Favorire l`inserimento lavorativo di persone

Transcript

Favorire l`inserimento lavorativo di persone
Favorire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate
12. Favorire
l’inserimento
lavorativo di persone
svantaggiate
Il problema
Uno degli aspetti più preoccupanti del fenomeno della disoccupazione è legato al
fatto che essa tende a concentrarsi sulle persone svantaggiate, cioè persone che,
anche in presenza di una situazione favorevole dell’economia e del mercato del lavoro,
continuano a trovarsi in situazioni di marginalità ed esclusione. Svantaggiata è, infatti,
qualsiasi persona appartenente ad una categoria che abbia difficoltà ad entrare,
senza assistenza, nel mercato del lavoro. Una parte di questo svantaggio è già così
grave da essere riconosciuta e presa in carico dai servizi pubblici: è il cosiddetto
svantaggio certificato che ricomprende, ad esempio, disabili fisici, sensoriali,
psichici, soggetti in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alcolisti, detenuti e
ammessi alle misure alternative alla detenzione.
Un’altra quota rilevante degli svantaggiati è costituita invece da soggetti che,
pur non rientrando in categorie definite e facilmente censibili, subiscono processi
di indebolimento e marginalizzazione che comportano l’esclusione dal mondo
del lavoro: disoccupati di lungo periodo, immigrati all’inizio del proprio percorso
migratorio, adulti soli con figli a carico, lavoratori over 40 espulsi dal mercato del
lavoro. Molte di queste persone, lasciate senza sostegni, rischiano di arrivare ad uno
stato tale di devianza o patologia che confluisce nello svantaggio certificato.
Per le persone svantaggiate il lavoro svolge un ruolo fondamentale. Come
per le persone con normali opportunità, l’inserimento a pieno titolo nell’attività
lavorativa attua uno dei principi fondamentali della Costituzione e fornisce le risorse
economiche necessarie alla vita. In aggiunta, poiché buona parte delle interazioni
sociali sono connesse al lavoro, l’attività lavorativa favorisce la costruzione e il
riconoscimento di un’identità attraverso il ruolo professionale e l’inclusione nella
rete sociale. Il lavoro, quindi, non fornisce solo reddito, ma è luogo di realizzazione,
di rafforzamento di fiducia e rispetto di sé, di scambio e di relazioni sociali, di
valorizzazione, di apprendimento, di accrescimento personale e professionale e di
acquisizione di indipendenza e autonomia. Lavorare costituisce quindi un elemento
fondante e qualificante nella costruzione di un percorso di inclusione sociale,
diventando l’imprescindibile punto di partenza per un percorso di crescita umana e di
riabilitazione sociale.
Per la collettività, garantire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate
costituisce un vantaggio da più punti di vista: contiene forme di devianza
104
BROCHURE PIANI D'AZIONE_OK
104
23-01-2007, 14:44
sociale, aumenta il gettito fiscale e sottrae le persone con problemi al circuito
dell’assistenza con risparmi di notevole proporzione.
Le ragioni dell’intervento della Fondazione
Le politiche sviluppate per favorire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate,
sia quelle legate a forme diverse di incentivazione sia quelle basate sull’introduzione
di vincoli alle assunzioni, si sono dimostrate insufficienti per creare pari opportunità
di accesso al lavoro per tutte le categorie di svantaggio. Anche la legge 68/99 sul
collocamento mirato dei disabili, pur presentando significative novità rispetto al
precedente collocamento obbligatorio, ha raggiunto qualche risultato significativo
solo per quanto riguarda la disabilità fisica, sottolineando viceversa l’incapacità di
ricollocare persone con problematiche gravi quali i disabili psichici e le persone in
trattamento psichiatrico.
In questo quadro, la cooperazione sociale costituisce la più robusta struttura
dedicata al recupero e al reinserimento di risorse umane che il mercato altrimenti
emarginerebbe. Questa struttura si è dimostrata capace, in più di un’occasione, di
aggredire lo ‘zoccolo duro’ della disoccupazione, quello per il quale non c’è domanda
di lavoro. Attualmente le cooperative sociali inseriscono oltre 18.000 soggetti
svantaggiati ai sensi della legge 381 del 1991. Circa la metà di questi inserimenti
riguarda i disabili e l’altra metà persone appartenenti alle altre forme di svantaggio
certificato. Per comprendere la rilevanza del fenomeno della cooperazione sociale
nel panorama italiano possono essere sottolineati due elementi:
1.
