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VITA
MONDO
10 FEBBRAIO 2012
Verso il voto
In manette
Lilia Shibanova, responsabile di
Golos, è stata arrestata all’aeroporto
di Mosca nell’imminenza del voto
per il rinnovo del parlamento russo.
E il suo computer è stato distrutto.
4 marzo
È la data fissata per le prossime elezioni
presidenziali in Russia. Il candidato
votato all’unanimità dal partito Russia
Unita è Vladimir Putin. L’unico organo
indipendente russo a monitorare la
trasparenza del voto è l’ong Golos (nella
foto, la responsabile Lilia Shibanova).
Intanto, in migliaia il 4 febbraio in tutta la
Russia hanno manifestato per elezioni
“libere ed oneste”.
Vladimir Putin
Attuale primo ministro, mira a riprendere
il posto attualmente occupato da Dimitrij
Medvedev, presidente della Federazione
Russa da quattro anni. Putin è già stato
presidente dal maggio 2000 al maggio
2008. Nel 2000 vinse con oltre il 52%
dei voti, nel 2004 superò il 71%.
I contendenti
Oltre a Putin, in campo quattro candidati:
due veterani della politica, Vladimir
Zhirinovsky e Gennady Ziuganov; un
leader non troppo esperto, Sergei
Mironov di Russia Giusta; un “volto
nuovo”, il miliardario Mikhail Prokhorov.
di Michela A.G. Iaccarino
Faccio una domanda da giovane e
stupida cronista: «Oltre all’arresto all’aeroporto di Mosca Sheremetevo di
Lilia Shibanova, responsabile della vostra ong, all’epoca delle elezioni parlamentari e alla distruzione del suo computer, altre intimidazioni sono state subite dai membri della vostra organizzazione?». La risposta non si fa
attendere ed è lunga quattro pagine: è
una lista, una semplice e interminabile
lista, dove caso per caso, regione per
regione, centinaia di giornalisti, membri, studenti o semplici collaboratori
dell’unica ong che si occupa di monitorare la credibilità e la trasparenza del
voto in Russia, sono stati minacciati,
arrestati, picchiati, licenziati per aver
denunciato le pressioni, le manipolazioni, le falsificazioni dei voti durante
le ultime elezioni di dicembre per la
Duma, nel Paese di quello che ormai
sempre più persone chiamano “lo zar”.
Ad Astrakan, come a Voronezh, come ad Irkutzk, come a Tomsk: uffici
con telefoni scollegati, connessioni internet tagliate, arresti immotivati. O
ancor peggio: pedinati e malmenati altri collaboratori per le strade di tutto il
Paese, da Pietroburgo alla Siberia, mentre il premier sorrideva dall’alto dei manifesti elettorali che annunciavano
«vmeste pobedim», uniti vinciamo. Il
nome dell’associazione di cui questi
cittadini fanno parte, Golos, ha un doppio significato: soprattutto “voce” – ma
pure “grido” – ed anche “voto”, meglio
“diritto di voto”. È il nome scelto da un
pugno di giornalisti, avvocati e cittadini, russi e coraggiosi, nel 2000 a Mosca per uno scopo preciso: «Elezioni libere, proprio come nel resto del mondo».
Nessun russo crede che il voto non
sia manipolato e uno su quattro si
informa esclusivamente dal web, ma
ciò non significa affatto che lo zar crolli
e abbandoni il potere. Ma neppure che
si torni al risultato standard della vecchia scuola russa, ovvero che nulla
cambi. Intanto sono chiamati a raccolta
Russia 2012
Nel fortino assediato di Golos,
la voce che Putin vorrebbe spenta
Arresti, violenze, minacce.
Tagli dell’elettricità, multe,
sfratti e attacchi hacker
ai siti internet. La ong
che ha fatto della
trasparenza del voto la sua
missione, è costantemente
nel mirino. Ma non
si scoraggia. E guarda con
ottimismo ai segnali che
arrivano dal mondo
della rete (e non solo)
i nashi, i giovanissimi putiniani, e a Ria
Novosti, la maggior agenzia di stampa
in Russia, è vietato «pubblicare notizie
che potrebbero nuocere al presidente
o al partito Russia Unita».
