tesi - Studio Nutrilab

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FRONTESPIZIO
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INDICE
CAPITOLO 1
SISTEMI COINVOLTI NELL’ ASSUNZIONE DI CIBO
1.1 Introduzione
1.2 Sistemi coinvolti nell‟ assunzione di cibo
1.3 Classificazione anoressigeni
1.3.1 Leptina
1.3.2 Adiponectina
1.3.3 Colecistochinina
1.3.4 Peptide yy
1.3.5 GLP-1
1.3.5 Irisina
1.4 Classificazione oressigeni
1.4.1 Ghrelina
1.4.2 NPY
1.4.3 Endocannabinoidi
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CAPITOLO 2
OBESITA’
2.1 Definizione obesità
2.2 Epidemiologia sovrappeso e obesità
2.2.1 Epidemiologia sovrappeso
2.2.2 Epidemiologia obesità
2.3 Trend obesità – sovrappeso
2.4 Dati Istat Italia
2.5 Obesità infantile epidemiologia
2.6 Complicanze dell‟ obesità infantile
2.7 L‟origine dell‟ obesità
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2.8 Obesità cellulare anatomica
2.9 Perché si ingrassa? : processo infiammatorio cronico
2.10 Complicanze obesità
2.11 Come intervenire
2.12 Metodi per la misurazione della massa grassa
2.12.1 Circonferenza addominale
2.12.2 Plicometria
2.12.3 Bioimpedenziometria
2.12.4 Misurazione diretta dell‟ obesità
2.13 Perché valutare la distribuzione del tessuto adiposo?
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CAPITOLO 3
DALLE CALORIE ALLE MOLECOLE
3.1 Una caloria non è sempre una caloria
3.1.2 Che cos‟ è una caloria?
3.2 Dalle calorie alle molecole
3.3 Dalla dieta ipocalorica al metodo molecolare
3.4 Dieta normocalorica e normoproteica: DietaGift
3.4 1 principi base DietaGift
3.5 La tiroide: induttore metabolico
3.6 Molecole segnale
3.7 Le 10 regole Gift
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CAPITOLO 1
I SISTEMI COINVOLTI NELL’ ASSUNZIONE DI CIBO
1.1
INTRODUZIONE
I meccanismi coinvolti nel controllo energetico sono stati selezionati dalla
disponibilità energetica e dalla tipologia alimentare durante le fasi
evolutive. La scoperta della leptina e dei sistemi peptidergici ad essa
correlati, ha aumentato negli ultimi dieci anni le nostre conoscenze sul
controllo dell‟assunzione di cibo, su cui l‟ipotalamo gioca un ruolo
cruciale tramite la regolazione dei segnali centrali e periferici che
definiscono le necessità energetiche. L‟insulina e la leptina che si
correlano all‟entità dei depositi di grasso, controllano il sistema con un
meccanismo a lungo termine, mentre gli ormoni gastro-intestinali hanno
un effetto a breve termine di tipo sia stimolatorio, tramite la ghrelina, sia
inibitorio, tramite PYY. Questa rete di segnali ormonali e neuronali
contribuiscono al controllo energetico.
L‟obesità è una malattia cronica complessa dovuta a fattori genetici,
ambientali ed individuali con conseguente alterazione del bilancio
energetico ed accumulo eccessivo di tessuto adiposo nell‟organismo.
Attualmente, la sua incidenza sta aumentando in tutto il mondo con ritmo
vertiginoso ed in molti paesi industrializzati colpisce fino ad un terzo della
popolazione adulta. Si può pertanto affermare che l‟obesità rappresenta
l‟epidemia del terzo millennio e la più comune patologia cronica del
mondo occidentale. L‟evoluzione del genere umano ha portato ad una
progressiva riduzione dell‟attività fisica nel passaggio dal prototipo
cacciatore-raccoglitore all‟agricoltore (10.000 anni fa) fino all‟avvento
dell‟era tecnologica industriale da una parte e al continuo miglioramento
dell‟apporto nutrizionale sia in senso qualitativo che quantitativo.
I rimedi al dimagrimento oggi sono tanti, ma tutti basati sulla conta
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calorica. La differenza tra una dieta valida e una che non lo è non sta
nella quantità di cibo consumata, ma nella qualità dello stesso.
Dalle calorie alle molecole è una valida proposta per superare il vecchio
concetto del calcolo delle calorie giornaliere, perché queste, una volta
introdotte nel nostro organismo attraverso gli alimenti, vengono
trasformate in Calore o ATP, e quindi, l‟effetto metabolico sarà
sicuramente diverso.
1.2 SISTEMI COINVOLTI NELL’ ASSUNZIONE DI CIBO
Il sistema nervoso, il sistema endocrino e l‟apparato digerente sono
sistemi coinvolti nell‟assunzione di cibo.
Il tessuto adiposo non viene più considerato come un tessuto statico in
grado di immagazzinare solo i grassi, ma come un tessuto in grado di
produrre citochine infiammatorie e adipochine tra queste la leptina.
In generale il pondero stato è regolato dal sistema nervoso centrale.
Il nucleo arcuato dell‟ ipotalamo raccoglie i segnali afferenti dalla
periferia, e a sua volta invia dei segnali efferenti, che determinano un
intake calorico oppure un dispendio calorico.
Nel nucleo arcuato esistono due popolazioni di neuroni che esprimono
differenti neuropeptidi.
● Neuroni anoressigeni (Pomc/Cart), stimolati da segnali di sazietà
(leptina) inibiscono l‟assunzione di cibo, i neuropeptidi espressi sono:
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Cart: cocaina and amphetamine ragulated transcript – chiamato
così perché i suoi livelli aumentano in seguito ad assunzione di
cocaina e amfetamine
α- MSH: melanocyte stimulating hormone deriva dal precursore
Pomc (pro-opiomelanocortin) in seguito al suo clivaggio posttraduzionale
● Neuroni oressigeni stimolano invece l‟assunzione di cibo attraverso dei
neuropeptidi quali:
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

AgRP: agouti related protein antagonista di α- MSH
Npy: neuropeptide Y, potentissimo oressigeno
I neuroni del nucleo arcuato inviano le loro terminazioni assoniche in altri
nuclei ipotalamici, da questi (neuroni del secondo ordine) dipartono vie
efferenti che, mediate dal sistema nervoso autonomo e da ormoni,
trasmettono le conseguenti risposte alla periferia.
I neuroni di 2° ordine sono quindi contenuti in altri nuclei ipotalamici
coinvolti nel controllo del comportamento alimentare, i principali sono:
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Area ipotalamica laterale (LHA), se stimolata induce fame, a lungo
considerata “centro della fame”
Nucleo Ventromediale (VMN), grande nucleo ipotalamico, se
stimolato induce sazietà, a lungo considerato “centro della sazietà”
Nucleo Paraventricolare (PVN), centro d‟integrazione situato
lateralmente all‟apice del terzo ventricolo
Nucleo Dorsomediale (DMN), situato dorsalmente al nucleo
ventromediale
Leptina —>Nucleo Arcuato (+POMC/CART;-NPY/AgRP) —> +VMN —>SAZIETA’
Grelina —> Nucleo Arcuato (-POMC/CART;+NPY/AgRP) —>+LHA —> FAME
I segnali afferiscono dai distretti periferici al sistema nervoso centrale per
regolare l‟assunzione di cibo in conseguenza di segnali come: distensione
gastrica, segnali metabolici quali concentrazioni di glucosio, di acidi
grassi liberi, corpi chetonici, segnali endocrini, segnali gustativi o olfattivi
(gli organi sensoriali sono inseriti nei circuiti di afferenza al sistema
nervoso centrale), questi segnalano al nucleo paraventricolare o al nucleo
arcuato la necessità di assumere alimenti o di eliminarli.
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1.3 CLASSIFICAZIONE ANORESSIGENI
1.3.1 LEPTINA
La leptina è prodotta da un gene ob (non a caso gli è stato dato questo
nome proprio per indicare l‟obesità) disposto sul cromosoma 7.
È una proteina di 16 KDa evidenziata e scoperta nel 1994 da Friedman, fu
ritrovata nel tessuto adiposo, ma in realtà la leptina è prodotta in maniera
quasi ubiquitaria, anche le cellule epiteliali riescono a produrla.
La leptina agisce con un meccanismo che può essere considerato
autocrino, paracrino o endocrino vero e proprio, dipende dove esplica le
sue azioni.
E‟ prodotta dal tessuto adiposo ed è considerata un‟ adipochina, la sua
concentrazione è proporzionale alla quantità di tessuto adiposo presente
nell‟organismo (maggiore è la quantità di tessuto adiposo e maggiore sarà
la leptina prodotta). Il soggetto è obeso per un fenomeno o di scarsa
produzione di leptina o, contrariamente per una situazione di leptinoresistenza.
