LABORATORIO TECNOLOGIE DIDATTICHE – Lez. 3 PAS – Ing
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LABORATORIO TECNOLOGIE DIDATTICHE – Lez. 3 PAS – Ing. Maria Grazia CELENTANO Cooperative learning Il Cooperative Learning costituisce una specifica metodologia di insegnamento che consente agli studenti di apprendere in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente e sentendosi corresponsabili del reciproco percorso. L’insegnante assume un ruolo di facilitatore ed organizzatore delle attività, strutturando “ambienti di apprendimento” in cui gli studenti, favoriti da un clima relazionale positivo, trasformano ogni attività di apprendimento in un processo di “problem solving di gruppo”, conseguendo obiettivi la cui realizzazione richiede il contributo personale di tutti. Tali obiettivi possono essere conseguiti se all’interno dei piccoli gruppi di apprendimento gli studenti sviluppano determinate abilità e competenze sociali, intese come un insieme di “abilità interpersonali e di piccolo gruppo indispensabili per sviluppare e mantenere un livello di cooperazione qualitativamente alto”. Il Cooperative Learning è un metodo didattico in cui gli studenti lavorano insieme in piccoli gruppi per raggiungere obiettivi comuni, cercando di migliorare reciprocamente il loro apprendimento. Tale metodo si distingue sia dall’apprendimento competitivo che dall’apprendimento individualistico e, a differenza di questi, si presta ad essere applicato ad ogni compito, ad ogni materia, ad ogni curricolo. Il lavoro di gruppo non è una novità nella scuola, ma la ricerca dimostra che gli studenti possono anche lavorare insieme senza trarne profitto. Può infatti accadere che essi operino insieme, ma non abbiano alcun interesse o soddisfazione nel farlo. Nei gruppi di apprendimento cooperativo, invece, gli studenti si dedicano con piacere all’attività comune, sono protagonisti di tutte le fasi del loro lavoro, dalla pianificazione alla valutazione, mentre l’insegnante è soprattutto un facilitatore e un organizzatore dell’attività di apprendimento. Quali vantaggi presenta? Rispetto ad un’impostazione del lavoro tradizionale, la ricerca mostra che il Cooperative Learning presenta di solito questi vantaggi: Migliori risultati degli studenti: tutti gli studenti lavorano più a lungo sul compito e con risultati migliori, migliorando la motivazione intrinseca e sviluppando maggiori capacità di ragionamento e di pensiero critico; Relazioni più positive tra gli studenti: gli studenti sono coscienti dell’importanza dell’apporto di ciascuno al lavoro comune e sviluppano pertanto il rispetto reciproco e lo spirito di squadra; Maggiore benessere psicologico: gli studenti sviluppano un maggiore senso di autoefficacia e di autostima, sopportano meglio le difficoltà e lo stress. Che cosa rende efficace la cooperazione ? I cinque elementi che rendono efficace la cooperazione sono: L’interdipendenza positiva, per cui gli studenti si impegnano per migliorare il rendimento di ciascun membro del gruppo, non essendo possibile il successo individuale senza il successo collettivo; La responsabilità individuale e di gruppo: il gruppo è responsabile del raggiungimento dei suoi obiettivi ed ogni membro è responsabile del suo contributo; L’interazione costruttiva: gli studenti devono relazionarsi in maniera diretta per lavorare, promuovendo e sostenendo gli sforzi di ciascuno e lodandosi a vicenda per i successi ottenuti; L’attuazione di abilità sociali specifiche e necessarie nei rapporti interpersonali all’interno del piccolo gruppo: gli studenti si impegnano nei vari ruoli richiesti dal lavoro e nella creazione di un clima di collaborazione e fiducia reciproca. Particolare importanza rivestono le competenze di gestione dei conflitti, più in generale si parlerà di competenze sociali, che devono essere oggetto di insegnamento specifico; La valutazione di gruppo: il gruppo valuta i propri risultati e il proprio modo di lavorare e si pone degli obiettivi di miglioramento. L'efficacia della metodologia cooperativa è data inoltre dal supporto di alcuni comportamenti e valori specifici. All'interno di questo quadro generale, le diverse interpretazioni del principio di interdipendenza e delle variabili più significative nell'apprendimento (interazione, motivazione all'apprendimento, compito e ruolo dell'insegnante) hanno originato lo sviluppo di diverse correnti o modalità di Cooperative Learning. Attualmente i maggiori gruppi di ricerca sul Cooperative Learning sono quelli di