viaggio nel - Centodieci

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viaggio nel - Centodieci
OSCAR DI MONTIGNY
VIAGGIO NEL
FUTURO
DIARIO FOTOGRAFICO DAL MONDO
DELL’INNOVAZIONE
CENTODIECI
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VIAGGIO NEL
FUTURO
DIARIO FOTOGRAFICO DAL MONDO
DELL’INNOVAZIONE
OSCAR
DI MONTIGNY
Direttore Marketing, Comunicazione e Innovazione di Banca Mediolanum
Ideatore e Fondatore di MCU - Mediolanum Corporate University
Amministratore Delegato di Mediolanum Comunicazione
Esperto di Innovative Marketing, Comunicazione relazionale e Corporate education, è ideatore e
divulgatore dei principi dell’”Economia 0.0” in cui coniuga business e management con filosofia,
arte e scienza. Keynote speaker appassionato e di forte impatto motivazionale è stato invitato
a partecipare a molti forum e manifestazioni sia nazionali che internazionali. Il suo obiettivo
è contribuire ad aiutare le giovani generazioni, ma non solo, ad essere in grado di affrontare le
imminenti sfide del futuro.
Marketing and Innovation
Dopo esperienze di marketing in vari gruppi
Palo Alto (Milano).
internazionali, Oscar Di Montigny è oggi CMO di
Nell’ambito delle attività di MCU, propone e crea con
Banca Mediolanum; il suo carattere distintivo come
gli stessi valori Centodieci, un progetto di Mediolanum
manager è sicuramente quello di scoprire, condividere
Corporate University, ente di formazione che Banca
e responsabilizzare.
Mediolanum ha voluto per promuovere un approccio
Nel 2009 ha ideato e lanciato Mediolanum Corporate
pragmatico e costruttivo alla conoscenza, alla vita
University (MCU) che nel 2013 si è aggiudicata il
personale e alla società.
secondo posto al mondo ai prestigiosi “Corporate
Universities Awards” .
Centodieci lega insieme centinaia di eventi che si
tengono sull’intero territorio e uno spazio online di
A settembre 2014, la Corporate University si è anche
cultura del pensiero e del confronto, un laboratorio
classificata prima al Positive Business Training
di riflessione multidisciplinare aperto a tutti, convinti
Award; prestigioso premio conferito dalla Scuola di
che oggi più che mai la cultura sia condivisione.
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Economia 0.0
Ritorno al centro
“Epoca di cambiamenti o cambiamento d’epoca?
umane sta portando con sé i geni di una dirompente
L’emergere veloce dei primi segnali di una neo-nascente
innovazione; bisognerà re-inventarsi per re-inventare,
Sharing Economy non deve trarci in inganno: lo shift
divenendo parte attiva nella determinazione di un
culturale non avverrà se andremo nella direzione
nuovo sistema economico e sociale.
sbagliata”.
La sfida per le aziende è così diventata soprattutto
Questa indagine ha portato alla definizione dei principi
‘culturale’: vinceranno quelle che sapranno anticipare
base del concetto di “Economia 0.0”
i nuovi mega-trend tecnologici, sociali e di mercato e
che sapranno ripensarsi come un eco-sistema fondato
sulla condivisione di un Sistema di Valori».
«Siamo entrati nell’Epoca delle Relazioni e la
convergenza digitale tra tecnologia e relazioni
Web e Collaborazioni
Oscar di Montigny è autore del blog “Riflessioni per il
Inoltre collabora anche come “columnist” a numerosi
terzo millennio”, in cui indaga e analizza come i mega-
progetti editoriali fra i quali si segnala: il settimanale
trend del futuro determineranno nuovi scenari sociali
Panorama, il digital project EconomyUp e Radio 24,
e di mercato.
tutti consultabili sul suo sito alla sezione Dicono di Me.
Alcune partecipazioni
come Keynote Speaker
Nell’ottobre del 2014 è stato uno dei 12 keynote speakers
del marketing e di creare nuovi approcci per risolvere
al World Business Forum di Milano. L’evento business
i temi più pressanti del mondo attraverso l’efficace ed
più importante in Europa intitolato (per questa
efficiente strumento del marketing. Il tema del terzo
edizione) “Provocatori”, ha visto fra gli altri speaker
World Marketing Summit è stato: “Creare un mondo
anche: Steve Wozniak, Oliver Stone, Chris Gardner,
migliore attraverso il Marketing”.
