WDW 2014 - Moto.it
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Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Numero 162 22 Luglio 2014 93 Pagine Periodico elettronico di informazione motociclistica Novità Ducati Hypermotard BMW S 1000X Vespa Ape in Brasile, ma è una copia Speciale WDW 2014 Gli eventi, i piloti, le esibizioni, i video e le foto della kermesse di Misano Scarica l’APP del Magazine Nico Cereghini Racconta gli anni Ottanta. Quinta puntata, dagli scooter alle super GT | prova offroad | Husqvarna Enduro e Cross 2015 da Pag. 2 a Pag. 15 All’Interno NEWS: USA Consigli per una vacanza in moto | N. Cereghini Pedrosa, la scelta giusta | MOTOGP: DopoGP in Germania partenza imprevista, ma arrivo da copione | Test Honda HRC 2015 a Brno | MX: La gallery del GP di Finlandia Husqvarna Cross Enduro 2015 PREGI Gamma con prestazioni al top DIFETTI Parafango posteriore e sella Prova offroad Svedesi ConVincenti! Vincono e convincono: a distanza di un anno dall’esordio ecco la nuova gamma Husqvarna con tante migliorie e una prospettiva di crescita interessante. Le abbiamo provate in Svezia sulla sabbia: ecco come vanno le 2 e le 4 tempi bianco-blu di Aimone Dal Pozzo 2 3 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica registri, azionabili con due dita, posizionati sui tappi superiori degli steli. La sospensione cross è solo parente di quella da enduro in quanto è stata ridisegnata sia dentro che fuori per l’utilizzo sui modelli da pista, con un setup specifico e particolarmente rigido. Cambia il perno ruota anteriore che da 26 mm passa a 22 mm e questa modifica rende l’avantreno più flessibile e in grado di trasmette maggiori sensazioni al pilota, limitando le classiche stecche nei polsi. Cambiano di conseguenza anche i piedini della forcella che variano l’offset da 33 mm a 35 mm, aumentando il passo in favore della stabilità. Il nuovo avantreno porta anche una coppia di parasteli diversi, che tornano ad essere di tipologia aperta nella parte posteriore per semplicità di manutenzione. In totale vengono risparmiati quasi 250 grammi solo sull’avantreno. Per quanto riguarda il mono, cambia la geometria del link che ora non è più forgiato ma ricavato dal pieno. Questo accoglie un mono ammortizzatore più lungo di 4 mm che Media A un anno dalla rinascita del marchio Svedese ecco che ci ritroviamo nella terra natale per la presentazione della nuova gamma. Sembra ieri che venivano alla luce le prime Husky made in Mattighofen, ma di fatto è già passata una vita e, cosa più importante, sono già stati immessi nel mercato mondiale e venduti oltre 10.000 moto off road di nuova generazione, con ottimi risultati anche in campo competitivo. «Per il 2015 vogliamo crescere ancora». Esordisce Federico Valentini, Product Manager di Husqvarna Motorcycles che ci presenta le novità delle moto in pronta consegna. 4 Scarica l’APP del Magazine Prove lavora in maniera più progressiva e si scalda di meno, senza andare a intaccare l’altezza della sella o la lunghezza del forcellone. Questi piccoli cambiamenti in termini di misure assolute provocano degli importanti miglioramenti alle caratteristiche di guida dei modelli 2015. La cassa filtro viene rivista con l’inserimento di una vite nella zona frontale per evitare che venga via il coperchio sinistro nel caso di un colpo a seguito di una caduta. Troviamo inoltre un nuovo copri sella più spesso e resistente, un nuovo paracolpi del manubrio, nuove grafiche differenziate per le due gamme e nuovi pneumatici sulle cross, Dunlop. Per il MY15 viene inserito nel pacchetto di serie anche l’utilissimo cambio mappatura della centralina al manubrio di serie. Il resto della componentistica arriva dai medesimi fornitori della casa austriaca e quindi troviamo impianti freno della Brembo, così come per comandi frizione di tutta la gamma (eccetto 125 che monta Magura). Gamma Cross Per quanto riguarda la gamma motocross, prosegue Valentini, «Le corse sono nel nostro DNA e crediamo profondamente in entrambe le motorizzazioni (due e quattro tempi) perché in realtà non c’è un vero vincitore». Non vengono introdotti grossi elementi di novità, ma ci sono update generali comuni a tutte le motorizzazioni. Il telaio è sempre in cromo molibdeno, fedele alla tradizione che trasmette grande fiducia al pilota e per il 2015 viene proposto in abbinamento con la nuova forcella WP dotata di tecnologia 4CS. Questa struttura interna consente di modificare le impostazioni di compressione e di ritorno senza attrezzi e senza scendere dalla sella, grazie ai 5 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica disciplina tanto che anche le piastre hanno un design costruttivo differente, per lasciare maggiore flessibilità all’avantreno. I motori FE 250: grandi novità per la piccola enduro che riceve una scatola cambio ridisegnata e una sesta marcia molto più lunga, per le alte velocità (la 250 cross ha solo 5 marce). Anche sulle FE di piccola e media cilindrata viene implementata la nuova campana frizione che arriva dalla stessa famiglia di motorizzazioni. FE 350: la potenza espressa di ben 46 cavalli la porta molto vicina alla 450, ma questa risulta molto più maneggevole e efficace, sia per chi corre che per chi vuole divertirsi. FE 450 e 501: rispetto al modello cross viene usato un corpo farfallato di 42 mm di diametro anziché il 44 mm. Questo permette una I motori 250 e 350: Vengono confermati i motori DOHC (Double Over Head Cam) ovvero bialbero ed entrambe le cilindrate derivano dalla stessa base. Cambia invece la campana frizione che viene alleggerita in molte zone e vengono implementate nuove molle di stacco per rendere la tenuta più efficace e precisa anche sotto notevoli sforzi di temperatura e durata. 450: Motore SOHC (Single Over Head Cam) di generazione differente rispetto alla sorelle minori. Vantaggio essenziale di questa scelta motoristica è quello di tenere le masse in basso e vicino al baricentro, in quanto non servono tanti giri motore come sulle piccole e quindi viene privilegiata la coppia in basso che arriva a oltre 60 cavalli. 85: la piccola 85 rimane fedele all’impostazione classica degli anni precedenti con telaietto in alluminio e PDS. Cambia il forcellone che ora è più resistente e riceve un supporto pinza freno posteriore più massiccio. 6 Prove maggiore progressione nella parte centrale della spinta propulsiva rispetto al 44 mm che è molto più efficace in alto. A differenza delle due piccole, su questi grossi motori viene usata la frizione con tecnologia DDS con la molla a tazza spingi disco, ottimale per tenere sotto controllo la coppia incredibile di queste cubature. TE 125: cambia la mappatura ed il motore gira molto in alto senza però perdere spinta nella prima parte di erogazione. Risultato una moto davvero performante e pronto per qualsiasi sfida. TE 250 e 300: Cambiano nella modalità di erogazione della potenza. Viene aumentato di 200 giri il punto di apertura della valvola di scarico, cambia il sigillo lato carter accensione, viene rivisto il motorino di avviamento che ora non sbaglia un colpo e di conseguenza viene implementata una batteria più piccola e leggera. 125 e 250 2t: entrambe ricevono tutti gli aggiornamenti delle sorelle a quattro tempi oltre a qualche perfezionamento in merito alla messa a punto che ora porta il quarto di litro a raggiungere una potenza imbarazzante, pari al 350 con 52 cavalli a 8.500 giri. Gamma enduro Non c’è posto migliore della Svezia per immaginare il giro perfetto di enduro con paesaggi da urlo, natura incontaminata, e soprattutto 23 ore di luce in estate! Sulle targate arriva il nuovo parafango con attacco frontale che arriva dal cross, un nuovo fanale anteriore conforme alle normative europee e un nuovo contachilometri. Anche su questi modelli è stato rinforzato il telaietto posteriore, è stato inserito un nuovo copri sella più resistente e implementati nuovi paramani più resistenti alla rottura. La componentistica si conferma sempre di primissimo livello con pneumatici Michelin, una forcella 4CS studiata specificamente per questa 7 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Prove Agile, leggera, potente quanto basta per galleggiare nelle buche, la 125 ti fa riscoprire il piacere di guidare ed è la vera scuola guida per l’off road Come vanno Sali sulle 2015 e, benché non ci sia niente di visibilmente differente, ti accorgi subito quando sei ancora fermo che qualcosa è cambiato. Il posteriore infatti si siede in maniera differente, come se fosse più rigido, ma in realtà questa sensazione è data dalla nuova progressione del leveraggio. A Pitea, nord della Svezia, sede del test della gamma, il fondo è sabbioso e benché sia preferibile, in questi casi, avere una moto bassa dietro, abbiamo apprezzato queste modifiche. Le nuove geometrie del mono infatti, unitamente a un setup della forcella particolarmente sostenuto, rendono le nuove Husky più precise e prevedibili. La nuova forcella 4CS infatti, realizzata ad hoc per le Husky da cross, oltre che essere semplice da mettere a punto, risulta altrettanto 8 efficace, tanto che, nel mio caso, che solitamente ho necessità di un sostegno maggiore, non ho avuto bisogno di fare cambiamenti di alcunché. Le due tempi hanno motori molto differenti tra loro, ma altamente performanti ed efficaci nelle loro rispettive categorie. La piccola 125 nella sabbia svedese ci ha divertito un mondo, tanto che ne avremmo portata a casa una se ci fosse stata nella valigia. Agile, leggera, potente quanto basta per galleggiare nelle buche ti fa riscoprire il piacere di guidare, oltre che essere la vera scuola guida per l’off road. Devi fare tutto giusto, aprire al momento opportuno, staccare più tardi possibile e se sbagli qualcosa, sei subito fermo. Il bello è che non impegna, ma emoziona. La 250 a miscela ricalca le medesime caratteristiche, ma qui di potenza ne hai da vendere. Le condizioni impegnative della pista esaltavano ancora di più 9 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Prove le doti di questo modello a conferma che il due tempi non è per nulla morto, anzi è in piena forma. Passando alle quattro tempi ogni cilindrata ha un carattere ben distinto. La piccola 250 sembra inizialmente legata e dalle marce corte, ma quando ci prendi un po’ la mano capisci che è così perché ha un allungo imbarazzante. In parole povere non è fatta per andare piano anche se volendo è perfettamente in grado di fare anche quello. La schiena di potenza infatti è già buona nella prima metà di erogazione, ma se volete conoscerne il carattere a fondo dovete tirare il cordino e lei si scatena come una tigre. Salendo di cilindrata troviamo un motore più corposo grazie alla maggiore cilindrata (100 cc in più) che dona maggiore potenza, senza cedere a compromessi in termini di peso e guidabilità. La progressione in uscita di curva è corposa quanto basta per tenere una marcia in più rispetto alla sorella 10 11 12 13 minore, ma se si vuole essere efficaci bisogna anche in questo caso tirare le marce. Per quanto riguarda le “big bore” (450 e 501) l’erogazione è il punto focale della questione e diventa sostanziale il corretto utilizzo del comando gas. Questi motori infatti, se dosati con la giusta intensità sono talmente rotondi e progressivi che ti proiettano dentro e fuori dalle curve come una palla di fucile. Bisogna però tenere sempre a mente la potenza massima che sono in grado di erogare in quanto, se eccedi un poco, rischi di durare uno o due giri al massimo. Sia in pista cross che nell’anello enduro ci si può quasi dimenticare del cambio, una volta inserita la terza, la coppia è tale da permetterci di fare praticamente tutto. Husqvarna dunque prosegue per la sua strada e il successo nelle vendite del 2013 conferma che il brand è ancora molto forte e che soprattutto, con i prodotti giusti, è destinata a tornare al top delle performance sia di mercato che sportive. 