Scuola Gladiatoria - Reenactment Society

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Scuola Gladiatoria - Reenactment Society
I GLADIATORI

Dal lat. gladiator -oris, der. di gladius ‘spada’
Uomo, per lo più schiavo o prigioniero di guerra, raramente un liberto o un libero, costretto
o ingaggiato a misurarsi con le armi in combattimenti spesso mortali, per il divertimento delle
folle nella Roma antica.
I combattimenti opponevano sempre delle coppie di gladiatori differenti, ogni categoria di
gladiatori aveva le proprie peculiarità, in materia di equipaggiamento e di colpi permessi. Ogni
categoria di gladiatori aveva dei vantaggi e degli svantaggi.
Le classi gladiatorie:
Del periodo repubblicano:
Il sannita
Tito Livio racconta nella sua opera Ab urbe condita libri che i combattenti Campani, alleati dei
Romani, apparivano equipaggiati con le armi dei nemici sconfitti, in questo caso i Sanniti. Secondo
Tito Livio erano muniti di un elmo provvisto di cresta, la galea crestata, uno scudo alto ed uno
schiniere sulla gamba sinistra. Tuttavia, la sua posizione nelle immagini mostra il gladiatore sannita,
in contrasto ai guerrieri sanniti completamente armati, privo di spongia (uno scudo protettivo) e
di tunica.
Il gallo
L'equipaggiamento del gladiatore che combatteva sotto il nome di gallo è ancora poco conosciuto.
Si sa comunque come fossero equipaggiati i guerrieri galli, solo che l'equipaggiamento di questi
gladiatori potrebbe avere avuto poco a che vedere con quello dei combattenti galli.
Del periodo imperiale:
Il Mirmillone
è una delle prime figure gladiatorie, già documentata nel I
secolo a.C., la sua origine resta tuttavia incerta.
L'armamento del mirmillone, dotato di spada corta
(il gladius) e di grande scudo rettangolare ricurvo
(lo scutum) rassomigliava a quello della legione romana.
Come indumento protettivo portava un parabraccio
(la lorica manica) ed uno schiniere che riparava fin sotto
il ginocchio la parte inferiore della gamba sinistra.
Portava un elmo con visiera e cresta diritta che era
decorato, in aggiunta, con penne colorate. Combatteva
contro il trace.
Il Trace
Questo genere di combattente aveva un armamento che finiva per
richiamare la sua origine tracica. Il trace era armato con una spada
a lama ricurva (la sica) ed uno scudo rettangolare piccolo e curvo
molto leggero e portava un elmo crestato con visiera che era
sormontato da una testa di grifone. Come abbigliamento protettivo
portava nel braccio destro una protezione imbottita, la manica. Su
entrambe le gambe portava una protezione imbottita, che arrivava
bene oltre le cosce. A tale proposito indossava gambali che
sormontavano il ginocchio.
L'hoplomachus
In alternativa al confronto mirmillone contro trace c'era il
confronto
mirmillone
contro hoplomachus.
L'hoplomachus assomigliava
nell'armamento
e
nell'abbigliamento protettivo al trace, con l'eccezione del
piccolo scudo rotondo e dalla forma ricurva e di una lancia
da usare nello scontro ravvicinato (l'hasta). Era in aggiunta
dotato di una spada corta, il gladius. In rari casi poteva
anche lottare contro il gladiatore trace.
Il secutor
era specializzato nel combattimento contro il reziario. Per non
offrire alcun punto d'aggancio alla rete lanciata dal suo
avversario, indossava un elmo ovale dotato di piccolissime
fessure oculari. Questa restrizione della vista lo proteggeva dal
fatto che il reziario potesse cavargli gli occhi. Le sue armi erano
una spada corta e dritta (il gladius) come pure un grosso scudo
rettangolare (lo scutum). Una volta che fosse rimasto
intrappolato nella rete del reziario, non c'era per lui quasi più
scampo. Se al contrario il reziario avesse perso la sua rete,
poteva difendersi dal secutor solo con l'aiuto del suo tridente.
Nell'altra mano il reziario brandiva allora il suo pugnale.
