questo non
è un aspetto trascurabile.
Noi abbiamo una mancanza di protocolli
ufficiali che ci debbono dire qual è l'impatto di queste biotecnologie sui nostri ecosistemi naturali e agrari. La mancanza di
verifiche oggettive è totale e nessuno ci
garantisce sull'innocuità degli OGM; inoltre
l'incremento serio di allergie e intolleranze
alimentari, cosa che vediamo tutti i giorni
anche a casa nostra, ci obbliga a volerne
sapere di più.
Alcune valutazioni mi hanno portato a proporre una legge contro gli OGM e questo già
da solo fa capire molte cose del mio pensiero.
Noi abbiamo una Regione ricchissima di
prodotti alimentari e un patrimonio fertilissimo, infatti stiamo lavorando su politiche
di filiera per la commercializzazione di questi prodotti che sono la nostra garanzia e la
nostra sicurezza. Occorre garantire la tracciabilità dei prodotti che porta si la sicurezza dei cittadini ma anche la salvaguardia
del nostro patrimonio agrario. La nostra
strategia alla Regione Lazio è questa, in
quanto chi governa ha il dovere della prudenza di fronte alla ricerca. Il progresso va
avanti ma il principio di precauzione è
inderogabile. Diciamo no fino a quando non
avremo più certezze.
Ci è stato detto che stiamo chiudendo al
futuro e alla sperimentazione: no, noi
siamo per il futuro e questa legge guarda al
futuro perché ha paura di un certo tipo di
futuro. Siamo coraggiosi e abbiamo voglia
di futuro e di una ricerca seria e che ci dia
dei risultati precisi".
Nella Regione Lazio qual è la situazione
concreta al momento?
"Nella nostra Regione è vietato produrre
OGM e questo divieto è importante perché
mette in moto anche delle convenienze;
infatti i tanti prodotti buoni e sani che
abbiamo portano a fare concorrenza direttamente all'interno.
Laddove c'è il pubblico che eroga i servizi
alimentari, è vietato somministrare OGM,
mentre nei ristoranti e nei luoghi dove non
si può controllare con divieti, esiste un
diritto all'informazione dei cittadini sugli
OGM, che debbono essere segnalati: sul
menu ci deve essere scritto. Per quanto
riguarda l'alimentazione degli allevamenti
si parla solo di tradizione nei mangimi.
È difficile fare tutto questo, ma occorre
farlo perché le garanzie ai cittadini sono
più importanti".
State agendo in sinergia con altre
Regioni?
"Per fortuna ci sono altre Regioni che
hanno leggi già varate e ora siamo in cinque ed inoltre esiste un coordinamento
europeo per le zone OGM - FREE.
Noi abbiamo un sogno che è un mercato
Europeo progettato sui nostri prodotti d'eccellenza, sui nostri valori aggiunti. La
nostra agricoltura non è solo materia prima,
ma sono anche le nostre radici, la nostra
cultura e le nostre tradizioni con i nostri
prodotti.
Stiamo cercando di conquistarci la libertà
di decidere del nostro futuro e sulla nostra
salute".
:17
romalive
Regione Lazio: "Agriforum"
Scambio e concertazione tra Regione, Provincia
e associazioni
Incontro con l'Assessore Regionale all'Agricoltura, On. Valentini
[ a cura di • Stefano Ursi e Fabrizio Piciarelli ]
Ass. Valentini, quest' Agriforum è
un'occasione di crescita per la Provincia
e per il mercato di Roma e soprattutto
una vetrina a livello internazionale.
Si, quest'Agriforum è importante perché
rappresenta un momento d' ascolto del territorio, di dialogo, e anche di proposte a
questa Provincia sul nostro programma di
sviluppo rurale della Regione Lazio. Una
grande opportunità per i prossimi sette
anni e per il futuro del settore agricolo e
agro-alimentare, rurale. Ovviamente in
questo Agriforum noi discuteremo molto
della Provincia di Roma che è una provincia
ricca, piena di potenzialità, che ha bisogno,
nel suo territorio di fare operazione di marketing territoriale, e quindi, di filiere e politiche di sviluppo. Noi proponiamo a questa
filiera, Roma, con il suo grande mercato
come risorsa. Con l'istituzione del PSR
(Piano di Sviluppo Rurale) , di un marchio di
qualità , questa provincia ha di per sè una
sua vocazione naturale che è quella della
sicurezza alimentare, da offrire tutta sul
mercato romano con la sua qualità e i suoi
prodotti di eccellenza. In questo c'è la par-
tita grande degli agriturismo. Stiamo discutendo proprio in questi giorni (giugno
2006, n.d.r.) di una legge esistente sugli
agriturismo e sul turismo rurale. E' necessario fare sistema e politiche di filiera attraverso un sistema integrato con il territorio
insieme ad interventi culturali turistici di iniziative che possano far crescere complessivamente l'economia agricola in questa provincia e nella Regione.
Assessore, parliamo della dimensione
del lavoro. In queste nuove norme ci
sarà anche una previsione di legge per
quanto riguarda i contributi europei
alle aziende che operano nel mercato
del lavoro in maniera corretta?
Sì, senz'altro. Questa è la nostra concezione, per tutte le leggi che facciamo e che
abbiamo fatto e che faremo. La legge sui
distretti rurali prevede un articolo in cui si
prescrive che nessuna azienda può avere
finanziamenti della Regione se non ha contratti regolari nazionali. Tutto questo varrà
per il programma di sviluppo rurale.
Avremo una serie di misure che andranno
in questa direzione nei confronti dei lavora-
tori e delle lavoratrici del settore agricolo e
alimentare.
Come prevedete la sinergia tra la
Regione , la Provincia e le associazioni
di categoria?
La sinergia già c'è nel senso che noi stiamo
costruendo e lavorando in un percorso che
stiamo facendo insieme. Abbiamo i tavoli
verdi, i tavoli agro-alimentari, gli
Agriforum, i tavoli di partnerariato. In queste sedi progettiamo e decidiamo le priorità
e il percorso, facendo di volta in volta
anche uno stop per capire se siamo tutti e
se abbiamo lasciato qualcuno indietro perché è importante che in questa sfida, se la
vogliamo vincere ci sia una consapevolezza
vera. Tant'è che chiediamo anche alle organizzazioni professionali di riorganizzare le
loro realtà, le loro aziende agricole. Perché
se vogliamo veramente fare una politica di
commercializzazione e di filiera abbiamo
bisogno di organizzare anche l'offerta, e in
questo, un maggior salto di qualità della
organizzazione delle professionali agricole
è importante.
Gusti d'Europa
Una vetrina sui prodotti tipici della nostra Regione
L’Ass. Valentini: “I nostri prodotti vanno valorizzati al massimo”
[ a cura di • Valeria De Rentiis e Fabrizio Piciarelli ]
L'esposizione dei prodotti tipici e d'eccellenza di una Regione è sicuramente il modo
migliore per rendere un territorio protagonista del mercato europeo e mondiale. E qui
la manifestazione "Gusti d'Europa" è ottimale, con i suoi stands, le sue possibilità di
conoscere il territorio e i suoi sapori. Ma
ancor di più serve, per portare un mercato
di grande qualità come quello del Lazio ad
essere assolutamente competitivo, un'opera
di valorizzazione e di protezione dalle imitazioni, a volte pericolose, dei propri prodotti.
Quest'esigenza è stata ben recepita e metabolizzata dalla Regione Lazio, che sta varando una legge sugli OGM e l'Assessore
Regionale all'Agricoltura On. Daniela
Valentini ce ne parla in alcune battute che i
nostri inviati hanno raccolto alla presentazione della Fiera.
Assessore Valentini, questa fiera può
essere l'inizio di un nuovo modo di fare
enogastronomia e agricoltura anche in
relazione alle esigenze europee?