D. Johnson e R. Johnson alla University of Minnesota di Minneapolis, quello di R. Slavin alla Johnns Hopkins University di Baltimora e quello di S. Sharan alla Tel Aviv University di Tel Aviv. Alcuni aspetti del Cooperative Learning sono ancora oggetto di discussione e di approfondimento: la situazione dei più dotati, l'inserimento di alunni con handicap grave, le modalità in relazione a specifici obiettivi trasversali, la possibilità di sviluppare questo metodo combinandolo con altri e con l'uso delle nuove tecnologie. Apprendimento cooperativo (cooperative learning) Carla Accardi - Pavimento 2007 Il termine "apprendimento cooperativo" definisce un processo collaborativo deliberato e strutturato in contrasto con un semplice scambio di informazioni o esecuzione di istruzioni. In altri termini s'intende l'apprendimento individuale come risultato di un processo di gruppo. L'accezione più usuale di tale modalità di apprendimento è quella mediata dal linguaggio inglese: "Cooperative Learning". “Due teste sono meglio di una” (Johnson & Johnson, 1987) (S. Ellis, 1990). "Apprendere un materiale con l'idea che dovrai spiegarlo ai compagni produce un uso più frequente di strategie cognitive di ordine superiore. Più frequente di quanto non faccia l'apprendimento per passare un test. Spiegare a voce il materiale da studiare produce un profitto più elevato che ascoltarlo o leggerlo da soli" (D. W. Johnson R.T. Johnson, What to say to the parent of gifted students. Our Cooperative Link, April 1989, p.2). 'Apprendimento cooperativo è un metodo di insegnamento - apprendimento in gruppo in cui assumono particolare importanza le risorse degli allievi. Nell'Apprendimento cooperativo emergono sia una responsabilità individuale che una di gruppo. Questo "contesto" rende gli allievi reciprocamente dipendenti gli uni dagli altri, perché da soli sanno di non poter raggiungere l'obiettivo prefissato. Ogni allievo diventa consapevole che solo lo scambio e la condivisione di risorse personali (idee, conoscenze, abilità) consentiranno di realizzare livelli di prestazione superiori alle possibilità di ciascuno. Per saperne di più: http://www.soc.unitn.it/circle/Startframe.htm; http://www.scintille.it Nella scuola italiana si parla molto (e molto s'insegna) di democrazia, ma raramente questa viene praticata in modo efficiente e consapevole nella realtà quotidiana delle nostre classi. Il Cooperative Learning é una modalità di gestione democratica della classe che definisce in modo approfondito il metodo di insegnamento 'Democrative' lewiniano. Essenzialmente centrato su gruppi di lavoro eterogenei e costruttivi, sulla effettiva interdipendenza positiva dei ruoli e sull'uguaglianza delle opportunità di successo per tutti, il Cooperative Learning tende a creare un contesto educativo non competitivo, altamente responsabile e collaborativo, produttivo di processi cognitivi di ordine superiore. Numerosi sono i paradigmi teorici che stanno alla base delle procedure di Cooperative Learning: innanzitutto la teoria dei climi di apprendimento indotti sperimentalmente (Lewin, 1939) secondo cui il metodo 'democrative' (democratic+directive) risulta di gran lunga il migliore in termini di acquisizioni affettive e cognitive; un secondo importante elemento teorico sta nella teoria del contatto (Allport, 1954) secondo cui si attivano positive relazioni inter-gruppo quando gli studenti a scuola partecipano a interazioni cooperative e egualitarie; un terzo elemento teorico cruciale del Cooperative Learning é rappresentato dalla teoria del person-centered learning (Rogers, 1968). In linea più generale, i principali riferimenti teorici dei metodi di Cooperative Learning, essenzialmente interdisciplinari, ruotano attorno a tre principali prospettive: motivazionali, sociali e cognitive. Teorie motivazionali Le prospettive motivazionali sul Cooperative Learning, secondo la tradizione degli studi sulla modificazione del comportamento, convergono principalmente sui modelli di ricompense e di obiettivi secondo cui operano gli studenti. Esse identificano tre diverse strutture di valori: cooperativa, in cui gli sforzi orientati all'obiettivo da parte di ciascun allievo contribuiscono al conseguimento degli obiettivi anche da parte dei compagni; competitiva, in cui ogni sforzo da parte di ciascun allievo tende a ridurre il conseguimento degli obiettivi degli altri; individualistica, dove il conseguimento dei propri obiettivi non influisce sul conseguimento degli obiettivi degli altri (Deutsch, 