Lo scissor
Questo raro tipo di gladiatore poteva anche presentarsi come
avversario del reziario. Indossava, esattamente come il secutor, un
elmo ovale con feritoie oculari, teneva nella mano destra una spada
corta e dritta, il gladius, mentre il braccio destro era protetto da
una manica. La cosa particolare dello scissor era che non disponeva
dello scudo (scutum), ma che sul braccio sinistro indossava un tubo a
forma di tronco di cono, che ricopriva l'intero avambraccio.
All'estremità di questo tubo c'era un fusto corto da cui spuntava
una lama a forma di mezzaluna. Con un'arma di questo tipo poteva
stracciare la rete del reziario o parare i colpi del suo tridente.
Analogamente, con un colpo tagliente poteva quasi squarciare il
proprio avversario. Dato che non poteva proteggere il proprio corpo
con uno scudo, indossava una lorica hamata o una lorica
squamata che scendevano fin oltre il ginocchio.
Il reziario
è un gladiatore apparso nel I secolo. La sua dotazione consisteva in
una rete da lancio (la rete), un tridente (detto anche fuscina) ed un
pugnale (il pugio). Non aveva lo scudo, né indossava l'elmo. Gli
unici indumenti protettivi di cui si serviva erano un paraspalla,
il galerus e un parabraccio, la manica, che indossava sul braccio
sinistro. Dapprima cercava di gettare la rete addosso al suo
avversario. Quando il tentativo veniva respinto, cercava di
sopraffarlo con il tridente e quando non ci riusciva, possedeva
ancora la spada per il combattimento ravvicinato. Il suo avversario
principale era il secutor.
Il laquearius
il combattente con il lazo, che catturava coloro che fuggivano con un lazo, è menzionato unicamente
da Isidoro di Siviglia. combattevano con un cappio o lazo(laqueus) in una mano e un pugnale o
una spada nell'altra Indossavano un'armatura probabilmente simile a quella del reziario, che
consisteva principalmente in un galerus (uno spallaccio protettivo), portato sopra la spalla sinistra.
Il pontarius
era una variante del reziario. Difendeva un piccolo ponte
(il pons) avente due rampe d'accesso. Da entrambi i lati
un secutor attaccava e cercava di salire su questa
piattaforma. In aggiunta al suo equipaggiamento abituale,
ovvero il paraspalla galerus e il parabraccio lorica
manica indossata
sul
braccio
sinistro,
il pontarius possedeva un grosso quantitativo di proiettili,
presumibilmente pietre di media dimensione.
Il provocator
è conosciuto fin dalla tarda Repubblica e, come gli equites,
combatteva sempre contro gladiatori della stessa classe.
Tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. indossava un elmo che
assomigliava a quello dei legionari. Solo nel secondo e
nel terzo secolo portava un elmo senza cimiero né la celata,
ma con una visiera. Era equipaggiato con uno scudo
rettangolare di dimensioni medio-grandi (lo scutum), una
protezione di metallo sul petto a forma di mezzaluna
(il pectorale) e una spada a lama corta e dritta (il gladius).
Inoltre, per proteggersi indossava uno schiniere nella
gamba sinistra ed una manica nel braccio destro.
La gladiatrice
erano donne che hanno combattuto nell'arena non appena si cominciarono a diffondere i
combattimenti. Con quale equipaggiamento combattessero è rappresentato solo per immagini su di
un bassorilievo di Alicarnasso (a Bodrum, in Turchia). Potrebbero aver combattuto secondo una
qualsiasi delle classi gladiatorie, ma entrambe le gladiatrices rappresentate indossavano un
equipaggiamento da provocator.
L'eques
aprivano con i loro combattimenti
i giochi gladiatorii. Erano armati con
un elmo provvisto di tesa e visiera,
uno scudo piatto
e
rotondo,
una lancia ed una spatha, un'arma con
lama
molto
più
lunga
del
classico gladius. A differenza di molti
altri gladiatori che portavano un
perizoma
(il subligaculum),
loro
indossavano una tunica. Cominciavano
il combattimento a cavallo, quindi
smontavano e continuavano la lotta con
le
spade.
Nelle rappresentazioni
pittoriche erano
raffigurati
principalmente nella fase finale della battaglia, ovvero mentre combattevano con le spade dopo
essere scesi da cavallo.
