32°Giornata Palermo-Bologna - Comune di San Giorgio di Piano

Transcript

32°Giornata Palermo-Bologna - Comune di San Giorgio di Piano
PALERMO-BOLOGNA 1-1
Andare nella tana di un branco di leoni affamati e riuscire a tornare a casa indenni è un
impresa che solo i grandi cacciatori riescono a compiere. Tuttavia, non basta possedere i
fucili più moderni ed efficaci. Contano esperienza, self-control, freddezza e ancor di più,
fortuna. Quella non deve mai mancare. In una manciata di righe ho metaforizzato il
pomeriggio rossoblu al Barbera, disputato per le solite e arcinote esigenze televisive all’ora di
pranzo, tanto per profanare il sacro appuntamento domenicale dei cannelloni fumanti nel
piatto. Tutto sommato è andata non bene, ma benissimo. Un puntaccio distanzia-inseguitrici
io l’avrei firmato anche con le orecchie. Soprattutto visti i primi quindici minuti del match.
Neanche il tempo per capire da che parte soffia il timido vento e il Palermo dopo quattro giri di
lancette è già in vantaggio. Scambio al limite tra Ilicic e Miccoli e palla infilata nell’angolino più
lontano. Gol da manuale, da proiettare in tutte le scuole calcio. Il Palermo pare travestito da
Real Madrid casalingo degli anni Ottanta. Impone un ritmo elevatissimo, pressing asfissiante
e determinazione ostentata come una parure di Damiani. Miccoli vuol imitare Santilllana,
Ilicic Valdano, Donati si improvvisa metronomo alla Gallego… ma mica è Carnevale, su
andiamo, ragazzi. Proprio contro di noi volete scatenarvi? Non scherziamo.Orfani di nuovo di
Diamanti e ancora una volta di Perez, Pioli e suoi prodi (lasciamo stare il buon Romanone
che adesso ha altri pensieri) non ci capiscono molto, a dir la verità paiono sul punto di
soccombere da un momento all’altro un’altra volta ma i rosanero mancano di precisione al
momento del dunque. No, con questo caldo non possono mantenere un passo così. Prima o
poi scoppiano. Io lo spero vivamente. Altrimenti mi sa tanto che ci voglia il pallottoliere,
quest’oggi. Invece i rossoblu sono bravi a mantenere la calma, a gestire bene la sfera,
utilizzare quell’accortezza tattica oggi più che mai indispensabili. Come se fossero per
davvero davanti ad
un gruppo affamato
di leoni. E quando
meno
se
l’aspettano, giunge
lieto
un
regalo
inaspettato.
Il
clamoroso
e
fantozziano errore
di Sorrentino, figlio
dell’ex
baffuto
secondo di Nello
Aldo Cusin da San
Stino di Livenza
dell’era
maifrediana.
Un
innocuo
retropassaggio
di
un compagno si
trasforma per il bravo Stefano in un incubo. La sfera non può ovviamente prenderla con le
mani ma le ginocchia cedono quando un rinvio alla viva il parroco è l’atto più naturale da
compiere. Non pare vero a Gabbiadini trovarsi solo a otto metri dalla porta sguarnita. E mica
tira subito. C’è anche Gila liberissimo a centro area. I secondi diventano ere geologiche in
frangenti come questi. Tira, dai, piazzala, ma muoviti. Sbrigati. Fa in fretta. Premi il grilletto. Il
futuro attaccante Juve con la calma di un chierichetto depone la palla in rete non prima di
gustarsi il disperato intervento in scivolata di Aronica. Freddo e sadico. Ma se avesse
sbagliato sarebbe stato da impalare vivo in Piazza Maggiore. La gaffe dell’estremo portiere
rosanero lascia nell’animo degli ospiti una certezza. Si. Può. Fare. Risultato. Urlato alla Gene
Wilder in Frankenstein Junior. Più coraggio e convinzione, l’affanno iniziale sparito, metri di
campo guadagnati in risposta ad una minor pressione e intensità dei padroni di casa. D’altro
canto, mica possono reggere così forte per novanta minuti, no?? Fa rizzare i peli della
schiena a Curci il palo di Sant… di Miccoli nelle ultime battute della prima frazione di gioco.
Gli uomini di Sannino le provano tutte anche nella ripresa, ma i rossoblu controllano bene.
Intanto Guarente ha preso il posto dell’infortunato Kone, mentre l’altro greco Lazaros, sulla
carta trequartista ufficiale e vice-Alino, si sacrifica spesso in necessari ripiegamenti difensivi.
Passano i minuti e cresce il forcing disperato dei rosaneri, spinti a gran voce dai trentamila
del Barbera. I ragazzi di Pioli costruiscono un muretto davanti alla porta di Turci. C’è anche
Sorensen
gettato
nella mischia, con
tanto di cazzuola,
nelle
vesti
di
prezioso colpitore di
testa. Difesa a tre,
ahi ahi, paura visti
le recenti modifiche
in corso d’opera.
Ma che diventa a
cinque con i terzini
abbassati a dar
manforte.
In
contropiede
possono però fare
male assai. E la
ghiotta occasione
capitata a Gilardino
e ostacolato con tanto (forse troppo) mestiere da Aronica, presunto rigore o no, è un segnale.
Dai, si tiene botta. Nonostante le trattenute al limite del regolamento, le presunte simulazioni,
le mischie da brivido nell’area rossoblu nei minuti finali. Anche oltre il novantesimo. Punizione
ravvicinata dal limite a tempo scaduto. Ma lo sorte gira bene dalla nostra. 1-1 finale e tutti a
casa. O al mare, per chi può, vista la giornata ultramarittima. Un altro passo verso la salvezza
matematica per la Pioli-band, uno in più verso il baratro per la compagine del vulcanico
Zamparini. Chi l’avrebbe immaginato a inizio campionato?? Neanche il mago Otelma, Tony
Binarelli e Nostradamus riuniti insieme in un avveniristico conciliabolo.
ALMANACCO