Cartella stampa - Consorzio del Prosciutto di Parma
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Cartella stampa - Consorzio del Prosciutto di Parma
La passione per un lavoro antico, fatto di antiche tradizioni e tramandato di generazione in generazione; la cura nei dettagli in ogni fase della stagionatura; l’equilibrio dei profumi e dei sapori di una terra ricca e generosa; la qualità e l’attenzione nella scelta della materia prima impiegata. Sono questi gli elementi che fanno del Prosciutto di Parma uno dei prodotti più rappresentativi del Made in Italy e più apprezzati e conosciuti al mondo. Il Prosciutto di Parma è buono, sano e completamente naturale: carne di suino italiano, l’abilità dei maestri salatori e l’aria asciutta e delicata delle colline. Pochi semplici ingredienti per un’inconfondibile dolcezza e gusto. Il Consorzio È per garantire caratteristiche di estrema qualità al consumatore che nasce nel 1963 il Consorzio del Prosciutto di Parma, un’organizzazione di produttori che utilizzano e salvaguardano il metodo tradizionale di lavorazione. “…Tutelare un prodotto come il Prosciutto di Parma vuol dire offrire garanzie di sicurezza e qualità ai consumatori…” Da allora, il Consorzio vigila sull’osservanza del disciplinare produttivo ed è coinvolto anche in altre attività di protezione e valorizzazione del Prosciutto di Parma in Italia e nel mondo. Gestione e salvaguardia del Disciplinare produttivo depositato presso l’Unione Europea per il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta del “Prosciutto di Parma”. Tale Disciplinare definisce tutta la regolamentazione relativa agli aspetti della produzione: le razze suine utilizzate, le tecniche di allevamento, i requisiti dei suini destinati alla lavorazione, la provenienza della materia prima, la delimitazione della zona geografica di produzione, i metodi e la durata della stagionatura, le caratteristiche qualitative del prodotto finito. Tutto quanto indicato nel Disciplinare è previsto, nello specifico, dalla Legge 13/2/90 n° 26, dal D.M. 15/2/1993 n° 253, dalle prescrizioni produttive e da Direttive e regolamentazioni operative stabilite dai competenti Ministeri e dal Consorzio. La gestione del Disciplinare produttivo include, inoltre, la predisposizione e l’eventuale modifica dei manuali operativi utilizzati dall’Istituto Parma Qualità che si occupa della certificazione e dei controlli sul Prosciutto di Parma e che rappresentano i dispositivi di adattamento del suddetto Disciplinare e le linee guida dell’attività di controllo. Gestione della politica economica del comparto, inclusa la formulazione di strategie, indirizzi, politiche macro-economiche per il settore del Prosciutto di Parma. 5 Protezione della denominazione “Prosciutto di Parma” e del relativo marchio (Corona ducale) in tutto il mondo. Il Consorzio provvede a vigilare e a proteggere l’uso della denominazione “Prosciutto di Parma” e dei relativi marchi, timbri e sigilli di riconoscimento e a reprimere ogni utilizzo illecito dei medesimi, così come ogni atto di concorrenza sleale inerente la commercializzazione del Prosciutto di Parma, assumendo in Italia e all’estero ogni opportuna iniziativa anche di natura giudiziaria, in particolare in quei Paesi dove maggiore è la diffusione di tale prodotto. Il marchio “Prosciutto di Parma” risulta attualmente registrato in circa 90 Paesi. Vigilanza sulla corretta osservanza delle disposizioni di legge e regolamentari, presso allevatori, macellatori, produttori e commercianti di ogni livello; ad essa sono destinati a tempo pieno vari ispettori cui è riconosciuta la qualifica di Agente di polizia giudiziaria. Tali ispettori possono svolgere, sull’intero territorio nazionale, qualsiasi tipo di accertamento, verifica, ispezione o controllo nei confronti di chiunque produce, confeziona, detiene o vende prosciutto, presso allevamenti, macelli e laboratori, negli esercizi di vendita all’ingrosso e al dettaglio, nei ristoranti e nei pubblici esercizi. Le