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025-28 borghi.qxp 3-06-2008 17:24 Pagina 25 CLUB DEI BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA Nato nel 2001 su impulso della Consulta del Turismo dell’Associazione dei Comuni Italiani (ANCI), il Club dei Borghi più belli d’Italia è sorto dall’esigenza di valorizzare il grande patrimonio di Storia, Arte, Cultura, Ambiente e Tradizioni presente nei piccoli centri italiani che sono, per la grande parte, emarginati dai flussi dei visitatori e dei turisti. Si tratta dell’Italia minore, quella a volte più sconosciuta e nascosta, ma che rappresenta al meglio il dipanarsi della nostra storia millenaria, e dove è possibile trovare quelle atmosfere, quegli odori e quei sapori che fanno diventare la tipicità un modello di vita che vale la pena di “gustare” con tutti i sensi. CLUB OF THE MOST BEAUTIFUL VILLAGES IN ITALY Founded in 2001 by the Council for Tourism of the national association of Italian communes (ANCI), the Club of the most beautiful Villages in Italy was created with the aim to promote the fantastic heritage of History, Arts, Culture, Environment and Traditions of small Italian villages, which are mostly excluded from the main tourists itineraries. This is another face of Italy, which is often hidden and unknown, but which better represents our millenary history, where you can find atmosphere, smells and tastes that make up our typicalness and which are worth feeling with all your senses. 025-28 borghi.qxp 3-06-2008 BORGHI D’ITALIA 17:24 Pagina 26 UN “TUFFO” NEL MEDIOEVO, AD UNA SETTANTINA DI CHILOMETRI DA BRESCIA Alla scoperta di Bienno, l’antico borgo dei magli l nome Bienno ha origini antiche ed è formato da due parti, “bu/bo” (di difficile interpretazione) ed “ennus” (che nella toponomastica delle Alpi designa un corso d’acqua, anche se nei documenti medievali Buenno è però un monte). Il termine assume una sua consistenza, se si parte dalla lingua indoeuropea, in cui vi è una radice “bhu”, in sanscrito “bhumis”, terra, e in greco “pholeo”, caverna. Il senso originario del nome Buennum è dunque “Torrente delle miniere”. I IL PAESE DEL FERRO. Grazie alla ricchezza di boschi che fornivano il combustibile e all’abbondanza d’acqua dalla quale si generava la forza motrice, a Bienno si è sviluppata una fiorente attività economica legata alla lavorazione ed al commercio dei manufatti di ferro. Già in epoca preromana, vi sono officine in cui i fabbri lavorano con l’incudine e il martello, ma il sistema composto da canale, ruota ad acqua e maglio è sconosciuto. L’utilizzo dei mulini risale al X secolo, e viene applicato da parte dei Benedettini: la ruota a pale si adatta infatti perfettamente alla corrente del torrente Grigna, e al funzionamento del maglio. All’anno Mille si fa risalire la costruzione dei primi tratti “Vaso Re”, un canale artificiale che convogliava le acque per fornire l’energia alla ruote idrauliche che muovevano sia i pesanti magli utilizzati per la forgiatura del ferro, sia mulini e segherie. Grazie ai proventi legati alla “Ferrarezza”, Bienno è stato nei secoli arricchito da importanti palazzi, pregevoli chiese, stretti vicoli, detti “tresendei”, scalinate, possenti muri, imponenti portali. ITINERARI ALLA SCOPERTA DI BIENNO. Due sono i principali itinerari di visita del borgo. Il primo, risalendo da Via Artigiani, “Alla scoperta del Vaso Re, lungo il percorso disegnato dall’acqua”: seguendolo si può ripercorrere la storia industriale dell’antico borgo dei magli, inconUN “TUFFO” NEL MEDIOEVO, AD UNA SETTANTINA DI CHILOMETRI DA BRESCIA Discovering Bienno, the Ancient Village of Hammers Iron is the product around which the ancient village flourished, and the millenary tradition of forging iron has come down to us today as a historic legacy seen all over in the historic center he origin of the name “Bienno” is ancient. It is formed from two parts, “bu/bo” (it is more difficult to interpret) and “ennus” (it designates a stream or river in Alpine place names; in medieval documents, however, Buenno is a mountain). The term becomes more concrete if one goes back to Indo-European, in which there is a root “bhu”, in Sanskrit “bhumis” (earth) and in Greek “pholeo” (cavern). The original meaning of the name Buennum is: Stream of the Mines. THE LAND OF IRON. Thanks to the bountiful woods that provided fuel and the abundance of water that generated motive power, there developed in Bienno a thriving economic industry connected with the production and sale of iron goods. Even in pre-Roman times there are smitheries in these places where blacksmiths work with a hammer and anvil, but the system made up of canals, T 26 waterwheels and power hammers is yet unknown. Starting in the 10th century the Benedictines bring the use of the mill to Bienno. The waterwheel is in fact