Rassegna stampa 06-01-2015

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Rassegna stampa 06-01-2015
COMUNE DI RUSSI
Martedì, 06 gennaio 2015
COMUNE DI RUSSI
Martedì, 06 gennaio 2015
Prime Pagine
06/01/2015 Prima Pagina
1
Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
06/01/2015 Prima Pagina
2
La Voce di Romagna
cronaca
06/01/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 1
3
In fuga con 65mila euro
06/01/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 3
4
Sfondano una banca e fuggono con 65000 euro
06/01/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 3
6
I PRECEDENTI
06/01/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 3
7
POSSIBILI COLLEGAMENTI
06/01/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 7
CLAUDIA LIVERANI
Colpo all' Unicredit, carro attrezzi come ariete
06/01/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 12
10
Case e bar nel mirino dai ladri
06/01/2015 La Voce di Romagna Pagina 1
11
Spaccata al bancomat
06/01/2015 La Voce di Romagna Pagina 31
12
Spaccata al bancomat col carro attrezzi
05/01/2015 Ravenna Today
8
Redazione
Colpo al bancomat: con un carro attrezzi asportano l' intero sportello e...
05/01/2015 Ravenna24Ore.it
13
14
Furto al bancomat di Russi, ladri in fuga
05/01/2015 RavennaNotizie.it
15
A Russi portano via lo sportello bancomat dell' Unicredit con un carro...
cultura e turismo
06/01/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 26
16
La Befana sa di vecchio? Allora buttiamola sull' antico
06/01/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 7
18
POMERIGGIO CON I CANTERINI ROMAGNOLI
06/01/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 7
19
Una finestra sul Mozambico
06/01/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 18
20
A RUSSI APERTA LA VILLA, VISITE A TAMO
06/01/2015 La Voce di Romagna Pagina 11
21
Slow Food: un master alla scoperta delle birre
politica locale
06/01/2015 La Voce di Romagna Pagina 31
22
Contributi comunali anti ­crisi alle famiglie
pubblica amministrazione
06/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 9
23
A rischio l' imposta unica sulle imprese
06/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 13
25
Terremoto senza danni in Emilia Romagna
06/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 15
26
Usa, così il «reshoring» contribuisce alla ripresa
06/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 17
28
Riforma Pa, il governo accelera sui licenziamenti disciplinari
06/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 17
30
Vigili assenti, 30 rischiano il posto
06/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 18
GIANNI LETTA
La scrivania mai usata dal ministro Sella
06/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 19
34
La flessibilità del Patto di stabilità
06/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 33
36
Per il bollo auto ravvedimenti lunghi riservati a pochi
06/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 35
37
Centri per l' impiego a mezzo servizio
06/01/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 35
39
I PROVVEDIMENTI TRANSITORI IL NODO
06/01/2015 Italia Oggi Pagina 4
Fisco, Renzi blocca i decreti
32
EMILIO GIOVENTÙ E GIAMPIERO DI SANTO
40
06/01/2015 Italia Oggi Pagina 28
PAGINA A CURA DI LUIGI OLIVERI
Enti locali, precari in standby
06/01/2015 Italia Oggi Pagina 28
45
Province, personale in esubero in cerca di ricollocazione
06/01/2015 Italia Oggi Pagina 30
47
Le riforme con chi vive di lavoro
06/01/2015 Italia Oggi Pagina 32
Alunni disabili senza continuità, metà cambia prof ogni anno
43
ANGELA IULIANO
50
sanità, sociale e servizi per l'infanzia
06/01/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 12
Don Luca difende la famiglia rom: «Sono persone bisognose di...
06/01/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 7
Oggi il venticinquesimo del sacerdozio
52
54
sport
06/01/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 35
Per l' Emilia­Romagna doppia finale al "Fabbri"
06/01/2015 La Voce di Romagna Pagina 27
En plein Emilia Romagna: doppio hurrà contro il Piemonte e tutte...
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Prima Pagina
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1
6 gennaio 2015
La Voce di Romagna
Prima Pagina
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2
6 gennaio 2015
Pagina 1
Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
cronaca
BANCA DEVASTATA.
In fuga con 65mila euro
RUSSI. Nelle prime ore di ieri alcuni banditi
hanno assaltato la filiale della Unicredit di
Russi. Sfruttando un carro attrezzi come
ariete, dopo aver sfondato la vetrata hanno
portato via l' intero bancomat contenente
65mila euro.
Sull' episodio ­ il quarto avvenuto nel
Ravennate con la stessa tecnica dalla scorsa
primavera ­ indagano i carabinieri.
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6 gennaio 2015
Pagina 3
Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
cronaca
Sfondano una banca e fuggono con 65000 euro
RAVENNA. Sfruttando un carro attrezzi rubato
come ariete, nelle prime ore di ieri hanno
assaltato la filiale dell' Unicredit di Russi
portando via l' intero sportello bancomat. Un
colpo che ha fruttato ai malviventi un bottino
ingente: caricato alla vigilia del weekend, il
cash dispenser conteneva al suo interno
ancora circa 65mila euro.
L' assalto ­ su cui sono in corso indagini da
parte dei carabinieri della locale stazione dell'
Arma, che hanno anche acquisito le immagini
riprese dalle telecamere di videosorveglianza
della banca ­, è avvenuto attorno alle 3. E'
verso quell' ora, infatti, che i banditi sono
entrati in azione utilizzando il mezzo ­ risultato
rubato nel Lughese ­ per infrangere la vetrata.
Subito dopo essersi aperti il varco hanno
agganciato la cassa continua, portandola via di
peso, allontanandosi subito dopo.
L' incursione ha destato nel sonno alcuni dei
condomini residenti nella palazzina del centro
storico in cui è situata la filiale, ma quando si
sono affacciati nessuno ha scorto nulla di
particolare, anche perché la loro visuale era
ostacolata dalla presenza di una tettoia
posizionata proprio sopra la banca.
Una volta scattato l' allarme collegato alle
centrali operative delle forze dell' ordine, sul
posto sono sopraggiunti i carabinieri che si sono messi subito sulle tracce dei ladri, che nel frattempo
erano però riusciti a far perdere le proprie tracce. Nemmeno le ricerche del carro attrezzi hanno avuto
esito; il veicolo ­ probabilmente abbandonato dai banditi che per proseguire la fuga hanno utilizzato un
mezzo "pulito" ­ non è infatti stato ancora ritrovato.
Non si esclude un possibile collegamento tra l' episodio di ieri e la presenza nei giorni scorsi in zona di
un' Audi A8 oggetto di furto a inizio dicembre nel Mantovano; la vettura sportiva, dopo aver ignorato un
posto di blocco dei carabinieri di Filetto, si era poi allontanata a forte velocità prima di essere
intercettata all' altezza del l' Adriatica da una pattuglia del Norm. Ne era nato un inseguimento sul filo
dei 210 km/h lungo l' E45 al termine del quale il conducente della berlina tedesca era riuscire a
dileguarsi approfittando delle elevate prestazioni dell' auto e del margine di vantaggio accumulato al
momento dell' ingresso in autostrada, quando i militari erano stati costretti a rallentare per evitare la
collisione con un altro veicolo. Forse la presenza della macchina in zona era legata ad un sopralluogo.
Quello di ieri è comunque il quarto assalto messo a segno con la stessa tecnica nel Ravennate negli
ultimi mesi. A maggio era stata presa di mira la filiale della Cassa di risparmio di San Pancrazio. In quel
caso i banditi rimasero però a mani vuote, perché durante la fuga incrociarono l' auto dei carabinieri.
Tallonati dai militari, i ladri furono costretti a abbandonare il bottino riuscendo a scappare attraverso le
campagne.
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Continua ­­>
4
6 gennaio 2015
Pagina 3
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
cronaca
A fine settembre a Villanova di Bagnacavallo un altro tentativo fallito, sempre ai danni della Uni credit;
all' inizio di ottobre a Coccolia, ancora una volta contro uno sportello della stessa banca, la banda del
carro attrezzi tornò in azione, portando via lo sportello bancomat dove c' erano però poche migliaia di
euro. Ieri invece i malfattori si sono rifatti con gli interessi. (gi.ro.
)
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6 gennaio 2015
Pagina 3
Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
cronaca
I PRECEDENTI
Quello messo a segno all'alba di ieri è il quarto
tentativo compiuto nel Ravennate con la
stessa tecnica a partire dalla scorsa primavera
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6 gennaio 2015
Pagina 3
Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
cronaca
POSSIBILI COLLEGAMENTI
Sopra e a destra la filiale Unicredit di Russi
dopo il raid dei malviventi fuggiti con 65mila
euro di bottino (Foto Fiorentini)
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Pagina 7
Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
cronaca
Colpo all' Unicredit, carro attrezzi come ariete
I ladri si sono lanciati in retromarcia contro l' Atm. Nessuno si è accorto di nulla.
NON HANNO fatto un prelievo, si sono portati
via l' intero Atm dell' UniCredit di Russi. E
nessuno si è accorto di nulla. È accaduto
lunedì alle 3.20 del mattino, in corso Farini, nel
cuore del paese, in una strada abitata. I ladri
hanno lanciato un carro attrezzi oggetto di
furto in marcia indietro contro la vetrina che
racchiudeva lo sportello. Due, forse tre colpi e
la vetrina ha ceduto. Il tempo di caricare sul
furgone il bancomat.
Ancora racchiuso nella sua intelaiatura
metallica e i malviventi sono fuggiti senza
lasciare traccia.
Nessuno si è accorto di nulla, nessuno nel
silenzio della notte ha sentito il motore del
carro attrezzi, il rumore dei colpi contro la
vetrina, nessuno ha avvertito il tremore dell'
immobile. Neppure coloro che risiedono
direttamente sopra la filiale Unicredit. Neppure
quando è scattato l' allarme, qualcuno ha
ritenuto di dover avvertire le forze dell' ordine,
tanto che i carabinieri sono giunti sul posto
solo verso le 4, avvertiti non proprio
tempestivamente dall' agenzia di vigilanza
privata.
I DANNI sono calcolati intorno ai 20, 25 mila euro, il bottino è di diverse migliaia di euro. Il bancomat era
stato caricato venerdì sera, ed era già stato in parte alleggerito da clienti regolari. L' Atm Unicredit non è
dotato di sbarre antisfondamento, nonostante fra i bancomat siti in corso Farini sia l' unico, avendo di
fronte l' imbocco di via Maccabelli, con lo spazio necessario per una manovra di sfondamento con un
automezzo.
Su quel lato di corso Farini sono spesso posteggiate le auto dei residenti, ma ai ladri è stato sufficiente
lasciare uno o due loro mezzi negli stalli giusti per garantirsi il libero accesso al bancomat. Le ricerche
del veicolo, sin' ora negative, sono ancora in corso, poiché è molto probabile che sia stato abbandonato
dai malfattori per la successiva fuga con un mezzo pulito'. Nel frattempo gli uomini dell' Arma sono però
al lavoro sulle telecamere di sorveglianza della banca, alla ricerca delle immagini catturate dall' occhio
elettronico.
IERI MATTINA a Russi non si parlava d' altro. Ma più che del furto, più che delle sue modalità più che
del bottino, ci si interrogava sul fatto che nessuno avesse visto, sentito nulla. «Molti residenti di corso
Farini sono anziani, ma sono tutti sordi? O hanno un sonno profondissimo?». «Possibile che nessuno
abbia sentito nulla, neppure la sirena dell' allarme? Possibile anche che i ladri abbiamo studiato il colpo,
senza che nessuno li abbia notati?».
L' ASSALTO al bancomat con un carro attrezzi e furto dell' Atm, ricorda l' assalto alla filiale della Cassa
di Risparmio di Ravenna di San Pancrazio dello scorso mese di maggio. Allora i malviventi utilizzarono
un furgoncino per sfondare il muro dentro cui era incastonato il bancomat, poi caricarono con un muletto
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Pagina 7
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
cronaca
l' Atm e fuggirono. Ma furono intercettati dalla pattuglia dei carabinieri e durante una rocambolesca fuga
per le campagne, persero il bancomat prima di dileguarsi. Allora una signora residente in una casa
vicina, non adiacente a quella filiale, fu svegliata dal rumore dei tonfi del mezzo contro il muro.
Claudia Liverani.
CLAUDIA LIVERANI
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Pagina 12
Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
cronaca
RAFFICA DI FURTI.
Case e bar nel mirino dai ladri
RAFFICA di furti in abitazioni nel fine
settimana. Almeno quattro le case visitate' dai
topi d' appartamento oltre a un bar a
Brisighella. Da un' abitazione lungo la
provinciale Ravegnana, nel pomeriggio, i ladri
sono entrati e approfittando dell' assenza degli
inquilini, hanno rubato oggetti d' oro lasciati in
alcuni portagioie in camera da letto e in altre
stanze della casa. Il raid è poi continuato in
una casa singola che si trova in una traversa di
via Costa, nella zona dei Cappuccini; i
malviventi hanno forzato una porta d' ingresso
e malgrado fosse scattato l' allarme sono
riusciti a impossessarsi di un contenitore all'
interno del quale era custodita una collezione
di orologi da tasca. A Solarolo invece sono
due le case svaligiate, una in via Colombaroni
e l' altra in via San Mauro. Anche da qui sono
trafugati oggetti lasciati incustoditi all' interno
delle abitazioni. In ultimo la notte di domenica
ancora una volta nel mirino dei ladri è finito il
My Thai, il bar di fronte all' ufficio postale di
Brisighella. I ladri sono arrivati su di un
furgoncino bianco verso l' una e venti. Dopo
aver forzato la serranda d' ingresso, sono entrati e si sono impossessati di alcune macchinette del
videopoker nelle cui cassette all' interno custodivano le monete usate dagli avventori che avevano
giocato la sera prima. I rumori però hanno allertato alcuni residenti che hanno lanciato l' allarme alle
forze dell' ordine ed hanno annotato i numeri di targa del furgoncino. Non è però escluso che possa
trattarsi di un mezzo rubato. Ieri nel tardo pomeriggio è stato ritrovato in via Fossolo, abbandonato, un
carro attrezzi con un' automobile ancora sul pianale, rubato nella notte da un soccorso stradale di Russi.
