Novità sulle pensioni in vigore dal 1° gennaio 2017
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Novità sulle pensioni in vigore dal 1° gennaio 2017
Novità sulle pensioni in vigore dal 1° gennaio 2017 Arriva la RITA Sarà un caso, ma il nome ricorda quello di una mamma premurosa e rassicurante. La RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata) sarà, in via sperimentale dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2018, una delle modalità, assieme all'APE, per anticipare la percezione di un reddito per raggiungere la pensione di vecchiaia per i lavoratori che abbiano fatto ricorso, nel corso della propria carriera lavorativa, a forme di previdenza integrative regolate dal D.lgs. 252/2005. La norma si applicherà anche ai dipendenti pubblici che hanno aderito a fondi pensione complementari loro destinati. Quali sono i requisiti? Per poter richiedere la RITA è necessario possedere i seguenti requisiti: avere almeno 63 anni; maturare il requisito anagrafico per il pensionamento obbligatorio entro tre anni e sette mesi; aver maturato i requisiti contributivi per il diritto alla pensione di vecchiaia (20 anni); avere una pensione non inferiore a 1,4 volte l'importo del trattamento minimo Inps, circa 700 euro lordi al mese, certificato dall’Inps. Quale importo si percepisce? L’importo della rendita erogata dalla forma di previdenza complementare dipenderà dall’ammontare del capitale accumulato e dalla durata dell’anticipo richiesto. Esempio: Ipotesi di base: retribuzione 29.500 lordi, versamento pari al 100% del TFR + 1,2% a carico del lavoratore + 1,2% a carico de datore di lavoro Ipotesi di richiesta RITA: 100% capitale accumulato in 10 anni di versamenti Capitale accumulato nel fondo 27.539 € Pensione integrativa a 66 anni e sette mesi 98 € RITA (anticipo di tre anni) – netto mensile 650 € RITA (anticipo di due anni) – netto mensile 975 € RITA (anticipo di un anno) – netto mensile 1.950 € Fonte: Team Economico di Palazzo Chigi © Copyright Pensplan Centrum S.p.A. – Tutti i diritti riservati APE volontaria L'APE, acronimo che sta per Anticipo pensionistico, è il progetto sperimentale che consentirà dal 1° maggio 2017 a chi ha raggiunto almeno i 63 anni di età di andare in anticipo in pensione. Quali sono i requisiti? Per poter accedere all’APE occorre essere in possesso dei seguenti requisiti: essere lavoratori dipendenti (anche del pubblico impiego), autonomi e parasubordinati; a partire dal 1° maggio 2017 avere un’età di 63 anni; non devono mancare più di tre anni e sette mesi al perfezionamento della pensione di vecchiaia a condizione di avere maturato almeno 20 anni di contributi; l’importo della pensione non essere deve inferiore a circa 700 euro al mese (1,4 volte il trattamento minimo Inps). La flessibilità in uscita sarà fornita da un prestito bancario, garantito da un'assicurazione privata contro il rischio di premorienza che, una volta raggiunti i requisiti per la normale uscita di vecchiaia, il lavoratorepensionato comincerà mese per mese a ripagare tramite trattenute alla fonte sulla sua pensione operate direttamente dall’Inps per i successivi venti anni. Quale importo si percepisce? L’importo dell’anticipo dipende dalla percentuale della pensione richiesta e dagli anni mancanti al pensionamento. Esempio: Ipotesi finanziarie di base: TAN: 2,5%, premio assicurativo: 29% del capitale, durata restituzione 20 anni Ipotesi di richiesta APE: 85% netta, durata prestito tre anni Marco Martina Pensione mensile lorda 1.000 € 1.615 € Pensione mensile netta 865 € 1.286 € APE richiesta 736 € 1.093 € Rata 173 € 258 € Totale detrazioni 33 € 49 € Nuova pensione netta (meno rata e retrazioni) 725 € 1.078 € Fonte: Team Economico di Palazzo Chigi © Copyright Pensplan Centrum S.p.A. – Tutti i diritti riservati APE social Completamente diversa, invece, è l’APE social, perché non si basa su un prestito da restituire, ma è una prestazione assistenziale che viene erogata dallo Stato fino alla decorrenza della pensione, il cui importo di conseguenza non sarà ridotto. L’APE social, che avrà un importo uguale alla futura pensione, ma comunque non superiore a 1.500 euro, verrà riconosciuta a determinate categorie di lavoratori con almeno 63 anni di età e 30 anni di contributi: disoccupati che hanno terminato gli ammortizzatori da almeno tre mesi; chi assiste da almeno sei mesi coniugi o parenti di primo grado conviventi con grave handicap; sono portatori di handicap con riduzione della capacità lavorativa di almeno il 74 per cento. APE social spetta anche a chi ha 63 anni di età e 36 di contributi e ha svolto negli ultimi sei anni una di queste attività: operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici; conduttori di gru, di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; conciatori di pelli; conduttori di mezzi pesanti, camion, treni e personale viaggiante; infermieri e ostetriche impegnate su turni; addetti all’assistenza personale di non autosufficienti; professori di scuola pre-primaria; facchini e addetti allo spostamento merci; addetti alle pulizie non qualificati; operatori ecologici. Aumento della quattordicesima per le pensioni più basse Con la mensilità di luglio i pensionati con più di 64 anni che hanno un reddito inferiore a 9.786,86 euro lordi (1,5 volte il trattamento minimo), cioè una pensione non superiore a circa 750 euro al mese, riceveranno un incremento di circa il 30% il valore della quattordicesima. Se il reddito è compreso tra 9.780 e 13 mila euro circa all'anno i pensionati otterranno per la prima volta la corresponsione del bonus (attualmente questa fascia ne è esclusa) anche se in forma più bassa. Uscita anticipata per i lavori usuranti I lavoratori addetti alle mansioni particolarmente faticose e pesanti e i lavoratori notturni a partire dal 1° gennaio 2017 potranno andare in pensione subito dopo aver raggiunto il quorum 97,6 con un minimo di 61 anni e 7 mesi e 35 anni di contributi (es. con 61 anni e 7 mesi e 36 di contributi oppure con 62 anni e 7 mesi e 35 di contributi), dunque con uno sconto di 12 mesi rispetto alla disciplina attualmente vigente. I requisiti anagrafici, inoltre, a partire dal 1° gennaio 2019 sino al 31 dicembre 2027 non saranno più adeguati alla speranza di vita Istat. Pertanto i valori di età anagrafica e contributiva e le quote stabilite dalla somma dell'età anagrafica e contributiva resteranno cristallizzati sino al 2027. Quota 41 per i precoci Dal 1° maggio 2017 viene introdotto un canale di uscita a 41 anni di contributi, a prescindere dall'età anagrafica, nei confronti dei soggetti che hanno lavorato prima dei 19 anni, per almeno 12 mesi in modo effettivo anche non continuativo e che risultino aver versato contribuzione nel sistema obbligatorio al 31 dicembre 1995 (cioè sono nel cd. sistema misto). L'agevolazione è concessa in favore dei lavoratori che si trovano in almeno uno dei profili di tutela previsti. © Copyright Pensplan Centrum S.p.A. – Tutti i diritti riservati