Ha emivita di 90 minuti, circola legata alle proteine plasmatiche. Nell‟
organo bersaglio lega il suo recettore, presente soprattutto a livello
ipotalamico, caratterizzato da un dominio extracellulare, un dominio
transmembranario e un dominio intracitoplasmatico.
La leptina lega la frazione extracellulare, la trasduzione del messaggio
all‟interno della cellula, attiva pathway trasduzionali che vedono
coinvolte diverse proteine e segnali, alcuni dei quali hanno un ruolo
importante nella crescita e nella sopravvivenza cellulare, per esempio si è
visto che viene attivata la via della JAK Janus chinasi e delle proteine
STAT, con la possibilità di queste stesse proteine di migrare verso il
nucleo e trascrivere per altre nuove proteine per esempio coinvolte nella
proliferazione e crescita degli endoteli, le cosiddette VEGF (fattori di
crescita endoteliale), quindi facilitano la neovascolarizzazione delle
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cellule; sono coinvolti anche nella migrazione, nell‟invasione, nella
trascrizione di diversi geni, nella proliferazione cellulare per cui la
condizione di obesità con l‟iperleptinemia è determinata quando la leptina
agisce sulle cellule, provocando un intensa crescita e proliferazione.
La conoscenza di pathway trasduzionali della leptina ha dunque fornito
una idea molecolare e una spiegazione scientifica sui meccanismi che
vedono una maggiore prevalenza di processi tumorali e tumore
generalizzati nei soggetti obesi, laddove la leptina viene prodotta.
Fisiologicamente quando le concentrazioni di leptina non sono così
eccessive predomina l‟azione della leptina sul recettore lungo, cioè sul
recettore che ha una particolare espressione e ubicazione a livello
dell‟ipotalamo. Dunque a livello ipotalamico l‟azione della leptina ha il
controllo del peso corporeo attraverso due azioni;
1) Azione a livello centrale, riguardante l‟assunzione del cibo quindi
agendo sui centri neuro regolatori dell‟appetito;
2) Azione a livello periferico con la capacità di attivare gli assi
metabolici.
Nell‟obesità umana i livelli ematici di leptina sono 5 volte superiori alla
normalità, si realizza un meccanismo di insulino-resistenza perché se
aumenta la leptina, l‟obeso continua ad assumere cibo.
Non solo sono diverse le alterazioni del pathway trasduzionale della
leptina, ma esistono soppressori del segnale della leptina.
SOCS3 è una proteina che blocca la JAK chinasi, dunque la presenza di
questa blocca il segnale della leptina e la traduzione del segnale.
Quest‟alterazione, un difetto della SOCS, determina una continua
trasduzione del messaggio della leptina, ma oltre a questa potrebbe
esserci anche un‟alterazione del sistema di trasporto della leptina
attraverso la barriera ematoencefalica o anche dei sistemi neuronali che
sono normalmente stimolati dalla leptina. In realtà non si conoscono
ancora esattamente i meccanismi attraverso i quali si realizza tale
resistenza.
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Nel 2006 venne dimostrato il legame tra bassi livelli leptinici e
rallentamento dell‟ attività tiroidea: Lechan evidenziò un collegamento
diretto tra i neuroni del nucleo dell‟ ipotalamo e i neuroni secernenti TRH
dei nuclei paraventricolari. In presenza di leptina , insomma, l‟ ipotalamo
rilascia TRH.
Leptina e anoressia: l‟ anoressica è carente di leptina. La sua situazione è
molto simile a chi si sottopone ad una dieta ipocalorica: nella carenza di
leptina l‟ ipotalamo legge i relativi non- segnali rivolti al senso di fame (
rilascio continuo di NPY), e al rallentamento dei principali assi
metabolici.
La fame dell‟ anoressica è enorme, come anche quella di chi si sottopone
a diete ipocaloriche;
Oltre alla fame si avranno gli effetti scatenati dal rallentamento
metabolico: TRH/TSH (tiroide), FSH/LH (fertilità), CRH/ACTH (risposta
allo stress) e GH (ossa e muscoli). Come conseguenze si avrà osteoporosi,
muscolatura inesistente, perdita del ciclo mestruale, depressione.
Leptina e obesità: nell‟ obesità una dieta ipercalorica produce quantità
eccessive di leptina tanto da portare l‟ ipotalamo ad una legittima difesa,
instaurando leptina-resistenza. I sintomi dell‟ obeso sono identici a quelli
dell‟ anoressica: fame bulimica, muscolatura irrisoria, fertilità ridotta,
depressione, tristezza indipendenti dal cibo, sintomi da ipotiroidismo
1.3.2 ADIPONECTINA: molecola che si attiva in un sano dimagrimento,
inducendo un effetto lipolitico. È secreta dagli adipociti quando la
quantità di grasso inizia a diminuire ed è un auto stimolatrice di se stessa.
“Se si dimagrisce l‟ adiponectina farà dimagrire ancora di più”.
Agisce migliorando la sensibilità all‟ insulina, prevenendo iperglicemia e
diabete. In secondo tempo ha azione sulle cellule adipose e cellule
muscolari inducendo la trascrizione delle UCP (proteine disaccoppianti) il
cui compito è quello di sprecare energia sotto forma di calore.
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Il segnale dell‟ adiponectina giunge anche all‟ ipotalamo dove interagisce
con i segnali leptinici, se le quantità di leptina sono scarse l‟attività brucia
grassi dell‟ adiponectina si arresta. In caso contrario prosegue.
1.3.3 COLECISTOCHININA (CKK)
La colecistochinina (CCK) o pancreozimina (PZ) è un ormone secreto
dopo un pasto ricco soprattutto in grassi dal duodeno (ed in minor
quantità dal digiuno) che causa il rilascio di bile dalla cistifellea e di
enzimi digestivi pancreatici, stimola la secrezione di insulina a livello
delle cellule beta delle isole di Langerhans del pancreas e tramite
stimolazione vagale determina il senso di sazietà. La sua funzione è svolta
grazie al legame con un recettore specifico (CCK1-receptor) presente sul
complesso vagale dorsale. La colecistochinina è un ormone
anoressizzante: riduce il senso di fame e l'assunzione di cibo, ed è per
questo chiamato ormone della sazietà. Molecole antagoniste del recettore
per la colecistochinina determinano un incremento dell'assunzione di cibo
sia in animali da esperimento che negli uomini; Il topo transgenico privo
del recettore CCK1 è iperfagico ed obeso, suggerendo quindi che la
colecistochinina svolge un ruolo cruciale nel modulare l'assunzione
alimentare. In esperimenti di infusione continua di colecistochinina,
tuttavia, non si osserva una riduzione dell'assunzione di cibo, che si
osserva invece praticando infusioni intermittenti le quali però non
determinano in ultima analisi una riduzione del peso corporeo a causa
dell'incremento dell'assunzione di cibo tra una somministrazione e l'altra.
1.3.3 PEPTIDE YY
Il Peptide YY (PYY) è un ormone prodotto nelle cellule L della mucosa
intestinale dell'ileo e del colon. È costituito da 36 amminoacidi. Presenta
grande omologia di struttura e funzione con il Peptide Pancreatico (PP).
Esso inibisce contrazioni intestinali, secrezioni pancreatiche e gastriche e
riduce l'appetito. Il livello di PYY nel sangue aumenta dopo un pasto e
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rimane alto per alcune ore. Esso arriva, attraverso il flusso sanguigno, al
nucleo arcuato dell'ipotalamo dove agendo sui neuroni oressigeni inibisce
il rilascio del NPY, e riduce la fame. È sperimentata la diminuzione della
fame, dopo iniezione di PYY per circa 12 ore.
Assumendo con regolarità cereali integrali e masticando a lungo i cibi si
proiettano con buoni livelli di PYY plasmatici.
1.3.5 GLP-1
Inibisce l‟ appetito e riduce l‟ introito di cibo. GLUCAGON- LIKE
PEPTIDE 1 (GLP-1) : viene secreto dalla cellule L, presenti nella parte
finale dell‟ intestino tenue e parte iniziale del colon, in risposta all‟
assunzione di zuccheri che possono essere presenti in questa zona solo
quando le quantità sono consistenti. Il GLP-1 ha tre siti d‟ azione:
1) lo stomaco riceve messaggi di rallentamento nel suo svuotamento;
2) l‟ ipotalamo riceve un segnale di sazietà;
3) il pancreas riceve un messaggio di aumentata sintesi di insulina.
Il GLP-1 quindi è una molecola che segnala il “troppo”, che con l‟
alimentazione odierna si raggiunge quasi sempre.
Il diabete di tipo 2 abbassa i livelli di GLP-1 (la costante
iperalimentazione zuccherina rende le cellule L GLP-1 non secernenti).
Consumando meno zuccheri semplici, abbinando i carboidrati con grassi e
proteine, fa si che ci sia un rilascio lento.