eventuali irregolarità sono perseguite in ambito amministrativo, civile o penale, in relazione alla natura delle irregolarità stesse. Promozione e valorizzazione del prodotto. Il Consorzio si occupa della valorizzazione del prodotto in Italia e nel mondo sviluppando campagne pubblicitarie e iniziative promozionali in collaborazione con le principali insegne nazionali della GDO. Assistenza alle aziende associate al fine di agevolare e migliorare la produzione e la commercializzazione in Italia e all’estero del Prosciutto di Parma attraverso attività di consulenza tecnico-produttiva in collaborazione con la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari, assistenza in ambito commerciale e sanitario, supporto nel settore assicurativo, ecc. 6 Il Prosciutto di Parma Il Prosciutto di Parma è sano, genuino e completamente naturale: solo carne di suino italiana lavorata con il sale marino e da sempre senza l’utilizzo di conservanti o additivi. “…Un suino italiano e pesante, caratterizzato da carni mature, Quello che viene selezionato per il Prosciutto di Parma è un maiale “speciale” nato e allevato in 10 regioni del centro-nord Italia, esclusivamente di razza Large White, Landrace e Duroc, e alimentato con cibi di qualità come granoturco, orzo, siero derivato dalla produzione del Parmigiano-Reggiano. Un suino italiano e pesante, caratterizzato da carni mature, sode, compatte, sapide. sode, compatte, sapide è la materia prima ideale per un prodotto naturale al 100%…” 7 La D.O.P. D.O.P. significa “denominazione di origine protetta” e si riferisce al Regolamento CEE n°510/06. La normativa riconosce e definisce un prodotto originario di una certa regione e Paese, le cui caratteristiche sono essenzialmente o esclusivamente dipendenti dalla sua origine geografica e ambientale. Più dettagliatamente con la dizione Denominazione di Origine Protetta si designano i prodotti collegati in modo univoco alla zona geografica di cui portano il nome e caratterizzati da due specifiche condizioni: la produzione delle materie prime e la loro trasformazione fino al prodotto finito devono avvenire nell’ambito della regione delimitata di cui il prodotto ha il nome; la qualità o le caratteristiche del prodotto devono potersi ricondurre all’ambiente geografico del luogo di origine, intendendosi con tale definizione i fattori naturali e umani quali, ad esempio, il clima, la qualità del suolo e le conoscenze tecniche locali. Il Sistema di Qualità Esiste un insieme di leggi, stabilite a livello europeo e poi accolte nell’ordinamento dei singoli Paesi, con le quali si cerca di creare un vero e proprio “sistema di qualità” per i prodotti tipici pregiati, cioè quei prodotti tradizionali e di alta qualità realizzati in particolari aree geografiche con tecniche speciali che fanno parte della cultura e della storia della regione. Il Prosciutto di Parma fa parte di questi prodotti che l’Unione Europea ha deciso di tutelare e valorizzare fissando regole ben precise riguardo alla produzione, l’utilizzo dei marchi, i controlli, ecc. La denominazione di origine protetta “Prosciutto di Parma” ai fini della protezione comunitaria è stata registrata il 12 giugno 1996. 8 Le dieci tappe della dolcezza Il Consorzio del Prosciutto di Parma nasce per garantire quell’inconfondibile dolcezza al Prosciutto di Parma. Perseguendo questa finalità, ha dettato alle aziende produttrici una precisa metodologia nel pieno rispetto della tradizione: il Prosciutto di Parma deve superare con successo tutte le fasi di produzione che si concludono con “l’incoronazione” a fuoco del ben noto marchio. “…L’aria asciutta e delicata delle colline parmensi darà gusto e dolcezza al Prosciutto di Parma…” Una condizione essenziale per ottenere il Prosciutto di Parma è che l’intera lavorazione avvenga in un’area estremamente limitata che comprende il territorio della provincia di Parma posto a sud della via Emilia a distanza di almeno 5 Km. da questa, fino ad un’altitudine di m. 900, delimitato a est dal fiume Enza e a ovest dal torrente Stirone. Solo in questa area hanno luogo tutte le condizioni climatiche ideali per l’asciugatura, ossia la stagionatura naturale che darà dolcezza e gusto al Prosciutto di Parma. L’aria delle colline parmensi è profumata: il vento marino della Versilia, una volta acquistato l’aroma delle pinete, si strofina contro i monti carsici della Cisa, perdendo tutto il salmastro, e infine si rotola sul profumo dei castagneti; un’aria asciutta quindi, ideale per la stagionatura dei Prosciutti. 