“L`alpone” III trimestre 2009 in formato PDF

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“L`alpone” III trimestre 2009 in formato PDF
l’alpone
Autorizz. del Tribunale di Verona del 3 luglio 1986 - R.S. 705 - Sped. in abbonamento Post. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Verona da Verona C.M.P. - 50% - Trimestrale di informazione e cultura - Anno 24 - N. 3 - Settembre 2009 - Recapito a cura dell’Ente Poste Italiane
Saluto del Presidente
Anche quest’anno la Pro Loco si
appresta ad organizzare “la 74ª
Sagra delle Castagne” uno dei
momenti più importanti per la Pro
Loco e per il nostro paese, un appuntamento che accompagna la
vita e la storia di San Giovanni
Ilarione da poco meno di un secolo
e che, malgrado gli anni, trova ad
ogni edizione nuovi motivi di interesse e di divertimento.
Come il progamma testimonia,
sono molte le iniziative che animeranno la manifestazione con il preciso intento di venire incontro ai
gusti di tutte le età e le condizioni
sociali, perché la Sagra è la festa di
tutti, di chi abita in paese e di chi
ha vissuto qui la sua giovinezza e
ora vi ritorna per reincontrare la
propria gente; ed è la festa anche
dei tanti semplici visitatori che da
anni o per la prima volta si avvicinano alla Sagra delle Castagne.
Una parola in più quest’anno, oltre
al grazie rivolto a tutti coloro che
lavorano per rendere sempre migliore la nostra sagra (collaboratori, associazioni, semplici cittadini
che mettono a disposizione tempo,
strumenti e capacità, aziende e
sponsor), vorrei spenderla per il
tradizionale “Libretto della Sagra”,
che sappiamo essere da tutti molto
atteso. Quest’anno si è voluto dare
importanza agli artisti locali (pittori, scultori, poeti), persone nate o
venute ad abitare in mezzo a noi
che evidenziano capacità e passioni artistiche che rischiano di passare inosservate. Il bello della pubblicazione è che si trovano così accostate personalità molto diverse fra
di loro, senza alcuna distinzione di
meriti raggiunti o da raggiungere:
alcuni sono giovani, altri adulti o
anziani, altri da tempo hanno
lasciato il loro ricordo nelle loro
opere. Ad accomunarle, oltre alla
passione per l’arte, è l’affetto che li
lega a San Giovanni Ilarione. E
questo merita un grazie da parte di
tutti noi.
Buona Sagra a tutti!
FRANCO CAVAZZOLA
Pro Loco • San Giovanni Ilarione (VR)
Centenario (1909-2009) della consacrazione
della Chiesa di Santa Caterina in Villa
Domenica 6 settembre scorso, con
una celebrazione solenne presieduta dal
vescovo di Vicenza mons. Cesare Nosiglia, è stato festeggiato il centenario
della parrocchia di Villa, consacrata il 7
settembre 1909 dal vescovo di Treviso
mons. Francesco Longhin.
Ripercorriamo ora brevemente le
varie fasi della costruzione della chiesa.
L'idea di innalzare una nuova chiesa
maturò nel maggio del 1900 grazie
all'impegno e
alla volontà dell'allora parroco
don Francesco
Trecco, che affidò la progettazione e la direzione dei lavori
all'ingegnere
Marchioro.
I paesani si
offrirono volontari per scavare
le fondamenta.
Per
prima
venne completata la facciata,
che comportò la
demolizione di una parte dell'abside
della vecchia chiesa, ultimata nel 1906.
Essa è divisa in 3 settori da pilastri
che contraffortano le testate delle navate
interne. Orizzontalmente risulta tagliata
da una fascia ricorrente a livello del fregio del portale. In alto, centralmente,
campeggia un grande rosone. A coronamento, si notano archetti pensili e, sulla
cornice, cinque pinnacoli con relative
guglie.
La Pro Loco di San Giovanni Ilarione
con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale
organizza
SAGRA DELLE CASTAGNE
8-9-10-11-12 OTTOBRE 2009
Giovedì 8 ottobre
Ore 20.00
Presso il Teatro Parrocchiale convegno con tema
Val d’Alpone: Un Territorio da Gustare.
Idee a confronto.
Venerdì 9 ottobre
Ore 20.00
Ore 21.00
Apertura Chioschi
Piazzale della Chiesa Discoteca AFRO con DJ YANO
Sabato 10 ottobre
Ore 16.00
Ore 16.30
Ore 17.30
Ore 18.00
Ore 22.00
Ricevimento delle Autorità presso la sede Municipale
Sfilata con la Banda Musicale “GIUSEPPE VERDI” di Montecchia di
Crosara e S. Giovanni Ilarione
Visita agli stands della Mostra Artigianale in piazza Aldo Moro e alle
mostre di pittura
Inaugurazione della sede ristrutturata gruppo anziani presso gli
impianti sportivi
Castagnata per tutti presso gli impianti sportivi
Piazza della Chiesa Radio RSB Out Music Power con DJ Silvano e
Animazione con ballerine
Domenica 11 ottobre
Ore 15.00
Ore 16.00
NON GETTARE IL TUO BAMBINO:
TELEFONA !!
Ore 17.00
Ore 21.00
Sfilata per le vie del paese della Banda Musicale “Roccamalatina,
Guiglia Modena” con le Contadinelle in costumi tipici e concerto in
Piazza della Chiesa
BATTITURA DEI “MARONI” nel castagneto con degustazione di
“Polenta e Scopeton” per tutti i presenti
Palio delle Rane con Carriola
Piazza della Chiesa Orchestra spettacolo “Meri & Elisa”
Ballo liscio su pista, musica anni ’60-’70-’80 e latino americano
oggi la nostra chiesa.
Vennero quindi erette le pareti e preQueste brevi note storiche sono state
disposte le numerose vetrate finemente
maggiormente approfondite nella
decorate.
mostra fotografica che è stata allestita in
Nell’agosto del 1909 venne ultimata
oratorio.
la demolizione della vecchia chiesa ed il
L’attuale chiesa di Santa Caterina in
successivo 7 settembre venne solennemente consacrata quella nuova.
Tante persone delle
parrocchie vicine contribuirono alla realizzazione dell’importante opera con offerte in
denaro, donazioni o
prestazioni d’opera.
Una particolare nota di merito va certamente a don Francesco
Trecco che contribuì,
anche con denaro proprio, a sostenere parte
delle spese.
Don Augusto Zorzi,
chiamato a succedere a
don Trecco, realizzò il
pavimento a marmette
bianche e rosse, con
l’evidente intento di
richiamare il disegno
della facciata.
Con don Antonio
Antoniol venne completata la decorazione
pittorica della chiesa.
Nel 1963 fu installato anche l’impianto
di riscaldamento.
Il vescovo Cesare Nosiglia e don Elio Nizzero.
Con don Francesco
Villa sostituisce una preesistente capMeneghello, che succedette a don
pella risalente ai primi decenni del quatAntoniol, furono acquistati 140 banchi
trocento, abbattuta all’inizio del XX
in noce, nel 1975 fu rifatto il presbiterio,
secolo, quasi certamente dedicata a
venne restaurato l’oratorio, mentre i
Santa Caterina d’Alessandria, per fare
confessionali furono collocati in sacrespazio alla erigenda nuova chiesa.
stia, furono restaurate le pregiate vetrate
Ma come era la vecchia chiesa?
e sopraelevato il vecchio campanile su
Da quanto ne sappiamo e da quello
cui sono state situate le nuove campane.
che si può vedere dalle poche fotografie
Con l’attuale parroco, don Elio Nizdell’epoca, doveva trattarsi di un edifizero, continuano le migliorie, a comincio non molto grande e con il tetto a
ciare dalle luci fino al restauro del tetto,
capanna.
cercando di coinvolgere i fedeli nella
All’interno un’unica navata, in origicura dell’edificio che rappresenta la
ne rettangolare, con una piccola abside
forza di una comunità che cresce, che si
esagonale, come dimostra la tela di
evolve, e si matura nella fedeltà agli
Giuseppe de Curtis conservata nell’atantichi valori di fede che hanno spinto
tuale oratorio.
gli abitanti del primo novecento a desiderare con fervore la loro chiesa, che è
continua pag. 2
“
La Redazione del Giornale formula sincere congratulazioni
al sindaco, Domenico Dal
Cero, per la sua elezione a
Consigliere Provinciale.
Lunedì 12 ottobre
Ore 10.00
Ore 21.00
ore 23.00
Sede S.O.S. di San Giovanni:
Piazza Martiri, 1
Anno 24 - N. 3
Settembre 2009
“
www.ilarione.it
DURANTE
Piazza Aldo Moro - Dimostrazione pratica della Lavorazione del formaggio
Serata musicale con l’Orchestra spettacolo “Rossella Ferrari e i Casanova” Ballo liscio su pista, musica anni ’60-’70-’80 e latino americano
Grandioso spettacolo pirotecnico “ROSSINI”
CHIOSCHI
CON PRODOTTI TIPICI LOCALI
LA MANIFESTAZIONE FUNZIONERANNO
ENOGASTRONOMICI
L’Amministrazione
Comunale
Volontariato
INFORMA
PAG. 6
ASSOCIAZIONI
PER L’ABRUZZO
PAG. 4 e 9
L’ALPONE 2
ISTA
V
R
E
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I
L’
C’era una volta un grande podere...
Con le nostre interviste – l’iniziativa
va avanti da circa quindici anni – abbiamo voluto sentire concrete testimonianze per dimostrare che a San Giovanni
sono radicate alcune tendenze, abitudini
ataviche caratteristiche, che hanno costituito anche l’ossatura dell’economia
locale. Siamo partiti ricercando la continuità tra padri e figli nella gestione delle
strutture produttive, senza distinzione
alcuna: attività agricole, artigianali e industriali.
Abbiamo quindi ricercato l’imprenditorialità nel mondo agricolo per dimostrare che anche i contadini non si
accontentavano più di conferire le ciliege al mercato e l’uva alla cantina sociale, dal momento che molti avevano scelto di integrare le produzioni agricole
prevalenti con altre fonti di guadagno,
quali gli allevamenti e la vivaistica,
soprattutto quando i cespiti dell’attività
agricola non bastavano più a fronte ai
crescenti consumi imposti dal ritmo
della vita moderna. Anche in questo
caso si è trattato, e si tratta, di un fenomeno abbastanza diffuso al quale sono
state date soluzioni diversificate.
In linea di massima all’origine c’era
un podere consistente che nel tempo ha
subito più frazionamenti dovuti all’ereditarietà. Tre le soluzioni, in genere.
adottate: l’acquisto di altri campi da coltivare, l’affiancamento di altre attività
produttive allo “zoccolo duro” dell’attività agricola o la ricerca di un lavoro da
dipendente.
Una dimostrazione l’abbiamo cercata, e trovata, facendo visita alla famiglia
di Ernesto Rivato e dei figli Ignazio e
Valeriano. Con loro vive Angelina, soda pag. 1
Centenario (1909-2009) ...
Rispetto ad altre chiese tardo-gotiche
dell’area culturale vicentina, essa evidenziava una notevole sobrietà.
Il campanile, su base quadrata e
coronato da una tozza cuspide, la sovrastava di poco.
Nonostante i consueti interventi conservativi riguardanti i quadri, gli altari
ed il campanile, ed alcune migliorie, nel
1718 il parroco pro tempore segnalava
alla curia che Santa Caterina in Villa
rischiava di cadere in rovina e chiese
addirittura al Vicario Generale il permesso di demolire la costruzione fatiscente.
Nel 1740 la famiglia Balzi donava
l’area per ampliare il presbiterio e lo
edificava a proprie spese su base rettangolare, allo scopo di sistemarvi al centro
la tomba di famiglia.
Lo stato generale dell’edificio, tuttavia, rimaneva precario soprattutto per
quanto riguardava il tetto ed il pavimento.
Pur divenendo sede di parrocchia
autonoma con decreto reale dell’otto
giugno 1889, il destino dell’antica chiesa era ormai segnato: anche il muro del
coro stava crollando.
Si decise così di costruirne una
nuova, posizionata dietro quella vecchia, della quale avrebbe richiamato la
forma, opportunamente ampliata.
Il 9 settembre 1901 venne posta e
benedetta la prima pietra dell’attuale
edificio.
Chiediamo un parere riguardo i
festeggiamenti del primo centenario
Ernesto, Ignazio e Valeriano.
rella di Ernesto, poliomielitica fin dall’età di sei anni. Per capire meglio la
trama della nostra storia conviene partire con un “c’era una volta” Leonardo
Rivato, defunto 43 anni fa lasciando ben
10 figli di cui tre religiosi tra i quali
mons. Angelo, vescovo in Brasile. L’originaria azienda agricola fu suddivisa
tra Ernesto e il fratello Guglielmo. Un
ulteriore frazionamento è stato effettuato tra Ignazio e Valeriano, figli di Ernesto. In pratica, in poco più di quarant’anni l’antico podere è stato diviso in
quattro parti. Ciò giustifica anche il
fatto che Ernesto e il figlio Ignazio
abbiano lavorato per oltre vent’anni il
primo e per 13 anni il secondo presso la
ditta AIA.
Alle domande padre e figlio rispondono quasi all’unisono – sono, tuttavia
della parrocchia all’attuale parroco don
Elio Nizzero.
Egli ci racconta che innanzitutto la
festa è stata anticipata di un mese rispetto al programma iniziale, a causa dell'impossibilità del vescovo a partecipare
alle celebrazioni, ed il poco tempo a
disposizione ha provocato qualche
disguido organizzativo.
E continua dicendo: “La chiesa è un
luogo di incontro che in 100 anni ha
avuto momenti molto importanti nella
vita religiosa e sociale della nostra
comunità. Nella nostra parrocchia in
questi 100 anni sono passati molti parroci e molti sacerdoti, ed ognuno ha
lasciato una traccia importante del suo
passaggio. Il primo parroco, don
Francesco Trecco ha molto lavorato e
tribolato per l'edificazione della chiesa,
e ci ha pure messo del suo.
Anche don Francesco Meneghello ha
avuto una bella idea facendo tumulare le
spoglie mortali di don Trecco nella sua
chiesa. In occasione dei festeggiamenti
del centenario abbiamo fatto scolpire
una riproduzione in miniatura della facciata della chiesa con nel rosone un altorilievo raffigurante don Trecco; l'opera è
stata apposta sul muro davanti l'urna che
contiene le sue spoglie. Credo che que-
Don Francesco Trecco.
sto sia un doveroso omaggio al fondatore della parrocchia ed il modo migliore
per celebrare i suoi primi 100 anni”.
Don Elio così conclude: “Se la vita
cristiana e le famiglie della parrocchia
sono ancora solide, vuol dire che la
gente della parrocchia è ancora solida e
che i sacerdoti hanno lavorato bene e
con grande impegno. Sono onorato di
poter celebrare come parroco i primi
cento anni della parrocchia; per me è un
grande privilegio poter celebrare il raggiungimento di questo importante traguardo".
ANGELO PANDOLFO
prevalenti le risposte di Ignazio – ma
negli occhi di papà Ernesto si legge la
consapevolezza di avere una bella famiglia unita. Significativa una sua precisazione: “Ignazio ha casa propria, ma
mangiamo sempre tutti assieme ... ognuno sa dov’è la sua proprietà ma ci aiutiamo nel lavoro”.
A quando risale la scelta della floricoltura?
Al 1989, quando i cespiti dei campi
non bastavano più per mantenere la
famiglia e bisognava decidere: o continuare a lavorare come dipendente, o
mettersi in proprio con un’attività che
fosse attinente all’agricoltura.
Oggi come risulta strutturata l’azienda?
Personalmente, insieme a mia
moglie, mi occupo delle serre per la flo-
ricoltura e la vendita diretta in serra dei
fiori e delle piante da appartamento.
Importante è la collaborazione con mio
fratello Valeriano. Lui è perito e si interessa prevalentemente di giardinaggio.
L’attinenza con la floricoltura è evidente. I campi vengono coltivati assieme
mentre le attività non strettamente agricole, che oggi sono diventate prevalenti,
vengono gestite separatamente.
A proposito di tempo... quanto ne
viene dedicato all’attività agricola?
Difficile calcolare. Una volta i campi
assorbivano interamente l’attività lavorativa dei contadini. Oggi possiamo tranquillamente affermare che per l’80% il
lavoro viene assorbito dalla floricoltura e
un 20% dalla coltivazione dei campi. Non
va, tuttavia, dimenticato che un tempo
erano le braccia umane le vere protagoniste della fatica nei campi. Con l’avvento
della tecnologia è diminuita la fatica ma,
nel nostro caso, è diminuito anche il
tempo da dedicare all’agricoltura.
Entriamo un po’ nel dettaglio del lavoro… in serra?
Ben volentieri. La potenzialità produttiva è molto interessante. Riusciamo
a sfornare (si fa per dire) circa 90.000
piante in un anno. Trentamila per ogni
ciclo produttivo trimestrale: primule e
viole a settembre/ottobre, gerani a gennaio/febbraio, ciclamini a maggio/giugno. La maggior parte delle piante prodotte viene venduta direttamente in
azienda. Ciò che rimane entra nel mercato all’ingrosso per essere venduto a
grosse ditte specializzate nel settore.
Stiamo parlando di decine di migliaia di piantine, ma da dove vengono
tanti clienti?
Prevalentemente dalla vallata del
Chiampo e dalla Val d’Alpone. Un buon
numero tuttavia, viene anche dalla Val
d’Illasi e da Verona;
Quale tipo di pubblicità ha adottato
per farsi conoscere?
Nessuno, in particolare. Prevalentemente il cosiddetto “passaparola”. Io
penso che la migliore pubblicità sia
quella che fanno gli stessi clienti quando sono contenti del trattamento e della
qualità del prodotto. Spesso aderisco a
proposte che vengono dalle Pro loco
della zona attraverso pubblicazioni predisposte in occasione di feste locali. A
proposito, sono anche inserzionista del
giornale “L’Alpone”.
In che modo ha inciso la crisi in atto
sulla sua attività?
