sintesi dell`accordo sulle pensioni
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sintesi dell`accordo sulle pensioni
SINTESI DELL’ACCORDO SULLE PENSIONI Al fine di favorire l’equità sociale, di aumentare la flessibilità delle scelte individuali, di eliminare gli ostacoli alla mobilità lavorativa e di sostenere i redditi da pensione più bassi, l’accordo contiene alcune delle misure elencate di seguito già a partire dalla prossima legge di bilancio e di aprire un confronto per l’anno 2017 su alcuni altri temi individuati soltanto a livello di titoli. Innalzamento della NO TAX AREA fino alla soglia di 8.125 € annui, con evidenti benefici in termini di minore tassazione per tutti i redditi pensionistici, in particolare per le pensioni medio-basse. La cosiddetta quattordicesima mensilità viene aumentata sia in quantità di denaro erogato che per la platea dei beneficiari. Il primo intervento è l’aumento dell’assegno per quei 2,1 milioni di persone che già oggi lo prendono. L’incremento sarà in media del 30%: una quattordicesima che oggi ammonta a 500 euro, per fare un esempio, dovrebbe salire a 650 euro. Il secondo intervento è l’estensione della quattordicesima a un milione e 200 mila persone che oggi non la prendono. Il limite massimo per avere diritto al bonus salirà dai 750 euro lordi al mese di adesso fino a 1000 euro lordi al mese. Viene prevista la possibilità di cumulare tutti i contributi previdenziali non coincidenti maturati in gestioni pensionistiche diverse, ivi inclusi i periodi di riscatto della laurea, ai fini sia delle pensioni di vecchiaia sia di quelle anticipate. Questo varrà anche per i lavoratori autonomi e per quelli a gestione separata (ad es. co.co.pro.) e quindi per una vasta platea di giovani sarà possibile far valere quanto finora versato senza possibilità di vederne il ritorno. Verranno favorite le carriere lavorative lunghe e iniziate in età molto giovane dai cosiddetti lavoratori precoci (cioè, per tutti quelli con 12 mesi di contributi legati a lavoro effettivo anche non continuativo prima del compimento del diciannovesimo anno d’età). In particolare, si prevede un intervento diretto a: - eliminare le penalizzazioni sul trattamento pensionistico previste dall’articolo 24, comma 10, del D.L. 201/2011 in caso di accesso al pensionamento anticipato prima di 62 anni d’età; - per i lavoratori precoci (così come definiti sopra), consentire l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi per disoccupati senza ammortizzatori sociali, persone in condizioni di salute che determinano una disabilità e lavoratori occupati in alcune attività particolarmente gravose. Diversi gli interventi per chi fa lavori usuranti, come ad esempio i minatori. Per rientrare nella categoria, che dà diritto ad un pensionamento anticipato fino a 5 anni, non sarà più necessario aver svolto l’attività usurante nell’ultimo anno di lavoro. Resta invece il vincolo di aver svolto l’attività usurante per almeno sette anni negli ultimi dieci di lavoro. Inoltre a partire dal 2019 l’età della pensione viene sganciata dalla speranza di vita, meccanismo che oggi sposta in avanti l’età della ritiro di un mese ogni anno. Eliminate le cosiddette finestre d’accesso, che oggi di fatto consentono il ritiro un anno dopo aver raggiunto i requisiti previsti dalla legge. Saranno poi studiate una serie di semplificazioni burocratiche per una procedura che oggi risulta parecchio complessa. L’Ape, l’anticipo pensionistico, consentirà di lasciare il lavoro 3 anni e sette mesi prima del previsto ai nati tra il 1951 e il 1953. Chi lo sceglierà su base volontaria subirà un taglio dell’assegno del 6% per ogni anno d’anticipo, compresi gli interessi bancari e l’assicurazione. Poi c’è il cosiddetto Ape social, riservato alle persone in difficoltà: disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili, lavoratori con disabili a carico e persone che svolgono quelle attività «gravose» che saranno definite nelle prossime settimane. In particolare per coloro che hanno esaurito gli ammortizzatori sociali e che hanno oltre 64 anni non ci sarà alcuna penalizzazione, così come per coloro che assistono disabili ci saranno delle facilitazioni per l’accesso all’ APE. Segreteria Generale Via Case Rosse, 23 – 00131 Roma – Tel. 0671588847 –0641405963 - Fax 0671584893 – mail:[email protected] P.Iva 08564790015 – Cod.fisc. 80088140019 In caso di ristrutturazioni aziendali il costo dell’Ape sarà a carico delle stesse imprese, senza gravare né sullo Stato né sul lavoratore. I lavoratori che avranno maturato i requisiti per l’Ape potranno scegliere anche la cosiddetta Rita, rendita integrativa temporanea anticipata. In sostanza una piccola rendita che «pesca» dalla previdenza complementare, con una tassazione agevolata intorno al 15%, contro il 23% previsto oggi per l’anticipo del Tfr. Nel documento c’è anche un fase 2, interventi che non entreranno nella legge di Bilancio, ma saranno oggetto di confronto tra governo e sindacati nel corso del 2017. Il più importante è la «pensione contributiva di garanzia» per i giovani che rischiano di avere un assegno troppo basso. In sostanza un pezzo di pensione garantita dallo Stato ma legata comunque agli anni di contributi versati. Al momento è solo un annuncio. Nel 2019 dovrebbe cambiare il meccanismo di rivalutazione degli assegni legato all’inflazione, tornando alle regole più vantaggiose che erano state prima congelate dal governo Monti e poi solo parzialmente ammorbidite. Altro intervento è la separazione delle spese per previdenza e assistenza. Sembra un dettaglio tecnico ma non lo è perché renderebbe meno difficile superare i periodici esami di Bruxelles che oggi considera spesa previdenziale, ad esempio, anche il Tfr. Il giudizio del Segretario generale Nazionale della FISMIC CONFSAL sull’accordo raggiunto ieri sera a Roma tra il governo Renzi e le Confederazioni è parzialmente positivo in quanto è sicuramente un passo avanti significativo rispetto alla situazione attuale troppo penalizzante per i lavoratori precoci, per le categorie dei lavori gravosi e, soprattutto per i giovani. Introduce inoltre delle misure molto positive per i pensionati a reddito basso e medio basso fornendo un importante sostegno al reddito. Anche se l’APE sarà su base volontaria, si sottolinea la grave onerosità a cui saranno costretti i lavoratori che vorranno accedervi. Certamente gli interessi bancari sono minori di quelli correnti sul mercato, ma il prezzo da pagare per la pensione anticipata è, nella generalità dei casi, ancora troppo alto per potere essere sostenuto. Complessivamente, però, il Segretario Generale della FISMIC CONFSAL Roberto Di Maulo è che l’accordo segna una positiva inversione di tendenza rispetto a quanto i vari governi che si sono succeduti da Dini in poi hanno operato in termini di peggioramento delle condizioni di reddito e di vita dei lavoratori italiani in materia di previdenza Segreteria Generale Via Case Rosse, 23 – 00131 Roma – Tel. 0671588847 –0641405963 - Fax 0671584893 – mail:[email protected] P.Iva 08564790015 – Cod.fisc. 80088140019