E' intervenuta la polizia municipale.
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Pagina 1
La Voce di Romagna
cronaca
Spaccata al bancomat
col carroattrezzi RUSSI Colpo nel centralissimo corso Farini, i ladri portano via l' intero
sportello automatico.
Questa volta hanno fatto le cose davvero in
grande. E sono stati pure fortunati perché pare
che Qnessuno abbia sentito il chiasso che,
presumibilmente, dovrebbero aver fatto in
pieno centro a Russi i ladri che hanno
asportato il bancomat dalla filiale Unicredit.
Tutto è avvenuto poco dopo le tre di notte nella
filiale che si trova in Corso Farini,
centralissimo viale di Russi. E' a quell' ora che
i malviventi hanno deciso di colpire,
utilizzando con ogni probabilità un carro
attrezzi che era stato rubato in giornata. E a
cosa può servire un carro attrezzi rubato se
non ad una gigantesca spaccata? I ladri si
sono avvicinati alla banca in retromarcia e il
bestione motorizzato ha avuto facilmente
ragione della vetrata che proteggeva lo
sportello Atm. A quel punto è bastato forzare
un po', magari proprio con l' ausilio del mezzo
stesso, per asportare l' intero bancomat,
caricarlo sul carroattrezzi e fare perdere le
proprie tracce, forse con l' ausilio di un'
automobile "pulita" che aspettava i ladri poco
fuori dalla città.
I carabinieri della stazione di Russi sono
arrivati pochi minuti dopo il furto aggravato ma
i ladri avevano già fatto perdere le proprie
tracce.
A pagina 31.
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6 gennaio 2015
Pagina 31
La Voce di Romagna
cronaca
Spaccata al bancomat col carro attrezzi
RUSSI Colpo nel centralissimo corso Farini. I ladri portano via l' intero sportello
automatico.
uesta volta hanno fatto le cose davvero in
grande. E sono Q stati pure fortunati perché
pare che nessuno abbia sentito il chiasso che,
presumibilmente, dovrebbero aver fatto in
pieno centro a Russi i ladri che hanno
asportato il bancomat dalla filiale Unicredit.
Tutto è avvenuto poco dopo le tre di notte nella
filiale che si trova in Corso Farini,
centralissimo viale di Russi. E' a quell' ora che
i malviventi hanno deciso di colpire,
utilizzando con ogni probabilità un carro
attrezzi che era stato rubato in giornata. E a
cosa può servire un carro attrezzi ruba to se
non ad una gigantesca spaccata? I ladri si
sono avvicinati alla banca in retromarcia e il
bestione motorizzato ha avuto facilmente
ragione della vetrata che proteggeva lo
sportello Atm. A quel punto è bastato forzare
un po', magari proprio con l' ausilio del mezzo
stesso, per asportare l' intero bancomat,
caricarlo sul carroattrezzi e fare perdere le
proprie tracce, forse con l' ausilio di un'
automobile "pulita" che aspettava i ladri poco
fuori dalla città.
I carabinieri della stazione di Russi sono
arrivati pochi minuti dopo il furto aggravato ma
i ladri avevano già fatto perdere le proprie
tracce.
Gente velocissima, forse specialista del ramo "spaccate".
Pochi minuti per portare via tutto lo sportello. Ad aiutare gli inquirenti potrebbero essere le telecamere
di sorveglianza della banca. Secondo le prime ricostruzioni i ladri sarebbero stati in tre. Ingenti i danni
alla banca: la prima stima parla di 20 ­ 25 mila euro. An cora da quantificare il bottino, vale a dire i soldi
che erano dentro il distributore automatico. Si tratterebbe di qualche decina di migliaia di euro.
Nella giornata di ieri, in attesa dei lavori di ripristino, la banca è stata controllata da una guardia giurata.
Molto strano che nessuno abbia sentito nulla del rumore che dovrebbe essere stato fatto, in piena notte,
durante il colpo. Nessun testimone oculare della fuga dei ladri e del loro lavoro notturno. Da qualche
mese non si verificano spaccate di questo tipo nel nostro territorio dopo che, un paio di anni fa, fu
arrestata una banda specializzata.
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5 gennaio 2015
Ravenna Today
cronaca
Colpo al bancomat: con un carro attrezzi asportano l'
intero sportello e fuggono
Colpo al bancomat a Russi nella notte tra domenica e lunedì. Intorno alle 4 i Carabinieri
della locale stazione sono intervenuti nella filiale Unicredit di viale Farini, dove è stato
asportato l' intero sportello Atm.
Colpo al bancomat a Russi nella notte tra
domenica e lunedì. Intorno alle 4 i Carabinieri
della locale stazione sono intervenuti nella
filiale Unicredit di viale Farini, dove è stato
asportato l' intero sportello Atm con relativa
intelaiatura metallica. Per il furto aggravato i
malviventi si sarebbero serviti addirittura di un
carro attrezzi oggetto di furto. I danni materiali
arrecati e la somma di denaro rubata sono
ancora in fase di quantificazione. Le ricerche
del veicolo, fino ad ora negative, sono ancora
in corso, perchè pare molto probabile che sia
stato abbandonato dai malfattori per la
successiva fuga con un mezzo "pulito".
Redazione
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5 gennaio 2015
Ravenna24Ore.it
cronaca
Furto al bancomat di Russi, ladri in fuga
Alla filiale Unicredit di via Farini La scorsa
notte alle 4 i carabinieri della Stazione di Russi
sono intervenuti presso la filiale Unicredit di
viale Farini, a seguito di un furto aggravato. L'
intero sportello Atm infatti era stato asportato
con la relativa intelaiatura metallica. Dai primi
accertamenti i malfattori per porre in essere il
furto avrebbero utilizzavano un carro attrezzi
oggetto di furto. I danni materiali arrecati e la
somma di denaro asportata sono tutt' ora in
fase di quantificazione. Le ricerche del veicolo,
sin' ora negative, sono ancora in corso, poiché
è molto probabile che sia stato abbandonato
dai malfattori per la successiva fuga con un
mezzo "pulito".
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5 gennaio 2015
RavennaNotizie.it
cronaca
A Russi portano via lo sportello bancomat dell'
Unicredit con un carro attrezzi
C ommunity.
Alle 4 circa della scorsa notte, i Carabinieri
della Stazione di Russi sono intervenuti a
Russi presso la Filiale UNICREDIT di V.le
Farini, in ragione del furto aggravato dello
sportello ATM dell' istituto di credito dove è
stato asportato l' intero sportello ATM con
relativa intelaiatura metallica. Dai primi
accertamenti i malfattori per porre in essere il
furto potrebbero aver utilizzato un carro
attrezzi, oggetto di furto. I danni materiali
arrecati e la somma di denaro asportata sono
tutt' ora in fase di quantificazione. Le ricerche
del veicolo, sin' ora negative, sono ancora in
corso, poiché è molto probabile che sia stato
abbandonato dai malfattori per la successiva
fuga con un mezzo "pulito".
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6 gennaio 2015
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
cultura e turismo
Un 6 gennaio diverso. Le proposte dei siti archeologici.
La Befana sa di vecchio? Allora buttiamola sull'
antico
monumentali vestigia di Veleia, la millenaria
storia di Parma, l' unicità dell' etrusca Marza
botto, gli eccezionali reperti di Spina, le tombe
di Sarsina romana o i mosaici della villa
rustica di Russi.
Visto che la Befana vien di notte, di giorno si
può andare nei musei e siti archeologici gestiti
dalla Soprintendenza Archeologia dell' Emilia­
Romagna, tutti regolarmente aperti martedì 6
gennaio, giorno dell' Epifania: un' occasione in
più, per cittadini e turisti, per scoprire luoghi e
opere d' arte nella giornata che chiude il
periodo delle feste.
Il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
(Via XX Settembre 122, info 0532.66299),
aperto dalle 9.30 alle 17, offre con il biglietto d'
ingresso la mostra "Archeologia a Pilastri Ieri e
Oggi. Con le mani nella terra", retrospettiva
fotografica e documentaria sulla storia degli
scavi effettuati nella terramara di Pilastri dal
1989 a oggi e anteprima assoluta dei risultati
delle indagini più recenti realizzate tra il 2013
e il 2014.
Mostra inclusa nel biglietto anche al Museo
Archeologico Nazionale di Sarsina (Via Cesio
Sabino, info 0547.94641), aperto dalle 8.30
alle 13.30 e dalle 15 alle 18. L' esposizione "Il
Monumento di Obulacco dalla scoperta ad
oggi" non solo illustra gli interventi attuati sull' imponente mausoleo dal suo rinvenimento nel 1929 al
recente restauro, ma propone una nuova lettura della necropoli romana di Pian di Bezzo con l' ausilio
degli splendidi disegni ricostruttivi rea lizzati da Traiano Fina more negli scavi condotti tra gli anni Venti
e Trenta del secolo scorso.
Visitare il Museo Nazionale Etrusco "Pompeo Aria" e l' annessa area archeologica di Marzabotto/Kainua
(Via Por retta na Sud 13, info 051.932353), aperti dalle 9 alle 17.30, significa conoscere un sito unico nel
panorama dei centri abitati etruschi. A differenza di altre città, come ad esempio Felsina, a Marzabotto l'
abbandono del sito ha garantito la conservazione dell' impianto urbano nel suo disegno originale, il che
consente ancora oggi di percorrere le antiche strade dove si snodano abitazioni, aree artigianali ed
edifici sacri per poi raggiungere le necropoli e l' acropoli a della città.
Aperti infine dalle 13 alle 19 il Museo Archeologico Nazionale di Parma (Palazzo della Pilotta, info 0521
233718), dalle 9 alle 15 l' area della città romana di Veleia (Lugagnano Val d' Arda, PC, info 0523
807113) e dalle 9 a un' ora prima del tramonto la Villa Romana di Russi (via Fiumazzo, info 0544
581357). Museo Archeologico Nazionale di Parma, Piazza della Pilot ta, tel. 0521 233718 (ingresso
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(ed. Ravenna­Imola)
cultura e turismo
ridotto 2 euro). Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, Via XX settembre 122, tel. 0532 66299
(ingresso 5 euro). Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto (BO), Via Porrettana sud 13, tel. 051 932353
(ingresso 3 euro).
Museo Archeologico di Sarsina (FC), Via Cesio Sabino 39, tel. 0547 94641 (ingresso 3 euro). Zona
archeologica di Veleia (PC), Strada Provinciale 14, località Veleia Romana, Lugagnano Val d' Arda, tel.
0523 807113 (ingresso 2 euro). Villa Romana di Russi (RA), Via Fiumazzo, tel. 0544 581357 (ingresso 2
euro) Maggiori informazioni sul sito www.archeobologna.beniculturali.it o direttamente ai musei.
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Pagina 7
Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
cultura e turismo
POMERIGGIO CON I CANTERINI ROMAGNOLI
I Canterini Romagnoli Città di Russi' s i
esibiscono in concerto questo pomeriggio al
c e n t r o s o c i a l e P o r t a N o v a d i Russi. L '
appuntamento con le cante e le ballate della
tradizione folklorica romagnola è alle 15, alla
sede del centro , in via Aldo Moro 2/1.
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6 gennaio 2015
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
cultura e turismo
Una finestra sul Mozambico
Ultimo giorno utile per visitare Russi è
Mozambico', la mostra fotografica e mercatino
della solidarietà organizzata dall' associazione
Amici del Mozambico, nella sala espositiva
della Popolare di Lodi sotto il loggiato di
piazza Farini. Fondata da Mauro Rambaldi, la
onslus da 15 anni realizza progetti di sviluppo
e solidarietà nel paese africano.
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6 gennaio 2015
Pagina 18
Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
cultura e turismo
A RUSSI APERTA LA VILLA, VISITE A TAMO
C' È ANCHE la Villa Romana di Russi tra i siti
e i musei archeologici italiani che oggi saranno
aperti.
La Villa, in via Fiumazzo, sarà aperta ai
visitatori dalle 9 a un' ora prima del tramonto.
Informazioni: 0544 581357.
A Tamo, che ospita la mostra Imperituro', oggi
sono in programma visite guidate. Aperte
anche la Domus dei tappeti di pietra. (Info.:
0544 213371).
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6 gennaio 2015
Pagina 11
La Voce di Romagna
cultura e turismo
Slow Food: un master alla scoperta delle birre
IL CORSO Quattro lezioni per sapere tutto di una delle bevande preferite dagli europei
Dalla nascita agli abbinamenti, un evento curato dalle associazioni di Ravenna e Godo.
Quattro serate per scoprire, in modo divertente
ma serio, che le birre sono molto di più dell'
idea stereotipata del binomio pizza più
bicchiere di bionda. Ecco, in sintesi, cosa sarà
il nuovo master proposto dalle condotte Slow
Food di Godo e Ravenna, dedicato a una delle
bevande alcoliche più antiche che l' uomo
conosca, che affonda le radici nella nascita
stessa delle grandi civiltà. Il docente,
Francesco Monari, parlerà di materie prime, di
tecniche produttive, di stili e geografia, senza
trascurare le modalità di conservazione, di
servizio, la scelta dei bicchieri, gli
abbinamenti.