"Credo di si. Noi abbiamo sostenuto questo
appuntamento romano, ma a ben vedere
europeo, che è l'incontro dei gusti e dei
18:romalive
sapori dei paesi d'Europa e dei loro prodotti d'eccellenza. È un primo appuntamento e
abbiamo intenzione di sostenerlo con forza
e fare in modo che diventi un momento
fisso presso la Nuova Fiera di Roma. Noi crediamo molto nella valorizzazione dei prodotti della nostra terra, perché abbiamo la
necessità di affiancare alle nostre politiche,
alcune strategie di filiera e di commercializzazione. C'è l'intenzione da parte nostra di
diventare la regione che potrà promuovere
un'iniziativa di questo tipo; io penso che sia
importante promuovere Roma, che è una
grande risorsa e il mercato europeo più
grande, oltre ad essere il più grande centro
agricolo d'Europa. È un po' la locomotiva
d'Italia e penso che possa diventare una
vetrina nel mondo e soprattutto un emporio
che può sostenere i nostri prodotti d'eccellenza. D'altra parte la Regione Lazio sta discutendo la sua legge contro gli OGM e ciò
fa capire quanto noi siamo sensibili a questo
tipo di tema".
Perché questa iniziativa di legge?
"L'iniziativa di legge era doverosa. Intanto
c'è un principio di precauzione per i cittadini che va rispettato fin quando la scienza
non ci dia delle certezze. Noi abbiamo il
dovere di proibire, fin allora, l'uso e il consumo di questi prodotti e le sanzioni saranno severe; ad esempio la cosa più importante che mi viene in mente è l'uso assolutamente proibito nelle mense scolastiche,
negli ospedali e in tutte le strutture pubbliche".
Avete già avuto riscontri e consensi da
altre Regioni?
"È una legge difficile in quanto l'Europa è
un po' ambigua e a volte sembra andare in
un'altra direzione. Altre regioni d'Italia stanno facendo la loro legge e ci sono altre
regioni d'Europa che ne stanno discutendo,
comunque per noi resta fondamentale".
Per concludere, possiamo parlare, grazie a lei, di una cultura del biologico che
si espande in Europa?
"Si, dobbiamo necessariamente parlarne.
C'è una grande esigenza dei consumatori di
sicurezza alimentare e di tracciabilità, nonché di un miglioramento della qualità della
vista. Dobbiamo corrispondere a queste esigenze e un aumento del biologico va proprio in questa direzione".
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Cancro
a che punto siamo?
cosa dice la medicina ufficiale
Incontro con il Presidente dell'Ail,
Associazione Italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma,
Prof. Franco Mandelli
[ di • Valeria De Rentiis ]
Il cancro è la malattia del Ventesimo Secolo: ne esistono diverse tipologie e spesso, per fortuna, curabili.
La ricerca scientifica non è ancora in grado di dare risposte concrete. La chemioterapia continua
ad essere l'unica soluzione, che il più delle volte,
peggiora la situazione invece di migliorarla. Tra le
diverse forme tumorali, la leucemia, il linfoma e il
mieloma, colpiscono il sangue. L'AIL, l'associazione che da trent'anni si occupa della ricerca per
questo tipo di cancro e, soprattutto del sostegno
ai malati e ai familiari, ci ha aperto le porte della
sede principale romana.
Qui abbiamo incontrato il Prof. Mandelli, ematologo dell'Università "La Sapienza" di Roma nonché
presidente dell'Associazione, esperto di fama internazionale. A lui abbiamo chiesto quale sarà il
futuro della ricerca.
Prof. Mandelli, come sono cambiate le prospettive per le persone colpite da un tumore
del sangue?
Credo sia per me che per tanti ematologi di tutto
il mondo ancora un sogno perché venti, trent'anni
fa si moriva di queste malattie e quasi sempre rapidamente. Ci sono stati dei progressi straordinari
che sono stati realizzati in tappe successive perché la ricerca non esplode tutta insieme. Ci sono
dei periodi di stasi e dei periodi di grande intensità e grande miglioramento. Sono iniziate le prime
cure con la radioterapia poi con la chemioterapia
poi associando le due procedure con un'infinità
di nuovi farmaci poi con il trapianto di cellule staminali. Oggi si parla tanto di cellule staminali ma
non tutti sanno che sono state scoperte dagli ematologi tanti anni fa. Il trapianto delle cellule staminali
consente di ottenere dei risultati veramente straordinari ma direi che sono le combinazioni delle
diverse procedure. Per cui spesso sono necessari
anni per dimostrare che una procedura è migliore di un'altra e questa è la ricerca clinica che porta
a risultati veramente straordinari.
In che modo la tecnologia e le nuove forme
di sperimentazione possono portare al raggiungimento di cure sempre più efficaci e
specifiche?
Abbiamo parlato delle terapie più collaudate, più
codificate, ma le nuove tecnologie hanno permesso d'identificare nuovi farmaci. Ecco perchè
parlare di questi nuovi farmaci è importante perché questi farmaci colpiscono nel cuore le cellule
20:romalive
malate, in altre parole sono mirati, sono farmaci
intelligenti; conoscendo la biologia molecolare delle cellule leucemiche, linfomatose e del mieloma
si riesce ad agire in maniera più specifica contro le
cellule malate risparmiando le cellule sane. Questo
ha degli enormi vantaggi che sono intuibili. Intanto
i farmaci intelligenti sono dei proiettili mirati: è come se sparando al bersaglio si colpisse il centro e
il centro è la cellula malata. Le cellule sane non ancora vengono risparmiate del tutto, ma gli effetti
collaterali comunque sono minori. Un malato è
fatto di cellule sane e di cellule tumorali: la maggior parte sono cellule normali anche quando il
tumore è di enorme dimensioni, quando la leucemia invade l'organismo. I farmaci di una volta
colpivano tutt' e due le popolazioni di cellule indifferentemente, le normali e le malate. Questi
farmaci, cosiddetti mirati, intelligenti hanno questa capacità, ci sono degli esempi eclatanti che
danno dei risultati veramente straordinari.
Che consiglio darebbe ad una persona che scopre d'essere affetta da un tumore del sangue?
Io dico sempre: arrabbiatevi come delle bestie contro la malattia non contro il mondo perché questa
reazione potrebbe esserci. La rabbia dovete esplicarla in modo che lottiate alla grande, non da soli,
insieme ai parenti più stretti, insieme ai rarissimi
veri amici. Un altro consiglio che do è di parlare
pochissimo della malattia se non con le persone
che ci sono veramente vicine e questo consiglio fa
si che ci sia una partecipazione vera da parte del
malato della famiglia dei veri amici. Questo insieme, malato, amici e famiglia deve lottare contro la
malattia perché ormai è dimostrato anche scientificamente che contano le cure, contano i medici
ma conta moltissimo anche il malato cioè il ruolo
che il malato svolge è fondamentale perché la volontà del malato, la forza che il malato mette nella
lotta contro la malattia conta moltissimo. Io credo
che quasi il 50% del successo è dovuto al malato.
Ci sono malati che capiscono fin dall'inizio che il
loro ruolo è fondamentale. Purtroppo ci sono malati che sbagliano atteggiamento, ci sono malati
depressi che sicuramente non sono vincenti. Lo sono quelli che affrontano la malattia che, anche
quando la malattia va male, continuano a lottare.
Professore ci spiega che cos'è GIMEMA?
Il GIMEMA è un gruppo italiano per le malattie
ematologiche dell'adulto. È un gruppo che è stato creato tanti anni fa da me e da alcuni ematologi
italiani. Lo scopo di questo gruppo è proprio quello di realizzare quella ricerca clinica di cui parlavo
prima, quando ci sono delle nuove procedure terapeutiche, dei nuovi farmaci. Per poterli utilizzare
per protocolli di cura efficaci bisogna dimostrare
che queste cure sono migliori di altre. Se non si
Prof. Franco Mandelli, Presidente dell’ Ail
dimostra questo si rischia di impiegare farmaci
nuovi più costosi perché ovviamente le industrie
farmaceutiche investono e devono avere dei vantaggi da questi investimenti, sicuramente non ci
perdono. Il Gimema coordina praticamente tutti i
centri italiani di ematologia che partecipano a questi protocolli che sono approvati da un gruppo del
Gimema stesso, composto da ematologi esperti
che discutono con tutti gli ematologi del gruppo.
