BOLOGNA-JUVENTUS 0-2 - Comune di San Giorgio di Piano

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BOLOGNA-JUVENTUS 0-2 - Comune di San Giorgio di Piano
BOLOGNA-JUVENTUS 0-2
Il sole sorride ancora spavaldo nel cielo quando parcheggio la mia auto lungo una viuzza non
troppo lontano dallo stadio. Sì lo so, mancano più di tre ore all’inizio del match. E’ presto per
andare prendere posto in curva.
A quest’ora non so neanche se
hanno già aperto i cancelli.
L’anticipato ritrovo con gli amici
per sorseggiare una birrozza e
raccontarci le solite scemenze
oggi ha un sapore diverso.
Stasera arriva la Juve capolista.
La partita più attesa dell’anno.
La madre di tutte le partite
disputate al Dall’Ara durante la
stagione. Una gara che non è
come tutte le altre, tutto
esaurito per ogni ordine di
posto, la finale di Champions
per i rossoblu, eccetera,
eccetera.
Bisogna prepararsi per bene al
match. Vestirsi bene perché anche se abbiamo varcato le idi di marzo, fa ancora un freddo
cane. Ma anche moralmente, perché da tempo immemore ogni volta che scende la Vecchia
Signora da queste parti succedono nefandezze calcisticamente parlando inenarrabili. Dal “ti
faccio sparare” urlato in faccia da Schillaci a Poli al tuffo degno del miglior Greg Louganis di
Krasic, ne abbiamo viste davvero di tutte i colori.
Forse bisognerebbe scriverne un libro. Magari chiedendo consigli tecnici a Vallanzasca. Di
furti con scasso o di rapine a mano armata lui sì che se intende.
Per sicurezza, caro tifoso
rossoblu, preparati almeno ad
uno scippo. O ad un fatto
clamoroso ai tuoi danni. Ai nostri
danni.
Birra in mano davanti al bar,
vedo sciamare gruppetti di
persone di ogni età in direzione
stadio. Famiglie intere, signore
eleganti con figli al seguito in
trepida attesa per la gara
dell’anno. Tifosi rossoblu e non.
Sono i non stasera in larga
maggioranza. Riconoscerli è
semplicissimo: non indossano
né sciarpe e né vessilli visibili.
Facce non troppo emiliane
(infatti mi sorge il dubbio che stasera giochi l’Avellino o la Cavese) confermate dall’accento.
Sguardo fiero di chi di calcio se ne intende e sa sempre stare dalla parte di chi vince. Bello
tifare per una squadra che non rappresenta una città ma gente senza patria alla ricerca di
riscatto sociale nel calcio. Non voglio offendere nessuno ma è così, la juventino medio è così,
l’importante è vincere, l’aspetto sportivo non conta, vincere prima di tutto. E poi che cosa chi
lo sa.
Vedo transitare anche facce conosciute, cittadine. Sono gli stimatissimi “juventini di Bologna”,
vergogne umane che camminano. Fossi nella società rossoblu, poiché il documento d’identità
non mente, quando vanno ad acquistare il biglietto solo per loro farei raddoppiare il prezzo.
Non vi sta bene? Statevene a casa, come fate tutto l’anno perché in giro per l’Italia a
sostenere i vostri amati colori mica ci andate (tranne rarissimi casi, ovviamente).
I quarti d’ora passano rapidi ed è già ora di entrare.
Manca un’ora al fischio d’inizio e gli spalti sono quasi pieni.
La tensione inizia a
crescere come una
bolla di sapone.
I cori, gli sfottò non
mancano mai, da quelli
storici ai più moderni,
con un occhio (che non
è quello di Marotta) alla
quotidianità.
Dagli autoparlanti lo
speaker annuncia le
formazioni.
Pioli conferma il modulo
vincente di San Siro,
con Kone al rientro
dopo la squalifica,
Garics a destra e
Cherubin al posto
dell’acciaccato
Sorensen.
Juve di Conte al gran completo. Vidal-Pirlo-Marchisio al centro a supporto di Giovinco e
Vucinic. Clienti mica tanto comodi, questi qua.
Al pronti via, i rossoblu si presentano bene. Nessun timore reverenziale al cospetto di Sua
Maestà, tanta corsa, compattezza tra i reparti e attenzione sono i primi comandamenti da
perseguire per evitare guai.
Bravissimo ad evitarli è Buffon, intervento da libero navigato il suo nel strappare palla a Gila
dal limite. Diamanti non riesce però ad approfittarne.
La Juve si distende spesso nella metà campo felsinea ma la difesa tiene botta. Fanno
sussultare solo in un paio di occasioni e niente più. La linea Maginot a quattro rossoblu
resiste e si va al riposo sullo 0-0.
Inizia la ripresa e i tecnici non effettuano nessun cambio. Il copione è lo stesso. Juve
all’attacco e rossoblu a contenere e ripartire. Gila segna di testa ma il fuorigioco è palese.
Chissà a parti inverse cosa sarebbe successo….
Con il passare dei minuti, cresce la pressione bianconera. Urge porre rimedio, se si vuole
terminare indenni. Pioli decide allora di togliere un Kone più spento del solito per rafforzare il
pacchetto arretrato con Naldo. Difesa a tre, quindi. Il brasiliano non fa nemmeno in tempo a
capire dove sistemarsi che Vucinic lo uccella senza pietà. Juve in vantaggio.
Senza sfilacciarsi più di tanto i rossoblu restano sul pezzo. Un tantino nervosi (vedi Perez e
Alino) ma sempre in partita. Ci pensa Marchisio a togliere ogni dubbio su chi possa portare a
casa i punti. Un rapido scambio lo porta davanti a Curci e un deciso tocco di esterno destro
impallina per la seconda volta l’attento portiere romano. 0-2 e tutti a casa. Per fortuna e
finalmente senza
nessun episodio
clamoroso ai danni
dei rossoblu.
Ci pensa Conte a
mettere benzina sul
fuoco nei secondi
finali. La sua
esultanza mi pare
un tantino
esagerata e
provocatoria nei
confronti di chi esce
sconfitto.
Conte potrà fare
incetta di scudetti e
divertirsi ad
emulare Mourinho,
ma di sicuro da Pioli
deve solo imparare in termini di sportività e sobrietà. Altro che uomo vero e integerrimo, il
tecnico juventino è immagine e somiglianza del suo parrucchino.
ALMANACCO