1949). I vari modelli di apprendimento: Competitivo: "Se tu vinci, io perdo/se io vinco, tu perdi"; Individualizzato: "Siamo tutti, qui, soli/ognuno lavora per sé"; Cooperativo: "Affondiamo o nuotiamo insieme" (Deutsch, 1949; Kagan,1986; Johnson & Johnson, 1987). Confronto fra strategie di Apprendimento cooperativo e di Gestione tradizionale della classe Contesto classe competitivo "L'insegnante è di fronte alla classe: pone domande agli allievi. Dopo ogni domanda un numero di mani si alzano. Alcuni allievi allungano ansiosamente le mani nella speranza di essere chiamati. Altri, naturalmente, non alzano la mano e cercano di non incrociare gli occhi dell'insegnante nella speranza di non essere chiamati. L'insegnante chiama Giovanni. Pietro, che siede vicino a Giovanni, conosce la risposta giusta. Appena Giovanni comincia a esitare, Pietro e' contento e allunga la mano più in alto. Pietro sa che, se Giovanni non sa rispondere, l'insegnante può chiamare lui. In effetti, l'unico modo in cui Pietro può ottenere un riconoscimento in questa situazione è che Giovanni fallisca. E' naturale che in questa struttura della classe cosi' competitiva gli studenti incomincino a provare piacere del fallimento degli altri. I loro riconoscimenti coincidono con il fallimento degli altri". Contesto classe cooperativo "In contrasto con le relazioni fra pari della classe tradizionale è la positiva interdipendenza fra i membri del gruppo nelle classi cooperative. Il successo di ogni membro del gruppo porta a migliori ricompense (voti, riconoscimenti, premi) per gli altri. In questo tipo di struttura gli studenti, naturalmente, tendono a sperare che i propri compagni facciano bene, incominciando in tal modo ad adottare un atteggiamento 'protosociale' nei confronti dei propri compagni che tenderà con ogni probabilità ad essere generalizzato nei confronti degli altri" (S. Kagan, 1986, p. 250) Secondo una prospettiva strettamente motivazionale, le strutture cooperative creano una situazione per cui l'unico modo in cui i membri del gruppo possono conseguire i propri obiettivi personali é proprio attraverso il successo del gruppo. Il gruppo assume pertanto un significato strumentale, un mezzo per conseguire gli obiettivi di apprendimento individuale. E questo fa sì che i membri del gruppo tendano ad aiutarsi l'un l'altro, a incoraggiarsi per esercitare il massimo impegno, per conseguire, attraverso il successo del gruppo, il proprio personale successo. In altre parole, le ricompense dei gruppi basate sui risultati dei gruppi stessi (o sulla somma dei risultati individuali) creano una struttura interpersonale di ricompense in cui i membri del gruppo danno o ricevono riconoscimenti sociali (come premi e incoraggiamenti) in risposta agli sforzi legati al compito dei propri compagni di gruppo (R. Slavin, 1983). Quando il clima di classe é cooperativo e gli studenti lavorano assieme a un obiettivo comune, gli sforzi per capire e imparare aiutano il successo dei compagni e come tali vengono accettati e rinforzati da tutti: i gruppi elaborano norme che favoriscono il successo scolastico. Come la ricerca ha messo in evidenza da vari decenni (M. Deutsch, 1949, E. J. Thomas, 1957), in una classe cooperativa lo studente che ce la mette tutta, che frequenta regolarmente e che aiuta gli altri a imparare viene premiato e incoraggiato dai compagni, del tutto in contrasto con la situazione-tipo della classe tradizionale (Hulten and DeVries, 1976; Slavin, 1978; Madden e Slavin, 1983). In una classe cooperativa, l'apprendere é un'attività che fa emergere gli allievi nella gerarchia sociale del gruppo dei pari. Si verifica così un cambiamento radicale nelle conseguenze sociali del successo scolastico per effetto del clima e del contesto cooperativo. Già Coleman (1961), nella sua classica ricerca Adolescent Society, rilevava come gli studenti migliori delle High Schools statunitensi in cui prevaleva la cultura accademica, proprio in quanto maggiormente accettati nella leadership della scuola si applicavano maggiormente allo studio di quanto non facessero gli studenti brillanti delle scuole in cui prevalevano la subcultura e i valori dell'atletica o del successo sociale. Chiaramente, i valori cooperativi tendono a creare norme 'proaccademiche' fra gli studenti e tali norme hanno un effetto straordinario sul loro successo scolastico. Teorie cognitive Se le teorie motivazionali del Cooperative Learning pongono l'accento sul fatto che i valori cooperativi cambiano radicalmente le motivazioni