Non ho notato grandi cambiamenti
negli ultimi due anni, da quando cioè si
è cominciato a sbandierare lo spauracchio della crisi. Forse sarà perché non si
tratta di grandi importi, se presi singolarmente. Quando una famiglia desidera
un fiore se lo compera nonostante la
crisi. Forse sarà anche per lo spirito che
anima noi italiani. Un po’ di romanticismo ce lo portiamo ancora addosso, per
fortuna.
Voi vendete anche piante da appartamento che hanno prezzi ben più elevati: il
discorso sulla crisi vale in questo caso?
Credo proprio di sì. Quando una persona vuole un fiore se lo compera. Non
abbiamo notato significativi cali nelle
vendite delle piante. Semmai si nota una
maggiore attenzione alla qualità del prodotto. Ma per questo non abbiamo problemi. La qualità è il nostro impegno e il
monte Biron che ci sovrasta è il nostro
marchio di garanzia.
A proposito di continuità ... e i suoi
tre figli?
Spero che almeno uno si innamori
dei fiori di papà!
DELIO VICENTINI
Viaggio a Lourdes con Unitalsi
dal 13 al 19 aprile 2009
Il giorno di Pasquetta dalla stazione ferroviaria di VR è partito un pellegrinaggio organizzato dall’UNITALSI per andare a Lourdes, a cui
abbiamo partecipato anche noi da S.
Giovanni Ilarione. Il nostro gruppo
era formato da Santina, come ammalata, che fino a pochi anni fa prestava servizio volontario come “sorella”, Bertilla, Silvia, Rosanna, Pia,
Silvana, Mario, Maria e poi come
loro prima esperienza di volontari
“Sorella Laura” e “Barelliere Luca”.
Il pellegrinaggio è iniziato appena
saliti sul treno condividendo reciprocamente le nostre emozioni con persone estranee, ammalati, pellegrini.
Dopo 18 ore di viaggio siamo
arrivati a Lourdes. Grande gioia e
stupore da parte nostra nell’osservare dal vivo e da vicino volontari
“Barellieri” e volontari “Sorelle”. La
grande maggioranza di questi volon-
Il tour del Portogallo sul percorso
dei pellegrini.
Ecco il gruppo in
posa davanti alla
cattedrale di San
Giacomo a Santiago de Compostela.
L’appuntamento è
per l’anno prossimo agosto 2010
con il tour dell’Olanda, il primo
giorno sarà a Chaleroi incontrando i
nostri emigrati ilarionesi. Chi è interessato a questa
gita chiami il
348 7490305.
tari sono giovani dai 18 anni in su.
Significa che anche i nostri giovani
di adesso hanno in cuor loro l’amore
per il prossimo.
È stata una settimana di molti
impegni religiosi e spirituali che ci
hanno fatto sentire la presenza e l’esistenza di una “Grande Madre
Maria” che attraverso “Bernardette”
una ragazzina umile, ignorante,
povera ci dice “Non vivrò nemmeno
un istante senza amore”.
Attraverso questa esperienza tutti
noi dentro al nostro cuore abbiamo
qualcosa in più, qualcuno la chiama:
Gioia, Ricchezza, Serenità ecc. Non
pensiamo più solo a noi stessi e
abbiamo sentito che siamo comunione con tutti gli altri cioè fratelli e
figli di una sola “Grande Madre
Maria”.
Noi siamo tutti contenti di aver
partecipato a questo pellegrinaggio e
auguriamo di fare questa esperienza
anche a chi ci sta leggendo.
LAURA REGAZZIN
SILVANA VANZO
L’ALPONE 3
Ex allievi Salesiani a Torino:
l’amore per don Bosco
Il tempo delle ferie viene giustamente indicato come momento di riposo, di
relax, un momento di recupero delle
forze fisiche e mentali ma gli ex allievi
di don Bosco, attraverso gli organizzatori, han voluto dare una chiave di lettura
più completa, più pregnante, più piena.
Momento di riposo fisico si, ma anche
momento di riflessione e di recupero dei
valori umani e spirituali. Ed ecco allora
l’allegra brigata, accomunata dallo stesso spirito e dallo stesso desiderio di
respirare nuovamente l’aria vissuta da
ragazzi negli istituti salesiani, avventurarsi, alle 5.30 del 25/07/2009, verso
Torino, campo di lavoro di San Giovanni
Bosco e dove le sue opere parlano di lui,
per poi portarsi a Castelnuovo, paese
natale del Santo.
Viaggio di andata sereno, con conversazione di carattere leggero ed attuale, anche se sulla fronte della maggior
parte, e solo per chi ancora ne era in
possesso, i capelli grigi ricordavano
l’età media dei partecipanti. Tabella di
marcia perfettamente rispettata, come
pure ampiamente soddisfacenti le spiegazioni della guida ufficiale interna, il
prof. Raffaele Sartori, ex degli anni ‘50
e ‘60-, che brillantemente ha illustrato la
figura di don Bosco nel suo tempo, nella
vita politica e sociale della Torino, allora capitale. E così si è arrivati alla
Basilica di Maria Ausiliatrice. Ad attenderci sul piazzale antistante, veramente
una lieta sorpresa, le sorelle FMA Rina
e Clara Coffele, venute dalla loro casa
appositamente per salutarci, partecipare
con noi alla S. Messa, nella chiesa di S.
Francesco di Sales, la prima costruita da
don Bosco, e che ha visto nascere e
muovere i primi passi la congregazione
salesiana. Il sacerdote officiante, il ns.
parroco don Elio che volentieri ha accettato l’invito al pellegrinaggio ed è stato
figura portante per l’intera giornata, ha
voluto mettere in risalto l’amore di don
Bosco verso i giovani, puntare in positivo su di loro, facendo un parallelo con i
ragazzi attuali, che non differiscono, se
non per i mezzi a disposizione, da quelli di allora. Anche adesso i ragazzi sono
assetati di giustizia, anche se animati a
volte da una sana contestazione. Il luogo
comune di dire che la gioventù è tutta
cattiva lascia il tempo che trova. Nessun
ragazzo, nessun giovane è tanto cattivo
da non nascondere dentro di sé qualche
cosa di buono, di utile, di positivo.
Dobbiamo cercare di vedere, di valorizzarne il lato migliore. Il catastrofismo
ha sempre fatto regredire la storia ed ha
sempre bloccato il nascere di grandi
valori. Questo il messaggio del nostro
parroco, che poi è anche il messaggio di
don Bosco.
Toccante la visita alla chiesetta, illustrata a fine messa con grande competenza da sr. Rina, che ha voluto dare il
suo contributo alla buona riuscita della
giornata, ma più intima e commovente
la Cappella Pinardi, in origine tettoia,
ove il Santo faceva catechismo, scuola,
radunava i ragazzi e riusciva a far loro
capire che erano amati da Dio, che Dio
aveva un progetto anche su di loro. E
questo amore di Dio verso i ragazzi,
specialmente i più umili, i più poveri, i
più abbandonati, lo si è visto negli oratori, nelle grandi opere salesiane sparse
i tutto il mondo, nella maestosità e bel-
lezza della Basilica di Maria Ausiliatrice, ove riposano San Giovanni Bosco,
San Domenico Savio, Santa Maria
Domenica Mazzarello, lo si è respirato
nella visita alle camerette del Santo fondatore, ove, attraverso un filmato, viene
riproposto il suo messaggio educativo.
Egli ci fa ancora capire che la santità
non è necessariamente cosa da eremiti o
riservata solo alla clausura; per essere
santi bisogna essere allegri, traspirare e
manifestare all’esterno l’amore di Dio,
un amore dinamico, vissuto, contagioso,
che trasforma, come nel sogno avuto 9
anni. Poi tutti a pranzo, al Colle don
Bosco, risollevando abbondantemente le
energie perdute. La visita al tempio
monumentale, la casetta natia ed il contesto circostante, che hanno permesso il
sorgere di questo profondo educatore
hanno chiuso la visita ufficiale, ma non
il pellegrinaggio, perché una deviazione
alla vicina Mondonio, sempre fraz. di
Castelnuovo, ci ha portato a visitare la
casetta dove è morto San Domenico
Savio, l’allievo prediletto da don Bosco,
quello che più intensamente ha raccolto
il messaggio di farsi santo attraverso
l’allegria e il compiere bene il proprio
dovere.
Nel ritorno, l’entusiasmo dei partecipanti affiorava in ogni discorso, le contagiose ed allegre arguzie delle signore
presenti hanno tenuto il morale alto ed il
direttivo ex allievi ha lanciato nuove
idee, proposte per nuove realizzazioni,
ricordato gli impegni futuri.
L’importante tuttavia, al di là delle
manifestazioni esterne, è stare uniti,
interiorizzare gli insegnamenti di don
Bosco e condividerli con coloro che ci
stanno vicini, in famiglia, sul posto di
lavoro, nel campo sociale ove siamo
chiamati ad operare, perché anche noi
possiamo essere portatori di grazia e di
allegria.
GIANNI SARTORI
Folla di ragazzi al palasport di Vicenza
per “Cresimandinsieme 2009”
Archivio Parrocchiale
Ecco il locale, completamente ristrutturato e arredato, che costituisce la
nuova sede dell’Associazione “Noi” di Castello e ospita anche l’archivio parrocchiale, i cui documenti e
registri sono stati collocati
entro capienti e sicuri armadi, appositamente realizzati. L’inaugurazione ufficiale
è avvenuta il 28 giugno
scorso, in occasione della
Sagra di San Giovanni Battista, alla presenza delle autorità locali, religiose
e civili, e di un buon numero di fedeli. Nel corso della cerimonia il prof.
Mario Gecchele ha illustrato finalità e funzioni dell’archivio storico, che contiene, fra l’altro, documentazioni risalenti alla fine del ’600, di capitale
importanza per la storia di tutto il paese di San Giovanni Ilarione.
Vittoria Ciman 2 marzo 1927.
Ha festeggiato i suoi primi 82 anni con le sorelle: Angela, Luigina,
Maria, Agnese e con il fratello Pietro. Auguri
Agenzia Immobiliare
Studio di Consulenza
Gruppo di Santa Caterina in Villa - S. Giovanni Ilarione.
Incontro del Genio
Pionieri Tridentina
(Caserma Vodice)
Dopo 44 anni dal servizio militare, alcuni amici si sono ritrovati
Il 07/06/2009 si sono incontrati a
Castello militari ed ufficiali della caserma “Vodice” di Bressanone, per trascorrere una giornata in allegria e ricordare
la vita passata assieme.
Con la collaborazione del Gruppo
Alpini di San Giovanni Ilarione e alcuni
amici, hanno organizzato la giornata
aprendo con un rinfresco per accogliere i
partecipanti e le autorità. Successivamente tutti si sono ordinati (come 44
anni fa) per la sfilata verso la chiesa. Il
parroco don Diego, militare della
Vodice, ha celebrato la S. Messa allietata dal molto apprezzato coro “Biron”. Al
termine, fuori dalla chiesa: foto ricordo e
poi tutti al ristorante Zoccante per concludere la giornata. Interessante notare
che parecchi non si rivedevano da 44
anni. Alla manifestazione hanno partecipato circa 150 persone. Ringraziando il
parroco don Angelo, il coro, il Gruppo
Alpini e chi ha collaborato, diciamo: alla
prossima.
GIOVANNI GECCHELE
ERRATA CORRIGE
Si segnala che sul n° 2 – giugno 2009 de “L’Alpone” , nell’articolo dedicato alla Marcia tra i ciliegi, è stata erroneamente riportata la notizia che l’incasso della vendita di pane e vino è stato devoluto a favore della Associazione AIDO. In realtà l’incasso è stato utilizzato per coprire le spese della
marcia stessa.
LUCIA BURATO
Il 24 maggio alle ore 21.00 presso il teatro parrocchiale di Santa Caterina in Villa si è svolto il saggio musicale con gli allievi della scuola Rossini di Recoaro, diretta dal maestro Bertolini con i suoi professori di musica. Sul palco, i ragazzi partecipanti al corso di pianoforte, fisarmonica, chitarra e pianola.
PRESSO IL MUNICIPIO SONO APERTE LE ISCRIZIONI PER L’ANNO
DI MUSICA 2009-2010
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mediatore professionista ruolo 2155, perito ed esperto ruolo 423
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Tel. 045 674 500 10 - Fax 045 65 44 140
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L’ALPONE 4
Un nuovo capitello dedicato a Santa Libera
Nei pressi di contrada Scandolaro
Il nuovo capitello dedicato a Santa Libera.
Nel corso di una bella serata e con
una cerimonia semplice ma molto partecipata, è stato inaugurato il capitello
dedicato a Santa Libera (più precisamente S. Maria Liberatrice), non lontano da quell’antico capitello dalla stessa
intitolazione, che tre anni fa è stato rifat-
to nelle sue linee essenziali, su iniziativa dell’amministrazione comunale, e
riposto dopo tanti anni di assenza nei
pressi del luogo originale. Alla S.
Messa, presieduta da don Cesare Ciman
e animata dal coro “El Biron”, è seguita
la benedizione della bella statua della
SA
PAR
6
P2
7
WC
C
10
P1
M
CRI
P
1
9
2
3
8
P3
SP
8
4
CC
COM 5
GM
SC
8
5
PS
SB
SP
11
F
PAR
5
San Bonifacio
a
Vestenanov
Torrente Alpone
… E si, ci siamo ancora! Anche se in
formazione ridotta rispetto agli inizi, l’associazione “Protezione ambientale e civile
Verona”, il primo gruppo di protezione
civile nato a San Giovanni Ilarione, è in
piena attività. Siamo presenti in vari comuni della provincia quali San Giovanni
Lupatoto, Bussolengo, Povegliano, Verona
e in alcuni comuni del lago di Garda.
Attualmente operiamo solamente nei
grandi eventi, ricordiamo l’arrivo del Papa
a Verona, i mondiali di ciclismo, il giro
d’Italia, i concerti allo stadio, le manifestazioni sportive sul lago di Garda ecc.
Inoltre garantiamo turni di reperibilità e
di monitoraggio durante alcuni fine settimana per l’antincendio boschivo, come
previsto dalla convenzione stipulata con il
Servizio Forestale Regionale.
Ma, soprattutto siamo sempre pronti in
caso di calamità naturali.
Infatti ci siamo recati nei luoghi del
sisma dell’aprile scorso con una trentina di
volontari, due dei quali, Mirco Meneghini
e Roberto Zoccante, nostri concittadini.
Erano impegnati al campo di Santa
Rufina, interamente gestito dai volontari
della provincia di Verona, con mansioni di
direzione, logistica,e segreteria con qualche intervento di appoggio ai vigili del
fuoco.
Quest’esperienza è stata per tutti faticosa, ma coinvolgente, toccante e molto
EVENTO ECCEZIONALE ...
Piantina “Sagra Castagne”
con le varie segnalazioni
Castello
Madonna, opera dello scultore Enrico
Pasquale di Crespadoro; alla fine, un
rinfresco ben gradito da tutti ha chiuso
in bellezza la serata.
Il nuovo capitello, costruito dalla
famiglia Zanconato, è ben visibile da
chi passa per la strada e nelle intenzioni
dei proprietari vuole esprimere un sentimento di riconoscenza per la protezione
che la Vergine ha sempre dimostrato
verso la popolazione del luogo: il legame ideale con l’omonimo e più antico
capitello vuole essere simbolo di questo
sguardo affettuoso di Maria che abbraccia tutta la zona e le famiglie ivi residenti, come fa una madre verso la propria figlia.
La statua è conservata all’interno di
un’elegante edicola dalle forme aggraziate e ben proporzionate, contornata da
alcuni elementi architettonici e floreali
(una pianta dall’ombra generosa, una
fontanella in pietra scolpita) che rendono ancora più attraente per il visitatore
l’intera struttura.
DARIO BRUNI
Protezione Ambientale e Civile Verona
Sabato 29 agosto 2009 la parrocchia di
Santa Caterina in Villa di San Giovanni
Ilarione è stata interessata da un fatto insolito e probabilmente unico nella sua storia,
come raro comunque è trovare similitudini
in quanto accaduto anche a livelli territoriali più ampi. E veniamo al dunque:
Nella mattinata di quel sabato, alle ore
10,30, iniziava davanti all’altare principale
una cerimonia nuziale. Si stavano sposando, la nostra paesana Gigliola Arvoti e
Luigi Valentini. Tante cerimonie
uguali sono state celebrate nella
nostra chiesa parrocchiale, ma
questa vedeva i due attori, i due
sposi, esercitare una professione un po’ particolare per i nostri
costumi. Lei bellissima è un
Capitano, prossimo Maggiore
dei Carabinieri, lui un aitante
giovanotto è un Capitano
dell’Esercito, tutti e due in servizio effettivo a Roma.
All’uscita dalla chiesa, ben
presto gli astanti, gli invitati, gli
amici lì convenuti per un saluto
e tanti altri compaesani, nume-
rose le donne che volevano vedere come
era vestita la sposa, potevano percepire che
stava accadendo qualcosa di particolare.
Infatti si nota sui gradini una ventina di
ufficiali dell’esercito, tra i quali una signora con i gradi di capitano ed un prestante
Capitano dei Carabinieri, nientemeno che
Cristian, il fratello della sposa, tutti vestiti
in divisa di “gala” e muniti di sciabola
d’ordinanza. Poco prima dell’uscita dalla
chiesa dei due sposi il gruppo degli uffi-
Due volontari del gruppo di San
Giovanni Ilarione dell’associazione
“Protezione Ambientale e Civile
Verona” che hanno operato presso
il campo di Santa Rufina in provincia dell’Aquila.
costruttiva.
Per eventuali informazioni non esitate a
contattarci al numero 348 8001822.
PROTEZIONE AMBIENTALE CIVILE VERONA
GRUPPO DI SAN GIOVANNI IL.
ciali si predisponeva su due file dirimpetto
al portone e dopo aver sguainato le sciabole e salutato gli sposi al loro apparire sul
sagrato, alzavano le sciabole a formare un
arco sotto il quale i due sposi avanzavano
tra il tintinnio delle punte delle sciabole
che si toccavano festosamente.
