Testo omelia

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Testo omelia
Congresso Nazionale UCIPEM
Pescara, 31 maggio – 2 giugno 2013
Quando ero piccolo pensavo la felicità come qualcosa di grande: diventare
astronauta, fare l’attore o essere un calciatore famoso, almeno diventare ingegnere
o avvocato.
Da grande ho capito che le cose importanti sono le piccole situazioni della vita: una
passeggiata con un vecchio amico, lo sguardo della fruttivendola sotto casa che
compie il suo dovere col sorriso, una camminata primaverile tra profumi e colori,
un’alba in riva al mare, un caffè al bar con due vecchietti che cercano di riempire la
loro giornata, un bel piatto di fettuccine accompagnato da un buon bicchiere di
montepulciano, il profumo di una tisana bevuta raccontandosi la giornata, vedere la
tv abbracciati davanti al focolare, camminare a piedi nudi sulla riviera di una paesino
di mare, sedersi all’ombra di un albero secolare e ascoltare il cinguettio degli uccelli,
dire un padre tenendosi per mano, cantare con un’amica una canzone
intramontabile di Roberto Murolo, …
Le persone e le cose non vanno viste dall’alto verso il basso. Se vogliamo capirle
davvero, cogliere il mistero che le abita, dobbiamo provare a guardarle dal basso
verso l’alto.
E l’unico modo allora sta nel provare a rimanere bambini, a far uscire quella parte di
noi che sa cantare, danzare, si sa tinteggiare di mille colori, sa piangere sa ridere, sa
gridare e sa correre; insomma sa esprimere se stesso in libertà e autenticità.
Ora capisco perché Gesù dice che se vogliamo entrare nel regno dei cieli, se
vogliamo cioè sperimentare la felicità piena, dobbiamo essere come bambini. Sì,
proprio come bambini. Guardare la vita con gli occhi del cuore; liberi e spontanei,
senza troppe complicazioni e barriere.
Il segreto della vita consiste nell’entrare nel nostro mondo interiore, sentirci dentro,
vivere a pieno le nostre emozioni, stupirci ogni giorno dei mille regali che la vita ci
dona... Proprio come i bambini! La vita non è produrre, fare, affannarsi e correre
freneticamente.
È proprio vero: l’unico modo per entrare dentro le situazioni della vita, cogliere lo
spirito che c’è in loro, cogliere la loro bellezza è avere lo sguardo di un bambino.
È la capacità di rimanere ammirati di fronte ai palloncini colorati che volano verso il
cielo e chiedersi “ma dove vanno a finire?!”
Ora lo sappiamo, vanno verso Dio, e ci danno la possibilità di alzare lo sguardo, di
stupirci, e ricordarci che è bello fermarsi per guadare verso l’alto.
Cristiano