come mette in evidenza il Quarto rapporto sulla cooperazione sociale in Italia, le
cooperative sociali di inserimento lavorativo, che rappresentano intorno al 2 per
mille del prodotto interno lordo, inseriscono più del 7% dei disabili italiani che
lavorano. Questo dato evidenzia come le cooperative sociali siano un’esperienza
significativa in quanto sono in grado di stare sul mercato con una quota di
svantaggiati da 20 a 30 volte superiore a quella delle imprese ordinarie e, allo
stesso tempo, mostra come sia infondato il timore che le cooperative sociali siano
il luogo unico o prevalente dove lavorano le persone con disabilità;
2. gli oltre 18.000 inseriti nelle cooperative sociali non devono essere intesi
esclusivamente come singoli inserimenti, ma come posizioni lavorative. Poiché
le cooperative sociali hanno una naturale vocazione alla ricollocazione nel mercato
ordinario del lavoro, nel corso del tempo la stessa posizione viene ricoperta da più
persone.
105
BROCHURE PIANI D'AZIONE_OK
105
23-01-2007, 14:44
12. Favorire
l’inserimento
lavorativo di persone
svantaggiate
Le quasi 400 cooperative sociali di tipo B della Lombardia rappresentano il più
significativo sistema di inserimento lavorativo del Paese. Tale sistema presenta
tuttavia non pochi problemi:
• inadeguatezza rispetto alle dimensioni del problema delle persone svantaggiate
da inserire nel mercato del lavoro;
• difficoltà a reggere le forti pressioni competitive dei mercati;
• difficoltà, pur in presenza di alcune significative esperienze positive, a farsi carico
di determinate forme di svantaggio, in particolare i disabili psichici e i soggetti
in trattamento psichiatrico; queste persone hanno problematiche particolari che
rendono difficile il loro ingresso e la loro tenuta nel mercato del lavoro. In particolare
l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità psichiatriche presenta delle
difficoltà peculiari legate sia allo stigma sociale connesso alla malattia mentale, sia al
fatto che i loro percorsi hanno solitamente un andamento tortuoso;
• difficoltà a posizionarsi all’interno delle politiche del lavoro; il nuovo assetto
normativo e istituzionale delle politiche attive del lavoro ha riformato e decentrato il
sistema pubblico dei servizi al lavoro attraverso l’apertura ai privati del mercato del
collocamento. Tale situazione ha permesso ai consorzi della cooperazione sociale di
sviluppare sportelli di orientamento e di collocamento a supporto del sistema interno
e quindi della collocazione di soggetti svantaggiati nelle cooperative sociali e della loro
ricollocazione nel mercato ordinario in seguito all’uscita dai percorsi di inserimento
lavorativo. Tuttavia, tale strumento allo stato attuale porta i consorzi a operare spesso
quali veri e propri sportelli lavoro che, attraverso diverse attività quali l’orientamento,
la formazione e la consulenza, si pongono al servizio di tutte le imprese e di tutte le
categorie di persone finendo per perdere il legame con il mondo dello svantaggio e
delle cooperative sociali.
Obiettivi
L’obiettivo generale del Piano di Azione è favorire l’inserimento in forma stabile e
qualificata di persone svantaggiate attraverso il potenziamento del sistema delle
cooperative sociali di inserimento lavorativo.
L’elemento dirimente nella scelta dell’interlocutore primario del PdA è proprio la
forma di inserimento garantita dalla cooperativa sociale di inserimento lavorativo,
specializzata nel trattare risorse umane in situazioni di difficoltà nel mercato del
106
BROCHURE PIANI D'AZIONE_OK
106
23-01-2007, 14:44
lavoro e che è in grado di agire contemporaneamente sulla domanda e sull’offerta
di lavoro. La cooperazione sociale crea nuove postazioni per soggetti svantaggiati
garantendo un chiaro inquadramento contrattuale a cui sono connessi i diritti e i
doveri propri di un lavoratore e, allo stesso tempo, avendo al proprio interno una cura
dei percorsi, favorisce la qualificazione umana e professionale delle persone inserite.
All’interno di una cooperativa sociale l’attività lavorativa ha significato non solo di
produzione, ma anche di educazione e rieducazione al lavoro che significa favorire
l’acquisizione di responsabilità, impegno, autonomia, socialità e professionalità.
