martedi e venerdi alle 20.30 su blu 820 sky
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ANNO 1 - N° 9 - 10 giugno 2013 - € 1,00 Rossa Italiana 6 0 20.3 E L L A I ERD N E V E I D MARTE SKY 0 2 8 U L SU B 2 Editoriale n° 9 Tutti in riga di Filippo Gherardi [email protected] Definizione di dominatore: colui che si impone sugli altri. Ma anche, più semplicemente: predominante, prevalente o padrone. Una parola per un concetto, quello che negli ultimi anni, in Formula 1, sembra sposarsi alla perfezione con Sebastian Vettel. Dopo tre anni in cui il “cannibale di Heppenheim” è stato sì insignito dell’alloro di campione del mondo ma anche spesso, forse troppo spesso, apostrofato come un buon pilota nelle mani di una scuderia geniale e rivoluzionaria capace di assegnargli una macchina praticamente perfetta, oggi, dopo l’impressionante facilità con cui Vettel ha dominato il Gran Premio del Canada, è giusto toglierci il cappello solo, e soltanto, dinnanzi a lui. Il gap tra la Red Bull e le altre scuderie quest’anno si è senza dubbio ridotto, lo dicono i risultati e lo confermano i tempi, tuttavia lui rimane lì, in testa alla classifica, con un margine di trentasei punti di vantaggio sul secondo della classe, un certo Fernando Alonso, che sembra quasi un’esagerazione se consideriamo proprio il profilo degli avversari e che la stagione è cominciata da appena sette gare. Sì, certo, su questo distacco pesa come un macigno il ritiro dell’asturiano nel Gran Premio di della Malesia, vinto proprio da Vettel, ma è anche vero che il tedesco ha sin qui messo a segno tre vittorie, un secondo, un terzo e “solo” due quarti posti. Una costanza impressionante e difficile da trovare altrove, che sbiadisce soltanto dinnanzi ad un carattere, il suo, di rigoroso profilo teutonico. Lo stesso che ha fin qui permesso a Vettel di rimandare ogni volta al mittente provocazioni (molte delle quali, di natura dialettica, sferrate dai suoi stessi avversari), pressioni (due mondiali vinti all’ultima gara) Reg.presso il Tribunale dell’Editoria di Roma n.38/2013 Direttore responsabile Filippo Gherardi email: [email protected] Amministrazione via Carlo Emery, 47 - 00188 Roma Tel/Fax 06.5000975 email: [email protected] Direttore Editoriale Massimiliano Giacomini [email protected] e critiche (la vittoria in Malesia e il contestato sorpasso al compagno di squadra Webber sono ancora di fresca memoria). Vettel è il più forte di tutti in questo momento. Con buona pace di Alonso, Hamilton, Raikkonen e Rosberg, tra le speranze di chi si augura, Ferrari in primis, che il suo regno sia inversamente proporzionato alla sua giovane età (ventisei anni il prossimo luglio). Differentemente, il dominatore continuerà a riscrivere la storia sua e di questo sport. Sebastian Vettel, tre volte iridato e primo nel campionato 2013 di F1 (Foto Archivio) Redazione Germana Condò Delfina Maria d’Ambrosio email: [email protected] Hanno collaborato Flavio Grisoli Leonardo Frenquelli [email protected] [email protected] Realizzazione Grafica Rocco Lotito - [email protected] High Tech 4 La sicurezza si gonfia Airbag intelligenti a doppia carica GM pronta per il debutto su Cruze di Flavio Grisoli Il lavoro dei produttori automobilistici in tema di sicurezza attiva e passiva sui nuovi modelli non finisce mai. Anche perché, con l’avvento di sempre maggior tecnologia che “esclude” in qualche modo il guidatore dall’elemento che qualifica il suo essere (la guida, appunto), c’è necessità di farli sentire sicuri e protetti. Ed è così che GM ha studiato ed approntato un nuovo tipo di airbag, che vediamo nell’illustrazione a fianco. Si tratta di un sofisticato sistema di gonfiaggio e sgonfiaggio che previene i traumi classici toracici quando si urta violentemente contro l’airbag. Rispetto agli altri airbag frontali da montare all’interno del volante, quello della GM è dotato di una sola carica di gonfiaggio e di una particolare valvola posteriore che può essere “controllata” per gestire la rapidità con la quale il cuscino si sgonfia. Ciò avviene dopo l’urto, sotto effetto della pressione generata dal corpo del conducente e a qualsiasi velocità. Questo rende più progressiva ed efficace la protezione del busto e della testa riducendo al massimo il rischio di lesioni. La National Highway Traffic Safety Administration, l’ente americano che studia la sicurezza degli autoveicoli, ha già avuto modo di testare il funzionamento di questo innovativo airbag della GM in una serie di crash test con la Chevrolet Cruze dove ha ottenuto il massimo punteggio, lo stesso raggiunto dalla medesima vettura con l’airbag a doppio stadio nel 2012 e nel 2011. NE E V E I D MARTE KY S 0 2 8 U SU BL 0 3 . 