6.La prospera fabbrica del sesso NINO ROCCA

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6.La prospera fabbrica del sesso NINO ROCCA
La prospera fabbrica del sesso
di Nino Rocca
Mentre in Sicilia i negozi falliscono investiti dalla implacabile crisi economica dell’euro, mentre le
fabbriche licenziano e chiudono i battenti, la fabbrica del sesso prospera e va a gonfie vele.
Il suo fatturato annuale è da capogiro: 30.000.000 di euro. Quasi 28.000 euro al giorno.
Un fiume di denaro scorre sotto i nostri occhi e i clienti o drogati del sesso sono in aumento.
I protagonisti di questo miracolo economico sono le organizzazioni nigeriane della tratta.
Le operaie del sesso sono le nuove schiave che, a costo zero, lavorano giorno e notte nei viali della
favorita o sul lungo mare del foro italico, vendendo il loro corpo tutti i giorni dell’anno per pagare
“il loro debito” e riscattarsi dalla schiavitù.
Ci vogliono due tre anni per pagare dai 60.000 alle 100.000 euro, talvolta anche quattro o cinque
anni. E spesso, come risulta dal rapporto dell’UNICRI e dal ministero degli esteri, alla favorita, tra
le nuove schiave reclutate a Benin City ci sono diverse minorenni, più docili e più manovrabili dalle
loro “mamam”.
A Palermo ci sono più di 500 nigeriane ridotte in schiavitù per la fabbrica del sesso, sono esse che
producono queste cifre da capogiro, sono esse la forza lavoro delle nuove mafie che si sono radicate
da quasi dieci anni nel nostro territorio, dopo avere occupato le strade delle grandi città del nord
Italia e di mezza Europa.
Provengono quasi tutte da Benin City attraverso le carrette del mare o con documenti falsi in aereo
accompagnate dai loro carnefici, dalle mamam, arricchitesi sulla pelle delle povere ragazze vendute
dalle loro famiglie con la promessa di un avvenire migliore.
C’è qualcuno che possa ingenuamente pensare che “cosa nostra” che vede, sotto i suoi occhi, nei
suoi territori, scorrere questo inarrestabile fiume di denaro non abbia la sua parte e non controlli
questo enorme businesss?
Da 15 anni il “Pellegrino della terra” lotta per recuperare le ragazze dalla strada e offrire loro una
alternativa di vita. Da meno di un anno, a seguito della morte di due ragazze nigeriane Favour,
uccisa e poi bruciata da un cliente , (adesso consegnato alla giustizia), e Loveth trovata morta in via
filippo Iuvara una tragica domenica mattina tra i cassonetti dell’immondizia, si è costituito il
coordinamento anti-tratta che prende il nome dalle due ragazze morte tragicamente.
Il coordinamento costituito da oltre 20 associazioni non solo non vuole dimenticare le due ragazze
schiavizzate e morte sulla strada ma, vuole lottare per liberare dalla schiavitù le ragazze della tratta
non solo nigeriana ma anche rumena, albanese….
Il coordinamento chiede che scenda in campo l’istituzione non solo per reprimere e consegnare alla
giustizia gli schiavisti ma per debellare, nel nostro secolo, ancora una volta la schiavitù.
La lotta alla mafia è stata per il sindaco Orlando il cavallo di battaglia della primavera di Palermo
ora, dopo vent’anni, Orlando ritornato in campo non può ignorare che sotto i nostri occhi si
consuma una delle più vergognose violazioni dei diritti umani, la schiavitù di giovani donne e
ragazze in un mercato vergognoso ed indegno, gestito dalle nuove mafie emergenti.
Il sindaco Orlando non può ignorare che la mafia nigeriana, assieme alle altre mafie dell’est
europeo, ( rumena, albanese, ….) hanno preso piede nel territorio di Palermo, e come in tutte le
nazioni più ricche d’Europa, hanno esteso i loro tentacoli e inaugurato le nuove schiavitù nel nuovo
millennio.
Oggi è tempo che le Istituzioni prendano coscienza delle nuove organizzazioni criminali
transnazionali che occupano i nostri territori e intervengano con tutto il peso della loro autorità e
autorevolezza.
Le associazioni di volontariato continueranno a stare in prima linea giorno dopo giorno, perché
avvertiamo il senso morale che ci proviene dall’essere uomini consapevoli e liberi, perché “odiamo
gli indifferenti” come ci ricorda Antonio Gramsci:
“Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo
conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente,
di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non
dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.”
Nino Rocca del coordinamento antitratta Favour e Loveth