perfectly adapted to the current of the Grigna stream, and for driving hammers. The building of the first stretches of the “Vaso Re” artificial canals also go back to the year 1000. It brought water for providing energy to the waterwheels that moved both the heavy hammers used for forging iron as well as flour mills and sawmills. Thanks to the revenues from “Ironwares,” over the centuries Bienno has been beautified with important buildings, fine churches, narrow streets and alleys (“tresendei”), stairs, mighty walls and imposing gates. ITINERARIES DISCOVERING BIENNO. A tour of the village involves two basic itineraries. The first follows Via Artigiani, “in discovery of the Vaso Re, along the path formed by the water”: following this, one traces the industrial history of the ancient village of hammers, passing by the old forges, along with the Scuola di Fucinatura (“Forging School”), the Iron Toy Library, and the Forge Museum (in a 17th-century factory building). Heading down Via Ripa, a paved stairs descends to the 17th-century Museum Mill, whose water-powered millstones produce excellent meal for polenta. Continuing on Via Re, one reaches the old public wash-house and, farther ahead, a forge that still uses water-driven hammers, elevated canal sections, wash-houses and sluice gates, up to the start of the “Vaso Re,” the intake structure on the stream. The second itinerary meanders through the historic center of Bienno. Going up Via Contrizio one comes across Palazzo Simoni Fè, the original core of which goes back to 1400, with well-preserved frescoes. A little farther ahead is the Torre Avanzini, dating from 1075, next to which is a narrow street leading to the square with the Church of Santa Maria Annunciata, built in the 1400s amid the tiny streets and tall houses. The Franciscan presence can be perceived from the devotional frescoes on the walls, from the macabre dance, and from the images of the saint from Assisi. The main façade has exposed stone pilasters and a beautiful Gothic rose window, and the left façade has trefoil arch windows. The bell tower is topped 025-28 borghi.qxp 3-06-2008 17:24 Pagina 27 Il ferro è il prodotto attorno al quale è fiorito e si è sviluppato l’antico abitato, e la tradizione millenaria della forgiatura è giunta sino ad oggi come testimonianza storica rintracciabile ovunque nel paese di Umberto Forte trando via via le antiche fucine ora Scuola di Fucinatura, Ludoteca del Ferro, Fucina Museo (un opificio seicentesco). Lungo Via Ripa una scalinata in selciato scende al seicentesco Mulino Museo capace di produrre, con le macine di pietra mosse dall’acqua del “Vaso Re” , dell’ottima farina da polenta. Proseguendo per Via Re si raggiungono l’antico lavatoio e, più avanti, una fucina che ancora utilizza il maglio ad acqua, tratti di canale sopraelevato, lavatoi e paratoie, sino all’origine del “Vaso Re”, l’opera di presa sul torrente. Il secondo itinerario si sviluppa nel centro storico di Bienno. Salendo lungo Via Contrizio si incontra il Palazzo Simoni Fè, il cui nucleo originario risale al 1400, con affreschi ben conservati. Poco più avanti, la Torre Avanzini, datata 1075, a fianco della quale una stretta via conduce alla piazza su cui si affaccia la Chiesa di Santa Maria Annunciata, costruita nel Quattrocento tra i vicoli stretti e le alte case. La presenza francescana si intuisce dagli affreschi devozionali sulle pareti, dalla danza macabra, dalle immagini del Santo di Assisi. La facciata principale ha pilastri in pietra a vista e un bel rosone in stile gotico, quella di sinistra ha finestre ad arco tri- lobato. Il campanile è a cuspide con bifore. Dal 1490 al 1494 sono stati affrescati la navata, la parte inferiore dell’arco santo, le volte e i peducci del presbiterio dal camuno Giovan Pietro da Cemmo. Nel 1539-40 Gerolamo Romano detto il Romanino ha dipinto il presbiterio. La pala dell’altare (1632) è di Mauro della Rovere, detto il Fiamminghino. Tornati in Via Contrizio si incontra la Casa Bettoni, esempio di palazzotto rinascimentale di cui è stata conservata la struttura originaria. Alla sommità della Via Contrizio si trova l’imponente portale di quella che fu la medievale Torre Rizzieri. Si giunge dunque in piazza Castello con l’antica Torre Mendeni, continuando la salita si attraversa un passaggio archivoltato sotto un’altra torre più minuta rispetto alle precedenti. All’apice di Via Castello si trova la Chiesa Parrocchiale dedicata ai Santi Faustino e Giovita circondata da un ampio sagrato. La facciata ha un portale in arenaria di Sarnico. In due nicchie in alto si trovano le statue dei Santi Faustino e Giovita. L’interno è ad una sola navata, la volta è stata affrescata dal Fiamminghino. Ai lati della navata si trovano sei altari; le cancellate che li racchiudono sono datate 1647 e sono opera di