1.3.6 IRISINA: recentemente scoperta, viene prodotta dal tessuto
muscolare, esplica la sua azione di potente induttore di dimagrimento
attraverso quattro effetti specifici sull‟ organismo umano:
1) stimola la trasformazione di grasso bianco in grasso bruno (il cui
compito è produrre calore);
2) nella cellula muscolare induce la trascrizione per le UCP (la cui
funzione è dissipare calore);
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3) aumenta la sensibilità dei recettori tiroidei con la scopo di
consumare più energia;
4) migliora la sensibilità insulinica delle cellule, inducendo riduzione
della massa grassa.
Quando il muscolo viene stimolato intensamente produce una molecola, la
PGC-1, che è un coattivatore del PPAR-gamma con induzione della
trascrizione dell‟ irisina. Ciò significa che il processo di dimagrimento
oltre ad essere promosso da allenamenti lenti e prolungati, dovrà essere
associato a sforzi intensi
1.4 CLASSIFICAZIONE ORESSIGENI
1.4.1 GHRELINA
La grelina o ghrelina è un ormone prodotto dalle cellule P/D1 giacenti sul
fondo dello stomaco umano e dalle cellule epsilon del pancreas. Esso
stimola l'appetito. I livelli di grelina si incrementano prima dei pasti e
decrementano circa un'ora dopo. La grelina stimolando l'ipofisi anteriore
stimola anche la secrezione dell'ormone della crescita (GH).
Il recettori per la grelina, è espresso dai neuroni nel nucleo arcuato e
nell'ipotalamo ventromediale, è una proteina G conosciuta formalmente
come il recettore GHS (growth hormone secretagogue receptor).
Grelina è coinvolta nella regolazione del bilancio energetico. La
somministrazione di grelina esogena induce un incremento ponderale nei
roditori aumentando l'introito alimentare e riducendo l'utilizzazione dei
grassi.
Tali effetti farmacologici sono indipendenti dal GH e probabilmente sono
mediati da uno specifico network neuronale a livello centrale che è anche
modulato dalla leptina.
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Nell'obesità i livelli basali di leptina sono elevati mentre quelli di grelina
sono ridotti, indicando un adattamento allo stato positivo di bilancio
energetico piuttosto che un coinvolgimento nell'eziologia dell'obesità. Si è
visto comunque che nell'obesità patologica, nonostante i livelli basali di
grelina siano ridotti, vi è una compromissione globale del pattern
grelinico, con innalzamento eccessivo e duraturo del picco grelinico postprandiale. Nell'uomo i livelli plasmatici di grelina sono ridotti, come
detto, negli stati cronici (obesità) e acuti (assunzione alimentare), ma sono
aumentati nel digiuno e nei pazienti affetti da anoressia nervosa.
L'innalzamento pre-prandiale dei livelli circolanti di grelina suggerisce il
suo ruolo come segnale di fame innescando l'inizio del pasto e tale azione
sembrerebbe mediata da sottotipi recettoriali del GHS-R che stimolano
l'introito di cibo. La grelina, nella fattispecie, attiva cellule del nucleo
arcuato, che includono i neuroni rilascianti il NPY, molecola oressizzante
(stimolatrice dell'appetito), ed attiva anche il sistema colinergicodopaminergico mesolimbico, circuito che elabora gli aspetti edonistici
delle ricompense naturali come il cibo.
1.4.2 NPY
Il neuropeptide Y (NPY) è un polipeptide molto diffuso nel sistema nervoso
centrale e nel sistema nervoso autonomo; è un potente stimolatore
dell'appetito ed ha uno spiccato effetto oressizzante. Tuttavia, livelli
elevati di NPY possono provocare ipotensione, ipotermia e depressione dei
centri respiratori. È inoltre in grado di provocare vasocostrizione delle
arterie cerebrali. Nel Sistema Nervoso Centrale, sia degli uomini che degli
animali, è stato dimostrato il ruolo del NPY sia come ansiolitico
(composto in grado di combattere i sintomi dell'ansia al pari dei classici
farmaci) che anti depressivo. E‟ inoltre coinvolto nel consumo e abuso di
alcolici, infatti le persone che soffrono di depressione e gli alcolisti hanno
livelli alterati di questo neuropeptide nell'organismo. La localizzazione di
NPY nell'ippocampo lo rende importante nei processi di apprendimento e
memoria; in questa regione del cervello è inoltre capace di stimolare la
proliferazione neuronale e ciò è in accordo con le sue proprietà
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antidepressive. Il neuro peptide Y è spesso associato come cotrasmettitore
della noradrenalina nel sistema nervoso simpatico. Ha azione
vasocostrittrice ed ha inoltre una azione cronotropa ed inotropa positiva
sul cuore. Elevate dosi di NPY possono innescare massicce risposte
ipertensive. Peculiare è invece l'effetto sui reni in quanto è in grado di
inibire il rilascio di renina e aumentare la diuresi e la natriuresi.
1.4.3 ENDOCANNABINOIDI
Gli endocannabinoidi sono lipidi bioattivi, non vengono immagazzinati in
vescicole, ma vengono sintetizzati „on demand‟ a partire da precursori
fosfolipidici di membrana. Appena sintetizzati essi vengono
immediatamente rilasciati dalla cellula e si legano ai recettori
cannabinoidi presenti su cellule limitrofe o sulla stessa cellula che li ha
prodotti, con azione quindi autocrina o paracrina. Il sistema
endocannabinoidi è localizzato sia a livello centrale sia periferico, il
primo è coinvolto nei processi di regolazione dell‟ appetito. Alcuni studi
hanno dimostrato come il consumo di marijuana, che contiene l‟ agonista
per il recettore CB-1 d9-THC, porta ad aumentato consumo di snack
dolci, bibite e cibi saporiti, suggerendo che gli endocannabinoidi
influenzano anche l‟ aspetto edonistico del consumo di cibo. La fame
“chimica” rappresenta uno degli effetti collaterali più evidenti dell‟
assunzione di cannabis.
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CAPITOLO 2
OBESITA’
2.1 DEFINIZIONE OBESITA’
L‟organizzazione mondiale della sanità stabilisce l‟obesità come un
alterazione cronica che riguarda ormai l‟interno planisfero. Poiché questa
condizione ha una diffusione epidemica é stato coniato il termine di
“globesity”.
Oggi si parla di epidemie e a volte anche di pandemia anche per malattie
cronico degenerative, che non si trasmettono da un soggetto all‟altro per
una trasmissione diretta o indiretta, la modalità e stili di vita errati
portano all‟istaurarsi della patologia.
L‟organizzazione mondiale della sanità ha definito proprio il termine di
obesità come l‟alterazione metabolica cronica che è caratterizzata da un
eccessivo peso corporeo, dovuta ad un eccessivo accumulo del tessuto
adiposo in misura tale da influire negativamente sullo stato di salute del
soggetto.
2.2 EPIDEMIOLOGIA SOVRAPPESO ED OBESITA’
In tutto il mondo circa il 39% della popolazione ovvero 1,9 miliardi di
soggetti adulti evidenziano eccesso di peso.
Per eccesso di peso si intende un aumento rispetto a quelli che sono
definiti parametri di normalità.
Il 13% della popolazione è francamente obesa, si contano all‟ incirca 600
milioni di persone nel mondo. Il dato allarmante è che questo fenomeno si
è raddoppiato dai dati rilevati dall‟organizzazione mondiale della sanità
(OMS) riferito al 1980.
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Il paese leader per l‟aumento di peso e l‟obesità è l‟ America del Nord, in
particolare gli Stati Uniti.
2.2.1 EPIDEMIOLOGIA SOVRAPPESO
(Fig.2.1)
La tabella mette in evidenza la prevalenza maggiore di soggetti in
sovrappeso per ogni continente.
Evidenziati in rosso ritroviamo la percentuale maggiore di soggetti in
sovrappeso che si riscontrano nel Nord America, Sud America, Australia
ed Europa.
In maniera un po‟ sorprendente vediamo, come anche, alcuni paesi
dell‟Africa del Nord, in particolare paesi del bacino del mediterraneo,
abbiano un incremento di adulti in sovrappeso.
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2.2.2 EPIDEMIOLOGIA OBESITA’
L‟obesità vera e propria è stimata per l‟ 11% negli uomini soprattutto in
Alaska e negli Stati Uniti.
Il 15% nelle donne prevalenti in America, e nei paesi che si affacciano sul
bacino del mediterraneo.
Questi dati fanno riflettere, perché la dieta mediterranea nasce proprio
nei paesi che si affacciano sul bacino del mediterraneo, nei quali non si
adottano più quegli stili di vita prettamente “mediterranei”.
2.3 TREND OBESITA’ – SOVRAPPESO
(fig.2.2)
Il trend di sovrappeso e di obesità è in netto aumento.
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La tabella proietta un rapporto OCSE di qualche anno fa, l‟ andamento
proiettivo ricade nel 2020 e denota l‟aumento del sovrappeso riguardante
tutti i paesi dell‟OCSE, tra cui anche l‟Italia segnata in nero.