Se approvati, devono avere un collaudo da parte
dei comitati etici cioè di équipes di diversi comitati e università italiane che devono dare la propria
approvazione al protocollo dichiarando se sia accettabile oppure no, perché ci aspettiamo migliori
risultati in minor tempo. E pensi che il Gimema è
attivo dall'estremo nord, Bolzano, all'estremo sud,
Palermo, e vi sono centinaia di ematologi che collaborano in più di cento centri che hanno aderito
al Gimema. E' quindi uno straordinario gruppo,
un network che funziona alla grande e viene citato anche da altri gruppi, non solo in Italia ma
anche all'estero. Il Gimema collabora anche con
altri gruppi italiani ma soprattutto europei, inglesi e americani per portare avanti queste ricerche
cliniche : è il malato che viene studiato e devo di-
re che si hanno risultati straordinari. Per cui penso che il Gimema ha solo un grandissimo problema:
richiede sono i finanziamenti perché ci sono undici, docici persone che lavorano a tempo pieno;
ci sono medici, statistici, informatici , persone che
raccolgono dati, che devono essere elaborati, valutati per essere pubblicati perché i risultati di queste
ricerche poi andranno sulle riviste internazionali di
maggior interesse. Direi che è l'Italia ematologica
che coordina gruppi, non solo per le leucemie croniche ma anche per il mieloma, per il linfoma e
per le leucemie croniche.
In qualità di presidente dell'AIL ci può dire
come viene finanziata l'Associazione e come
questo contributo collabora a sostenere la
Ricerca Scientifica e l'assistenza ai malati ematologici in Italia?
L'AIL esiste per i volontari: se non ci fossero non
sarebbe mai nata. Ci sono migliaia di volontari in
Italia. Sono stato ultimamente a Rovigo e anche li
c'è una sezione dell'AIL. Sono ben 79 le province
italiane in cui c'è una sede AIL perché le province
hanno delle sezioni indipendenti che raccolgono
fondi e li utilizzano localmente e questo stimola la
gente a donare all'AIL finanziamenti. L'AIL vive di
finanziamenti privati, di pubblico quasi zero e questi finanziamenti sono raccolti con le due manifestazioni
più importanti: la vendita delle stelle di Natale e
quella delle uova di Pasqua in migliaia di piazze
italiane. Ora stiamo cercando d'inventarci qualche
nuova iniziativa. Abbiamo avuto due importanti
manifestazioni l'anno scorso, sia sulle reti Mediaset,
con Maurizio Costanzo, sia alla Rai con Pippo Baudo.
Abbiamo raccolto fondi e quello è stato un grosso aiuto. Per esempio si è deciso che una parte di
questi fondi servirà per finanziare il GIMEMA: se
non ci fosse l'AIL non ci sarebbe nemmeno il GIMEMA. Vorrei dire che considero i volontari che
vendono le stelle di Natale, le uova di Pasqua volontari di prima categoria, che lavorano negli ospedali
facendo tantissimi tipi di lavoro, occupandosi anche della parte amministrativa perchè qualche volta
si sostituiscono al personale dipendente che non
basta mai. Io credo che AIL uguale VOLONTARI
uguale GIMEMA. Forse questa triade sarà vincente e la vittoria sarà quando non si morirà più né di
leucemia né di mieloma né di linfoma. Nel futuro,
io non so se lo vedrò, sono sicuro che arriveremo
a questo risultato.
Parliamo anche di bambini: purtroppo questa malattia colpisce anche loro. Da che età?
Il mieloma non colpisce i bambini ma la leucemia
e il linfoma si. La leucemia è il tumore più frequente nei bambini di età inferiore ai 12 anni. Ci
sono centri pediatrici e alcuni aderiscono all'AIL.
Altri ad un'altra associazione , l'Associazione Italiana
di Ematologia e Oncologia Pediatrica, e anch'essa ha dei grandissimi meriti perché coordina i gruppi
di ricerca e i protocolli. I progressi sui bambini sono stati superiori a quelli ottenuti negli adulti: la
percentuale di bambini che guarisce è superiore
rispetto agli adulti. Va detto anche che gli adolescenti hanno risultati migliori rispetto agli adulti.
Va tenuto presente che queste malattie colpiscono tutte le fasce d'età, anche gli adulti e gli anziani:
forse perché non sono più giovane anche gli anziani mi coinvolgono molto. E' giusto curare tutti,
anche le persone di una certa età. I risultati sono
più difficili da ottenere: basti pensare che un anziano ha tante altre malattie oltre al mieloma, al
linfoma e alla leucemia. Anche li stiamo ottenendo dei risultati di un certo interesse. Quindi, tutte
le età della vita sono colpite .
Professore Lei parlava di finanziamenti privati. Come mai non è lo Stato che si occupa
di finanziare la ricerca visto che si tratta di un
problema a livello nazionale?
Io credo che questo sia un problema che riguarda la ricerca in tutti i campi. In Italia è finanziata
poco e in maniera insufficiente.
Il problema dei ricercatori che vanno a lavorare
fuori dall'Italia è noto e si ripete spesso perchè in
effetti la retribuzione è nettamente inferiore a quella che lo stesso ricercatore riceve all'estero. Io credo
che associazioni come l'AIL e l'AIRC abbiano un
ruolo molto importante, perché i nostri volontari
fanno massa e creano opinione. Qualcosa è già
stato fatto e qualcosa si farà.
Per esempio quest'anno il 5x1000, la detrazione
che ogni italiano può fare nella propria regolare
denuncia dei redditi senza perdere niente, può essere indirizzata anche alla ricerca e l'AIL non finanzia
solo la ricerca ma anche la cura dei malati. Ci sono altri stati europei in cui la ricerca riceve questo
tipo di finanziamento. Speriamo che anche l'Italia
sia adegui presto anche meglio rispetto all'Europa.
La parole agli esperti: Prof. Cognetti
Francesco Cognetti: “In alcuni casi la chemioterapia può essere considerata la sola e unica soluzione per le neoplasie“
[ di • Valeria De Rentiis ]
Fra i tanti esperti e studiosi del cancro, sicuramente
non si può non menzionare il Prof. Francesco
Cognetti, ormai da anni in prima linea in quella
che può essere definita, assieme all'AIDS, la battaglia del secolo.
Prof. Cognetti, com'è strutturato l'IFO?
L'IFO è un ente che racchiude due istituzioni diverse, la prima è l'Istituto Nazionale Tumori Regina
Elena e la seconda è l'Istituto Ematologico San
Gallicano, entrambe pubbliche, a carattere scientifico, e quindi, di rilevanza regionale ma anche
nazionale che perseguono la ricerca e l'assistenza rispettivamente nel settore dei tumori e nel
settore delle malattie della cute.
Nell'ambito della ricerca le risulta che stiano
aumentando i casi di tumore?
Alcuni tumori sono in aumento in termini di incidenza, come in tutti i paesi europei, mentre la
mortalità complessiva, per fortuna, sta lievemente diminuendo, soprattutto nei casi di alcune
neoplasie che si possono diagnosticare più in fretta e di alcune altre in cui le cure sono molto efficaci.
A che punto è la ricerca quindi?
La ricerca consegue oggettivamente dei risultati
importanti, perché negli ultimi decenni si è realizzato un miglioramento del tasso di consapevolezza
e una riduzione del tasso di mortalità per cancro;
la sopravvivenza è arrivata fino al 60%.
Quali i risultati con la chemioterapia?
La chemioterapia può essere utilizzata nei pazienti
con malattia avanzata oppure in alcuni tumori come quello del colon, della mammella, a breve dopo
l'intervento chirurgico per il rischio di recidive.