Durante il Master of Food si assaggeranno una
ventina di birre, italiane e non, che faranno
scoprire le storie di uomini, di territori, di
cultura, di tradizioni nascoste dietro ogni
bicchiere. L' appuntamento è il 27 gennaio, il
3, il 10 e il 16 febbraio alle 20.45 al ristorante
Radicchio Rosso, via Stradone 74, a Ravenna.
Le iscrizioni si ricevono entro il 20 gennaio.
Quota di partecipazione 95 euro 85 euro per i
Soci Giovani (per chi ha meno di 30 anni.).
La quota comprende il materiale didattico
(dispensa del corso, libro "guida alle birre d'
Italia", 6 bicchieri da degustazione). La
partecipazione al corso è riservata ai soci
Slow Food: per chi non lo è ancora il costo della tessera è di 25 Euro (10 euro per i soci giovani).Per
informazioni e prenotazioni chiamare Carlo 335 5906758 (serata) oppure scrivere a [email protected]
oppure [email protected]. Nella prima lezione si parlerà di produziione e degustazione,
nella seconda di tipologie e stili. Poi i colori del malto e la geografia della birra.
Infine le specialità in abbinamento.
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La Voce di Romagna
politica locale
Contributi comunali anti ­crisi alle famiglie
RUSSI L' amministrazione pubblica il bando per aiutare i lavoratori disoccupati Il termine
delle domande è fissato per il 13 febbraio 2015.
Per venire incontro alle problematiche emerse
con la perdurante crisi economica e dare un
aiuto concreto alle famiglie dei lavoratori che
più hanno risentito dell' influsso negativo della
crisi, l' amministrazione comunale di Russi ha
emesso nuovamente un bando pubblico per la
concessione di contributi in merito e prorogato
i termini per la consegna delle domande.
Possono fruire dei contributi i lavoratori,
componenti di famiglie residenti nel Comune
d i Russi, con Isee 2013 non superiore a 25
mila euro, che risultino essere disoccupati da
almeno due mesi senza diritto ad alcun
ammortizzatore sociale a causa della
cessazione del rapporto di lavoro a tempo
indeterminato avvenuta per licenziamento, non
antecedentemente al 1° gennaio 2012;
disoccupati da almeno due mesi con diritto ad
ammortizzatore sociale a causa della
cessazione del rapporto di lavoro a tempo
indeterminato avvenuta per il licenziamento,
non antecedentemente al 1° gennaio 2012;
occupati con riduzione dell' orario di lavoro
pari o superiore al 30% senza diritto ad
ammortizzatori sociali, non antecedentemente
al 1° gennaio 2012.
Le istanze dovranno essere presentate all'
Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di
Russi, in Piazza Farini 1, entro le 12 del 13 febbraio 2015.
Per informazioni contattare l' Ufficio Istruzione e Sicurezza sociale, in via Cavour 21. Telefono 0544
587647.
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6 gennaio 2015
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
Lo scontro sul fisco.
A rischio l' imposta unica sulle imprese
Meno di tre mesi per attuare le misure ­ Strada in salita per l' Iri e la riforma del
contenzioso.
Il rischio già c' era. Ora, con il caso della soglia
del 3% per la non punibilità dei reati tributari,
diventa ancora più concreto, anche se l'
intenzione del Governo di andare avanti sull'
attuazione lascia qualche margine in più di
ottimismo. Alla delega fiscale mancano solo 80
giorni per essere completamente attuata e il
trend attuale non lascia molti margini di
ottimismo. Appena due decreti delegati
pubblicati sulla «Gazzetta Ufficiale», quello
sulle commissioni censuarie di cui si è persa
traccia dopo l' approvazione definitiva in
Consiglio dei ministri, un po' di misure inserite
in altri veicoli normativi (come la legge di
stabilità). Il bilancio è magro. Appena il 15,5%
dei principi della delega (legge 23/2014)
risulta per ora attuato con un leggerissimo
passo avanti rispetto al precedente
monitoraggio (si veda «Il Sole 24 Ore» di
lunedì 15 dicembre) dovuto essenzialmente
all' entrata in vigore del Dlgs relativo alla
riforma delle accise sui tabacchi. Un ritardo
che pesa come un macigno soprattutto perché
la scadenza fissata dalla legge per chiudere l'
attuazione è il prossimo 27 marzo. E allo stato
attuale è difficile (anche se non impossibile)
immaginare una brusca accelerazione.
Uno sprint che sarebbe necessario, per esempio, per realizzare l' imposta unica sul reddito dell'
imprenditore (l' Iri) e la revisione del contezioso tributario con la possibilità, tra l' altro, di devolvere al
giudice monocratico le liti di minor valore.
I punti fermi Per ora gli unici due provvedimenti entrati in vigore sono quello sulle semplificazioni fiscali
(Dlgs 175/2014) e quello sulla tassazione dei tabacchi (Dlgs 188/2014) che punta a risolvere alcune
contestazioni in sede comunitaria e a garantire un maggior gettito. All' interno delle semplificazioni c' è
tutto il corposo capitolo sulla dichiarazione precompilata che, secondo le intenzioni comunicate dal
Governo, è destinata a cambiare il rapporto tra fisco e contribuenti ("almeno" per quei 20 milioni di
italiani che la riceveranno entro il prossimo 15 aprile). Nel primo caso ­ e anche questo è un aspetto che
deve far riflettere ­ sono stati necessari quasi sei mesi dal primo via libera in Consiglio dei ministri
(avvenuto il 20 giugno) e la data di efficacia delle misure (13 dicembre). Questo perché è la stessa
delega a prevedere una serie di paletti che prevedono un parere parlamentare delle commissioni
competenti entro i 30 giorni della trasmissione del decreto e un eventuale secondo parere qualora il
Governo decida di non conformarsi alle indicazioni arrivate dalle Camere. Una considerazione che
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
peserà e non poco anche sull' iter dei prossimi provvedimenti. Certo, a meno che non si scelga la
strada di posticipare il termine ultimo o di chiarire che la scadenza non riguarda l' adozione definitiva,
una tempistica simile rischia di sacrificare molti dei principi della delega.
Il regime agevolato Tanto più in quelle circostanze in cui parte dell' attuazione è avvenuta attraverso altri
provvedimenti. Il caso più emblematico è rappresentato dalla modifica del regime dei minimi. La strada
scelta è stata l' aumento della tassazione (dal 5% al 15%), l' individuazione di soglie di ricavi e
compensi variabili e la determinazione del reddito su base forfettaria. Un' operazione realizzata con l'
ultima legge di stabilità ma che potrebbe far restare lettera morta la previsione di introdurre l' imposta
sul reddito imprenditoriale (Iri) a cui sono assoggettati, oltre ai redditi delle società su cui oggi si paga l'
Ires, tutti i redditi d' impresa, compresi quelli prodotti da società di persone. Il tutto con un' aliquota da
allineare all' Ires (ora al 27,5%). Una semplificazione che, però, necessita di coperture e che, per
questo, è ancora più difficile da attuare. Mentre altre semplificazioni sul reddito d' impresa sono a costi
zero o comunque ridotti e potrebbero portare a un quadro più certo nelle operazioni con l' estero
(soprattutto per quanto riguarda la deduzione dei costi black list e l' adozione di parametri "inattaccabili"
sui pezzi di trasferimento). Un discorso per alcuni aspetti simili vale per le norme sulla tassazione dei
giochi introdotte nell' ex Finanziaria mentre la delega aveva un obiettivo di più ampio respiro con l'
introduzione di un Codice con tutte le disposizioni in materia.
Le riforme da avviare Così come rischia di essere poco il tempo a disposizione per la riforma del
contenzioso e della riscossione locale. Sul primo versante, oltre al giudice monocratico per le liti di
modesto valore, l' obiettivo della legge è potenziare le forme di deflazione delle controversie anche
attraverso la conciliazione. Mentre, sul secondo fronte, la prospettiva doveva essere il riordino della
riscossione delle entrate degli enti locali nel rispetto della loro autonomia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Giovanni Parente Lo stato di attuazione dei principi della delega
fiscale (legge 23/2014)
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
Solo paura.
Terremoto senza danni in Emilia Romagna
MODENA Un' altra scossa di terremoto nell'
area dell' Emilia e della Lombardia colpita dal
disastroso sisma del maggio del 2012: ma
questa volta, fortunatamente di modesta entità,
non ha provocato danni.
La terra ha tremato ieri mattina poco dopo le
n o v e n e l l a z o n a d e l l a pianura P a d a n a
compresa tra Finale Emilia, nel Modenese, e
Sermide, in provincia di Mantova.
La scossa di magnitudo 2.7 è stata registrata
nel distretto sismico dall' Ingv, Istituto
nazionale di geofisica e vulcanologia, ad una
profondità di 2,7 chilometri. Nella stessa zona
la terra aveva già tremato la mattina di
Capodanno, con una scossa di magnitudo 2.5.
«Un evento al di sotto della soglia di danno ­
spiega il direttore della Protezione civile dell'
Emilia Romagna, Maurizio Mainetti ­ e per il
quale non abbiamo ricevuto segnalazioni dai
c i t t a d i n i o d a g l i enti locali. I l l i v e l l o d i
magnitudo non è stato tale da destare grande
allarme, anche se è stato chiaramente
avvertito dalla popolazione. Parliamo di un'
area, quella della dorsale padana, che genera
eventi sismici con una certa frequenza».
Finale Emilia, a nord di Modena, vicino al
confine con la Lombardia, è uno dei comuni del cratere maggiormente colpiti dal terremoto che oltre
due anni fa, oltre ad aver provocato 17 morti, ha messo in ginocchio una parte consistente delle
province di Modena e Ferrara e che ha arrecato gravi danni anche nel Bolognese, non solo alle
abitazioni ma anche al sistema produttivo.
Definito il primo terremoto industriale nella storia del Paese, per le sole imprese ha comportato un costo
di oltre 5 miliardi, tra crolli di capannoni e magazzini, danni a macchinari e perdita di introiti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Natascia Ronchetti.
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
L' industria americana. Sempre più imprese tornano in patria dai Paesi a basso costo.
Usa, così il «reshoring» contribuisce alla ripresa
Lo sviluppo della manifattura crea opportunità per le nostre aziende.
NEW YORK All' appuntamento a Denver con il
Manufacturing Summit organizzato da
Walmart, a metà agosto, quest' anno si sono
assiepate decine di aziende e di enti locali.
Lontano dai riflettori, ma nel cuore della
rinascita della manifattura americana, hanno
esibito il loro know­how innalzando padiglioni
e discusso contratti e opportunità di
produzione strettamente "made in Usa". Il
colosso dei grandi magazzini ha messo in
palio a questa sua speciale fiera annuale della
manifattura nuovo business, 50 miliardi di
dollari di forniture nei prossimi dieci anni. A
migliaia di chilometri di distanza un mobilificio
della Virginia, Bassett Furniture, viene oggi
immortalato da un libro che ne racconta la
saga, "Factory Man". Come è sopravvissuto
alle lusinghe del trasferimento dell' attività in
Asia, ha combattuto a vinto una causa anti­
dumping contro rivali cinesi, ha investito in
innovazione e nuovi macchinari. E alla fine ha
salvato, con se stesso, la sua vicina e
omonima cittadina.
L' industria americana grande e piccola, nota e
meno nota ­ parte essenziale di una riscossa
economica del Paese che ha visto il Pil
crescere del 5% nel terzo trimestre del 2014 ­ può celebrare Natale e Capodanno reduce da simili
successi di "reshoring", di ritorno e rilancio in patria delle proprie imprese, non solo manifatturiere. Il
reshoring, che interessa ormai nomi che vanno da Whirlpool a Ford e General Electric, ha raggiunto
nuove vette nel 2014: una stima complessiva ha contato ormai oltre 300 casi di ritorno a casa,
quintuplicati in tre anni; erano stati soltanto 64 nel 2011.
Settori quali elettronica e trasporti trainano oggi il fenomeno e tra i nuovi protagonisti si conta anche l'
abbigliamento di fascia alta, dato per perduto. Di più: il 2014, dopo decenni di offshoring, dovrebbe
essere l' anno del pareggio anche sotto il profilo occupazionale, tanti posti di lavoro rientrati in patria
quanti esportati all' estero.
La maturazione del fenomeno ha cancellato entusiasmi facili e eccessivi. L' impatto economico del
rimpatrio resta circoscritto. Un indicatore netto del trend, il Reshoring Index di AT Kearney, è scivolato
di 20 punti tra il 2013 e il 2014: vale a dire che se sono aumentate le aziende di ritorno è lievitato ancor
più il numero di coloro che esportano attività fuori dai confini. Con la Cina, gli Stati Uniti hanno un deficit
di 3,2 milioni di posti di lavoro ­ eliminati o trasferiti ­ tra il 2001 e il 2013, secondo i calcoli dell'
Economic Policy Institute.
Il reshoring reale e non trasformato in mito assomiglia così spesso a quello, articolato, di Stanley Black
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6 gennaio 2015
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
& Decker. Da un anno ha aperto un impianto a Charlotte in North Carolina per l' assemblaggio di trapani
elettrici e altri attrezzi che prima erano costruiti all' estero. Ma le componenti oltre ai materiali tuttora e
più che mai arrivano da oltreconfine.