L’ultima coppia di ufficiali, all’avvicinarsi dei festeggiati, abbassava le sciabole
fermando così i due sposi che per poter
avanzare e salutare i convenuti, dovevano
dare atto, pubblicamente e visivamente del
loro amore, prodigandosi in un bacio che
apriva loro la porta, con l’alzarsi delle due
sciabole, di una vita in comunione,
con tanti auguri a loro inviati da
uno scrosciante applauso della
festosa folla riunitasi per quella
cerimonia molto importante e dall’epilogo cerimoniale alquanto
insolito per la nostra comunità.
M. ROSSETTO
La Direzione de “L’Alpone”, la
Sezione Carabinieri di San Giovanni Ilarione e la popolazione tutta, augurano ai due sposi, lunga
vita, prosperità, felicità e come si
dice in questi frangenti, tanti figli,
maschi o femmine che siano.
CENTRO STORICO SAN GIOVANNI ILARIONE
La nostra protezione civile presente in Abruzzo
LEGGENDA:
Nel capannone degli artigiani della sagra delle castagne
2009 troviamo:
1. ZONA CHIOSCHI, PISTA DA BALLO E PALCO sede Pro Loco
2. ZONA PARCO DIVERTIMENTI
3. ZONA PARCO DIVERTIMENTI E ZONA CHIOSCHI Coltivatori Diretti e Paracadutisti
4. VIA RISERVATA Per attività della Pro Loco
5. ZONA PARCO DIVERTIMENTI
6. FIERA: CAPPANNONE DELL’ARTIGIANATO Con gli espositori
7. ZONA CHIOSCHI Associazione Basalti
8. ZONA FIERA Con bancarelle di ogni tipo
9. VENDITA CASTAGNE E MARRONI
10. ZONA CHIOSCHI Sezione Alpini
11. ESPOSIZIONE Automobili
Zona Centrale:
Baldin Loris gommista - Niero Riccardo Fiori - Confente Giovanni lavori vari rame
marmo legno - Fila Termoidraulica pannelli fotofoltaici - Eugas - Pulitalia - Coffele
miele - De Marchi Montecchia - Vamu computer - Carazzolocentomo mobili Salgaro Consuelo sarta
M: Monumento ai Caduti
C: Chiesa Santa Caterina in Villa
CRI: Croce Rossa Italiana (con orario continuato per la durata della manifestazione)
F: Farmacia
CC: Caserma dei Carabinieri
COM: Municipio di San Giovanni Ilarione
GM: Guardia Medica
WC: WC pubblico
SC: Scuole Elementari
SP: Sportello Bancario
SA: Sede Alpini
PE: Poste Italiane
PAR: Zona riseravata a parcheggio
P: MOSTRA DI PITTURA Casa Trevisan
P1: MOSTRA PARROCCHIALE del Centenario della Chiesa di Santa Caterina in Villa
P2: MOSTRA DI PITTURA
P3: MOSTRA DI OPERE IN LEGNO
Zona Est:
Iper Infissi - Folletto Segala - Simo pelli divani - Pontalto statue fontane rivestimenti
Delta Sistem doghe materassi sistem
Entrata:
Gugole Dario caseificio - Bomboniere 2000 - Repen lavorazioni del marmo - Nardi
Ivan pavimenti in legno
Zona Ovest:
Leorato idraulico - Corradini foto - Righetto intino - Brun antenne - Casarotto
restaurazione mobili - New Art Anna Lovato - Bevilaqua fiori - Fer Sistem ferramenta
Centomo pelli - Scarpe
Zona Esterna:
Automobili Panarotto Cesare - Stufe Beschin Vittorio - Casetta in legno abitativa Stufe Calorvalle - Trattori Same - Stufe Urbani Flavia
Luogo dello svolgimento della manifestazione
Vie chiuse per la manifestazione
Due nostri volontari sono stati presenti nel
campo di Santa Rufina di Rojo, frazione del
comune di Aquila e precisamente dal 17 al 25
luglio e dal 24 luglio al 1º Agosto e prossimamente altri componenti seguiranno l’esperienza fatta da Renzo Panarotto e da me.
Si, perchè al contrario di come si pensa i
terremotati hanno ancora bisogno di aiuto.
Un aiuto fatto di presenza e di sostegno. Il
campo di Santa Rufina, composto da 40
tende e da circa 200 persone è gestito dal
comune di Verona che ogni settimana effettua
un cambio di turnazione, mobilitanto al
monento una ventina di volontari, all’inizio
erano presenti circa una quarantina, tra addetti alla cucina da campo, segreteria, infermeria
e logistica. Grazie alla buona disponibilità
della protezione civile veronese questo
campo è fra i migliori della zona con tende
Ingresso campo Santa Rufina.
fornite di riscaldamento (fino a poco tempo
fa alla notte era necessario) e di condizionatori, una tenda adibita a scuola, una tenda
disponibile per l’università dell’Aquila, una
tenda lavanderia e fino a qualche settimana fa
ben due cucine da campo che servivano ben
È in distribuzione il nuovo calendario
2010 realizzato dalla Scuola Media
Mario Marcazzan, sarà disponibile
durante la Sagra delle Castagne fino ad
esaurimento.
COSTRUZIONE E
COMPRAVENDITA
I M M O B I L I
VIENO CASA SRL
800 pasti giornalieri per residenti di frazioni
vicine e volontari. Come dicevo queste persone, per la maggior parte anziani, hanno
bisogno di un sostegno per riprendersi da
quello scossone che si è portato via la casa.
Infatti questi anziani alloggiavano nella parte
vecchia della frazione e purtroppo quella più
lesionata, con case completamente distrutte o
con gravi danni. Fortunatamente in questi
giorni i vigili del fuoco stanno autorizzando
il rientro per alcuni sfollati e sono iniziati i
lavori per le piattaforme su cui andranno le
case prefabbricate che la provincia di Verona
ha già destinato a loro.
Durante la permanenza nella seconda settimana ho avuto il piacere di incontrarmi con
l’assessore regionale del Veneto Elena Donazzan, la quale si è complimentata con i volontari e con San Giovanni Ilarione. Un onore
per il nostro gruppo.
IL PRESIDENTE
SERENA PANAROTTO
Via Vieno, 1
BELTRAME COSTRUZIONI S.N.C.
SEDE LEGALE:
San Giovanni Ilarione (VR) - Viale del Lavoro, 104
Tel. 045 6550390 - 045 7465423 - Cell. 348 7641218
L’ALPONE 5
UNA SETTIMANA INSIEME
A San Giovanni Ilarione un campeggio organizzato
dall’Associazione per l’idrocefalo e la spina bifida
Una uscita del gruppo a rifugio Boschetto
Otto giorni trascorsi in tenda su di
un terreno messo a disposizione dall’Agriturismo “La Frasca”: l’esperienza vissuta da 14 ragazzi provenienti da
tutta Italia, accomunati dal fatto di
essere colpiti da idrocefalo e spina
bifida, ha coinvolto una cinquantina di
persone, fra operatori sanitari, infermieri, giovani scout, associazioni e
semplici volontari.
L’Associazione non è nuova ad
esperienze del genere, avendone già
sperimentato in altre parti d’Italia, ma
l’idea di tentarla nel nostro paese è
dovuta soprattutto all’intraprendenza
di G. Franco Galiotto, un nostro compaesano e papà di uno di questi ragazzi, che è riuscito a convincere innanzitutto Mario Soprana, proprietario e
gestore dell’Agriturismo, a mettere a
disposizione la struttura, ed ha contattato poi, ciascuno per una specifica
funzione, gruppi di volontariato operanti in zona, l’amministrazione
comunale e semplici privati.
La risposta della gente non si è fatta
attendere e, anzi, ne è nata una gara di
solidarietà che ha permesso all’Associazione di dar vita ad un sacco di
attività e di iniziative: a Bolca a visitare la Pesciara e il Museo
Paleontologico, a Caldiero alle Terme
di Giunone, a Cattignano a vedere le
stelle con i Gastrofili, a Vicenza a scoprire la Vicenza del Palladio, a Giazza
accolti dall’Assessore Regionale ai
Servizi Sociali, Stefano Valdegamberi.
È stato insomma tutto un susseguirsi di iniziative che ha trasformato la
settimana in un interessantissimo
esperimento di campo-scuola, grazie
al quale i ragazzi non solo si sono
incontrati e si sono divertiti, ma hanno
potuto per alcuni giorni socializzare
con coetanei senza la presenza dei
genitori, aumentando così le proprie
capacità di autonomia e quindi di
autostima. Importante, a tale proposito, è stata anche la presenza di dodici
scout di Polesella (Rovigo) che hanno
dato la giusta carica a tutto l’ambiente
e ai ragazzi in particolare.
L’entusiasmo con cui è stato affrontato l’impegno è racchiuso nelle parole di intitolazione del campo-scuola
“Siamo realisti: esigiamo l’impossibile”, un motto che è stato rispettato in
pieno e che ha portato tutti alla convinzione che un’esperienza del genere
vale la pena che sia ripetuta.
UNA GIORNATA DI TENNIS IN COMPAGNIA
Anche quest’anno si è rinnovato
l’appuntamento con la Festa dello
Sport svoltasi nei giorni di Sabato 4 e
Domenica 5 Luglio per il Tennis Club
di San Giovanni Ilarione. L’occasione si
presenta sempre sia come un’ottima
vetrina per dare un po’ di visibilità a
questo sport poco praticato nel nostro
paese ma che sicuramente ha ampi
margini di crescita, sia come traguardo
per i ragazzi che durante la prima parte
dell’anno sono stati attivi protagonisti
dei corsi di tennis e che quindi hanno
una giornata per poter valutare i progressi fatti.
La giornata di Sabato è stata dedicata al torneo per ragazzi: quest’anno la
partecipazione si può definire discreta
in quanto, se da un lato non ci si può
lamentare del numero di ragazzi pre-
senti, diciotto, dall’altro non si può evitare di rilevare come di questi partecipanti solo due fossero di San Giovanni
Ilarione mentre il resto proveniva dai
paesi limitrofi, in gran parte da San
Bonifacio e Arcole. Non nascondiamo
una certa amarezza nel constatare questo disinteresse sia da parte dei ragazzi
di San Giovanni che indirettamente
anche da parte dei loro genitori nei
confronti dell’opportunità di avere a
completa e gratuita disposizione i
campi da tennis durante queste giornate, che dovrebbero essere appunto viste
come festa di sport.
La giornata è comunque trascorsa in
maniera piacevole e divertente, il club
ha dato disponibilità degli impianti
offrendo, come ogni anno, il pranzo a
tutti i partecipanti e loro accompagna-
tori. Al termine di tante “battaglie” sul
campo ad avere la meglio è stato
Nicolò Allegri di San Bonifacio, che ha
bissato il successo dell’anno scorso ed
ha anche conquistato la vittoria nel torneo di doppio in coppia con il “nostro”
Luca Stanghellini.
La Domenica è stata invece dedicata a tutti coloro che han voluto, come si
suol dire nel gergo tecnico, fare “2 tiri”
a tennis, dal momento che il circolo
tennis ha aperto i campi a tutti: purtroppo anche in questo caso la partecipazione è stata scarsa, con la presenza
di due sole persone.
Un doveroso ringraziamento da
parte del tennis club va al maestro Sergio Diquigiovanni, sia per la disponibilità dimostrata durante l’anno per lo
svolgimento dei corsi che, come avvenuto per la festa dello Sport, per aver
portato a conoscenza dell’evento ragazzi di altri paesi, che hanno notevolmente contribuito allo svolgimento di queste giornate tennistiche.
Ancora molta strada rimane da percorrere per cercare di stimolare l’utilizzo dei campi da tennis nel nostro paese.
Una grossa mano in tal senso potrebbe
essere data dall’istituzione scolastica,
ed invece, anche nell’anno scolastico
2008/09, scioperi e proteste hanno
bloccato ogni attività tra cui quella del
tennis club.
La speranza è quella di poter vedere
molte più persone tornare a frequentare
gli impianti: a tal proposito si coglie
l’occasione per ricordare a tutti che per
ogni informazione basta recarsi all’ingresso degli impianti sportivi dove su
una bacheca sono pubblicati i riferimenti telefonici, il regolamento associativo e le attività previste dal Tennis
Club.
NICOLA LEASO
Ponte dei Cereghini
Il ponte dei Cereghini l’è stà inaugurà con vini speciali l’é
sta batesà, offerti in bicierini a tutti i presenti per far tutti
quanti felici e contenti.
Tutte le più bele tose del quartier da li le é passa e tutte
quante un moroso le ga catà. Così il ponte in cuor suo el ga
pensà che da lì a poco el le vede tutte maridà.
Ancora sul ponte dei Cereghini le ghe fa onore perché le
passa con i fioi, nipoti e nuore e guardando l’acqua ciara le
pensa alla vita che se sera.
Caro ponte dei Cereghini che rallegravi tutti i bambini sei
sempre nel nostro cuore e in fin dei conti il nostro grande
amore.
Foto di gruppo dopo l’inaugurazione.
ORI
GLI ALLComplimenti
vivissimi da parte della redazione a:
Riccardo Gambaretto, Scienze Specialiste dello Sport, presso la Facoltà
di Scienze Motorie di Verona, 28 luglio 2009.
Daniela Felzani, dottoressa in Scienze della Formazione Primaria, presso
l’Università degli studi di Padova, 29 giugno 2009.
Lettere al Giornale
Egregio direttore, siamo due
genitori di San Giovanni e Le scriviamo a proposito di giovani, alcool,
droga e stragi del sabato sera...
Circa tre anni orsono abbiamo
scritto a delle riviste settimanali nazionali che, a suo tempo, hanno
pubblicato, la seguente lettera:
“Non è umanamente accettabile
che ad ogni fine settimana si debbaAuguri a don Gianni Damini
no vivere ore e ore o notti di angoper le sue 60 primavere
scia nell’attesa che i nostri (userò
più volte questo aggettivo in quanto
Lo conoscete?
intendo la nostra generazione, la
Don Gianni Damini, nato a San
nostra cultura, il nostro tempo, la
Giovanni Ilarione - VR il 13/09/949 e
nostra Italia) figli tornino dal
ordinato sacerdote il 16/06/1973,
attualmente parroco a Bottide (SS)
“divertimento” (così è per loro); al
dal 2005 e direttore dell’Ufficio diocemattino ci si alza ancora Intontiti e
sano per la pastorale missionaria di
ci si chiede l’un l’altra: - è rientraOzieri (SS) dal 2006.
to/a? - a che ora? - tu l’hai sentito/a?
Nella foto don Gianni bambino al suo
e queste domande le rivolgiamo
primo anno di catechismo a Castello,
anche al genitori degli amici dei
con la zia Maria, la cugina Erminia e la
nostri figli.
catechista Anna Ciman.
Sarebbe ora che lo Stato stabilisAl caro don Gianni i più sentiti e sinse delle regole e dei limiti, e sopratceri auguri di buon compleanno da
tutto fatti rispettare, nelle discoteche
parte di tutti: amici e conoscenti.
e nei locali notturni frequentati dalla
“Ad multos annos”.
massa del nostri giovani, moltissimi
GIANNI SARTORI E DON CESARE
minorenni che, bravissimi ragazzi in
famiglia, si trasformano in mine vaganti alla
ricerca di emozioni
FILIALE
( d r og a - a l c o o l - f o l l i
“SAN GIOVANNI ILARIONE”
velocità) nel fine settimana.
Via Roma, 32/34
Questi limiti sono
37035 SAN GIOVANNI IL. (VR)
gli orari di apertura e
Tel. e Fax 045 7465278
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anche i limiti di età,
E-mail: [email protected]
nonché di cilindrata e
www.tenero.it
velocità dei veicoli alla
guida dei quali i nostri
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sfrecciano per le strade.
Lun. - Giov. dalle 9.00 alle 12.30
Questi provvedimenti
Viale Fontanelle, 52/51 - 37047 S. Bonifacio (VR) ITALY
Mart. - Merc. - Ven. dalle 15.00
non li possono prendeTel. +39 045 6101643 - Fax +39 045 610 1642
alle 19.00
re le famiglie o le assowww.pakelo.it
ciazioni varie o altre
autorità locali in quan-
Pakelo Lubricants
to sarebbero superabili dai nostri
che si sposterebbero nei luoghi e
località dove non esistono limiti,
bensì dallo Stato che li può estendere su tutto il territorio nazionale,
cercando un’intesa anche con altri
Stati dell’Unione Europea.
Infine condividiamo l’iniziativa
di altri genitori della penisola a raccogliere firme e farci sentire dal
Parlamento Nazionale”.
Bene, a tre anni di distanza appunto e a seguito dei provvedimenti
presi dal governo nazionale e/o da
amministrazioni locali nel frattempo - leggere i giornali di questi giorni - siamo convinti che anche la
nostra lettera sia servita a qualcosa e
crediamo che molti genitori di San
Giovanni siano d’accordo.
Vi preghiamo di pubblicare questo nostro scritto e ci complimentiamo con voi per il prezioso contributo culturale che date al nostro paese.
San Giovanni Ilarione, 20 Luglio
2009
(LETTERA FIRMATA)
* * *
Per rispondere abbiamo girato la
lettera ad un genitore della redazione. Questa la sua risposta, ovviamente condivisa:
“Le regole sono alla base della
convivenza civile, ma non sono la
soluzione al problema.
Dobbiamo aiutare i nostri figli
insegnando loro a rispettare sè stessi e gli altri ... ad amare la vita,
facendo loro capire che l’abuso
causa gravi danni al fisico e al cervello. Certo, con i ragazzi di 16-18
anni è molto difficile perché si sentono già “grandi” ... e allora cominciamo dai bambini, investiamo nei
ragazzi del futuro, puntiamo sulla
prevenzione”.
L’ALPONE 6
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE INFORMA
testi a cura di DELIO VICENTINI
dal Consiglio comunale
dalla Giunta
comunale
Variazione al programma
triennale delle Opere pubbliche
Un’importante variazione è stata apportata al Programma
triennale delle opere pubbliche 2009/2011 allo scopo di inserire nell’elenco annuale relativo al 2009 la “Realizzazione del
campo da calcio in erba artificiale”, presso gli impianti sportivi ‘Don Bosco’ in viale A. De Gasperi, per un importo di €
660.000,00”.
