Tradizione e innovazione nel mondo del prosciutto
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Tradizione e innovazione nel mondo del prosciutto
PAGINA 5 Farnese Borbone e Maria Luigia: lusso, nobiltà e “bien vivre” nella Parma del ‘700 E del parmigiano scrisse anche Boccaccio nel Decamerone P arma unisce il fascino di un passato storico, artistico e culturale estremamente ricco ad una passionale raffinatezza, al gusto di semplici e genuine prelibatezze che possono trasformarsi in autentici culti. Da qui sono passate le nobiltà dei Farnese, dei Borbone, e le brillanti intuizioni di Du Tillot abile ministro e sottile stratega - che al suo arrivo nel Ducato, nel 1759, sceglie di legarsi alla Francia piuttosto che alla Spagna. Uomo di rara intelligenza che si circonda di amici intellettuali come il Condillac, Millot, Petitot, Boudard, Ravenet, Paciaudi, Bodoni e molti altri, Du Tillot porta a Parma una ventata di “internazionalità” che vivacizza la vita quotidiana e soprattutto dà forte impulso all’economia e alla cultura, si preoccupata di abbellire la città ma anche di aprire le scuole. Quando Parma passa sotto il dominio napoleonico, il Congresso di Vienna sancisce ufficialmente di affidare alla du- chessa Maria Luigia d’Austria, figlia dell’imperatore Francesco I e moglie di Napoleone, il Ducato di Parma. Acora oggi simbolo amatissimo dai parmigiani, l’immagine di Maria Luigia, è spesso associata al bon vivre ed ai piaceri della tavola, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Duchessa Golosa”. Indifferente alle lettere che il marito le scrive da Sant’Elena, preferisce seguire i buoni consigli del Conte Neipperg (che sposerà dopo la morte di Napoleone e dal quale avrà tre figli), governa con lungimiranza e moderazione fino alla sua scomparsa, che lascia profonda tristezza in tutto il popolo del Ducato che ancor oggi la ricorda con affetto e riconoscenza. Parlava l’italiano ed il francese quasi meglio della sua lingua madre. Conosceva l’arte culinaria, il ricamo, la musica, suonava il pianoforte e dalla madre aveva ereditato il dono di una bella voce ed il talento di ballerina. Amava i fiori, la pratica del giardinaggio, la buona tavola. Sulle preferenze gastronomiche di Maria Luigia non ci sono molti dubbi dal momento che, come noto, volle con sè il famoso cuoco Vincenzo Agnoletti , che restò al suo servizio per più di dieci anni con le mansioni di credenziere e liquorista. La presenza di Agnoletti, già apprezzatissimo dalle famiglie patrizie di Roma, tanto da costituire un vero e proprio “status symbol” (come diremmo oggi), era in evidente contrasto con i suggerimenti dell’imperatore Francesco I, che aveva sconsigliato cuochi e maggiordomi di nazionalità italiana, sospettando – e non a torto – che essi “accontentassero” troppo i peccati di gola delle nobildonne. E qui torniamo al culto del cibo, del gusto, che da sempre domina tutto il territorio: la tradizione contadina, che ha forgiato il sistema di conservazione e stagionatura dei prodotti più apprezzati, ha sempre naturalmente inseguito l’eccellenza nella qualità mentre il parmigiano (grattuggiato), citato da Boccaccio nel Decamerone, diventa addirittura moneta sonante per pagare un rapporto amoroso in una novella ambientata a Parma e scritta alla fine del ‘400 dal Sercambi, mercante lucchese e seguace dello stesso Boccaccio. Curiosamente il termine lusso nella lingua italiana ha dei forti connotati negativi, “lusso” è sfoggio di ricchezza fastosa e, spesso, inutile, mentre nella lingua inglese “luxury” è un qualcosa che dona un immenso piacere e comfort, e vi è un rimando a oggetti bellissimi di una raffinata eleganza, forse superflui ed esageratamente costosi ma non per questo da disprezzare. Se invece vogliamo riferirci al suo significato originario, per i latini Lúxus era qualcosa di lussureggiante, una vera e propria esuberanza di vegetazione e quindi, per metafora, una abbondanza di cose deliziose. Per fortuna, sono passati i tempi in cui il concetto di lusso veniva demonizzato perché si riteneva che fosse l’incarnazione – da un’idea alquanto medievale del peccato di lussuria, uno dei vizi capitali: il significato venne per secoli accostato all’idea di sfrenatezza sessuale e di eccesso nel modo di vivere, irresponsabile sfarzo e sfoggio di ricchezza. Oggi il termine è liberato dai pregiudizi religiosi, forse ancora intriso di istanze politiche e sociali ma di certo vi è che, se è possibile permetterselo, al lusso nessuno rinuncia. Tradizione e innovazione nel mondo del prosciutto N ell’epoca della