Trecento presepi in mostra al Santuario di S.Maria delle Grazie
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Trecento presepi in mostra al Santuario di S.Maria delle Grazie
Natale Venerdì, 20 dicembre 2013 9 La splendida collezione del parroco don Gianni Pozzi esposta fino al 10 gennaio dietro all’altare Trecento presepi in mostra al Santuario di S.Maria delle Grazie Nella notte di Natale del 1997 don Gianni Pozzi ricevette il suo primo presepe in dono dalla corale di Arese. Fu la scintilla che fece scattare l’interesse e la passione per i presepi di tutto il mondo. Sono trascorsi sedici anni e l’attuale parroco del santuario di Santa Maria delle Grazie, a Pavia, ora ha oltre trecento esemplari. Tutti belli, tutti particolari nella loro unicità che riflette il dono di una nascita raccontato dalla tradizione e dai costumi dei vari Paesi di provenienza. Come ormai consuetudine don Gianni presenta tutti i suoi presepi in una mostra stupenda che allestisce in chiesa, dietro all’altare, con una suggestione veramente speciale. Di ogni presepe conosce la storia, la provenienza, il donatore. Ed è significativo cogliere la luce nei suoi occhi mentre li mostra uno per uno, ogni volta fermandosi quasi incantato. Due sono le ricchezze contenute in questa mostra: la varietà degli esemplari e l’affetto che, attraverso il dono di un presepe, tantissima gente ha voluto manifestare nei confronti del sacerdote. Anche il nostro Vescovo mons. Giovanni Giudici, venuto a conoscenza di questa sua passione, gli ha fatto dono di un presepe proveniente da Haiti. E don Angelo Rodella, prima di congedarsi da Pavia pochi mesi fa, ha voluto regalargli un presepe brasiliano, acquistato durante la Gmg. finchè questo accada il più frequentemente possibile. Domani, sabato 21 dicembre, ad esempio il parroco aprirà le porte anche nella fascia serale, dalle 20.30 alle 22.30, non solo naturalmente per la mostra, ma anche per favorire un momento di preghiera, di silenzio o le confessioni. Sarà visitabile fino al 10 gennaio. Daniela Scherrer La mostra si apre con tutti gli esemplari dell’Africa, bellissimi, in cui i personaggi del presepe hanno colori e lineamenti della gente africana. Sono quasi tutti realizzati nei vari tipi di legno del continente. Congo, Mozambico, Madagascar, Burundi, Kenia, Etiopia, Marocco, anche una Natività tipica Masai… E’ un susseguirsi di figure e di emozioni raccontate dalla cultura africana. Si prosegue poi con i presepi dell’America centrale e meridionale: Bolivia, Perù, Cile, Messico, Guatemala, le Isole Antigua nei Caraibi e spicca quello proveniente dal Lago di Titicaca, a 3800 metri di altezza. Anche lassù si ricorda la Natività… Colpiscono i colori di questi presepi e don Gianni spiega che in quelle zone amano particolarmente riprodurre la scena della fuga dall’Egitto. Così è infatti. Quindi si scende geograficamente e si arriva agli esemplari brasiliani e argentini. Proseguendo nella carrella- ta, la mostra consente di ammirare i presepi asiatici ed europei: le matrjoske russe, il coloratissimo assieme di San Pietroburgo, quindi Sri Lanka, Birmania, Maldive, numerosi esemplari provenienti da Betlemme (spicca quello di una comunità di ragazzi disabili). E poi si arriva alle nazioni più vicine a noi, dal carillon austriaco al presepe bellissimo di Medjugorie (più un dipinto della Natività disegnato da un bimbo della comunità di suor Elvira), sino ad ammirare quelli nostrani che vengono da Loreto, dalla Sardegna, dalla Sicilia (con la lava dell’Etna), dalla Franciacorta in cera d’api… e tanti, tanti altri ancora con la mostra che si chiude con una serie altrettanto suggestiva di Bambinelli e di angioletti. Una mostra che merita davvero una visita, perché capace di attrarre sia i grandi che i più piccoli. E’ visitabile ogni volta in cui la chiesa è aperta e don Gianni si sta adoperando af- Concluso il corso fidanzati Diciamocelo chi al giorno d’oggi non è spaventato dal matrimonio? Vuoi per il lavoro che manca, vuoi per quel senso di responsabilità che sembra non essere più di moda, vuoi per la fede che nei giovani sembra latitare sempre più. Quando quei pochi temerari decidono di avventurarsi in questa esperienza devono far i conti con il corso prematrimoniale, ma cosa sarà mai? E allora si inizia ad intervistare amici, parenti, conoscenti e ne escono di tutti i colori “un’inutile formalità, una perdita di tempo, ma perchè non convivete e basta?” Eppure noi siamo convinti e ci vogliamo lanciare, la prima sera è uno studiarsi reciproco, chi sarà questo parroco che ci vuole dedicare due mesi del suo prezioso tempo? Il tempo. Ormai non è più in auge dedicare tempo a qualcuno in questo mondo così di corsa. Don Gianni ci insegna col passare degli incontri che il matrimonio non è la bella festa, il ricco banchetto, il costoso abito, la cascata di fiori...NO il matrimonio è come un fiore: richiede impegno, sacrificio, cura, dedizione, va fatto crescere e non abbandonato mai a sè stesso, altrimenti appassisce e poi non si riesce più a far rifiorire. Inoltre don Gianni mica ci racconta il matrimonio come un bel “e vissero felici e contenti...” come nei film, e no! Don Gianni cala la dottrina cristiana nel quotidiano che con un film non centra proprio niente! Nella vita, non solo di coppia, si improvvisa, non c’è un co- Auguri di Buon Natale pione da seguire, si sbaglia, si riprova, si cade, ci si rialza! E allora noi con la certezza di avere d’ora in poi un punto di riferimento vogliamo andare controcorrente e ci vogliamo credere nel matrimonio, siamo pronti ad assumerci questa responsabilità, ad amarci e rispettarci OGNI giorno della nostra vita, non solo nei giorni felici ma soprattutto nelle giornate nere, vorremmo poter avere la sfera di cristallo per sapere cosa ci accadrà tra 20/30/40 anni ma il bello della vita è proprio questo, accettare tutto quello che il Signore ci dona senza riserve! Grazie don Gianni per avere ravvivato la nostra fede! Sofia