Importo che non inciderà sui finanziamenti delle opere già
inserite nello stesso elenco annuale, essendo finanziato,
parte con contributo della Regione Veneto e parte con devoluzione di mutuo già contratto con l’Istituto per il credito
sportivo.
In virtù di tale cambiamento il Programma triennale delle
opere pubbliche “aggiornato” risulta dagli schemi che seguono:
Quadro delle risorse disponibili
Ar co te m p o r a le d i va lid ità d e l p r o g r a mma
TIPOLOGIE RISORSE
Disponibilità Finanziaria
Primo anno
Entrate aventi destinazione vincolata per legge
Disponibilità Finanziaria
Secondo anno
Importo
Totale
Disponibilità Finanziaria
Terzo anno
1.723.490,00
930.000,00
546.000,00
3.199.490,00
340.000,00
0,00
0,00
340.000,00
Entrate acquisite mediante apporti di capitali privati
0,00
0,00
0,00
0,00
Trasferimento di immobili ex art. 19, c. 5-ter L. n. 109/94
0,00
0,00
0,00
0,00
750.000,00
1.360.000,00
960.000,00
3.070.000,00
Entrate acquisite mediante contrazione di mutuo
Bookman
Bookman
Bookman
Bookman
Bookman
Stanziamenti di bilancio
Altro
Totali
0,00
0,00
0,00
0,00
2.813.490,00
2.290.000,00
1.506.000,00
6.609.490,00
Articolazione della copertura finanziaria
N. progr. (1)
Cod. Int. Amm.ne (2)
CODICE ISTAT
Tipologia
(3)
Categoria
(3)
DESCRIZIONE
DELL’INTERVENTO
Asilo Nido
Zona Industriale
ed Artigianale Loc. Boarie
Reg.
Prov.
Com.
1
005
023
070
09
A05 08
2
005
023
070
08
A04 39
3
005
023
070
07
A01 01
4
005
023
070
09
A01 01
5
6
005
005
023
023
070
070
07
08
A05 08
A01 01
7
005
023
070
01
A03 06
8
005
023
070
04
A05 08
9
005
023
070
01
A03 06
10
005
023
070
09
A05 09
11
005
023
070
09
A05 31
12
005
023
070
07
A05 31
13
005
023
070
01
A05 09
14
005
023
070
07
A05 08
Bitumatura
Varie
Allargamento
Ponte Mangano
Edilizia Scolastica
Arredo Urbano
Impianto fotovoltaico
Municipio
Centro di aggregazione
giovanile
Impianto Fotovoltaico
Impianti Sportivi
Illuminazione Contrade
Ampliamento Cimitero
Cattignano
Sistemazione Cimitero
Capoluogo
Nuova Sede
Protezione Civile
Erba sintetica
campo da calcio
Totale
Cessione
immobili
STIMA DEI COSTI DI PROGRAMMA
Primo Anno
Secondo
309.490,00
300.000,00
500.000,00
500.000,00
100.000,00
100.000,00
Terzo Anno
Totale
S/N (4)
Apporto di
capitale privato
Tipologia
Importo
(5)
690.490,00
N
0,00
500.00,00
1.500.000,00
N
0,00
100.00,00
300.000,00
N
0,00
360.000,00
N
0,00
300.000,00
300.000,00
N
N
0,00
0,00
300.000,00
300.000,00
N
0,00
334.000,00
334.000,00
N
0,00
680.000,00
N
0,00
360.000,00
100.000,00
150.000,00
100.000,00
150.000,00
100.00,00
680.000,00
110.000,00
110.00,00
220.000,00
N
0,00
100.000,00
100.00,00
200.000,00
N
0,00
250.000,00
150.00,00
400.000,00
N
0,00
446.000,00
446.000,00
N
0,00
660.000,00
N.
0,00
660.000,00
2.153.490,00 2..290.000,00 1.506.000,00
Codice unico intervento CUI (2)
_
_
_
_
_
_
_
_
–
–
Descrizione
intervento
Asilo Nido
Zona Industriale
ed Artigianale
Loc. Boarie
Bitumature
varie
Allargamento Ponte
Loc. Mangano
Edilizia
Scolastica
Arredo Urbano
Impianto
Fotovoltaico
Municipio
Centro di
aggregazione
Giovanile
Erba sintetica
campo da calcio
Responsabile del
procedimento
Nome
Cognome
Importo
annualità
Importo totale
intervento
Finalità
(3)
Conformità
Adesione a:
“Intrecci
di sguardi”
0,00
Urb Amb
(S/N) (S/N)
Priorità
(4)
Stato
progettazione
approvata (5)
Il settore calzaturiero ha avuto a San
Giovanni, fin dalla seconda metà del
secolo scorso, rilevante importanza nell’economia del paese e non solo. Tenuto
conto, inoltre, di quanto previsto dalla
Legge regionale del 4 aprile 2002 n 8
avente come oggetto la promozione di
azioni di sostegno allo sviluppo del sistema produttivo. L’Amministrazione comunale ha ritenuto opportuno aderire, per il
triennio 2009/2011, al Patto per lo sviluppo del Distretto Calzaturiero Veronese. Conoscendone le finalità l’Amministrazione ritiene utile anche un ulteriore potenziamento del Patto dal momento che a San Giovanni e a Montecchia di Crosara il settore calzaturiero
annovera importanti strutture produttive.
L’adesione riafferma il principio, previsto
dalla legge citata, che tra gli attori istituzionali aventi competenze e operanti nell’attività di sostegno all economia locale
vengano ricompresi gli enti locali, oltre
alle Associazioni di categoria e ad altri
soggetti.
(Delibera n. 48 del 28 aprile 2009)
Elenco annuale 2009
Cod. Int. Amm.ne (1)
Solidarietà
per i
calzaturifici
Tempi di esecuzione
Trim/Anno
inizio lavori
Trim/Anno
fine lavori
Maurizio
Bacco
309.490,00
609.490,00
MIS
S
S
1
PD
1°/2009
4°/2010
Maurizio
Bacco
500.000,00
1.500.000,00 MIS
S
S
3
SC
3°/2009
4°/2011
Maurizio
Bacco
100.000,00
300.000,00
CPA
S
S
3
SC
3°/2009
4°/2011
Maurizio
Bacco
360.000,00
360.000,00
MIS
S
S
1
PD
1°/2009
3°/2010
Maurizio
Bacco
100.000,00
300.000,00
ADN
S
S
1
PP
1°/2009
4°/2011
Maurizio
Bacco
150.000,00
300.000,00
CPA
S
S
3
SC
4°/2009
4°/2010
Maurizio
Bacco
300.000,00
300.000,00
MIS
S
S
1
SF
2°/2009
4°/2009
Maurizio
Bacco
334.000,00
334.000,00
CPA
S
S
3
PD
3°/2009
4°/2010
Maurizio
Bacco
660.000,00
660.000,00
MIS
S
S
1
PD
3°/2009
4°/2009
TOTALE
2.813.490,00
La Regione del Veneto, nel quadro
delle iniziative volte alla promozione e
all’incentivazione della partecipazione
dei giovani alla vita del territorio ha emanato un bando da titolo “Macro Azione A
Fantasia”, allo scopo di finanziare progetti e azioni nell’ambito delle politiche a
favore dei giovani.
Il progetto specifico, denominato
“Intrecci di sguardi” al quale hanno aderito tutte le Amministrazioni della Val
d’Alpone, vede come comune capofila
Monteforte d’Alpone. Tale specifico progetto intende fa riscoprire ai giovani la
realtà culturale cui appartengono per
metterli in relazione con la cultura africana. Con questo fine è prevista l’organizzazione di incontri e dibattiti nei singoli
comuni e in tutte le scuole, oltre che di
altri eventi: laboratori di cucina veneta ed
etnica, laboratori musicali, concerti,
manifestazioni artistiche e rappresentazioni teatrali. A titolo di partecipazione
nella spesa e per contribuire alla buona
riuscita delle manifestazioni che saranno
programmate il comune di San Giovanni
ha stanziato la somma di mille euro che
andranno ad aggiungersi a quelli messi a
disposizione dagli altri comuni aderenti e
dalla stessa Regione Veneto con delibera
n. 1975 del 15 luglio 2008.
(Delibera n. 49 del 28 aprile 2008)
L’ALPONE 7
L’AMMINISTRAZIONE
COMUNALE E LA SCUOLA
INSIEME PER L’AMBIENTE
La spiegazione data ai bambini per reciclare i vari rifiuti.
È già da due anni che la scuola primaria di Castello ha aderito al progetto
d’istituto sull’educazione ambientale e
che propone, quindi, attività didattiche
incentrate su tematiche che riguardano
la conoscenza e il rispetto della natura.
L’anno scorso tutti gli alunni della
scuola di Castello hanno effettuato varie
uscite sul territorio e con l’aiuto di
esperti hanno potuto imparare a riconoscere alcuni tipi di piante che vivono
nella nostra zona. Fare scuola all’aperto
è stato per i bambini molto motivante e
divertente.
Le insegnanti hanno accettato con
entusiasmo la proposta che l’amministrazione comunale di San Giovanni
Ilarione, nella persona dell’assessore
Claudio Gambaretto, ha illustrato per
l’anno scolastico appena trascorso e
cioè parlare di Ecologia a scuola. La
scuola non può ignorare un argomento
così attuale e vitale per il benessere di
tutti, perciò, nonostante la complessità
della questione le insegnanti si sono
impegnate a portare avanti l’iniziativa
proposta dal comune. Un’insegnante ha
scritto una simpatica storia dal titolo “Un
mistero a Prato-Fiorito” che aveva lo
scopo di introdurre i bambini su alcune
tematiche cruciali dell’ecologia grazie
ad un simpatico personaggio, Ecogrillo.
La signora Silvia Dignani, mamma di un
bambino che frequenta la scuola di
Castello, con grande disponibilità e bravura ha illustrato la storia su uno striscione con disegni accattivanti e vivaci. I
bambini hanno assistito divertiti al racconto-animazione della storia, in seguito, in classe hanno approfondito alcune
tematiche riferite all’ecologia con le
insegnanti delle diverse discipline.
Durante il mese di maggio,
poi, due dipendenti del comune, addetti all’ufficio ecologia
hanno effettuato due interventi
nelle scuole di Castello e San
Giovanni Ilarione per sviluppare ulteriormente le tematiche affrontate in classe e sensibilizzare tutti gli alunni sull’importanza di differenziare e
riciclare i rifiuti. Durante la
prima parte dell’incontro gli
esperti hanno risposto alle
domande dei bambini su alcune questioni poco chiare, poi
nella seconda parte tutti gli alunni si
sono rimboccati le maniche e hanno
messo in pratica le loro conoscenze, raccogliendo i rifiuti sparsi nel cortile
della scuola e riponendoli nel cassonetto opportuno. Tutti bravissimi!
Il 29 maggio, a coronamento di tutto
questo lavoro, gli alunni della scuola
primaria di Castello si sono recati in località Camaole e su un prato meraviglioso, hanno partecipato alle Eco-Olimpiadi. Le insegnanti hanno organizzato
una serie di giochi a sfondo ecologico e
i bambini, divisi in squadre, si sono
divertiti a risolvere cruciverba, indovinelli, riconoscere alberi, fiori e giocare
con materiali riciclati.
Dopo il pranzo all’ombra degli alberi a cui hanno partecipato il Sindaco, il
Vicepreside e l’assessore Augusto
Gambaretto, è arrivato con grande sorpresa e meraviglia di tutti i bambini
Ecogrillo in “carne ed ossa” che ha premiato tutti regalando le corde per saltare donate gentilmente dal Comune.
Molte persone hanno contribuito a
realizzare questo viaggio all’interno
dell’ecologia e noi insegnanti siamo veramente soddisfatte. È doveroso quindi
ringraziare: Silvia Dignani per le illustrazioni, Bernadette per la realizzazione dello splendido costume di Ecogrillo,
Ferdinando Rossi per la disponibilità, il
signor Lovato che ha preparato il prato
per la festa, i genitori che hanno contribuito alla realizzazione dei giochi e
l’amministrazione Comunale.
È stata un’ottima collaborazione che
auspichiamo anche per gli anni futuri.
MONICA PANAROTTO
Grazie
A nome delle persone trasportate a San Bonifacio, a
Verona, a Cologna Veneta ecc., per visite specialistiche,
per esami di laboratorio, per rieducazione ... con quel
meraviglioso mezzo: Opel Vivario acquistato dall’Amministrazione Comunale nel 2007 per il servizio ai cittadini bisognosi di San Giovanni Ilarione, esprimo un grande e sincero ringraziamento esteso agli autisti volontari
dell’Associazione Pensionati C.I.S.L.
Sappia il Sindaco che questo servizio ha portato un notevole sollievo alle persone con problemi di salute e di
autonomia che gliene sono riconoscenti.
Grazie ancora.
GABRIELLA ZARATTINI
MOVIMENTO PER LA VITA
CENTRO DI AIUTO ALLA VITA
Il gancio traino
Con l’arrivo della bella stagione molti sono intenzionati a partire con la propria roulotte per destinazioni vacanziere o a trainare
il proprio carrello porta-barca fin sul lago o al mare.
Si tratta quindi di posizionare il gancio traino, che poi rimarrà
fisso, sul proprio autoveicolo per poter utilizzare il proprio carrello-appendice.
Il gancio di traino è un dispositivo, generalmente di tipo a sfera, che
permette il traino di rimorchi leggeri
con una massa a pieno carico non
superiore a 750 kg o comunque
rimorchi di massa massima complessiva non superiore alle 3,5 t muniti di
sistema di frenatura ad inerzia.
L’omologazione del veicolo deve
prevedere la massa rimorchiabile.
Il collegamento tra rimorchio e
veicolo trattore è garantito dall’impiego di componenti unificati a livello europeo e sottostanti a precise
disposizioni di legge per la loro realizzazione ed omologazione.
I moderni occhini o giunti a
cavità sferica sono dotati di un
segnalatore di usura e di un dispositivo che permette di verificarne il
corretto accoppiamento con la sfera.
L’eventuale presenza del riferimento nella zona critica, generalmente di colore rosso, può segnalare lo stato di usura della cavità
sferica del giunto oppure un difetto e/o consumo eccessivo della
sfera che si è ridotta di diametro rispetto a quello minimo prescritto.
È importante verificare questo intervento in quanto, in caso di
non corretto abbinamento, il rimorchio si può sganciare accidentalmente con pesanti conseguenze in termini di sicurezza.
Ogni modifica tecnica comporta la visita e la prova del veicolo interessato presso l’Ufficio motorizzazione competente in relazione alla ditta che ha proceduto ad apportare la modifica. Anche
l’istallazione del gancio traino, non prevista in sede di omologazione dell’autoveicolo, comporta una visita e una prova del veico-
lo stesso.
Nel caso di collaudo richiesto dopo l’immatricolazione, per un
veicolo nuovo, si deve presentare alla Motorizzazione Civile il
modulo TT 21 19 compilato e firmato sul primo e terzo foglio allegando la dichiarazione di conformità o certificato di origine comunitaria, la documentazione relativa al
gancio traino e la dichiarazione dei
lavori effettuati “ad opera d’arte”, chiedere appuntamento per il collaudo e
quindi inoltrare domanda di immatricolazione.
Nel caso di collaudo richiesto dopo
l’immatricolazione, per un veicolo
usato, si deve presentare alla
Motorizzazione Civile il modulo TT
2119 compilato e firmato sul primo e
terzo tbglio, allegando la fotocopia della
carta di circolazione, la documentazione
relativa al gancio traino e la dichiarazione dei lavori effettuati “ad opera d’arte”,
chiedere appuntamento per il collaudo e
aspettare presso la propria residenza il
tagliandino adesivo da applicare sul
retro della carta di circolazione.
Nel caso si voglia eliminare il gancio
traino e quindi ripristinare le condizioni
iniziali del veicolo è necessario presentare alla Motorizzazione Civile il modulo TT 2119 e una dichiarazione dell’officina che ha eseguito i lavori “ad opera d’arte”, la carta di circolazione originale (verrà rilascito un permesso provvisorio di circolazione del veicolo). In questo caso verrà rilasciato una nuova carta
di circolazione aggiornata.
Quando il veicolo che traina ha una massa complessiva a pieno
carico minore o uguale a 3,5 t per guidare il relativo autotreno è
sufficiente la patente di categoria B o BE (e non la C o CE).
Solo quando la motrice supera le 3,5 t di massa complessiva a
pieno carico è necessario essere in possesso della patente di categoria C o CE.
ELEONORA PELOSATO
POLIZIA MUNICIPALE LOCALE
L’intercultura passa anche attraverso il cricket
Un giovane indiano fa da maestro ai ragazzi del CER
Ranjit Singh è un ragazzo indiano
arrivato in Italia da quattro anni insieme alla sua famiglia, composta da
padre, madre e una sorella.
Ranjit ha sedici anni e ha concluso
a giugno gli esami di licenza media
alla scuola “Mario Marcazzan”; continuerà il suo percorso di studi perché da
grande vorrebbe fare il meccanico, ma
nel frattempo ha passato parte dell’estate nei panni di maestro di cricket. Si
è prestato, infatti, per insegnare lo
sport nazionale indiano ai ragazzi che
nel mese di luglio hanno partecipato al
CER, Centro Estivo per Ragazzi, di
San Giovanni.
Il cricket è un gioco simile al baseball, è un baseball all’inglese ed è
diventato sport nazionale indiano a
causa della colonizzazione; si gioca tra
due squadre di undici elementi ciascuna, il campo è costituito da uno spazio
possibilmente in erba, per lo più ovale
o rettangolare, di dimensioni spesso
maggiori di uno da calcio ma, non esistendo regole precise su quanto debba
essere lungo e largo il terreno da gioco,
si sfrutta al massimo lo spazio disponibile. La partita è divisa in due frazioni
di gioco (innings), le squadre non si
presentano entrambe al completo sul
campo: ciascun innings vede impegna-
ti tutti i giocatori della squadra in battuta che, quando vengono eliminati
sono di volta in volta sostituiti dai
compagni, fino all’eliminazione del
decimo battitore, e gli undici avversari
che lanciano e difendono il campo.