Un aumento generalizzato di sovrappeso e obesità che si rifletterà con un
aumento di tutte le patologie cronico degenerative, associate a questa
condizione.
2.4 DATI ISTAT ITALIA
I dati in Italia sono tratti dall‟istituto nazionale statistico italiano (ISTAT)
che effettua periodicamente le indagini sul
territorio per valutare non solo
sovrappeso e obesità ma anche tutta una
serie di patologie.
Dai dati ISTAT emerge una situazione di
sovrappeso pari al 35,8% più nei maschi
che nelle femmine.
Per quanto riguarda l‟ obesità in Italia si
stima più del 10,4% della popolazione.
In particolare la suddivisione dei soggetti
adulti obesi nelle diverse regioni d‟Italia
(fig. 2.3)
ci dimostra come le maggiori prevalenze di obesità riguardano proprio i
paesi del Sud Italia, in particolare la Puglia, la Basilica, l‟Abruzzo, la
Calabria, la Campania e la Sicilia.
2.5 OBESITA’ INFANNTILE EPIDEMIOLOGIA.
L‟Italia si colloca, al primo posto in Europa per l‟obesità infantile e al
secondo posto nel mondo dopo gli USA; in Italia vi è il 31,6 % dell‟obesità
infantile mentre negli Stati Uniti il 35,5%.
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E‟ drammatico che questi dati riguardano anche i bambini. I dati dell‟
ISTAT confermano quanto dichiarato dal rapporto OCSE , che dai 6 ai 10
anni 1 bambino su 3 è obeso ; in particolare l‟indagine effettuata sia sul
sesso maschile che sul sesso femminile e suddividendo i bambini per le
fasce di età quali dai 6 ai 10 , dagli 11 ai 14 e dai 14 ai 17 , mette in
evidenza come è proprio la fascia di età più giovane: l‟infanzia a
presentare la più alta percentuale di obesità in entrambi i sessi.
Proprio su questa fascia di età tra gli 8 e i 9 anni ,il ministero della salute
insieme all‟istituto superiore di sanità ,al MIUR e insieme a tutte le
regioni d‟ Italia , hanno portato avanti un progetto denominato “occhio
alla salute” che fornisce dei dati annuali sulla condizione di sovrappeso e
obesità di bambini d‟Italia . L‟ultima rilevazione ha coinvolto circa 50000
bambini della fascia di età tra gli 8 e i 9 anni, ed ha stilato una
percentuale in Italia di sovrappeso e obesità che discrimina nettamente
l‟Italia del Nord , del Centro e del Sud, evidenziando come il dato più
allarmante della percentuale di sovrappeso e obesità sia presente nel Sud
Italia ovvero Abbruzzo , Molise , Campania, Basilicata , Calabria e
Sicilia.
2.6 COMPLICANZE DELL’ OBESITA’ INFANTILE
Si assiste a svariate complicanze d‟organo, d‟apparato, metaboliche,
endocrinopatie e complicanze psicosociali (scarsa autostima e
depressione che viene avvertita anche a questa età ).
È possibile distinguere tra obesità essenziale ovvero quella appena
discussa e obesità secondaria ad una serie di patologie, un esempio di
queste è la malattia di Cushing (ipercortisurrenalismo) o l‟insulinoma con
aumentata produzione di insulina;
oltre a questo ci sono anche dei disturbi genetici legati ad alterazione dei
centri della sazietà o della fame.
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2.7 L’ ORIGINE DELL’ OBESITA’
L‟ aumento di peso è un qualcosa che ha a che fare con il comportamento.
Purtroppo, il comportamento umano è molto complesso.
L‟ obesità è causata da diversi fattori biologici come la genetica, ormoni e
circuiti neurali. Il nostro mangiare, nonché il nostro comportamento
sessuale e comportamento durante il sonno, è causato da processi
biologici.
Fattori principali causanti l‟ accumulo di grasso corporeo:
● GENETICA: le persone che hanno genitori obesi hanno più probabilità
rispetto ad altri di essere obesi. Ciò non significa che l‟ obesità è al 100%
determinante da geni, ci sono anche dei segnali che inviamo ai nostri geni,
che hanno un effetto importante sull‟ espressione: è provato che le società
non industrializzate diventano rapidamente obese quando intraprendono
una dieta occidentale. In questo caso i loro geni non cambiano, ma
cambia l‟ ambiente e i segnali che vengono inviati ai loro geni.
● USO DI ALIMENTI ALTAMENTE TRASFORMATI
È facilmente osservabile un alimento ricco di sostanze chimiche e di
ingredienti raffinati. Questi prodotti sono destinati ad essere a buon
mercato, durano a lungo e hanno un sapore incredibile, quindi se ne
mangia in grandi quantità. I medesimi ritenuti “cibo spazzatura” non
hanno nulla a che fare con un alimento sano.
● DIPENDENZA DA CIBO
I cibi spazzatura causano un grande stimolo nel cervello focalizzato sulla
ricompensa. Tutto questo è molto simile a ciò che può causare una droga
come anche l „alcool, nicotina ecc.
L‟ indipendenza è un grave problema dalla difficile soluzione. Quando si
diventa dipendenti da qualcosa, si perde la libertà di scegliere.
20
● MARKETING AGGRESSIVO
Le aziende dei cibi spazzatura hanno sempre utilizzato un marketing molto
aggressivo, utilizzando tattiche immorali (affermazioni fuorvianti) per
commercializzare i loro prodotti non sani.
● VITA SEDENTARIA
La mancanza di moto o esercizio fisico è riscontrato maggiormente nei
paesi sviluppati, ed è caratterizzato dallo stare seduti, leggere, guardare
la televisione e usare il computer per buona parte del giorno.
● RESISTENZA INSULINICA
L‟ insulina è un ormone prodotto dal pancreas, nello specifico dalla
cellule beta-pancreatiche, viene rilasciato nei momenti di iperglicemia con
effetto ipoglicemizzante.
La dieta attuale ( ipercalorica) provoca resistenza all‟ insulina in molte
persone. Il modo migliore per ridurre l‟ insulina è ridurre il consumo di
carboidrati raffinati, i quali causano una riduzione automatica nell‟
apporto calorico e la perdita di peso senza sforzo. Tutto questo senza
contare le calorie.
● USO DI FARMACI IPERGLICEMIZZANTI
Diversi farmaci possono essere causa dell‟ aumento di peso; alcuni tra
questi sono farmaci antidiabetici, antidepressivi, antipsicotici ecc.
Essi non causano la riduzione della forza di volontà, ma alterano la
funzione del corpo e del cervello che farà in modo di immagazzinare il
grasso anziché bruciarlo.
● LEPTINA RESISTENZA
Ormone prodotto dalle cellule adipose, destinato a stimolare l‟ ipotalamo
in particolare i nuclei ventromediali generando la sazietà.
21
Le persone obese hanno un alto contenuto di grassi e molta leptina. Il
problema è che in questo caso la leptina non esplica la sua funzione, il che
induce il cervello a diventare resistenti ad esso.
● USO DI ZUCCHERO
Lo zucchero è l‟ ingrediente peggiore della dieta moderna. Il consumo
eccessivo modifica la biochimica del corpo umano.
2.8 OBESITA’ CELLULARE E ANATOMICA
Quando immaginiamo una persona obesa facciamo riferimento ad un
soggetto con accumuli visibili di grasso in diverse parti del corpo,
parliamo di “obesità fenotipica” soggettiva, che esprime le caratteristiche
fisiche di una persona con la distribuzione corporea della sua massa
adiposa.
In realtà questo è il risultato di un lungo processo che non vediamo a
occhio nudo perché riguarda le cellule del corpo umano che diventano
“grasse” con un volume e una massa maggiore, possiamo quindi definire
l‟obesità anatomica preceduta e condizionata da un‟obesità cellulare.
Le cellule ingrassano quando nel loro interno vi è ;
1)
accumulo di acidi grassi saturi dovuto ad un eccesso di
lipidi e di carboidrati glicemici alimentari;
2)
carenza di molecole nutrienti di origine vegetale e marine
3)
volumi ridotti di ossigeno. Ricordiamo che l‟ossigeno
deriva dalla respirazione ma anche dall‟alimentazione ed
è il principale nutriente delle cellule che ha un ruolo
chiave nel dimagrimento, basti pensare che per bruciare
un grammo di grasso occorrono ben 2 litri di ossigeno.
Una cellula obesa carente di ossigeno al proprio interno
può essere paragonata ad una candela sotto una
campana di vetro.
22
2.9 PERCHE’ SI INGRASSA? : PROCESSO INFIAMMATORIO
CRONICO
I responsabili dell‟accumulo del grasso sono gli adipociti e i mitocondri.