Jacques Attali, Felix Baumgartner, Simon Sinek,
Marcus Buckingham.
- Alcuni momenti della giornata
- Video dello speech al World Business Forum
Nel giugno 2014 è stato relatore, insieme a Jacques
Attali, al LH Forum - Movimento per una Economia
- Altri momenti della giornata
Positiva, un network internazionale di persone che
mettono l’interesse delle generazioni future al centro
Nel 2015 sarà uno degli speakers del World Business
del loro pensare e del loro agire; CEO e CMO di grandi
Forum che si terrà a Madrid, intitolato “I’m Story
aziende, imprenditori, artisti, tutti accomunati dal
Maker”.
desiderio di implementare nuovi modelli, in campo
economico ma anche in altri settori della società,
Invitato nel settembre del 2014 dal Prof. Philip Kotler
che tengano conto degli interessi delle generazioni a
(massimo esponente a livello mondiale del Marketing
venire.
moderno) alla terza edizione del World Marketing
Summit a Tokyo, è stato uno dei due soli relatori
- Video dello speech della giornata intermezzato
europei presenti all’evento.
da alcune riflessioni fatte insieme a Jacques Attali,
Il
World
Marketing
Summit
è
un
Letizia Moratti e Renzo Rosso
meeting
internazionale che si prefigge di confrontarsi sul futuro
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Altre recenti partecipazioni
TEDxRoma, considerato fra i quindici TEDx più
Digital Capri X Italia, evento di rilevanza nazionale nel
importanti al Mondo, dove è stato invitato come
quale i protagonisti della filiera digitale, le istituzioni e
Speaker in insieme a Vinton Cerf (inventore del
la finanza hanno dibattuto sulla capacità di sviluppare
protocollo di internet) e tanti altri ospiti di rilievo.
valore economico e culturale in Italia, attraverso
l’innovazione digitale.
- Video integrale TEDxRoma
- Video integrale Digital Capri X Italia
Inoltre
Ha recentemente tenuto lectio magistralis nei più
Università Bocconi, presso Confindustria e le maggiori
importanti atenei italiani, ai Club Alumnia di London
Associazioni di categoria, e in alcune delle aziende
Business School (sezione Italia), Politecnico di Milano e
italiane di maggior prestigio.
CENTODIECI
Centodieci, un progetto di Mediolanum Corporate University, lega
insieme centinaia di eventi che si tengono sul territorio e un magazine
online di cultura del pensiero e del confronto, un laboratorio di riflessione
multidisciplinare aperto a tutti, perché siamo convinti che oggi più che
mai la cultura sia condivisione.
Su Centodieci.it trovate ogni giorno, nelle categorie Ispirazione,
Innovazione, Formazione, Tecnologia e Creatività, idee e strumenti per
innovare con lode.
Ebook pubblicato nel Maggio 2015 - Copyright © 2015 Banca Mediolanum S.p.A.
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LA MIA
ESPERIENZA
NEL FUTURO
Picasso diceva: “I geni copiano”.
Leonardo da Vinci sedeva e osservava per ore le piccole e grandi manifestazioni della natura
come i vortici d’acqua nei ruscelli, il movimento delle nuvole nel cielo, il movimento delle
piante accarezzate dal vento, poi traslava queste osservazioni e inventava meccanismi
complessi che ancora oggi sono alla base del funzionamento di molte di quelle macchine
che ci facilitano la vita di tutti i giorni, o ci concedono di fare esperienze altrimenti
impossibili perché contro la natura di noi umani o contro la fisica che governa questo
pianeta.
Ispirato da modelli di eccellenza quali Leonardo e Picasso, con spirito indagatore, e con
grande curiosità e umiltà, sono andato negli Stati Uniti, a San Francisco, nella Silicon
Valley e alla Singularity University, per un viaggio personale e professionale alla scoperta
del futuro.