0 2 E L RDI AL 6 Ducati Hypermotard (Foto Archivio) Ducatissima Intervista a Francesco Rapisarda Dir.Comunicazione Ducati Motor Spa di Filippo Gherardi e Germana Condò Ospite della nostra trasmissione “Professione Motori”, Francesco Rapisarda, Direttore Comunicazione Ducati, ci ha illustrato nel dettaglio le tante novità lanciate in questo 2013 dalla casa di Borgo Panigale. Iniziamo la nostra panoramica sul mondo Ducati partendo dalla Hypermotard. Ce la descrive? «È la novità di quest’anno. Con lei ci presentiamo in un mercato aggressivo e combattuto. Abbiamo cercato di anticipare i tempi con un prodotto dal fortissimo carattere, frutto del DNA Ducati, con una matrice sportività e una personalità che distingue sempre le nostre moto. Hypermotard è frutto di un concetto nato nel 2005 che si è evoluto e che è diventato un prodotto di riferimento, un fenomeno di tendenza, che ha aperto un nuovo segmento e che ancora una volta ci ha permesso di essere leader in un mercato sempre più affollato. Due sono le versioni disponibili: Hypermotard e Hypermotard SP. È equipaggiata con un nuovo motore a raffreddamento liquido di 821 cc, con 110 CV, evoluzione del Testastretta 11°. È un motore perfettamente fruibile che permette l’equipaggiamento e l’utilizzo di una serie di componenti elettroniche, come i Riding Mode e il controllo di trazione. Il tutto per una maggior godibilità del mezzo e per una maggior sicurezza». Parlando della Hypermotard SP, Assetto rialzato, cerchi forgiati, sospensioni regolabili con forcella superleggera, ABS e Traction Control. Voi la definite “una sportiva senza compromessi” «Lo è! Tutte le nostre moto hanno carat- teristiche decisamente sportive. Questa è, forse, la versione più estrema della famiglia che riprende tutte le caratteristiche dell’Hypermotard e se ne differenzia per la componentistica esclusiva di altissimo livello. È la declinazione estrema di un concetto di moto che permette di affrontare un certo tipo di percorso, anche in pista. L’impostazione è un po’ più alta, un po’ più racing, per godere di tutte le opportunità di divertimento che questo mezzo offre». Prezzi di partenza delle due versioni? «La Hypermotard parte da un prezzo di 11.490 Euro chiavi in mano, mentre la SP ha un prezzo di 14.590 Euro». Della stessa famiglia fa parte anche Hyperstrada, di cui colpisce l’estrema versatilità «È sicuramente la definizione migliore. La Ducati 1199 Panigale R (Foto Archivio) Due modelli di Ducati Multistrada (Foto Archivio) Rispetto a Hypermotard è caratterizzata dalle prestazioni Hyper, ed è concettualmente più vicina al Touring. È una moto pensata per il turismo a medio raggio, molto confortevole e con un’ergonomia molto diversa da quella di Hypermotard. Due valigie di serie, cavalletto centrale, parabrezza rialzato per una maggior protezione. Il motore ha un’erogazione decisamente più morbida, il setting delle sospensioni è diverso». Diversa, pur mantenendo lo stesso motore «Il motore è lo stesso, un Testastreta 11° di nuova generazione. Ha la possibilità di essere gestito con tre diversi Riding Mode, ovvero con tre differenti mappature, che permettono di combinare l’erogazione del motore. A ciò si aggiunge tutta una serie di componenti che vanno dal controllo di trazione alla fruibilità della coppia, per godere al meglio di questo motore con tutte le possibilità di personalizzazione che può offrire. Il prezzo è di 12.790 euro chiavi in mano con una dotazione di serie molto ricca». Quando pensiamo alle moto prestazionali di casa Ducati, pensiamo alla Panigale. L’ultima arrivata è la 1199 Panigale R che abbina grande tecnologia al suo DNA di moto prestazionale su tutte le superfici «Stiamo parlando del top della gamma, l’ammiraglia per quanto concerne i contenuti, le prestazioni e la componentistica. È quella continua ricerca della perfezione che cerchiamo di realizzare nei nostri mezzi e che in questo modello specifico trova la sua massima espressione. Se già la Panigale aveva segnato un nuovo riferimento, ora il livello è stato ulteriormente elevato. Quelle componen- tistiche che fino a ieri caratterizzavano solamente le moto da competizione e le vere superbike, oggi vengono messe a disposizione della clientela, fatta soprattutto di appassionati, che possono avere nel proprio garage un mezzo con cui una volta si correva solo un campionato mondiale». Soffermiamoci sul motore Superquadro «Si tratta di un motore che abbiamo dedicato solo alla 1199 Panigale, di nuova concezione. Erano decine di anni che Ducati non progettava un motore completamente nuovo. Nella versione R questo motore viene esaltato ancor di più da tutta una serie di componenti particolari, come le bielle in titanio e altri accorgimenti che la rendono ancora più racing». Quanto può costare una moto del genere? «Se pensiamo a quello che costa una moto da Gran Premio, il prezzo non è poi così elevato. In fondo si offre una tecnologia da Gran Premio per un uso quotidiano. Parliamo di circa 32.000 euro per una