degli studenti al lavoro accademico, le teorie cognitive - sia quelle evolutive sia quelle elaborative - enfatizzano gli effetti positivi prodotti dal fatto stesso di lavorare assieme. L'assunto fondamentale delle teorie cognitive evolutive é che l'interazione fra gli allievi su obiettivi cognitivi ne aumenta la padronanza dei concetti critici (Vygotsky, 1978; Murray, 1982; Damon, 1984). Il gruppo di apprendimento cooperativo e l'interazione con i "pari più capaci" assume un'importanza fondamentale alla luce del concetto di 'zona di sviluppo prossimo' di Vygotsky, definito come "distanza fra livello di sviluppo effettivo e livello di sviluppo potenziale dell'allievo ottenibile attraverso attività di problem solving eseguita sotto la guida di un adulto o in collaborazione con compagni più capaci". Il contatto con coetanei all'interno di un gruppo di collaborazione consente ai partecipanti di operare reciprocamente all'interno delle proprie zone di sviluppo prossimo, ottenendo nel gruppo comportamenti e risultati più avanzati di quelli conseguibili nelle normali attività individuali. Così Vygotsky descrive l'influenza dell'attività di tipo collaborativo sull'apprendimento: "Le funzioni prima si formano nel collettivo nella forma di relazioni fra bambini e così diventano funzioni mentali per l'individuo.... La ricerca mostra che la riflessione é generata dall'argomento" (ibid., 47). L'importanza dei compagni che operano nelle rispettive, reciproche 'zone di sviluppo prossimo' fu dimostrata nel 1972 da Kuhn, che scoprì come ai fini della crescita cognitiva sia più produttiva una piccola differenza fra il livello cognitivo di un bambino e un suo modello sociale di quanto non lo sia una differenza grande. Analogamente, Piaget (1926) scoprì che la conoscenza di tipo sociale - come il linguaggio, i valori, le regole, la moralità, il sistema di simboli (come la lettura e la matematica) - può essere appresa soltanto in interazione con gli altri. La ricerca di tradizione Piagetiana si é concentrata molto sul concetto di conservazione, definita come la capacità di riconoscere che certe caratteristiche degli oggetti non cambiano al cambiare di altre. Per esempio, un bambino che non ha ancora imparato il principio della conservazione guardando versare un liquido da un recipiente basso e largo in un altro alto e stretto dirà che il vaso alto contiene più liquido di quello basso, o tenderà a pensare che una palla di creta cambi di peso quando viene appiattita o allungata. Anche se la maggior parte dei bambini raggiungono il principio di conservazione fra i 5 e i 7 anni, numerosi studi dimostrano che l'interazione fra pari tende ad accelerarne l'acquisizione proprio attraverso il contatto fra bambini della stessa età e di diverso livello di acquisizione di tale principio (Mugny et Doise, 1978; PerretClermont, 1980; fra gli autori in lingua italiana si veda, per tutti, F. Carugati, 1996). E' sulla base di tutti questi studi che numerosi autori piagetiani hanno chiesto l'introduzione di attività cooperative nelle scuole, sulla base del fatto che l'interazione fra gli studenti su obiettivi cognitivi induce di per sé un più elevato livello di apprendimento. Nelle loro discussioni sul contenuto essi apprendono l'uno dall'altro attraverso il sorgere di conflitti cognitivi, l'esposizione di ragionamenti inadeguati, l'emergere di livelli superiori di comprensione. Teorie di elaborazione cognitiva Secondo la prospettiva di elaborazione cognitiva, se l'informazione deve essere ritenuta nella memoria e riferita ad altre informazioni in essa già presenti, il discente deve impegnarsi in una specie di ristrutturazione cognitiva, o elaborazione, del materiale (Wittrock, 1978). Ad esempio, scrivere un riassunto o lo schema di una lezione aiuta più che prendere semplicemente appunti, dato che il riassunto o lo schema richiedono la riorganizzazione del materiale e la selezione delle cose importanti (Hidi and Anderson, 1986). Uno dei modi più efficaci di elaborazione cognitiva é la spiegazione del materiale ad un altro studente. Così la ricerca sul “Peer tutoring” ha trovato benefici nell'apprendimento sia del tutore che del tutorato (Devin-Sheenan, Feldman, and Allen, 1976). Più recentemente le ricerche sul “Reciprocal thinking” hanno trovato che anche gli studenti di College impegnati su compiti cooperativi strutturati in gruppo apprendevano i materiali tecnici e le procedure molto meglio di quanto non facessero gli studenti che lavoravano da soli (Dansereau, 