14 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica ABBIGLIAMENTO Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Casco: Thor Verge Boxed Occhiali : Scott Tyrant Tangent Grey Maglia: Thor Core Razor Red Pantaloni: Thor Core Razor Red Guanti: Thor Core Razor Red 15 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine dove siamo stati per i Mondiali di calcio. Qui, nelle grandi città come Rio de Janeiro, è abbastanza frequente incrociare un vespino che di italiano ha davvero poco. È infatti costruito in Cina e, come se non bastasse, non ha la scocca in lamiera, ma una banale carrozzeria in plastica. Brasile, dove la Vespa gioca a fare l’Ape Si chiama Bee 50, che tradotto dall’inglese diventa Ape 50. Ma di fatto è identico alla Vespa LX prodotta in Italia e in Vietnam fino allo scorso anno, sostituita ora dalla nuova Primavera. È regolarmente venduto dalla società Alanmotors di Rio de Janeiro. Un clone fatto e finito, quindi. Lo si riconosce appena da qualche dettaglio, come la sospensione anteriore ad esempio. Troppo costosa l’esclusiva sospensione della Vespa News originale, in Cina hanno preferito montare una più economica forcella telescopica. Come se non bastasse, abbiamo scoperto che il distributore Alanmotors (operativo dal 2000) alcuni anni fa vendeva nei propri negozi gli scooter Aprilia prima, e quelli Piaggio poi. Oggi invece si è messo in proprio e vanta, sul proprio sito Internet, la commercializzazione del suo primo scooter a marchio Alanmotors, il Bee 50 appunto. Vespa, quante imitazioni Un clone già visto. Del resto da anni fa notizia a ogni inaugurazione del salone EICMA la caccia che il Gruppo Piaggio scatena nei confronti delle contraffazioni. Solo nell’edizione 2013 la Casa della Vespa segnalò alla Guardia di Finanza (che fece scattare il sequestro) ben undici modelli di scooter esposti in Fiera da sette diversi In Brasile la Vespa si chiama Ape ma è una copia spudorata di Andrea Perfetti | In Brasile viene venduta la copia spudorata della Vespa. Si chiama Bee 50, ma è di plastica e fatta in Cina. Come reagirà il Gruppo di Pontedera (oggi assente nel Paese carioca)? Vi raccontiamo la sua espansione in Asia e i piani per l’America Latina L a Vespa clonata non è certo una novità. Ogni anno, persino dentro EICMA a Milano, la Guardia di Finanza è costretta a procedere al sequestro di scooter che copiano spudoratamente il mito di Pontedera e che vengono mostrati al pubblico senza 16 vergogna dall’importantore/costruttore di turno (rigorosamente asiatico, ma questa è un’ovvietà). Chissà quante copie della Vespa – abbiamo pensato più volte – saranno vendute nel mondo a insaputa del Gruppo Piaggio. La riprova è arrivata da un nostro breve soggiorno in Brasile, 17 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica 50, sarà interessante ora capire se e come Piaggio intenderà agire nei confronti di questa nuova forma di concorrenza sleale. Soprattutto è fondamentale capire se la Casa italiana intende presidiare in prima persona questo Paese che cresce industrialmente con tassi del 5% all’anno. D’altra parte sono diverse le industrie motociclistiche che negli ultimi tempi hanno realizzato in loco impianti produttivi e di assemblaggio delle moto, in modo da aggirare una tassazione insostenibile. L’hanno già fatto la Ducati e la MV Agusta a Manaus, per citare aziende italiane. E Piaggio? C’è quindi da sperare che anche il Gruppo Piaggio decida di entrare nel mercato brasiliano (in America Latina è già presente in Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Guadalupe, Guyana, Perù, Suriname, Uruguay, Venezuela), dopo avere stabilito una significativa presenza negli USA (filiale commerciale a Manhattan, Centro di design a Pasadena) e aver concentrato un importante sforzo nella crescita industriale in Asia. Oggi infatti la Vespa è prodotta sia in Vietnam (400.000 gli scooter prodotti da Piaggio distributori. Nel 2011 ci fu persino il sequestro di una copia quasi perfetta del tre ruote Mp3 250. Non va meglio, alle copie della Vespa, nemmeno all’estero. Nel giugno dell’anno scorso il Tribunal de Grande Instance di Parigi ha condannato alla distruzione tutto lo stock di copie di Vespa che un importatore francese aveva esposto, due anni prima, al Salon de la Moto et du Scooter parigino. E in Vietnam tre anni fa fece scalpore, prima di essere sequestrata, una copia della Vespa LX battezzata Blue Diamond i cui autori spiccavano per audacia e fantasia: le linee erano quelle dello scooter di Pontedera, ma c’era un bel marchio Honda sul carter del motore. A difesa dei propri diritti di proprietà industriale, Piaggio da alcuni anni ha depositato (tra i primi costruttori automotive al mondo) non solo i disegni, ma anche le forme tridimensionali dei propri scooter. 18 News Vietnam e venduti nel Sud Est asiatico in quattro anni) sia in India, dove il Gruppo di Pontedera ha proprie filiali controllate al 100%. In Asia la Vespa è un prodotto premium, con buone potenzialità in quelli che sono i mercati delle due ruote più grandi del mondo. Si va dai 4 milioni di pezzi venduti ogni anno in Vietnam agli 8 milioni dell’Indonesia ai 14 milioni circa dell’India, dove ogni anno si vendono 4 milioni di scooter e 10 di piccole motociclette. E’ sulle moto di piccola cilindrata che il Gruppo Piaggio si sta muovendo anche nell’area dell’America Latina, dove da quest’anno ha intrapreso la commercializzazione di una piccola moto 125 a 4 tempi. Un mezzo economico e robusto adatto alle esigenze di quei Paesi, che viene prodotto in un altro stabilimento del Gruppo della Vespa, quello che Piaggio ha in joint venture con i cinesi dello Zongshen Group (45% ciascuno) nella città di Foshan, nel Guangdong. La presenza e la crescita nei Paesi emergenti sono infatti condizioni indispensabili per lo sviluppo delle aziende italiane. Al Gruppo Piaggio manca il Brasile, ma la nuova piccola 125 potrebbe aprire la strada a un mercato divenuto oggi imprescindibile. L’America Latina avanza: il Brasile è tra i primi mercati al mondo Ma tornando allo scooter Bee 50, le ragioni di questa mossa commerciale sono evidenti. Il mercato brasiliano delle due ruote è tra i più interessanti al mondo, addirittura il terzo in termini di volume. Ma non ha davvero steso il tappetto rosso alle importazioni, anzi. Il Brasile ha infatti imposto dazi pesantissimi sui veicoli a motore (a due e quattro ruote), talvolta superiori allo stesso valore del mezzo. Questa scelta è dettata dalla volontà politica di tutelare il livello di occupazione interno e di far crescere la propria industria. Ma il mito della Vespa, lo scooter più famoso al mondo, non poteva certo passare inosservato. Alanmotors ha quindi cavalcato l’onda, importando nel Paese una plateale copia cinese della vecchia LX. Noi qui vi mostriamo le foto del Bee 19 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine doppio con la Casa di Monaco, che sicuramente avrà già avuto accesso al modello definitivo per allestire la sua gamma di accessori – ci fa pensare di trovarci davanti ad una rappresentazione molto vicina a quella che sarà la versione definitiva. Sul nome del modello regna ancora l’incertezza: scartando l’ipotesi S1000GS data la scarsa attitudine all’uso in fuoristrada per questioni di motorizzazione e misure dei cerchi (da 17” sia all’avantreno che al retrotreno, come per Ducati Multistrada di cui si propone come principale avversaria sul mercato), le voci si alternano fra S1000F e l’iniziale S1000X. Da notare però che Wunderlich stessa si riferisce al modello come News S1000RX, aggiungendo una “X” (ovvero cross, per cui crossover) alla base della naked S1000R. Ipotesi plausibile ma finora non contemplata. Il rendering Wunderlich (autore il designer dell’azienda tedesca Nicolas Petit) appare un po’ più slanciato del modello catturato dagli obiettivi indiscreti qualche mese fa; il cupolino ha perso il piccolo prolungamento aerodinamico frontale, e in generale la vista laterale appare meno massiccia e muscolosa. Dovremo attendere ancora molto per vederla davvero? Le voci più quotate la danno per modello 2015; ci aspettiamo quindi il modello definitivo ai saloni autunnali, con un probabile debutto ad ottobre al Salone di Colonia. BMW S 1000X L’inedita Crossover sarà così? di Edoardo Licciardello | Uno studio per la Casa di accessori Wunderlich svela con ottima approssimazione la crossover su base S1000 attesa per l’autunno E’ g ià stata paparazzata senza troppe camuffature durante un collaudo su un circuito privato, ma le sovrastrutture definitive della nuova crossover che BMW sta allestendo 20 sulla base della naked S1000R ancora non si erano viste. Non possiamo dire che quelle che vedete nel rendering che vi presentiamo lo saranno, ma il fatto che provengano da Wunderlich – azienda di aftermarket da sempre legata a filo 21 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine News aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb Media bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Indian Chief 2015 si inizia con le tinte two-tone Lanciate l’anno scorso a Sturgis, le Indian Chief si aggiornano in vista del 2015 con eleganti verniciature bicolori che ricordano i modelli del passato L a rinata Indian della gestione Polaris ha lanciato la Chief 1.800, realizzata in tre allestimenti, al raduno di Sturgis dell’anno scorso. Il prossimo 2 agosto, sempre a Sturgis in Sud Dakota, verrà mostrata la gamma Indian della stagione 2015. L’estate è il periodo di lancio dei nuovi modelli per le marche americane. Intanto, in attesa di una probabile novità, nel corso dell’evento Vintage Motorcycle Days alla Mid-Ohio Sports Car Course di Lexington in Ohio, sono state mostrate le nuove colorazioni bicolori delle Chief Classic, Chief Vintage e Chieftain che per abbinamenti e scelte delle tonalità si rifanno ai modelli di 22 famiglia degli anni Quaranta. Sono un omaggio alle moto di quel periodo che piacquero molto. Indian, sottolinea il costruttore, ha puntato molto sulla qualità delle vernici e sulla tecnica di applicazione. La Chief Classic c’è in rosso e nero, la Chief Vintage c’è in rosso e nero, rosso e avorio, verde e crema. La Chieftain sarà disponibile negli abbinamenti rosso e nero, rosso e avorio, blu e crema. La presentazione europea delle Indian 2015 Indian è organizzata all’European Bike Week, il raduno che si svolgerà a partire dal 2 settembre in Austria, a Faaker See, altro tradizionale appuntamento Harley e non solo. 23 Nico Cereghini racconta gli anni Ottanta Quinta puntata, dagli scooter alle super GT Anni Ottanta, che decennio! Oggi mi occupo di quattro categorie, i Tuboni 50 e gli scooter automatici, le Custom e le GT di lusso. I contrasti sono da record, negli Ottanta, e il grande successo dei cinquantini si specchia nelle enormi moto di lusso 24 25 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine con la riuscita 535 Virago apprezzata anche dalle ragazze. E categoria a se fece nell’85 la strepitosa V-Max 