moto che potrebbe essere messa in pista, raggiungendo prestazioni ad altissimo livello». Passando ad una diversa tipologia di moto, parliamo della gamma Multistrada, con le sue varianti S Touring, S Pikes ed S Granturismo «È una gamma caratterizzata da un’altissima versatilità. Con questa moto ci siamo inseriti in un segmento che non era di nostra pertinenza fino a qualche anno fa, e da quando l’abbiamo commercializzata ci ha dato grandi soddisfazioni. Con Multistrada siamo entrati in questa fetta di mercato dalla porta principale e in maniera risoluta, riuscendo ad imporre, anche in questo caso, un nuovo punto di riferimento. Questa moto nasce per il turismo o per un utilizzo su lunghe distanze, pur sempre mantenendo quelle caratteristiche che si ritrovano solo nei prodotti Ducati. La versatilità estrema è data dal clic di un pulsante. Premendolo si può passare a quattro differenti mappe, o Riding Mode. Nella modalità Touring si avrà un’erogazione del motore più dolce, pur mantenendo la potenza dei 150 CV. Si può passare alla modalità Sport, che esprime in maniera decisa e aggressiva tutti i cavalli a disposizione. La mappa Urban prevede un utilizzo in percorsi urbani, infine c’è la mappa Enduro che ne permette l’utilizzo su un percorso misto Francesco Rapisarda (Foto Archivio) 7 8 La Ducati Diavel Strada (Foto Archivio) o su un fuoristrada abbordabile». Anche in questo caso il motore è il Testastretta 11°? «Il motore è lo stesso, ma ha avuto alcune evoluzioni. Nel 2013 abbiamo proposto una versione aggiornata del Touring, equipaggiando la versione S con delle sospensioni attive che permettono di adattarsi elettronicamente ad una serie di esigenze del passeggero della moto nel corso dell’erogazione. Questo rappresenta un grosso passo in avanti in termini di comfort, di assetto e di godibilità, ma anche un salto in termini di tecnologia in tutto il segmento. A questa abbiamo affiancato la versione Pikes Peak, che deriva dalla moto con cui è stata vinta negli ultimi anni la corsa in salita in Colorado. È destinata ad un uso più sportivo, caratterizzata da cerchi forgiati, dall’uso di molto carbonio e dal colore aggressivo che richiama la nostra Ducati da Gran Premio. Granturismo è una moto destinata a lunghi viaggi, equipaggiata di serie con fari supplementari, con un top case molto capiente e valigie ancora più grandi». Prezzi di ognuno di questi modelli? «L’offerta spazia dal prezzo di partenza di 16.590 Euro, fino a 19.890 Euro della S Touring, dai 22.500 della Pikes Peak ai 21.290 Euro della Grantutismo. Bisogna tener presente che già la versione base prevede di serie l’ ABS e una dotazione completa, al di sopra di quella che comunemente offre il mercato» È giusto dire che la Multistrada in questo momento rappresenti più di tutte il DNA della nuova frontiera di casa Ducati, ovvero che incarni più delle altre moto quei cambiamenti culturali che state introducendo in azienda? «È vero solo in parte. Se consideriamo l’Hypermotard o il Diavel o lo Streetfighter, vediamo che tutte hanno avuto un’evoluzione in termini di tecnologia. Pur mantenendo le tipiche caratteristiche Ducati, avvicinano anche un pubblico differente da quello per noi abituale. Un pubblico che si avvicina alle nostre moto con un’ottica diversa, trovando qualcosa che in passato non avrebbe mai pensato di trovare». Concludiamo la panoramica con la Diavel Strada, da voi definita “la soluzione ideale per dominare l’asfalto anche sulle lunghe distanze” «È una moto particolare, che declina il Diavel, mezzo che ha avuto un successo incredibile. Consiglierei a tutti di provarla perché è una sorpresa sotto tanti punti di vista. È molto godibile perché caratterizzata da Riding Mode che ne permettono l’uso dai 160 ai 100 cavalli. È una moto che, malgrado l’impatto, ha un’agilità e una facilità di uso sorprendenti. Nella versione Strada, che abbiamo proposto quest’anno, abbiamo deciso di offrirla come moto non certo da Touring ma sicuramente più versatile ai percorsi stradali anche di lunghe distanze. Il motore è sempre il Testastretta 11°, ma, grazie all’elettronica e ad un differente sistema di scarico, eroga in maniera totalmente diversa i 160 cavalli che ha a disposizio- ne». I prezzi di listino? «Si va dai 17.490 Euro del Dark fino ai 19.490 Euro del Diavel Strada, per arrivare alla scelta della versione completamente in carbonio, in questo caso parliamo di 20.790 Euro». Passando al capitolo corse, vuole tracciarci un primo bilancio sulla stagione del Motomondiale di quest’anno? «Siamo soddisfatti di quello che sta accadendo nella Moto GP, perché stiamo seguendo il programma che ci eravamo prefissati e riscontriamo i progressi passo dopo passo. Siamo partiti dalla moto dell’anno scorso, sapendo che si trattava di un progetto su cui si doveva lavorare. Se negli ultimi due anni le nostre moto facevano da fanalino di coda, ora stiamo vivendo il Gran Premio un po’più da protagonisti. Dobbiamo ancora lavorare molto ma abbiamo dalla nostra parte un grande pilota come Andrea Dovizioso che ci sta aiutando nella messa a punto e nello sviluppo del nuovo telaio. Abbiamo, inoltre, un collaudatore come Michele Pirro che sta facendo un lavoro incredibile sullo sviluppo di alcune componenti che verranno messe a disposizione dei piloti di GP. Le prime file che abbiamo ottenuto nelle ultime due gare sono un risultato anticipato di ciò che ci eravamo riproposti. Stiamo lavorando in maniera molto produttiva, e prometto che presto torneremo a raggiungere traguardi importanti». 