9 Ecco come nasce il vero, dolce Prosciutto di Parma. 1. Isolamento Il maiale destinato a divenire “Prosciutto di Parma” deve avere precise caratteristiche riguardo alla zona di provenienza, 10 regioni del centro-nord Italia, e alla razza. Solo in presenza di questi requisiti, certificati dalla documentazione e dal tatuaggio apposto dall’allevatore, può essere avviato alla macellazione, purché sia di oltre 9 mesi d’età; pesante mediamente 160 Kg (e comunque non meno di 144 Kg); sano e a digiuno da 15 ore. In seguito la coscia fresca viene isolata dalla mezzena. 2. Raffreddamento La coscia fresca riposa per 24 ore in apposite celle di raffreddamento fino a raggiungere una temperatura di 0 C° così che la carne si rassodi con il freddo e possa essere rifilata più facilmente. Durante la fase di raffreddamento il prodotto subisce un primo calo di peso di circa l’1%. Le cosce impiegate per la produzione del Prosciutto di Parma non devono subire, tranne la refrigerazione, alcun trattamento di conservazione, ivi compresa la congelazione. 3. Rifilatura Serve a conferire al Prosciutto di Parma la caratteristica forma tondeggiante a “coscia di pollo”. La rifilatura si esegue asportando parte del grasso e della cotenna per un motivo anche tecnico, in quanto favorisce la successiva salagione. Con la rifilatura la coscia perde grasso e muscolo per un 24% del suo peso; durante questa operazione le cosce che presentino imperfezioni anche minime vengono scartate. 4. Salagione La coscia raffreddata e rifilata viene avviata dai macelli agli stabilimenti di salagione. La salagione avviene in maniera diversificata: le parti della cotenna sono trattate con sale umido, mentre le parti magre vengono cosparse con sale asciutto. Questa operazione è estremamente delicata: deve essere effettuata su cosce a temperatura giusta e uniforme. Una coscia troppo fredda infatti assorbe poco sale, mentre una coscia non sufficientemente fredda può subire fenomeni di deterioramento. Non vengono utilizzate sostanze chimiche, conservanti o altri additivi, né si fa ricorso a procedimento di affumicatura. La coscia viene poi posta in cella frigorifera a una temperatura compresa tra 1 e 4 C°, con l’80% circa di umidità. Dopo una settimana di permanenza in questa cella, detta “di primo sale”, viene ripresa, pulita dal sale residuo e infine sottoposta a una leggera passata di sale, per poi tornare in una nuova cella frigorifera, detta “di secondo sale”, e restarvi dai 15 ai 18 giorni, secondo il suo peso. Al termine di questo periodo di salagione la perdita di peso è di circa il 4%, poiché la carne cede parte della sua umidità, assorbendo lentamente il sale. 5. Riposo Eliminato il sale residuo, la coscia rimane per periodi variabili da 60 a 80 giorni in un’apposita cella detta “di riposo”, con una umidità del 75% circa e una temperatura tra 1 e 5 C°. Durante questa fase deve “respirare” senza inumidirsi né seccarsi troppo. Il ricambio dell’aria nelle celle è molto frequente. Il sale assorbito penetra in profondità distribuendosi uniformemente all’interno della massa muscolare e il calo di peso è pari all’8/10% circa. 