L'essedarius
era un altro tipo di gladiatore che combatteva solo contro gladiatori della stessa classe. Il nome
deriva da , termine che indicava un carroceltico. Si suppone che gli essedarii aprissero il
combattimento sul carro e quindi, analogamente agli equites, scendessero e continuassero a
combattere a piedi. L'essedarius era equipaggiato con una manica nel braccio che brandiva la spada
a lama corta, il gladius, uose o fasciature corte su entrambe le gambe. Indossava inoltre un elmo che
nei primi tempi assomigliava a quello del legionario e successivamente a quello del secutor.
Altre figure Gladiatorie:
Lo scaeva
era un gladiatore che combatteva come un mancino ed era ritenuto
così importante che era menzionato a parte. Se si confrontavano due
mancini, il confronto veniva detto pugna scaevata.
Il dimachaerus
combatteva con due pugnali e portava una protezione del corpo,
fasciature sul braccio ove teneva il pugnale e nelle gambe,
talvolta anche schinieri, ma nessun elmo. Il resto del suo
equipaggiamento come la sua stessa esistenza non sono certe,
dato che è riportato solamente su due iscrizioni.
Il sagittarius
l'arciere è rappresentato solamente su di un rilievo a Firenze dove
due sagittarii corazzati e provvisti di elmo combattono tra di loro in
un'arena.
L'andabata
è nominato da Cicerone ma non compare più nel
periodo imperiale. Non è chiaro se si trattasse di
una figura gladiatoria a sé stante o se fosse una
delle figure esistenti i cui occhi fossero stati in
qualche modo bendati, sia tramite una fascia sugli
occhi o tramite un elmo privo delle fessure oculari.
Questo gladiatore era fortemente vincolato al
suo udito, poiché le possibili reazioni del pubblico o
il rumore del respiro potevano dargli una
indicazione sulla posizione del suo avversario.
Il paegniarius
Di questa figura gladiatoria si sa molto poco. Il paegniarius non
era equipaggiato con armi mortali. Una scena in un mosaico di
Nennig, in Germania, viene spesso interpretata come
una rappresentazione di tale gladiatore. I combattenti portano
una frusta nella mano destra e una tavola di legno allacciata sul
braccio
sinistro.
In
un racconto di Svetonio l'imperatore Caligola,
a
mo'
di
divertimento, lasciò comparire nell'arena come gladiatori dei
padri di famiglia che avevano una menomazione fisica. Vista
l'esistenza di rappresentazioni romane con gladiatori di piccola
taglia dalle armi più disparate, questi appaiono probabilmente
anche come paegniarii con armi spuntate per l'intrattenimento.
Probabilmente i paegniarii apparivano durante la fase precombattimento (prolusio) e durante le venationes.
Il veles
era invece un gladiatore la cui menzione si ritrova solo in Isidoro di Siviglia, e in alcune iscrizioni
riportanti l'abbreviazione VEL; Combatteva a piedi ed era armato con una lancia, l'hasta amentata
e con un gladio, mentre non disponeva né di elmo, né di scudo. Il nome ha origine da quello
dei soldati romani dall'equipaggiamento minimo o assente, i velites al tempo delle guerre puniche, e
si suppone che il loro modo di combattere corrisponda a quello di questi soldati.
Il venator
Il venator combatteva contro animali selvatici nei venationes, tuttavia non apparteneva alle vere e
proprie classi di gladiatori.
Il crupellarius
è menzionato da Tacito come un combattente gallico.
Una
statuetta
di
bronzo
proveniente
dalla Francia parrebbe rappresentare uno di questi
combattenti pesantemente armati.
Nel 21 d.C., in Gallia, durante la rivolta di Giulio
Floro e Giulio Sacroviro oltre ai normali combattenti
gallici poveramente armati, vennero impiegati contro
le legioni di Giulio Indo dei guerrieri gladiatori
pesantemente corazzati secondo le loro usanze,
i Crupellarii. Questi combattenti risultavano infatti, a
causa della loro pesantezza, poco efficaci a livello offensivo, mentre in formazione di difesa si
dimostravano vere e proprie fortezze inespugnabili, tanto che i legionari romani dopo aver spazzato
via la maggior parte dell'esercito dei galli ribelli, presero alla lettera il concetto, e avendo trovato
serie difficoltà contro i Crupellarii, specie negli scontri frontali, dove le armi convenzionali
risultavano poco efficaci, riuscirono a prevalere e a far strage di loro utilizzando scuri e picconi
come per demolire un muro.