nesi di prêt-à-porter femminile è risultato chiaro un fatto

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nesi di prêt-à-porter femminile è risultato chiaro un fatto
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Alle recenti sfilate milanesi di prêt-à-porter femminile
è risultato chiaro un fatto: il
Made in Italy necessita di un
forte rilancio. Frida Giannini ci
rivela la sua strategia: spazio
ai giovani e alle loro idee,
applicare al mondo della
moda i vantaggi derivanti da
un uso intelligente delle nuove
tecnologie digitali e, non
ultimo, guardare verso Est.
Il futuro della moda
è on-line: parola di Frida Giannini
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d i C i n z i a M a lv i n i
F o t o g r a f i e FA B I O L O VIN O/C O N T R A S T O
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F
rida Giannini è appena diventata mamma di Greta.
L’arrivo della primogenita ha solo leggermente rallentato l’instancabile direttore creativo di ‘casa’
Gucci, che appena poche settimane prima del parto
salutava gli ospiti della sua sfilata milanese di prêtà-porter femminile per il prossimo inverno con
sguardo felice e pancione prominente.
Per Frida, il futuro potrebbe ricominciare proprio
da qui, da una figlia fortemente desiderata insieme
al suo compagno, Patrizio di Marco - presidente e
amministratore delegato della Casa fiorentina oggi
nel portafoglio del Gruppo francese PPR -, uomo
volitivo, determinato e con le idee chiare, proprio
come lei. Binomio tutto italiano - e di ferro - al vertice di uno dei marchi del lusso più carismatici ed
esclusivi del Made in Italy, con quartier generale
a due passi dal Cupolone, nel cuore di Roma.
Ma perché - si diceva - il futuro della moda ha a
che fare con la recente maternità di Frida? Perché
la piccola Greta appartiene, per classe anagrafica,
a quella digital generation alla quale Frida Giannini
affida anche le sorti dell’industria della moda.
“Moda e lusso devono restare ‘connessi’”, ha affermato in una recente intervista rilasciata all’International Herald Tribune. “I giovani dai 12 ai 24 anni
trascorrono on-line il 47% del loro tempo. Oltre a
farci tutti riflettere, il dato deve anche farci rendere conto di quanto sia importante aprire le porte
a questo tipo di comunicazione: i giovani sono i
nostri clienti del futuro”.
Il futuro è digital
Se, dunque, mescolare l’artigianalità al digitale
sembra essere oggi una delle formule per conquistare generazioni moderne e mercati emergenti
anche per una maison come Gucci, che affonda le
sue radici nel lontano 1921, per i più giovani desi­
g­­ner che si affacciano sulla scena, tutto sembra però
più complicato. “Ogni giorno ricevo curricula vitae
da parte di ragazzi che vogliono fare questo mestiere
- aggiunge Frida - e a loro non smetto mai di ripetere quanto si debba essere determinati: ho sempre pensato che per lavorare in questo campo serva
passione ma anche disciplina, necessarie en­­
trambe per poter ‘arrivare’”. Proprio come ha fatto
lei. Classe 1972, romana, cresciuta nel suo amato
quartiere di Monteverde, non lontano dal presti18
La Cina è un mercato
importantissimo ed è
anche un Paese molto
stimolante per noi stilisti.
Ho notato che le ragazze
osano molto. Non indossano più solo loghi su
loghi, ma oggi sanno
mixare in modo cool
proporzioni e colori”
FRIDA GIANNINI
Frida Giannini (Roma,
1972) si è diplomata all’Accademia di Costume e di
Moda di Roma. Nel 1997
ha iniziato a lavorare in
Fendi nel prêt-à-porter e,
in seguito, come stilista,
nella divisione Pelletteria.