Dopo l’intervallo le squadre riprendono il campo a ruoli invertiti. Le squadre cercano di segnare più punti possibili e di non farsi eliminare quando
sono in battuta, di non far segnare
punti e di eliminare i battitori avversari quando sono al lancio. Vince chi realizza più punti. Nella squadra in battuta l’unico ruolo è quello del battitore,
nella squadra di lancio vi sono il lanciatore, il ricevitore e i fielders che
sono disposti sul campo del capitano.
Il motivo per cui si è scelto il cricket
come attività da svolgere si spiega con
il tema del CER di quest’anno: l’intercultura. L’associazione culturale Fantasiarte di San Bonifacio, che ormai da
sette estati lavora con i bambini di San
Giovanni, ha infatti prospettato un programma che ha permesso ai partecipanti di spostarsi tra i continenti attraverso i vari laboratori. Questi laboratori spaziavano dal teatro, alla danza, al
canto, alla manipolazione fino ad arrivare allo sport con il cricket.
Il laboratorio di cricket è stato riser-
CER 2009
Che estate ragazzi!!!
Cinque settimane di centro estivo
ricreativo, ottanta ragazzi partecipanti, venti animatori tra i 16 e i 20 anni,
tante attività e un insegnamento di
inserimento tra culture diverse. Tutto
questo realizzato presso le scuole elementari Aristide Stefani, luogo fresco
e ben protetto sotto gli occhi vigili
della professoressa Nicoletta Bolla
dell’associzione culturale Fantasy
Arte di San Bonifacio.
Un plauso va ai giovani animatori
Ilarionesi che con buon esempio e
bravura sono riusciti fare gruppo e
gestire le attività del C.E.R.
Don Bosco diceva nel 1860 “i giovani sono la nostra ricchezza basta
dare loro fiducia” questo vale anche
nel 2009.
Un grazie va anche ai genitori che
hanno creduto in questo progetto, e a
C h i a r a
Rossetto per
aver miscelato
giochi diversi
tramite
un
progetto
regionale.
Nella foto
la festa finale
presso la palestra
della
scuola media
alla presenza
del parroco
Don Elio e di
un numeroso
pubblico di
vato ai ragazzini dagli undici anni in
su, in quanto era difficoltoso far giocare anche i più piccini perché il materiale utilizzato per tale sport potrebbe
diventare pericoloso in mano ai bimbi.
Il materiale, che consiste in mazze
piatte e in palline, nello specifico, da
tennis sempre per questioni di sicurezza, è stato messo a disposizione da
Ranjit e dai suoi amici che praticano
questo sport da sempre. Giocano,
infatti, anche a San Giovanni e alcuni
amici italiani, perlopiù compagni di
scuola, a volte si uniscono a loro.
Questa attività ha riscontrato grandi
successi, i ragazzini si sono divertiti e
si è faticato per tenere lontani i più piccoli.
La festa di conclusione del CER ha
avuto luogo nella palestra della scuola
media venerdi 31 luglio dove è stata
data dimostrazione di tutti i laboratori
svolti durante tutto il mese.
È stato uno spettacolo veramente
piacevole e interessante e, nella speranza di poter fare un buon lavoro
anche il prossimo anno, si ringraziano
le persone che hanno contribuito alla
realizzazione di tutto ciò confidando
nella disponibilità degli anni a venire.
CHIARA ROSSETTO
genitori.
Un grazie a tutti i collaboratori e a
Fantasy Arte per il buon esito del
C.E.R. 2009.
Arrivederci al 2010!
ASSESSORE ALL’ISTRUZIONE
AUGUSTO GAMBARETTO
L’ALPONE 8
“Non so cosa pagherei per avere mio
fratello Santo ancora qui con me, a parlare e a ricordare...”, così sbotta Gianni,
l’unico maschio della famiglia Burato
rimasto, dopo la scompasa del fratello. È
una famiglia nota in paese, per l’affabilità, la simpatia, il forte senso dell’amicizia, ma i più ricordano la famiglia
BURATO per aver fornito loro, per quasi
60 anni il croccante e saporito pane quotidiano, un pane profumato, sostanzioso,
che difficilmente trovava eguali, dietro il
bancone del negozio o direttamente a
domicilio.
È bene ricordare tuttavia che la famiglia in parola non è originaria di San
Giovanni Ilarione.
Ha solo tre anni papà Benedetto di
Montecchia meglio conosciuto come
“Beto Fioran”, quando rimane orfano del
padre Santo nel 1918, vittima dell’epidemia spagnola, a casa durante une breve
licenza dal fronte. Sua nonna, dopo la
morte del figlio, si rifiuta di mangiare, di
bere e di parlare e dopo sette giorni lo
segue nella tomba. La famiglia possiede
un modesto appezzamento di terra, ma il
giovane Benedetto non è tagliato per il
lavoro nei campi e la sua vita è subito in
salita. Cresciuto nella famiglia della
madre, decide nel 1935, in pieno regime
fascista, per il commercio prendendo in
affitto un forno, con annesso negozio, a
Castelcerino, ed iniziando quell’attività
che caratterizzerà lui e la propria famiglia per lungo tempo.
Alla fresca età di 23 anni sposa
Angelina Roncolato, da Brenton, sarta di
professione, ma che subito si adatta alla
nuova situazione. In quel forno la famiglia rimane per ben 13 anni, fino al
1948, e qui nasce tutta la brigata Burato:
Giancarla, Santo, Giovanni, Sandra. Si
emigra solo perche i padroni decidono di
rientrare in possesso del forno.
Dopo una breve esperienza di circa
un anno a Monteforte sul mulino Zoppi,
ora scomparso e che si trovava, sulla
sinistra del ponte di entrata in paese, a
seguito di un casuale incontro con
Amilcare Sperotti, titolare dell’omonimo panificio in San Giovanni Ilarione Via Umberto I popolarmente chiamato
“Da Vito”, si concorda per l’affitto dello
stabile stesso e per la nuova attività. E il
10 giugno 1950. Da questo momento la
famiglia Burato diviene a tutti gli effetti
di San Giovanni. Si lavorano circa 2,5
quintali di pane al giorno, le classiche
“ciope” fatte a mano. Alzata alle 2 del
mattino e avanti fino a mezzogiorno,
breve riposo il pomeriggio e poi avanti di
nuovo.
Nel 1956 Pippo, il genero di Amilcare, un poliziotto siciliano in servizio
presso la questura di Verona, ritiene vantaggioso il riprendere in mano il forno,
spiazzando i Burato, i quali acquistano
un terreno alle Alte di Montecchio
vicentino, si costruiscono due appartamenti con annesso negozio e latteria.
Tuttavia, a seguito di incomprensioni
con il poliziotto genero di Amilcare, che
non mantiene gli accordi precedenti,
anche per un’impennata di giusto orgoglio, si prende in affitto in via IV novembre il negozio di Pericle Marcazzan e si
impianta un nuovo forno. Siamo nel
1956. All’inizio c’è opposizione da parte
della concorrenza, supportata anche da
qualche potere locale, ma Benedetto ha
le idee ben chiare.La licenza la ottiene
direttamente dalla Camera del Commercio di Verona. Si produce il pane e lo si
vende direttamente. Pippo invece, dopo
circa 1 anno, vende casa ed attività per
sopraggiunte difficoltà economiche.
Santo per un anno opera a Montecchia presso un fornaio locale e qui ha il
primo occasionale incontro con colei che
lo accompagnerà per tutta la vita, a lui
darà il cambio, l’anno successivo, il fratello Gianni, lasciando entrambi un nitido ricordo di operosità e simpatia. Poi il
rientro in famiglia. Tra i due fratelli c’è
la massima comunicazione, la massima
fiducia, scambio di opinioni, confidenza
di segreti.
L’attività assorbe tutta la famiglia. Papà e i ragazzi al forno, la mamma e le
ragazze (e che splendide ragazze!) in
negozio e dal 1962 cominciano l’attività
casa per casa. Inizialmente a Gianni era
stata offerta l’opportunità di proseguire
gli studi, ma non è la sua strada e non si
spaventa di fronte agli orari impossibili
che reclama il mestiere di fornaio. Santo
parte per il militare e Gianni deve provvedere alla distribuzione, ma non ha
ancora la patente e l’autorità preposta
chiude un occhio quando lo vede guidare la Bianchina, seguita subito dopo da
FAMIGLIA BURATO:
60 anni di pane quotidiano
re a casa a Vestenanova. Cerca allora di
adattare i propri impegni con l’orario
della corriera, lui 17
anni, lei appena 14.
Un giorno incrociano il loro sguardo per
3 lunghi secondi.,
ma è lo sguardo più
importante della loro
esistenza e che deciderà il futuro insieme dei due giovani.
Intanto gli affari
vanno avanti, sul furgoncino, che ha
sostituito la bianchina, si inizia la vendita dei generi alimentari, con regolare
licenza. È un successo.
Un giorno, a seguito di un’osservazione alla mamma
circa il pagamento di
una fattura ad un fornitore, Gianni, che
Gianni Burato a 14 anni con “le mani in pasta”.
ha appena 18 anni,
riceve allora dalla
mamma stessa, e con la piena approvaun furgoncino Fiat 850, sapendolo un
zione degli altri, l’incarico di trattare con
ragazzo con la testa in ordine.
i fornitori, con la scusante “Ormai te
Dopo il congedo di Santo, l’attività
vendi de più ti che la bottega”, ma
aumenta vertiginosamente ed assorbe
soprattutto perché si rende conto delle
tante energie ed è necessario dividersi i
capacità del figlio e gli consegna il regicompiti: Santo prende in mano la produstro stretto e lungo, che riporta davanti i
zione e Gianni si preoccupa della contacrediti e dietro i debiti, purtroppo questi
bilità, a lui più congeniale, e della distriultimi in numero maggiore. Da quel
buzione durante i giri giornalieri nelle
momento la mamma non si interessa più
varie parti del paese.
della contabilità dell’azienda, pensando
L’inizio dell’attività di ambulanti non
maggiormente alla famiglia.
è delle più confortanti. Santo, avendo la
Il furgoncino si dimostra insufficienpatente munito di un sacchetto di pane
te e si passa all’acquisto di un altro fured un salame, in compagnia del “Mori
gone WW ben più spazioso e rispondenSignorini”, lo porta ad assaggiare nella
te alla necessità e che a Gianni piaceva
zona Sabbadori alle famiglie. Pane
tanto. Si chiude la domenica, mentre
buono, riscuote successo, ognuno garanprima era sempre aperto e si faceva il
tisce l’acquisto del prodotto appena
pane anche il giorno di Natale. Al
assaggiato, e il giorno successivo parte
venerdì, a turno, si comincia alle 9 di
con 10 Kg sulla bianchina cabriolet, però
sera, Gianni e Giancarla, e si continua
ne riporta a casa 6/7 kg. Dopo una settifino alle tre di notte, poi il cambio, Santo
mana così accusa un momento di
e papà per tutto il giorno successivo.
sconforto e sulla “pontara dei SandoDopo tre ore di sonno, Gianni parte con
nighi” scoppia in un pianto di delusione.
il furgone per il giro quotidiano, per rienNon è facile accaparrarsi nuovi clienti
trare la sera verso le 8.00. Una vita masche già hanno il loro fornaio ed anche il
sacrante, il sonno ti prende e a volte non
forno operante in contrada. Manifesta
si va neanche a trovare la fidanzata per la
allora alla mamma il proposito di smetstanchezza. Gianni ha imparato dal fratere, ma la mamma, vero pilastro della
tello maggiore l’arte di preparare il pane:
famiglia, lo incoraggia e lo sprona,
i due fratelli usano la stessa farina, lo
facendo presente di insistere e che, in
stesso forno, ma la mano è diversa,
concomitanza con la raccolta delle cilieognuno dà il suo tocco di originalità. A
gie, visto il poco tempo a disposizione la
ben osservare, ognuno faceva 10 piccole
gente avrebbe certamente comperato il
cose diverse dall’altro, conferendo un
pane. È un’autentica profezia! Nel giro
sapore particolare al prodotto e la gente
di 8 mesi, dal ponte del Mangano e fino
si accorgeva ed apprezzava anche se il
all’ultima famiglia dei Gambaretti di
pane cambiava un po’.
Sotto si servono 90 famiglie e tutte comNel 1966 la Bice vende la terra che
perano il pane.
aveva acquistato in Piazza del Popolo e
Nel 1963, quando il ristorante “Al
la ditta Burato, grazie ad un mutuo della
Cervo” gestito dalla Signora Bice DamiBanca Popolare di Verona, non si lascia
ni, vedova Bevilacqua, andava a gonfie
sfuggire l’occasione, dando inizio alla
vele con punte anche di 2/3 matrimoni
mega costruzione che tutti possiamo
alla settimana, sulle tavole veniva consuvedere. Non ci sono soldi, un prestito
mato il pane di “Beto”e allora, durante la
ritenuto sicuro da parte di un parente di
pausa, visto l’alto gradimento da parte
Torino, svanisce, ma l’impresa incaricadei convitati e su segnalazione della titota dei lavori, fondata da uno zio e da
lare, essi si presentavano al panificio con
Aldo Casson, allora giovane (ma già
la scusa “Elo qua che vien la vedoa par
pelato...) non ha paura delle difficoltà, va
pan?”e subito ne acquistavano per poravanti anche senza sicurezze di pagatarselo a casa, grazie alla sua bontà e framento e in sette mesi si va dallo scavo a
granza. Ed il pane era veramente buono
casa finita! Sia lo zio che Aldo Sono stati
ed espatriava.
eccezionali. Papà Beto non ha mai
Ad ottobre si comincia alle 10 di sera,
abbandonato 1 minuto il cantiere. Quelperché il papà alle 4 del mattino va a cacl’anno è stato l’unico nel quale non si è
cia di tordi, insieme con “Ciaci del Manlevata la licenza di caccia ed è tutto dire.
gano” sul Monte Croseta e Gianni deve
Negozio, magazzino amplissimo, forno
portare a termine le operazioni, essendo
da pane il doppio di prima, 4 appartaSanto impegnato a Montecchia.
menti sopra, due finiti e due da finire,
Il lavoro è impegnativo, ma bello. I
700 mq di tetto.
due fratelli sono giovani, aitanti e svegli
A San Martino 1966 si trasloca e la
e comprendono pure che la vita non è
mamma esclama” Sarà tutto da pagare,
fatta solo di lavoro, ma anche di affetti e
ma siamo a casa nostra.” Meriterebbe un
spensieratezza e allora cominciano a
monumento per il coraggio e per quanto
guardarsi intorno.
ha fatto. Mirella Creasi, alle 8 di sera,
La caccia in campo femminile da
porta il caffè, osservando che dalle cinparte di Santo si svolge con successo a
que del mattino lavoravano al trasloco e
Montecchia, paese che ben conosce,
non si erano mai fermati, neanche per
mentre per Gianni le cose sono diverse.
mangiare. Tutto bello, ma i debiti da
Sono appena iniziate le scuole medie a
pagare sono tanti. Gianni ha in camera
San Giovanni ed egli subito nota una
una calcolatrice e dopo un approssimatiragazzina di terza dall’aspetto bello e
vo bilancio esclama sconsolato nascosto
gentile che aspetta la corriera per torna-
sotto le lenzuola “Ma quando finiremo
di pagare i debiti? Probabilmente mai!”.
Ha solo 21 anni, ma maturità da vendere. Per fortuna incontra gente della zona,
contadini buoni e dal cuore d’oro che
fanno dei prestiti, più dei soldi richiesti.
Uno porta i soldi il giorno di Natale. La
sua parte la fa anche la Banca Popolare
di Verona. Si parte a razzo, con il coraggio che solo due fratelli sanno infondersi, si acquistano due nuovi furgoni necessita l’aiuto di un ragazzo con le mani
in pasta” ed ecco che Gigi Sabbadoro,
allora diciottenne, entra in scena. Si raddoppiano i giri, Gianni a Sud Est, un giro
di 126 famiglie con 150 kg di solo pane,
Santo a Nord e zone vicine, più tutti gli
altri giri del paese, negozio che lavora al
massimo e ove profondono l’anima la
mamma e le sorelle, un giro di circa 600
clienti fissi e giungendo alla produzione
di 5 q di pane al giorno. Alle 2 di notte
Santo è al forno e alle 10 di sera Gianni
è ancora in magazzino. Nel giro di due
anni i debiti non sono tutti pagati, ma
non fanno più paura. I rappresentanti si
ricevono solo all’ora di pranzo, Santo
provvede per la farina, Gianni per gli alimentari ed il resto.
“Nel vostro settore siete i più forti
dell’intera Vallata” è il loro giudizio unanime e costituisce motivo di orgoglio e
soddisfazione per i due fratelli.
Verso i clienti si usa la massima discrezione e comprensione. Non in tutte
le case entra la busta paga, soldi non ce
ne sono, ma figli da sfamare tanti. Ed
allora si aspetta, in alcuni casi anche tre
anni prima di vedere saldati i conti e a
Natale si dà in omaggio un ciambello,
alle famiglie che non pagavano se ne
davano due, perché con tanti bambini.
Questi bambini, una volta cresciuti, sono
divenuti i migliori clienti.
Nel 1970 Santo si sposa e porta in
casa Anna, un ragazza metodica e tranquilla di Montecchia che subito si adatta
alla situazione in continua evoluzione.
Gianni lo segue un anno dopo sposando quella ragazzina di terza media,
ora cresciuta e divenuta maestra elementare, Flaviana Roncari, che passa dalla
situazione di reginetta della casa paterna
alla corsa continua in casa del marito.
Tre mesi dopo, a distanza di 15 giorni
l’una dall’altra, spiccano il volo anche le
sorelle Giancarla e Sandra e questo porta
Nel 1975, anche per motivi fiscali, i
due fratelli decidono di dividere l’attività, Santo al forno produce il pane, lo
vende al fratello Gianni, al quale toccano il negozio e i furgoni, e che continua
a fare i giri, e si va avanti per anni. Dal
nulla a un impero economico!