1200, la riuscitissima Cruiser da sprint, 11” netti sui 400 metri da fermo e l’esuberanza dei suoi 145 cavalli. Pochi anni dopo depotenziata a 100 tranne che per gli USA. Della Guzzi, che provò a customizzare molti dei suoi modelli fin dalla V 35, va detto che già dall’82 proponeva la sua ammiraglia California 1000, e nell’87, quando arrivò questa bella California III, fu un successo vero: portata poi a 1064 cc e dotata dell’iniezione, questa moto è praticamente la base della 1400 attuale. Dell’Harley mi piace ricordare Carlo Talamo, che è scomparso nel 2002 e proprio nell’84 fondò la Numero Uno rilevando l’importazione delle Harley dai fratelli Castiglioni. Il primo anno furono dieci moto, nel ‘90 era già arrivato a 900 vendite A nni Ottanta, quinta puntata! E viene ancora da dire: che decennio! Oggi mi occupo di quattro categorie, i Tuboni 50 e gli scooter automatici, le Custom e le GT di lusso. I contrasti sono da record, negli Ottanta, e il grande successo dei cinquantini si specchia nelle nuove, enormi, motorone di lusso. I Tuboni 50, un fenomeno Oggi i tuboni sono spariti completamente, ma ricordate quanti sogni facevano i ragazzini su questi strani mezzi? Quel telaio così forte faceva pensare all’avventura quasi come le grosse enduro-tourer di oggi. Il Fifty della Malaguti, il Califfone di Rizzato, il CBA e il CB1 della Gilera, il Ciclone della lombarda Garelli, azienda che godeva della passione di Daniele Agrati e vinceva i campionati mondiali della 125 con Nieto, Gresini e Cadalora. Ogni costruttore, anche il più piccolo che montava i ciclomotori in cantina, aveva il suo Tubone in catalogo. Perché era di moda, era facile produrlo e il motore era subito disponibile, bastava andare a Bologna, a prenderlo, dove 26 Anni 80 e quasi subito raddoppiava. Proprio in quell’84, con l’introduzione della Softail Custom dotata di ammortizzatori ben occultati per imitare la linea della rigida Hydra Glide, la casa americana tornava leader oltre i 750 cc. Merito anche del nuovo motore Evo 1.340, ben più avanti in termini di affidabilità e prestazioni. E allora anche da noi si videro circolare sempre più numerose le bicilindriche americane che Talamo seppe descrivere in modo molto originale con le sue famose pubblicità: mi riferisco alle Heritage Softail, alle Electra Glyde; e l’accesso fu facilitato dalla nuova Sportster dell’86, nella cilindrata 883 e poi anche 1.098 per una guida più sportiva. Distribuzione, raffreddamento ad aria e lubrificazione migliorati, trasmissione finale dalla catena alla cinghia in kevlar. Nell’88 arrivò anche per la Sportster l’attuale cilindrata 1.200. c’erano le due grandi fabbriche: la Franco Morini, e la Minarelli che dalla fine degli anni Settanta era così forte da avere il suo reparto corse e disputare i GP nelle classi 50 e 125 e vincere titoli con Eugenio Lazzarini e ancora con Angel Nieto. E poi, salendo con la cilindrata, un altro grande fenomeno di quell’epoca furono le Custom. Sembrava che il futuro della moto fosse qui, ogni marchio mise in produzione una Custom per inseguire la moda, apparvero anche molte 125 come la Aprilia Red Rose o la Cagiva Low Rider che poi divenne Blues. E se l’Harley-Davidson come la Moto Guzzi ha costruito proprio allora le basi per serie di grande e duraturo successo, altri modelli sono stati quasi dimenticati. Penso alle Ducati Indiana nelle cilindrate 350, 650 e anche 750, mentre maggiore diffusione ebbero le Morini Excalibur 350 e 501, la Honda con la CX Custom dell’81 e più avanti la bella Shadow 750 (poi sostituita dalla diffusa 600)o la Rebel 450, poi la Suzuki VS 750 Intruder dell’86, affiancata dalla 1.400, la Kawasaki Vulcan 750 che a fine decennio crebbe fino a 1.500. Tanta roba! Attiva la Yamaha: prima con le due XV 500 e 1000, poi 27 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica E infine gli scooter automatici Le moto divennero sempre più monumentali, negli anni Ottanta E il simbolo di questa crescita dimensionale è una enorme GT, la Honda Gold Wing. Un primo modello, la GL 1000, era già in produzione dal ’76, a dire la verità; però era una quattro cilindri piuttosto spartana che piaceva poco. Invece nel 1980 arriva questa moto prodotta negli stabilimenti Honda dell’Ohio: 1.100 cc con una carenatura iperprotettiva e molto curata, il set di borse, il grande comfort. Da lì il successo che portò poi alla logica evoluzione: 1.200 quattro anni dopo, con lo stereo di serie, e con tutti gli accessori poteva pesare oltre la mezza tonnellata ; nell’88, infine, ecco la GL 1500 con l’inedito sei cilindri. La moto pronta-viaggio esisteva dal ’79, da quando la BMW aveva presentato la sua prima RT sulla base del bicilindrico 1000 boxer; più avanti arrivò la RT motorizzata K 100 a quattro cilindri a sogliola e i macina-chilometri europei avevano molta 28 scelta: Suzuki (GS 1100 GK e altre), Kawasaki 1000 GTR, Yamaha Venture 1200, le nostre Guzzi (dalla I-Convert alle varie SP 1000) e Laverda RGS 1000, quasi tutti avevamo in listino una motorona carenata e con le borse. Le grosse GT come la Gold Wing erano pensate per il mercato americano e fecero da allora categoria a se. Alla Honda (e alla Harley Electra Glide) va affiancata la BMW K 1100 LT arrivata nell’86 con il quattro della RT da 90 cavalli; ha le manopole termiche, l’autoradio e il cuscino per il passeggero fissato al grande bauletto posteriore, sfiora i 215 all’ora. E tra le giapponesi più esagerate di quell’epoca, spesso già arricchite con il controllo delle sospensioni e il cavalletto elettrico, bisogna elencare anche la Kawasaki Voyager 1300, l’unica orientale a sei cilindri, e poi la Suzuki 1400 Cavalcade con la selleria gonfiabile elettricamente e la Yamaha Royal 1200. Tutti modelli molto venduti negli States e poco qui da noi. Il primo lanciato nell’82, l’apripista, fu il Metropolis della Peugeot, ST 50 e SC 80L; era di derivazione Honda, che era appena entrata al 25 per cento nella proprietà della fabbrica francese: cambio automatico a variatore continuo e la carrozzeria in plastica, fu un bel successo anche da noi prima di diventare ST Rapido nell’85 e infine SV nel ’90. Alla Piaggio non capirono subito che il mondo stava cambiando: la scocca in lamiera e il comando del cambio rotante al manubrio erano diventati di colpo obsoleti e fummo in tanti a scriverlo sui giornali specializzati. «Ma voi non capite niente – ci assicuravano- la Vespa ha superato crisi anche peggiori senza mai cambiare la sua filosofia. Passerà anche questa!». E così, quasi si suicidarono. Poi arriva l’SH 50 della Honda ispirato al precedente Cub, un riferimento. Nasce nell’84, è motorizzato a due tempi, non consuma troppo, ha l’avviamento elettrico e il miscelatore, e con la sua linea spigolosa conquista i ragazzi. Seguito prima dal modello E, bianco oppure rosso, e poi dall’SH 50H, quello di maggiore diffusione, costruito nello stabilimento di Barcellona: blu o Anni 80 rosso con la pedana grigia. Allora la Piaggio dovette correre ai ripari e lo fece con la PK 50 dell’82, alla quale due anni dopo seguì la 125 Automatica dotata di frizione centrifuga e variatore idraulico, un sistema complesso che poi venne abbandonato in favore del variatore normale su PK 50 e 125 Plurimatic. Le PK automatiche erano anche dotate di “folle” inseribile con la manopola sinistra; e a sinistra sul manubrio c’era anche la leva del freno posteriore La crisi di metà anni Ottanta colpì duro e fu allora che la dirigenza perse la testa e uscì con la famosa Cosa dell’88 in tre cilindrate: 125, 150 e 200. Dagli anni Novanta inizierà la vera rivoluzione degli scooterini con il proliferare di tanti modelli italiani, Aprilia in testa, e stranieri. E anche la Piaggio si metterà in riga presentando la Sfera nel 1990. E chiudiamo con il lungo CN 250 dell’87, monocilindrico quattro tempi raffreddato a liquido, 156 chili e la seduta bassissima: il capostipite dei maxi scooter attuali. Era l’uovo di colombo: la Ducati già nel ’52 proponeva il Cruiser 175, cambio automatico e avviamento elettrico. Ma non ebbe successo, era troppo in anticipo sui tempi... Alla Prossima! 29 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine italiano molto caratteristico, ma credo che non vi interesserà molto se arrivate proprio dall’Italia :) L’itinerario che vi consiglio è il seguente: da Philadelphia prendete la PA611 in direzione Nord. Attenzione: per capirci meglio, in USA le strade statali sono indicate con la sigla della stato e il loro simbolo sulle mappe è tondo/ovale. Le Highway nazionali sono indicate con il simbolo US e hanno lo scudo bianco - pensate al classico stemma della Route US66 - mentre le interstate, che sono le gigantesche autostrade della rete disegnata da Eisenhower, sono precedute dalla lettera “I” e hanno lo scudo blu con la corona rossa. Seguite la PA611 per circa 45 miglia/70 km fino a raggiungere Easton. Prendete la HWY22 in direzione Betlehem fino a raggiungere la PA33 e poi proseguite verso nord. Dopo circa 30 miglia incrocerete la HWY209 in direzione Nordest. Notate come tutto l’interno della Pennsylvania sia On the road territorio Amish, le popolazioni di origine europea che ancora vivono in comunità che rifiutano la modernizzazione (vi ricordate “The Witness” con Harrison Ford e Kelly McGillis?). Percorrerete la Highway 209 per circa 100 miglia fino a raggiungere Kingston, nello stato di New York. Da li proseguite fino a tagliare la I-87 e fino a quando la highway si trasforma nella PA199. A quel punto attraverserete il ponte sul fiume Hudson per andare a collegarvi alla HWY9 (non la 9W, che avrete attraversato poco dopo l’autostrada!). A questo punto rimanete sulla Highway 9 e dirigetevi a Nord, dove raggiungerete prima Albany (capitale dello Stato di New York), Saratoga Springs ed infine il magnifico comprensorio di Lake George e i monti Adirondack. Vi consiglio di passare un paio di giorni in questa zona, e di esplorare le tantissime stradine che tagliano il territorio e regalano viste mozzafiato sul lago. USA Consigli per una vacanza in moto negli Stati Uniti. Costa Est di Pietro Ambrosioni | Un itinerario per le vostre vacanze estive, in moto, attraverso la Costa Est degli Stati Uniti d’America. Da Philadelphia, a New York, fino ad arrivare dentro alla Big Apple, Manhattan S ettimana scorsa vi ho proposto una serie di possibili itinerari sulla Costa Ovest degli USA per il vostro primo giro in moto “americano’. Oggi vediamo qualche alternativa sulla Costa Est. Anche qui considerate bene l’aeroporto di atterraggio. New York dovrebbe essere abbastanza economica come prezzo dei biglietti, ma tutto il resto è spaventosamente più caro: dagli alberghi ai taxi, dal cibo al noleggio della moto stessa. Ovviamente un giretto a Manhattan in moto è praticamente 30 obbligatorio, ma ci potete sempre passare al volo e via. Più sotto vi do anche alcune indicazioni preziose riguardo alla Big Apple, fateci attenzione. Personalmente sceglierei destinazioni alternative, come Washington, DC o Philadelphia (hub della US Airways, dunque molto ben servito). Il vantaggio di atterrare in Pennsylvania è dato dalla possibilità di trovavi quasi immediatamente immersi nella natura, abbracciati dalle curve delle belle strade dell’interno di questo verdissimo stato. Philadelphia in se offre un bel quartiere 31 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine A Manhattan guidate come se foste a Milano o Roma: vale tutto! E soprattutto non