Una delle speranze con cui sono partito era quella di poter rientrare in Italia più ricco di
stimoli e suggestioni, e più povero di convinzioni. È andata così e per questo motivo ho
voluto condividere la mia esperienza, non perché io sia diverso dagli altri, ma perché certe
possibilità vanno messe a disposizione di tutti coloro che hanno interesse a conoscere il
futuro.
Così nasce questo ebook, anzi photobook, una lunga serie di fotografie per raccontare
un viaggio che ci porta ben oltre quello che ho visto io con i miei occhi, e che con questo
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diario fotografico provo a condividere con voi.
Questa lunga serie di fotografie ci
porta in un futuro che cambia nello stesso istante in cui lo si pensa, che è frutto di una
disruptive innovation senza soluzione di continuità, che è immaginazione e percezione,
tatto e volatilità, cambiamento e miglioramento. Questo diario di viaggio racconta la mia
esperienza diretta in Silicon Valley. Sono stato in Singularity University, un’organizzazione
che offre a manager d’azienda e imprenditori strumenti per predire e valutare quali nuove
tecnologie trasformeranno le loro industrie, carriere e vite. Qui ho indagato come la
tecnologia esponenziale può essere utilizzata per creare le condizioni migliori per le nostre
vite e i nostri Paesi, perché la vita che stiamo vivendo sarà dieci volte diversa da quella
vissuta dai nostri genitori. Questo perché la soluzione di qualsiasi problema non è oggi
possibile con logiche lineari, occorre puntare su logiche esponenziali, capaci di introdurre
un insieme di funzionalità completamente nuove, spesso lontane da quelle richieste e
valutate dal mercato esistente. Innovazioni di questo tipo portano a una ridefinizione del
prodotto, servizio o modello di business nella direzione di una maggior semplificazione e
democratizzazione dell’innovazione, in termini di aumento dell’accessibilità e riduzione
del costo.
Questo significa che serve, e questa è la sfida più grande, uno shift culturale profondo,
che sia il solco tra ciò che sarà e ciò che è stato. Con un valore imprescindibile: il futuro
appartiene all’economia del giusto profitto. Fare del bene rende felici. E per fare davvero
innovazione, è necessario essere felici.
- Oscar di Montigny
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TOPOREPORTER
Inizia così il mio viaggio verso il futuro.
Leggendo Topolino (ma anche Buddha)
che insegna a diventare Toporeporter e
Paperino alle prese con Twitter.
Una
carta
d’imbarco,
dell’ottimo
melograno e la testa concentrata sul
mondo che dobbiamo costruire insieme.
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SILICON
FUTURE
Il Golden Gate, le colline ripide, le belle
case vittoriane a Haight-Ashbury,
la storia del movimento hippie. San
Francisco è da sempre nei nostri occhi,
è un pezzo di anima di quella California
sognata in un romanzo o al cinema. È
ancora così, una città intrisa di tutto il
suo fascino.
Eppure, oltre il Bay Bridge, verso Sud,
c’è molto di più. C’è quella che tutti
chiamiamo Silicon Valley, un altro
pezzo di anima racchiuso dentro la
tecnologia che usiamo ogno giorno.
Dentro un tablet, uno smatphone, un
computer, un sistema operativo, una
app, un software che organizza la nostra
vita lavorativa o social.
In questa enclave dell’high-tech ho
incontrato soprattutto le persone che
ogni giorno studiano, progettano,
sviluppano il futuro che arriverà
nelle nostre mani. Qui 60 anni fa si
producevano microchip. Qui molti anni
prima Bill Hewlett e David Packard, in un
garage di Palo Alto, mossero i primi passi
di quella che sarebbe diventata una delle
maggiori aziende di personal computer:
la HP. Qui i due Steve, Wozniak e Jobs,
diedero vita alla Apple.
In questa lingua d’America dove
lavorano anche cinquemila italiani
si respira una cultura che non ha
paura del rischio d’impresa. Funziona
così da quando il silicio impiegato nei
semiconduttori ha dato il nome a questa
valle, anche se oggi meriterebbe di essere
chiamata Future Valley.