Nel 1978 però comincia il dramma
per Gianni. Sofferente di emicrania, ereditata dal papà, deve imbottirsi di pastiglie per poter lavorare, ma l’abuso di
antidolorifici lo costringe alla decisione
di dover smettere l’attività e di intraprenderne una più metodica e tranquilla.
È una decisione sofferta, uscire a 33
anni da un’attività che lo ha visto protagonista è straziante, ma la deve prendere.
Prova a vendere un camion, affitta il negozio al fratello Santo, diminuisce i giri,
ma non migliora. Allora cede i giri a
Gigi Sabbadoro, prima riluttante, ma poi
contento di percorrere anche adesso le
strade del nostro paese e cambia decisamente attività, passando a gestire, sempre in piazza del Popolo, una fornitissima ed attrezzatissima armeria, migliorando di molto la salute e coltivando la
sua vocazione di commerciante. Comica
la situazione venutasi a creare: la mamma di Gianni piangeva perché smetteva,
quella di Gigi piangeva perchè il figlio
cominciava. Nel frattempo vengono a
mancare prima la mamma Angelina, poi
il papà Benedetto.
Santo continua con la famiglia fino al
1998 a produrre pane, affinando sempre
più la sua arte, poi, non essendo nessun
famigliare interessato seguirne le orme,
va in pensione ed affitta a gente di San
Giovanni. Coltiva allora l’originario appezzamento di terreno paterno, in Castelcerino, poi lo vende e si ritira in
paese. La sera, i due fratelli continuano a
trovarsi e il discorso cade inevitabilmente sul periodo di lavoro pazzesco insieme, solo loro due possono sapere certe
cose e rivivono insieme il film della loro
vita, con gioia e commozione, come non
avessero fatto nessuna fatica. La nostalgia però è profondissima.
Non hanno mai litigato tra di loro ed
è sempre corsa nei loro rapporti di lavoro una fiducia naturale, una confidenza
sconfinata. Poi la malattia di Santo, in un
momento di sconforto scoppia in pianto
davanti al fratello, “Ma va, aggiunge
Gianni per confortarlo, ne hai ancora
molte da vedere nella vita!” “Eh no
tante, ormai…”, risponde Santo. Sapeva,
sapeva tutto. Infine la sua scomparsa nel
2007; poi arriva maggio 2009, con un
cartello affisso alla porta del negozio:
attività trasferita in altra sede. È cessato
il profumo fine ed intenso del pane appena sfornato e finisce una corsa che ha
Dalla vecchia impastatrice al “Grifone”, forno ultramoderno.
maggior impegno da parte delle rispettive mogli. Al forno necessita aiuto, ma
invece di assumere gente, si acquista un
nuovo forno automatico sovrapposto con
22 mq di platea, 11 sotto e 11 sopra.
Costa come due appartamenti, ma ormai
non fa più paura niente. Sforna a pieno
ritmo 140 kg di cioppe all’ora.
Un sabato, cenando in terrazza, Santo
dice” Sai quanta farina ho consumato
oggi? 8,5 q!”, l’equivalente di 10 quintali di pane, più camionate di alimentari
che sono 10 volte l’incasso del pane. Nel
1974 si acquistano due camion furgonati, due veri negozi. Necessita la mano
d’aiuto di qualche persona esterna.
Prima Gigi Sabbadoro, poi Luciano
Rivato, il povero Cilo del Motto scomparso poi tragicamente, Teresa Marcazzan, poi infermiera, e Adriana, ora fioraia a Montecchia, passano nella ditta.
visto momenti impegnati e sereni, a volti
drammatici, ma sempre all’insegna della
genuinità e dell’amicizia. Gianni continua a gestire l’armeria, vende armi in
tutta Italia, ma è oltremodo contento e si
sente gratificato quando lo chiamano e
lo ricordano come “Giani fornaro”, perché quella è stata la sua vita ed è orgoglioso del suo passato.
Si chiude così una storia, una lunga
storia paesana, che tanto ha inciso nella
vita e nella trasformazione del nostro
paese, che ha camminato di pari passo
dalla miseria al progresso e il benessere,
dalla disoccupazione al lavoro pieno,
dalle preoccupazioni alla relativa tranquillità, una storia dai contorni sempre
limpidi, una storia che è poi la storia di
San Giovanni Ilarione.
GIANNI SARTORI
L’ALPONE 9
Anna Lovato,
la nonna dei Cambioli
NZE
A
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O
TESTIM
A guardarla mentre ti apre la porta di
casa, ti stringe la mano e ti saluta non puoi
rimanere indifferente ed un moto di spontanea simpatia ti prende, ti senti catturato
dal quadro di genuinità che rappresenta e
coinvolto dalla sua storia.
Anna Lovato così si presenta, mentre
rispettosamente contraccambiamo i saluti
e le cortesie. Capelli bianchi, due occhi di
un azzurro intenso che ricordano il cielo
infinito e che guardano fisso, la fronte
segnata dalle rughe e che contrasta un po’
con la bocca aperta al sorriso.
Si aggira tranquilla e sicura nella bella
e spaziosa casa in via Cambioli, immersa
nel verde, con attigua la sua aia contadina,
popolata di animali da cortile, che costituiscono tutta la sua passione e il suo interesse.
Nasce ai Mella di Castello il 25 maggio 1920, figlia di Antonio e Beltrame
Lisa. È una famiglia numerosa, come
quelle del tempo, che vede insieme a lei
Piero, Maria, Giuseppe, Graziosa e Vittorino, morto a due anni di polmonite.
Papà si dà da fare nei campi, sfruttando fino all’ultimo centimetro la terra, ma
il risultato è insufficiente e necessita trovare una soluzione. Si presenta l’occasione di prendere in affitto i campi di
Giordano “manina” in Castron, emigrato
in Belgio. La situazione migliora un po’,
si allevano mucche, si semina frumento e
polenta, si riesce a risolvere i bisogni di
prima necessità. Il latte prodotto viene
trasformato in formaggio alla casara di
Scandolaro, ma è tanto lontana e non ci
sono mezzi di trasporto.
La piccola Maria frequenta la scuola
elementare a Castello, nei locali nuovi
della parrocchia, appena costruiti ed inaugurati solennemente con il patronato.
Arriva fino alla Quarta, poi anche per lei
si apre a tempo pieno il mondo del lavoro,
non diverso dalle sue numerose coetanee:
campi, pascolo con le mucche e le pecore,
faccende domestiche. A 12 anni va a lavorare la seta nella filanda Sperotti in paese
e porta a casa i primi soldi. Sono una vera
manna per il bilancio familiare. A piedi da
Castron a San Giovanni sono quasi 16 km
fra andata e ritorno, con qualsiasi tempo,
calzando gli zoccoli di legno. Quando
nevica, e nevicava molto più di adesso, la
neve si massifica sotto la suola, rendendoli inservibili. Allora li toglieva e camminava scalza, “solo con i cassiti” dalla
vecchia caserma dei carabinieri in via
Allegri fino alla filanda e al ritorno fino a
casa, sempre a piedi nudi nella neve. Non
si sentivano più, erano diventati di ghiaccio ed allora la mamma accendeva il
fuoco per portare un po’ di conforto alla
figlia, con il risultato a volte di provocare
i “diaoliti”, i geloni.
La polenta, raramente il pane, è il solo
alimento e una volta la mamma cucinò un
merlo, dividendolo poi in sette parti. Era
la miseria più nera, non solo per lei, ma
per la maggior parte delle famiglie, tuttavia era forte il desiderio di riscatto.
Il lavoro in filanda era faticoso e pericoloso, ci si scottava le mani nelle bacinelle di rame, le cape non erano certo
comprensive. Si veniva umiliate, scottate
con l’acqua bollente e non si poteva parlare, per paura di perdere il lavoro. Infine
anche la beffa: non è mai stata versata una
lira di contributi per la pensione. “Ladri
ce ne sono adesso, ma ce n’erano anche
una volta” - commenta amaramente.
Tuttavia la batosta più grande la riceve in
campo affettivo. Dopo 4 anni di fidanzamento e in vista di fare le pubblicazioni,
un giorno vicino al cimitero, dove le
filandiere si appartavano per consumare il
pasto di mezzogiorno, Bepi Campanaro,
di Castello, le riferisce: “Stamattina el to
bersaliero el se ga fato novisso”. Il suo
moroso aveva fatto le pubblicazioni matrimoniali con un’altra ragazza. Per Anna
fu come una fucilata in pieno petto! Erano
crollati tutti i suoi ideali, i suoi sogni, le
sue certezze. A questo si aggiunge la
guerra. Quante paure, quante corse, quante apprensioni!
Dopo l’8 settembre i Tedeschi controllavano la gente, sul campanile di Castello
avevano posizionato un osservatorio e
piazzato le mitragliatrici e sparavano ad
ogni piccolo movimento. Suonava lugubre il canto della mitraglia ed annunciava
tristi presagi. Allora si andava a casa
allungando la strada, girando dal
Nogarotto. Una volta, tornata a casa, non
trova più nessuno e viene presa dalla
disperazione. I familiari, per fortuna, si
erano nascosti in un rifugio sotterraneo
scavato lì vicino, per sfuggire a una rappresaglia. I Tedeschi entravano nelle famiglie, chiedevano da mangiare, pretendevano soprattutto vino e alcolici, con fare
minaccioso e molto chiaro: kaputt.
Quando Dio vuole la guerra finisce.
Si continua per fortuna a lavorare, si
coltivano in famiglia i “cavalieri”, i bachi
da seta, ricevendone un modesto guadagno, ma dentro Anna si sente delusa,
vuota, ormai incapace di provare sentimenti, non crede quasi più nella vita.
Troppo amara è stata infatti l’umiliazione
subita. Ma è tempo che anche per lei il
futuro si tinga un po’ di rosa.
L’incontro con il futuro marito avviene
in casa di una comune amica. Questa
infatti, approfittando di una distrazione di
Anna, suggerisce al giovanotto “Ti, Gaetano, che te serchi na morosa, questa l’è
na dona che fa par ti...”. E Gaetano
Sartori, classe 1908, non si lascia sfuggire l’occasione ed accompagna a casa la
bionda Anna, con la promessa di rivedersi la domenica successiva. Anche lui ha
un’odissea da raccontare. Per crearsi un
avvenire parte per lavoro nelle colonie
d’Africa, costruendo capannoni, impiegato sia dal genio civile che militare. La
guerra lo blocca in Abissinia e veste direttamente laggiù la divisa. Viene ferito da
una bomba d’aereo e si porta dietro 3
schegge in una gamba. Rimane assente
dall’Italia per ben 12 anni.
Dopo un anno di fidanzamento, si sposano alle 5 del mattino in Castello da don
Giuseppe Dal Molin. Vanno in corriera in
viaggio di nozze a Verona, si fermano a
pranzare in una trattoria, e al ritorno la
giovane sposa, non abituata a pranzi succulenti, ha un conato di vomito ed inzacchera il vestito dello sposo, che non parla,
l’attira a sé e la stringe forte: uniti proprio
“nella buona e nella cattiva sorte”...
Si trasloca allora in una piccola casa ai
Cambioli, ove Gaetano si dà da fare come
falegname ed è molto bravo nel suo
mestiere, poi, come invalido, passa alle
dipendenze del Comune, in qualità di becchino. Era stato anche alle dipendenze di
un’impresa di costruzioni edilizie. Durante un’ispezione dell’ispettorato del
lavoro, essendo fuori regola, sì nasconde
così bene che nessuno riesce a trovarlo.
“Ti sì che te si un vero Talian!” si senti
dire dal titolare assieme ad una pacca
sulle spalle ed il soprannome di “Talian”
non glielo leverà più nessuno.
Intanto arrivano Angelina, Natalina,
Giuseppe ed Annalisa. È una famiglia
felice. Cominciano i lavori in paese e le
figlie portano a casa i primi soldi, la situazione cambia, si tira un sospiro di sollievo, ma per poco. Nel 1968 Gaetano
muore a causa delle ferite riportate. La
moglie non si lascia prendere dallo
sconforto. Ha una famiglia alle spalle e
reagisce. La casa, divenuta ormai troppo
piccola, viene cambiata, fabbricandone
una nuova, più spaziosa, più piena di luce.
Si fanno debiti, ma non si ha paura. Tanta
fiducia nella Madonna e poi sotto con il
lavoro. Anna chiede un forte prestito
anche al prete di Castello, che lo concede
e che gli viene restituito fino all’ultimo
soldo. Invece di parole di conforto, i
parenti del marito hanno parole di critica
e di contrarietà, ma Anna non demorde e
tutto va a buon fine. Si trasloca nella
nuova casa, riscaldata, con l’acqua corrente. Di freddo ne ha sofferto anche troppo da piccola, ora non lo teme più, come
non le fa più paura qualche improvviso
incontro, come quella volta nella casa
paterna, quando trovarono un “carbonasso” lungo 2 metri acciambellato nel cesto
del pane. Quella casa non aveva nulla da
invidiare alla grotta di Betlemme.
I figli si sposano tutti, Giuseppe rimane in paese; delle figlie una, con il genio
della pittura, si accasa ad Arcole, due a
Mezzane. La nostra Anna si gode serena,
con una salute e una memoria di ferro, il
suo meritato riposo. Prega, guarda la TV,
frequenta ogni domenica la chiesa ed è
precisa con l’appuntamento mensile di
ritirare la pensione, alterna la sua permanenza tra il figlio e le figlie ma la sua casa
vera è ai Cambioli, ove si aggira serena e
felice conosce tutto, ci sono le galline, i
gatti, l’orto, il ricordo del marito, i sacrifici compiuti, c’è tutta se stessa ... C’è
soprattutto il gusto di una vita vissuta
nella povertà e nel bisogno, ma anche nell’amore più intenso e nell’accordo più
pieno.
GIANNI SARTORI
ASS. VOLONTARIATO CARABINIERI
La Sezione Carabinieri
di San Giovanni Ilarione
comunica che nel prosieguo
degli aiuti ai terremotati di
L’Aquila, a seguito del
movimento tellurico che ha
avuto il suo apice il 6 Aprile
2009, ha inviato altre due
“pattuglie” del Gruppo
Volontari e Protezione
Civile nell’Abruzzo, ambedue per un turno settimanale ciascuno, la prima dall’
11 al 18 luglio 2009 con i
soci Claudio Confente e
Gianfranco Ciman, la
seconda dall’8 al 15 agosto
2009 con i soci Giovanni
Pandolfo e Giannino Beltrame.
Anche in questi due casi
si sono avute dimostrazioni
di affetto e gratitudine per
quanto fatto, sia da cittadini comuni che
alloggiavano nei vari campi tende nei
quali si svolgeva il servizio e sia soprattutto da parte degli organismi centrali
della Protezione Civile Nazionale ed
amministratori locali.
Il suddetto servizio proseguirà anche
nel mese di settembre, con altri soci o con
il ritorno di qualche “veterano”.
Siamo orgogliosi di quanto sopra e per
manifestare pubblicamente la nostra gioia
gradiremmo che fosse pubblicata l’allegata fotografia che vede i nostri due soci,
Giovanni Pandolfo e Giannino Beltrame
unitamente ad altra volontaria, Antonella
Veronese del gruppo di San Bonifacio,
con alle spalle le macerie dell’ex abitato
di “ONNA”.
IL PRESIDENTE DELLA SEZIONE
C.RE MARIO ROSS
FAMEIA IN GITA
Il 24 maggio genitori e bimbi di Iª elementare, siamo andati in gita al
Parco Gulliverlandia di Lignano Sabbiadoro. Diverse attrazioni tra
cui giostre, mini circo e performance dell’otaria Leo. Abbiamo trascorso una giornata afosa ma divertente in compagnia. Durante il
viaggio di ritorno, una piccola lotteria per i nostri piccoli amici, con
premi in tema scolastico: quaderni, colori, astuccio, ecc. Si ringraziano tutti i partecipanti per la buona riuscita dell’evento, la “Viale
Autopullman”, il corpo insegnanti per la disponibilità concessa.
LUIGI GECCHELE ... GIGIO
TERZA FESTA
DELLA LEGA
PENSIONATI
Sezione di San
Giovanni Ilarione
Sabato 23 maggio
scorso si è svolta la
terza festa del pensionato nel nostro
comune. Presso la
chiesa parrocchiale, alle ore 19.00, è stata celebrata la Santa Messa dal parroco Don
Elio Nizzero. Al termine tutti si sono recati presso il ristorante “Bice”
per la cena alla presenza del gruppo e autorità.
Il sindaco Domenico Dal Cero ha consegnato al delegato provinciale Giancarlo Dalla Tezza, una targa del comune con incise su foglia
d’oro, le cinque Chiese del territorio. Al signor Giancarlo va tutta la
riconoscenza e stima da parte di tutti i pensionati per il suo operato
presso il nostro comune.
Un grazie anche dalla redazione del giornale “L’Alpone”.
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L’ALPONE 10
UN TORNEO PER RICORDARE UN AMICO ... Le attività continuano!!!
“XV° MEMORIAL DOMENICO ROSSETTO”
Te ne sei andato
senza dire nulla,
te ne sei andato
e non torni più.
Non t’ho mai conosciuto
eppure mi manchi;
non t’ho mai visto
eppure ti conosco da sempre.
Sei lassù, ma non so dove;
ed io, io, io...
io mi sento sola!
Anche se so
che sei sempre
con me, oh zio!
Mi manchi,
mi manchi!!
Solo Tu quando sono
sola mi fai
compagnia;
solo Tu sai cosa
sento dentro:
solo Tu lo sai.
Te ne sei andato
eppure ti sento
qui vicino a me!
A mio zio Domenico Rossetto
a 15 anni dalla sua morte...
con affetto, tua nipote
Anna Sartori
Alla Sagra delle Castagne, il
Centro di Aiuto alla Vita - Movimento
per La Vita di San Giovanni Ilarione,
quest’anno sarà presente, in via Roma
10 con una proposta inusuale... Una
decina di titoli che invitano a riflettere
sull’amore coniugale e sull’educazione dei figli.
