Sicurezza stradale 2010-2020

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Sicurezza stradale 2010-2020
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Sicurezza stradale 2010-2020
AISICO
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Andrea Bianchi
Gli obiettivi strategici del nuovo programma dell’Ue
I
l nuovo ambizioso piano per la sicurezza stradale dell’Unione
Europea vuole continuare a ridurre drasticamente il numero d’incidenti
stradali durante i prossimi dieci anni. Per
fare questo, la Commissione Europea
pretende soprattutto di migliorare la formazione degli automobilisti e avere strade e veicoli sempre più sicuri. L’obiettivo
è ridurre della metà le morti sulle strade entro il 2020.
Nel solo 2009 ci sono stati più di 35mila
morti sulle strade europee. Inoltre, per
ogni vittima, 4 persone sono rimaste invalide per lesioni celebrali o fisiche, 10
sono risultate ferite gravi e 40 lievi. E
sotto l’aspetto economico, gli incidenti
stradali costano agli europei circa 130
miliardi di euro ogni anno.
Questa è la cruda realtà dell’incidenta-
lità stradale in Europa e nessuno all’interno dell’Unione Europea si rassegna
ad accettarla come qualcosa di normale. Secondo il vice presidente della
Commissione Europea e responsabile
dei Trasporti, l’estone Siim Kallas, sono
stati registrati grandi progressi dal 2001
e sono state salvate più di 80mila vite,
ma il numero di morti e feriti sulle strade continua a essere inaccettabile. Da
qui la volontà di ripetere l’obiettivo: quello di ridurre della metà le vittime mortali sulle strade in dieci anni.
La Ue già ha posto questo target per il
decennio 2001-2010 e tutto sembra indicare che, a tre mesi dal termine, sarà
un obiettivo irraggiungibile per la maggior parte dei 27 Paesi europei. In questo momento solo quattro paesi lo hanno raggiunto: Lettonia (-54%), Spagna
I sette punti del piano comunitario
Il programma 2010-2020 è organizzato in sette obiettivi strategici:
1. Veicoli più sicuri. Nuove misure di sicurezza attiva obbligatorie per camion
e autobus, come il controllo della stabilità, segnalatori per le cinture di sicurezza
e di abbandono della carreggiata. Stabilire le nome tecniche di sicurezza per i
veicoli elettrici. Ispezioni tecniche dei veicoli valide per tutta la Ue.
2. Strade migliori. Saranno concessi fondi solo alla infrastrutture che seguirannoo le Direttive di sicurezza stradale. La Ue pretende di estendere le norme
sulla sicurezza anche alle strade secondarie: pianificazione, localizzazione
dei punti neri e ispezioni.
3. Veicoli intelligenti. Impulso ai sistemi di trasporto intelligenti per lo scambio
di informazioni tra i veicoli e le strade: ingorghi, limiti di velocità, riconoscimento
di pedoni, eccetera. Sviluppo dei sistemi di chiamata automatica e di emergenza in caso d’incidenti (e-call) e estensione a moto, camion e autobus.
4. Maggiore informazione agli utenti. Possibili periodi di prova dopo l’esame
della patente e criteri minimi per i professori di educazione e formazione stradale.
5. Compimento delle norme. Campagne di sensibilizzazione in tutta la Ue. Misure
preventive contro la guida sotto l’effetto di alcol e droga, come l’istallazione di
dispositivi di blocco del veicolo (alcolocks). Maggiore intercambio di informazioni tra i paesi per combattere gli eccessi di velocità.
6. Meno lesionati. Migliorare i servizi di soccorso e istallazione di scatole nere
sui veicoli per scoprire le cause degli incidenti.
7. Attenzione ai motociclisti. Nuove norme tecniche per i dispositivi di protezione. Ampliamento delle norme europee sui veicoli a due ruote. Istallazione di
sistemi di protezione per motociclisti sulle barriere stradali.
(-53%), Estonia e Portogallo (ambedue
con -50%). Rispetto all’intero blocco europeo i risultati non rispettano quanto
ipotizzato anche perchè il ribasso medio
della mortalità dei 27 è solo del 36% e
se si immagina solo i 15 che cominciarono il programma, si arriva al 42% che
è equiparabile a quanto ottenuto dal
Giappone, duplica quanto raggiunto dagli Stati Uniti e triplica i risultati
dell’Australia.
In definitiva, la diminuzione degli incidenti stradali è passata da 54mila vittime mortali nel 2001 a 35mila nel 2009,
una tendenza che nell’Unione Europea
sperano continui e si possa ampliare con
questo nuovo piano di sicurezza, la cui
meta è ridurre la cifra delle vittime sulle strade a 16mila per l’anno 2020.
Il Consiglio Europeo di Sicurezza dei
Trasporti (ETSC), organismo indipendente che lotta contro l’incidentalità stradale, applaude che la nuova meta della Unione sia ridurre i morti del 50% per
il 2020, ma puntualizza alcune possibili correzioni: per raggiungere l’obiettivo, l’ETSC considera che la Ue per ridurre gli incidenti dovrebbe andare oltre
rafforzando il piano e tradurlo in azioni
concrete.
Propone inoltre che gli stati membri elaborino piani con obiettivi annuali per
combattere l’eccesso di velocità, l’alcol
alla guida e il mancato utilizzo della cintura di sicurezza. L’ETSC classifica l’obiettivo per il 2020 “ambizioso”, ma critica la decisione dall’Unione Europea di
adottare “orientamenti politici” e dubita che si possa arrivare a una riduzione del 50% con una serie poco solida di
obiettivi e azioni.
Effettivamente, il nuovo programma di
sicurezza stradale europeo fornisce una
serie di orientamenti politici a tutti i
membri della Ue con indicazioni rivolte
ai tre protagonisti del traffico: la strada,
il veicolo e l’utente. nn
ASSOCIAZIONE AISICO
10/2010 LE STRADE