fatevi intimorire dai tassisti, che godono in modo particolare a fare i prepotenti con le moto. Potete passare tra le macchine, tagliare le doppie righe e fare tutto quello che appena fuori vi frutterebbe una multa salata... quindi divertitevi. Se volete ritrovarla la moto purtroppo non la potete parcheggiare da nessuna parte. Quindi dimenticatevi visite a musei o altro. Fatevi un giro attorno a Central Park, fate la Broadway fino a passare da Times Square (che è sulla 7th tra la 47th e la 46th street), percorrete la mitica 5th, andate a vedervi Grand Central Station e poi giù fino a SoHo, Greenwich Village, Little Italy e Chinatown. Ultima sosta Battery Park, sull’estrema punta sud di Manhattan, da dove potrete vedere la statua della libertà. Tornate quindi a nord fino ad incrociare la 39th St, da dove infilerete il Lincoln tunnel per il New Quando ne avrete avuto abbastanza scendete fino a Glen Falls e allacciatevi alla HWY4, che vi metterà in direzione Est verso Vermont e New Hampshire. Fatevela tutta fino a Concord, e non lasciatevi sfuggire i ponti coperti del Vermont (occhio però agli autovelox improvvisati) e le colline del New Hampshire, che è lo stato più “libertarian” degli USA: poche o nessuna regola, niente casco obbligatorio, gente super socievole e “seratone” memorabili. Arrivati a Concord, potete scendere sulla HWY3 fino a Boston, in Massacchussets, oppure potete “esagerare” e continuare sulla 4 fino a raggiungere la Highway 1 sul mare, a Portsmouth. Da li inizierà il vostro ritorno, sempre sulla HWY1 passando da Boston (e facendo una capatina sulla penisola di Cape Cod, visto che ci siete). Quando ho fatto questo giro nel giugno 2013, dopo aver visitato Cape Cod sono sceso fino in Rhode Island sulla Highway 1 ma pioveva talmente tanto che alla fine ho ceduto e sono passato sulla interstate appena entrato in Connecticut. Da qui fino a quando rientrerete a Philadelphia sta a voi decidere che strada fare. La Highway 32 On the road Jersey (NB: il tunnel in uscita è gratuito). Se volte fare il classico scatto della moto con lo skyline di Manhattan vi consiglio, una volta usciti dal tunnel, di andare a sinistra e cercare l’hotel Sheraton Lincoln Harbor. Ha un parcheggio sull’Hudson da cui escono foto bellissime. Sappiate anche che la parte bella del giro finisce qui: da Jersey City (pericolosa!) andate a prendere la I-95 sud e tornate a Philadelphia. Tutta autostrada, caldissima e trafficatissima, non fatevi illusioni. Come “ultima spiaggia”, nel vero senso della parola, potreste fare una deviazione e prendere la HWY9 all’altezza di Woodbridge. Non l’ho mai fatta, ma sulla mappa sembra fare un bel giro fino a raggiungere Atlantic City, sulle rive dell’oceano. Da li poi, questa volta per davvero, vi toccherebbe rientrare verso Philly, seguendo la HWY40 o la più veloce (ma a pagamento) Atlantic City Expressway. 1 diventa molto trafficata ed attraversa zone pesantemente industrializzate, per cui alla fine l’interstate potrebbe non essere una soluzione così terribile. L’importante è che non manchiate la puntatina a Manhattan, come vi dicevo prima. Per muoversi nella metropoli di New York dovete però sapere alcune cose: se state usando una GoPro o qualsiasi dispositivo che faccia video o foto SPEGNETELO e METTETELO VIA prima di infilare i ponti e viadotti che vi portano a Manhattan. La legge antiterrosismo americana vieta di filmare o fare foto a qualsiasi ponte o tunnel, e a NYC ovviamente prendono la cosa molto seriamente dopo il 9/11. Ci sono scritte che ve lo ricordano un po’ ovunque ma non sono molto visibili: io non le ho viste e ho passato una mezz’ora non proprio tranquilla dopo essere stato fermato dalla polizia al pedaggio del Madison Avenue Bridge. Quindi ricordatevi: ben dopo aver attraversato il ponte (qualsiasi ponte) potrete nuovamente estrarre la vostra action camera ma ricordatevi di rimetterla via prima del Lincol Tunnel, che vi riporterà fuori da Manhattan verso Ovest, nel New Jersey. 33 SPECIALE wdw 2014 34 35 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine WDW 2014 Peak, dove ha conquistato quattro delle prime cinque posizioni dell’assoluta (con due Multistrada 1200S, una 1199 ed una 1098R) e ha vinto la Middleweight (con una Streetfighter 848), Ducati ha voluto festeggiare svelando una nuova colorazione per la sua Hypermotard 821 SP, che nel suo modello 2015 ripropone i motivi estetici già visti sulla fortunata edizione speciale di Multistrada 1200. Dal punto di vista tecnico giustamente Ducati non ha apportato nessuna novità ad un modello nato del resto solo un anno fa. La livrea bianco/rossa a nostro parere dona ancora più grinta alla motardona Ducati; la Hypermotard 821 modello 2015 sarà disponibile a partire da settembre, anche in versione per neopatentati, ad un prezzo invariato rispetto all’attuale. Bayliss e Checa tengono a battesimo la Ducati Hypermotard SP 2015! di Edoardo Licciardello | Debutto a sorpresa durante il World Ducati Week 2014: Carlos Checa e Troy Bayliss tengono a battesimo il modello 2015 della motardona Made in Bologna N on possiamo certo dire che ce l’aspettassimo. Oltre a concederci una sbirciata alla Scrambler, Ducati ha voluto rendere ancora più speciale l’occasione del WDW 2014 presentando a sorpresa la Hypermotard modello 2015 contraddistinta da un’inedita livrea celebrativa. Padrini 36 d’eccezione, presentati dal responsabile vendite Cristiano Silei, nientemeno che Carlos Checa (che proprio sulla Hypermotard ha rimosso i primi passi in moto dopo l’incidente della scorsa stagione) e Troy Bayliss, per il quale gli applausi hanno scosso tutto il padiglione International! Reduce dai recentissimi successi alla Pikes 37 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine WDW 2014 Claudio Domenicali “I due pilastri di Ducati: internazionalità e sviluppo continuo” di Edoardo Licciardello | L’Amministratore Delegato Ducati apre la seconda giornata del World Ducati Week con il punto sulla situazione ed un annuncio di grande impatto L La seconda giornata del World Ducati Week si apre con la conferenza istituzionale di Claudio Domenicali, Amministratore Delegato Ducati, che vive il suo primo WDW nel suo nuovo ruolo di numero uno Ducati. «Sono qui da ieri» ci accoglie Domenicali, «e ho già avuto modo di godermi l’atmosfera del WDW! Ho fatto un paio di giri in pista con la 899, che ritengo la moto ideale per scaldarsi, e poi ho proseguito con la Superleggera che si trova forse all’estremo opposto. Poi ho girato con le auto, le Lamborghini, e alla fine il bagno di folla del party sulla spiaggia. Il momento forse più significativo è stato però la parata che è partita dalla pista, che ha messo insieme un numero di moto eccezionale» Un buon momento per fare il punto sulla situazione Ducati. 38 «A due anni dall’ingresso nel gruppo Volkswagen, forse la realtà industriale più solida in Europa, cominciamo ad avere un’importante serie di sinergie e cooperazioni. L’azienda vive un momento positivo: nel primo semestre 2014 c’è stata una crescita del 3% (26.640 moto vendute) rispetto allo stesso semestre del 2013, anno in cui Ducati ha venduto il 44.200 moto totali, grazie ad un miglioramento su tutti i fronti. Siamo molto determinati a continuare a crescere anche se alcuni mercati, fra cui l’Italia, vivono ancora un momento difficile nonostante la passione dimostrata dalle presenze dei Ducatisti qui al WDW. La nostra solidità si base su due pilastri: il primo è l’internazionalizzazione, gli investimenti su nuovi mercati. Due mesi fa abbiamo aperto Ducati India, per entrare direttamente e con determinazione su quel mercato. In Brasile da poco più di un anno stiamo ottenendo risultati molto interessanti, venderemo quasi 1500 moto. Il secondo pilastro è il continuo sviluppo del prodotto: anche quest’anno è arrivato un modello nuovo, il Monster, e una serie di modelli evoluzione rispetto alla gamma esistente. Nel 2014 è arrivata anche la Superleggera, in sole 500 unità ma al prezzo di oltre 65.000 euro andate vendute in pochissimo tempo. E non dimentichiamoci il restyling del nostro grande successo, il Diavel» Ma siamo al WDW, per cui il discorso si sposta rapidamente sul Raduno Mondiale Ducati. «E’ l’ottava edizione del WDW, che ripropone la continua crescita vista negli anni passati. 39 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Il mondo Ducati è fatto sì da moto, ma anche dai club e dal mondo che ruota attorno al nostro marchio di accessori, abbigliamento, corse, eventi. Di questi il WDW è il più importante e straordinario: i club qui presenti arrivano da 59 paesi al mondo, altro fenomeno che dimostra attraverso la presenza internazionale quanto sia forte la passione Ducati nel mondo» L’occasione ideale per dare un annuncio atteso, che vi avevamo anticipato già da ieri. E per farlo Andrea Dovizioso raggiunge sul palco Claudio Domenicali. «Andrea è con noi da due anni, e ha vissuto con noi un momento particolarmente difficile, perché Ducati ha abituato i suoi 40 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica tifosi a grandissime prestazioni con grandi piloti e risultati eccellenti. Qui al WDW i piloti presenti mettono insieme sono 129 vittorie in Superbike, un numero a dire poco pazzesco. In MotoGP abbiamo iniziato nel 2003, e siamo arrivati al titolo nel 2007. Dopo c’è stato un momento molto difficile, che abbiamo iniziato a superare quest’anno con i due podi che Dovizioso ha saputo regalarci. E’ quindi una grande gioia poter annunciare il rinnovo del contratto con Andrea per i prossimi due anni!» La parola passa quindi a Dovizioso, che sorridente conferma la felice conclusione delle trattative «Si, abbiamo trovato un accordo dopo un po’ di trattative – con Claudio non è mai facile» racconta ridendo il forlivese. «Lo abbiamo trovato perché il progetto è interessante e ci credo molto. Con Dall’Igna abbiamo avuto migliori risultati, due podi, e credo tanto al progetto che vedremo l’anno prossimo» fabbrica in Thailandia, e siamo molto felici di come procedono le cose. Abbiamo iniziato con il Monster per passare al Diavel e fra poco Hypermotard ed 899. Tutti questi prodotti vengono venduti in Thailandia, India e sud-est asiatico, e ci permettono di sfruttare il mercato. La Thailandia sta crescendo ad un ottimo ritmo – siamo sorpresi dalla passione motociclistica sportiva nella zona asiatica, per cui investiamo molto. Abbiamo un nuovo responsabile marketing specificamente per la Thailandia, nella persona di David James, il che dimostra il nostro impegno – stiamo mandando un tre volte Campione del Mondo (l’ex addetto stampa Ducati ha un passato di grande successo nelle gare sidecar) per sviluppare quel mercato!» WDW 2014 In ultimo, Domenicali ci parla un po’ di Scrambler, modello importantissimo che gli appassionati possono sbirciare proprio qui al WDW 2014. «Lo Scrambler è una moto che ci permetterà di ampliare la nostra base di clienti, avvicinando al marchio Ducati anche chi è un po’ spaventato dalla specializzazione delle nostre moto attuali. E’ una moto che nasce in perfetta sintonia con la strategia del gruppo Volkswagen, che punta ad ampliare le vendite di Ducati attraverso l’allargamento della gamma, il che ci porta inevitabilmente a cercare di attrarre una nuova clientela che sappia apprezzare una moto più accessibile ma non per questo meno sofisticata, curata e raffinata del resto della nostra gamma». L’appuntamento con Dovizioso è a dopo, con