10 Terza sinfonia BMW presenta la nuova X5 Più muscoli nel restyling esterno di Germana Condò Debutta il Model Year di BMW X5 2014 che, giunto alla terza generazione, viene presentato dalla casa tedesca come SAV (Sports Activity Vehicle) più che come SUV. Carico di nuovi contenuti, sia nel design sia all’interno, si distingue immediatamente dalla versione attuale, pur non risultando totalmente stravolto, per le evidenti modifiche apportate alla parte frontale. Un aspetto più grintoso e muscoloso è dato dalle nervature del cofano, dalla nuova e più ampia calandra e dai gruppi ottici ridisegnati, sulla scia della Serie 3 e della sorellina X3, decisamente appariscenti, dotati di tecnologia Led e che prevedono, come optional, il sistema Adaptive Led. Con il BMW Night Vision gli abbaglianti diventano attivi e la potenza e l’inclinazione del loro fascio di luce si adegua automaticamente. Cambiano leggermente le dimensioni. X5 cresce di due e si abbassa di circa 1,4 centimetri, si riduce il peso di 90 chilogrammi, mentre il passo resta lo stesso della seconda generazione. È ottimizzato lo spazio interno per un maggior comfort dei passeggeri, con la possibilità di ospitare due ulteriori posti nella terza fila, anche se non adatti ad altezza superiore di un metro e mezzo. Aumenta anche la capacità di carico di 30 litri, arrivando ad una capacità di 670 litri, che diventano 1870 abbattendo i sedili posteriori. Tra le novità a bordo ci sono l’Infotainment con uno schermo da 10,2 pollici ed il controller touch dell’IDrive per gestire le varie funzioni. Il nuovo Driving Assistant consente di prevenire le collisioni rivelando l’eccessiva vicinanza con pedoni o altri veicoli ed attivando una frenata automatica. Il telaio prevede quattro pacchetti differenti di regolazione delle sospensioni. Si va dalle Comfort di cui può essere regolata l’altezza lungo l’asse posteriore, alle M Sport, le più rigide da utilizzare in modalità Sport o Sport plus, le Dynamic per un rollio ridotto e le Professional per un maggior comfort di marcia. La più interessante novità introdotta con questa terza generazione di X5 è la possibilità di prediligere la sola trazione posteriore al posto della trazione integrale xDrive. Concludendo con le motorizzazioni, si parte con la sDrive 25d con 215 CV, alimentata a gasolio. Successivamente sarà disponibile il resto della gamma turbodiesel con la xDrive30d Twin Power Turbo da 258 CV, la xDrive 40d da 313 CV, infine la M50d con 381CV. Per le varianti benzina esistono la xDrive 35i da 306 CV e la xDrive 50i da 450 CV capace, quest’ultima di un’accelerazione di 5 secondi da zero a cento Km/h partendo da ferma. Il cambio automatico a otto rapporti è di serie su tutte le versioni. NE E V E I D MARTE KY S 0 2 8 SU BLU 0 3 . 0 2 E L RDI AL Bonus Malus 12 Qualcosa di diverso dai classici voti. Si tratta di semplici e personali opinioni che rimettiamo all’attenzione di chi legge Un punto di vista soggettivo sull’universo dei motori (nuovi modelli, risultati gare, numeri di mercato) dai quali ripartiamo per scegliere i nostri “Bonus” e i nostri “Malus” dalla Redazione Migliorarsi è difficile, ma non impossibile. Vedere per credere l’ultima generazione della Volkswagen Golf GTD e leggere, soprattutto, le cifre che la caratterizzano in termini di potenza e consumi. Accanto, infatti, ad una considerevole ed abbondante tecnologia abbinata a forme e materiali (soprattutto all’interno) che richiamano la tradizione della vettura diventata il simbolo della casa di Wolfsburg, si segnala anche un aumento di ben 14 cavalli e 30 Nm in più rispetto alla precedente versione, ottenuti riducendo il consumo a 0,9 l/100 km e le emissioni di CO2 a 25g/km. Anche le prestazioni, come prevedibile, si confermano di primissimo livello: con uno scatto da 0 a 100 km/h in appena 7,5 secondi ed una velocità massima di 230 km/h. Ne abbiamo, colpevolmente, parlato poco o nulla in tutte queste settimane, ma ad un’Italia delle corse che delude (Ducati, Rossi e in parte Ferrari) ce n’è un’altra che continua a dare la paga a tutti. Si tratta dell’Aprilia, prima ormai da inizio stagione nel mondiale Superbike, non