Attacchi amministrativi
No: non bastano le migliaia di blog di
sempre più cittadini russi che denunciano brogli e abusi di potere del governo, non basta l’attenzione dei media
Un numero di cittadini sempre
stranieri per le prossipiù ampio presta attenzione al risultato
me presidenziali del 4
ma anche al processo elettoralen
marzo, «nonostante il
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‘‘
ruolo cruciale giocato dai social
Sì, finalmente, uno spettro si aggira
network e internet in generale», dice per la Russia ed è lo spettro del dissenAndrej Butrin, direttore per il monito- so: dopo quasi un ventennio di regno
raggio delle elezioni di Golos, l’ong che indisturbato, lo zar deve confrontarsi
ha talmente spaventato Putin e i suoi adesso col volto inedito e coraggioso
che, seguendo i metodi della vecchia di una giovane e nuova Russia, una
scuola sovietica, hanno deciso di farla Russia Unita sì, ma contro di lui. Lui,
tacere. E senza neppure nasconderlo. che tiene strette le redini del governo
Sfrattati dalla loro sede di Mosca, senza russo da 17 anni, segretamente prima,
preavviso e senza motivo, e comunque pubblicamente poi. Eppure non ha la
in precedenza privati dell’energia elet- stessa potenza retorica degli anni pastrica “per oscuri motivi di
sati, la stessa forza intimidamanutenzione” fino al 6
toria che ha reso possibile la
qui Mosca
marzo, ovvero due giorni
durata del suo governo lidopo l’apertura dei seggi
berticida, che si palesa adeselettorali per la scelta del
so nella sua totale crudeltà
nuovo presidente, i membri
e cattivo gusto: «Mi informo
di Golos tengono duro e sorridono. Per- sulle ragioni dei contestatori, mi piace
ché nonostante «Putin cerchi di fermar- Kipling, mi interessa il popolo delle
ci attraverso risorse amministrative, or- scimmie», ha recentemente dichiarato
gani di governo, multe di migliaia di al tg russo l’amico fidato di Silvio Berrubli (l’ultima ammonta a circa 800mi- lusconi. Loro, i giovani delle piazze della euro), divieti e attacchi degli hacker la capitale, sarebbero – nella visione
al nostro sito», come spiega ancora Bu- del premier, dal retrogusto di guerra
trin, «alle prossime elezioni, che si fredda – sobillati dagli Stati Uniti: «Gli
preannunciano comunque imprevedi- Usa ci temono, impediamo loro di gobili, la situazione dovrà cambiare».
vernare il mondo, guardate cosa hanno
fatto a Gheddafi».
Ottimismo e minacce
Ne è convinta Lilia Shibanova: «La situazione è degenerata dopo il 4 dicembre, ma si afferma una certa forma di
ottimismo. Le prossime elezioni dovranno essere più trasparenti, perché
un numero di cittadini sempre più ampio presta attenzione al risultato ma
anche al processo elettorale. I segnali
che ci giungono dagli organi di governo, però, non sono tra i più confortanti:
le provocazioni contro i nostri attivisti,
la cattiva pubblicità contro di noi, sono
solo poche delle tante difficoltà con cui
continuiamo a convivere».
Nuovi registi
Putin, che giura di far sistemare webcam nelle cabine elettorali per garantire trasparenza, e di mollare la politica
in caso di sconfitta, è corso ai ripari assumendo nuovi registi per la sua campagna elettorale, nuovi image maker
per le sue mussoliniane e machistiche
maratone a dorso nudo sotto i fiocchi
di neve. Ma è caldo d’inverno a Mosca,
perché mentre infuria il buran, vento
gelido che arriva dall’altopiano siberiano, anche qui è primavera di piazze in
odore di libertà.
Getty Images
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