«Se è vero che la tendenza al reshoring ha aiutato a migliorare l' umore nel settore manifatturiero
statunitense dopo la Grande Recessione ­ ha indicato Pramod Gupta, co­autore del rapporto Kearney ­
la realtà dei fatti è che il valore d' importazione dei manufatti da 14 Paesi asiatici a basso costo è
aumentato dell' 8% in media negli ultimi cinque anni». Superando, cioè, il 6% di incremento messo a
segno invece in media dall' output industriale degli Stati Uniti. I 14 Paesi patria della fuga del
manifatturiero americano comprendono, oltre alla Cina, l' India, La Thailandia, il Vietnam, come anche
aree più sviluppate quali Singapore e Hong Kong.
La Reshoring Initiative, associazione presieduta da Harry Moser e dedita alla "mappatura" del trend,
sottolinea tuttavia come proprio il 2014 si appresti a diventare l' anno del pareggio occupazionale tra
offshoring e rimpatrio e della conferma dei progressi industriali statunitensi. Dieci anni or sono la stima
era di una fuga annuale di 150mila impieghi verso Paesi a bassi costi di produzione. Moser ammette
che «il reshoring non darà vita a un milione di posti l' anno prossimo» e non ribalterà da un giorno all'
altro un' emigrazione che dura da 60 anni. Non è però effimero, fondato com' è su un recupero di
competitività dell' economia americana, inclusa una diminuzione delle differenze salariali con i Paesi
asiatici (i compensi in Cina salgono del 15% l' anno), e sul vantaggio creato dal calo dei costi dell'
energia grazie al boom dell' estrazione domestica di petrolio e gas.
I settori protagonisti del reshoring, stando allo stesso studio di AT Kearney, sono sempre più
diversificati. Comprendono anzitutto le attrezzature elettriche, gli elettrodomestici e la componentistica
che assieme rappresentano il 15% dei casi. I trasporti a loro volta hanno una quota del 15%. Ma anche l'
abbigliamento, finora dato per perduto, vanta il 12%. E l' hi­tech, con aziende come Apple e Tesla.
Una riscossa che non è miracolosa, ma che lascia ormai una traccia indelebile nella ripresa economica
statunitense.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Marco Valsania La crescita del Pil negli Usa. Variazione % sul
trimestre precedente.
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
Il ddl Madia al Senato. Giovedì riprende l' esame in commissione, presentati mille
emendamenti.
Riforma Pa, il governo accelera sui licenziamenti
disciplinari
roma Il governo ha annunciato di voler
accelerare sulla riorganizzazione della
pubblica amministrazione, contenuta nel Ddl
Madia che giovedì pomeriggio sarà all' esame
della commissione Affari costituzionali del
Senato.
Nelle intenzioni del presidente del consiglio,
Matteo Renzi, questo provvedimento sarà un
nuovo Jobs act del lavoro pubblico, e servirà
ad evitare il ripetersi di episodi come quello
accaduto a Roma, con l' assenza in massa dei
vigili in turno la notte di capodanno.
Sul disegno di legge che prende il nome dal
ministro della Pa, e contiene
complessivamente 11 deleghe al governo,
sono stati presentati circa mille emendamenti
in commissione Affari costituzionali che ha
avviato l' esame a ottobre. «Considero
realistica la deadline indicata dal premier
Renzi ­ afferma il relatore Giorgio Pagliari (Pd)
­ ovvero l' approvazione del disegno di legge
entro febbraio o marzo da parte del Senato. In
commissione siamo già in avanti con l'
istruttoria sugli emendamenti, attendiamo i
pareri della commissione Bilancio». Nelle
prossime settimane bisognerà comunque fare
i conti con il calendario dei lavori del Senato, che ha all' ordine del giorno le riforme istituzionali e l'
elezione del presidente della Repubblica, che avrà l' effetto di rallentare i lavori della commissione.
Gli articoli del Ddl Madia che impattano in modo specifico sul lavoro nel pubblico impiego sono il 12 e il
13 ­contengono i criteri ai quali dovrà ispirarsi il governo nell' esercizio della delega ­ la loro attuazione
sarà preceduta dal varo dei Dlgs di riforma della dirigenza pubblica e di valutazione dei rendimenti dei
pubblici uffici. Nei giorni scorsi Scelta civica ha chiesto la riapertura dei termini per gli emendamenti,
per poter presentare delle proposte sul tema specifico dei licenziamenti. Il governo ha annunciato un
emendamento per ridefinire complessivamente il sistema di sanzioni disciplinari nel pubblico,
potenziando le norme previste dalla legge Brunetta (Dlgs 150 del 2009) per favorirne l' applicazione,
intervenendo anche sui controlli dei certificati medici. Tra le novità, anche nel pubblico sarà affidato all'
Inps il controllo dei certificati, oggi competenza delle Asl. L' Inps controlla i certificati di tutto il lavoro
privato con un costo di 25 milioni a fronte dei 70 milioni delle Asl che in termini numerici si occupano dei
controlli a meno della metà della platea, i 3,2 milioni di lavoratori pubblici. Il governo è convinto in
questo modo di poter risparmiare sui costi e di ottenere nel contempo una qualità del servizio migliore
affidandosi al sistema di verifiche mirate da parte dei medici utilizzato dall' Inps. «Vicende che si
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6 gennaio 2015
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
ripetono costantemente in determinate occasioni ­ afferma Pagliari ­ come le assenze di massa
attraverso la presentazione di certificati medici, evidenziano la necessità di intervenire. Occorre
individuare un meccanismo di responsabilizzazione dei medici con l' obbligo di rifare la diagnosi, e di
risponderne. La visita fiscale non può essere solo un proforma».
© RIPRODUZIONE RISERVATA G.Pog.
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
Il caso Roma. I?controlli riguarderanno in tutto 767 agenti fuori servizio a Capodanno per
malattia, assistenza a familiari o donazione di sangue.
Vigili assenti, 30 rischiano il posto
Al via i primi procedimenti disciplinari, gli ispettori della Madia ieri in Campidoglio.
ROMA L' inchiesta amministrativa promossa
dalla Polizia locale ha individuato un primo
gruppo di 30 vigili assenti dal servizio nella
notte di capodanno: rischiano una sanzione
che va dalla sospensione di 11 giorni fino al
licenziamento. Il Campidoglio spiega che si
tratta dei casi che «sono apparsi più chiari e
più gravi», ai quali è stato contestato l' articolo
55­bis del decreto Brunetta che sottolinea la
particolare gravità della mancanza disciplinare
rispetto ai contratti di categoria prevedendo
sanzioni che possono portare al licenziamento.
La commissione disciplinare di Roma Capitale
nei prossimi giorni, dopo aver informato gli
interessati, passerà alle contestazioni dei
comportamenti. Il lavoro di verifica prosegue e
ieri due ispettori del ministero della Pubblica
amministrazione s i s o n o i n c o n t r a t i c o n i l
comandante Raffaele Clemente e con il
gruppo diretto dalla vice comandante Raffaella
Modafferi che sta svolgendo l' indagine
amministrativa interna, per acquisire alcuni
documenti: sotto la lente, anzitutto, i 44 casi di
vigili che non hanno presentato alcuna
giustificazione fondata per l' assenza dal
lavoro. Ma queste assenze ingiustificate non
rappresentano l' unica anomalia della notte di capodanno. Dal Campidoglio hanno fatto un raffronto con
i numeri degli anni scorsi: nel 2012 gli assenti per malattia nell' intera giornata del 31 dicembre sono
stati 132, nel 2013 sono stati 135, contro i 571 vigili dello scorso 31 dicembre che si sono dati malati
solo nei turni legati al concerto e alle feste di Capodanno. Nel complesso gli assenti sono stati 767,
perché oltre ai 571 in malattia ci sono stati 81 assenti per la legge 104(assistenza a familiari disabili), 63
perché hanno donato sangue proprio quel giorno e 52 per altri motivi (congedi parentali ecc). Su tutte
queste posizioni dovrà fare chiarezza anche l' inchiesta ministeriale che proseguirà in parallelo a quella
interna. C' è poi un possibile risvolto penale della vicenda.
Venerdì Clemente ha incontrato il procuratore aggiunto, Maria Monteleone, che attende un' informativa
sull' esito dell' indagine interna dei vigili per valutare se aprire un fascicolo.
A difesa dei vigili si è schierato Beppe Grillo: «L' accanimento mediatico contro i vigili di Roma da parte
del governo e dei giornali al suo servizio ha due obbiettivi precisi ­ scrive nel suo blog ­. Distogliere l'
attenzione dell' opinione pubblica dalla vicenda di mafia capitale collusa con i politici del Comune (a
proposito Marino e Poletti quando vi dimettete?
) Criminalizzare una categoria sul piano mediatico per agire con misure più restrittive nei confronti di
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
una parte del pubblico impiego». Per il Pd «Grillo difende l' indifendibile e ha perso la bussola».
Intanto la Commissione di garanzia ha avviato quattro procedure sui picchi di assenze registrate nella
notte di Capodanno, che riguardano i vigili e i macchinisti della metro di Roma, gli autoferrotranvieri di
Bari e gli addetti alla raccolta rifiuti di Napoli.
Se dovesse emergere una responsabilità collettiva, la sanzione a carico del sindacato oscilla da 2.500 a
100mila euro, se invece venisse ravvisata una responsabilità individuale di singoli lavoratori, spetterà al
datore di lavoro comminare le sanzioni (la sospensione dal lavoro per un certo numero di giorni, la
censura). Nel caso specifico dei vigili di Roma, i Garanti vogliono verificare se vi sia la regia nascosta di
qualche sindacato, tenendo conto che per la notte del 31 dicembre era stata convocata un' assemblea
di sei ore , annullata dopo l' intervento della stessa commissione. L' attenzione è rivolta a domenica
prossima, quando a Roma si disputerà il derby Roma­Lazio: la Commissione di garanzia ha allertato la
Prefettura segnalando il rischio che i vigili urbani possano organizzare un' assemblea (non uno sciopero
poiché servono 10 giorni di preavviso).
© RIPRODUZIONE RISERVATA Giorgio Pogliotti.
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
La scrivania mai usata dal ministro Sella
La biblioteca La biblioteca Inglese. Gianni
Letta non sa l' inglese.
Mef. Il Palazzo del ministero dell' Economia e
delle Finanze, voluto ostinatamente da
Quintino Sella in via XX Settembre, lungo la
strada che unisce il Quirinale a Porta Pia, 300
metri di lunghezza, 120 di larghezza, due ettari
di corridoi, 1200 uffici e altre 800 stanze per
servizi di varia natura. Il simbolo: una
massiccia scrivania che gli ebanisti biellesi
regalarono al ministro e concittadino Quintino
Sella, alla quale non ebbe il tempo di sedersi.
Spesa . La spesa la autorizzano ma non la
decidono i burocrati del Mef. La decidono
governo, Parlamento, Regioni, Province,
Comuni, Asl, Comunità montane, eccetera. Le
stazioni appaltanti pare siano oltre 37mila,
ciascuna con più centri di spesa.
Gestione. «Al Mef spetterebbe il compito di
gestire questa spesa. Di gestirla da due punti
di vista: quello quantitativo e quello qualitativo.
Formalmente i controlli sono ferrei:
Ragioneria, Ufficio centrale di bilancio, Corte
dei Conti. Nella sostanza lo Stato centrale non
sa esattamente quanto il resto della pubblica
amministrazione spenda e per cosa, se i beni
e servizi forniti erano necessari e se lo erano in quella quantità e in quella qualità».
Informatica. Non esiste un sistema informatico unico che, come per le entrate, consenta di sapere
quanto sia stato speso (o quanto sia stato acquistato anche se non ancora pagato), da chi e perché.
Palazzo Chigi. La presidenza del Consiglio si allarga per 15 edifici, tra proprietà e affitto, nei quali
lavorano 4.200 dipendenti organizzati in una girandola di uffici, dipartimenti, strutture, unità,
commissioni. Non è chiara la distinzione degli uni dagli altri ma si sa che gli uffici sono 21, i dipartimenti
16, le strutture di missione 6, le unità due e le commissoni una. 21 poi tra enti, associazioni, fondazioni,
spa, agenzie e organismi nei quali la presidenza del Consiglio allunga i suoi tentacoli. A guidare la
macchina oltre 300 dirigenti (uno per ogni 14 dipendenti).
Tutti numeri multipli rispetto a Casa Bianca, Downing Street, Eliseo, ecc.
Ragioneria. Il Parlamento non può varare una legge per la quale non sia stata individuata un' adeguata
copertura e che a sua volta non sia stata verificata e bollinata dalla Ragioneria generale dello Stato
(«che è il settore più chiuso e autoreferenziale dell' intero ministero dell' Economia e delle Finanze»).
Numeri. La base del potere della Ragioneria generale e dei suoi uomini: il monopolio dei numeri. La
litania che si sente in tutti i ministeri: «Solo la Ragioneria ha i suoi numeri, e non li dice a nessuno».
Tremonti Giulio. Tremonti, quando era ministro dell' Economia: «Siete tutti ministri senza portafoglio».
Regolamenti. Le leggi hanno bisogno di ulteriori norme per diventare operative. Si chiamano
regolamenti attuativi. Il decreto Salva­Italia ne prevedeva 84, il Cresci­Italia 60, il Semplifica­Italia 51,
112 la Spending Review, 84 lo Sviluppo, 83 la legge di stabilità. Il governo Monti ha passato i primi otto
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
mesi a emanare i regolamenti di attuazione delle leggi varate dal governo Berlusconi. Più o meno la
stessa cosa per il governo Letta con quelli di Monti. Renzi ha cominciato avendo alle spalle 470
regolamenti da emanare prima ancora di aver varato una sola legge scritta dal suo governo.