proprio l’ultima competizione al mondo. Nel fine settimana di Portimao la scuderia di Noale ha confermato la propria costanza impressionante di risultati, con Guintoli che stacca due secondi posti preziosi come oro colato tra Gara 1 e Gara 2, il primo alle spalle di Melandri, il secondo dietro al compagno di squadra Laverty. Morale: il francese allunga in testa alla classifica piloti, tanto quanto l’Aprilia in quella costruttori. Continua a registrare chiusure negative il mercato dell’auto italiano, che nell’ultimo mese di maggio ha avuto una perdita, rispetto allo stesso mese ma del 2012, pari al 7,98 per cento, con un totale di 136.129 immatricolazioni contro le 147.942 fatte registrare esattamente dodici mesi fa. Una forbice destinata ad allargarsi ulteriormente se si prende in analisi un bilancio complessivo di questi primi cinque mesi dell’anno: da gennaio a maggio, infatti, sono state complessivamente 608.579 le unità commercializzate, ben l’11,3% in meno rispetto all’anno scorso. In calo tutti i marchi, gli unici che hanno chiuso l’ultimo maggio con il segno “più” sono stati Renault e Toyota tra i generalisti e Mercedes tra quelli premium. La Formula 1 ci è ricascata, e il Tribunale Internazionale torna di nuovo protagonista. Il caso “Mercedes-Pirelli” che tanto ha fatto arrabbiare (Red Bull in primis) le altre scuderie è stato valutato, analizzato ed impacchettato dai vertici FIA con il seguente verdetto: possibile violazione al regolamento sportivo. Scagionata, al contrario, la Ferrari che agli incriminati test di Barcellona di metà maggio ha sì partecipato ma, a differenza della Mercedes, con monoposto del 2011 e non della stagione corrente. Il mondiale rischia la scossone in termini di penalizzazioni, l’augurio, e la speranza, è che tutto questo caos sarebbe uscito lo stesso anche se Rosberg ed Hamilton non avessero dominato l’ultimo Gp di Montecarlo. 14 Polar is back Torna la storica station wagon Volvo Disponibile dal prossimo gennaio di Germana Condò Volvo torna a produrre Polar, proponendo un allestimento ricco e lussuoso ma a prezzi incredibilmente contenuti. La gamma Polar è nata vent’anni fa da un’idea della divisione italiana della casa automobilistica, alla ricerca di un modo per lanciare il marchio svedese e renderlo accessibile ad un pubblico più vasto, fatto soprattutto di giovani e di famiglie giovani. Volvo realizza Polar applicandola al nuovo MY di V70, affiancata da Super Polar, un allestimento ulteriormente arricchito di importanti contenuti tecnologici aggiunti, destinandola esclusivamente al mercato italiano. Ciò che rende interessante questa familiare è il prezzo. Infatti la versione Polar si potrà acquistare ad un importo inferiore di poco meno di diecimila euro rispetto al prezzo di partenza di qualsiasi altra versione V70, mentre la Super Polar costa circa duemila euro in più della sorella. Tale caratteristica la rende estremamente competitiva rispetto alle rivali della stessa categoria, come Mercedes Classe E SW, Audi A6 Avant e BMW Serie 5 Touring. La dotazione è di serie e abbastanza completa: climatizzatore automatico bi-zona a controllo elettronico, l’innovativo sistema City Safety, un dispositivo anticollisione a tecnologia laser con attivazione automatica della frenata che si attiva fino a 50 Km/h di velocità, il controllo della trazione e della stabilità, freno di stazionamento elet- trico, luci diurne a Led, cerchi in lega da 16”, oltre all’aggiunta di dettagli che denotano la cura dell’abitacolo come il volante in pelle e gli inserti in alluminio. In aggiunta la Super Polar è dotata di Audio High Performance con schermo da 7” a colori, connessione Bluetooth con vivavoce ed audio streaming, Sensus Connected Touch con comandi vocali e funzione di navigazione satellitare “Igo” con mappe on board. Le motorizzazioni disponibili sono esclusivamente turbodiesel e vanno dal D2 1.6 da 115 CV, al D3 2.0 da 136 CV, D4 2.0 da 163 CV, infine il più potente D5 2.4 da 215 CV, con possibilità per D4e D5 del cambio automatico Geartronic. 16 Ford EcoSport Tecnologia intelligente di serie Il debutto in Europa nel 2014 di Leonardo Frenquelli È stata presentata agli Internazionali di Tennis del Foro Italico e sarà disponibile sul mercato da inizio 2014. Stiamo parlando della Ford EcoSport, il nuovo crossover lanciato della casa americana. L’EcoSport è il secondo capitolo di un’importante operazione di marketing della Ford, che sta cercando di ampliare la propria produzione inserendo una gamma di SUV e crossover. Dopo la Kuga e l’EcoSport è prevista, infatti, anche l’uscita di una nuova vettura, più grande e con diversi obiettivi di mercato: la Ford Edge. Intanto però sta prendendo il centro della scena la Ford EcoSport, ricreata nel design e nel look pur vantando interni d’altissimo livello, con oltre venti vani portaoggetti tra