10 6. Lavatura e asciugatura Dopo il periodo di riposo, la coscia viene lavata con acqua tiepida per togliere eventuali cristalli di sale o impurità. L’asciugatura avviene usufruendo delle condizioni ambientali naturali, nelle giornate di sole secche e ventilate, oppure in appositi asciugatoi in cui vengono debitamente sfruttati i movimenti convettivi dell’aria. 7. Pre-stagionatura – Toelettatura Appesi alle tradizionali scalere, i prosciutti si asciugano naturalmente in stanzoni con finestre contrapposte. Le finestre vengono aperte a seconda delle condizioni dell’umidità interna, sia rispetto all’umidità climatica esterna che a quella del prodotto. Questa operazione deve permettere un asciugamento del prodotto graduale e quanto più possibile costante. Il calo di peso è pari a 8/10%. 8. Sugnatura La sugnatura svolge la funzione di ammorbidire gli strati muscolari superficiali evitando un asciugamento degli stessi troppo rapido rispetto a quelli interni, pur consentendo un’ulteriore perdita di umidità. La parte muscolare scoperta viene ricoperta di sugna, un impasto di grasso di maiale macinato con aggiunta di un po’ di sale e di pepe macinato e talvolta farina di riso. La sugna non è considerata ingrediente dalla legislazione italiana, trattandosi di un prodotto della macellazione, quindi completamente naturale e senza alcun tipo di conservante. “…I segreti della lavorazione del Prosciutto di Parma…” 9. Stagionatura Al 7° mese, il Prosciutto di Parma viene trasferito nelle cantine, locali più freschi e meno ventilati delle stanze di pre-stagionatura. Gli stabilimenti con le cantine devono essere obbligatoriamente ubicati nella zona di produzione, infatti le particolari caratteristiche ambientali hanno una loro influenza nel corso della stagionatura, durante la quale avvengono anche importanti processi biochimici ed enzimatici, e insieme determinano il caratteristico profumo e il sapore del Prosciutto di Parma. In corso di stagionatura il calo di peso è di 5% circa. 10. Sondaggio e marchiatura Al termine del processo di stagionatura, si effettuano le operazioni di sondaggio, un esame fondamentale di tipo olfattivo. In questa fase viene fatto penetrare in vari punti della massa muscolare un ago di osso di cavallo, materiale che ha la particolarità di assorbire gli aromi del prodotto e poi riperderli con grande rapidità. L’ago viene “annusato” da esperti addestrati a riconoscere e valutare le caratteristiche olfattive per stabilire il buon andamento del processo produttivo e il rispetto della peculiare dolcezza. Trascorsi un minimo di dodici mesi, e dopo appositi accertamenti effettuati dagli Ispettori dell’Istituto Parma Qualità, viene apposto il marchio a fuoco della corona a 5 punte. Questo contrassegno è l’ultimo di una serie che garantisce l’avvenuto controllo in ogni fase, riportando anche il codice identificativo delle imprese che hanno preso parte all’intero ciclo di lavorazione. Il riconoscimento legale del Consorzio del Prosciutto di Parma fa sì che la marchiatura sia un vero e proprio contrassegno di Stato, oltre che garanzia di dolcezza e qualità e del rispetto assoluto della metodologia tradizionale, sancita anche legalmente (L. 26 del 13 Febbraio 1990 e D.L. 253 del 15 Febbraio 1993). 11 Una firma inconfondibile La corona ducale impressa a fuoco contraddistingue il Prosciutto di Parma, ma non è l’unico marchio presente sulla cotenna. La qualità del prodotto DOP è garantita dalla firma lasciata da ogni componente della filiera, in modo che si possa in qualsiasi momento risalire e verificare tutti i passaggi della catena produttiva. Un attento esame rivelerà quindi tutto il percorso di ogni singola coscia. “…Riconoscere il vero Prosciutto di Parma è facile: basta cercare la corona ducale…” 12 codice provincia Uno speciale tatuaggio indelebile è posto dall’allevatore su entrambe le cosce del suino con il proprio codice di identificazione e il mese di nascita dell’animale. codice allevatore codice mese Il macello, che controlla ogni singola coscia fresca, appone poi un timbro a fuoco che individuerà permanentemente la coscia per mezzo della sigla PP - Prosciutto di Parma e l’identificativo dello stabilimento di macellazione. sigla di identificazione del macello Mese e anno d’inizio della stagionatura sono riportati a rilievo insieme alla sigla