È un trattamento molto importante perché in questi anni ha visto una vera e propria esplosione di
nuovi agenti e farmaci antineoplastici; recentemente sono emerse alcune sostanze che agiscono
in maniera del tutto peculiare e cioè con un meccanismo biologico che va a colpire dei bersagli
specifici responsabili dell'evoluzione della malattia. Sono dei farmaci cosiddetti “intelligenti”.
La chemioterapia può e deve essere considerata l'unica soluzione per le varie neoplasie?
In alcuni tumori si, mentre in altri si agisce in abbinamento con la chirurgia.
:21
romalive
le alternative alla medicina ufficiale
La Radionica nella cura al cancro:
un punto di partenza e nuova speranza?
[ di • Sergio Di Mambro e Fabrizio Piciarelli ]
PREMESSA: La radionica non è una curiosità
scientifica del XX secolo. Il tema che propone,
studia e sviluppa interessa la fisica moderna; le
sue realizzazioni pratiche messe a punto sino ad
oggi - nel dimostrare le validità di una nuova idea
- collaborano a risolvere scabrosi problemi come,
appunto, quello Radiobiologico. La teoretica sarebbe una vana ginnastica del cervello se non
conducesse alla scoperta di informazioni utili alla conoscenza ed alla organizzazione razionale.
A maggior ragione non si può disconoscere, alla maniera di qualche ultra-conformista immemore
delle lezioni del passato, come la scienza e la fisica abbiano dei limiti indefinibili!
Una proporzione teorica della K-teoria (1945), è
valida se viene confermata dall'esperimento e se
si rivela utilizzabile sul piano pratico. Orbene, la
radionica ha le carte in regola!
La capacità di recepire una valida idea nuova, almeno per quanto concerne il "principio radionico",
è nient'altro che un problema di "crescenza" del
pensiero collettivo. Vedremo a suo luogo che tale "principio" si inquadra tra le teorie più avanzate
della Fisica: oltre ad apparire il giusto seguito alle idee di Maxwell e di Planck, essa costituisce
un avanzamento su nuova direzione delle magnifiche realizzazioni di Hertz e Marconi ed apre
alla Scienza un capitolo inatteso: la K-fenome-
nologia e i suoi effetti strumentalizzati dal metodo K - indagine.
Ha scritto Marconi (1903): "La telegrafia senza
fili non è che una semplice conseguenza dell'applicazione dei mezzi impiegati dalla natura
per ottenere gli effetti di luce, di magnetismo e
di calore attraverso lo spazio".
Per concludere, la Radionica è: scienza che si occupa dello studio teorico ed applicato delle
fenomenologie afferenti e conseguenti al regime della sub-eccitazione elettronica e naturale
a livello della materia tutta. A tale premessa di
Giambattista Callegari (Radionica e Radiobiologia,
Edizioni Spazio Uno, 1980) possiamo aggiungere altri trattati di grandi filosofi e scienziati
come: La filosofia di Vitruvio, per passare a
Cartesio e continuando con Leonardo, il principio di scambio di Pannaria che lega la costante
di Plance, il numero di Avogadro e la velocità
della luce che rappresenta l'equazione della materia sempre ricercata da Heisenberg. Ma tale
fisica quantistica è soprattutto da attribuire all'attività svolta dagli scienziati italiani: Fermi,
Marconi, Severi e Pannaria. Prima di parlare della disuguaglianza di Bell, vorremmo riportare
una citazione di uno tra i più grandi scienziati
italiani, Francesco Severi. "La comprensione dei
fenomeni è ciò a cui aspira ardentemente lo spi-
rito umano: però questa comprensione non ha
un valore che permane, ma è transitoria in funzione delle nostre conoscenze del momento.
Bisogna che la scienza non sia più soltanto scienza, ma si elevi fino alla sapienza e dimentichi
perciò - almeno come sosta - di essere stata creata sul principio di causalità e che tenga d'occhio
le finalità e abbia la visione dell'armonia presente e la ragione del cuore". Partendo dal
presupposto che "lo spazio non è vuoto", potremmo "immaginare di sorvolare l'oceano con
un jet. Da quel punto di osservazione ottimale,
la superficie sembra perfettamente uniforme e
vuota. Sappiamo che se fossimo su una barca,
vedremmo enormi onde tutt'intorno. Così si
comporta il vuoto. Su grandi distanze - ovvero
quelle che sperimentiamo come esseri umani lo spazio ci appare completamente vuoto. Ma
se potessimo analizzarlo da molto vicino vedremmo tutte le particelle quantistiche entrare
e uscire dal nulla" I fisici chiamano tali particelle "fluttuazioni del vuoto". Arriviamo alla
disuguaglianza di Bell: è una formulazione moderna di un famoso paradosso escogitato dai
fisici Einstein-Podolsky-Rosen, per dimostrare
che la meccanica quantistica non poteva essere considerata una teoria esatta o quantomeno
completa. Sia il paradosso di Einstein e altri, che
la disuguaglianza di Bell non poterono essere
verificati sperimentalmente prima del 1982. Da
quell'anno l'Università di Parigi approntò una
serie di esperimenti con Alain Aspect, i quali permisero di seguire l'evoluzione spazio-temporale
di coppie di particelle emesse da un'unica sorgente e dirette verso rivelatori lontani. Senza
entrare in dettagli tecnici, Aspect con i suoi esperimenti dette ragione a Bell.
Bell dice questo: "Si ha localismo quando due
soggetti separati da grande distanza, esistono
indipendentemente l'uno dall'altro, nel senso
che l'azione compiuta su uno di essi non modifica in modo sensibile le proprietà oggettive
dell'altro". Per esplicitare al meglio, ecco cosa
scrisse Niel Bohr: " Tra due particelle (correlate)
che si allontanano l'una dall'altra nello spazio,
esiste una forma di azione-comunicazione permanente, … Anche se due fotoni si trovassero
su due diverse Galassie continuerebbero pur sempre a rimanere un unico ente…". (Quindi la
meccanica quantistica prevede ampie "deroghe"
alla possibilità di influenze a distanza).
Come curarsi da una malattia come il cancro?
Come curarsi da una malattia come il cancro?
Oltre alla medicina convenzionale, esiste quella
branca della medicina definita alternativa, di cui
si parla ancora poco. Eppure su molte di queste
discipline esiste una forma di omertà, dovuta al
fatto che la ricerca è orientata verso prodotti di
sintesi che hanno il vantaggio di essere brevettati e commercializzati. Mentre l'autentica ricerca
22:romalive
nel rispetto della vita e dei tre regni (animale, vegetale, minerale) va indirizzata nell'individuazione
e nella utilizzazione dei cosiddetti "principi attivi" ricavabili dalla stessa natura, rappresentata
dal regno vegetale. Il regno animale, nel rispetto della vita, può interagire solo con il regno
vegetale. L'unica terapia riconosciuta sembra essere la chemioterapia, con i conseguenti e ben
conosciuti effetti collaterali. Ci siamo chiesti se
esistesse un modo per debellare il male senza distruggere o mettere comunque a repentaglio la
propria vita debilitando l'organismo con la chemio. Abbiamo intervistato il Prof. Giuseppe
Genovesi, ricercatore e docente presso il Policlinico
"Umberto I" di Romae docente di Endocrinologia
all’Un La Sapienza di Roma, il quale ci ha parla-
:23
romalive
to di un nuovo modo di approcciare alla malattia e di una possibile terapia chiamata "Radionica"
Prof. Genovesi, esistono delle terapie alternative alla chemioterapia?
"Sicuramente la chemioterapia è la terapia ufficiale, "ortodossa", ma effettivamente non è
l'unica. Si basa su presupposti che non sono molto condivisi dagli approcci naturali, diciamo dalla
medicina olistica, che ha come obiettivo mettere l'organismo nelle condizioni di riacquisire una
capacità di autosufficienza. La chemioterapia è
estremamente aggressiva, lo è nei confronti delle cellule tumorali, ma lo è anche nei confronti
del sistema immunitario dell'organismo.