I mitocondri sono dei piccoli “forni”, localizzati maggiormente nelle fibre
muscolari, che hanno il compito di ossidare gli acidi grassi saturi; perciò
meno massa magra muscolare si ha, meno mitocondri sono attivi nel
nostro corpo. La diminuzione delle cellule metabolicamente attive, dovuta
ad avanzare dall‟età e/o in seguito ad una dieta sbagliata, riduce la
capacità di metabolizzare il carico alimentare giornaliero, che viene
trasformato nel fegato in trigliceridi, che, a loro volta vengono accumulati
all‟interno degli adipociti bianchi come riserva di stoccaggio.
Tre ipotesi cercano di spiegare perchè l‟accumulo di grasso e di peso
corporeo comporti disregolazioni metaboliche.
1) teoria dello “stato infiammatorio” l‟obesità rappresenterebbe
uno stato infiammatorio cronico: gli adipociti sono cellule intelligenti auto
regolatrici, quando raggiungono la saturità organizzano una nuova sintesi
proteica producendo proteine infiammatorie chiamate citochine, nello
specifico interleuchina-6 e TNF-α finalizzate a impedire l‟ulteriore entrata
di trigliceridi al loro interno. Queste hanno un‟azione protettiva e vitale
per gli stessi adipociti, ma svolgono un„ azione infiammatoria su tutto il
resto dell‟organismo causando diabete mellito 2, aterosclerosi,
ipertensione arteriosa, sindrome metabolica, steatosi epatica, alterazione
degli ormoni sessuali.
Si instaura un‟infiammazione cronica sistemica, estesa su tutto il corpo
che con il passare del tempo si trasforma:
●Si riduce la massa magra muscolare e massa ossea causando la
perdita di acqua che si accumula nel tessuto connettivo degenerato
formando ritenzione idrica, edemi alle gambe e mani, gonfiore e
cellulite.
23
●Modifica dei valori della pressione arteriosa dovuta appunto
all‟accumulo di acqua nel connettivo che penetra nei vasi sanguigni
aumentando i volumi idrici circolanti con aumento della pressione
venosa e comparsa di capillari cutanei dilatati, vene varicose.
●Stress ossidativo con produzione di radicali liberi e prodotti di
scarto del metabolismo cellulare, tossici se non bloccati.
2) teoria “dell‟eccesso lipidico”: l‟obesità risulta in un aumento degli
accumuli ectopici lipidici in diverse sedi a causa della ridotta capacità del
tessuto adiposo di accumulare grasso. Questi accumuli produrrebbero
effetti citotossici ad esempio nel fegato e nelle beta cellule pancreatiche.
3) teoria „„l‟ipotesi delle adipochine” che prevede come, in seguito
all‟espansione dei depositi di grasso, le cellule adipose vadano incontro
ad una alterazione della loro ben nota capacità‟ di produrre fattori
endocrini (adipochine): adinopectina, visfatina e resistina.
Un‟ eccessiva introduzione di zuccheri, farine raffinate, edulcoranti, cibi
ricchi d sale o grassi idrogenati può fortemente squilibrare il nostro
equilibrio endocrino che porta all‟introito continuo del medesimo cibo.
2.10 COMPLICANZE OBESITA’
Ogni anno in Europa 320.000 persone muoiono per cause legate
direttamente all'obesità. La mortalità correlabile all‟eccesso di peso
rappresenta un serio problema di salute pubblica. Il rischio di morte
aumenta all'aumentare dell' Indice di Massa Corporea (BMI > 25 kg/m2),
all‟aumentare della circonferenza addominale (maggiore 94 cm negli
uomini e maggiore di 80 cm nelle donne) e del rapporto circonferenza
vita/ circonferenza fianchi (WHR > 0,90 negli uomini e > 0,85 nelle
donne).
L'obesità acquisita nella vita adulta riduce l'aspettativa di vita in media di
7 anni e nella popolazione severamente obesa l‟aspettativa di vita è
ridotta di circa 9 anni nelle donne e di 12 anni negli uomini.
24
COMPLICANZE METABOLICHE:
Insulinoresistenza, Iperinsulinemia e Diabete Mellito Tipo 2. L‟aumento
della glicemia costante determina il rilascio continuo di insulina dalla
cellule beta pancreatiche, l‟ eccesso di insulina determina una reazione
autoimmunitaria delle cellule pancreatiche tanto da diventare resistenti
all‟ insulina. Tutto questo determina diabete mellito 2.
Dislipidemia caratterizzata da un aumento del colesterolo totale, dei
trigliceridi, valori di LDL normali o elevati, e valori ridotti di HDL.
COMPLICANZE CARDIOVASCOLARI: Ipertensione essenziale;
Aterosclerosi accellerata; Patologie a carico delle arterie coronarie;
Cardiomiopatia associata all‟obesità; Ipertrofia ventricolare sinistra;
Ipertensione polmonare dell‟obesità; Cuore polmonare; Edema Venoso
e/o Linfatico degli arti; Vene Varicose.
COMPLICANZE NEUROLOGICHE: Stroke; Ipertensione endocranica
idiopatica; Meralgia parestesica.
GASTROINTESTINALI: Colecistite; Calcolosi biliare; Steatopatia non
alcolica; Infiltrazione grassa del fegato; Esofagite da reflusso; Ernie.
COMPLICANZE RESPIRATORIE: La sindrome delle apnee ostruttive
nel sonno;Sindrome obesità-ipoventilazione (Sindrome di Pickwick);
Predisposizione alle infezioni respiratorie, Aumento dell‟incidenza
dell‟asma; Dispnea e Fatica.
COMPLICANZE NEOPLASTICHE: Associazione con il tumore
dell‟endometrio, della prostata, della colecisti, della mammella e del
colon.
25
COMPLICANZE
Depressione.
PSICOLOGICHE:
Stigmatizzazione
sociale;
COMPLICANZE ORTOPEDICHE: Osteoartrosi (ginocchio, anca e
colonna vertebrale); Ernie del disco vertebrale; Lombalgia; Immobilità;
Coxa vara; Epifisiolisi della testa del femore; Morbo di Blount; Malattia
di Legg-Calve-Perthes (necrosi avascolare della testa del femore).
COMPLICANZE RIPRODUTTIVE: Anovulazione; Pubertà precoce;
Infertilità; Iperandrogenismo e Sindrome dell‟ovaio policistico nelle
donne; Ipogonadismo ipogonadotropo negli uomini.
COMPLICANZE OSTETRICHE
gestazionale; Macrosomia fetale.
E
PERINATALI:
Ipertensione
COMPLICANZE CHIRURGICHE: Incremento del rischio chirurgico;
Aumento dell‟incidenza di complicanze postoperatorie (infezione della
ferita, trombosi venosa p rofonda, embolia polmonare e polmonite
postoperatoria).
COMPLICANZE UROLOGICHE: Incontinenza urinaria da stress.
COMPLICANZE CUTANEE: Intertrigine (micotica e batterica);
Acanthosis Nigricans; Irsutismo; Aumentato rischio di cellulite infettiva,
Stasi venosa delle gambe, problemi di igiene personale.
26
2.11 COME INTERVENIRE
Innanzitutto attraverso le modificazioni dello stile di vita e l‟esercizio
fisico. Quando non si riescono a modificare le abitudini alimentari
durante l‟età infantile , spesso la percentuale di persistenza del fenomeno
in età adulta è così forte che è necessario ricorrere a una terapia
farmacologica o a una terapia chirurgica. Il trattamento farmacologico
non deve essere mai di prima scelta, dunque la dieta e l‟attività fisica nei
casi di obesità essenziale sono il punto di partenza e la base di qualsiasi
altro trattamento.
2.12 METODI PER LA VALUTAZIONE DELLA MASSA GRASSA
E‟ necessario nella pratica clinica classificare i soggetti sulla base
dell‟aumento del peso corporeo, si è scelto di utilizzare un indice
facilmente valutabile che ci consente di classificare l‟obesità clinicamente,
senza utilizzare delle attrezzature sofisticate che invece a volte possono
essere richieste e necessarie quando si tratta di obesità grave o severe. IL
Body Mass Index (BMI) o Indice di Massa Corporea (IMC) è un
parametro utilizzato per ottenere una valutazione generale del proprio
peso corporeo. Esso mette in relazione con una semplice formula
matematica l'altezza con il peso del soggetto. Si ottiene dividendo il peso
in Kg del soggetto con il quadrato dell'altezza espressa in metri.
Il risultato di tale formula classifica il soggetto in un'area di peso che può
essere: normale - sottopeso - sovrappeso - obesità di medio grado obesità di alto grado. L‟indice non tiene in considerazione il sesso, la
corporatura del soggetto, l‟età, la massa grassa, la massa magra, quindi è
un indice non molto sofisticato.
27
2.12.1CIRCONFERENZA ADDOMINALE
La circonferenza addominale è un parametro che ha un‟importanza
cruciale per valutare il grasso viscerale addominale che rappresenta la
causa delle patologie cardiovascolari e tutte quelle cronico degenerative.
 circonferenza vita maggiore di 102 cm nell‟uomo
 circonferenza vita maggiore di 88 cm nella donna
2.12.2 PLICOMETRIA
Lo strumento utilizzato si chiama plicometro, costituito da una pinza e da
una scala graduata, per la misurazione si esercitare una pressione
costante tra le pliche per ridurre gli effetti di errore di rilevazione. E‟ un
metodo poco accurato per cui ha un valore limitato nella pratica clinica e
consente di misurare lo spessore delle pliche generalmente in sede
bicipitale, tricipitale , sottoscapolare, soprailiacale o femorale.