Nel 2002 viene chiamata
alla Gucci come direttore
creativo per il settore
borse, ma successivamente le viene affidato
tutto il reparto degli accessori. Dal marzo 2005, in
seguito all’abbandono di
Alessandra Facchinetti,
anche il prêt-à-porter
donna passa sotto la sua
direzione. Dal gennaio
2006 è direttore creativo
di tutte le linee di prodotto
Gucci. Frida ama collezionare dischi in vinile: ne
possiede circa 8 mila.
gioso Palazzo Alberini affacciato su Castel Sant’Angelo e oggi sede dell’azienda della doppia ‘G’, Frida
Giannini ha cominciato la sua ascesa nel mondo
del fashion system partendo proprio dalla Capitale. Prima gli studi all’Accademia di Costume e di
Moda, poi gli stage e infine l’‘incontro fatale’ con
Tom Ford, il designer texano che nel 2002 la vuole
accanto a sé nell’ufficio Stile di Gucci. Il resto è cosa
nota: la strada di Frida si unisce sempre di più a
quella di un’azienda riconosciuta nel mondo per i
suoi simboli come i morsetti, il manico in bambù,
le fasce colorate in verde e blu, la stampa ‘Flora’,
amata allo stesso modo ieri da Grace Kelly e oggi
da sua nipote Charlotte Casiraghi, musa della campagna ‘Forever Now’, lanciata in occasione dei 90
anni della Casa fiorentina. Talento ‘no limits’, quello
di Frida, che, nel 2006, è stata inserita dal quotidiano americano Wall Street Journal tra le 50 donne
più autorevoli e potenti al mondo. “Leggere il mio
nome su quella lista fu per me un’emozione incredibile”, ricorda la designer, aggiungendo: “Non me
l’aspettavo e mi agitai moltissimo. Poco tempo
dopo andammo a Tokyo per l’apertura della nuova
boutique nel quartiere di Ginza. Mentre ta­­gliavo
il nastro, fuori c’era una fila di 1000 persone con
carta di credito in mano in attesa di entrare. Una
cosa mai vista neanche in America”.
Il paradosso ‘Far East’
Oggi è proprio a quei mercati cui guarda il domani
dell’industria della moda: un ‘Far East’ più accessibile per aziende e Gruppi consolidati ma che, per
contro, è un’utopia per i più giovani designer alla
ricerca di una propria strada: il disincantato senso
del commercio dei Paesi emergenti con potenziale
di crescita a doppia cifra, come la Cina, rischia di
tagliare fuori allo stesso tempo nuovi talenti e
aziende di dimensioni ‘domestiche’, incapaci
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SECONDO F RIDA GIANNINI ,
il futuro della haute couture è anche
la personalizzazione, magari avere
un personal shopper assistant che
seleziona per il cliente gli oggetti
migliori e invia le loro foto via email
con un link per comprarli con un clic.
Il tempo è, infatti, il vero lusso …
di competere a livello internazionale. Ed è proprio
qui, allora, che si inserisce, di nuovo, il ‘futuro digitale’ della moda. “L’importante è capire che questa è una nuova realtà che dà libero accesso sia
alla creatività giovane che ai brand del lusso”,
ribatte Frida. “Moda e tecnologia devono aiutarsi a
vicenda: in questo momento è difficile sia per i giovani farsi notare come per le aziende portare consumatori in negozio, ma è a questi ultimi che bi­­sogna
guardare, offrendo loro qualcosa di nuovo. Personalmente, probabilmente non comprerò mai un paio
di scarpe on-line, perché sento la necessità di provarle e vedere come mi stanno ai piedi, ma guardando i modelli e i colori on-line mi potrebbe venire
voglia di andarli a vedere da vicino, in boutique. E
così per gli aspiranti designer: le community web
aiutano a far circolare nomi, idee e talenti altrimenti
oscurati dall’economia dei tempi”.
Ridisegnare scenari dove il Made in Italy torni nel
futuro a fare la parte del leone che gli compete, sembra essere intanto la missione dei ‘big’ della moda
milanese. Durante le ultime sfilate di prêt-à-porter femminile ha fatto scalpore la petizione-provocazione di Donatella Versace: “Milano sta perdendo
smalto. Venite tutti a casa mia e mettiamoci intorno
a un tavolo a discutere il rilancio”, ha dichiarato ai
poteri forti della moda la platinata stilista nonché
direttore creativo dell’azienda della Medusa. Un
invito rivolto a Miuccia Prada, Giorgio Armani,
Domenico Dolce e Stefano Gabbana e naturalmente
a lei, Frida Giannini.
Non ho dubbi
sulle potenzialità
offerte dal web e
dai media digitali.
Aiutano a creare
una vera interazione
con i clienti”
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