Quindi, spesso ci troviamo a fare i conti con un
sistema di terapia debilitante per il paziente che
la subisce; ha un effetto devastante sul sistema
immunitario dell'organismo che vi si sottopone.
Questo è il conflitto che la caratterizza, perché
se è vero da una parte che può esserci un effetto sul tumore di per sé, è anche vero che il sistema
immunitario, che poi è quello che dovrebbe essere in grado di assicurare la mancanza della
Prof. Giuseppe Genovesi
recidiva e la guarigione completa, molto spesso
risulta talmente compromesso da causare tra i
fenomeni collaterali addirittura altri fenomeni
neoplastici. Sembra strano, ma proprio la chemioterapia che dovrebbe assicurare una guarigione
anticancro può diventare una terapia che tra i vari effetti collaterali ha proprio il cancro, magari di
altre nature o di altre tipologie. Gli approcci non
convenzionali, se possiamo definirli così, naturali, olistici, (si abusa di vari termini a proposito delle
considerazioni sulle metodologie alternative a
quelle classiche) sicuramente hanno un presupposto comune che è quello di cercare di arrivare
a soluzioni del problema tramite un approccio
più causalista, cercando in primo luogo d'identificare la causa della malattia, cancro compreso,
in modo da poterla rimuovere, una volta identificata, attraverso proposte terapeutiche che hanno
come obiettivo quello di ridare all'organismo la
capacità di essere autosufficiente, cioè di recuperare quelle funzioni che in determinate circostanze
erano andate perdute. E' ovvio che ci sono delle situazioni che possiamo definire molto complesse
per permettere agli organismi di recuperare le
proprie funzioni, ma gli approcci, proprio per questo motivo, possono essere multidisciplinari. Uno
degli errori che viene commesso nel mondo della medicina in generale riguarda la contrapposizione
di due scuole di pensiero: i medici che hanno un
approccio ortodosso, tradizionale e allopatico sono in conflitto con coloro i quali praticano una
medicina olistica, fitoterapica e omeopatica. Si
viene a creare un integralismo e questo è uno
sbaglio. In casi in cui viene utilizzata la chemioterapia potrebbe essere utile unire le due terapie
24:romalive
(quella allopatica e quella non convenzionale). In
questo senso si può intravedere un'interdisciplinarietà a livello terapico che prima ancora dovrebbe
essere di tipo diagnostico. Anche la diagnostica
a volte subisce le limitazioni del protocollo. Se la
medicina si avvicinasse di più alla fisica probabilmente anche dal punto di vista diagnostico
avremmo degli elementi significativi".
A Lei risulta che ci siano applicazioni di tali
terapie e con quali risultati?
"Sicuramente bisogna dire, pur essendo assolutamente favorevole alla medicina olistica, e quindi,
suo utilizzatore, che purtroppo in Italia viene usata molto spesso senza un'adeguata cognizione
di causa. Ne deriva che possano verificarsi dei fallimenti che non dipendono dagli approcci ma
dall'incompetenza di chi li utilizza. Fatto salvo
tutto ciò, esistono degli approcci estremamente
efficaci, in particolare nel contesto della naturopatia tedesca che tiene conto di elementi
fondamentali, riguardanti l'eziopatogenesi della
malattia e la modalità per poter arrivare a gestire la causa della malattia attraverso l'uso di prodotti
naturali (intendendo con ciò principi attivi con
contenuto attivo molto significativo tanto da produrre dei risultati clinici importanti). Il test EAV
(elettro-agopuntura secondo Voll) prende il nome da un medico tedesco (il Dott.Voll), che aveva
costruito una macchina per poter misurare le differenze di potenziale elettrico espresse in potenziali
molto piccoli: parliamo di micro ampère misurati sui punti dell'agopuntura classica che corrispondono
a vari organi e funzioni d'organo. Identificando
attraverso questo test le defaillances bioelettriche correlabili a defaillances funzionali di vari
organi e testando le varie sostanze da utilizzare
proprio attraverso questa tecnica, l'individuo che
viene messo in contatto fisico con la sostanza
ipotetica da utilizzare dal punto di vista terapeutico può avere una variazione del potenziale
elettrico di superficie cutanea al solo contatto
con la sostanza. Questo, dal punto di vista della
medicina classica non è accettato, ma ha sicuramente dei presupposti scientifici, perché chiaramente
la fisica delle particelle non più teorica, ma "evidence based", dimostra quale sia l'interferenza
tra le singole particelle anche per il semplice contatto fisico, e quindi, quanto una struttura energetica
possa produrre un effetto energetico su un organismo anche molto complesso. Del resto, anche
su questi presupposti si basa tutta la fisica quantistica, che deriva a sua volta da studi che hanno
dato sviluppo a strategie terapeutiche assai più
estreme di quelle che possono essere considerate non convenzionali ma comuni, perché si tratta
di utilizzare sostanze di estrazione vegetale o in
diluizione ponderale omeopatica. Si tratta comunque di assumere sostanze per via orale o
sistemica. La modalità di assunzione è la stessa
che si utilizza per le terapie allopatiche. Ma le
strategie non convenzionali non si fermano a
questo. Dobbiamo dire che abbiamo a che fare
con strategie che ormai hanno preso piede da
alcuni decenni e che continuano a svilupparsi con
estremo interesse perché sono state oggetto di
sperimentazione che non prevede l'assunzione
di qualcosa in particolare, se non come supporto della terapia di base. Mi riferisco alla Radionica
nel campo oncologico, una delle modalità più
interessanti oggi a disposizione e altrettanto sconosciuta e criticata dai più che la conoscono solo
superficialmente. Per Radionica noi intendiamo
un argomento che riguarda lo studio della fisica
e che ha alla base ad esempio lo studio del pendolo. Negli anni '50 l'ingegnere italiano Callegari,
stabilì che l'uso del pendolo era sicuramente e
fortemente influenzato dal suo utilizzatore e i
dati non potevano essere obiettivi, pur essendoci comunque alla base della radioestesia, cioè
dell'uso del pendolo, delle leggi fisiche che comunque ne giustificavano l'assunzione. Costruì
una macchina che aveva lo scopo di shuntare l'utilizzatore del pendolo rendendo oggettiva la
misurazione. Questa macchina era stata costruita a scopo diagnostico, perché il pendolo aveva
la prerogativa di esaminare e verificare, attraverso l'oggetto personale del paziente, quali fossero
gli organi colpiti. La macchina di Callegari passò
alla storia per essere estremamente efficace nel
definire dettagliatamente alcune specifiche diagnostiche (tra gli utilizzatori della macchina di
Callegari si annovera un Padre Gesuita, Monsignor
Fernando Bortone). È chiaro che suscitò molta
polemica nell'ambito dell'accademia universitaria ma, dato di fatto, la macchina funzionava
dando degli inquadramenti diagnostici molto
chiari attraverso degli elementi personali, come
potevano essere le fotografie".
Continua l'intervista con il professor Genovesi,
che con linguaggio semplice spiega fenomeni complessi permettendone a tutti la
facile comprensione.
"La fisica che è alla base di questo funzionamento
si fonda sul principio di Bell, un fisico americano
di origine inglese, che aveva studiato la comunicazione tra le particelle affini. Cosa s'intende
quindi per particelle? Esse sono strutture che costituiscono l'atomo, composto da un nucleo
centrale che comprende neutroni e protoni rispetto a particelle più piccole che sono gli elettroni.