Pil . «Se si abolissero i Tar e il Consiglio di Stato, il Pil assumerebbe subito un cospicuo segno
positivo» (Romano Prodi ricordando un dialogo con un investitore).
Notizie tratte da: Roberto Mania e Marco Panara, Nomenklatura, Laterza, Roma­Bari. Pagine 164, 15,00 .
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GIANNI LETTA
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
Rischio «Grexit»
La flessibilità del Patto di stabilità
Vanno esclusi gli investimenti del piano Juncker dal computo del deficit.
Allora, ci risiamo? A cinque anni dall' inizio
della crisi della zona euro, innescata dai timori
sulla Grecia, si riguarda con preoccupazione
verso Atene e le elezioni del 25 gennaio. I
timori paventati da molti sono gli stessi di
allora: Grexit, ripudio del debito, contagio ad
altri Paesi periferici ­ lo scenario, insomma,
che ha tormentato i mercati sino al "whatever it
takes" di Mario Draghi del luglio 2012. I
mercati continuano a credere a questo
impegno del presidente della Bce, mettendo
sotto pressione solamente i titoli di stato greci,
mentre i rendimenti degli altri sono anzi scesi
ulteriormente. Molti osservatori concordano,
sostenendo che il problema, questa volta, è
prettamente greco.
Ma su cosa si basa questa fiducia nella
capacità di arginamento della crisi? Come si
ricorderà, lo strumento pratico per bloccare il
contagio sono le Omt (Outright Monetary
Transactions), l' acquisto cioè di titoli di Stato
da parte della Bce a sostegno dei Paesi sotto
pressione. Sinora il solo annuncio dello
strumento, senza effettivi interventi, è bastato
per abbassare di colpo e tenere a bada le
tensioni che si stavano propagando.
Un' eventuale nuova crisi greca metterebbe a prova l' efficacia di questo argine, rischiando di rivelarne
le falle. In primo luogo, le Omt sono, per il momento, uno strumento sospeso in un limbo legale. La
Corte di giustizia europea deve ancora esaminare il rinvio, operato da una assai scettica Corte
costituzionale tedesca, ed esprimersi sulla legalità dello strumento.
In tale situazione, la Bce non potrebbe certo intervenire. Vi è già da pelare la gatta dell' allentamento
quantitativo (Qe), che ci si attende sarà annunciato alla prossima riunione della Bce, pochi giorni prima
del voto greco.
Vi è poi un secondo, pesante ostacolo al dispiego delle Omt: il fatto che il loro utilizzo richieda l'
accettazione di un programma ­ detto Eccl (Enhanced Conditions Credit Line) ­ che sinora nessuno ha
voluto. Alla base delle difficoltà attuali vi è anche l' insistenza di Atene per un' uscita "pulita" dal
programma della Troika ­ senza cioè una linea di credito precauzionale condizionata ­ sulle orme di
Dublino e Lisbona.
Si dirà, ma non potrebbe bastare l' atteso quantitative easing? In fondo, si tratterebbe anche qui di
acquisti di titoli sovrani, per lo più senza necessità di programma, quindi di facile accettazione da parte
dei Paesi beneficiari. Ma mentre le Omt sarebbero focalizzate solo sui Paesi sotto pressione, senza
limiti quantitativi, e dirette ad uniformare le condizioni monetarie, il Qe sarebbe generalizzato e limitato,
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
e con obiettivo diverso (di innalzare l' inflazione nella zona euro nel suo complesso).
In sostanza, le Omt appaiono per molti versi un bluff, che sinora nessuno ha chiamato e nel quale tutti
ancora credono. O perlomeno credono nella volontà dell' impegno ­ in fondo politico ­ di fare "tutto il
necessario." In questo ha ragione Mario Draghi nel sostenere (Il Sole del 31 dicembre) che coloro che
nutrivano dubbi al riguardo della tenuta dell' unione monetaria europea hanno sottovalutato la sua
dimensione politica. Certo, l' unione monetaria è economicamente incompleta, ma il collante è stata la
volontà di "risolvere insieme i problemi comuni nei momenti di maggiore necessità." Sinora, questo
collante politico ha funzionato, smentendo le Cassandre che pronosticavano la fine imminente dell' euro.
Ma si può continuare a farci affidamento? Meno di prima. Intanto, stando almeno allo Spiegel, la
Germania sarebbe ora pronta ad accettare una possibile uscita della Grecia dall' euro, considerando
superato il rischio di contagio. La notizia è senza conferma, ma un fatto è incontrovertibile: la realtà
politica europea si sta tramutando da collante a forza disgregante, col futuro dell' euro in mano ad
elettori ­ dopo i greci, anche quelli spagnoli e portoghesi ­ ormai in larga parte anti­europeisti, sia pure
in misura diversa.
Certo, molto è cambiato dall' inizio della crisi nel 2010, ma scontare i pericoli di una rinnovata crisi
greca sarebbe un grave errore. Sembra ne sia più cosciente Syriza, con un ammorbidimento dei toni,
che non i leader europei. Al contrario, questi continuano a non voler rispettare l' impegno, preso nel
febbraio 2012, di alleggerire ulteriormente il debito greco una volta raggiunto un surplus primario. Che l'
Eurozona prenda questo passo, peraltro inevitabile, e vi aggiunga ­ più in generale ­ una concreta
applicazione (a tutti i Paesi) della flessibilità prevista dal Patto di stabilità, cominciando con l' esclusione
degli investimenti del piano Juncker dal calcolo del deficit. Solo con dimostrazioni concrete di questo
tipo, unite allo sforzo riformatore nei singoli Paesi, si potrà continuare a credere nella "volontà politica"
come collante effettivo dell' unione monetaria.
Non vi è in realtà altro sbarramento efficace al possibile contagio da Atene. E non se ne sottovaluti il
rischio.
[email protected] .@ALeipold © RIPRODUZIONE RISERVATA Alessandro Leipold.
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
Il caso. Il beneficio della legge di Stabilità.
Per il bollo auto ravvedimenti lunghi riservati a pochi
C' è un "buco" nella possibilità di fruire del
ravvedimento operoso "lungo" , appena
i n t r o d o t t o d a l l a l e g g e d i stabilità 2 0 1 5 .
Riguarda il bollo auto: la nuova modalità
agevolata per sanare le irregolarità anche
quando è trascorso più di un anno da quando
sono state commesse è riservata ai cittadini di
p o c h e regioni a s t a t u t o s p e c i a l e . U n a
discriminazione difficilmente giustificabile e
quindi a rischio di essere dichiarata
incostituzionale.
Il punto cruciale sta nel fatto che l' articolo 1,
c o m m a 6 3 7 , d e l l a l e g g e d i stabilità ( l a
190/2014) prevede il ravvedimento "lungo"
soltanto per «i tributi amministrati dall' agenzia
delle Entrate». Una definizione che dal punto
di vista tecnico non sembra ineccepibile, ma
che nella sostanza sembra escludere tutti i
tributi gestiti dalle Regioni e dagli enti locali.
L' intenzione del legislatore è chiara, ma non fa
i conti con lo status particolare che ha il bollo
auto. Dopo anni di incertezze e controversie, la
Consulta lo definì un tributo proprio dello Stato
(sentenza n.
296/2003), ma la sua gestione (costituita
fondamentalmente da riscossione, controlli e
contenzioso) è legittimamente rimasta alle Regioni. In un primo momento (1998­99, quando cadde il
monopolio dell' Aci), facevano eccezione quelle a statuto speciale, nelle quali la gestione fu affidata all'
agenzia delle Entrate. Poi la Valle d' Aosta e le Province autonome di Bolzano e Trento sono subentrate
nei territori di loro competenza. Attualmente, quindi, i territori che si possono considerare "amministrati"
dall' agenzia delle Entrate restano quelli di Friuli­Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia.
Ciò implica che esclusivamente i residenti in queste tre regioni possono fruire del ravvedimento "lungo".
Una conseguenza che con tutta probabilità non è stata considerata dal legislatore, perché normalmente
un tributo viene gestito da un solo soggetto (lo Stato) o da istituzioni di pari rango. La particolarità del
bollo auto rischia di aprire spazio a contenziosi. Davanti ai quali qualche magistrato potrebbe rimettere
la questione alla Consulta, per violazione del principio di uguaglianza sancito dall' articolo 3 della
Costituzione.
Una soluzione radicale a questo e ai tanti altri problemi (si veda per esempio Il Sole 24 Ore del 16
gennaio 2014) creati dallo "spezzatino" di competenze sul bollo auto potrebbe essere una nuova legge.
Dopo oltre un decennio, le Regioni lo hanno compreso anche a livello politico, tanto che l' anno scorso
hanno rivitalizzato il Cita (il comitato tecnico di coordinamento) e predisposto una bozza di riordino. Un
documento che al momento resta un' idea informale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Maurizio Caprino.
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Il Sole 24 Ore
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Politiche attive. Provvedimenti «tampone» in attesa della riforma del Titolo V e della nuova
Agenzia nazionale per l' occupazione.
Centri per l' impiego a mezzo servizio
Nella legge di Stabilità 60 milioni per le attività di gestione dei fondi strutturali Ue.
Con la legge di Stabilità per il 2015 (legge
190/14) e con il decreto milleproroghe (Dl
192/14), il Governo ha cercato di porre rimedio
alle conseguenze del disallineamento
temporale dei tre provvedimenti che
cambieranno l' assetto istituzionale e l'
organizzazione del mercato del lavoro: il
provvedimento Delrio (legge 56/14), la riforma
del Titolo V (Ddl A.C. 2613) e l' esercizio della
delega prevista dal Jobs Act (legge 183/14)
sulla costituzione dell' Agenzia nazionale per l'
occupazione. La riforma del quadro regolatorio
vigente avrebbe richiesto una diversa
sequenza, partendo dalla modifica del Titolo V
della Costituzione che ancora affida alle
Regioni la disciplina dei servizi all' impiego e
le politiche attive del lavoro. Invece, a
Costituzione vigente, tra le funzioni
fondamentali da assegnare ai nuovi enti d i
area vasta e alle Città metropolitane il
provvedimento Delrio non ha potuto inserire la
gestione e l' erogazione dei servizi all' impiego
e delle politiche attive e ha demandato la loro
assegnazione a un' intesa tra Stato e Regioni,
che l' 11 settembre 2014 ne ha rimandato il
loro riordino in attesa che sia emanato il
decreto legislativo del Jobs Act relativo alla costituzione dell' Agenzia nazionale per l' occupazione. Nel
frattempo, è previsto che le funzioni dei servizi all' impiego continuino ad essere esercitate dagli enti di
area vasta o dalle città metropolitane.
In questo quadro, il Governo ha cercato di garantire il regolare funzionamento dei servizi per l' impiego,
con il comma 429 dell' articolo unico della legge di Stabilità che prevede la possibilità per le Città
metropolitane e le Province di finanziare i rapporti di lavoro anche a tempo indeterminato e di prorogare
i contratti a tempo determinato e i contratti di collaborazione coordinata e continuativa del personale
impiegato nella realizzazione di attività di gestione dei fondi strutturali, purché esse continuino a
esercitare le funzioni e i compiti in materia di servizi per l' impiego e di politiche attive del lavoro, a
seguito o in attesa del riordino delle funzioni previste dal provvedimento Delrio. Per il finanziamento di
questi rapporti di lavoro, il ministero può concedere anticipazioni delle quote europee e di
cofinanziamento nazionale dei programmi delle Regioni cofinanziati dalla Ue, nei limiti di 60 milioni,
attraverso il Fondo di rotazione per la formazione professionale e l' accesso al fondo sociale europeo di
cui all' articolo 25 della legge­quadro 845/78.
In sintesi, la legge di Stabilità garantisce il finanziamento della continuità operativa dei Centri pubblici
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Il Sole 24 Ore
pubblica amministrazione
per l' impiego solo per le attività relative alla gestione dei programmi europei attraverso i relativi fondi
strutturali di cui sono titolari le Regioni, senza il loro preventivo consenso.
Per le stesse esigenze di continuità dei servizi erogati, compresi quelli all' impiego non diversamente
attribuiti, il comma 6, dell' articolo 1 del Dl mille proroghe prevede la possibilità per le Province d i
prorogare i contratti di lavoro a tempo determinato fino al 31 dicembre 2015. In questo caso, a
differenza della legge di Stabilità, la proroga può essere disposta nel triplice rispetto dei vincoli
finanziari, del patto di stabilità interno e della vigente normativa di contenimento della spesa
complessiva di personale, non essendo previste ulteriori e diverse fonti di finanziamento.
Infine, per assicurare la continuità delle loro attività relative alla realizzazione degli interventi cofinanziati
dai fondi strutturali europei 2007­ 2013, l' articolo 14 dello stesso Dl mille proroghe prevede che i centri
per l' impiego possano prorogare i contratti di affidamenti di servizi per l' impiego e le politiche attive in
scadenza a partire dal 1° gennaio 2015, fino al 31 dicembre 2015, sempre attraverso i relativi fondi
europei di cui sono titolari le Regioni, nel rispetto delle regole di ammissibilità previste dai regolamenti
comunitari.
Pur essendo poco chiara, si ritiene che questa norma si riferisca a quei contratti stipulati dai centri
pubblici per l' impiego per l' esecuzione di attività in outsourcing da parte di enti e società individuate
con procedure ad evidenza pubblica e per cui non si sarebbe potuto diversamente prorogare l'
erogazione del relativo servizio per mezzo di un nuovo affidamento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Gianni Bocchieri.