2.12.3 BIOIMPEDENZIOMETRIA
La bioimpedenziometria è una metodica utilizzata per la determinazione
della composizione corporea (massa grassa, massa magra, acqua totale).
Le apparecchiature utilizzate possono essere di vario tipo:
un'apparecchiatura professionale è costituita da 4 elettrodi, da applicare,
rispettivamente, sul dorso delle mani e sul dorso dei piedi; ad essi
vengono collegati dei fili conduttori, attraverso cui viene fatta circolare la
corrente, che, attraversando le strutture corporee, subirà un calo della sua
intensità dovuta all'impedenza associata alle strutture corporee; il segnale
risultante (ovvero la risposta in termini di intensità elettrica) viene
trasmesso ad un apparecchio trasduttore, che raccoglie i dati traducendoli
in misure corporee. Anche le apparecchiature professionali non sono
28
esenti da margini di errore, statisticamente si parla di uno scarto tra dato
reale e dato rilevato di circa il 4%.
Attraverso le misurazioni effettuate dalle apparecchiature, è possibile
ottenere vari parametri:








Acqua corporea totale (TBW - total body water);
Acqua extracellulare (ECW - extra cell water);
Acqua intracellulare (ICW - intra cell water);
Massa cellulare (BCM - body cell mass);
Massa magra (FFM - fat free mass);
Massa grassa (FM - fat mass);
Massa muscolare (MM - muscle mass);
Metabolismo basale correlato alla massa cellulare
2.12.4 MISURAZIONE DIRETTA DELL’ OBESITA’
Se si vuole utilizzare una metodica di tipo strumentale per valutare la
quantità di tessuto grasso è necessario considerare le misurazioni dirette
dell‟obesità, che si realizzano attraverso apparecchiature costose . Questo
tipo di valutazione deve essere richiesta solo per pazienti che hanno
un‟obesità grave quando, è necessario valutarne le condizioni, oppure
quando un paziente deve essere sottoposto a terapie particolari come la
terapia chirurgica o la terapia bariatrica ;
1) tomografia assiale computerizzata (TAC), generalmente viene
utilizzato un taglio a livello lombare ( tra L 4 e L 5 ) che consente di
valutare lo spessore del grasso accumulato a livello viscerale ovvero
addominale . Questo tipo di strumento espone il soggetto a delle
radiazioni ecco perché non deve essere sempre richiesta una
valutazione TAC..
2) risonanza magnetica nucleare ,sempre costosa e con tempi di
esecuzione lunghi ma non espone il soggetto a radiazioni; sfrutta un
campo magnetico dando anch‟essa delle immagini abbastanza fedeli
della presenza e della quantificazione del grasso sottocutaneo o
29
viscerale però anche questa misurazione deve essere richiesta solo
per i pazienti che hanno obesità gravi .
2.13 PERCHE’ VALUTARE LA DISTRIBUZIONE DEL TESSUTO
ADIPOSO?
Il tessuto adiposo, se accumulato in sede viscerale/addominale, è
accompagnato a più fattori di rischio; perciò sarebbe bene identificare la
distribuzione del tessuto adiposo che già dall‟esame obiettivo è possibile
distinguere in due tipi di accumulo quali :
 accumulo di tessuto adiposo così detto a mela o addominale o
viscerale o androide
 una distribuzione a pera o trocanterica o sottocutanea o ginoide (
tipica della donna).
L‟obesità può anche essere distinta sulla base del numero e delle
dimensioni delle cellule adipose in :
 obesità iperplastica, aumenta il numero degli adipociti
 obesità ipertrofica , aumenta il volume degli adipociti
Durante l‟infanzia e l‟adolescenza è possibile che il numero degli
adipociti incrementi, e che quel numero rimanga come patrimonio del
tessuto adiposo nell‟età adulta . Inoltre l‟adipocita può subire un aumento
di volume, è molto difficile ridurre il numero di adipociti difatti questo è
uno dei motivi per il quale è consigliato evitare l‟accumulo di tessuto
adiposo nella prima età (neonato e infanzia).
30
CAPITOLO 3
DALLE CALORIE ALLE MOLECOLE
3.1 UNA CALORIA NON E’ SEMPRE UNA CALORIA
Negli ultimi anni in tutti i paesi industrializzati si è assistito ad un
incremento di persone in sovrappeso e obese. La colpa del fenomeno
venne data giustamente al cambio di vita, infatti un gran numero di studi
scientifici affermano che appena si diventa sedentari, partono dei
messaggi all‟ ipotalamo che hanno come conseguenza il rallentamento di
tutti i metabolismi. Dal punto di vista dietologico la colpa è data all‟
introito calorico eccessivo, e da qui vennero ideati molteplici prodotti
“light” in cui sono eliminati grassi e/o zuccheri, senza tener conto della
reazione del corpo umano a tali sottrazioni. L‟organismo a cui è stato
sottratto l‟ apporto lipidico e vitaminico della componente grassa del latte
nella prima colazione, infatti, si troverà ad avere fame a metà mattina,
andando alla ricerca di uno spuntino.
La teoria basata sulla convinzione che una caloria è sempre una caloria,
quindi, riducendo l‟ apporto o aumentandone il consumo si proietta con
una diminuzione di peso, è assolutamente corretta secondo i principi della
termodinamica (l‟ energia non si crea né si distrugge, ma si trasforma),
ma è certamente errata dal punto di vista degli effetti biologici degli
alimenti.
3.1.1 CHE COS’E’ UNA CALORIA?
La caloria (cal) è la quantità di calore necessaria per aumentare di 1 °C
la temperatura della massa di 1 kg di acqua distillata, da 14,5 °C a 15,5
°C alla pressione di 1 atmosfera. Nel sistema internazionale al posto della
caloria si usa il Joule, in memoria di James Prescott Joule: 1 Joule è la
31
forza costante che imprime ad 1 kg l‟ accellerazione di 1m\secondo per lo
spostamento di 1m nella direzione e nel senso della forza.
3.2 DALLE CALORIE ALLE MOLECOLE
Contare le calorie consumate in ogni giornata alimentare è un errore che
comporta continui fallimenti e non assicura uno stato di buona nutrizione
cellulare e di salute.
Ogni alimento ha costituzione molecolare differente, perciò si avrà
differenza sull‟ effetto metabolico, è come se le calorie all‟ interno del
corpo umano non esistessero. Per spiegare ciò si fa riferimento ad un
particolare strumento chiamato calorimetro (o bomba calorimetrica) in
cui viene inserito un alimento (esempio 100 gr di pane o frutta) e ossidato.
Il calore sprigionato dalla combustione tra carbonio, ossigeno e tutte le
componenti dell‟alimento viene decifrato come numero di calorie.
Quanto affermato fa credere che il potere calorifico di un alimento sia
capace di fornire nell‟ organismo umano la stessa quantità di calorie date
dal calorimetro: non è così! Affermiamo che la fibra alimentare a livello
intestinale non viene digerita e di conseguenza non essendo assorbita, non
può fornire alcuna caloria mentre nel calorimetro essa brucia e fornisce
calorie.
Una porzione di pasta con tonno e pomodoro fornisce probabilmente le
stesse calorie di due bicchieri di birra, ma è sbagliato pensare che
entrambi i cibi abbiano gli stessi effetti sull‟ organismo umano: la pasta
con tonno e pomodoro è sicuramente più ricca di carboidrati, proteine,
vitamine, fibra e Omega-3 e non ha lo stesso effetto metabolico della
birra.
Gli alimenti contengono energia chimica cioè molecole. Le molecole che
introduciamo attraverso l‟ alimentazione giornaliera, cioè carboidrati,
lipidi, proteine, vitamine, minerali e acqua, modificano la secrezione di
ormoni influenzando il DNA, spingendo l‟ organismo verso l‟ accumulo di
peso o al contrario, verso il calo ponderale.
32
Solo le molecole (e non le calorie) sono n grado di dialogare con il DNA.
Quindi, dobbiamo focalizzare l‟ attenzione sulle molecole contenute negli
alimenti e sul loro destino metabolico all‟ interno del corpo umano
3.3 DALLA DIETA IPOCALORICA AL METODO MOLECOLARE
Nell'antichità della medicina greca la dieta, nel senso di modo di vivere
volto alla salute, prevedeva regole che disciplinavano ogni aspetto della
vita quotidiana: dall'alimentazione, all'esercizio fisico, al riposo. Non una
terapia dimagrante straordinaria, ma un ordine da osservare con
diligenza per aver cura costante della propria vita.