Le particelle affini sono quelle che fanno parte
dello stesso atomo per cui due elettroni che gravitano sullo stesso orbitale sono particelle affini
e così via. Bell ha studiato come le particelle affini possano entrare in comunicazione e mantenerla
a prescindere dalla distanza che viene interposta
tra di loro. L'esperimento che confermò la disuguaglianza di Bell, ripetibile, è consistito nel
prendere due elettroni dello stesso atomo e sullo stesso orbitale, uno studiato a New York e
l'altro a Parigi, ad 8000 km di distanza. Forse non
tutti sanno che gli elettroni, oltre a ruotare intorno al nucleo, ruotano intorno al proprio asse
e tale rotazione è detta spin. Elettroni sulla stessa orbita hanno spin opposto (rotazioni intorno
al proprio asse opposte). Quindi i due elettroni
dell'esperimento avevano spin opposto. Quello
studiato a New York è stato spinto nella direzione opposta ed istantaneamente quello posto a
Parigi ha cambiato spin simultaneamente senza
aver ricevuto nessuna spinta, la direzione di rotazione si è invertita senza aver calcolato nessun
vettore, cioè una latenza di tempo che intercorresse tra l'inversione della rotazione.
È un'evidenza ripetibile, ed è eccezionale come
possano le particelle comunicare tra di loro. E'
un vettore con una frequenza non misurabile e
qui rientriamo nell'ambito della "materia oscura" che è calcolata intorno al 90% di ciò che
esiste ed è costituita da particelle non misurabili e non identificabili attraverso gli strumenti che
abbiamo a disposizione ma che esistono matematicamente, altrimenti non si spiegherebbe
nemmeno il rapporto gravitazionale tra i pianeti. Ci dobbiamo rassegnare all'idea che il 90% di
ciò che esiste non è visibile e questo già dovreb-
be dirci molto sulle obiezioni metafisiche. Sulla
base di questa esperienza si fonda la radionica.
Se facciamo una fotografia sulla lastra si evidenziano i fotoni emessi dalla persona in presenza
di luce e che danno l'immagine. I fotoni che sono sulla lastra fotografica sono particelle affini ai
fotoni che sono rimasti addosso a noi, quindi è
chiaro che un intervento su questi fotoni può favorire una modificazione anche dei fotoni che
sono presenti nel nostro organismo e per simpatia anche di altri elementi. A seguito dell'utilizzo
della macchina di Callegari, prerogativa di pochissimi al mondo, sono state attivate ricerche e
sperimentazioni sull'uso di una struttura a forma di antenna che emettesse delle frequenze
non misurabili. (L'energia cosmica permette la
vita ed è collegata alle configurazioni dei pianeti. L'antenna è un particolare strumento di
captazione di energia cosmica che riconosce tramite un'apparecchiatura funzionante secondo i
principi della macchina di Callegari con campi di
risonanza energetica). A tali principi che antiche
civiltà quali Egizi e Maya conoscevano e utilizzavano, si ispira l'attività dell'Associazione culturale
Fulvio Di Pascale, che ha effettuato una impegnativa e innovativa sperimentazione, con esito
positivo presso l'Università di Trieste. Tale esperimento è consistito nell'iniettare nei topi delle
cellule cancerose; precisamente si tratta di Topi
CBA/CA iniettati intraperitonealmente con 2 x
105 cellule tumorali, linfoma TLX5, tali da produrre come effetto terapeutico sul paziente
precedentemente diagnosticato dalla macchina.
In pratica la fotografia consente la diagnosi e la
stessa fotografia viene sottoposta all'effetto di
queste frequenze che possiamo definire magnetiche e che hanno la capacità d'intervenire
sui fotoni e attraverso i quali è possibile intervenire sull'organismo. Questo tipo di metodologia
diagnostico-terapeutica è stata utilizzata soprat-
tutto per il cancro, con effetti significativi proprio
perché ci sono state numerose guarigioni. È chiaro che dal punto di vista della medicina tradizionale
questo non ha significato, perché si tira sempre
in ballo il discorso dell'effetto placebo, dell'effetto che la mente può avere e degli errori della
diagnostica. In realtà questa sperimentazione è
stata oggetto di attento esame da parte di ricercatori, tra cui il prof. Silvestroni, (tale esperimento
è avvenuto grazie all'accordo di collaborazione
tra l'Associazione culturale Fulvio Di Pascale e il
laboratorio di Biofluorimetria dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" di cui è direttore
il prof. Silvestroni). La sperimentazione è avvenuta su cellule tumorali che hanno una certa
capacità di crescita e la metà sono state fotografate secondo i canoni richiesti. La fotografia
è stata sottoposta alle interferenze dell'antenna
mentre l'altra metà è stata lasciata libera di proliferare. Abbiamo constatato che le cellule fotografate
hanno smesso di proliferare mentre le altre hanno proseguito, e questo è estremamente positivo.
Quanto è importante l'approccio psicologico e mentale per sconfiggere la malattia?
"I casi di guarigione sono moltissimi ma nella mia
esperienza ci sono casi di non guarigione soprattutto in persone che non nutrivano la speranza
e l'ottimismo di non morire. Non avevano la speranza e il desiderio di guarire per la paura di
morire. È chiaro che un gruppo di topi e un gruppo di cellule sono diversi da un individuo che ha
a che fare con la propria mente. L'individuo Uomo
è più complesso perché deve fare i conti con il
suo universo mentale. L'effetto si ha sul piano
sperimentale. Arrivare ad un addestramento di
un certo tipo consente anche di evitare qualunque tipo di approccio terapeutico. Voglio citare
un paziente di cui non farò il nome, un ingegnere
a cui era stato diagnosticato un tumore allo sto-
maco e a cui vennero prospettati solo tre mesi di
vita; gli venne proposto di curarsi con la chemio
per vivere qualche mese in più, ma lui decise di
partire per mare. Amava pescare e aveva a disposizione una barca. Fece quindi scorta di viveri
e partì rifornendosi nei porti che incontrava. Dopo
6 mesi tornò a casa e visto che non era morto,
come predetto, si fece controllare. Dalle analisi
risultò che il cancro era regredito e i medici gli
dissero che c'era stato un errore di diagnosi perché era impossibile che la malattia fosse scomparsa:
secondo loro era stato diagnosticato un male che
in realtà non esisteva. La cosa che mi rammarica è che una fetta di medici abbia una visione
così miope delle cose del mondo. Sono convinto che ognuno di noi abbia una diversa visione
del mondo, per usare una terminologia cara a
Niestzche e a Wagner, ma aprire lo spazio di visione credo sia fondamentale, altrimenti si rischia
di cadere in atteggiamenti totalmente integralisti. Pur di non ammmettere l'efficacia di un metodo
non convenzionale i medici preferiscono dire che
sono errori diagnostici. I metodi non convenzionali dovrebbero essere intergrati, in quanto solo
l'integrazione delle procedure può dare degli effetti positivi.
Gli approcci non convenzionali possono aiutare
per gli effetti collaterali della chemioterapia e proteggere l'organismo dalle terapie allopatiche".
L'argomento trattato è estremamente affascinante ed essenziale per la vita umana e merita
ulteriori approfondimenti.
Concludiamo citando Alexis Cartel che ha detto: "La scienza non deve rigettare alcun fatto,
soltanto perché ancora non lo comprende e perché ancora non riesce a spiegarlo".
Bibliografia
• De Divina Proporzione, la Summa de
Aritmetica, Geometria, proporzioni et proporzionalite di Frà Luca Pacioli.
• Testi e dipinti, di Leonardo Da Vinci
• Il cancro è un parassita, di Fulvio Di
Pascale
• Il Principio di Scambio, di Severi e Pannaria
• Prime pagine di storia della fisica nuova di
Francesco Pannaria, estratto da "Il Chimico"
Organo della Federazione Nazionale dei
Chimici, Anno IX, Novembre-Dicembre
1960 n.11-12
• Il significato della realtà del Professor
Tiziano Cantalupi, "Gruppo Conoscenza"
Università di Pisa e Firenze.