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Il Sole 24 Ore
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I PROVVEDIMENTI TRANSITORI IL NODO
I PROVVEDIMENTI TRANSITORI IL NODO La
mancata realizzazione della riforma del Titolo
V della Costituzione (si è ancora in attesa del
varo parlamentare) sta creando un problema
di disallineamento temporale dei tre
provvedimenti destinati a modificare l'
organizzazione del mercato del lavoro in Italia.
Si tratta del provvedimento Del Rio, della
suddetta riforma del Titolo V e dell' esercizio
della delega prevista dal Jobs Act con la
realizzazione dell' Agenzia nazionale per l'
occupazione. In attesa dell' assetto definitivo,
alcuni provvedimenti «tampone» sono previsti
nella legge di Stabilità e nel Dl milleproroghe
NELLA LEGGE 56/14 Nella legge di stabilità
viene prevista, al comma 429, la possibilità
per le Città metropolitane e le Province d i
finanziare rapporti anche a tempo
indeterminato e di prorogare i contratti a
tempo determinato e di co.co.co. del
personale impiegato nella realizzazione di
attività di gestione dei fondi strutturali Ue,
purché questi enti continuino a esercitare le
funzioni e i compiti in materia di servizi per l'
impiego e di politiche attive del lavoro. Per
finanziare questi rapporti di lavori possibili
anticipazioni del ministero del Lavoro, nei limiti di 60 milioni NEL MILLE PROROGHE Per garantire
continuità ai servizi l' articolo 1, comma 6, del Dl mille proroghe prevede la possibilità per le Province di
prorogare i contratti a tempo determinato fino al 31 dicembre 2015, purchè si rispettino i vincoli
finanziari, il patto di stabilità interno e la normativa di contenimento della spesa complessiva di
personale.
L' articolo 14 prevede, poi, che i centri per l' impiego possano prorogare i contratti di affidamenti di
servizi per l' impiego e le politiche attive in scadenza a partire dal 1° gennaio 2015, fino al 31 dicembre
2015, attraverso i relativi fondi europei di cui sono titolari le Regioni.
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Italia Oggi
pubblica amministrazione
Il premier sul «salva Berlusconi»: fermo tutto, ma non facciamo leggi ad o contra personam.
Fisco, Renzi blocca i decreti
Riforme e Colle, il Pd si organizza. La Grecia fa tremare l' Ue.
Basta che si riparli di Berlusconi per capire
che le vacanze di Natale sono finte anche per
la politica. E tornano le notizie. Tipo che la
riforma del fisco approvata lo scorso 24
dicembre tornerà in consiglio dei ministri per
essere rivista. È quanto stabilito dal premier
Matteo Renzi per porre fine alle polemiche
sulla presenza nel provvedimento di una
norma «salva­Berlusconi» che secondo alcune
interpretazioni potrebbe cancellare la
condanna dell' ex premier nel processo
Mediaset e quindi ridargli la possibilità di
candidarsi. L' opposizione, M5S e Lega in
testa, ma anche la minoranza Dem, non
risparmiano critiche al governo definendo la
svista «un regalo al Cavaliere previsto dal
patto del Nazareno». Il blog di Grillo dà al
presidente del Consiglio del «burattino» in
mano ad un «ventriloquo» Cavaliere. «Renzi è
Berlusconi, e viceversa», è il j' accuse a 5
Stelle.
Renzi interviene in prima persona: «Il nostro
governo», assicura, «non fa norme ad
personam, non fa norme contra personam. Fa
norme che rispondono all' interesse di tutti i
cittadini». Visti i dubbi e le polemiche, però, il
decreto incriminato tornerà al consiglio dei
ministri. A finire nel mirino è l' introduzione nel
decreto attuativo della delega fiscale di un articolo (il 19 bis) che prevede l' esclusione della punibilità
«quando l' importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3% del reddito imponibile
dichiarato».
Un norma che, secondo alcuni giuristi, permetterebbe al leader di Forza Italia di ricandidarsi in quanto
condannato per una frode fiscale di 7 milioni di euro, pari a meno del 2% dell' imponibile di Mediaset.
Se approvata, viene spiegato, il Cav potrebbe chiedere la cancellazione della condanna e degli effetti
della legge Severino, ovvero i sei anni di incandidabilità. Interpretazione che ha spinto Renzi a stoppare
i decreti della riforma e a riportarli in Cdm per eventuali correzioni. Il premier ha voluto smentire le
ricostruzioni secondo cui dietro la norma ci sarebbe un accordo con il leader di Fi: «Ci fermiamo, non c'
è inciucio. Se qualcuno immagina che in questo provvedimento ci sia non si sa quale scambio, non c' è
problema: ci fermiamo.
La norma la rimanderemo in Parlamento soltanto dopo l' elezione del Quirinale, dopo che Berlusconi
avrà completato il suo periodo a Cesano Boscone».
Il diretto interessato, Silvio Berlusconi, commenta: «Di quella norma non sapevo nulla. L' ho letta sui
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Italia Oggi
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giornali. E da quello che ho potuto capire poi assieme ai miei avvocati, non è nemmeno detto che fosse
applicabile al caso del sottoscritto». Secondo Berlusconi, la vera protagonista di questa vicenda
sarebbe «una manina» che si sarebbe mossa per due obiettivi, «mettere in difficoltà sia Renzi che me»
con lo scopo di «mettere in crisi il patto del Nazareno» a poche settimane dall' elezione del presidente
della Repubblica. L' annuncio dello stop da parte del premier non placa la minoranza del Pd che
insorge, aprendo un fronte interno alla maggioranza. La minoranza dem chiede che il provvedimento
non venga solo rinviato ma completamente rigettato.
Il Tesoro smentisce «una presunta notizia» del sito Dagospia.com secondo cui Franco Coppi, avvocato
di Silvio Berlusconi, «avrebbe partecipato a una riunione al ministero dell' economia relativa alla riforma
fiscale». Questa notizia, sottolinea il Tesoro, «è destituita di qualsiasi fondamento e frutto esclusivo di
fantasia o di volontà di diffamazione, per la quale sarà valutata la sussistenza degli estremi per un'
azione legale».
Il presidente del consiglio, archiviato il capitolo Berlusconi, si organizza per vedere i suoi del Pd in vista
degli appuntamenti più importanti su Riforme e Quirinale. E fa sapere che domani alle 16 parteciperà
all' assemblea dei deputati del Pd convocata dal capogruppo, Roberto Speranza, per discutere di
riforme costituzionali appunto. Intanto ieri pomeriggio ha incontrato a palazzo Chigi, il presidente del Pd,
Matteo Orfini che al termine del colloquio ha spiegato: «abbiamo parlato di tutti i temi all' ordine del
giorno dell' agenda politica e dei prossimi appuntamenti parlamentari, dalle riforme al decreto sul
fisco...». Quanto alla partita del Quirinale Orfini ha glissato: «di quello si parlerà a tempo debito».
Ieri a palazzo Chigi si è presentata il ministro dell' Istruzione, Stefania Giannini. Il premier ha in
programma per l' inizio di questa settimana una ricognizione con i ministri sull' agenda del governo.
«Il 2015 mette al centro la scuola, anzi #labuonascuola.
Siamo al lavoro sulla riforma più importante per il futuro dei nostri figli e del Paese», ha poi scritto su
Twitter il presidente del consiglio. Quanto al ministro, Giannini ha scritto: «Dopo la consultazione, al
lavoro con Matteo Renzi per completare il percorso di «la buona scuola».
L' incertezza politica in Grecia e il timore che, dopo le elezioni politiche del 25 gennaio, Atene possa
uscire dall' euro, fa tremare i mercati. Il cosiddetto «Grexit» rafforza l' aspettativa che la Bce possa
speditamente muoversi verso l' acquisto dei bond governativi, mettendo sotto pressione le borse
europee e l' euro. Il listino di Atene cede oltre il 4% e anche Milano e Madrid calano intorno all' 1,5%,
mentre Londra, Francoforte e Parigi perdono oltre lo 0,5%. Intanto l' euro scende ai minimi da 5 anni e
mezzo a 1,1880 dollari, nettamente sotto quota 1,19 dollari. E anche sullo yen la moneta europea passa
di mano ai minimi da 2 mesi a 142,86. Lo spread tra Btp e Bund invece tiene bene, in attesa delle
mosse di Francoforte sull' acquisto dei bond, sotto quota 130 punti. Il vero punto debole dell' Europa è
comunque la Grecia. Ieri il portavoce della cancelliera Angela Merkel ha ribadito che Berlino non cambia
posizione e non vuole che la Grecia esca dall' euro. Nettissima anche la presa di Bruxelles.
Secondo i trattati Ue, ha ricordato, leggendo il testo, una portavoce della Commissione l' appartenenza
all' euro è irrevocabile.
Beppe Grillo sta con i vigili urbani di Roma che per protesta si sono dati in buona parte malati la notte di
capodanno. Il leader del M5S, che forse non si è accorto come la defezione dei vigili sia nata per
contrastare in particolare la rotazione di zone prescritta dal presidente dell' Autorità anticorruzione,
Raffaele Cantone, ieri, in un post pubblicato da beppegrillo.it parla di «accanimento mediatico contro i
vigili di Roma da parte del governo e dei giornali al suo servizio, con due obbiettivi precisi: distogliere l'
attenzione dell' opinione pubblica dalla vicenda di mafia capitale collusa con i politici del comune (a
proposito Marino e Poletti quando vi dimettete?); criminalizzare una categoria sul piano mediatico per
agire con misure sempre più restrittive nei confronti di una parte del pubblico impiego». Intanto sono
arrivati, nel comando della polizia locale di Roma Capitale, i due ispettori inviati dal ministro della
Pubblica amministrazione, Marianna Madia, per supportare l' indagine interna. I funzionari ministeriali
sono stati accolti dal comandante del corpo, Raffaele Clemente, dal quale hanno acquisito
preliminarmente alcuni documenti e dati. Dopo questo primo contatto, il loro lavoro proseguirà nei
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Italia Oggi
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prossimi giorni, parallelamente all' inchiesta interna affidata dallo stesso Clemente al vicecomandante
Raffaella Modafferi.
«Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto nel pomeriggio di ieri una telefonata del
Presidente degli Stati Uniti, Barack H. Obama, che gli ha formulato i suoi cordiali auguri per il nuovo
anno e rinnovato amichevoli riconoscimenti per il suo operato come presidente della repubblica italiana
e per la sua azione nell' ambito delle relazioni internazionali ed in particolare in quello delle relazioni tra
Italia e Stati Uniti», ha fatto sapere una nota del Quirinale. Nell' intenso e cordiale scambio di opinioni
che è seguito si è in particolare sottolineata la necessità di un rilancio congiunto della crescita
economica e sociale negli Stati Uniti e in Europa.
Al termine della conversazione entrambi si sono ripromessi di mantenere un contatto personale e di
rincontrarsi alla prima occasione a Washington o a Roma».
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EMILIO GIOVENTÙ E GIAMPIERO DI SANTO
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6 gennaio 2015
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Italia Oggi
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Gli ostacoli posti dalla legge di Stabilità 2015 alla stabilizzazione del personale.
Enti locali, precari in standby
Stoppate le possibili assunzioni a tempo indeterminato.
Stabilizzazioni del personale degli enti locali al
palo negli anni 2015 e 2016. La legge di
Stabilità 2015 (legge 190/2014), con le sue
previsioni sulla mobilità dei dipendenti delle
province, non solo blocca per almeno due anni
la possibilità di scorrere le graduatorie dei
concorsi e permettere di reclutare gli idonei,
ma impedirà di assumere a tempo
indeterminato i precari, con i requisiti previsti
dalla legge.
Si tratta di tre categorie di soggetti: quelli
previsti dall' art. 1, commi 519 e 558, della
legge 296/2006, quelli indicati dall' art. 3,
comma 90, della legge 244/2007, nonché
coloro che alla data di entrata in vigore del dl
101/2013 (il cosiddetto decreto D' Alia)
avessero maturato, negli ultimi cinque anni,
almeno tre anni di servizio con contratto di
lavoro subordinato a tempo determinato alle
dipendenze dell' amministrazione che emana il
bando.
Di fatto, quindi, la legge di Stabilità 2015 oltre
a incidere pesantemente sull' attuazione del dl
90/2014, messo sostanzialmente al palo per l'
impossibilità di dare corso alla staffetta
generazionale, pone nel nulla anche la terza
ondata di stabilizzazioni, attivata dall' allora
governo Letta. Infatti, l' art. 4, comma 6, del dl
101/2013, convertito in legge 125/2013, stabilisce che le procedure di stabilizzazioni sono possibili
«solo a valere sulle risorse assunzionali relative agli anni 2013, 2014, 2015 e 2016 anche
complessivamente considerate, in misura non superiore al 50%, in alternativa a quelle di cui all' art. 35,
comma 3­bis, del dlgs 30 marzo 2001, n. 165. Le graduatorie definite in esito alle medesime procedure
sono utilizzabili per assunzioni nel triennio 2013­2016 a valere sulle predette risorse».
Ma la legge di Stabilità 2015 riserva l' utilizzo delle risorse assunzionali per gli anni 2015 e 2016
esclusivamente alle assunzioni dei vincitori dei concorsi, in base a graduatorie vigenti o approvate alla
data dell' 1 gennaio 2015, nonché alle mobilità del personale provinciale in sovrannumero, l' ondata di
circa 20 mila lavoratori creata dalla legge di stabilità. Dunque, le stabilizzazioni sono possibili al
ricorrere di ristrette condizioni.