1988). In particolare, in questi gruppi gli studenti ricoprivano, alternativamente, i ruoli di “recaller” e di “listener”. Il primo riassumeva le informazioni e il secondo correggeva gli errori, completava i materiali omessi, pensava ai modi per ricordare le idee principali. Entrambi risultarono imparare più degli studenti che lavoravano da soli, ma fu il “recaller” ad apprendere di più, analogamente ai risultati delle ricerche sul “peer tutoring”. In generale, dalle ricerche emerge la superiorità degli studenti dei gruppi cooperativi che fornivano agli altri le spiegazioni elaborate. In tali ricerche, gli studenti che ricevevano spiegazioni elaborate impararono di più di quelli che lavoravano da soli, ma non tanto quanto quelli che fornivano le spiegazioni (N. Webb, 1985). Analoghi risultati provengono dalle ricerche sul “mutual feedback” e sulla “peercommunication” (Slavin, 1996). La cooperazione come requisito essenziale di competenza sociale e cognitiva per l'evoluzione della società complessa: "The principal reason that schools are built is to provide students with the knowledge, concepts, skills, and understandings needed for survival in our society" (La ragione principale per la quale sono nate le scuole è fornire agli studenti le conoscenze, i concetti, le abilità e la comprensione necessaria per sopravvivere nella nostra società) (R. Slavin, 1990 ,13). Ci stiamo avviando rapidamente verso società complesse, in cui il lavoro individuale, sia pure geniale, non é più sufficiente laddove risultano sempre più indispensabili l'interdipendenza positiva di ruoli e di persone nel Team e dei suoi prodotti più immediati: partecipazione, comprensione, autonomia, responsabilità, competenza sociale, interdipendenza positiva, accettazione dell'altro, del diverso. Le nuove democrazie richiedono più cooperazione e meno competizione, attraverso un nuovo sistema di valori e norme di solidarietà attiva, positiva, partecipativa e non passiva, permissiva, assistenzialistica. Metodi di insegnamento/ apprendimento democratico, come quelli denominati Consistency Management, Consistency Management and Cooperative Discipline, Cooperative Learning, cercano di cambiare questa situazione, attraverso l'apporto positivo del gruppo (S.Jones, 1995; J. Freiberg, 1996). Attraverso l'abbinamento della valorizzazione del gruppo alla responsabilità individuale i metodi di Cooperative Learning realizzano l'uguaglianza di opportunità di successo con una serie di accorgimenti tecnici fondati sul calcolo dei miglioramenti dei punteggi di apprendimento, una vera e propria “matematica delle pari opportunità di successo” (Chiari, 1997). In conclusione, il Cooperative Learning, come le numerose ricerche hanno dimostrato, sembra poter risolvere molti dei grandi problemi dei nostri sistemi scolastici: recupero degli allievi problematici, poco motivati allo studio e con problemi affettivi, motivazionali, sociali e cognitivi di apprendimento; integrazione degli allievi disadattati, diversi (handicappati, di diversi gruppi etnici, ecc.); valorizzazione degli allievi bravi (gifted students); sviluppo delle competenze sociali, del senso civico, del rispetto dell'altro, della partecipazione, della responsabilità, dell'interdipendenza; sviluppo del cittadino democratico. In ogni caso, la ricerca sul Cooperative Learning ha portato numerosi elementi a favore di questo metodo di insegnamento: il Cooperative Learning é migliore dell'insegnamento tradizionale; il Cooperative Learning é tanto migliore quanto più vengono usati i riconoscimenti e le ricompense di gruppo; il Cooperative Learning é tanto migliore quanto più frequenti sono gli scambi di suggerimenti e spiegazioni fra gli allievi (mutual feedback, peer-communication, peer tutoring, reciprocal thinking); il Cooperative Learning é veramente efficace quando al riconoscimento per i risultati del gruppo si abbina l'importanza assegnata alla responsabilità individuale del singolo allievo. Per approfondire: John Dewey e l'ambiente sociale di apprendimento Kurt Lewin, la teoria del campo e la teoria dei climi di apprendimento Wilfred Bion: la relazione tra affettivo e cognitivo, tra emozioni e apprendimento Jean Piaget e la cooperazione come fattore essenziale del progresso intellettuale Lev Vygotskij e la zona di sviluppo prossimale Morton Deutsch e il concetto di interdipendenza David Johnson & Roger Johnson e le prime esperienze di Cooperative Learning Cooperative Learning in Metodi d'insegnamento (CIPET) Apprendimentocooperativo.it