• The book of squares, di L.P. Fibonacci
• La Radioestesia applicata alla Medicina, di
Mons. Dott. Fernando Bortone
• Radionica e Radiobiologia,di Giambattista
Callegari
Officina Emiliana
Correggio, Guercino, Lanfranco ed altri ai Musei Capitolini
[ a cura di • Rossana Bartolozzi ]
N
elle sale dei Musei Capitolini è
stata inaugurata una mostra che
raccoglie un cospicuo numero di
opere della collezione della
Banca Popolare dell'Emilia. Oggi si può affermare che il collezionismo bancario abbia
assunto le vesti di protagonista e depositario della cultura. In particolare la banca
dell'Emilia ha da tempo selezionato ed
acquisito importanti opere particolarmente
significative dell'ambito nel quale la banca
opera,cioè emiliano - romagnolo del XV° e
XVIII° secolo.
Le 37 opere esposte, tutte di grande valore
artistico, sono rappresentative di uno stile,
quello emiliano - romagnolo, che ha dato
nomi illustri come Correggio, Carracci,
Lanfranco, Reni, Guercino e tantissimi
altri,di minor fama ma non di minor valore.
Quando Bologna entrò a far parte dello Stato
della Chiesa, i migliori di essi vennero a
Roma a confermare in opere di grande valore storico ed artistico le loro eccezionali
capacità. Essi furono quindi portatori di un
nuovo stile che improntò di sé tutta la cultura artistica barocca e tardo - barocca.
Quindi, con questi precedenti, Roma di diritto ospita questa importante collezione dell'officina emiliana: un chiaro esempio di
mecenatismo privato.
Musei Capitolini
14.09.2006 / 28.01.2007
orario:
martedì - domenica 09.00 - 20.00
lunedì chiuso
26:romalive
I Municipi
alla lente d'ingrandimento
[ a cura di • Fabrizio Piciarelli ]
La politica è cosa intricata, si sa, ma volerne capire un po' di più i meccanismi e
soprattutto i tempi e le modalità non è
certo impresa troppo ardua da non poter
neanche essere tentata, soprattutto se ciò
si fa per rendere più fruibile per tutti il contenuto dell'amministrazione pubblica.
Dal prossimo numero Romalive parteciperà
ai vari consigli municipali dove siedono i
consiglieri, che sono i rappresentanti di
prossimità dei cittadini, per capire quali
siano le priorità e le scelte che lì vengono
studiate e le modalità con le quali esse vengono prese; sarà un'attività che, attraverso
la rivista, il sito e le trasmissioni televisive, si
occuperà di capire la vita municipale in
tutte le sue sfaccettature e in tutte le sue
possibili evoluzioni, dato che spesso e
volentieri non esiste un vero e proprio collegamento fra l'Istituzione e i Cittadini, a
parte i comunicati dei consiglieri. Ciò che
ne risulta è un resoconto dettagliato del
Consiglio con Ordini del Giorno,
Interrogazioni e annotazioni delle presenze
sui banchi. Lo sguardo sarà quindi ampio e
supportato di volta in volta dagli strumenti
multimediali a disposizione, come riprese
televisive sui luoghi dove effettivamente si
riscontrano i problemi o interviste che verranno riportate sulla rivista e andranno in
onda sul potente strumento di Internet tramite il sito www.ilperiodico.it. Questo
sarà un appuntamento costante, preciso e
puntuale, che cercherà di percorrere la
strada della partecipazione attiva anche, se
possibile, grazie al contributo dei cittadini
che ci vorranno segnalare ciò che ritengono opportuno modificare, migliorare o esaminare.
Per ogni segnalazione o suggerimento l'indirizzo è [email protected]
:27
romalive
La Regione informa
[ a cura della • redazione]
De Angelis: i piccoli negozi possono competere con i grandi gruppi
La Regione promuove i centri commerciali spontanei
Approvato dalla Giunta il regolamento attuativo. Al più presto il bando
L'unione fa la forza, anche nel commercio. E
così i piccoli negozianti e gli artigiani di
strada da oggi hanno un'arma in più per competere con la grande distribuzione. A scendere in loro aiuto è stata la Regione, che ha
promosso i cosiddetti centri commerciali
spontanei, una legge tesa a favorire i progetti consortili delle piccole e medie imprese.
"È un provvedimento importante per rendere
i piccoli negozi, i mercati rionali, le attività
artigianali e di servizio competitivi rispetto
ai grandi gruppi distributivi, attirando i consumatori nelle vie commerciali e nei centri
storici".
Ad affermarlo è l'Assessore alla piccola e
media impresa, commercio e artigianato, on.
Francesco De Angelis, che ha promosso l'approvazione, da parte della Giunta del regolamento di attuazione della legge regionale sui
centri commerciali naturali.
"La Regione punta molto sui centri commerciali spontanei, spiega De Angelis, perché il
commercio, l'artigianato e le attività su stra-
da rappresentano il collante per dare vitalità,
immagine e pregio alle nostre piazze, ai quartieri, ai centri storici ed ai piccoli centri della
regione".
Il provvedimento, passato all'esame del
Consiglio, stabilisce i criteri e le modalità di
presentazione delle domande, le spese
ammissibili, la formazione della graduatoria,
i tempi e il sistema di erogazione dei contributi.
Con l'approvazione del regolamento, la legge
regionale diventa operativa e, con un apposito bando, consentirà ai comuni di promuovere progetti specifici per la nascita dei centri commerciali spontanei.
Nel 2006 lo stanziamento previsto ammonta
a un milione di euro, risorse con cui verranno finanziati, tra l'altro, eventi e manifestazioni di intrattenimento ed aggregazione;
progetti per migliorare l'arredo urbano, l'illuminazione pubblica, il trasporto e la viabilità; iniziative e vendite promozionali, servizi,
progetti di marketing urbano e territoriale.
Sono ammesse inoltre spese per ristrutturare
le facciate degli immobili in cui operano attività commerciali, turistiche, artigianali e di
servizio, per sistemare le vetrine, per il rifacimento della pavimentazione dei mercati e
per la sistemazione di banchi, tende e chioschi.
I finanziamenti regionali consistono in contributi in conto capitale nella misura massima del 50% del costo totale delle spese
sostenute, per un importo massimo fino a
200 mila euro per ciascuna domanda.
L'obiettivo della Regione è tutelare i negozi e
le botteghe artigianali di strada, valorizzando al contempo l'attrattività dei centri storici e dei paesi. "È un intervento a salvaguardia delle piccole attività - indispensabili per
creare ricchezza, occupazione e socialità, che al contempo -conclude De Angelis- intende creare le condizioni per una sana ed equilibrata convivenza tra grandi, medie e piccole imprese".
Soddisfazione del presidente Marrazzo e dell'Assessore De Angelis
La tecnologia del Lazio conquista la Cina
108 aziende a Canton e a Pechino. Successo dei prodotti "made in Lazio"
Si sono preparati per tempo. Hanno seguito seminari, hanno svolto analisi. Hanno studiato.
Gli imprenditori partiti alla volta della Cina, al
seguito della missione promossa dalla Regione
Lazio, non hanno lasciato nulla al caso.
Sviluppo Lazio, la società che svolge l'attività
di attuazione dei programmi regionali, li aveva
messi in guardia: non è facile operare sul mercato cinese senza conoscerlo bene, perché, pur
offrendo grandi opportunità, è colmo di insidie
28:romalive
e rischi. E così, gli imprenditori sono tornati sui
banchi di scuola, per studiare e capire come poter fare affari nel Paese asiatico.
L'impegno è stato premiato. Nella settimana del
Lazio in Cina, in concomitanza con la manifestazione "Italia in Cina", le nostre imprese hanno
avuto numerosi incontri business to business
con aziende cinesi, pianificando ed avviando affari e scambi commerciali.