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«L’evoluzione della scienza
e della tecnologia non
e un processo lineare,
ma esponenziale»
Ray Kurzweil
Inventore e informatico statunitense
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THE MAP OF
INNOVATION
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Più che un’estensione territoriale,
la Silicon Valley è uno spazio
mentale. Quando pensi a un brand
dell’information technology è probabile
che il suo quartier generale sia nella Bay
Area. Un passaggio spesso successivo alla
data di fondazione: Facebook, che oggi
ha il suo headquarter a Menlo Park, è
nata a Harvard, nel Massachusetts. Da
qui, spostandomi di qualche chilometro,
sono arrivato a Palo Alto, alla porta
d’entrata di HP e Tesla Motors, azienda
che coniuga tecnologia ed energia
producendo auto elettriche.
Un dribbling dietro l’altro facendo tappa
obbligata alla Singularity University, di
nuovo sui banchi di scuola prima dello
stop successivo. A Mountain View, sede
di due colossi: Microsoft e Google.
Poi ancora in viaggio, a Sunnyvale
per una visita alla filiale di Nuance
Communications,
software
house
specializzata nella tecnologia vocale:
tra le tante applicazioni sviluppa anche
Siri, l’assistente virtuale dei device Apple.
Già, la Mela, l’inquilina storica di questo
grande condominio ha casa a Cupertino.
1991-2015
Ho vissuto a San Francisco nel 1991 e, da allora, ci
sono tornato più volte, perché è la città più capace
al mondo di connetterci con il nostro futuro, con
ciò che sarà. E anche con ciò che, per me, è stato:
in alto sono nella via in cui vivevo più di vent’anni
fa. E sotto sono al Caffè Dignità, ottimo non solo
per l’espresso, ma anche perché ci ricorda che
prima di tutte le tecnologie vengono gli uomini, il
rispetto, ciò che siamo, la nostra dignità.
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ECONOMIA 0.0
A STANFORD
Andare a Stanford, nel più importante luogo del
pensiero dell’innovazione, e poter scrivere sulla lavagna
un concetto per me fondamentale. Vitale. Economy 0.0.
Economia 0.0. Che significa fare del bene e farlo bene. Fare
della nostra vita un prodotto e fare di questo prodotto
qualcosa di significativo per l’insieme. È una nuova
idea: un’Economia sostenibile che esprime la capacità di
esistere insieme, nella relazione col tutto e non soltanto
come parte a sé stante. È un’economia basata sul capitale
creativo culturale, capace di riconoscere nell’Amore l’atto
economico per eccellenza.
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DREAM
TEAM
Università, centri di ricerca e sviluppo
del prodotto, big company high-tech,
venture capitalist. In Silicon Valley
l’unione fa la forza e crea un team
vincente. Un network che ogni giorno
condivide idee e progetti crescendo
insieme. Un Esempio? Tesla Motors,
finanziata inizialmente da Elon Musk
(cofounder di PayPal), in seguito ha
ricevuto fondi da VantagePoint Venture,
ma anche finanziamenti dai fondatori di
Google Sergey Brin e Larry Page e dall’ex
presidente di eBay Jeff Skoll. Tutti nomi
e società based in Silicon Valley. Come
dire: «Bella idea, te la finanzio io, Elon».
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SHARING
A VISION
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Fare innovazione qui significa attaccare
la spina ed essere subito operativi.
Vale soprattutto per le startup che si
avvalgono di programmi di scambio
internazionale, studiano nelle università
locali, partecipano a eventi in cui dare
visibilità alle loro visioni innovative.
Per un giovane che arriva nella Silicon
Valley c’è la certezza di accedere a un
ecosistema che accelera il percorso
di trasformazione di un’idea in
un’impresa, grazie a tutor e mentor
specializzati nell’attuazione di quella che
si chiama go-to-market strategy.
TECH
PLEASE
Quali sono i cluster in cui investono
oggi nella Silicon Valley? Le idee da
sviluppare accedono a nove macroaree:
tecnologia, media, telecomunicazioni,
vendita retail, trasporti, salute,
finanza, educazione e device.
Sono idealmente le prese di corrente
per dare luce all’innovazione, per
concretizzarla in prodotti e servizi che
vanno sotto la voce mobile, per esempio
con le app che usiamo su smartphone
e tablet. Che carichiamo su un server
cloud. Sono i nostri big data, è la nostra
vita sui social media che cambia e cresce
grazie a un’dea coltivata in California.