la conferenza stampa dedicata al team MotoGP. La parola passa quindi di nuovo la parola a Domenicali, per un’analisi del mercato asiatico. «Il mercato asiatico è molto difficile da sfruttare in termini commerciali a causa delle barriere doganali, ma lo abbiamo approcciato con la nostra 41 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine panorama mondiale di almeno un decennio, venne infatti svelata al Salone di Milano 1993 come modello 1994. E come buona tradizione Ducati ha conquistato il titolo al debutto grazie alle sue prestazioni e al polso destro di Carl Fogarty. Impossibile non festeggiare un compleanno del genere: la Superbike Celebration parte dalla 851 per passare dalla 916 – un capolavoro di design oltre che di prestazioni, tanto da venire esposta alla permanente del MoMA di New York – ed arrivare fino alla 1199 Superleggera, l’attuale nonplus-ultra della gamma supersportiva della Casa di Borgo Panigale. Inevitabile la presenza dei piloti che hanno reso grande la 916 – e da lei sono stati resi grandi, perché nel motociclismo si vince sempre in due WDW 2014 – con il già citato King Carl Fogarty (quattro titoli iridati fra 1994 e 1999), ma anche Pierfrancesco Chili, uno dei più amati dal pubblico dell’epoca, e quel Giancarlo Falappa che tanto ha contribuito allo gestazione del modello forse più importante della storia Ducati. Ma ci sono anche Doug Polen (dominatore del Mondiale nel 1991 e 1992 con la 888), Régis Laconi e Carlos Checa, l’ultimo pilota a firmare un Mondiale Superbike per Ducati nel 2011. E non poteva mancare lui, Troy Bayliss, l’australiano che con i suoi tre titoli mondiali ma soprattutto la sua umiltà nella vita e generosità in gara ha saputo conquistare i cuori di tutti i ducatisti diventandone l’idolo indiscusso nonché il pilota più amato della storia della “Rossa”. WDW 2014, Superbike Celebration buon compleanno, 916! di Edoardo Licciardello | La Ducati 916 compie 20 anni. Per festeggiare, la kermesse mondiale dei ducatisti offre una splendida retrospettiva su tutti i modelli che hanno fatto la storia Ducati in Superbike O ttocentocinquantuno poi 888, 916, 996, 998, 999, 1098, 1198 e 1199: una sfilza di numeri marchiati a fuoco nella memoria di qualunque Ducatista, e in generale in quella di tutti i fan del Mondiale Superbike. Le SBK che hanno fatto la storia della Casa di Borgo Panigale in Superbike sono tutte qui, in mostra al WDW in una spettacolare retrospettiva che ci fa ripercorrere, come 42 in un viaggio su una personale macchina del tempo, la storia del Mondiale. Perché nel carniere Ducati ci sono, oltre al trionfo della prima manche iridata nel lontano 1988 a Donington Park con Marco Lucchinelli, ben 313 vittorie di manche, 17 titoli costruttori e 14 piloti. L’occasione non è niente meno se non la ricorrenza dei 20 anni della Ducati 916: il capolavoro di Massimo Tamburini, la moto che fece invecchiare tutto il resto del 43 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica WDW 2014 Ducati MotoGP 2015 dovizioso, crutchlow e iannone di Edoardo Licciardello | Il Team Ducati MotoGP parla di presente e futuro di squadra e piloti. Confermata la formazione attuale, qualche evoluzione entro fine anno e moto nuova nei test di Sepang L La riconferma di Andrea Dovizioso è già arrivata attraverso la conferenza stampa dell’AD Claudio Domenicali, ma l’avventura Ducati in MotoGP non si esaurisce qui. Il WDW è quindi l’occasione per raccontare il presente e il futuro del Team Ducati anche per quanto riguarda la massima categoria riservata ai prototipi, con la squadra al gran completo. Prende la parola ovviamente Dall’Igna, che inizia con un bilancio della stagione, spiegandoci anche cosa potremo aspettarci nella seconda metà del Campionato in termini di evoluzioni ed aggiornamenti. «Abbiamo corso 9 delle 18 gare della stagione: sono abbastanza contento dei risultati ottenuti. Abbiamo messo in carniere due podi, prestazioni sicuramente difficili da ottenere, che dimostrano i progressi che abbiamo fatto durante la stagione invernale e nella prima metà di campionato. Chiaramente tutto 44 questo non è sufficiente, abbiamo ancora tanto lavoro da fare per raggiungere i nostri avversari; in parte lo vogliamo fare già quest’anno, ma sicuramente dovremo completare l’opera il prossimo anno. Intanto a Brno porteremo una diversa carenatura che dovrebbe darci qualche vantaggio, mentre ad Aragon arriveranno ulteriori evoluzioni di ciclistica – due aggiornamenti che definiranno la moto con cui completeremo la stagione» Un obiettivo realistico per la fine della stagione? «Il mio obiettivo – so che è difficile, ma è il nostro lavoro – è di contenere il distacco dal primo entro i 10” entro fine stagione. D’altra parte con il marchio, gli sponsor e i piloti che abbiamo alle spalle è un obiettivo alla nostra portata. Nella nuova stagione arriverà una moto del tutto nuova, per la quale posso confermare due dati tecnici: avrà sicuramente un propulsore con V di 90° e distribuzione Desmodromica – un vantaggio Ducati che non vorrei perdere» Il microfono passa quindi a Paolo Ciabatti, che offre uno sguardo su questioni più sportive confermando la formazione attuale per la prossima stagione e disperdendo così i dubbi relativi al futuro di Crutchlow, originati da un contratto quantomeno curioso con un’opzione a favore del pilota che gli permetteva di svincolarsi senza penali entro la fine di luglio. «Qui abbiamo i tre piloti ufficiali nel 2014, che saranno i nostri piloti anche nel 2015. Stamattina Domenicali ha annunciato il rinnovo del contratto anche per la prossima stagione, ma anche Cal sarà con noi avendo un contratto biennale. Abbiamo già parlato con Iannone del rapporto con noi: Andrea sta facendo un’ottima stagione e proseguiremo nella nostra collaborazione, stiamo discutendo proprio in questi giorni la soluzione migliore per dargli ancora maggior supporto. Probabilmente continueremo con un rapporto attraverso il Pramac Racing Team, ma aumentando il coinvolgimento con il team ufficiale» Dovizioso, fresco di rinnovo, inizia spiegandoci qualche dettaglio in più «Sono molto contento di aver trovato un accordo, trattativa lunga ma è normale, perché un contratto così non si chiude in breve tempo. Ho fiducia per il futuro, perché quest’inverno, anche grazie all’arrivo di Dall’Igna abbiamo potuto migliorare la moto che avevamo, nonostante ci sia mancata la possibilità di stravolgerla. Credo che i risultati di quest’anno siano positivi – ci siamo avvicinati abbastanza, anche se chiaramente non è sufficiente: non corriamo per ottenere questi risultati. Credo molto nel progetto di Gigi, soprattutto alla luce dei risultati ottenuti. Mi impegnerò in questo progetto al 100% per altri due anni, come del resto ho fatto in questo anno e mezzo. Continuiamo a spingere, perché io voglio tornare alle posizioni che competono a me e Ducati» La parola passa a Cal Crutchlow, che ci spiega con il suo solito humour il motivo delle due fasciature che gli coprono gli avambracci «Cercavo di tenermi calde le braccia, con il freddo che fa fuori» scherza il britannico, ironizzando sulla temperatura rovente del paddock. «Ho subito una piccola operazione per risolvere la sindrome compartimentale unita, nel braccio destro, ad un versamento di liquido dovuto ad una caduta precedente. Ho un po’ di dolore, ma vista la pausa estiva è questo il momento giusto per fare questa operazione – sono felice di liberarmi di questo problema. Il dottore che mi ha operato sa cosa fa, quindi credo che la situazione migliorerà. Ovviamente ho un contratto con Ducati, e sono felice di 45 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica non ci sei dentro non ti rendi conto di quanta gente ci venga, quanta passione ci sia. Ci serve questo supporto, perché stiamo lavorando duro, stringendo i denti – dobbiamo migliorare i nostri risultati per tutti questi appassionati che ci sostengono, tifando per noi» restare con loro anche per il prossimo anno. Ci serve un po’ di tempo: spero che il resto della stagione mi aiuti a trovare la confidenza necessaria ma ce la stiamo mettendo tutta a tutti i livelli, da me ai ragazzi che a Bologna lavorano duro per migliorare la moto. A volte le cose funzionano, a volte no, ma non molleremo. E grazie a Gigi avremo una moto nuova, che spero si adatti meglio al mio stile di 46 guida e ci consenta di avvicinare gli altri piloti ufficiali – Marc in particolare è impressionante, ma sia io che Andrea in passato lo abbiamo battuto, quindi spero proprio che torneremo in condizione di farlo» che sia rossa; me l’avevano già detto ma non credevo. E’ un’esperienza spettacolare, mi dispiace solo di non poter partecipare alla Drag Race per il mio problema agli avambracci. Sicuramente avrei vinto!» Immancabile ovviamente una battuta sul WDW. «Il WDW è un’esperienza incredibile – la gente qui sembra impazzire per qualunque cosa Stesse considerazioni per Dovizioso, ancora più coinvolto in quanto “Romagnolo DOC” «Anche io avevo sentito parlare tanto del WDW, ma finché Chiude la rassegna Iannone. «Sono contentissimo di essere qui al WDW: è la mia prima volta e non fa che confermare la mia voglia di continuare con Ducati, una Casa seguita da appassionati veri. Sono molto contento di questa parte di campionato – sono riuscito a migliorare quasi sempre i risultati dell’anno scorso. Non è estata una stagione facile, ma ho provato sempre a fare meglio, tanto che nell’ultima gara ho ottenuto il mio miglior risultato di sempre in MotoGP. Possiamo e dobbiamo puntare a risultati più importanti, perché siamo un gran gruppo. Anche se siamo in difficoltà sappiamo che possiamo fare di più. Ducati ha fatto valere l’opzione nei miei confronti, quindi sarò nuovamente un pilota Ducati a tutti gli effetti, e anche se è presto mi piacerebbe continuare per tutta la mia carriera con loro» Ma quale sarà il reale posizionamento di Andrea? La livrea della sua moto potrebbe dirla lunga a riguardo. Prende quindi la parola Ciabatti, che spiega come Andrea sarà ancora più vicino al team ufficiale «La cosa più importante è avere le condizioni migliori da un punto di vista tecnico e organizzativo, un impegno che avevamo intrapreso già da quest’anno. La situazione di Andrea nel 2015 migliorerà sicuramente, ma vedremo nelle prossime settimane che decisioni prendere riguardo le livree delle moto» Vale la pena di tornare a Cal, reduce da una prima metà di stagione sicuramente più faticosa del previsto. Cosa serve per migliorare? La Desmosedici sembra richiedere una guida più di forza rispetto allo stile di Crutchlow. «E’ chiaro che la Desmosedici è una moto che devo guidare di forza, ma al momento, viste le mie condizioni, non ho quella che mi serve. Dovrò impegnarmi al 100%, ma soprattutto ritrovare confidenza: ammetto di essermi un po’ perso per strada. La situazione non è grave: non è che debba reimparare ad andare in moto, semplicemente cambiare un pochino il mio stile di guida. Già al Sachsenring la situazione è un po’ migliorata, non vedo perché non si debba continuare così » L’evoluzione della Desmosedici arriva alla vigilia di un cambio regolamentare e del cambiamento del fornitore WDW 2014 unico per gli pneumatici. Cosa pensa Dall’Igna delle prospettive? «Il cambio di gomme ci porterà quasi inevitabilmente a modificare nuovamente la geometria del telaio, ma quello che stiamo facendo sulla moto 2015 ci permetterà di avere più libertà per la ciclistica potendo