Sicurezza stradale 2010-2020
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Sicurezza stradale 2010-2020
2 Sicurezza stradale 2010-2020 AISICO Associazione Italiana per la Sicurezza della Circolazione Sede Legale Via Luigi Luciani, 22 E-mail: [email protected] www.aisico.it Uffici Viale Bruno Buozzi, 47 00197 Roma Tel. 06.32110436 Fax 06.32502282 Centro Prove Via Morolense km 2+600 03012 Anagni (FR) Tel. 0775.772293 Fax 0775.779121 Andrea Bianchi Gli obiettivi strategici del nuovo programma dell’Ue I l nuovo ambizioso piano per la sicurezza stradale dell’Unione Europea vuole continuare a ridurre drasticamente il numero d’incidenti stradali durante i prossimi dieci anni. Per fare questo, la Commissione Europea pretende soprattutto di migliorare la formazione degli automobilisti e avere strade e veicoli sempre più sicuri. L’obiettivo è ridurre della metà le morti sulle strade entro il 2020. Nel solo 2009 ci sono stati più di 35mila morti sulle strade europee. Inoltre, per ogni vittima, 4 persone sono rimaste invalide per lesioni celebrali o fisiche, 10 sono risultate ferite gravi e 40 lievi. E sotto l’aspetto economico, gli incidenti stradali costano agli europei circa 130 miliardi di euro ogni anno. Questa è la cruda realtà dell’incidenta- lità stradale in Europa e nessuno all’interno dell’Unione Europea si rassegna ad accettarla come qualcosa di normale. Secondo il vice presidente della Commissione Europea e responsabile dei Trasporti, l’estone Siim Kallas, sono stati registrati grandi progressi dal 2001 e sono state salvate più di 80mila vite, ma il numero di morti e feriti sulle strade continua a essere inaccettabile. Da qui la volontà di ripetere l’obiettivo: quello di ridurre della metà le vittime mortali sulle strade in dieci anni. La Ue già ha posto questo target per il decennio 2001-2010 e tutto sembra indicare che, a tre mesi dal termine, sarà un obiettivo irraggiungibile per la maggior parte dei 27 Paesi europei. In questo momento solo quattro paesi lo hanno raggiunto: Lettonia (-54%), Spagna I sette punti del piano comunitario Il programma 2010-2020 è organizzato in sette obiettivi strategici: 1. Veicoli più sicuri. Nuove misure di sicurezza attiva obbligatorie per camion e autobus, come il controllo della stabilità, segnalatori per le cinture di sicurezza e di abbandono della carreggiata. Stabilire le nome tecniche di sicurezza per i veicoli elettrici. Ispezioni tecniche dei veicoli valide per tutta la Ue. 2. Strade migliori. Saranno concessi fondi solo alla infrastrutture che seguirannoo le Direttive di sicurezza stradale. La Ue pretende di estendere le norme sulla sicurezza anche alle strade secondarie: pianificazione, localizzazione dei punti neri e ispezioni. 3. Veicoli intelligenti. Impulso ai sistemi di trasporto intelligenti per lo scambio di informazioni tra i veicoli e le strade: ingorghi, limiti di velocità, riconoscimento di pedoni, eccetera. Sviluppo dei sistemi di chiamata automatica e di emergenza in caso d’incidenti (e-call) e estensione a moto, camion e autobus. 4. Maggiore informazione agli utenti. Possibili periodi di prova dopo l’esame della patente e criteri minimi per i professori di educazione e formazione stradale. 5. Compimento delle norme. Campagne di sensibilizzazione in tutta la Ue. Misure preventive contro la guida sotto l’effetto di alcol e droga, come l’istallazione di dispositivi di blocco del veicolo (alcolocks). Maggiore intercambio di informazioni tra i paesi per combattere gli eccessi di velocità. 6. Meno lesionati. Migliorare i servizi di soccorso e istallazione di scatole nere sui veicoli per scoprire le cause degli incidenti. 7. Attenzione ai motociclisti. Nuove norme tecniche per i dispositivi di protezione. Ampliamento delle norme europee sui veicoli a due ruote. Istallazione di sistemi di protezione per motociclisti sulle barriere stradali. (-53%), Estonia e Portogallo (ambedue con -50%). Rispetto all’intero blocco europeo i risultati non rispettano quanto ipotizzato anche perchè il ribasso medio della mortalità dei 27 è solo del 36% e se si immagina solo i 15 che cominciarono il programma, si arriva al 42% che è equiparabile a quanto ottenuto dal Giappone, duplica quanto raggiunto dagli Stati Uniti e triplica i risultati dell’Australia. In definitiva, la diminuzione degli incidenti stradali è passata da 54mila vittime mortali nel 2001 a 35mila nel 2009, una tendenza che nell’Unione Europea sperano continui e si possa ampliare con questo nuovo piano di sicurezza, la cui meta è ridurre la cifra delle vittime sulle strade a 16mila per l’anno 2020. Il Consiglio Europeo di Sicurezza dei Trasporti (ETSC), organismo indipendente che lotta contro l’incidentalità stradale, applaude che la nuova meta della Unione sia ridurre i morti del 50% per il 2020, ma puntualizza alcune possibili correzioni: per raggiungere l’obiettivo, l’ETSC considera che la Ue per ridurre gli incidenti dovrebbe andare oltre rafforzando il piano e tradurlo in azioni concrete. Propone inoltre che gli stati membri elaborino piani con obiettivi annuali per combattere l’eccesso di velocità, l’alcol alla guida e il mancato utilizzo della cintura di sicurezza. L’ETSC classifica l’obiettivo per il 2020 “ambizioso”, ma critica la decisione dall’Unione Europea di adottare “orientamenti politici” e dubita che si possa arrivare a una riduzione del 50% con una serie poco solida di obiettivi e azioni. Effettivamente, il nuovo programma di sicurezza stradale europeo fornisce una serie di orientamenti politici a tutti i membri della Ue con indicazioni rivolte ai tre protagonisti del traffico: la strada, il veicolo e l’utente. nn ASSOCIAZIONE AISICO 10/2010 LE STRADE