APE (anticipo pensionistico)

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APE (anticipo pensionistico)
APE (anticipo pensionistico)
Il governo ed i sindacati hanno siglato il 28/09 l'anticipo pensionistico detto APE.
Essenzialmente è un prestito che viene erogato in rate mensili da una banca convenzionata a
favore del pensionando e che copre il periodo che passa fra l'anticipo e la maturazione dei requisiti
per la pensione di vecchiaia.
Quando si raggiungeranno i suddetti requisiti l'erogazione del prestito terminerà ed inizierà la fase
di rimborso mensile durata 20 anni.
I costi dell'operazione sono costituiti: dal tasso del finanziamento, ipotizzabile in un 3%, dal premio
assicurativo che copra la premorienza (ipotesi circa il 30% valore APE) ed un costo previdenziale
costituito dal mancato versamento dei contributi durante il periodo di anticipo.
Per poter accedere occorre essere in possesso di tre requisiti:
1- maturazione dei requisiti per l'assegno di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi
2- almeno 63 anni
3- importo della pensione non inferiore ad un certo limite ancora da stabilire
A seconda della situazione per la quale viene richiesta l'APE si distingue in:
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APE VOLONTARIA dovrebbe avere una soglia minima di accesso forse a 500 euro o anche
meno, sperimentale per due anni coinvolgerà i nati tra il '51 e il '53 dal 2017 e quelli tra il '52 ed
il '55 dal 2018. Varrà su tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati e per gli autonomi.
APE SOCIAL in questo caso tutti gli oneri sarebbero a carico dello Stato ed attraverso un
bonus fiscale si annullerebbe il costo dell'ammortamento. I soggetti che possono richiederla
sono i disoccupati, chi possiede i requisiti di inabilità, invalidità, disabili in famiglia e dovrebbe
essere estesa alle categorie a rischio infortunio (operai edili, macchinisti, marittimi..). Ancora da
stabilire la soglia del reddito da pensione per accedere al bonus.
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APE AZIENDALE per lavoratori coinvolti in ristrutturazioni e verrà finanziata in tutto o in parte
dal datore di lavoro. Si ipotizza di usare il contributo all'indennità di mobilità che oggi le aziende
versano e che "pesa" circa 600/ML annui. Fra le ipotesi potrebbe esserci quella di usare 1/3
per aumentare l'occupabilità di questi ex lavoratori, 1/3 per costituire un fondo al quale le
aziende possono accedere per pagare l'APE, il resto per ridurre il cuneo fiscale contributivo
delle imprese.
È previsto anche l'utilizzo della previdenza complementare ( secondo pilastro ) che potrebbe
andare ad affiancare o sostituire l'APE.
Il lavoratore chiederebbe un anticipo (RITA-rendita integrativa temporanea anticipata) della sua
posizione (requisiti 63 anni ed almeno 20 anni di contributi). Ovviamente il quadro normativo
andrebbe modificato per consentire l'utilizzo di quanto accantonato prima della maturazione dei
requisiti e la tassazione sugli anticipi dovrebbe essere equiparata a quella della pensione
integrativa (per chi è iscritto da più di 15 anni sgravio di 0,30% per ogni anno di iscrizione con
tassazione sostitutiva che può scendere fino al 9%)
07/10/2016
I.C.D. PIEMONTE ORIENTALE