così andare incontro più facilmente a quelle cha saranno le esigenze delle nuove gomme – Michelin da 17”, lo ricordiamo. Il cambiamento potrà darci un vantaggio: rimescolare le carte può essere sicuramente più svantaggioso per chi ha una moto più competitiva, mentre a noi, che al momento siamo indietro, offrirà un’opportunità in più per recuperare» Sarete nuovamente iscritti come Factory2 o come Factory? «Correremo nella Factory2 anche nel 2015: i risultati ci permetteranno di farlo e automaticamente verremo quindi iscritti così» Proviamo a strappare qualcosa di più riguardo alla Desmosedici 2015: a che punto siamo? Dall’Igna è impenetrabile, e si limita a confermare i programmi già noti «In questo momento stiamo prendendo contatto con i fornitori per ordinare i pezzi e programmare la produzione: puntiamo ad essere in pista in Malesia per i test di febbraio» 47 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine WDW 2014 Ulrich Hackenberg “Il desmo è il futuro. Magari a fasatura variabile” di Edoardo Licciardello | Il responsabile dello sviluppo del Gruppo Audi parla assieme a Claudio Domenicali di gare, soluzioni tecniche e modelli futuri per il marchio di Borgo Panigale I Il World Ducati Week, kermesse mondiale per gli appassionati della Casa di Borgo Panigale, è stata la gradita occasione per una interessantissima tavola rotonda – presente la migliore stampa di settore a livello mondiale – con Claudio Domenicali e Ulrich Hackenberg, responsabile dello sviluppo del Gruppo Audi. Il Professor Hackenberg, nato nel 1950 a Herne, si è laureato all’Aachen University, conquistando successivamente un dottorato nel 1985 all’Automotive Institute con una tesi relativa alla dinamica del motociclo (più precisamente sul “comportamento stabile del sistema ‘pilota-motociclostrada’”). Successivamente, Hackenberg è entrato in Audi, dove dal 1989 in avanti si è occupato di Concept Definition e successivamente di Technical Project Management per diversi modelli fra cui Audi 80, 48 A3, A4, A6, A8, TT e A2. Dopo una parentesi in Volkswagen in veste di Capo dello sviluppo della Sovrastruttura, durante la quale si è però anche occupato da un punto di vista tecnico di alcuni modelli Bentley e RollsRoyce, nel 2002 Hackenberg è rientrato in Audi per occuparsi di sviluppo dei Concept, della Sovrastruttura e di soluzioni elettriche ed elettroniche. Nel 2007 è entrato a far parte del consiglio tecnico di sviluppo Volkswagen, ristrutturando l’impegno sportivo della Casa, e da luglio 2013 è entrato a far parte del Consiglio d’amministrazione Audi, con responsabilità diretta sullo sviluppo del marchio dei quattro anelli ma anche di tutti i marchi di proprietà del gruppo. Stiamo parlando con due motociclisti, dunque, dato che la passione di Domenicali è ben nota al pubblico dei ducatisti. Prende quindi la parola proprio Claudio per scaldare l’ambiente. «Vado in moto più spesso che posso, almeno una volta a settimana. Ogni occasione è buona, e ovviamente guido sempre tutti i nostri prototipi e le moto della concorrenza. In fondo nasco come appassionato, solo in seguito sono riuscito a trasformare la mia passione in una professione. Credo che sia una caratteristica fondamentale, perché quando si parla di prodotto motociclistico non si può pretendere di capirne bene tutti gli aspetti senza una profonda conoscenza ed esperienza pratica. Poi, certo, abbiamo i nostri tester professionisti, ma visto che tanti collaudatori Audi sono appassionati motociclisti attendiamo con ansia una loro impressione sui nostri modelli» 49 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Hackenberg ribadisce il concetto «E’ vero, abbiamo in atto un’importante collaborazione sotto quest’aspetto. Abbiamo fatto di recente una comparativa interna di tutte le moto Ducati e anche della concorrenza, nel sud Italia. Anche io, personalmente, vado in moto tutte le volte che posso: sotto il mio ufficio ho un garage con 15 fra Ducati e moto della concorrenza, che provo tutte le volte che ne ho occasione. Ieri, qui al WDW, volevo prendere in prestito una moto per spostarmi, ma sono salito in sella e dopo cinque secondi ho ricordato di avere un’operazione al ginocchio la prossima settimana. Meglio aspettare…» 50 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica E visto che si parla di WDW viene spontaneo chiedere ad Hackenberg cosa lo abbia affascinato di più qui al raduno. «Tanta passione, sicuramente, ma soprattutto percepire una passione comune fra Ducati e Audi. Il 50% delle moto qui sono personalizzate, non solo nell’estetica – quello che conta per gli appassionati è la tecnica. Tolgono più sovrastrutture possibile per lasciare i dettagli più tecnici e tecnologici in bella vista: è un trait d’union fra Ducati ed Audi: anche noi siamo affascinati dai dettagli e dalla tecnica, ci piace farla vedere il più possibile. E poi il vedere come gli appassionati cerchino di migliorare continuamente il proprio mezzo: io stesso cer- co di ascoltare il più possibile i nostri clienti per capire cosa gli piace, cosa possiamo migliorare. E’ una parte importantissima della nostra cultura, e in questo trovo una forte identità con i Ducatisti» Audi è proprietaria di Ducati ormai da due anni, ma non possiamo dire di aver già percepito il “tocco Audi” nei prodotti di serie, almeno per quanto riguarda soluzioni e tecnologie. In realtà l’interscambio di informazioni procede molto bene, soprattutto su temi tecnologici. Audi ha imparato qualcosa da Ducati e, naturalmente, viceversa «C’è naturalmente un continuo scambio d’informazioni. Stiamo aiutandoci a vicenda: noi da parte nostra abbiamo imparato tante cose studiando i motori Ducati, soprattutto in materia di alleggerimento – uno dei nostri pallini – non solo per quanto riguarda i materiali ma anche nelle soluzioni tecniche, come esemplifica bene la Panigale dove abbiamo trovato nuovi concetti molto interessanti anche per noi. Ducati dal canto suo può imparare molto dal nostro metodo di lavoro, soprattutto i nostri metodi di soluzione dei problemi e nel campo dell’elettronica motore e nei materiali. Possiamo condividere tante informazioni per risolvere i problemi che dobbiamo affrontare tutti i giorni» L’industria Automotive è il punto di riferimento tecnologico per tutta l’industria della mobilità su ruote. Cerchiamo quindi di capire quali siano le principali differenze dello stato dell’arte fra le due. «Parlando di un marchio come Ducati le differenze sono facilmente percettibili: si tratta di una moto specialistica, studiata per essere vincente solamente in alcuni aspetti, in un uso piuttosto ristretto. Non è una moto versatilissima. Nelle auto, anche le Audi più sportive devono essere molto più versatili, utilizzabili anche nell’uso quotidiano. Di conseguenza i reparti R&D hanno diversi tipi di conoscenze ed esperienze: nelle moto come Ducati biso- WDW 2014 gna essere più specialistici, nelle auto più ampi e versatili» Ci sono comunque tecnologie specifiche in cui Ducati ha molto da attingere da Audi, soprattutto in tema di gestione elettronica, illuminazione di nuova generazione e controlli di stabilità, ma anche nelle tecnologie di interconnessione fra veicoli. «E’ vero: Audi è leader nella produzione di impianti di illuminazione LED, ma anche Laser, che per primi abbiamo offerto su un’auto di serie, la nostra R8. L‘elettronica per la gestione della dinamica del veicolo è un’altra delle nostre grandi competenze, soprattutto perché da sempre ci sviluppiamo tutto il software da soli, e in 51 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb questo possiamo trasferire gran parte della nostra conoscenza verso Ducati. Il che non significa che possiamo semplicemente adattare i nostri sistemi: per sviluppare, ma anche solo per pensare sistemi del genere serve una profonda conoscenza della dinamica della moto, che in Audi ovviamente manca. Ducati invece ce l’ha, e quello che stiamo cercando di fare è mettere a fattor comune queste eccellenze, condividendo con loro la nostra esperienza, il nostro know-how elettronico e software per aiutarli a sviluppare le loro logiche di funzionamento. Ma è un processo lungo, fatto di tante prove, errori e correzioni» 52 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Prende quindi la parola Domenicali, che scende un po’ più nel dettaglio rispetto all’ultimo aspetto citato. «Come forse sapete, internamente all’ACEM (l’associazione europea delle Case produttrici) abbiamo stretto un accordo per dotare entro il 2020 tutti i veicoli di sistemi d’interconnessione, per migliorare la sicurezza tanto delle moto quanto delle auto. Abbiamo una task force dedicata, internamente al reparto Ducati Ricerca e Sviluppo, che sta lavorando a stretto contatto con le loro controparti in Audi per studiare il modo di applicare queste tecnologie nascenti nel settore auto anche sulle moto. Si tratta di un programma fondamentale per noi» E l’ibrido? C’è un futuro per queste tecnologie? «E’ ancora prematuro, perché l’interazione fra i due motori porta a complicazioni in termini di risposta all’acceleratore molto difficili da risolvere a livello accettabile per una moto sportiva come dev’essere una Ducati. La tecnologia elettrica “pura” è più interessante, ma gli accumulatori attuali non consentono ancora autonomie accettabili unite a prestazioni interessanti. La clientela Ducati ha un’opinione molto precisa su ciò che vuole – prestazioni e leggerezza. Finché non sapremo offrire queste cose resteremo sulla propulsione tradizionale» Restando sul piano tecnologico è interessante vedere cosa pensi Hackenberg del desmodromico. Come sottolinea l’ingegner Domenicali, non si tratta di una soluzione di mero marketing: il desmo offre grandi vantaggi tecnici, garantendo potenzialità di accelerazione per le valvole competitive con la distribuzione a comando pneumatico agli alti regimi, e prestazioni più favorevoli rispetto al tradizionale ritorno a molla ai medi. «E’ un sistema più complicato e costoso rispetto a uno tradizionale, ma di fatto è il cuore di Ducati, è possiamo serenamente dire che sia qui per restare. Credo che sarà fondamentale anche per il futuro di Ducati, e forse anche per il nostro - posso dirvi che lo stiamo studiando anche per potenziali applicazioni su motori Audi. Piuttosto, vista la nostra esperienza auto, possiamo pensare di sviluppare nel prossimo futuro un comando a fasatura variabile. Non aspettatevelo a breve, naturalmente» Stiamo parlando di futuro, tanto vale cercare di capire cosa riserva agli appassionati. Domenicali si lascia scappare la promessa di ben due modelli completamente nuovi – invece che il tradizionale modello singolo – per la prossima stagione. In quali segmenti? «Non posso dirvi niente, anche se tutti i segmenti, almeno finché si mantiene l’identità Ducati – prestazioni e piacere di guida – sono papabili. Non faremo moto economiche – per noi è difficile produrle con un livello qualitativo compatibile con il marchio Ducati. Non vogliamo creare moto d’accesso per i giovanissimi, non ce lo possiamo permettere – preferiamo lasciare che Ducati resti un punto d’arrivo. Non combattiamo per il volume, vogliamo restare un marchio premium» Azzardiamo: uno scooter? Dopotutto qualcun altro ha dimostrato come sia possibile coniugare praticità con sportività su uno scooter. Hackenberg taglia con decisione, lasciandoci sospettare come ci sia davvero qualcosa che bolle in pentola. «Non esiste uno