L' esistenza o l' approvazione di una graduatoria alla data del 31 dicembre 2014; oppure, l' attivazione
in base alle sole risorse per l' anno 2013. La legge 190, dunque, modifica implicitamente il dl D' Alia,
sottraendo alle amministrazioni pubbliche la possibilità di destinare risorse degli anni 2014 e 2015 alle
stabilizzazioni. Occorre ricordare che a complicare il già caotico sistema creato dalla combinazione tra
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legge Delrio e legge di Stabilità 2015, si è messo anche il decreto Milleproroghe: il dl 192/2014, infatti,
proroga per le amministrazioni statali il termine per effettuare le assunzioni a valere sulle risorse
liberatesi nel 2013, alla data del 31 gennaio 2015. Dunque, nel corso del 2015, alle assunzioni dei
vincitori dei concorsi e dei dipendenti delle province, si sommeranno anche le assunzioni per nuovi
concorsi, purché finanziate entro i tetti di spesa del 2013. Questa indicazione valevole in modo espresso
per le amministrazioni statali per effetto del dl 192/2014, vale anche per regioni e d enti locali, dal
momento che la legge di stabilità in ogni caso riserva ai vincitori dei concorsi e ai dipendenti provinciali,
come detto, le risorse destinate ad assunzioni degli anni 2014 e 2015. Sempre il dl 192/2014 ha anche
allungato i termini previsti dall' articolo 4, comma 9, del dl 101/2013, consentendo alle province d i
prorogare i contratti col personale precario fino al 31 dicembre 2015. Per quanto tale proroga sia stata
sbandierata come una soluzione al problema dei precari provinciali, a ben vedere essa resterà, tuttavia,
sostanzialmente inapplicabile. Infatti, lo stesso art. 4, comma 9, del dl subordina tali proroghe al
«rispetto dei vincoli finanziari di cui al presente comma, del patto di stabilità interno e della vigente
normativa di contenimento della spesa complessiva di personale».
Ma, visto che la totalità delle province non potrà rispettare il patto di stabilità e, soprattutto, la vigente
normativa in tema di contenimento della spesa di personale, visto che devono tagliare il 50% del costo
della dotazione organica (il 30% le città metropolitane e le province montane), nessuna provincia potrà
disporre legittimamente la proroga ai precari.
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PAGINA A CURA DI LUIGI OLIVERI
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pubblica amministrazione
in ballo circa 20 mila dipendenti per effetto del taglio lineare alla spese delle dotazioni
organiche.
Province, personale in esubero in cerca di
ricollocazione
Per i dipendenti in esubero delle province, la
l e g g e d i Stabilità non propone nessuna
garanzia di ricollocazione. Contrariamente a
quanto asserito dal governo, il testo della
legge 190/2014 non mette affatto al sicuro i
circa 20 mila dipendenti interessati dagli
esuberi creati dalla legge, per effetto del taglio
lineare alle spese delle dotazioni organiche di
province e città metropolitane.
L' esecutivo, infatti, insiste col sottolineare che
regioni e comuni, c o n p r i o r i t à , e
amministrazioni statali, in subordine, saranno
obbligati ad assumere, dopo aver chiamato in
servizio i vincitori dei concorsi le cui
graduatorie siano valide alla data di entrata in
vigore della legge di stabilità, i dipendenti
provinciali, mediante i trasferimenti per
mobilità. La legge di Stabilità 2015 punta, in
particolare, a spingere regioni e comuni a
effettuare le assunzioni, stabilendo che «le
regioni e g l i enti locali, per gli anni 2015 e
2016, destinano le risorse per le assunzioni a
tempo indeterminato, nelle percentuali stabilite
dalla normativa vigente, all' immissione nei
ruoli dei vincitori di concorso pubblico collocati
nelle proprie graduatorie vigenti o approvate
alla data di entrata in vigore della presente
legge e alla ricollocazione nei propri ruoli delle
unità soprannumerarie destinatarie dei processi di mobilità. Esclusivamente per le finalità di
ricollocazione del personale in mobilità le regioni e g l i enti locali destinano, altresì, la restante
percentuale della spesa relativa al personale di ruolo cessato negli anni 2014 e 2015, salva la completa
ricollocazione del personale soprannumerario». Questo significa che regioni e d enti locali negli anni
2015 e 2016 debbono destinare le risorse per le assunzioni a tempo determinato, pari al 60% (o anche
80% per gli enti particolarmente virtuosi) del costo delle cessazioni dell' anno precedente, alla chiamata
in ruolo dei vincitori dei concorsi. Ciò che residua del 60% alla mobilità dei dipendenti provinciali;
tuttavia, in deroga ai limiti di spesa previsti dalla legge, regioni e comuni potranno destinare il 40%
residuo del costo delle cessazioni dei dipendenti (avvenute nel 2014 e 2015) integralmente all'
assunzione per mobilità dei dipendenti provinciali.
Tuttavia, quello che apparentemente è un obbligo che garantirebbe la continuità del lavoro per i
dipendenti provinciali, è una semplice esortazione perfettamente aggirabile. Infatti, regioni ed enti locali
non sono obbligati ad assumere. Le assunzioni le effettueranno solo se lo riterranno. Allora, in quel
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caso, dovranno rispettare le indicazioni della legge di Stabilità.
Nulla, per come è scritta la norma, vieta a regioni e comuni di non effettuare alcuna assunzione a tempo
indeterminato negli anni 2015 e 2016, e di coprire eventuali fabbisogni con contratti a t e m p o
determinato di 24 mesi (dunque al di sotto della soglia limite di 36 mesi), aspettando che scadano i
vincoli imposti dalla legge finanziaria e tornare ad assumere chi vogliono a partire dall' 1/1/2017,
lasciando, così, inattuato il piano del governo per ricollocare i 20 mila dipendenti provinciali.
Si pensi, in particolare, alla dirigenza: la legge 190 non esclude affatto che una regione o un ente locale
assuma dirigenti a contratto a tempo determinato (quelli chiamati senza concorsi, per fiducia con gli
organi politici), invece che acquisire in mobilità i dirigenti provinciali.
Le tutele, dunque, di cui parla il governo sono solo teoriche e lasciate alla buona volontà di regioni, enti
locali e amministrazioni statali che davvero intendano effettuare assunzioni a tempo indeterminato.
Perché il meccanismo funzioni e consenta realmente il trasferimento dei dipendenti provinciali verso
regioni, comuni o amministrazioni statali, occorrerebbe prevedere l' obbligo nei loro confronti di
assumere i dipendenti delle province in sovrannumero, vincolando a tale scopo le risorse disponibili per
gli anni 2015 e 2016, vietando ogni assunzione a tempo determinato, con l' eccezione di sostituzioni di
ferie e maternità o di settori e servizi come il sociale o le scuole, finalizzata allo scopo di eludere la
norma, nonché di vietare almeno fino al 31 dicembre 2016 le assunzioni della dirigenza a contratto.
Intanto, è trascorsa con un nulla di fatto la data del 2 gennaio 2015, quando, a dire del sottosegretario
alla Funzione pubblica, Angelo Rughetti, si sarebbe dovuto approvare un decreto per imporre alle
regioni di acquisire personale e funzioni provinciali o attribuirlo ai comuni.
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Il presidente della Fondazione Studi chiede di abbattere costo del lavoro e burocrazia per le
Pmi.
Le riforme con chi vive di lavoro
De Luca: dai consulenti le idee per il rilancio del Paese.
Siamo giunti alla fine di un anno
particolarmente difficile per il perpetuarsi della
crisi sia per le imprese che per i lavoratori, che
per le professioni. Abbiamo sentito il
presidente della Fondazione Studi consulenti
del lavoro, Rosario De Luca, sugli aspetti più
d' attualità del periodo in corso.
Domanda. Presidente, facendo un bilancio,
l' evento più importante del 2014 in materia
di lavoro è stato quello della legge delega
sul Job Act . Pensa siamo sulla strada
della semplificazione normativa e del
rilancio dell' occupazione?
Risposta. Dire se è questo è un
provvedimento che rilancerà l' occupazione è
difficile, dobbiamo prima capire il contenuto di
tutti i decreti delegati, che appunto daranno
attuazione alla delega, che il Parlamento ha
dato al Governo. Non c' è dubbio, però, che
soltanto le regole, anche le buone regole, non
creano occupazione. Cito, ad esempio, l'
ultima indagine della Fondazione Studi, che
riguarda la quantità dei rapporti stabilizzati al
termine del periodo incentivato. In sostanza, il
quadro di brevissimo periodo, testimonia che
le aziende tengono in forza i lavoratori che
godono di incentivi e agevolazioni soltanto
finché questi incentivi e agevolazioni restano tali. Questo vuol dire che non c' è una crescita di sistema
della nostra economia. L' imprenditore, non avendo la possibilità di mantenere un lavoratore in azienda
a causa dell' elevato costo del lavoro, lo fa fintanto che durano queste forme di agevolazione. Tutto
questo al momento non si intravede. Addirittura nella legge di Stabilità del 2015 c' è la soppressione
degli sgravi contributivi della legge 407/1990, che ha portato a centinaia e centinaia di migliaia di
assunzioni in questi 24 anni di vigenza. Abbiamo quindi un quadro normativo non definito e non
definitivo, che ci lascia però qualche perplessità sulla prospettiva che questo apporto regolatorio darà al
sistema. La netta sensazione, anche per i profondi motivi ideologici che hanno animato il dibattito
politico e parlamentare, è che si è guardato più a regolamentare i licenziamenti (e quindi l' uscita dal
mercato del lavoro) che non le assunzioni».
D. Cosa si aspetta di trovare nei decreti delegati e nel mercato del lavoro del prossimo anno?
R. L' auspicio è perlomeno quello della semplificazione di quelle che sono le varie formule per la
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gestione del mercato del lavoro. Ma il vero auspicio dei consulenti del lavoro, che vivono per e nelle
aziende e con i lavoratori, è dare una consulenza trasversale su quelle che sono le dinamiche aziendali,
è la realizzazione di un piano di rilancio dell' economia, che purtroppo non si è ancora verificato. Solo
così si può sperare in una ripresa del nostro Paese. Serve un piano di rilancio che sia attento alle
esigenze delle piccole e medie imprese, cercando di abbattere il costo del lavoro e la eccessiva
burocrazia; misure che porterebbero a rilanciare l' occupazione ed a creare una sorta di circuito
virtuoso, che possa alleviare la piaga che porta i giovani ormai sempre più spesso ad abbandonare il
nostro Paese.
D. Il 2014 è stato un anno ricco di impegni, che ha visto la categoria molto attiva in vari eventi: dal
Congresso nazionale al Festival del lavoro, il Simposio, la seconda edizione della Summer School e poi
i vari corsi della Scuola di alta formazione, con i vari esperti della Fondazione Studi; molti eventi che
hanno visto interfacciarvi con il mondo politico attuale e le istituzioni, ma anche eventi che puntano alla
formazione e all' aggiornamento professionale.
R. Questo è proprio il fine che si prefigge la Fondazione Studi, che deve produrre cultura,
aggiornamenti, occasioni di confronto, momenti di riflessione che portino a ben comprendere i fenomeni
che si sviluppano e i conseguenti atti normativi.
Tali iniziative vengono organizzate, nelle varie formule multimediali e frontali, per i colleghi che cosi
possono usufruire di questi momenti di approfondimento e crescita professionale, alla presenza di
interlocutori istituzionali che partecipano ai nostri eventi sempre con grande interesse.
I consulenti del lavoro cercano quindi di partecipare attivamente alla crescita del Paese.
fornendo un contributo basato non solo sull' esperienza pratica, ma anche sulla minuziosa conoscenza
normativa e della prassi che è fondamentale per poter regolamentare al meglio un segmento strategico
come il mercato del lavoro. A tal fine produciamo anche numerose indagini e statistiche sui fenomeni
esistenti, grazie ai dati rilevati dal nostro Osservatorio, che si basa su quanto prodotto nei nostri studi
dove vengono gestiti oltre 7 milioni di rapporti di lavoro.
D. Che cosa ci prospettate per il 2015, può darci qualche anticipazione?
R. Saranno numerose le attività che saranno sviluppate nell' anno appena iniziato. La nostra forza è
quella di essere presenti concretamente nel mondo del lavoro e di rilevare quelli che sono i punti
nevralgici che poi necessitano di una diversa regolamentazione. Osservare, tramite la gestione di 1
milione e 250 mila aziende, ci dà la consapevolezza di quelli che sono i veri punti di criticità. Grazie a un
campione così numeroso ed effettivo, perché si tratta di realtà concrete, riusciamo a osservare i
fenomeni che si verificano. Non siamo quindi portati ad analizzare solo la norma, ma invece ne
verifichiamo l' impatto che ha sui destinatari della stessa, per poi prevedere gli effetti che genera. Tale
previsione, se utilizzata ex ante, sarebbe risolutiva per raggiungere in maniera più immediata gli
obiettivi preposti. Fare un' indagine preliminare sui fabbisogni, sulle criticità e sugli effetti che la norma
produrrebbe sul mercato del lavoro, sarebbe davvero un rimedio efficace dagli effetti benevoli anche
per meglio utilizzare le risorse impiegate. Ma il ruolo dei consulenti del lavoro non è quello di fare le
leggi, ma invece è di mettere a disposizione di chi le deve fare le proprie esperienze e le proprie
capacità» D. Qual è l' augurio della Fondazione Studi per il nuovo Anno?
