Commercializzazione di Indicazioni Geografiche italiane in India e
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Commercializzazione di Indicazioni Geografiche italiane in India e
Commercializzazione di Indicazioni Geografiche italiane in India e Italian Sounding. Nessuna Indicazione Geografica italiana risulta ancora registrata in India. La sola domanda italiana di registrazione presente e’ stata depositata dal Consorzio per il Prosciutto di Parma in data 26 marzo 2009 per Prosciutto di Parma (Parma Ham). Essa ha superato la fase di preesame e si trova ora nella fase di esame. Le altre domande comunitarie provengono dal Comite’ Interprofessional du Vin de Champagne, depositata il 29 settembre 2008 per lo champagne, e da The Scotch Whisky Association, depositata il 5 gennaio 2009 per lo scotch whisky. Entrambe sono anch’esse nella fase di esame. Nel mercato indiano sono reperibili le piu’ note Indicazioni geografiche italiane, in negozi altamente specializzati nelle grandi metropoli. Si indirizzano infatti in prevalenza ad un target ristretto, una clientela internazionale con alto potere di acquisto e forte conoscenza del prodotto, nonche’ ad una ristrettissima fascia di indiani benestanti. Si tratta sopratutto di formaggi (Parmigiano reggiano, Grana Padano) e di alcune preparazioni di carni (prosciutto di Parma e prosciutto di San Daniele a fette preconfezionate). Per le caratteristiche del mercato indiano non e’ al momento facile una diffusione maggiore. Infatti il dettaglio e’ molto frazionato, con una distribuzione insufficiente, infrastrutture di comunicazione arretrate, assenza di catena del freddo, innumerevoli esercizi commerciali dalla superficie minima, senza condizionamento d’aria o capacita’ di conservazione, e cio’ nonostante le temperature esterne siano per gran parte dell’anno intorno ai 40-45 gradi centigradi. Il potere di acquisto della maggioranza della popolazione e’ molto basso, e i consumatori si indirizzano su prodotti locali a basso prezzo. Ciononostante, si riscontrano usurpazioni, omonimie o fuorviamenti del consumatore. A titolo di esempio si trovano in vendita confezioni di ‘Parmesan’ con bandiera italiana e logo simile a quello della DOP, ma Made in Australia. Il prosciutto di Parma ufficialmente non e’ presente sul mercato per un divieto sanitario all’importazione di carne di maiale che non sia stata lavorata in modo da raggiungere una temperatura interna di non meno di 70 gradi centigradi per un minimo di 30 minuti, ma il prodotto si trova sui menu di molti ristoranti italiani ed e’ probabile che spesso non si tratti del prodotto originale, con il rischio che la denominazione diventi generica nel paese. Il prodotto preconfezionato a fette e’ presente a quanto sembra per sviste delle dogane in sede di controllo sanitario. Al riguardo l’IPR Desk di New Delhi ha sensibilizzato il Consorzio prosciutto di Parma sull’opportunita’ di attivarsi perche’ le sue problematiche vengano considerate nell’ambito negoziati attualmente in corso sul Free Trade Agreement tra Unione Europea e India. E’ ampiamente presente nelle principali metropoli indiane il fenomeno dell’Italian sounding, cioe’ di prodotti che sembrano italiani ma non sono prodotti in Italia, fuorviando il consumatore sulla loro vera origine, con danno per l’economia italiana a vantaggio di concorrenti sleali e pregiudizio per l’immagine di qualita’ del prodotto italiano. Per esempio nella Grande Distribuzione Organizzata si trova pasta di semola di grano duro con nomi di famose localita’ italiane, colori della bandiera italiana e scritte in italiano, ma Made in Australia. Si trovano mozzarelle, scamorze, affettati e altri prodotti con la bandiera italiana sulla confezione e indicazioni che legano il prodotto all’Italia ma la cui origine risulta essere Made in India, Australia o perfino in Germania o Polonia. Le relative indicazioni sull’etichetta sono talvolta tali da rendere molto difficile anche ad un consumatore molto esperto l’individuazione della vera origine del prodotto. Spesso lo stesso codice a barre, che in tali casi permetterebbe una piu’ agevole individuazione dell’origine non italiana del prodotto, risulta coperto dall’etichetta con il prezzo oppure stampato con inchiostro poco leggibile. Al riguardo si ritiene opportuno che nel Free Trade Agreement in via di negoziazione tra UE e India sia previsto l’obbligo di inserire l’indicazione dell’origine del prodotto sull’etichetta adesiva che al momento riporta il nome e l’indirizzo dell’importatore, il mese di importazione e il prezzo massimo al dettaglio in India. L’India e’ un mercato dalle potenzialita’ enormi per il Made in Italy nel prossimo futuro, per una serie di ragioni legate anche alla simpatia per il nostro paese, ed e’ quindi importante essere presenti gia’ da ora nel paese cosi’ come e’ importante che sia predisposto un quadro normativo idoneo a favorire condizioni di concorrenza non sleale sul mercato. Ai consorzi di produzione delle I.G. italiane spetta poi di non trascurare tutto quanto idoneo a proteggere le proprie produzioni. L’IPR Desk di New Delhi e’ a disposizione per fornire al riguardo il suo supporto gratuito. L’India di oggi e le autorita’ indiane sono perfettamente consapevoli dell’importanza della protezione della proprieta’ intellettuale, Indicazioni Geografiche comprese, per lo sviluppo economico del paese e sono attivamente impegnate per renderne la tutela sempre piu’ efficace.