“La funzione sociale della cooperazione: tra economia e legalità”

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“La funzione sociale della cooperazione: tra economia e legalità”
SINTESI MAURIZIO GARDINI, PRESIDENTE CONFCOOPERATIVE
“La funzione sociale della cooperazione: tra economia e legalità”
Confronto tra Maurizio Gardini, presidente Confcooperative; Raffaele Cantone,
presidente Anac; Graziano Delrio, ministro Infrastrutture; Pierpaolo Baretta,
sottosegretario all’Economia e alle Finanze
Art.45 della Costituzione: La Repubblica riconosce la funzione sociale della
cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne
promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli
opportuni controlli, il carattere e le finalità.
Noi vogliamo rappresentare solo le cooperative della Costituzione. Le altre le
combattiamo. Un riconoscimento costituzionale delle cooperative esiste anche in altri
Paesi europei. Vogliamo che le cooperative italiane siano le cooperative della
Costituzione, quelle che svolgono una funzione sociale, che hanno carattere di mutualità
senza fini di speculazione privata. Queste le promuoviamo e le rappresentiamo. Le altre
le combattiamo.
1) Le cooperative nella crisi: aumento dell’occupazione e salvaguardia delle reti
locali. Tra profitto e occupazione hanno scelto il lavoro
La funzione sociale è stata confermata dall’azione delle cooperative nei 7 anni di crisi
durante i quali hanno esercitato alla grande, la funzione sociale prevista dalla Costituzione.
A differenza delle imprese di capitali, hanno salvaguardato l'occupazione
preesistente e l’hanno incrementata, tutelando le reti sociali ed economiche sul
territorio. È stato frutto di una scelta, ma anche effetto della logica gestionale diversa
delle cooperative. Non è stato indolore: è costato una massiccia riduzione della redditività.
Nessun saggio economico ha mai dimostrato più evidentemente di questo fatto la
funzione sociale delle cooperative.
2) Le inchieste hanno interessato meno di 1/1000 tra le cooperative attive in Italia
Le inchieste hanno suscitato un turbamento drammatico nel movimento cooperativo e
scatenato attacchi di forze politiche e di interessi economici ostili pronti a
strumentalizzare. Tutte le cooperative coinvolte in questi casi sono meno di una su mille
tra le cooperative attive in Italia. Ci indignamo rispetto ai falsi cooperatori che ci
hanno creato discredito e a quanti parlano di una patologia generalizzata nelle
cooperative italiane. Vogliamo rinnovare gli anticorpi, inventare nuovi vaccini alzare
le difese immunitarie: è straordinaria la collaborazione con magistratura, Anac e
Governo
3) Legalità: La cooperazione non si acquatta in attesa che passi la tempesta, ma gioca
in campo aperto. La corruzione è pastoia che frena la ripresa
La cooperazione gioca in campo aperto e si propone come forza di legalità e costruttrice
di senso civico. Vogliamo partecipare da protagonisti a estirpare corruzione ed evasione.
Sono mali di ritardo, di arretratezza civile ed economica. Sono pastoie che frenano la
ripresa. Il nostro contributo vede già:
• il protocollo di legalità stipulato come Alleanza delle Cooperative Italiane, con
il Ministero dell'Interno (solo altre due associazioni lo hanno già fatto)
• Sempre l’Alleanza ha raccolto 100.000 firme per la proposta di legge di
iniziativa popolare per il contrasto alle false cooperative. La proposta, la
presenteremo alla Camera dopodomani. Tra le firme anche quelle di governatori
regionali, dei vertici del sindacato, di politici di ogni lato dello schieramento.
• Abbiamo invitato le cooperative a bloccare i finanziamenti alla politica.
• Abbiamo adottato e applicato regole di espulsione o sospensione delle
cooperative compromesse. Non rappresentiamo chi pensa che il fine giustifica i
mezzi o chi si affida a scorciatoie.