artisti biennesi. L’organo è dei Fratelli Antegnati, uno dei più pregevoli della provincia di Brescia. La pala dell’altare è del veneziano Giovan Battista Pittoni e rappresenta il martirio dei Santi Faustino e Giovita. A TAVOLA, TRA CASONCELLI E “SPONGADA”. Il piatto del borgo sono i Casoncelli, una specie di ravioli di notevole dimensione ripieni di lesso o arrosto di carne, salsiccia, pane, formaggio grattugiato, uova, sale, prezzemolo e conditi con il burro fuso e formaggio spesso prodotto nel periodo estivo negli alpeggi sui monti attorno al paese. Il dolce tradizionale è la “Spongada”, una soffice focaccia di farina, uova, burro, zucchero, sale, latte, lievito. NASCE L’ECOMUSEO DEL VASO RE E DELLA VALLE DEI MAGLI. Nello scorso mese di maggio, per iniziativa delle amministrazioni comunali di Bienno e Prestine, è nato l’Ecomuseo del Vaso Re e della Valle dei Magli, al fine di conservare e valorizzare il patrimonio ambientale, storico e culturale del Vaso Re. Il patrimonio dell’ecomuseo si compone di numerose opere, strutture ed infrastrutture recuperate e qualificate, pubbliche e private, tra cui la Fucina Museo (dove si trova il centro di documentazione dell’ecomuseo), la Fucina Ludoteca, la Fucina Espositiva, la Fucina Attiva, il Mulino, il Museo della vita contadina, la Segheria veneta di Prestine, numerose torri, palazzi ed edifici di arte sacra, i borghi ed i nuclei storici. L’istituto ecomuseale intende svolgere nel prossimo triennio interventi di tutela e valorizzazione delle strutture ed infrastrutture caratterizzate da valore ambientale, culturale e storico, interventi di promozione ed eventi di richiamo culturale e turistico, anche in collaborazione con la rete degli ecomusei di Lombardia; interventi per il sostegno delle produzioni enogastronomiche locali e dell’artigianato tipico; interventi educativi, di formazione, di ricerca, laboratori didattici. (per info: Pro Loco Valgrigna – Tel. 0364.300307). with a spire and has mullioned windows. The nave, the lower part of the holy arch, the vaults and the corbels of the presbytery were frescoed by Giovan Pietro da Cemmo in 1490-94. In 1539-40 Gerolamo Romano, known as Romanino, painted the presbytery. The altarpiece (1632) is by Mauro della Rovere, known as Fiamminghino. Returning to Via Contrizio, one comes to Casa Bettoni, an example of a large Renaissance house which preserves its original structure. At the top of via Contrizio is the imposing portal which was once the medieval Torre Rizzieri. One then comes to Piazza Castello with the old Torre Mendeni; continuing the climb, we cross a passageway adorned with archivolts below another tower smaller than the preceding torri. At the peak of Via Castello stands the parish Church of SS. Faustino e Giovita, surrounded by a spacious courtyard. It has a single-nave interior, and a vault frescoed by Fiamminghino. At the sides of the nave are six altars; the railings enclosing them date to 1647 and are the work of Bienno artists. The organ is by the Antegnati brothers, one of the finest in the province of Brescia. The altarpiece representing the martyrdom of Saints Faustino and Giovita is by the Venetian Giovan Battista Pittoni. A LUNCH WITH “CASONCELLI” AND “SPONGADA”. The local dish is “Casoncelli,” a type of large ravioli filled with boiled or roasted meat, sausage, bread, grated cheese, egg, salt and pars- ley, and tossed with the melted butter and cheese often produced during the summer in the summer mountain pastures around the village. The traditional sweet is the “Spongada,” a light cake made from flour, eggs, butter, sugar, salt, milk and leaven. NASCE L’ECOMUSEO DEL VASO RE E DELLA VALLE DEI MAGLI. Nello scorso mese di maggio, per iniziativa delle amministrazioni comunali di Bienno e Prestine, è nato l’Ecomuseo del Vaso Re e della Valle dei Magli, al fine di conservare e valorizzare il patrimonio ambientale, storico e culturale del Vaso Re. Il patrimonio dell’ecomuseo si compone di numerose opere, strutture ed infrastrutture recuperate e qualificate, pubbliche e private, tra cui la Fucina Museo (dove si trova il centro di documentazione dell’ecomuseo), la Fucina Ludoteca, la Fucina Espositiva, la Fucina Attiva, il Mulino, il Museo della vita contadina, la Segheria veneta di Prestine, numerose torri, palazzi ed edifici di arte sacra, i borghi ed i nuclei storici. L’istituto ecomuseale intende svolgere nel prossimo triennio interventi di tutela e valorizzazione delle strutture ed infrastrutture caratterizzate da valore ambientale, culturale e storico, interventi di promozione ed eventi di richiamo culturale e turistico, anche in collaborazione con la rete degli ecomusei di Lombardia; interventi per il sostegno delle produzioni enogastronomiche locali e dell’artigianato tipico; interventi educativi, di formazione, di ricerca, 27