I 5 linguaggi dell’amore. Come
dire ti amo alla persona amata di Gary
Chapman. Le persone esprimono e
ricevono amore con modalità diverse.
Il dottor Chapman le identifica con i 5
linguaggi dell’amore: parole di rassicurazione, momenti speciali, doni,
gesti di servizio, contatto fisico.
I 5 linguaggi dell’amore dei bambini di Gary Chapman e Ross
Campbell. Gli autori intendono aiutare
i genitori a parlare i 5 linguaggi dell’amore dei loro figli e a trasmettere sentimenti di rispetto, di affetto e di sollecitudine soddisfacendo le necessità
emozionali più profonde dei loro figli.
Sul monte della tua pancia di
Alberto Pellai. Le emozioni di un
uomo in attesa di un figlio. Un uomo
che sta per diventare padre osserva la
moglie addormentata di fianco a lui,
si alza e comincia a scriverle. Per la
FONDIARIA
divisione
SAI
volta di Boscochiesanuova. La giornata
è trascorsa bene grazie al bel tempo e
alla complicità e simpatia dei ragazzi.
Tutto ciò aveva dato una nuova speranza per continuare nella nostra avventura... abbiamo riproposto perciò altre
domeniche in palestra, ma non abbiamo
più avuto un buon numero di ragazzi e
così la seconda giornata sul ghiaccio in
programma è saltata!
Abbiamo voluto però concludere i
Funny Games con la proiezione del cartone animato “Wall-e” presso la sala
civica comunale.
... Come si è potuto capire, questa
nostra avventura è terminata, con nostro
grande rammarico!
Vogliamo, comunque, ringraziare i
ragazzi che credevano in noi e che ci
hanno regalato dei momenti di allegria
e compagnia.
Inoltre ringraziamo per la disponibilità, la fiducia e l’aiuto che ci hanno
dato Augusto Gambaretto in qualità di
Assessore alla Cultura e Arturo Burato
nelle vesti di Presidente della Polisportiva di San Giovanni Ilarione.
CATERINA F., ALESSIA A., VERONICA S.
Dal Centro Aiuto Vita
G R U P P O
DOMENICA 28 GIUGNO 2009
50º Don Francesco Meneghello a Sarcedo (VI).
Tanti auguri dalla Redazione.
“
Mi manchi
“
giovani che scendevano in campo fin dal
1984, è intitolato “Memorial Domenico
Rossetto”, al fine di ricordare uno dei
tanti giovani che con passione e allegria
lavoravano per il torneo e che proprio in
quell’anno era tragicamente scomparso.
A distanza di 15 anni e proprio nella
serata conclusiva il papà di Domenico,
Mario Rossetto, ha voluto a nome della
famiglia consegnare una coppa come
segno di riconoscenza agli organizzatori, aggiungendo poche ma significative
righe che ricordassero la figura del
figlio. Ci pare giusto riproporre quelle
Il sorriso di Domenico Rossetto,
sentite parole su “L’Alpone”, anche per
a cui è intitolato il torneo di
sottolineare come iniziative quale un
Castello.
torneo di calcio possano trasmettere,
con semplitià e senza retorica, valori di
Il tradizionale torneo di Calcetto di
solidarietà e di amicizia che non traCastello ha quest’anno assunto proprio
montano mai e sono sempre attuali.
nella serata finale un significato parti“Caro amico Pallone tu mi dai tante
colare. La manifestazione, sorta una
soddisfazioni ed anche amarezze, però
ventina di anni fa quale momento di
sei il mio idolo, il mio pensiero per
sano divertimento e di coesione fra i
divertirmi nella vita sei tu, il pallone…
Vorrei dirvi tante cose
però il mio nodo alla
gola è rimasto, perdonatemi ma anche con
coraggio e volontà il
pensiero non tramonta… Con gioia vi faccio i miei più cari e
sorridenti auguri di un
bel torneo in amicizia;
a tutti i giocatori che
giocano queste partite
a Castello dico ‘che
vinca il migliore e
amici per sempre!’
Vogliamo partecipare con riconoscenza
per i 15 anni dalla
scomparsa di Domenico e ringraziare quanti
in questi anni si sono
adoperati e si adoperano tuttora a far sì che il
suo ricordo resti sempre vivo in tutti noi,
anche con il gioco del
calcio che ci riunisce
ogni anno. Vorrei da
voi tutti una semplice
preghiera per ricordarlo. Grazie a tutti!”
A nome della famiglia di Domenico.
29 OTTOBRE 1949
IL PAPÀ MARIO
Un matrimonio che sfila per via IV Novembre.
ROSSETTO
Siamo un gruppo
di giovani del paese
di San Giovanni,
abituati a svolgere
attività rivolte ai
ragazzi.
Purtroppo nell’estate 2008 non siamo riusciti a fare più
di tanto per svariati
motivi, chi per
impegni lavorativi,
chi per problemi di
salute altri per problemi di studio. Ci
siamo trovati, quindi, una sera dell’autunno scorso, per
provare ad organizzare delle attività
alternative da svolgere durante il periodo invernale. Abbiamo contattato e trovato l'appoggio dell’Assessore alla
Cultura del Comune di San Giovanni
Ilarione e del Presidente della
Polisportiva del nostro Comune. Avevamo, così, a nostra disposizione la palestra in zona industriale ... poteva iniziare l’avventura dei “Funny Games!!!”.
Il nostro invito era rivolto ai ragazzi
delle medie e superiori affinché potessero trascorrere i pomeriggi della
domenica in compagnia con: giochi di
gruppo, “danze” e tante altre attività in
alternativa alla strada e alla televisione
di casa e perché nò al PC che ci rende
suoi schiavi e sempre più sedentari.
Dopo una delusione iniziale, in cui i
partecipanti non arrivavano mai alla
decina, abbiamo comunque cercato di
organizzare una giornata sul ghiaccio.
Così dopo molta preoccupazione, non
sapevamo se si raggiungeva un numero
minimo di partecipanti, il 25 gennaio
siamo partiti con “40 Ragazzi!!!”,
accompagnati da alcuni genitori, alla
prima volta fa chiarezza sulle tante
contrastanti emozioni che hanno
accompagnato questi mesi di attesa.
Le tue mani sono le mie ali di
Alberto Pellai. Un dialogo tra padre e
figlio appena nato, seguito da una
riflessione più approfondita sulla
paternità: i valori, le fasi, le incertezze da superare e le aspettative da colmare.
Da padre a figlia di Alberto Pellai.
La lettera che ogni padre vorrebbe
scrivere, le parole che ogni figlia
dovrebbe leggere.
Non ho paura di dirti di no di
Osvaldo Poli. I genitori e la fermezza
educativa intesa come capacità di
prendere decisioni emotivamente difficili a favore del bene dei figli.
L’affettività dei bambini da 0 a 6
anni di Massimo Bettetini. È un aiuto
per i genitori a parlare con i propri
figli più piccini di amore, di affetti, di
bellezza e poesia.
L’autostima dei ragazzi di
Danielle Laport e Lise Sevigny. Il
libro aiuta i genitori di un ragazzo da
6 a 12 anni ad essere presenti e vicini
al figlio in maniera calorosa, a favorire l’espressione delle emozioni, inco-
Grazie alla CONVENZIONE
stipulata con le Pro Loco,
Fondiaria SAI propone a tutti
i soci possessori dell’Unplicard
una serie di offerte ed agevolazioni sulle
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raggiarli a farsi degli amici e a regolare da solo i conflitti, aiutarlo ad accettare gli errori e a far crescere in lui la
motivazione.
Amore sì amore no di Gabriella
Biader. Il cuore degli adolescenti è
inquieto ed alla ricerca di amicizia ed
amore. L’autrice ha interrogato molti
ragazzi dai 15 ai 18 anni ed ha scritto
questo libro in cui cerca di dare risposte che invitano alla ricerca, a pensare
ed a discutere in gruppo un tema vivo,
universale e personale. Poesie, provocazioni, autori antichi e moderni, canzoni, il tutto intrecciato con la Parola
delle Scritture e della Chiesa.
Come rovinare un figlio in 10
mosse di Don Antonio Mazzi.
Viziatelo, accontentavi del 6, latitate,
iperproteggetelo, incollatelo alla tv...
ma anche qualche consiglio per crescerlo come si deve.
Cuore di papà. Il modo maschile
di educare di Osvaldo Poli. Esiste uno
stile educativo paterno atto ad indicare al figlio la visione generale della
vita e di risvegliare il suo “io ideale”.
5º MEMORIAL
SIGNORIN RENATO
Si è concluso Venerdì 29 Maggio 2009 a Montecchia di Crosara il
5º Memorial Signorin Renato che ha avuto come suo mattatore la squadra Panato Impianti.
Il torneo ha visto impegnate 8 squadre suddivise in due gironi, di
cui solo la prima e la seconda classificata ambivano all’accesso in
semifinale.
Un sentito e doveroso elogio a tutti i ragazzi partecipanti ed al
pubblico che insieme hanno dimostrato rispetto nei confronti
delle regole e degli “altri”, serietà e sportività.
Il direttore di Pianeta Calcio, Nocini Andrea, il suo collaboratore,
Paolini Giuliano ed il Sindaco di San Giovanni Ilarione geom. Dal
Cero Domenico hanno premiato le squadre: 1ª class.: Panato
Impianti; 2ª class.: Mal de pansa; 3ª class.: Terrossa; 4ª class.:
Joga Maloro. Coppa disciplina: New Team. Capocannoniere:
Valentino Rocca. Miglior giocatore: Carlo Panato. Miglior portiere:
Antonio Gambaretto. La serata si è conclusa con una grande tavolata, tanta allegria e buona musica. Un sincero grazie a tutti e ...
arrivederci all’anno prossimo.
L’ALPONE 11
LA DONAZIONE DI SANGUE
Perché donare?
Il sangue umano è un prodotto naturale non riproducibile artificialmente.
Indispensabile alla vita. È un tessuto
costituito da una parte liquida, il plasma
e da una parte corpuscolata, rappresentata da globuli rossi, globuli bianchi e
piastrine. Nonostante i progressi tecnologici e scientifici, il sangue rappresenta ancora oggi una risorsa insostituibile
nella terapia di molte malattie sia di pertinenza chirurgica sia di pertinenza
medica. Ad esempio, costituisce un supporta indispensabile nei pazienti oncologici in chemioterapia o in quelli che
hanno subito un trapianto di midollo
osseo, in tutte le operazioni di trapianto
d’organo, negli interventi di chirurgia di
alta specializzazione (cardiochirurgia,
neurochirurgia, ecc.).
Donare sangue volontariamente e
con consapevolezza permette di concretizzare la propria disponibilità verso gli
altri, ma anche verso se stessi, poiché
così facendo si alimenta il patrimonio
collettivo di cui ciascuno può usufruire
al momento del bisogno. In Italia attualmente non è stato ancora raggiunto l’obiettivo dell’autosufficienza nazionale:
esistono profondi squilibri tra le diverse
regioni del nostro Paese, per cui il divario fra la raccolta ed il reale bisogno non
trova compensazione creando spesso
stati di emergenza e di carenza. Per
AVIS COMUNALE
DI S. GIOVANNI IL. E VESTENANOVA
sanare questo squilibrio, l’unica strada
percorribile è quella di sensibilizzare
fortemente i cittadini nei confronti della
donazione volontaria e periodica del
sangue e dei suoi componenti.
La donazione non comporta rischi di
alcun genere per la salute, in quanto il
sangue è una fonte di energia rinnovabile ed è quindi possibile privarsene in
parte, senza che l’organismo ne risenta.
Il donatore ha anche la possibilità di fare
prevenzione controllando periodicamente il proprio stato di salute. Donare
il sangue in maniera anonima, gratuita,
volontaria, periodica e responsabile,
rappresenta oggi la maggior garanzia in
termini di sicurezza trasfusionale.
Chi può donare?
Chiunque abbia più di 18 anni, un
peso corporeo non inferiore ai 50 Kg e
sia in buono stato di salute, può presentarsi presso il Centro trasfusionale e
chiedere di poter donare il proprio sangue. Qui verrà sottoposto ad un colloquio preliminare con il medico trasfusionista e ad una visita medica completa per verificare se vi siano controin-
dicazioni alla donazione. Successive
analisi di laboratorio confermeranno
l’effettiva idoneità alla donazione. Tutte
queste indagini sono volte a tutelare la
salute del donatore quanto quella del
ricevente.
Per il giudizio di idoneità esistono
una serie di criteri, stabiliti da decreti
ministeriali, raccomandazioni delle
Società scientifiche, dall’Unione Europea e dall’Organizzazione Mondiale
della Sanità.
Saremmo presenti alla Sagra delle
Castagne con il gazebo dell’Avis, ed
alcuni nostri volontari saranno disponibili a fornire ulteriori chiarimenti ed
informazioni relative alla donazione del
sangue ed all’attività dell’Avis.
AVVISO: Domenica 18 ottobre 2009
il Centro Trasfusionale di San
Bonifacio sarà aperto per i Donatori ed
Aspiranti donatori.
I Team premiati dall’AVIS al 5° careto G.P. città di Vestenanova del 02 agosto 2009
Una generazione di emigranti:
“i Lovato dai Camadi”
Un mese fa circa è ritornato nei suoi
luoghi natii, come altre volte, Giovanni
Lovato, nato in contrada Camadi nel
1946, ed ha espresso il desiderio che su
L’Alpone si parlasse anche della sua
famiglia, da anni in Belgio, ma legata al
paese e al giornalino. Dopo un colloquio, abbiamo chiesto che ci spedisse
dal Belgio un resoconto su cui tessere la
trama della sua famiglia e proprio sul
finire di giugno è arrivata la lettera con
le notizie, da cui è tratto questo articolo.
Il papà Angelo Lovato (detto Pansa
perché non ne aveva per niente) era nato
nel 1911 a Clovange in Francia, quando
i suoi genitori (Giovanni Battista Lovato
e Augusta Confente) erano in quelle
zone come emigranti stagionali. Fece la
guerra in Abissinia, dove venne ferito ad
un ginocchio.
Sposatosi con un’altra Lovato, di
nome Almerina, ebbe il primo figlio,
Agostino, nel 1939 in Germania ad
Erfurt, dove anche loro erano emigrati
per la stagione della raccolta di patate.
Dopo la guerra nel 1946 partiva,
come tanti altri del paese, per le miniere
del Belgio nella zona di Charleroi, in
occasione del famoso patto fra Italia e
Belgio, carbone contro braccia. L’anno
dopo la famiglia, cioè mamma Rina e i
figli Agostino e Giovanni, lo raggiunsero, prendendo alloggio nelle baracche di
Marcinelle: una vera baraccopoli in
legno che aveva ospitato, tempo prima, i
prigionieri tedeschi. Ogni famiglia
disponeva di circa 60mq. Il campo ospi-
Lavoratori in Belgio negli anni ’50
(da sinistra a destra, in piedi):
Arturo Arvoti, Umberto Marchetto
(“Miola”), Silvino Casarotto, (accosciati) Luciano Gireni, Giovanni
Costalunga, Luigi De Marni,
Alfredo Bado (“Ceo”).
Famiglie di emigranti in Belgio.
tava circa 300 famiglie di varia nazionalità, ma erano in maggioranza le italiane. I gabinetti, ci scrive Giovanni, erano
naturalmente in comune e c’era a disposizione solo qualche rubinetto d’acqua:
una situazione problematica che qualche
volta sfociava in conflitti e liti. Quando
pioveva, quindi molto spesso, l’acqua
filtrava dal soffitto e si era occupati a
spostare i letti e a porre dei recipienti al
posto giusto. Alla domenica i lavoratori
italiani si trovavano da ‘Attilio’, un compaesano, per una bicchierata e per
dimenticare la faticosa settimana.
Nel frattempo la famiglia era cresciuta: dopo Agostino e Giovanni arrivarono Rita nel 1950, Maria nel 1953,
Renato nel 1956 e Giustina nel 1957.
Nel 1958 il papà Angelo lasciava la
mina, soprannominata Pechon, dopo
tanti giorni passati sotto terra a respirare …chissà cosa! Lavorò ancora qualche
anno in una fabbrica di pentole, poi a
pulire i vagoni ferroviari, alla stazione
di Charleroi, per poi morire nel 1968 a
Marcinelle, dove è sepolto.
La mamma, Almerina, nata a San
Giovanni Ilarione nel 1916, da Massimino Lovato detto el Longo Camado e da
Almerina Alleggi, ha seguito il marito in
Belgio e nonostante la baraccopoli,
diceva di trovarsi abbastanza bene perché almeno in quel luogo si parlava italiano. Una mamma d’altri tempi: rimase
incinta ben diciannove volte, ma tra
aborti spontanei e bimbi morti in tenera
età, solo 6 sopravvissero, tre fratelli e tre
sorelle. Anche Almerina morì nel 1998,
dopo trent’anni di vedovanza, e riposa
vicino al marito.
Il figlio maggiore Agostino, molti lo
ricordano perché veniva almeno un paio
di volte all’anno in Italia ad assaggiare
el pan dei fornari cioè la ciopa, el vin
durello e a gustarsi il verde ed il sole,
dopo aver lavorato in una fabbrica di
presse idrauliche, è morto nel 2007
lasciando, oltre la moglie, due figlie,
Kathy e Claudia.
Le tre sorelle hanno avuto due figli
ciascuna e vivono ancora in Belgio,
mentre Renato, anche lui ha due figlie,
lavora in proprio come fisioterapista.
L’altro figlio Giovanni, che ci ha spedito gli appunti sulla sua famiglia, dopo
gli studi tecnici, ha lavorato per 39 anni
a Charleroi, in una centrale elettrica,
andando per lavoro in varie parti del
mondo: Iran, Malesia, Emirati Arabi,
Libano, Marocco, Costa D’Avorio,
Venezuela, Filippine, Francia, Olanda e
talvolta in Italia.