cui il nuovo cassetto frigorifero. È il design esterno di questo crossover ad essere davvero straordinario, allo stesso tempo fluido, lineare e moderno, ma anche funzionale ed efficiente. Caratteristica che ormai è di norma nelle gamma Ford è lo standard tecnologico elevatissimo: al brevettato sistema SYNC con emergency assist, si è aggiunta la funzione “app link” che permetterà di utilizzare le App dei propri smartphone o tablet in totale sinergia con il computer interno della vettura. Tecnologia ed estetica all’avanguardia sono soltanto il “contorno” per il punto di forza della EcoSport: il motore. Presenta una vasta gamma di propulsori, che la Ford stessa definisce “motorizzazioni intelligenti”, sempre più attenti a conciliare ottime prestazioni con basse emissioni di CO2. Saranno disponibili un 1.5 benzina da 110 cavalli, un 1.5 diesel spinto da “soli” 90 cavalli, ma soprattutto l’EcoBoost, un 1.0 benzina diverso da tutti gli altri: un TDCi con una potenza di 125 cavalli che è in grado di garantire le prestazioni di un 1.6 ma riesce a consumare fino al 20% in meno. Per queste caratteristiche il propulsore EcoBoost è stato eletto come il migliore del 2013. Ennesimo riconoscimento, dunque, per la Ford, sempre pronta ed attenta agli sviluppi del mercato. Paradossalmente, è proprio a causa della conoscenza completa del mercato e delle richieste dei clienti mondiali che la casa automobilistica ha deciso di produrre la EcoSport in 62 paesi tranne che negli Stati Uniti. Una scelta che può stupire, ma che è frutto di un attento studio di marketing da parte dei periti Ford. Bandiera a scacchi 18 Sebastian Vettel (Foto Archivio) Acero d’oro Vettel fa suo anche il GP del Canada Strepitoso Alonso, da sesto a secondo di Flavio Grisoli Infrange anche il (pen)ultimo tabù il fenomeno Vettel, che aggiunge alla sua bacheca il Gran Premio del Canada, settimo appuntamento del Mondiale di Formula Uno edizione 2013. Ora, per poter dire di aver cannibalizzato almeno una volta tutti i circuiti dove ha messo le ruote, gli è rimasto solo il circuito texano di Austin. E scommettiamo che non ci metterà molto. Poi, le sfide si allargheranno, visto che nella pros- sima stagione si aggiungerà anche la Russia con Sochi. Certo è che la gara di domenica nel velocissimo cittadino di Montréal ha lasciato, se ce ne fosse ancora bisogno, la sensazione che per scalzare il tedesco dalla casella numero uno ci vorrà molto, molto sudore. Scattato dalla pole (per la terza volta consecutiva su questo circuito) ha salutato tutti e se ne è andato per la sua strada, mantenendo un ritmo insoMassa e Alonso: i due ferraristi hanno condotto una gara di rimonta recuperando otto e quattro posizioni dalla griglia di partenza (Foto Archivio) stenibile (o quasi) per tutti gli altri, anche prendendosi rischi apparentemente inutili. Già al giro 10, il “bacio” sul muretto dopo la chicane alla curva 4 senza conseguenze aveva fatto capire agli altri che non ce ne sarebbe stato per nessuno. Oltre al piede pesante e allo sterzo sensibile, la buona sorte è sempre dalla sua parte. Dietro, grande gara delle Ferrari, con Alonso che ancora una volta si è dovuto sbattere per rimediare ad una qualifica disastrosa. La rimonta dalla sesta alla seconda piazza con ultimo sorpasso su un Hamilton che non si è arreso che sotto la bandiera a scacchi è davvero tanta roba. Peccato per il giro veloce in gara, che l’asturiano ha migliorato più volte (dimostrando così la differenza enorme fra qualifiche e gara della Ferrari, quasi come Dr.Jekylle Mr.Hyde), strappatogli solamente all’ultima tornata da Webber, costante, ma mai sopra le righe. Finalmente bene Massa, partito sedicesimo per l’ennesimo incidente (stavolta in prova), è riuscito ad artigliare l’ottava posizione, superando nel finale anche Raikkonen, che ha vissuto un week-end veramente ano- Bandiera a scacchi Valtteri Bottas della Williams Partito terzo in griglia ha chiuso fuori dalla zona punti (Foto Archivio) nimo. Le Mercedes si sono difese, anche se l’ormai atavico problema con le gomme (anche se migliorato rispetto a prima, e qui apriamo e chiudiamo parentesi...) le ha penalizzate. La favola del carneade finlandese Bottas, partito terzo in griglia, è finita già alle prime curve, dopo che si è fatto infilare al via praticamente da mezza griglia di partenza. Prossima tappa a Silverstone, CLASSIFICA PILOTI 1 - S. Vettel 132 2 - F. Alonso 96 3 - K. Raikkonen 88 4 - L. Hamilton 77 5 - M. Webber 69 6 - N. Rosberg 57 dove la Ferrari dovrà sicuramente avere un passo in più in qualifica, ma fra i lunghi curvoni dell’autodromo inglese, l’aerodinamica perfetta della Red Bull parte indubbiamente favorita. Importante svolta regolamentare, che verrà ratificata nel prossimo Consiglio Mondiale della FIA: dopo anni, si è deciso di ripartire con i test durante la stagione, banditi