• Abbiamo intensificato la nostra collaborazione con Libera, legando ancor più
profondamente la cultura cooperativa all’opposizione alle mafie.
• Abbiamo alzato il tiro nelle nostre proposte contro la criminalità di impresa (lo
sfruttamento del lavoro, l’evasione, il falso in bilancio) e contro la criminalità di
mercato (la corruzione...).
4) Controlli e revisione: fare chiarezza su confusione
Sui controlli verso le cooperative domina una confusione, volontaria e involontaria. Al
centro della confusione c'è la leggenda cortocircuito che verrebbe a innescarsi tra
controllore-controllato. L'impresa cooperativa, come qualunque altra impresa, è
oggetto dell’attività ispettiva della Guardia di Finanza, degli ispettori del Lavoro,
degli ispettori dell'INPS, o del NAS, o di chi si occupa di contrastare frodi e
contraffazioni. La revisione è una delle forme di controllo specifico che si aggiunge e
non sostituisce le altre.
Nel biennio scorso, sul 100% delle cooperative associate e revisionate, nel 16% delle
revisioni la cooperativa è stata diffidata a sanare una o più irregolarità, nel 74% dei casi la
cooperativa ha sanato le irregolarità. Per gli altri casi sono stati proposti al Ministero i
provvedimenti opportuni. Abbiamo rivolto al Ministero 489 proposte di liquidazione
coatta amministrativa e 383 di gestione commissariale, più altri provvedimenti. Il sistema
funziona. Produce sanzioni e commissariamenti. Cosa più importante incrementa la
regolarità.
5) Soci: partecipazione e controlli
In una società il primo controllo è quello esercitato dai soci e i cooperatori vanno
ulteriormente messi in condizione di esercitare questo ruolo.
• Indurremo le cooperative a fissare dei paletti per limitare il numero dei mandati e
il cumulo degli incarichi dei propri amministratori
• Va rafforzato il ruolo della partecipazione dei soci
6) La riforma degli appalti: la giungla regolatoria scoraggia gli onesti e non basta a
tenere fuori i professionisti del “fatta la legge trovato l'inganno”.
Le cooperative sono tuttora vittime delle gare al massimo ribasso, che ci sono anche
dove non dovrebbero. Non finiscono mai gli esempi di gare aggiudicate a un prezzo
incompatibile con la qualità dei servizi e la remunerazione contrattuale del lavoro. La
giungla regolatoria scoraggia gli onesti, e non basta a tenere fuori i professionisti del “fatta
la legge trovato l'inganno”.
7) La quota del 5% degli appalti non è una norma criminogena, sotto i riflettori
dovrebbero finire le modalità di assegnazione
Si è discusso, a partire dai casi di Roma, sul 5% degli appalti riservati alle cooperative
sociali e sull'affidamento diretto consentito dalle norme comunitarie alle imprese che
occupano persone svantaggiate e disabili. Percorsi specifici che hanno una ragione
d’essere vengono messi in discussione per l’azione di banditi travestiti da cooperatori.
L’anomalia non è la norma, ma la corruzione tra politica, imprese e PA.
8) La sfida per il futuro: dopo 7 anni di crisi rilanciare un nuovo ciclo di sviluppo
cooperativo segnato da dinamiche economiche e da un più alto tasso di autenticità
Il rilancio passa attraverso due gambe: la prima è economica: capitalizzazione e accesso
al credito, internazionalizzazione e innovazione. La seconda è quella di dare alle
cooperative italiane un obiettivo più alto di autenticità e di qualità. Ci confrontiamo e
agiamo sul terreno delle regole e dei controlli, ma sono decisive le persone: il senso civico,
la cultura della legalità e della concorrenza legale, lo stare nel mercato con i propri valori,
avere memoria della missione altruistica delle cooperative. Questo si chiama anche
educazione cooperativa, forse ciò in cui dobbiamo investire maggiormente.