C.P.P. - Consorzio del Prosciutto di Parma - nel sigillo metallico costituito da una corona circolare. mese e anno di inizio lavorazione Al termine di questo lungo processo di certificazione, dopo un attento esame che verifichi la regolarità delle fasi precedenti e il raggiungimento dei requisiti organolettici inconfondibili e peculiari del Prosciutto di Parma, viene apposto il marchio a fuoco costituito da una corona a 5 punte con base ovale in cui è inserita la scritta PARMA e, sottostante, la sigla che identifica l’azienda presso cui è stata effettuata la lavorazione. Quest’ultimo timbro ha un altissimo valore per la sua doppia funzione di identificazione e qualificazione: - identifica infatti il prodotto tra tutti gli altri prosciutti, assicurandone l’autenticità; - garantisce l’iter produttivo previsto in tutti i suoi passaggi. Il contrassegno della corona è quello che infine rende riconoscibile ai consumatori il vero Prosciutto di Parma. sigla di identificazione aziendale 13 Valori nutrizionali Prosciutto di Parma: un concentrato di bontà e salute per un’alimentazione sana ed equilibrata. In una recente indagine di aggiornamento dei valori nutrizionali condotta dal Consorzio del Prosciutto di Parma di concerto con la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (SSICA) e l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), le analisi effettuate sul Prosciutto di Parma hanno rivelato una combinazione bilanciata di caratteristiche organolettiche e sensoriali di estrema qualità e proprietà nutrizionali che lo rendono un alimento adatto a tutti. I valori si riferiscono a un prodotto di media stagionatura e attestano l’estrema naturalità del Prosciutto di Parma, un prodotto che non contiene conservanti, né additivi generalmente utilizzati nella preparazione di altri alimenti a base di carne; un prodotto che unisce alla grande palatabilità e alla sua inconfondibile e famosa dolcezza anche un alto valore nutrizionale. In particolare, il Prosciutto di Parma si conferma un prodotto altamente digeribile e quindi l’alimento ideale per i bambini, gli sportivi e gli anziani grazie al contenuto di proteine di ottima qualità e alla naturale proteolisi che avviene durante la stagionatura (la scomposizione delle proteine in molecole più piccole e in singoli aminoacidi). 14 Gli sportivi possono inoltre contare sull’azione detossificante e anti-fatica degli aminoacidi ramificati – valina, leucina e isoleucina – che costituiscono più del 20% della quota proteica totale e concorrono alla riparazione del danno muscolare dovuto all’usura che il muscolo subisce durante il movimento. Anche la componente lipidica totale è di qualità, grazie all’elevato contenuto di acidi grassi insaturi (64,9%), quei grassi buoni che fanno bene alla salute, come l’acido oleico (45,8%), un grasso monoinsaturo contenuto anche nell’olia di oliva che protegge dalle patologie cardiovascolari. “…Pochi grassi, molti sali minerali, vitamine e proteine facilmente digeribili, rendono il Prosciutto di Parma un alimento adatto a tutti…” Mangiare Prosciutto di Parma vuol dire contribuire al raggiungimento dei livelli giornalieri di assunzione raccomandati (RDA) di vitamine del gruppo B, ma anche fornire una buona quota di preziosi minerali ad alta biodisponibilità ossia facilmente assorbili dall’organismo, come ad esempio il ferro. Il Prosciutto di Parma si dimostra inoltre un ottimo alimento che aiuta a combattere e inibire l’azione dei radicali liberi, principale causa di invecchiamento e malattie degenerative, e a ripristinare l’equilibrio fisiologico dell’organismo, grazie alla presenza di antiossidanti naturali come la vitamina E e il selenio. Le recenti analisi hanno inoltre evidenziato la presenza di carnosina e anserina: la prima si trova in buona quantità nel tessuto muscolare, per il quale regola alcuni processi metabolici di produzione dell’energia; l’altra è una sostanza naturalmente presente nei muscoli che concorre nell’azione antiossidante svolta dalla carnosina. 