la hyper diventa mega

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la hyper diventa mega
Special
LA HYPER
DIVENTA MEGA
La Megamotard di Desmolupo
motorizzata con il bicilindrico
Testastretta Evoluzione a quattro valvole.
di Lorenzo Miniati - foto Enrico Schiavi
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Un primo piano del bicilindrico a quattro valvole
con frizione antisaltellamento e impianto
di scarico artigianale di tipo 2 in 1
caratterizzato da collettori di grosso diametro.
La presenza del motore a quattro
valvole è sottolineata dal grosso
radiatore dell'acqua dietro alla ruota
anteriore. Ciononostante, il
trapianto di propulsore presenta
un altissimo livello di integrazione
rispetto alla parte ciclistica.
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O
gni tanto, qualcuno
entra nell'officina di
Desmolupo, a Milano, e fa: "Oh, bella la
Hypermotard in carbonio con il telaio rosso!" Poi, guardando
meglio la moto in questione, si accorge che non è equipaggiata con un
bicilindrico a due valvole con raffreddamento ad aria, ma con il Testastretta
Evoluzione di una 1098!
Proprio così, l'incredibile special allestita dai tecnici del Ducati Service
lombardo ha il paradossale pregio
di sembrare una moto di serie, o
tutt'al più un esemplare con qualche
accessorio aftermarket, pur essendo
stata completamente stravolta a livello
meccanico.
A spiegarci come sia stato possibile
tutto ciò è Paolo Cantalupi, titolare
della struttura dove ha preso forma
questa Megamotard, come è stata
ribattezzata: "Il motivo per cui è nata
è molto semplice: un cliente è venuto
da me e mi ha detto che voleva una
Hypermotard più veloce di quella di un
suo amico, che era già stata elaborata.
Così, visto che da un po' di tempo mi
girava in testa questa idea, ho deciso
di cogliere la palla al balzo!"
Per prima cosa, dunque, è stato
reperito un esemplare con il motore
non funzionante sul quale è stato
inserito il propulsore di una 1098: "Fin
dall'inizio, – prosegue Paolo – una
delle prerogative del progetto era che
la moto non apparisse frutto di un
intervento invasivo, ma sembrasse
realizzata dalla stessa Ducati."
Per questo, il telaio è stato modificato
e rinforzato nei punti giusti, in modo da
accogliere il nuovo propulsore senza
problemi di ingombri e, soprattutto, di
affidabilità.
Poi è stata la volta dell'avantreno, che
è stato rivisto a livello di quote ciclistiche adottando nuove piastre di sterzo
caratterizzate da un offset maggiore e
sfilando quanto più possibile la forcella
rispetto a queste; così, è stato aumentato leggermente il valore dell'interasse
e la moto ha guadagnato stabilità,
anche perché si è passati dai 90 Cv
del modello di serie a oltre 160 Cv (per
l'esattezza 165 misurati al banco)!
Ciononostante, viene comunque da
chiedersi come faccia a stare in strada
un oggetto del genere, visto il rapporto peso/potenza di quasi 1:1 (con
tutti i liquidi e qualche litro di benzina,
la moto ferma l'ago della bilancia a
quota 175 Kg effettivi!), ma sorprendentemente Paolo getta subito acqua
sul fuoco: "In realtà, la moto risulta
molto guidabile. So che può sembrare
incredibile, ma la configurazione che è
stata impostata a livello di impianto di
scarico e mappatura della centralina
ha restituito un motore che si lascia
condurre con relativa facilità pure
andando piano, anche se è chiaro che
spalancando di brutto il gas la moto si
impenna fino alla quarta!"
Questo risultato è stato ottenuto
attraverso un grande lavoro di integrazione tra i componenti originali della
Hypermotard, soprattutto a livello di
impianto elettrico e gestione dell'alimentazione, e quelli della 1098.
Pertanto, adesso, la moto funziona
perfettamente, nonostante convivano
elementi di provenienza assai diversa
tra loro (basta pensare all'impianto di
raffreddamento).
"Il prossimo step riguarderebbe
l'adozione del controllo della trazione
e dell'anti wheelie. – spiega Paolo – In
commercio ci sono già delle aziende
che propongono qualcosa del genere,
ma il budget a nostra disposizione era
purtroppo terminato."
La Megamotard si conferma comunque "alternativa" anche in tema di
componentistica, come testimoniano
le pinze Beringer dell'impianto frenante
anteriore, la frizione antisaltellamento
NGR e le pedane in ergal con estremità in teflon. Tutta roba che non è facile
vedere su una special qualsiasi: "Volevamo che la moto avesse comunque una caratterizzazione attinente al
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mondo del supermotard. – racconta
Cantalupi – La frizione, ad esempio, ha
il pregio di essere facilmente regolabile, cosa che permette di settare a piacimento il contributo del freno motore
in fase di scalata. Le pedane, invece,
sono della Gecko Racing e, malgrado
ci sia voluto un po' per adattarle, risultano particolarmente economiche."
Un altro particolare che merita senz'altro un discorso a parte è l'impianto di
scarico, realizzato in modo completamente artigianale dalla Racing Project:
"In questo caso, avevamo l'esigenza
di creare qualcosa che sul mercato,
per ovvi motivi, non esisteva. Perciò
ci siamo rivolti a uno specialista che,
tra l'altro, ha brevettato un sistema
di lamelle con il quale è possibile
ottenere più o meno spinta nei diversi
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punti della curva di erogazione. Nella
fattispecie, infatti, a noi interessava
che il motore non avesse una potenza
massima esagerata, ma che potesse
contare sulla massima regolarità di
funzionamento ai regimi medio-bassi."
Se il modello di serie è già Hyper,
quindi, questa special non poteva che
essere Mega, come confermano le
scritte riprodotte sulla sella bicolore
della Race Seats, ennesimo dettaglio
fatto su misura per questa moto che,
per la cronaca, Cantalupi ha da poco
messo in vendita.
Per quanto riguarda il prezzo, si parla
di 20.000 Euro così com'è, oppure
22.000 Euro in versione "street legal",
ovvero dotata di tutti gli accorgimenti
previsti dal Codice della Strada e sottoposta a successiva omologazione.
Dall'alto a sinistra in senso orario:
le leve al manubrio snodabili
per non rompersi in caso di caduta;
la sella realizzata in tre tipi di tessuto
diversi; il forcellone di serie verniciato
color magnesio; le tubazioni dell'impianto
di raffreddamento con manicotti
in silicone e raccordi in alluminio.
Una trasformazione
esagerata, che fa
venire i brividi solo
all'idea di come
possa andare questo
mostro da oltre
160 cavalli!
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