Questo modello di inserimento lavorativo non offre quindi solo occasioni di lavoro, ma
opera con soggetti deboli a partire proprio dalla loro condizione di svantaggio; offre
un’opportunità di inclusione sociale attraverso l’ingresso in una organizzazione che
coniuga la capacità produttiva con la capacità di valorizzare la forza lavoro debole
grazie all’esistenza di figure specializzate preposte a realizzare e monitorare progetti
personalizzati di inserimento lavorativo.
L’obiettivo generale può essere declinato in obiettivi specifici:
• aumentare il numero degli inserimenti lavorativi di soggetti svantaggiati;
• aumentare il numero e la diffusione territoriale delle imprese sociali;
• sviluppare e rafforzare le organizzazioni esistenti;
• favorire un equilibrio nella composizione della forza lavoro: svantaggio inserito
ai sensi della L.381/91, svantaggio non certificato, lavoratori con normali opportunità
direttamente impegnati nella produzione;
• aumentare la capacità del sistema non profit di inserire soggetti psichici e in
trattamento psichiatrico;
• rafforzare l’integrazione tra il sistema pubblico e il privato sociale;
• rafforzare il ruolo della cooperazione sociale all’interno delle politiche attive del
lavoro.
107
BROCHURE PIANI D'AZIONE_OK
107
23-01-2007, 14:44
12. Favorire
l’inserimento
lavorativo di persone
svantaggiate
Strategie
Il PdA prevede interventi su più livelli che agiscano sul rafforzamento del sistema
delle cooperazione sociale al fine di favorire l’inserimento lavorativo di persone
svantaggiate.
• Per garantire lo sviluppo e il rafforzamento delle imprese e l’aumento del
numero degli inserimenti lavorativi di soggetti svantaggiati si ritiene che sia
necessario continuare a sostenere la creazione o lo sviluppo di singole cooperative
di inserimento lavorativo. Dall’esperienza della Fondazione è emerso come le
cooperative prestino una buona attenzione nella definizione dei percorsi di inserimento
lavorativo, ma non diano un adeguato rilievo alla redazione di piani di impresa. I
progetti delle cooperative dovranno quindi focalizzarsi sulla redazione di business
plan pluriennali che garantiscano la competitività dell’impresa sul mercato. I piani di
impresa dovranno essere esplicitamente ancorati al raggiungimento di precisi risultati
occupazionali;
• per aumentare la capacità del sistema non profit di inserire soggetti psichici e in
trattamento psichiatrico si intendono promuovere nuove forme di accompagnamento
al lavoro partendo dalle buone prassi già realizzate dalle cooperative sociali
e costruite non solo su un disegno occupazionale in senso stretto, ma anche
nella progettazione e realizzazione di un progetto di vita più articolato. Date la
complessità dello svantaggio legato alla disabilità psichica o a problemi di salute
mentale, si ritiene inoltre fondamentale promuovere i rapporti tra pubblico e privato
e attivare collaborazioni con enti, istituzioni, organismi pubblici e privati che a vario
titolo si occupano del problema;
• più in generale, verranno sostenute azioni che rafforzino il rapporto tra
cooperazione sociale e sistema pubblico (enti locali, servizi sociali e sanitari, servizi
per l’impiego), aspetto cruciale di un potenziamento delle attività di inserimento
lavorativo di persone svantaggiate nel nostro paese;
• per rafforzare il ruolo della cooperazione sociale all’interno delle politiche attive
del lavoro, allo scopo di favorire l’inserimento di persone svantaggiate nel mercato
del lavoro ordinario, appare necessario rafforzare il ruolo dei consorzi lombardi nei
processi di gestione di percorsi in entrata e in uscita dalle cooperative aderenti.
Lo strumento principale del PdA sarà un bando sull’inserimento lavorativo destinato
alle cooperative sociali che hanno come oggetto l’inserimento lavorativo in forma
stabile e qualificata di soggetti svantaggiati, focalizzato sull’aumento degli inserimenti
108
BROCHURE PIANI D'AZIONE_OK
108
23-01-2007, 14:44
attraverso lo sviluppo imprenditoriale.
Per quanto riguarda le persone con problematiche psichiche e psichiatriche, verrà
promosso un progetto specifico rivolto ad aumentare sia il numero di cooperative
che si occupano di questo svantaggio sia le capacità delle organizzazioni di gestire
reali percorsi di inserimento lavorativo.
Azioni specifiche ancora da declinare andranno varate in relazione al rafforzamento
del rapporto tra cooperazione sociale e sistema pubblico e al rafforzamento del ruolo
della cooperazione sociale nelle politiche del lavoro.
109
BROCHURE PIANI D'AZIONE_OK
109
23-01-2007, 14:44