La concezione attuale è quella del rimedio temporaneo verso l'eccesso dei
periodi di abbondanza, oppure quella imposta dai medici a fronte di
patologie specifiche, nulla di sereno come poteva essere un tempo.
E‟ ben chiaro che le diete temporanee non funzionano e sono altamente
diseducative, sono circoscritte nel tempo e fanno recuperare in fretta tutti i
chili persi.
Per mantenere un sano peso corporeo è più efficace seguire la strada
della qualità, combinazione molecolare degli alimenti e dei pasti piuttosto
che pensare in grammi e calcolare le calorie dei singoli alimenti e piatti.
Ciò che introduciamo nel nostro corpo con l‟ alimentazione deve fornire
energia necessaria per lo svolgimento delle attività quotidiane e per il
benessere psico-fisico: ciò è possibile tramite un regime dietetico che
favorisca la funzionalità del tessuto adiposo e di ridurre la massa grassa.
3.4 DIETA NORMOCALORICA E NORMOPROTEICA: DIETA GIFT
GIFT acronimo dei termini Gradualità, Individualità, Flessibilità e Tono.
DietaGift nasce nel 2004 tramite l‟ ideatore Luca Speciani.
33
L‟ attivazione del metabolismo e il dimagrimento e/o ingrassamento non
potevano essere più comprese solo attraverso il semplice calcolo calorico,
bensì attraverso molte molecole segnale come le citochine, adipochine,
sonno, movimento, infiammazione e tanti altri.
Con il passare del tempo le basi scientifiche, forti e innovative, diventano
uno strumento di benessere per molte persone, e condivisione scientifica
tra medici, biologi e numerosi esperti della nutrizione. Il successo del
nuovo regime alimentare fu dato dal dimagrimento inteso come la perdita
di solo grasso, tramite un processo lento e graduale, ma nello stesso
tempo stabile, in cui la perdita di grasso non venga ripresa in poche
settimane non appena si ritorni a regimi più liberi.
3.4.1 PRINCIPI BASE DELLA DIETAGIFT
La maggior parte delle diete dimagranti prevede un regime alimentare
ipocalorico, la GIFT non rispetta questa regola e consiste in un regime
normocalorico e normoproteico, senza contare le calorie, basata sulla
selezione di alimenti sani e accompagnati alla pratica regolare di attività
fisica.
La DietaGift si basa su tre principi cardine:
● attivazione metabolica
Un metabolismo attivo significa un organismo che lavora a pieno regime:
nel consumo delle calorie, nell'eliminazione delle tossine, nella
riparazione dei tessuti danneggiati, nella rapidità e brillantezza mentale e
nella capacità di esprimersi dal punto di vista fisico.
Un metabolismo pigro, al contrario, significa consumi calorici rallentati,
indolenza fisica e mentale, accumulo di tossine, facilità di ingrassamento
e inerzia nel dimagrimento.
Di regola, non appena l'introduzione di cibo diminuisce, l'organismo
risponde rallentando i consumi, un fatto che molte diete trascurano e che
ci spinge a evitare accuratamente la „prigionia‟ del conteggio delle
calorie.
34
● controllo insulinico
L‟ insulina è l‟ ormone prodotto secreto dal pancreas che ha un‟
importantissima funzione di regolare il livello degli zuccheri nel sangue.
La sua azione non si ferma ad un punto perfetto glicemico, ma andrà oltre
generando un leggero calo glicemico che si proietta come fame.
Essa è anche coinvolta nella ricostituzione delle scorte di glicogeno e nell‟
accumulo di grasso. Pertanto il controllo insulinico nell‟ organismo
umano può aiutare a ridurre il peso in eccesso, come anche l‟ istaurarsi di
diverse malattie.
● qualità dei nutrienti
Qualsiasi regime alimentare rivolto al benessere e alla salute, oltre che al
dimagrimento,non può trascurare l‟ importanza di un apporto di cibi sani
dalla elevata qualità nutritiva.
3.5 LA TIROIDE: INTERRUTTORE METABOLICO
La tiroide è una ghiandola endocrina coinvolta nell‟ asse ipotalamo,
ipofisi. L‟attivazione tiroidea è data da molteplici stimoli che giungono
all‟ ipotalamo che rilascia TRH, il TRH giunge all‟ ipofisi che a sua volta
rilascia il TSH. Il TSH giunge alla tiroide che secerne ormoni (iodati)
chiamati T3 e T4, nel plasma questi ormoni legano l‟ albumina e solo una
piccola percentuale rimarrà libera (FT3, FT4). La frazione libera T3 è la
più attiva a differenza della T4 che funge più da deposito.
L‟ azione di FT3 si esplica all‟ interno del mitocondri, dove interagisce
con la catena di trasferimento del potere energetico degli alimenti, che
deve essere trasformato in ATP, moneta di scambio di ogni processo
energetico interno all‟ organismo umano.
Questa catena prende il nome di catena dei citocromi.
Se c‟è molto FT3 si produrrà meno ATP, in caso contrario, se la tiroide è
molto lenta si produrrà tanto ATP. A parità di calorie, la differenza tra
35
cibo ingerito e ATP prodotto nel caso di tiroide attiva, si trasforma in
calore.
La produzione di solo ATP comporta accumulo di energia che potrà
essere utilizzato per il movimento o per creare depositi di adipe.
Queste affermazioni ci permettono di capire il perché i soggetti anoressici,
ipotiroidei, o che seguono diete ipocaloriche abbiano sempre freddo, al
contrario invece di chi è ipertiroideo.
L‟ attività della tiroide dipende dall‟ ipofisi (TSH) e dall‟ ipotalamo
(TRH).
3.6 MOLECOLE SEGNALE
L‟ ipotalamo è il vero centro regolatore delle ghiandole endocrine, la sua
attività dipende da “molecole segnale” che vengono rilasciate da diversi
distretti del corpo umano:
molecole rilasciate dal tessuto adiposo: Leptina, Adiponectina, Resistina,
Visfatina.
molecole rilasciate dall‟ apparato digerente: CCK, Ghrelina, GLP-1
molecole rilasciate dal tessuto muscolare: Irisina.
Queste molecole sono in grado di influenzare in modo decisivo l‟
orientamento del nostro organismo verso il consumo o verso l‟ accumulo.
Solo quando si costruiscono i segnali di una buona alimentazione l‟
ipotalamo potrà indirizzare l‟ organismo verso il consumo.
I segnali consentono di far capire perché si ingrassa o si dimagrisce e ci
spiegano il perchè persone attive che al giorno assumono 5000 kcal sono
magre, persone con un regime ipocalorico di 650 kcal riprendono peso e
accumulano grasso.
36
3.7 LE 10 REGOLE GIFT
1) COLAZIONE RICCA E COMPLETA
Nelle prime ore del mattino si riscontrano picchi ematici del testosterone.
Poco più tardi seguono picchi del cortisolo e a fine mattinata si
riscontrano picchi di ormoni tiroidei. Segue che le prime ore della
giornata sono predominate da ormoni catabolizzanti. Nel pomeriggio e
nella sera si avranno picchi di GH e insulina, ormoni propensi all‟ attività
anabolizzante.
La cronobiologia dell‟ assunzione calorica, in riferimento a quanto detto,è
molto importante in quanto fa capire che le calorie assunte la mattina
saranno facilmente depistate piuttosto a quelle assunte la sera.
Dal punto di vista evolutivo una ricca colazione si configura invece come
il primo segnale di abbandona che l‟ ipotalamo riceve e che orienta l‟
organismo sulla base di quanto acquisito: l‟ introduzione di cibo nell‟arco
della giornata non viene immagazzinato sotto forma di scorte, ma viene
consumato al momento.
Diversi studi scientifici hanno dimostrato che chi mangia bene al mattino
dimagrisce molto di più rispetto a chi inizia la giornata contando le
calorie.
La ricca colazione GIFT è uno dei pilastri per generare un segnale
metabolico rivolto verso il consumo.
2) ADEGUATA QUANTITA‟ DI PROTEINE
L‟ assunzione di proteine in sostituzione di carboidrati riduce i picchi
glicemici prodotti dai carboidrati stessi e induce un aumento di leptina,
quindi ha un effetto salutare sulla fame che viene inibita. Aggiungendo
una fonte proteica la mattina, evidenzia come la fame di metà mattina
sparisca completamente. Le proteine nella dieta hanno diverse funzioni:
●stimolano il pancreas a secernere glucagone (ormone in grado di
mobilizzare i grassi di deposito).
●stimolano le funzioni anaboliche di muscoli, collagene, ossa.
37
Una carenza di amminoacidi non si riflette solo in una scarsa
muscolatura, ma anche in un abbassamento della funzionalità dei segnali
metabolici governati da molecole proteiche.
All‟ incirca il fabbisogno giornaliero di proteine è di circa 0,8 – 1 grammo
di proteine per kg di peso ogni giorno. Le quantità vanno proporzionate in
base ai soggetti: un bodybuider o professionista sportivo avrà un
fabbisogno di 2 – 2,5 g per kg di peso.
