Il “tranquillo” mondo del

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Il “tranquillo” mondo del
columnist
AMICI DI MOTOCROSS, CIAO!
Fermo, dove a settembre si è disputata la tappa italiana
del Mondiale cross, ho trascorso una giornata meravigliosa:
è sempre molto interessante seguire un evento dal vivo, perché puoi capire e renderti conto di tanti aspetti e del livello dello sport che più ti piace praticare. Purtroppo mancavano tanti piloti di primissimo piano, tra i quali Tony Cairoli, colpito da un gravissimo lutto: a Tonino va il mio abbraccio commosso.
Al di là delle assenze, il livello era comunque elevatissimo, con tanti spunti interessanti. Me ne sono annotato qualcuno, per discuterne con voi.
Inizio da Ken Roczen, che ha corso con una 125 2T. Tra l’altro, se ci
fosse stato, Cairoli avrebbe disputato il GP d’Italia con una 250 2T:
sarebbe stato bellissimo vedere cosa sarebbe riuscito a fare! In ogni
caso, è stato comunque affascinante seguire un talento come Roczen su una moto inferiore: sono un amante del motore a 2T, ma Fermo ha confermato che non è possibile vincere contro i 4T, soprattutto su una pista con quelle caratteristiche.
Ho dedicato la giornata a studiare cosa fanno i piloti, le traiettorie
in pista, la posizione sulla moto, l’approccio al warm up e alla gara: ho scoperto che ogni campione ha il suo modo di fare, molto
diverso da quello degli altri, perché bisogna gestire al meglio le
energie, non si può sempre spingere al massimo. Insomma, conta molto l’intelligenza nel sapersi amministrare. Sono rimasto colpito da come guida Christophe Pourcel con la Kawasaki: è un
pilota di talento che, a differenza degli altri, per andare forte punta sulla fluidità e sulla percorrenza in curva, utilizzando traiettorie
assolutamente personali. Guida cercando di essere costante,
prendendo meno buche possibili, anche se deve fare più strada dei
suoi rivali. Sfrutta al massimo la velocità, consumando meno
energia. Probabilmente per un tifoso non è così affascinante e spettacolare, ma per come sono fatto io, mi piace perché non aggredisce mai, non pensa solo a dare il gas a due mani e basta, ma è
molto fluido nei movimenti: ci vuole tanto talento per riuscire a
guidare come lui. In gara due, grazie alla sua fluidità ha battuto Gautier Paulin, nonostante non fosse altrettanto veloce: le 450 han-
A
no troppi cavalli e con il metodo di Pourcel riesci a sfruttarli
meglio.
Per quanto riguarda l’ottima prestazione di Paulin, ha confermato
che è più facile passare dalla MX2 alla MX1, piuttosto che dalla massima cilindrata a quella più piccola: i piloti forti che arrivano
dalla 250 si adattano subito, avvantaggiati dallo sfruttare la percorrenza e i cavalli a centro curva, mentre per chi arriva dalla 450,
quindi abituato a potenza e pesi maggiori, fatica di più ad adattarsi
alla MX2, perché non affini la percorrenza a moto piegata.
La gara l’ho seguita sopra ai box, proprio davanti al panettone finale, alto e lungo, dove si poteva be nissimo vedere la “scrubba ta” della quale ho parlato nel numero scorso di Motocross. Sono
rimasto impressionato, come tutti quelli che erano in quel punto,
da una “scrubbata” fatta da Tommy Searle: a metà rampa, peraltro piuttosto lunga, era già completamente di traverso. E’ stata talmente estrema che pensavo fosse caduto, invece è riuscito a
portare a termine il salto: da applausi!
Come ho già detto in altre occasioni, questo mondo mi affascina
perché è tranquillo, ti devi arrangiare, nessuno ti aiuta e i piloti sono molto alla buona. Tra una manche e l’altra, ero nell’hospitality
della Red Bull e “spaparanzato” sul divano, stile padre di famiglia
la domenica pomeriggio, c’era Herlings con i suoi amici. Sono andato a stringergli la mano e poco dopo l’ho visto che si cambiava,
per andare a fare la gara, in uno sgabuzzino piccolo e mal messo.
Qualcosa di impensabile per noi “fighetti” della MotoGP: è vero che
abbiamo bisogno di una certa precisione, ma mi ha colpito questa
cosa, così come vederlo poi andare tranquillamente verso la griglia di partenza in mezzo alla folla. Per certi versi, per il livello pazzesco che c’è nel Motocross di oggi, è tutto fin troppo spartano:
quando vado a correre a Faenza per beneficenza, sono impostato come loro, ma loro meriterebbero molto di più!
Ultima annotazione per il “biondo” che prepara la pista: sono rimasto affascinato anche da questo, da come in pochi minuti riesca a lisciare e preparare al meglio il tracciato. Che giornata,
ragazzi!
COSE DELL’ALTRO “DOVI”
IL MONDIALE MX A FERMO
Una giornata da ricordare
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MOTOCROSS
10 2011
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