per il contenimento dei co- sti e ora reinseriti a “furor di team”. Si snoderanno in otto giorni, subito dopo i Gran Premi, come nel Motomondiale, e sono saliti a tre quelli prestagionali, anche in considerazione del fatto che il prossimo anno si correrà con i motori V6 da 1,6 litri. Chiusura tragica per il week-end canadese: un commissario di pista è morto nelle immediate fasi del dopo gara. Ha perso la vita per un incidente mentre stava aiutando nelle operazioni di recupero della Sauber di Esteban Gutierrez. La dinamica è beffarda: il marshal - del quale alla chiusura della rivista non si conosce ancora il nome - stava tentando di recuperare la trasmittente radio che gli era caduta a terra mentre la gru era in manovra per riportare la monoposto del messicano verso i box. Il conducente del mezzo non poteva vederlo e lo ha drammaticamente investito. Sin dal primo momento le condizioni sono apparse critiche. Trasportato d’urgenza in elicottero all’ospedale Sacre-Coeur di Montreal non c’è stato nulla da fare. Il decesso è avvenuto nella notte. CLASSIFICA MARCHE 1 - Red Bull Renault 201 2 - Ferrari 145 3 - Mercedes 134 4 - Lotus Renault 114 5 - Force India Mercedes 51 6 - McLaren 37 7 - Toro Rosso Renault 20 8 - Sauber Ferrari 5 7 - F. Massa 49 8 - P. Di Resta 34 9 - R. Grosjean 26 10 - J. Button 25 11 - A. Sutil 17 12 - J.E. Vergne 13 13 - S. Perez 12 14 - D. Ricciardo 7 15 - N. Hulkenberg 5 19 Bandiera a scacchi 20 Jorge Lorenzo festeggia con i suoi uomini Yamaha (Foto Archivio) MugelLorenzo Il maiorchino domina il GP d’Italia Rossi cade, Marquez spreca tutto di Leonardo Frenquelli Nel week-end appena trascorso il mondo delle due ruote era tutto concentrato in Toscana, con il motomondiale che faceva tappa al Mugello. Il fantastico circuito di proprietà della Ferrari, per la completezza e difficoltà delle sue 14 curve è chiamato “l’Università della Moto”, ecco spiegata tanta attenzione e tanta attesa. Tutti i veri appassionati conoscono i nomi delle curve di questo tracciato. San Donato, Arrabbiata 1 e 2, Bucine e non solo risuonano nella mente dei motociclisti e dei piloti quando ci si avvicina al momento delle gare, e così è successo anche quest’anno. Dopo tre giorni di test, prove e qualifiche sono arrivate le gare, inaugurate dalle piccole della Moto3. Una competizione spettacolare, serrata dal primo all’ultimo giro. I soliti spagnoli sul podio, hanno dovuto sudare per guadagnarsi le posizioni importanti. S’è deciso tutto in una volata durata fino al rettilineo finale e l’ha spuntata Salom. Il pilota KTM ha sfruttato la propria freddezza ma soprattutto, pur essendo uscito davanti a tutti dal- la Bucine all’ultimo giro, è riuscito a chiudere per primo alla bandiera a scacchi, sfruttando la grande preparazione del suo motore. Il primo degli sconfitti è stato Alex Rins, che ha preceduto Maverick Vinales, in terza posizione. Hanno partecipato alla volata anche Olivera e Marquez, rispettivamente quarto e quinto al finale. Stava per compiere un’impresa casalinga Romano Fenati, scivolato mentre ancora lottava con i primi, così il primo degli italiani a chiudere la gara è stato Antonelli, con il suo settimo posto. Ora la classifica vede Vinales in testa a quota 106, ma sostanzialmente recuperato da Salom che è risalito fino a 102 punti. In Moto2 la competizione è stata molto meno serrata. Ha vinto di nuovo Scott Redding, bissando il successo di Le Mans. Una gara in cui Nakagami era partito fortissimo, intenzionato a fuggire via già dalle prime curve. Non ha tenuto però, recuperato fino a diventare quarto, per poi scivolare alla “Scarperia”, curva che prende il nome dalla località in cui si trova il circuito. A quel punto si è ac- ceso il duello tra Redding e Terol, e a sei giri dalla fine il britannico ha dato lo strappo decisivo per portare a casa la vittoria. Secondo posto finale per Nico Terol, con un ritardo dal leader di più di due secondi. Bella prestazione per Zarco, che ottiene il primo podio della carriera in Moto2. Il primo degli italiani è ancora al settimo posto, stavolta si tratta di Simone Corsi. Le due vittorie consecutive di Redding gli consentono di prendere un po’ di vantaggio in graduatoria generale, salendo a quota 74, staccando Rabat (52 punti) e Kallio (47punti), protagonisti di un week-end al di sotto delle aspettative. Poi ci sono le grandi, le regine: la MotoGP. Tornando indietro di un lustro, o poco più, ricorderemo facilmente le straordinarie sfide tutte nostrane tra Biaggi, Rossi e Capirossi. Duelli infiniti, sorpassi e “sportellate”, nella cornice migliore per un appassionato italiano. Non è passato molto tempo, ma quelli sembrano già ricordi molto lontani. Quest’anno il tricolore italiano si è visto solo sui cordoli, sul podio neanche l’ombra. Bandiera a scacchi Scott Redding (Foto Archivio) Luis Salom (Foto Archivio) Doveva