“Sono pensionato dal 2002”, ci scriveva e, quando veniva dai Camadi, dove
aveva acquistato una casetta con altri
fratelli, passava sorridente a salutare i
parenti ed amici e, come Agostino, partiva con la macchina piena di leccornie
del paese. Nella lettera ci parlava orgoglioso dei suoi due figli: Valeria e
Angelo, la prima hostess ed il secondo
laureato in scienze aeronautiche e delle
telecomunicazioni, in carriera militare
presso la NATO.
Giovanni era in attesa di questo articolo. Ma la sorte alle volte è beffarda.
Quando credi che finalmente, dopo una
vita di lavoro e di preoccupazione per la
famiglia, si possa godere di alcuni anni,
non di risposo, ma di meno obblighi
familiari e sociali, ecco che il destino ci
riserva un cambiamento repentino della
vita.
Giovanni è deceduto il 4 luglio 2009,
cadendo dal tetto di un garage a
Marcinelle. Riposa presso i suoi genitori ed il fratello maggiore. Questo articolo, tanto atteso, lo leggerà da un luogo,
speriamo, migliore.
MARIO GECCHELE E DINA LOVATO
L’Angolo del goloso
Tagliatelle di castagne
Ingredienti per 4 persone: • 200 gr di farina di castagne • 150 gr di farina
bianca • olio d’oliva extravergine • 2 uova • acqua tiepida quanto basta •
sale e pepe
Per il condimento: • 2 porri • 3 cucchiai d’olio d’oliva • 3-4 cucchiai di
pecorino grattugiato (o parmigiano o ricotta affumicata)
Preparazione: Setacciate insieme le due farine. Fate una fontana e versateci
l’uovo, poca acqua tiepida e il sale. Con una forchetta lavorate prima l’uovo
e l’acqua quindi poco alla volta incorporate le farine. Continuate a lavorare
la pasta con le mani fino a quando non diventerà liscia ed elastica.
Raccoglietela a palla, avvolgetela nella pellicola trasparente e fatela riposare per circa mezz’ora. Stendete quindi la pasta in una sfoglia non troppo sottile, fatela asciugare un po’ e quindi tagliatela a listarelle con un coltello o
con l’apposita macchinetta.
Preparate il condimento: in una padella con l’olio d’oliva fate rosolare i porri
precedentemente tagliati sottili. Nel frattempo cuocete le lasagne in abbondante acqua bollente e salata. Scolatele al dente e versatele nel sugo di porri.
Mescolate delicatamente amalgamandovi il formaggio grattugiato e una
spruzzata di pepe. In alternativa, queste tagliatelle possono essere condite
con del tradizionale pesto al basilico.
LUCIANA DAMINI
DONNE ALLA RISCOSSA
Un riuscito corso di autodifesa femminile
Dal 30 giugno al 30 luglio si è
tenuto un istruttivo corso di judo,
per l’autodifesa femminile. Gli
incontri presso la palestra di San.
Giovanni Ilarione, hanno permesso
a noi donne di acquisire maggior
sicurezza in noi stesse. L’iniziativa
del corso è dovuta alle numerose
violenze di cui sono vittime le
donne; l’intento degli esperti maestri era quello di insegnare i moviLe partecipanti al corso mostrano orgo- menti principali e più importanti
gliose il diploma conseguito.
per la difesa, e quando possibile il
contrattacco. Le lezioni sono state tenute in un clima armonioso e con molta pazienza dai tre maestri: Mathieu Di Franco, Roberto Mauli e Andrea Piccinin. Al termine
degli incontri, alle partecipanti, è stato dato un diploma che attesta la presenza al
primo corso di difesa personale. Per festeggiare la buona riuscita, noi allieve con i
maestri, abbiamo trascorso una piacevole serata in compagnia. Per tutte noi è stata
proprio una gradita esperienza, sia perché abbiamo potuto stringere nuove amicizie,
sia perché abbiamo imparato divertendoci, ma soprattutto perché ora possiamo camminare con maggior sicurezza per le strade, in attesa di sfoderare le mosse micidiali
apprese.
MARILISA SARTORI
Il giorno 14 aprile 2009 alle ore 16,30 a Venaria
Reale (Torino) è mancato Francesco Pozza nato
a San Giovanni Ilarione il 5 giugno 1927.
Poco prima di andarsene, ha ancora chiesto del
Castello, di San Giovnni Ilarione, del Veneto,
nostalgia da cui non è mai riuscito a separarsi.
Noi figli, Luigi, Paolo e Luciana vogliamo mandargli un bacio attraverso questo giornale che
leggeva con piacere e dirgli che il suo ricordo,
sarà in ogni momento a venire, più forte e più
presente per averci cresciuto, educato in mezzo
a continue difficoltà. Ci piace pensarlo vicino a
nostra madre Teresina Perazzolo che 30 anni fa’
ci aveva salutato.
Ringraziamo le persone che sono state in grado
e hanno avuto la fortuna di capire, di comprendere la sua Sincerità, la sua Onestà, la sua
Generosità.
LUIGI, PAOLO E LUCIANA
MATRIMONI: 12
NATI: 17
MORTI: 7
Totale residenti maschi al 31.07.2009: 2.683
Totale residenti femmine al 31.07.2009: 2.509
Totale residenti: 5.192
TOTALE FAMIGLIE: 1.791
CONTRIBUTI PER L’ALPONE
Famiglie di emigranti in Belgio.
Gambaretto Teresa Vestenanova
Gambaretto Luigina Monteforte (VR)
Filipozzi Giuseppina Vestenanova
Marcazzan Renzo Vestenanova
Bruni Paolo Colognola ai Colli
Pernigotto Giuseppe S.Giovanni Il.
Zanella Giovanna S.Giovanni Il.
Perazzolo Santa Chiampo
Cengia Mario S.Giovanni Il,
Bordon Giovanni S.Giovanni Il.
Marchetto Giuseppe S.Giovanni Il.
Mainente Angelina Monteforte d'Alp.
Beschin Paola Montecchia di Crosara
Casarotto Revello Torino
Olga Trevisan Chiampo (VI)
Zandonà Damiano S.Giovanni Il.
Zandonà Mario P.Niselli S.Giovanni Il.
Lovatin Guido Vandini S.Giovanni Il.
Natalina Marcolongo Pirandello
San Bonifacio
Bertolazzi Andrea Vandini S.Giovanni Il.
Lovato Giovanni Charleroi Belgio
Vanzo Agostino S.Giovanni Il.
Costalunga Teresa Milano
Rossetto Benigno S.Giovanni Il,
Marcazzan Anna Castelnuovo D.G.(VR)
Pressi Bruno Coltrini S.Giovanni Il.
Andriolo Luca S.Giovanni Il.
Soprana Gaetano Torino
Dal Zovo Teresa Vestenanova
Bevilacqua Giovanna San Bonifacio
Giuspoli Bezzan Maria Montecchia di Cr.
Lovato Antonia Torino
Ciman Pietro S.Bonifacio (VR)
Danese Andrea S.Giovanni Il.
Baldo Ilario Bustogarolfo (MI)
Marcigaglia Anna S.Giovanni Il.
Micheletto Vittorio S.Giovanni Il.
Gambaretto Teresa Castelvero Vestenanova
Vautravers Rampo Rosetta CH Berna
Schmutz Rampo Angelina CH Bösingen
AVIS S.Giovanni Ilarione e Vestenanova
Vanzo Gina S.Giovanni Il.
Allegri Giovanni Castelvero Vestenanova
Perazzolo Norma S.Giovanni Il.
Rossetto Rino Soliera Modena
Lovato Valentino Milano
Piccinin Maria S.Giovanni Il.
Lovato Adelina Verona
Mzzasette Gino S.Giovanni Il.
Gazzo Santo S.Giovanni Il.
Zandonà Silvino S.Giovanni Il.
Zampini Luigi Bussolengo (VR)
Mazzasette Mario Legnago (VR)
Sgaggio Elisa S.Giovanni Il.
Biondaro Angelo S.Giovanni Il.
Tonin Angelina S.Giovanni Il.
Ciman Giuseppe S.Giovanni Il.
Giarolo Adriano Tiene (VI)
Lovato Benedetto S.Giovanni Il.
Bricca Florido S.Giovanni Il.
Perazzolo Mario Arzignano (VI)
Lovato Ernesto Arzignano (VI)
Munaretti Roberto Castigione Tor. (TO)
Pandolfo Angelina S.Giovanni Il.
Tonin Bertilla Castelvero Vestenanova
Marcazzan Nello Rubano (PD)
Burato Giovanni S.Giovanni Il.
Rossetto Ghislaiwe Gambellara (VI)
Creasi Gabriella Chiampo (VI)
L’ALPONE 12
ZIONI
A
I
C
O
S
S
DALLE A
SPORT
TRIONFO PULCINI 1999
Si è svolto in maggio, a San Bonifacio, il “ Torneo Calcistico DON BOSCO” organizzato dalla A.C. Sambonifacese, che ha visto i Pulcini del 1999 impegnati per 4
settimane.
Quattro serate vissute con entusiasmo; emozioni che questi “calciatori in erba”
hanno saputo trasmettere anche ai genitori che li hanno sostenuti e supportati
con grande partecipazione ed entusiasmo.
Una finale da “campioni del mondo” vinta ai rigori e terminata come tutti i grandi campioni sanno fare, con un giro di campo e la coppa alzata al cielo.
Una serata che sicuramente tutti noi non scorderemo facilmente.
Complimenti ragazzi, non ci stancheremo mai di gridare “FORZA SANGIO”!
Amico lettore, per farti comprendere cosa abbiamo provato noi che abbiamo partecipato al primo torneo di
green volley organizzato a San
Giovanni Ilarione, è necessario fare
una premessa in cui si evocheranno
alcuni ricordi della tua infanzia.
Ti ricordi le interminabili partite di
calcio, che si svolgevano durante le
vacanze estive nel campetto improvvisato sotto casa, quando non c'erano
tutte queste automobili che giravano?
Ti ricordi che praticamente si giocava
da mattina a sera senza sentire né fame
né sete? L'intervallo tra il primo/secondo tempo era decretato dall'invasione
di campo delle mamme che venivano a
recuperare i propri figli per il pranzo.
Oppure, ti ricordi le estenuanti sessioni di “ciupascondi” del dopo cena, in
cui l'unico motivo per cui venivi convinto ad uscire dal tuo nascondiglio
protetto dalla sopraggiunta oscurità era
la minaccia, tutt'altro che remota, di
andare a dormire con il sedere bello
caldo?
Ti ricordi? Si litigava perchè un po'
tutti volevamo vincere, non è vero?
Però poi si faceva la pace, non prima di
esserci spennacchiati vicendevolmente
il più delle volte.
Ecco: se ti ricordi allora puoi capire
1º TORNEO DI GREEN VOLLEY - ‘NA BOTTA E VIA
Una panoramica dei campi di gioco.
quanto ci siamo sentiti leggeri e infantilmente felici noi che abbiamo partecipato al torneo di green volley che si è
svolto domenica 5 luglio presso gli
impianti sportivi di via Torino.
Alla sera eravamo distrutti, ma soddisfatti, dopo che per un giorno intero
ci siamo dati battaglia sull'erba dei sei
campi, appena un po' più piccoli di un
campo da volley regolamentare, allestiti all'interno del campo sportivo.
Tutte le quindici squadre che hanno
risposto all'appello hanno venduto cara
la pelle, dando filo da torcere anche
alle compagini tra le cui fila militava-
Torneo di calcio a 6
Il Sindaco Dal Cero Domenico premia i vincitori del Torneo.
Festa dello sport 2009
La squadra dei “Mega Pascals” vincitrice del Torneo di calcio a 6.
Quinta edizione del torneo di calcio a 6 conclusasi con una finale
inaspettata: si sono qualificate per il
podio le seconde squadre qualificate dei due gironi.
“Mega Pascals” vincitrice del torneo, squadra rivelazione, partita a
rilento ed esplosa nel finale, riesce a
vincere contro i “Sé bestia f.c.” squadra di amici molto motivata e tecnicamente preparata.
Molte le emozioni durante il tor-
neo che in questa edizione è risultato molto divertente, combattuto e
soprattutto pieno di spirito sportivo.
Un grazie particolare ad Arturo e
Lucia che con il loro impegno riescono a regalarci momenti di vero
sport e divertimento.
Grazie anche al pubblico che
finalmente ha iniziato a rallegrare
con la sua presenza e il suo tifo le
serate delle partite.
L. B.
Lambretta
D 47
carica di
burro.
Vendita
Valdagno
Biondaro
Francesco
Nei giorni 3-4-5 luglio si è svolta,
con buon successo, la Festa dello
Sport.
Organizzata dalla Polisportiva
2001, ha proposto anche quest’anno lo
sport nelle sue molteplici espressioni,
dando spazio anche a novità come il
Green Volley, pallavolo giocata sull’erba, e Nova Scrimia, un’arte marziale
italiana che Mauro Dalla Valle e i suoi
amici hanno presentato il pomeriggio
di domenica in modo spettacolare
cogliendo consensi e applausi da tutti i
giovani presenti.
E come ogni anno spazio al CALCIO con il Torneo di calcio a 6 che ha
visto la partecipazione di più di 100
giovani atleti, un torneo iniziato l’8
giugno, che ha impegnato 10 squadre e
si è concluso con la finale domenica 5
luglio. La squadra che si è aggiudicata
il torneo è MEGA PASCAL, Sabato
ancora sport con un pomeriggio divertente dedicato ai bambini impegnati in
una gimkana con la bici; alla sera esibizione di Karate e Spinning all’aperto.
Anche quest’anno non è mancato il
TENNIS con un torneo per ragazzi il
sabato e un torneo per adulti la dome-
CICLI & MOTO
nica.
Domenica sera proiezione dei filmati dello Sci Club, del Gruppo Ciclisti Basalti e del 2° Rally Ronda
Soave-Durello che proponevano le attività svolte nell’anno tracorso.
E tutto condito da ottima musica
con i DJ Coffe – Steven Smith, con i
gruppi Milkshake’s Club e Falc.
Bilancio quindi positivo per la Festa
dello Sport che fa dello Sport il fulcro
della manifestazione.
Per concludere non posso esimermi
dall’esprimere un sentito ringraziamento ai giovani organizzatori del torneo di calcio, capitanati da Gambaretto
Nico, e del Green Volley, sotto la guida
di Roberta Sgaggio e Andrea Soprana,
alle nostre società affiliate – Judo
Alpone – Karate Shotokan – Pink
Volley – Sky Volley – Sci Club, alle
altre associazioni sportive – Gruppo
Ciclisti Basalti – U.S. Calcio – Tennis
Club – Play Sport, alla Pro Loco, alle
Associazioni presenti sul territorio e a
tutti coloro che hanno gratuitamente
prestato il loro tempo e la loro “buona
volontà” per la riuscita della festa.
LUCIA BURATO
no giocatori di volley esperti, cercando poi ristoro davanti ad una bibita
fresca ascoltando la musica di dj
Coffee (l'artista altrimenti noto come
Marco Confente) che ci ha fatto da sottofondo per l'intera giornata.
E l'orgoglio, per aver scalato il gradino più alto del podio, delle squadre
che si sono fatte chiamare Do par
davandi e do par de drio per il girone
vincenti e Par quanto el musso el cora
non sarà mai un cavalo per il girone
perdenti, non ce lo mettiamo? Ma sicuramente i più orgogliosi di tutti saranno stati i due ragazzi della squadra The
Eagles, che la mattina stessa hanno
ricevuto un bidone epocale da alcuni
compagni, ma sono riusciti lo stesso a
portare a termine il torneo e a portarsi
a casa il trofeo del girone scopa, il corrispettivo del mestolo di legno nel
rugby e la maglia nera nel ciclismo.
Ah! Lasciami aprire una piccola parentesi: se hai sorriso per i nomi strampalati che ti ho citato prima, avresti dovuto esserci quel famoso 5 luglio. Ti saresti fatto delle belle risate nel sentire lo
speaker che annunciava i fantasiosi
nomi di squadre come Semo pena
tornà dalla sagra in bolca e ghemo
ancora da nare in leto - Team.
Amico lettore, se quanto hai letto
finora ti ha fatto tornare per un attimo
bambino, puoi capire quanto siamo
grati a tutti quelli che si sono prodigati per l'organizzazione di quella sana
domenica di sport: Roberta Sgaggio,
Andrea Soprana e Dario Marchi in primis. Ma anche quelli che si sono dati
da fare dietro le quinte: Luca Soprana
(dj ad interim), Luca Stanghellini
(speaker in prova), la Polisportiva 2001
e i cuochi che hanno provveduto a non
farci mancare il provvidenziale piatto
di pasta, Sebastiano Filipozzi e
Christian Confente dietro al bancone
delle bibite. Un grazie particolare va
alla US calcio San Giovanni Ilarione
che ci ha concesso l'uso degli impianti.
Dispiacerà a noi tutti, organizzatori
e partecipanti, se l'anno prossimo non
sarà possibile ripetere questa opportunità di festa e aggregazione: non si
potrà più disporre del campo dato in
gestione alla US calcio San Giovanni
Ilarione perché è in programma la
sostituzione del manto erboso con un
prato sintetico.
Speriamo, questo è l'accorato
appello di centinaia di persone che si
sono divertite spensieratamente come
quando si è bambini, che l'amministrazione comunale ci dia man forte, l'anno prossimo, nel reperire lo spazio più
consono per ripetere l'esperienza.
EMANUEL RIGHETTO
Trimestrale di Informazione e Cultura c/c postale n. 15684376
Se vuoi inviare il tuo contributo all’Alpone utilizza c/c postale n° 15684376 intestato a: Pro Loco di San Giovanni Ilarione - Piazza Aldo Moro, 5
Direttore responsabile: Delio Vicentini
Redazione: Dario Bruni, Luciana Damini, Mario Gecchele, Angelo Pandolfo,
Giovanni Sartori, Lucia Burato.
Recapito: Franco Cavazzola - Presidente Pro Loco - Via Risorgimento, 3/C - S.
Giovanni Ilarione (VR) - Tel. 045 7465727
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Ilarione (VR)