A Canton, dove si è tenuta una importante fiera cui hanno preso parte 12 regioni italiane, con
108 aziende laziali, 5 atenei del Lazio ed oltre
4.000 imprese cinesi, lo stand della Regione
Lazio, su una superficie di 864 metri quadrati,
non è passato inosservato: è stato il più "gettonato" dagli imprenditori cinesi, ha accolto
tanti incontri di affari, presentandosi come una
vera e propria vetrina del "made in Lazio" in alcuni settori trainanti: il turismo, i beni culturali,
la moda, il sistema casa, i settori della nautica
e dell'elettronica.
"Sono rimasta colpita dallo spirito innovativo
dello stand laziale", ha commentato il ministro
per le Politiche comunitarie e il commercio con
l'estero, Emma Bonino, presente alla kermesse
italiana in Cina, guidata dal premier Romano
Prodi e dal leader di Confindustria Luca Cordero
di Montezemolo, i quali a loro volta hanno rivolto i complimenti alla nostra Regione per come
si è imposta all'attenzione dei partner cinesi.
Soddisfatto l'Assessore regionale Francesco De
Angelis che per primo, più di un anno fa, aveva espresso l'intenzione di operare in Cina. "È
una missione strategica -ha commentato De
Angelis- che rientra nel programma nazionale
per lo sviluppo del made in Italy in Cina. I mercati asiatici, e quello cinese in particolare,
costituiscono una opportunità per le nostre piccole e medie imprese. Per questo la Regione,
insieme a Sviluppo Lazio, Ice, Confindustria e
Abi, ha preparato con cura questa
Missione".
L'obiettivo della missione non è la delocalizzazione delle imprese laziali, ma l'esportazione
delle eccellenze laziali verso mercati in grande
espansione che chiedono soprattutto partner in
settori a maggiore vocazione innovativa, settori in cui il tessuto imprenditoriale laziale esprime
grandi potenzialità.
Per meglio seguire gli imprenditori operanti in
Cina, Sviluppo Lazio ha poi presentato il "Focal
Point", punto di riferimento per le aziende laziali che vorranno cercare spunti imprenditoriali
in Cina. Secondo il presidente dell'Agenzia regionale, Giancarlo Elia Valori, il Focal point servirà
a reperire informazioni utili per le opportunità
di internazionalizzazione delle imprese laziali.
Uno strumento per facilitare lo 'sbarco' di imprese in Cina. La struttura è stata affidata al
miglior graduate della scuola di studi internazionali di Pechino: si chiama Wan Jong e ha
ricevuto dal presidente della Regione on. Piero
Marrazzo il conferimento del delicato incarico.
Tra le altre cose, supporterà le missioni in Cina,
monitorerà le attività imprenditoriali italiane di
maggiore interesse e promuoverà l'organizzazione di convegni in Cina.
Marrazzo, accompagnato dall'Assessore alla formazione, Silvia Costa, ha firmato importanti
protocolli di collaborazione, tra i quali spicca
quello con le Università di Pechino, con cui viene creato un centro informativo per gli scambi
fra le università laziali e quelle della capitale cinese. 'Antenna Lazio', questo il nome del centro,
servirà anche a sostenere lo sviluppo di corsi di
lingua italiana aperti ai cinesi, oltre che a fungere da punto di raccolta e diffusione di informazioni
da e verso la Cina.
"Chiudersi nei confronti della Cina - ha commentato il presidente della Regione - sarebbe
un errore enorme. Per questo la nostra è una
missione seria, come non se ne vedevano da
anni".
Al seguito della missione era presente anche
il sistema bancario regionale, proprio allo scopo di creare quel sistema di forze necessario
a sostenere gli sforzi delle PMI.
"Le risposte da parte cinese alle nostre iniziative sono arrivate. Abbiamo registrato
moltissime richieste da parte di imprenditori
cinesi di contatti con gli imprenditori delle
piccole e medie imprese della nostra regione.
Gli imprenditori hanno bisogno di interlocutori politici che possano favorire il dialogo tra
i due paesi. E non può che essere il mondo politico ad avviare il dialogo e la comprensione
tra due paesi".
De Angelis: la pubblica amministrazione deve agevolare il privato
Arriva il manuale per abbattere la burocrazia
Il volume realizzato da Regione e Formez, snellirà le procedure degli sportelli unici
Un manuale per semplificare le procedure e
gli iter delle pratiche in capo alle imprese.
Lo ha presentato l'assessore alla Piccola e
media impresa, commercio e artigianato
Francesco De Angelis.
Si tratta del "Manuale per il responsabile dello sportello unico", uno strumento che spiega
in dettaglio le procedure che gli sportelli unici per le attività produttive, attivati dai
comuni del Lazio, devono svolgere per semplificare i rapporti tra pubblico e privato.
"La pubblica amministrazione -ha affermato
De Angelis- deve agevolare e non ostacolare il privato. Quanto più le procedure pubbliche
saranno semplici, tanto più gli imprenditori
saranno motivati ad investire, creando nuova ricchezza ed occupazione nel nostro territorio.
Con questa convinzione, la Regione sta sostenendo la nascita degli sportelli unici per
le attività produttive (SUAP), il cui primo
obiettivo deve essere quello di creare un'unica struttura ed un unico interlocutore,
eliminando i disagi derivanti dalla necessità di recarsi in diversi uffici pubblici per
ottenere autorizzazioni e pareri di rispettiva competenza".
Nel Lazio, tuttavia, secondo i dati riferiti alla fine del 2004 del Formez - struttura del
Dipartimento della Funzione pubblica che ha
collaborato alla stesura del manuale - su 378
comuni, 181 hanno istituito lo sportello, ma
solo 65 di questi sono operativi.
"Per questo la Regione - ha ripreso l'Assessore
- sta promuovendo una serie di iniziative per
rendere operativi gli sportelli. In un anno di
legislatura abbiamo favorito l'apertura di venti nuovi sportelli unici, attivati dai comuni
in forma singola o associata, e quest'anno
apriremo un nuovo bando di 810 mila euro
per finanziare le amministrazioni comunali
che intendono aprire nuovi sportelli".
"Abbiamo inoltre avviato un percorso di delegificazione in ogni settore produttivo. In
pratica intendiamo eliminare leggi, leggine
e regolamenti che, nel corso degli anni, hanno ingessato alcuni settori, spesso contraddicendosi
tra loro e generando dubbi interpretativi e
conflitti, con aggravio di tempi e costi sulle imprese.
Per l'economia occorrono invece poche leggi, chiare e dirette. A tale scopo, ha concluso
De Angelis, stiamo creando in ogni settore
testi unici, a cominciare dall'artigianato e
dalle attività estrattive. Abbiamo infine attivato un gruppo di lavoro per giungere ad
una legge regionale di semplificazione in
campo economico".
Federlazio conferma:
le esportazioni del Lazio sono in crescita
L'economia del Lazio è in salute, ma i piccoli e medi imprenditori sono cauti verso il
futuro. È quanto emerge dall'indagine congiunturale sulle Pmi del Lazio relativa al primo
semestre 2006 realizzata da Federlazio su un
campione di 350 aziende.
In salute appare soprattutto l'export, che nel
2005 era calato del 2,7 per cento: nel primo
semestre 2006 la variazione tendenziale annua ha fatto registrare un incoraggiante +15,8
30:romalive
per cento.
L'aumento delle esportazioni del Lazio è maggiore del totale nazionale. Aumentano anche
gli ordinativi totali ricevuti dalle imprese: rispetto al secondo semestre 2005, il saldo di
opinione, inteso come differenza tra risposte
con valenza positiva e negativa, è aumentato da +18 a +22. Bene anche il fatturato totale
(il saldo rimane invariato a +20) e cresce la
produzione (il saldo passa da +19 a +20).
Crescono le imprese che investono, il 64,1
per cento degli imprenditori (+2,2 rispetto al
secondo semestre 2005 dichiara di averne fatti).
Per il secondo semestre 2006 le intenzioni di
investimento riguardano il 41,4 per cento delle imprese. Per l'occupazione, buone previsioni
per informatica, grafico-editoriale e servizi,
in difficoltà alimentare e chimico.