standardizzazione alimentare, alla Fratelli Galloni, azienda leader nella produzione di prosciutto di Parma, si continuano a salvaguardare con passione le tecniche tradizionali, accompagnandole con strumenti tecnologicamente avanzati, per proteggere un’assoluta salubrità, offrire le garanzie di fi liera, assicurare prosciutti eccellenti sotto tutti gli aspetti organolettici e nutrizionali. Il rigore del lavoro e gli alti standard qualitativi del prosciutto di Parma della Fratelli Galloni hanno portato numerosi riconoscimenti: dalle certificazioni più severe , quali la IFS e la BRC, a importanti segnalazioni di stima quali l’assegnazione dell’Oscar per il miglior prosciutto italiano nella rubrica “Il Gastronauta” del Sole 24 Ore, la presentazione al Set of MoMa all’interno del Museo D’Arte Moderna di New York, la scelta del Galloni nel menu di una cena di gala a Hollywood per il conferimento degli Oscar del cinema, e molti altri. La chiave del successo del prosciutto Galloni è la tensione al continuo miglioramento, anche nell’eccellenza. Per questo l’azienda continua a investire sull’innovazione, sui processi e sul controllo qualità. Grande importanza riveste la ricerca dei determinanti di ogni singolo attributo sensoriale. Dolcezza anzitutto. Per questo la salagione viene effettuata con bassissime quantità di sale e ancora in forma manuale, valutando le specifi che di ogni singola coscia. La metodica tradizionale si affi anca ai più moderni esiti della ricerca scientifi ca: il gruppo interno di ricerca ha infatti messo a punto un sistema di previsione sul sale fi nale, che, all’interno di un modello fl essibile, consente di ottimizzare i processi indotti per garantire al prodotto fi nito caratteristiche decisamente costanti. La dolcezza, in ogni caso, non va disgiunta dal sapore, obiettivo che si può raggiungere solo grazie a materia prima eccellente, proveniente da pregiati maiali padani, nei quali anche l’alimentazione è disciplinata, e a una lunghissima stagionatura, da Galloni mai inferiore ai 16 mesi. E’ in questa fase che i responsabili del controllo qualità aziendale si prendono cura della correttezza della proteolisi (la scissione delle catene proteiche della carne) e dello sviluppo della microfl ora di lieviti superfi ciali, da cui deriva quel particolare equilibrio di sapori, aromi e profumi che conferiscono al prosciutto Galloni un profi lo unico. Nell’ambito della ricerca sulla materia prima e sui processi è nato MAGNUS, un prosciutto di Parma di pezzatura eccezionale (da Kg 11.5 a Kg 13) ottenuto da suini di particolari dimensioni e di almeno 12 mesi di età, contro il minimo di 9 richiesti dal disciplinare. Verifiche continue durante la fase di penetrazione del sale ne garanti- scono la massima dolcezza e la distribuzione omogenea in ogni punto dell’abbondante massa muscolare. La stagionatura non è mai al di sotto dei 18/20 mesi per assicurare un sapore straordinario, fragranza e morbidezza. Imponente per dimensioni della fetta, MAGNUS attira l’attenzione e domina la scena sul banco del salumiere. Grazie all’attenzione agli aspetti relativi alla salubrità e alla dolcezza, il gruppo di ricercatori aziendali ha di recente messo a punto un’innovazione assoluta: DULCIS, il primo prosciutto crudo iposodico arricchito con potassio. Come è noto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, governi e istituzioni suggeriscono la limitazione del consumo di sodio, in particolare a fronte dell’aumento di malattie cardiovascolari e ipertensione. Dopo anni di studio e sperimentazione si è ottenuto un prodotto capace di associare qualità e benessere, grazie alla sostituzione di parte del cloruro di sodio con potassio in fase di salagione: la componente di cloruro di sodio è infatti inferiore al 3% sulla fetta intera, mentre la presenza di potassio in 100 gr è un terzo della quantità minima raccomandata in una dieta equilibrata. I criteri di selezione della materia prima sono gli stessi adottati dalla Galloni per il resto della sua produzione mentre la stagionatura minima di 17 mesi consente un livello organolettico decisamente alto. Il target del prosciutto affettato DULCIS (“Dolce Vita” nella versione intera) non è rappresentato solo da persone con problemi di salute. La presenza di potassio rende il prodotto molto interessante per la dieta degli sportivi e, in generale, per tutti coloro che sono attenti al benessere e alla prevenzione. Il potassio, infatti, è un elemento indispensabile per il corretto funzionamento della muscolatura e per il mantenimento del tono muscolare.