scooter veramente sportivo attualmente sul mercato! Però in effetti credo che sia possibile crearlo, magari interpretando il concetto di sport in maniera leggermente diverso, più americano. Diciamo qualcosa che garantisca accelerazioni brucianti partendo dal semaforo… » Tocchiamo infine anche lo sport. Audi è il marchio di riferimento per l’Endurance. Un ritorno di Ducati nella specialità? La parola passa a Domenicali. WDW 2014 «L’Endurance è una specialità molto interessante – il messaggio ai clienti in termini di qualità e affidabilità è molto forte, e ha quindi dei riscontri a cui siamo molto interessati. In questo momento però Ducati è forse la Casa più impegnati nello sport di tutto il panorama mondiale fra prototipi e derivate di serie, campionati nazionali e mondiali. Al momento non c’è spazio per altri impegni, ma a lungo termine sicuramente l’Endurance rientra fra i nostri interessi» Lo sport è sempre un mezzo di promozione. Cosa ne pensa quindi Hackenberg di un pilota tedesco in MotoGP su una Ducati, per spingere il mercato in Germania? «Il problema è semplice: per vincere a lungo termine serve il pilota migliore, ma per attirarlo bisogna offrirgli la moto migliore, e al momento non siamo in grado di farlo. Iannone e Dovizioso però sono già ottimi piloti: Dovi lo ha già dimostrato, e pensiamo che Iannone abbia un grande potenziale e potremmo scoprire di avere già in casa i campioni che ci servono. Nello specifico, però, credo che se avessimo un pilota tedesco dovrebbe essere in posizione di salire potenzialmente sul podio ad ogni gara. Se non fosse così non sarebbe un riscontro positivo per il nostro marchio» 53 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine WDW 2014 anni 2000), ma le finali hanno visto una griglia di grande spessore. Le finali hanno inftti visto scontri diretto fra King Carl Fogarty, Troy Bayliss, Pierfrancesco Chili, i due ufficiali MotoGP Andrea Dovizioso e Andrea Iannone nonché Davide Giugliano, battuti alla fine da Baiocco e Laconi. I due hanno dato vita ad una finale tesissima, che ha visto la vittoria del francese, autore nell’occasione del record della gara davanti per meno di due decimi a Baiox. Dovizioso ha invece vinto per un soffio (meno di quattro centesimi) la sfida diretta per il terzo posto davanti al collaudatore Ducati MotoGP Michele Pirro. Diavel Drag Race by Tudor Laconi strappa la vittoria a Baiocco di Edoardo Licciardello | Una sfida all’ultima accelerazione vede prevalere il francese sul collaudatore ufficiale Ducati SBK. Terzo Andrea Dovizioso, vincitore su Michele Pirro nella sfida per il terzo posto I buongustai forse aspettavano con ansia la spettacolare rustida - la grigliata in romagnolo - che ha animato il rettilineo del Misano World Circuit Marco Simoncelli al calare della sera, ma pochi potranno lamentarsi dello spettacolo offerto dal gustoso antipasto della Diavel Drag Race by Tudor - sponsor di nome ma anche tecnico, avendo offerto il servizio di cronometraggio ufficiale di questa sfida ormai tradizionale che anima il pomeriggio di 54 sabato. I piloti Ducati del presente e del passato si sono sfidati fra il (tanto) serio ed il (poco) faceto sulle Diavel Carbon, esibendosi in gare di accelerazione ad eliminazione diretta che hanno visto prevalere l’ex Superbike Regis Laconi. Le semifinali avevano visto prevalere nelle rispettive batterie di qualificazione Matteo Baiocco (collaudatore Ducati SBK nonché alfiere della Casa di Borgo Panigale nel CIV) e Regis Laconi (ex ufficiale Ducati nel Mondiale Superbike ad inizio 55 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica WDW 2014 WDW 2014 Scuola di impennate di Edoardo Licciardello | Il raduno mondiale Ducati è l’occasione per imparare senza rischi – per sé ma soprattutto la propria moto – la più amata delle evoluzioni a due ruote “ Penna”, “rizza”, “leva” – i sinonimi di “impennata” sono tante quanti i dialetti italiani, segno inequivocabile di quanto sia diffuso nell’immaginario collettivo l’apprezzamento per la più classica delle acrobazie motociclistiche. Acrobazia forse più semplice di quanto molti non pensino, ma che suscita un (lecito) timore reverenziale in chi vi si accosta per le prime volte; proprio per questo motivo sono nate scuole apposite che vi promettono di imparare il delicato gioco d’equilibrio necessario per produrvi in impennate plastiche ed eleganti senza il rischio di scaravoltare voi 56 stessi e la vostra amata moto. Grande successo quindi per l’iniziativa Ducati, che al WDW 2014 ha ospitato un simulatore capace di farvi provare in prima persona tutte le sensazioni dell’impennata senza muovervi – almeno in orizzontale – di un centimetro, permettendo così ai fortunati selezionati di prendere confidenza con il procedimento dell’impennata, ed acquisire così senza rischi quella sensibilità necessaria a far alzare l’avantreno, trovare il punto di equilibrio e mantenerlo. Osservate voi stessi nel nostro video come funziona e… la prossima volta vedete di non mancare. 57 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine WDW 2014 WDW 2014 gara Monta e Smonta di Edoardo Licciardello | Gli appassionati si mettono alla prova in una sfida all’ultimo bullone per dimostrare le loro abilità meccaniche e la conoscenza dei motori Ducati N on solo bellezze in mostra al World Ducati Week: gli appassionati con maggiori conoscenze di meccanica hanno potuto sfidarsi, in un confronto che ha visto coinvolti meccanici di rango e semplici amanti del fai da te, sotto l’occhio attento dei tecnici della Casa di Borgo Panigale. La prova consisteva nello smontaggio, controllo e successivo rimontaggio di coperchio valvole, catena della distribuzione e motorino d’avviamento di un propulsore Superquadro - i più veloci vincevano la prima prova, ma dovevano poi sottostare al controllo dei tecnici che penalizzavano chi aveva effettuato la procedura in maniera non corretta. Passo successivo, rimontare tutto e… l’onore di venire premiati dai tecnici Ducati. 58 59 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine WDW 2014 WDW 2014 il DRE insegna a sfruttare l’ABS di Edoardo Licciardello | Fra le attività del WDW, la Ducati Riding Experience ha perfezionato la guida di diversi ducatisti. Interessante focus sull’ABS nel pomeriggio Q ualcuno potrà pensare che l’ABS sia un sistema che basta averlo e non si cade più. Qualcuno pensa anche che non serve, perché è sta to fortunato e non ha mai “perso” l’avantreno e magari si illude di avere la sensibilità dei piloti nella mano destra. Qualcun altro, infine, è convinto che tolga piacere della guida solo perché aggiunge sicurezza e magari intervenga quando non deve. Il Ducati Riding Experience (DRE), nel suo focus sull’ABS, serve proprio a sfatare tutti questi miti, dimostrando ai partecipanti l’efficacia e l’efficienza degli impianti antibloccaggio moderni, che non solo vi salvano la 60 pelle – della tuta e non solo – nei Panic Stop e in condizioni di asfalto sporco o bagnato, ma a differenza di impianti del passato non si permettono di intervenire se non quando realmente necessario, permettendovi di godere appieno della guida sportiva, su strada e in pista. E consentono di capire quale sia realmente il limite dei sistemi frenanti e degli antibloccaggio moderni. Vi mostriamo in un video come gli istruttori del DRE insegnano ai motociclisti a frenare con la massima confidenza con il sistema ABS, andando oltre quello che il loro... istinto di sopravvivenza gli farebbe ritenere il limite di sicurezza. 61 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica anche da Brasile, Cina, Malesia, o addirittura Gabon, Islanda e Nepal. Un successo dovuto anche alla presenza di main partner di alto spessore come Tudor, Termignoni e TIM, ma anche di Pirelli, Bosch, Shell, Canon, Dainese e tanti altri. E senza dimenticare la collaborazione – che ha tenuto fede alla reputazione di riferimento per la ricettività della riviera romagnola – dei Comuni di Misano, Cattolica, Riccione e dell’amministrazione della Repubblica di San Marino e ovviamente del Misano World Circuit “Marco Simoncelli” da sempre teatro del WDW. La giornata più importante è stata ovviamente il sabato, con la gara di accelerazione e la grande festa serale con il saluto da parte di Claudio Domenicali, AD Ducati Motor, e di Rupert Stadler, AD Audi, il track show e lo spettacolo notturno di fuochi d’artificio. Lunghissime code anche per dare una sbirciata allo Scrambler, esposto nel container già visto a World Ducati Week i numeri, le immagini e il video finali della kermesse di Misano WDW 2014 Borgo Panigale – data la totale impossibilità di fare foto o riprese di qualunque genere prevediamo già la propaganda virale del passaparola fra chi c’è stato e chi no, in attesa del crescendo che porterà ad EICMA e alla presentazione definitiva della nuova Ducati. Oltre a proporvi il video che sintetizza il secondo giorno, vi riassumiamo a seguire un po’ di numeri per questa edizione, per darvi un’idea delle proporzioni dell’evento. E farvi venire voglia, se non c’eravate, di partecipare all’edizione 2016, già annunciata e confermata durante la serata di sabato da Claudio Domenicali. • 65.000 le presenze in circuito nell’arco delle tre giornate • 10.192 i giri in pista effettuati in totale da auto e moto • 72.000 foto scattate dai fotografi dello staff • 56 nazioni di provenienza Media di Edoardo Licciardello | Partecipanti da tutti i continenti hanno eguagliato il record di presenze del 2012. Tanta curiosità per lo Scrambler. Vi proponiamo il video di chiusura e le immagini più belle e curiose dell’evento C onclusione all’altezza del resto dell’evento per il World Ducati Week. Grazie anche alla grazia concessa da Giove Pluvio – fin troppo, dal momento che la temperatura del paddock era a dir poco rovente, e non solo per i tanti motori accesi – il raduno mondiale degli appassionati del marchio di Borgo Panigale ha potuto uguagliare i numeri record della precedente 62 edizione, con circa 65.000 presenze stimate su tre giorni. Da notare che nel 2012 le giornate erano state invece quattro. I Ducatisti presenti sono arrivati venivano da tutto il mondo: pur avendo una partecipazione per ovvi motivi per lo più italiana (circa per il 60%), la kermesse romagnola ha visto rappresentati ben cinquantasei nazioni su tutti e cinque i continenti, con partecipanti dagli USA, Europa, Australia, Russia, India, ma 63 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito • 200 metri lineari di BBQ durante la rustida sul rettilineo del traguardo • 60 bagnini e 25 dirigenti Ducati hanno cucinato piadina e salciccia durante la rustida • 58 differenti attività svoltesi in pista nelle tre giornate • 18’e 20” il tempo che il serpentone di moto Ducati ha impiegato per uscire dal Misano World Circuit “Marco Simoncelli” per formare la parata di moto per Riccione • 600 partecipanti e oltre 13.000 quiz (ovviamente a tema Ducati) nei tre giorni di Caccia al Tesoro • 7.000 i contributi digitali pubblicati su wdwlive. 