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BILLION
DOLLARS
Le buone idee per crescere hanno
bisogno di essere finanziate. Ogni startup
vive un periodo iniziale di incubazione
da sei a 18 mesi e successivi step prima
di arrivare sul mercato. Tradotto: vari
round di investimenti che nel 2014 hanno
toccato la quota più alta dalla famosa
crisi del settore nel Duemila.
Parliamo di miliardi di dollari che, per
il 41 per cento, vengono investiti sulle
software company, per il 25 da imprese
internet based e per il 18 per cento da chi
si occupa di life science.
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LIFE IN A
SENSOR
Italiani made in California. Come, con me nelle
foto qui a fianco, Francesco Mosconi: laurea e
dottorato in Fisica, ambasciatore per l’Italia alla
Singurality University e chief data officer a Spire.
L’azienda si occupa di tecnologia indossabile: un
piccolo e rivoluzionario sensore che dialoga con
lo smartphone monitorando i nostri parametri
energetici. A cosa serve? A controllare le nostre
emozioni e affrontare la vita al meglio. spire.io
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ITALY
GOES TO
FRISCO
San
Francisco,
Italia.
Training,
mentorship, seed financing: non potevo
non fermarmi a Mind The Bridge, la
fondazione costituita nel 2007 da
Marco Marinucci, una startup school e
quindi un incubatore (Mind The Bridge
Gym) che connette il talento dei giovani
italiani ed europei alla rete della Silicon
Valley.
Ne abbiamo bisogno, è un ponte
importante per l’Italia e per l’Europa.
Quando guardi gli occhi chi è passato
di qui (come quelli dell’Accelerator
Wall nella foto) capisci perché: i sogni
sorridono. mindthebridge.org
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ITALIAN
STYLE
IN A
LIST
Certi italiani li riconosci perché vanno in giro con
una cartellina con su scritto: «Italy is Italist.com».
È il caso di Raffaele Giovine, Ceo e cofounder della
piattaforma di ecommerce (dentro l’acceleratore
500 Startups, a Mountain View) che riunisce le
migliori boutique di moda maschile e femminile
insieme ai più bravi designer che rappresentano
lo stile italiano. italist.com e 500.co
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«L’unico motivo per cui
ha senso combattere e per
illuminare le menti»
Elon Musk
Imprenditore sudafricano, Ceo di Tesla Motors,
ha costruito la prima vettura sportiva elettrica
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CLOUD IS
THE FUTURE
Il futuro è nel cloud, sulla nuvola. Lo testimonia
anche la Cloud Academy di cui Stefano Bellasio
(in foto), un altro cervello italiano ormai stabilito
in Silicon Valley, è Ceo: il cloud computing,
spiegano, sta cambiando totalmente il modo in
cui le persone interagiscono con le informazioni
e con la conoscenza, in cui gli sviluppatori creano
applicazioni, in cui le aziende organizzano e
raccolgono i dati sia online che offline.
cloudacademy.com
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GOING
SHOPPING
Nella sede di Fluid, a San Francisco, l’ambiente è molto
informale: qui si implementano strategie, design e
tecnologia per gli ecommerce. Certo, ci sono le scrivanie
con i computer, ma di stanze chiuse ce ne sono poche.
Piuttosto si fa spazio a un tavolo da ping pong, a una bici,
ma soprattutto al prodotto su cui si deve lavorare. Molte
scarpe, come quelle ritratte in queste foto, perché tra i
vari clienti di Fluid ci sono diversi brand delle calzature
sportive come Puma, Vans e Reebok.
Perché il prodotto, per saperlo comunicare e farlo
acquistare online senza nemmeno una prova come
accade negli shop retail, lo devi conoscere. In questi
uffici si lavora sul concetto di esperienza e sentimento
che un’immagine, un font utilizzato in un testo, un colore
riescono a comunicare attraverso lo schermo di un Pc.
Funziona. Come dicono a Fluid: «Real people don’t go
commerce. They go shopping». fluid.com
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HOUSE
OF IDEAS
Plug and Play è un concetto ricorrente
in tutta la Silicon Valley, Il motivo?