3) CONTROLLO DEI PICCHI GLICEMICI
Il controllo glicemico è di fondamentale importanza. L‟ aumento degli
zuccheri nel sangue generano il picco glicemico, di conseguenza si avrà
rilascio di insulina e rapido calo del picco, in grado di generare nuova
fame (effetto rimbalzo o ipoglicemia reattiva).
L‟ insulina è l‟ unico ormone ipo- glicemizzante e chi non lo possiede
(diabete mellito 1) è costretto a provvedere farmacologicamente; oltre a
svuotare il sangue del contenuto zuccherino convogliato nel fegato o
muscolo, ha azione all‟ interno della cellula periferica (muscolare o
adiposa)dove, grazie ai recettori specifici presenti sulla membrana,
condiziona il comportamento cellulare all‟ accumulo o ripristino di
glicogeno. Il comportamento dell‟ insulina è naturalmente diverso a
seconda che le cellule siano svuotate di glicogeno o se sono piene: se si
mangia senza aver fatto movimento, gli zuccheri verranno stoccati in
grasso, nel caso contrario verranno depositati sotto forma di glicogeno.
Lo zucchero genera infiammazione e questa genera ingrassamento: se
fossimo in fiamme ci verrebbe d‟ istinto spegnerle con una coperta o con
l‟acqua, è proprio questo che fa il corpo aumentando la ritenzione idrica e
ricoprendo di grasso. Finchè il segnale ipotalamico infiammatorio non
diminuirà sarà difficile liberarsi dell‟ acqua di ritenzione e del grasso. Un
buon metodo per ridurla è quello di consumare meno zucchero.
38
4) FRUTTA E VERDURE IN QUANTITA‟
Il consumo di frutta e verdura in quantità è una della regole più
importanti di dieta GIFT. E‟ possibile consumarle in modo del tutto libero
e a qualunque ora del giorno.
La frutta e la verdura forniscono fibre, acqua biologica, vitamine,
antiossidanti, minerali e oligominerali. Se introduciamo frutta ricca di
calorie basta associarla a verdure simili al sedano (rapa, carote, carciofi,
lattuga, finocchio ecc) che hanno calorie negative ovvero ciò che consuma
l‟ organismo per la masticazione è sicuramente superiore al valore
introdotto. Facendo ciò possiamo considerare l‟ apporto calorico pari a
zero. E‟ anche una buona abitudine iniziare ogni pasto con qualche
assaggio di frutta o verdura fresca.
5) VALORE DELLA FIBRA
L‟ importanza della fibra risale al 1988 Stevens e nel 1995 Raven
evidenziarono l‟ effetto sul dimagrimento di diete ad alto contenuto di
fibra. La fibra è importante anche per il suo volume, ha effetti sazianti,
stimola la peristalsi, previene fermentazioni e putrefazioni, arricchisce la
flora intestinale, protegge dalle diverticolosi e dal cancro al colon e
abbassano l‟ indice glicemico.
Il problema dell‟ alimentazione di oggi è che ci si nutre con cibi troppo
liquidi, morbidi e sminuzzati, quasi come se i denti non ci servissero. Se i
cibi sono duri, fibrosi e necessitano di masticazione, inviano segnali di
dimagrimento all‟ ipotalamo e attivazione metabolica.
La raffinazione dei cereali ha generato effetti disastrosi che riguardano
soprattutto gi aspetti nutrizionali dell‟ alimento.
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PROTEINE
FIBRA
FERRO
FARINA
FRUMENTO
RAFFINATO
6–9%
2–3%
CALCIO
TIAMINA (VIT. B1)
RIBOFLAVINA
(VIT.B2)
NIACINA (VIT. B3)
FARINA
FRUMENTO
INTEGRALE
12 – 15 %
9 – 10%
Da 5 a 20 volte
maggiore
2 volte maggiore
4 volte maggiore
5 volte maggiore
5 volte maggiore
DietaGIFT richiede che nell‟ alimentazione quotidiana siano utilizzate
solo farine integrali.
6) LUNGA MASTICAZIONE
Sakata dimostrò nel 2003 che l‟ azione antiobesità della lunga
masticazione è legata ad un‟ attivazione di un recettore cerebrale H3 dell‟
istamina, noto mediatore delle risposte allergeniche. Assaporare e
masticare il cibo prima di deglutirlo, genera segnali di sazietà più
tempestivi con maggiore facilità di digestione.
7) ELIMINAZIONE DEI CIBI SPAZZATURA
È risaputo come i cibi spazzatura siano dannosi per la salute. Si tratta di
alimenti di scarsa qualità con bassissimo valore nutrizionale, ricchi di
grassi e zuccheri. Si tratta di zucchero, farina “00”, grassi vegetali
idrogenati, margarine, dolcificanti artigianali, sciroppo di glucosio,
alcolici, bibite gassate, caramelle, coloranti in genere ecc.
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Uno dei punti delle dietaGift è l‟ eliminazione di questi cibi, o meglio dire
imparare a porre priorità sapendo scegliere.
8) ATTIVITA‟ FISICA
Il movimento fisico è in grado di accelerare con forza il metabolismo in
proporzione all‟ intensità. L‟ uomo è nato per correre, la corsa fa parte
dell‟ uomo, della sua storia,e del suo equilibrio psicofisico.
Gli effetti del movimento si esplicano sulla prevenzione del diabete, sull‟
ipertensione, sull‟ efficienza cardiocircolatoria, sul profilo lipidico, sull‟
osteoporosi, stitichezza, sul sonno e sugli stati d‟ umore, sulla stitichezza,
sul cancro al colon e sull‟ eliminazione delle scorie. La dietaGIFT valuta
l‟ attività fisica esattamente come un farmaco che ha in contemporanea
tutti questi benefici.
Il lavoro utile per dimagrire, stare in salute e prevenire problemi di saluto
è bene che sia:
- Di medio lunga durata ( da 50 a 60 minuti in su)
- Moderatamente impegnativo (regimi pulsatori da 100 a 150 al
minuto)
- Aerobico
- Continuo
- Svolto con frequenza regolare.
Lo svolgimento dell‟ attività fisica non serve per bruciare calorie, bensi
per l‟ attivazione metabolica.
9) CONTROLLO DELLE INTOLLERANZE
La presenza di intolleranze alimentari può ostacolare il processo di
rieducazione alimentare e va pertanto corretta con un adeguato periodo di
rotazione dei cibi responsabili del disagio, al fine di ridurre lo stato
infiammatorio generale.
41
10)
EQUILIBRIO PSICOFISICO
Non può esservi ripristino di benessere fisico che prescinda dal
raggiungimento di un maggiore equilibrio psichico. È importante
imparare come i cibi possano condizionare i comportamenti dell‟
individuo, l‟ umore e le scelte alimentari. Anche lo stress, frustrazioni
possono portare alla ricerca di cibo da consolazione.
11)CONTROLLO DEL MICROBIOTA INTESTINALE
Il microbiota intestinale rappresenta un vero e proprio organo di altissimo
valore metabolico, può essere definito una barriera che blocca gli effetti
tossici di molti alimenti, mette in circolo importanti peptidi e molecole
segnale, stimola e modula il sistema immunitario, controlla la crescita di
eventuali microrganismi patogeni producendo sostanze antibiotiche
naturali e , infine, produce neurotrasmettitori che orientano l‟ organismo
verso il consumo o l‟ accumulo. Esso è tanto più protettivo quanto più è
vario e stabile. Un microbiota rappresentato di poche specie è esposto ad
ampie fluttuazioni e può essere esposto ad infezioni.
Uno squilibrio del microbiota può generare risposte intestinali
patologiche. Quindi occorre correggere o prevenire il problema
ripristinando la varietà e la quantità di batteri utili che convivono in
simbiosi nell‟ intestino. La dietaGift consiglia di assumere alimenti in
grado di favorire lo sviluppo dei microrganismi più utili. I prebiotici che
maggiormente favoriscono una flora microbica utile si trovano nei legumi,
semi oleosi,cereali integrali, parti più dure di frutta e verdura.
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Con un pasto ricco di proteine la leptina rimane elevata a lungo e no cala : effetti sulla
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Ringraziamenti
Quando raggiungi un traguardo quasi non ci credi!
forse è solo in questi casi che si crede veramente di essere
stati bravi , accantonando il pensiero che ci ha perseguitati
per tutta la durata del percorso, ovvero quello di non essere
bravi abbastanza.
Se c’è una cosa che ho imparato nel mio percorso universitario
è quella di non arrendersi mai : tutto è possibile se si vuole!
Desidero ringraziare la mia famiglia che mi ha sempre
sostenuta dandomi la possibilità di raggiungere anche questo
traguardo.
Ringrazio anche le persone che in questo percorso mi hanno
aiutata e tirata su in tante occasioni.
“ Credi sempre in ciò che sei”
Antonella
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