64 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine WDW 2014 ducati.com nei tre giorni WDW2014 • 11 i titoli iridati al via della Drag Race by Tudor (4 WSBK, 2 Susperstock, 2 Supersport, 2 Motomondiale 125, 1 Motomondiale 250) + 4 titoli italiani (2 Superstock e 2 Superbike) • Oltre 700 test ride con il nuovo Monster 821 • 118 Presidenti D.O.C. provenienti da 26 nazioni • 38 ore di diretta sulla WDW TV • 360 minuti di streaming live sul canale youtube di Ducati • 16 pneumatici Pirelli “Diablo Rosso II” messi completamente sulla tela per i burn-out al termine della “Diavel Drag Race by Tudor” 65 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Nico Cereghini Pedrosa, la scelta giusta Davanti alla HRC la prospettiva di tante stagioni vincenti in MotoGP. Opportuno tenere un pilota collaudato di fianco al fenomeno Marquez. E poi Dani se lo merita: è un ottimo pilota e una bella persona Media C iao a tutti! La Honda HRC che comunicava di tenersi Pedrosa per un altro biennio ha sollevato una bella discussione tra voi lettori. C’è chi capisce la scelta, e apprezza le qualità di Dani e ritiene che possa dare ancora molto alla squadra; e chi invece non la condivide affatto, sostenendo che ormai, alla nona stagione sulla RCV, quello che Pedrosa poteva dire lo ha detto e che tutti e due –pilota e 66 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Honda- avevano qualcosa da guadagnare separandosi. Vale tutto, nessuno di voi ha sparato a casaccio, e allora provo ad andare oltre. Con una necessaria premessa: Dani Pedrosa è un pilota che merita rispetto, è un ottimo pilota come si è visto ancora al Sachsenring, e del resto lo aveva dimostrato, subito, con i tre titoli consecutivi tra il 2003 ed il 2005 (125 prima, doppietta in duemmezzo poi). Le sue venticinque vittorie in MotoGP lo mettono sul podio dell’ultimo decennio, e bisogna ricordare che nella sua miglior stagione, il 2012, Dani ha vinto sette GP, uno più di Jorge Lorenzo che ha conquistato il titolo di stretta misura. Direi che il 26 è veloce come pochi altri ed ha molta classe, mentre sull’altro piatto della bilancia metto una certa fragilità fisica, che non lo aiuta, e la scarsa propensione al duello ravvicinato. E aggiungo ancora un elemento: è un’ottima persona, sensibile e rispettoso dei rivali, e forse proprio per questa ragione non è un autentico fenomeno come Rossi, come Marquez o come è stato Stoner. Credo che la HRC lo abbia confermato per strategia, per la Repsol e anche per affetto. Strategicamente, avendo un fuoriclasse come Marquez, è corretto tenersi un pilota collaudato (e pur sempre veloce) evitando i salti nel buio: così il giovane Marc resta tranquillo e il box è più sereno. Quanto allo sponsor, si dice che Dani sia nella manica del petroliere e questo è probabile. E infine c’è l’affetto, che nelle competizioni di solito vale poco o nulla, ma in questo caso deve aver pesato. Perché nove anni sono nove anni, e in tutto questo tempo Dani ha ingoiato i bocconi più indigesti mantenendo quasi sempre il sorriso; è un ragazzo educato, uno che non si agita se c’è un problema tecnico, che collabora senza mai tirarsi indietro. Insomma è la persona perfetta per convivere con chiunque, e persino con Marquez, e così affrontare al meglio le prossime due, o forse anche cinque, stagioni. Chi potrà impensierire Marc e la Honda se si riuscirà a tenere alta la concentrazione senza complicarsi la vita? Il vantaggio tecnico è notevole e la concorrenza, al momento, non fa troppa paura. E poi vi dico la verità: dovessi scegliere con chi andare a cena - con la scelta limitata ai piloti, intendo, e dunque trascurando quelle sei o sette ombrelline che anche voi mettereste in cima alla lista - direi Pedrosa senza pensarci un momento. Sono sicuro che Editoriale verrebbero fuori discorsi molto interessanti: Dani è riservato, ma è anche un pilota tecnico, e poi stato vicinissimo ai segreti di Stoner, sa tutto dell’elettronica della Honda e delle strategie giapponesi, e poi ha studiato da vicino Rossi, Lorenzo, Marquez e persino Suppo. Gli verso un bicchiere in più e salta fuori un bell’articolo. Anzi, un libro intero… Credo che la HRC lo abbia confermato per strategia, per la Repsol e anche per affetto 67 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine DopoGP con Nico e Zam GP di Germania, partenza imprevista e arrivo da copione Torna la trasmissione condotta da Nico Cereghini con Giovanni Zamagni e per la tecnica l’ingegner Bernardelle. In questa puntata: Pedrosa più vicino a Marquez, partenza assurda dalla pit lane, Lorenzo uscito dalla crisi. Tecnica: i setting delle MotoGP N ella puntata di oggi (clicca qui per vedere quelle degli altri GP), si parla del nono GP della stagione, il GP di Germania corso al Sachsenring. I capricci del meteo hanno condizionato anche questa gara, che ha visto quindici piloti partire dalla pit lane. Il risultato però rimane lo stesso: Marquez primo sotto la bandiera a scacchi. Pedrosa, sempre fortissimo su questo tracciato, si è dovuto accontentare del secondo posto. Lorenzo, sembra uscito dalla crisi e sale sul podio. 68 Rossi invece ricacciato indietro. Iannone agguanta il suo miglior risultato in MotoGP. Si parlerà anche di mercato piloti, con tutti i tasselli ormai sistemati. Tanti gli spunti da approfondire e tante le questioni tecniche su cui fare chiarezza con l’ingegnere Giulio Bernardelle, in particolare sulle differenze tra setting da asciutto e bagnato, su come le MotoGP usano il grip delle gomme e sulle particolarità del circuito tedesco. Guarda tutte le puntate precedenti di DopoGP 69 Gli scatti più emozionanti del GP di Germania Una partenza funambolica sotto il cielo nero del Sachsenring, ma è sempre Marquez a tagliare il traguardo per primo. Ecco gli scatti che raccontano il GP di Germania dentro e fuori dalla pista 70 71 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 72 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP 73 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP Media 74 75 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 76 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP 77 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP e abbiamo potuto provare diverse cose, oltre a confermare le prime sensazioni sul prototipo 2015. Inoltre la Honda ha portato qui anche alcune nuove parti per la RC213V attuale che ci han permesso di provare configurazioni di elettronica e frenata, diverse da quelle usate finora. Sì adesso possiamo andare in vacanza, ce lo meritiamo». Pedrosa «Alla fine abbiamo un sacco di giri. Il meteo è stato clemente e siamo riusciti a provare molte cose diverse, in particolare le piccole regolazioni della moto. Alcune modifiche sono state pensando più al futuro, ma altre le utilizzeremo prossimamente. In generale, sono felice dei tre giorni: abbiam fatto un passo in avanti nel campo dell’elettronica». test hrc a Brno marquez e pedrosa sulla moto 2015 Conclusa la tre giorni di test a Brno per il team Honda MotoGP. Marquez e pedrosa oltre a migliorare la moto 2014 hanno anche avuto la possibilità di salire in sella per la prima volta al prototipo 2015 C onclusa la tre giorni di test a Brno per il team Honda MotoGP. Marquez e pedrosa oltre a migliorare il prototipo 2014 hanno anche avuto la possibilità di salire in sella per la prima volta alla moto 2015. Nonostante la prima giornata in parte “sprecata” a causa del maltempo, i due piloti spagnoli hanno potuto porovare diverse soluzioni e alcune novità. Anche nell’ultima giornata il programma di test è stato molto serrato: i piloti 78 hanno iniziato molto preso e già all’ora di pranzo avevano concluso. Pedrosa ha completato 16 giri con l’attuale moto 2014, mentre Marquez ha girato per ben 41 tornate con il modello 2014 prima di concedersene altre 5 con il prototipo 2015. Marquez «I test sono andati abbastanza bene, soprattutto questo ultimo giorno, quando la pista ha avuto finalmente un buon grip. Ho potuto esse veloce 79 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine MotoGP Pedrosa ha firmato con HRC per altre due stagioni Honda Racing Corporation ha comunicato di aver firmato l’accordo con Dani Pedrosa. Il pilota spagnolo rimarrà nel team ufficiale Honda per altri due anni, fino alla fine del 2016 H onda Racing Corporation ha comunicato di aver firmato l’accordo con Dani Pedrosa. Il pilota spagnolo rimarrà nel team ufficiale Honda per altri due anni, fino alla fine del 2016. Dani, che attualmente si trova terzo nel Campionato del Mondo - a pari punti con il secondo posto Rossi - ha firmato il contratto con la Honda. Pedrosa gareggia con la Casa alata dal suo debutto nel Campionato del Mondo, dal 2001 e con Honda ha vinto tre titoli mondiali (2003 in 125cc, 2004 e 2005 in 250cc). Ha debuttato in MotoGP nel 2006 nel Repsol Honda Team, conquistando il titolo di Rookie of the Year e la quinta posizione in campionato. 80 81 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Superbike è entrato come una furia in quella curva e non poteva far altro che urtare la mia moto. Non ho nulla contro di lui, ma sarebbe meglio si desse una calmata. So che anche altri piloti si sono lamentati della sua irruenza». Sai già quando potrai tornare ad allenarti? «I medici mi hanno detto che in tre settimane la frattura si potrà ricomporre e quindi potrò tornare ad allenarmi. Voglio essere in piena forma per Jerez. Sino ad ora è stata una stagione sfortunata, ma non ho nessuna intenzione di mollare. Da quando sono rientrato sono sempre stato ai vertici della categoria EVO e voglio fare un grande finale di stagione». Venerdì mattina Sylvain Barrier si sottoporrà ad un’operazione chirurgica al piede sinistro per ridurre la sua frattura. L’intervento sarà effettuato presso la Clinica Du Parc di Lione, in Francia, dal dal Dott. D’Ingrado. Sylvain Barrier “Iddon mi ha urtato e sono caduto” di Carlo Baldi | ”Iddon mi ha urtato e tolto il manubrio dalle mani”. Barrier ci ha spiegato la dinamica della sua caduta. Un grande spavento, ma ora Sylvain sta bene e sarà in pista a Jerez A bbiamo contatto telefonicamente Sylvain Barrier che è rientrato da Laguna Seca e domani a Lione si sottoporrà ad ulteriore accertamenti per valutare in maniera approfondita la sua frattura alla gamba sinistra. Con lui abbiamo chiarito la dinamica della sua caduta. «Iddon mi ha urtato violentemente e mi ha tolto il manubrio dalle mani. Io stavo facendo la mia curva e l’acquisizione dati non ha rivelato anomalie. Ho letto che qualcuno ha scritto che io ho perso il controllo della moto, ma non è assolutamente vero. Iddon mi ha colpito sulla parte sinistra del 82 manubrio ed io mi sono ritrovato per terra. Sono caduto di fianco alla moto e non ho capito se la stessa mi abbia urtato o no. So solo che sentivo le altre moto passarmi vicino ed il muretto dei box che si avvicinava». E’ stata una brutta botta. «Sì, per fortuna gli altri piloti mi hanno evitato ed io ho colpito il muro dei box con il piede sinistro, senza urtare con la testa o con altre parti del corpo. Ho avvertito subito un gran dolore al piede, ma ero pienamente cosciente, anche se un poco spaventato per la dinamica dell’incidente. Iddon 83 Le foto più belle del GP di Finlandia Dominio assoluto di Cairoli sulla sabbia Finlandese. Ecco gli scatti che raccontano il week end a Hyvinkää dentro e fuori dalla pista di Massimo Zanzani 84 85 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 86 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross 87 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Motocross Media 88 89 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 90 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross 91 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross Editore: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. 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