15 Curiosità Romani Catone il Censore, III sec. a.C., tramanda di una ghiotta conservazione delle cosce di suino che si ottiene con la salatura e successiva asciugatura; unte poi con un po’ di olio, sopportano la stagionatura senza avariarsi. Dalla descrizione si nota la somiglianza tra la lavorazione del prosciutto e questo suo antenato. Risale al suo “De re rustica” la prima ricetta storica di come si fa un buon prosciutto. Anche Marco Terenzio Varrone (I sec. a.C.) nel “De re rustica” presenta i Galli come i principali esperti nella lavorazione delle carni suine, e afferma che a Roma si importavano quarti di maiale e prosciutti di produzione della Gallia padana. Questa voce è confermata dagli storici Polibio e Strabone. John B. Dancer scrive che dopo la vittoriosa battaglia sul Trebbia (217 a.C.), Annibale entrò in Parma accolto festosamente come un liberatore. Allestire un banchetto in inverno, dopo le requisizioni di guerra fatte dai Romani, pareva impossibile, ma si tramanda che dagli abitanti delle campagne furono tirati fuori da nascondigli segreti dei barili contenenti cosce salate di maiale e che il grande Annibale apprezzò molto questo saporito alimento. Galli A giudicare dai bassorilievi delle porte d’ingresso della Cattedrale di Reims, si capisce che i Galli conoscevano bene l’arte di conservare e insaccare le carni suine: vi sono raffigurati norcini al lavoro e insaccati esposti, tra i quali spiccano in bella mostra dei prosciutti, insieme a un venditore che li offre ai clienti. 16 Longobardi I Longobardi consumavano grande quantità di carni di maiale selvatico. Raramente però veniva impiegata fresca, perché già a quel tempo in gran parte era salata e trasformata in lardo, prosciutti e insaccati ecc.. Il sale era il conservante naturale più usato nell’antichità; veniva importato a caro prezzo dalle coste marine. I Longobardi della padana erano facilitati in questo poiché potevano ricavarlo in loco da sorgenti saline, come quelle di Salsomaggiore, vicino a Parma. “…Le bontà non si perdono nel lungo cammino della storia…” Corsari Dei temibili corsari genovesi del periodo a cavallo tra Settecento e Ottocento, sono conservati negli archivi di Stato di Genova curiosi documenti sulle fasi di preparazione alla “crociera di guerra”, circa sei mesi per mare alla ricerca di eventuali “prede”. Spessissimo tra i viveri stivati a bordo è ricordato il prosciutto che per le sue caratteristiche si presta all’uso dilazionato. La provenienza padano-veneta del prosciutto, come di molti altri generi citati dai registri di bordo, era garantita dalla antica tradizione di acquisti e importazioni di tipo culinario da tale zona verso la Liguria. Parigi Non sappiamo quando esattamente si sia sparsa in Italia e nel mondo la fama del prosciutto parmigiano: certo era già famoso a Parigi nei primi dell’Ottocento, ambitissimo dai gourmet parigini specie quello importato dal langhiranese Loderingo Bonanni. La bontà non ha mai avuto confini. Musicisti Rossini, famoso per le sue musiche immortali, ma anche per i suoi raffinati gusti gastronomici, lo utilizzava spesso nelle sue prelibate ricette. Verdi lo avrà sicuramente assaggiato nelle riunioni salottiere della contessa Maffei, sua grande amica, come si racconta di serate e menù nelle lettere di altri illustri ospiti. 17 Prosciutto di Parma on-line Siti internet Consorzio del Prosciutto di Parma www.prosciuttodiparma.com Festival del Prosciutto di Parma www.festivaldelprosciuttodiparma.com Comunicati stampa www.prosciuttodiparma.com/consorzio/news Social Network www.youtube.com/ProsciuttodiParmaDOP www.facebook.com/consorzio.prosciuttodiparma www.facebook.com/prosciuttodiparma https://twitter/prosciuttoparma Banca immagini AREA RISERVATA URL: www.prosciuttodiparma.com USER: stampa PWD: photo 18 “…Quiche mignon al Prosciutto di Parma, noci e ricotta. Raffinata ma semplice: un’idea adatta a party e brunch.…” © 2013 Consorzio del Prosciutto di Parma. Tutti i diritti riservati.