Per una spiritualità del dono
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Per una spiritualità del dono
PER UNA SPIRITUALITÀ DEL DONO Dal Vangelo di Luca (6,37-38.43-45) 37 Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati; perdonate, e vi sarà perdonato. 38 Date, e vi sarà dato; vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi. 43 Non c’è infatti albero buono che faccia frutto cattivo, né vi è albero cattivo che faccia frutto buono; 44 perché ogni albero si riconosce dal proprio frutto; infatti non si colgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva dai rovi. 45 L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore tira fuori il bene, e l’uomo malvagio dal malvagio tesoro del suo cuore tira fuori il male; perché dall’abbondanza del cuore parla la sua bocca. Al cuore dell’amore coniugale e del legame tra le generazioni vi è il tema del dono. Il dono sincero di sé è il cuore del patto coniugale, e il dono della vita è ciò che lega in senso verticale le generazioni. Il dono sincero di sé, che si radica nel dono di Dio Creatore e Redentore e nella grazia dello Spirito Santo, da senso pienamente umano alla vita dei coniugi e della famiglia. Nel dono autentico non si riesce mai a tracciare un confine certo e invalicabile tra chi dà e chi riceve: non perché vi sia il calcolo di chi pesa il contraccambio, ma perché, come dice Gesù, c’è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti 20,35). Chi dona, infatti, gode a sua volta della gioia che suscita in chi riceve. Il vero donare è quando chi dona è felice come chi riceve, e quando il confine tra donare e ricevere svanisce. D’altronde, il fondamento dell’amore è la rinuncia alla reciprocità e alla sicurezza che ne deriva: occorre indirizzare l’amore verso l’altro senza essere sicuri che l’altro ricambierà. “L’importante è il dono di noi stessi, il grado di amore che mettiamo in ciascuno dei nostri gesti. Non sappiamo fare grandi cose, soltanto piccole cose con grande amore” (Madre Teresa) Donare con amore senza aver paura di diventare poveri, perché “date e vi sarà dato”, e il cuore si riempie (“una misura abbondante”) di ciò che avrà donato, di ciò che non avrà trattenuto per sé. Donare: • il silenzio e la parola • l’attenzione e la tenerezza • il perdono e la pace • la pazienza e la speranza Il Dare Allora un uomo ricco disse: Parlaci del Dare. E lui rispose: Date poca cosa se date le vostre ricchezze. E’ quando date voi stessi che date veramente. Che cosa sono le vostre ricchezze se non ciò che custodite e nascondete nel timore del domani? E domani, che cosa porterà il domani al cane troppo previdente che sotterra l’osso nella sabbia senza traccia, mentre segue i pellegrini alla città santa? E che cos’è la paura del bisogno se non bisogno esso stesso? Non è forse sete insaziabile il terrore della sete quando il pozzo è colmo? Vi sono quelli che danno poco del molto che possiedono, e per avere riconoscimento, e questo segreto desiderio contamina il loro dono. E vi sono quelli che danno tutto il poco che hanno. Essi hanno fede nella vita e nella sua munificenza, e la loro borsa non è mai vuota. Vi sono quelli che danno con gioia e questa è la loro ricompensa. Vi sono quelli che danno con rimpianto e questo rimpianto è il loro sacramento. E vi sono quelli che danno senza rimpianto né gioia e senza curarsi del merito. Essi sono come il mirto che laggiù nella valle effonde nell’aria la sua fragranza. Attraverso le loro mani Dio parla, e attraverso i loro occhi sorride alla terra. E’ bene dare quando ci chiedono, ma meglio è comprendere e dare quando niente ci viene chiesto. Per chi è generoso, cercare il povero è gioia più grande che dare. E quale ricchezza vorreste serbare? Tutto quanto possedete un giorno sarà dato. Perciò date adesso, affinché la stagione dei doni possa essere vostra e non dei vostri eredi. Spesso dite: “Vorrei dare ma solo ai meritevoli”. Le piante del vostro frutteto non si esprimono così né le greggi del vostro pascolo. Esse danno per vivere, perché serbare è perire. Siate prima voi stessi degni di essere colui che dà e allo stesso tempo uno strumento del dare. Poiché in verità è la vita che dà alla vita, mentre voi, che vi stimate donatori, non siete che testimoni. E voi che ricevete - e tutti ricevete – non permettete che il peso della gratitudine imponga un giogo a voi e a chi vi ha dato. Piuttosto i suoi doni siano le ali su cui volerete insieme. Poiché preoccuparsi troppo del debito è dubitare della sua generosità che ha come madre la terra feconda e Dio come padre. (Kahlil Gibran) Per il dialogo di coppia Quale idea abbiamo di dono e che significato diamo a questa parola? Il nostro pensare è secondo la logica evangelica del dono, perché “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, oppure è nella logica del trattenere per non perdere? Che posto ha nella mia vita personale e nella nostra esperienza di sposi il “dono”, il donare liberamente, gratuitamente? Come ci aiutiamo reciprocamente a crescere su questa parola del Vangelo? Mandami qualcuno da amare Signore, quando ho fame dammi qualcuno che ha bisogno di cibo; quando ho un dispiacere, mandami qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento; quando sono umiliato, fa che io abbia qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando ho bisogno della comprensione degli altri. dammi qualcuno che ha bisogno della mia; quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra personap; Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli che in tutto il mondo vivono poveri e affamati; Da loro oggi, usando le nostre mani, il loro pane quotidiano, e da loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia. (Madre Teresa di Calcutta)