L`Italia e la Spagna - `Pietro Giannone` Benevento

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L`Italia e la Spagna - `Pietro Giannone` Benevento
L’Italia e la Spagna: due nazioni a confronto
Nel corso dell'anno scolastico laprof.ssa D'Aronzo con la collaborazione dell'università del Sannio noi alunni
del Liceo Classico Pietro Giannone di Benevento abbiamo svolto un lavoro di ricerca sui diritti umani e il
Franchismo.
Il progetto è stato suddiviso in due fasi: inizialmente abbiamo analizzato attraverso documenti, immagini e
altre fonti le principali caratteristiche e le tappe che hanno portato all'affermazione di questo regime
politico dittatoriale, per poi effettuare uno stage sul territorio spagnolo, nella città di Barcellona. Qui ho
potuto ancor di più comprendere quali sono stati gli effetti di questo regime sulla popolazione e sulla città..
Abbiamo visitato due luoghi che più di tutti simboleggiano l'oppressione e la violenza perpetrata dal regime
nei confronti della popolazione. Il primo luogo è la plaça Sant Felip Neri,piazza che mostra ancora le
ferite dei bombardamenti e delle fucilazioni, infatti sono ancora visibili i fori dei proiettili nelle mura . Altro
luogo che testimonia la crudeltà e la violenza dei bombardamenti è il rifugio antiaereo numero 307, dove i
cittadini residenti in quel quartiere trovavano rifugio durante i bombardamenti. È stata un'esperienza molto
significativa, in quanto solo col pensiero ho potuto immaginare le urla e la paura, di uomini, donne e
bambini, che attraverso quei freddi e stretti cunicoli claustrofobici accompagnati dalla fede e dalla speranza
cercavano di sfuggire a quelle bombe sganciate dal cielo, che per loro non avrebbero significato nient'altro
che dolore e morte.
A Barcellona esistono molti di questi rifugi e all'interno di ognuno di essi vi erano delle regole
comportamentali ben precise scritte su dei palinsesti, e alle quali tutti i rifugiati dovevano attenersi, come il
divieto di accendere il fuoco e di superare un numero massimo di persone (circa 2000 persone)
sia per motivi igienici che di sicurezza. Abbiamo, poi, visitato il Castell de Montjuïc, antica
fortificazione situata in collina che veniva utilizzata come torre di vedetta, e qui in un'area del castello
abbiamo avuto l'occasione di assistere ad una mostra intitolata "Catalunya en postguerra". Attraverso fonti,
documenti e testimonianze fotografiche ho potuto comprendere ancor di più i cambiamenti radicali che il
regime franchista ha apportato a molti aspetti della vita sociale: alla scuola, da sempre luogo di
formazione, e ad altri ambiti attraverso la forte e oppressiva opera di propaganda. Attraverso l’analisi di
queste fonti è emerso le alleanze che Francisco Franco aveva con altri regimi dittatoriali di estrema destra
e l'ausilio che l'Aviazione Legionaria italiana , guidata da Galeazzo Ciano, fornì alle truppe dei franchisti
durante la guerra civile spagnola. Altri momenti importanti dello stage sono state le lezioni della prof.ssa
Ida Mauro e dal professore Alfons Aragoneses, presso l'università Pompeu Fabra, una delle università più
importanti d’Europa . Il prof. Aragoneses, esperto di diritto internazionale , grazie alle sue grandi
conoscenze e capacità comunicative ha saputo fornirci gli strumenti per riflessioni e considerazioni, che
hanno reso il dibattito molto coinvolgente. La lettura di documenti e la visione di video-interviste ad exaviatori italiani come Paolo Moci e Arturo Lauchard, hanno sottolineato ancora di più quanto decisivo sia
stato l'intervento dell'Italia nei bombardamenti di Barcellona e nell'appoggio all'affermazione del regime
franchista. L’italia, inviò in Spagna 750 velicoli, i piloti erano formalmente dei volontari, talvolta con falso
nome. La Catalunya volle che l'Italia si assumesse le proprie responsabilità per i crimini di lesa umanità e i
crimini di guerra commessi nel periodo compreso tra il 1936 e il 1939, ma le risposte del governo italiano
sono state sempre superficiali. Il 2 giugno 2011 venne presentata una prima denuncia all’Audiencia
Nacional di Madrid, ma il tribunale si ritenne non competente. La svolta ci fu il 12 dicembre 2012, quando
il ricorso di difesa davanti al tribunale di Barcellona venne accolto. Il 7 aprile 2014 il Juzgado de instrucción
ha ordinato la rogatoria internazionale affinchè l'autorità italiana interroghi il pilota Luigi Gnecchi. Il pilota
in un’intervista rilasciata al Corriere della sera il 25 aprile 2014, si difende affermando che gli aviatori
italiani non bombardarono i civili, ma facevano soltanto delle ricognizioni. L’avvocato Newton Bozzi, uno
degli italiani che ha promosso la causa, afferma:”L’obiettivo non è una giustizia ritardata, ma interessa che
si faccia ordine in una memoria che tende a nascondere la storia” (intervista rilasciata il 25 aprile 2014 sul
Corriere della sera)
Per me la partecipazione a questo stage è stata l'occasione per vedere gli effetti devastanti, ma per lungo
tempo ignorati, perpetrati dal regime franchista. Credo che questo percorso abbia saputo creare il clima e
le sensazioni corporee e psichiche che aiutano a capire come vissero quei tragici avvenimenti le migliaia e
migliaia di barcellonesi e catalani che, all’improvviso e sotto l’urlo acuto degli allarmi, dovevano correre in
preda ad un timore irrefrenabile verso i rifugi. Questa piccola ricerca è una lezione amara, ma necessaria,
per l’avvenire.
Antonio Giuliano
Liceo Classico “P. Giannone” classe II sez. G