Comunica immediatezza, rapidità di
pensiero e di applicazione. Si chiama
così, Plug and Play Tech Center, anche
uno dei tanti acceleratori d’impresa ad
alto tasso tecnologico. È a Sunnyvale,
tra Palo Alto e San Jose, raggruppa
più trecento startup, quasi duecento
investitori, comunità di studenti e
docenti universitari insieme ad aziende
partner.
Non va però considerato solo come
quattro mura (l’altra sede è a New York),
ma come un hub per la connessione delle
idee. Di più, qui metodo e progettualità
fanno in modo che una buona intuizione
acquisisca rapidità di esecuzione
velocizzando il percorso dei vari attori
in gioco: venture capitalist, imprenditori,
aziende e governi.
Stessa sensazione, ancora più informale,
che ho vissuto alla SiliconHouse
(seconda e terza foto a sinistra), dove ho
incontrato alcuni degli startupper ospiti
che arrivano da tutto il mondo. Un drink,
due chiacchiere, una risata e poi un
pitch: fa bene brindare alle nuove idee!
plugandplaytechcenter.com
siliconhouse.us
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INTO THE
CLOUD
Delocalizzazione,
in
termini
di
produzione e forza lavoro, è un
argomento molto dibattuto e oggetto di
critiche. Quando però si parla di web e
cloud computing siamo tutti d’accordo.
Significa avere accesso a software e
applicazioni non archiviate direttamente
su un server aziendale o sull’hard disk del
nostro Pc. Significa accedere al servizio
cloud di aziende come Salesforce, che ha
il suo headquarter a San Mateo.
A Salesforce si occupano di Customer
Relationship Management, quindi della
gestione delle relazioni con i nostri
clienti potenziali o acquisiti, e lo fanno
attraverso applicazioni in the cloud.
È tecnologia che semplica il flusso di
lavoro delle imprese e le fa risparmiare:
meno spese per l’acquisto di hardware,
basta l’abbonamento al servizio cloud.
Con Salesforce, premiata per 4 anni
consecutivi Azienda più Innovativa
dell’anno dal magazine Forbes, è possibile
avere accesso a una panoramica
completa dello stato degli ordini e delle
fatture in sospeso, organizzare i dati
che arrivano dalle interazioni sui social
network, la cronologia delle transazioni.
Insomma,
parliamo
anche
di
smartworking, di accedere a un software
senza essere in ufficio, di wellness sul
posto di lavoro perché tutto è più rapido,
chiaro e a disposizione di tutti.
È un altro esempio di futuro in diretta
che si respira nella Silicon Valley.
salesforce.com
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SOCIAL BANKING
E le banche? Di strada ne hanno fatta
anche gli istituti di credito, un percorso
che da un ambiente fisico si è spostato
sempre di più online.
Ve lo ricordate? Negli anni Ottanta, il
servizio che rendeva più autonomo
il cliente era lo sportello Bancomat.
Anche allora si trattava di evoluzione
tecnologica che oggi, pur essendo ancora
in funzione, iniziamo ad avvertire
come della vecchia generazione. Perché
la nuova è arrivata grazie a Internet,
all’accesso online di tutte le operazioni
da sportello bancario classico: bonifco,
estratto conto, pagamento fornitori...
E oggi a che punto siamo? Ci stiamo
spostando velocemente verso i servizi
cloud based. Oggi possiamo operare dal
nostro conto anche in mobilità con una
app sullo smartphone, senza avere un Pc
collegato alla Rete.
Il domani? È già qui: grazie ai servizi
“sulle nuvole” la banca diventerà smart
e comunicherà con noi in maniera più
informale, evolvendosi e seguendo il
cliente ovunque sia utile.
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SHOP FASTER
AND SMARTER
A volte basta solo una lettara, la P, che
sta per PayPal, società che offre servizi
di pagamento online e trasferimento
di denaro. Chi conosce eBay sa di che
cosa sto parlando, la maggior parte degli
acquisti sul noto marketplace viene
effettuata tramite PayPal, che dal 2002 fa
parte dello stesso gruppo.