R. Un augurio va fatto a chi ha l' onere e l' onore di gestirlo sia in questo momento storico che in futuro.
È indispensabile che ci sia una presa di coscienza sulle concrete esigenze e sulle reali necessità dei
cittadini, che spesso sfuggono al legislatore.
Per far questo servirebbero provvedimenti che diano segnali molto concreti in materia di etica nella
gestione della pubblica amministrazione, di snellimento della burocrazia e della semplificazione e di un
Fisco che non sia opprimente per il contribuente».
D. Ci fa un esempio su quest' ultimo punto che riguarda i rapporti tra contribuente e
Amministrazione finanziaria?
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pubblica amministrazione
R. È comprensibile che per tenere in piedi il sistema serve l' apporto di imposte, ma nel momento in cui
c' è una crisi che devasta trasversalmente tutte le fasce di popolazione, come quella che attanaglia da
tempo il nostro Paese, servono provvedimenti concreti per portino sollievo ai cittadini. Ad esempio,
sarebbe auspicabile la sospensione degli studi di settore per almeno tre anni. Non c' è dubbio infatti che
tutti stiano incassando di meno perché tutti spendono di meno. In questa situazione è anacronistico
mantenere in vigore gli studi di settore che stabiliscono indittivamente un volume d' affari più elevato
dell' effettivo. Questo produrrebbe effetti positivi anche a livello ambientale, favorendo la compliance tra
fisco e contribuente.
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aumentano al tasso di mille ogni anno.
Alunni disabili senza continuità, metà cambia prof
ogni anno
Aumentano gli alunni con disabilità: 1000 in
più in un anno, tanto da raggiungere nel
passato anno scolastico oltre i 150mila
studenti tra scuola primaria e medie, secondo
un trend confermato negli ultimi 10 anni. Ma la
continuità didattica è una chimera per questi
alunni che, al contrario, ne hanno bisogno sia
per il proprio percorso formativo sia per
promuovere e favorire l' inclusione a scuola.
A fotografare l' inclusione scolastica dei quasi
85 mila alunni con disabilità della primaria e
degli oltre 65mila delle medie è l' indagine
annuale dell' Istat, recentemente pubblicata
(www.istat.it).
Pur aumentati di 6.000 in un anno, gli oltre 74
mila docenti di sostegno rivelati dal Miur sono
insufficienti a garantire la continuità didattica
degli studenti con disabilità.
Tuttavia, il numero medio di alunni disabili per
docente è molto vicino, a livello nazionale, a
quello previsto dalla legge 244/2007, cioè un
insegnante di sostengo ogni due studenti con
disabilità. Non solo circa il 10% delle famiglie
della primaria e il 7% delle medie hanno
presentato negli ultimi anni un ricorso al
Tribunale civile o al Tar per ottenere l'
aumento delle ore di sostegno ai figli, con il
Sud che doppia il Nord. Ma l' Istat rivela anche
che durante l' anno scolastico ha cambiato insegnante l' 10,8% degli studenti disabili della scuola
primaria e il 8,8% dei compagni delle medie. Addirittura circa la metà dei ragazzi a inizio anno si ritrova
un docente di sostegno diverso dell' anno scolastico precedente: accade al 44,1% degli alunni nella
primaria e al 39,8% nelle medie.
Una situazione che annulla le distante territoriali, presentando percentuali identiche al Nord come al
Sud e al Centro. Eppure, sottolinea l' Istat, «per la realizzazione del progetto individuale è importante
che ci sia continuità nel rapporto docente sostegno­alunno con disabilità non solo nel corso dell' anno
scolastico ma anche per l' intero ciclo scolastico». C' è di più. Solamente il 66,7% degli insegnanti di
sostegno della primaria e il 69,2% di quelli delle medie svolgono l' attività a tempo pieno all' interno
dello stesso plesso scolastico: nella primaria le percentuali più alte si registrano nel Lazio e in Calabria
(75,5%), mentre quella più bassa nella provincia autonoma di Bolzano (36,1%); alle medie la
percentuale più elevata si riscontra in Calabria (74,9%), la più bassa nella Provincia autonoma di Trento
( 46,4%).
Al Sud però gli studenti disabili possono contare solo sull' insegnante di sostegno, che dovrebbe
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pubblica amministrazione
occuparsi del supporto didattico e, se l' alunno non è autonomo, dovrebbe essere affiancato da altre
figure professionali, fornite dagli enti locali, per il supporto alla socializzazione e all' autonomia. Il
numero di ore prestate dall' assistente educativo culturale (Aec) è di circa 13 ore settimanali nelle
scuole primarie e circa 11 ore alle medie per gli alunni non autonomi in tutte le attività considerate
(spostarsi, mangiare, andare al bagno); per gli studenti con minori limitazioni di autonomia le ore medie
scendono intorno a 9 per entrambi gli ordini scolastici. Tuttavia, il numero medio di ore settimanali al
Sud è più basso: per le scuole medie è di 8,7 contro le 9,5 ore del Centro e le 10,6 del Nord. Non solo.
Gli alunni non autonomi della primaria nel Mezzogiorno ricevono un numero medio di ore di Aec di 12,5
contro le 14,3 del Nord, mentre alle medie si attesta sulle 9,1 ore contro le 13,2 del Centro.
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ANGELA IULIANO
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
sanità, sociale e servizi per l'infanzia
ALLA CHIESA DEL PARADISO.
Don Luca difende la famiglia rom: «Sono persone
bisognose di aiuto»
FAENZA. Il caso è da diverse settimane alla
ribalta della cronaca locale, con riflessi sulla
scena politica. Pullulano le polemiche, ma tra i
diretti interessati c' è chi stempera i toni e
vuole mante nere un basso profilo: si tratta di
don Luca Ravaglia, il parroco della chiesa del
Paradiso che ha accolto una famiglia rom,
sistemandola in due roulotte nel cortile. Motivo:
tentare un' integrazione.
Il capofamiglia rom, un giovane di 22 anni,
risulta indagato per la rapina di una catenina d'
oro avvenuto nello scorso mese di ottobre a
Russi. Uno scippo ai danni di una donna che
lo avrebbe in seguito riconosciuto dalle
fotografie apparse sul Corriere Romagna, a
corredo di un articolo in cui si parlava dell'
integrazione della famiglia. Apriti cielo. E' stato
come gettare benzina su un fuoco che era già
acceso.
«Se ci sono indagini ­ afferma don Luca ­
lascio che la giustizia faccia il suo corso.
Spero che chi di dovere faccia il suo lavoro
con onestà e professionalità. Di certo è una
brutta cosa avere infamato come ladro il mio
ospite quando non vi è ancora nessun grado di
giudizio. Presumo vi sia un segreto istruttorio.
E' diffamazione tanto più che nessun avviso di
garanzia è stato a tutt' oggi ricevuto dall'
interessato. C' è qualcosa di anomalo in tutto ciò, c' è meraviglia e disappunto da parte mia per quanto
avvenuto. Sull' episodio della rapina non mi esprimo, se ci sarà bisogno lo faremo in sede opportuna. Mi
pare comunque strano riconoscere qualcuno mai visto, dopo me si, da una foto sul giornale.
Comunque vadano le cose confermo in pieno l' opera che sta svolgendo la parrocchia nei confronti di
questa famiglia, verso minori, verso persone bisognose di aiuto».
E conclude, don Luca, citan do i vangeli: «Il Signore non è venuto per i giusti, ma per i peccatori».
Pertanto, «se si rivelassero vere le accuse mosse contro il capofamiglia rom, si tratterebbe sempre di
persone che necessitano di un forte sostegno, se invece fos sero false vi saranno denunce verso chi
diffama».
E ancora: «Per fortuna adesso ci sono le vacanze di Natale e di fine anno, altrimenti i figli di questa
famiglia si sarebbero ritrovati a scuola additati dai compagni, conside Don Luca Ravaglia, il parroco
della chiesa del Paradiso che ha accolto la famiglia rom, sistemandola in due roulotte nel cortile rato
che anche i piccoli sono apparsi su un giornale».
Lo stesso capofamiglia pochi giorni fa si è tirato completamente fuori dalla vicenda: «Non ho ricevuto
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
sanità, sociale e servizi per l'infanzia
alcunché. Io a Russi non mi sono mai recato».
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Pagina 7
Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
sanità, sociale e servizi per l'infanzia
FESTA DON CLAUDIO BOLOGNESI DA 6 ANNI ALLA GUIDA DI SANT' APOLLINARE.
Oggi il venticinquesimo del sacerdozio
LA COMUNITÀ parrocchiale di Sant'
Apollinare in Russi festeggia oggi i 25 anni di
sacerdozio del suo arciprete, don Claudio
Bolognesi. L' appuntamento è alle 11 nella
chisa di Sant' Apollinare per la celebrazione
della messa, con don Claudio sono presenti il
vescovo Claudio Stagni e diversi altri
sacerdoti, fra cui don Verdiano, oggi parroco a
Sant' Agata ma per diversi anni capellano a
Russi. I festeggiamenti proseguiranno poi all'
oratorio don Bosco.
DON Claudio Bolognesi è stato ordinato il 5
gennaio del 1990 a Faenza dal vescovo
Francesco Tarcisio Bertozzi. Ha servito per
alcuni anni in diverse parrocchie faentine, è
stato poi parroco a Solarolo e da sei anni
guida la comunità cattolica di Russi.
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Pagina 35
Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
sport
Gli Under 15 con la Lombardia, le Under 14 col Veneto.
Per l' Emilia­Romagna doppia finale al "Fabbri"
RIMINI. L' Emilia­Romagna centra una doppia
finale al 5° memorial "Fabbri". Gli Under 15
hanno dimostrato carattere contro il Piemonte
e proveranno a prendersi la rivincita contro la
co? azzata Lombardia.
Le Under 14 sfideranno il Veneto,
storicamente la regione numero 1 in campo
femminile nazionale. Appuntamento al
Flaminio di Rimini alle ore 10.30 per le
ragazze e al "PalaAngels" di Santarcangelo,
alle 11,30, per i ragazzi.
Il sofferto 75­72 al Piemonte (6 punti per
Tognacci dell' Ibr) racconta di una partita in
rimonta per l' Emilia­Romagna costretta a
rimonta anche un ­14. Nella ripresa prima l'
aggancio a quota 50 e poi il sorpasso sul 53­
52. A 1' dalla fine Piemonte avanti 69­72,
Lorusso segna il 71­72, Folli il 73­72 a ­18"
dalla lunetta. Ultimo possesso per il Piemonte
ma la tripla di De Bartolomeo muore sul ferro.
Nel 60­40 femminile sul Piemonte (2 punti di
Montanari del Russi e Palmi sani dell' Happy,
7 per Zavatta di Santarcangelo) è arrivata al
termine di una partita senza storia.
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6 gennaio 2015
Pagina 27
La Voce di Romagna
sport
MEMORIAL FABBRI In mattinata Under 15 contro la super Lombardia e Under 14 con il
Veneto.
En plein Emilia Romagna: doppio hurrà contro il
Piemonte e tutte due in finale
RIMINI A prescindere dagli esiti delle due finali
di oggi, l' Emilia Romagna ha fatto il massimo,
raggiungendo le finali al 5° Memorial Fabbri
con tutte e due le selezioni. Gli Under 15
hanno dimostrato carattere contro il Piemonte
e proveranno a prendersi la rivincita con la
corazzata Lombardia (89­40 in semifinale
contro il Veneto!). Le Under 14, invece,
sfideranno il Veneto, storicamente la regione
numero 1 in campo femminile. Appuntamento
al Flaminio alle 10,30 per le ragazze e al
"PalaAngels" di Santarcangelo, alle 11,30, per
i ragazzi.
Emilia Romagna­Piemone 75­72 (14­20; 36­
45; 55­59) EMILIA ROMAGNA Guglielmi
(Crabs Rimini), Venturoli (BSL San Lazzaro) 6,
Giuliani (Virtus Bologna) ne, Lorusso (Virtus
Bologna) 12, Apena (Magik Parma), Jovanovic
(Piacenza BC) 2, Nanni (Virtus Bologna) 10,
Folli (Fortitudo Bologna) 12, Pietri (Novellara)
2, Tognacci (Insegnare Basket Rimini) 6,
Cosco (Castiglione Murri Bologna) 11, Secchi
(Castiglione Murri Bologna) 14. All. Zanardi.
PIEMONTE Viano 9, Farris, De Bartolomeo 21,
Bianco, Apuzzo 2, Abrate 12, Leone 3, Piccio
3, De Santis 11, Sabatino 3, Segura 3,
Borsello 5. All. Ferraro.
Emilia Romagna ­Piemonte 60­40 (17­14; 33­
24; 47­33) EMILIA ROMAGNA Stefanini (Basket Parma) 3, Franceschini (Valtarese) 4, Montanari
(Basket Club Russi) 2, Quintini (Basket Borgo novo) 4, Farné (Magika), Chierici (Vico Basket) 2, Gozzi
(Fortitudo Rosa) 4, Gilli (Pol. Sant' Agostino) 20, Averto (Calderara) 1, Gianesini (Basket Tricolore
Reggio Emilia) 11, Palmisani (Happy Basket Rimini) 2, Zavatta (Basket Santarcangelo) 7. All. Della
Godenza.
PIEMONTE Panato 2, Giaccardo, Furlan 12, Grattini 2, Cambini 2, Caracciolo, Bosco 11, Pavanelli,
Leone, Brandi 6, Salvadeo 4, Minarelli 1. All. D' Affuso.
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