essere la gara del riscatto per Valentino, che ha vissuto un climax discendente in questo fine settimana: prove libere tra i primissimi, qualifiche settimo posto, gara caduto anzi, steso da un errore di Bautista, ma il risultato è lo stesso: zero punti. A trionfare è il solito cyborg Jorge Lorenzo. Un vero maestro per costanza e concentrazione, non ha ceduto agli attacchi delle Honda ed è arrivato alla laurea del Mugello per primo. Dietro di lui Dani Pedrosa che ha un gran feeling con la sua HRC ma, complice il duello con Marquez e la condizione non ottimale, non tiene il passo del campione del mondo. L’altra Repsol, quella del fenomenino Marquez, è finita sulla ghiaia toscana: troppa foga e poco controllo stavolta per Marquez, che ha tentato i numeri per recuperare Lorenzo, ma non ce l’ha fatta. Ad arrivare terzo è stato Cal Crutchlow, che ottiene ancora il massimo dalla sua Yamaha clienti. Il primo degli italiani è Dovizioso, su una Ducati che non sembra poter andare oltre la quinta piazza ottenuta dal numero quattro. Da segnalare la grande prova di Pirro, che sorprende tutti piazzandosi in settima piazza. Dopo una gara non molto emozionante, neanche paragonabile a quelle di qualche anno fa, il mondiale vede ancora Pedrosa in testa con 103 punti, ma Lorenzo si sta facendo sotto ed ora dista solo dodici lunghezze dalla vetta della classifica mondiale. CLASSIFICA PILOTI MOTOGP 1 - D. Pedrosa 103 2 - J. Lorenzo 91 3 - M. Marquez 77 4 - C. Crutchlow 71 5 - A. Dovizioso 50 6 - V. Rossi 47 7 - N. Hayden 45 8 - A. Bautista 38 9 - S. Bradl 30 10 - A. Espargaro 28 11 - B. Smith 24 12 - M. Pirro 22 13 - A. Iannone 21 14 - H. Barbera 13 15 - R. De Puniet 11 16 - B. Spies 9 Un pensieroso e deluso Valentino Rossi (Foto Archivio) 17 - D. Petrucci 8 18 - M. Laverty 3 19 - C. Edwards 3 21 Speed Trap/2 Ecco “blinder” e targhe a scomparsa Si fa di tutto per evitare i telelaser di Germana Condò Chi è disposto ad investire in dispositivi elettronici da installare nella propria auto, per renderla immune da ogni sanzione per eccesso di velocità? Chi sa di rischiare una multa al giorno. Molte aziende lo sanno e hanno inventato marchingegni che pubblicizzano sapientemente sul web, dove proliferano video in cui solerti poliziotti, il nemico da cui difendersi, si divertono a scrivere sul temuto blocchetto, mentre altri, appostati sul ciglio della strada, puntano strane pistole contro ignari automobilisti, quasi volessero abbatterli con il raggio laser. Il laser c’è davvero e misura la nostra velocità alla guida. Autovelox e Tutor costituiscono una minaccia. Una realtà che, come una moneta, ha due facce. Da un lato c’è la legge e la salvaguardia della propria e dell’altrui incolumità. D’altro canto ci sono persone che lavorano guidando per ore ogni giorno, statisticamente più esposte ad oltrepassare i limiti di velocità. I rimedi anti “speed trap” li hanno inventati, da quelli più tecnologici a quelli casalinghi. Contro i Telelaser basta acquistare un blinder e il gioco è fatto. Si tratta di un dispositivo composto di più pezzi, da installare strategicamente in punti occulti dell’automobile. Il diabolico marchingegno è composto da sensori che generano un fascio di luce al momento del passaggio davanti al Telelaser, neutralizzandolo con degli impulsi luminosi. Per essere al riparo da Tutor e Autovelox, però, occorre integrare il dispositivo con degli intercettatori. Anche questi, come il blinder, sono reperibili in rete, prodotti negli USA o in altri paesi Europei che sembrerebbero essere più tolleranti al loro utilizzo. Sono dispositivi elettronici che già ad una certa distanza intercettano i misuratori di velocità e mettono in guardia l’automobilista che avrà la possibilità di rallentare per tempo. Altri stratagemmi sembrano rubati dall’auto di James Bond. La targa a scomparsa, che si inclina premendo un bottone sul cruscotto, e diventa illeggibile. Altri dispositivi sono stati pensati per oscurarne le cifre, sempre tramite un pulsante. C’è chi per risparmiare ha tentato una soluzione “fai da te”. Il nastro adesivo sulla targa per modificare lettere o numeri. Per capirci, un otto può diventare un tre. Che dire della targa completamente ricoperta di fango o di spray opaco? Penosi tentativi che vengono subito individuati e sanzionati severamente. I dispositivi elencati violano l’art.45 CdS, comportando pesanti conseguenze amministrative (sanzione e confisca del dispositivo), per l’utilizzo di rilevatori e segnalatori di autovelox, penali per l’uso di un disturbatore della misurazione della velocità, ravvisandosi in questo caso la fattispecie penale di “interruzione di pubblico servizio” ex art. 331 Cp. Per non parlare dell’occultamento della targa per cui si rischia una denuncia per “soppressione o occultamento di atti veri”, equiparabile al “falso in atto pubblico”. 23