È a Palo Alto che ho l’occasione di capire
qual è la novità più importante in campo
di payment online: si chiama PayPal
Check-in e si sta diffondendo anche in
Italia, per capire come funziona sono
andato da Burger Bistro e Mirabelli’s
Grocery, due locali che accettano questo
tipo di pagamento. Basta scaricare
l’app per lo smartphone, individuare il
negozio e il prodotto in vendita e pagare
tramite PayPal. Il titolare non deve far
altro che controllare nome, cognome e
foto del cliente che si trova di fronte.
Semplice, nessuna carta di credito, niente
Pos con un codice da digitare, nessuna
attesa di connessione o scontrini che
tardano a uscire. Perché? Perché la
ricevuta o l’eventuale fattura può essere
inviata via Sms o via email.
È la tecnologia, bellezza. A PayPal la
conoscono bene, rimane solo da mettersi
in testa il loro messaggio: Shop faster
and smarter. paypal.com
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IMAGES OF
A SUCCESS
Che differenza c’è tra una reflex e la fotocamera
di uno smartphone? In termini di qualità
vince ancora la prima, quanto alla velocità di
condivisione sui social media non c’è gara.
È stata questa l’intuizione di Kevin Systrom
e Mike Krieger, gli sviluppatori di Instagram
che hanno lanciato l’app sullo store Apple nel
2010: la possibilità di scattare foto (in formato
quadrato) dal telefono, ritoccarle con appositi
flitri e postarle in pochi secondi su Instagram,
condividendole su Facebook, Twitter e altri
canali. A Menlo Park sono entrato negli uffici di
una delle App più famose e utilizzate, per capire
la storia che c’è dietro un successo diventato
case history: un milione di utenti a tre mesi dal
lancio, cinque a meno di un anno, 25 dopo 24
mesi. Nel 2012, su Instagram ha messo gli occhi
anche Mark Zuckerberg: proposta di acquisto e
chiusura della trattativa per più di settecento
milioni di dollari. instagram.com
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THE EYES
OF TOMORROW
Facebook, più di altre aziende di successo,
è storia contemporanea, è la quotidianità
che ogni giorno pubblichiamo sui nostri
profili. Privati, pubblici, corporate. Con
Facebook comunichiamo, facciamo pubblicità,
accediamo alle news prima che su altre
piattaforme dedicate perché le notizie spesso
vengono comunicate sui social. E con Facebook
troviamo lavoro perché aziende e società di
recruitment pubblicano annunci mirati alle
nostre professionalità.
Ormai snocciolare numeri sulla diffusione
del social network numero uno non ha molto
senso, diamo quasi per scontata la presenza su
Facebook di un amico o di un brand.
Entrare negli uffici di Menlo Park di persona
e parlare con il release engineer Chuck Rossi
(foto in alto) fa capire molto di più: nuovi device
sulla realtà aumentata (a destra indosso gli
Oculus, immergendomi in una realtà più che
virtuale), metodologia di lavoro, innovazione
in fase di ottimizzazione che vedremo sulle
nostre teste, dentro ai nostri computer, tablet e
smartphone. Viene voglia di dire loro: abbiamo
bisogno di voi, fate presto, vogliamo continuare
a sognare. facebook.com
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WE ARE
GOOGLE
Google, Mountain View. Nel 97 era solo
un motore di ricerca, ma era già il più
veloce. Oggi Big G offre una serie di
servizi di cui non possiamo fare a meno:
Gmail, Maps, Translate, Street View,
tanto per citare alcuni dei più utilizzati.
Sì, Google organizza la nostra vita dentro
e fuori dal lavoro tanto che i dizionari
sono stati aggiornati inserendo tra i
verbi to google, sintesi perfetta per
intendere: fare una ricerca sul web.
Serve altro? Riuscire a entrare nel
Google X Lab, la struttura segreta dove
le grandi innovazioni prendono forma
ogni giorno. research.google.com
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DAY OFF
Dal dinosauro dell’headquarter di
Google a lunghi giri, in auto e a piedi,
per San Francisco. Provo a staccare, a
scollegare la mente da quello ho visto in
questi giorni, ma la verità è che qua la
disconnessione è realmente impossibile.
Non è un male, non è uno stress, è il
sentire che sei in un luogo in cui in
futuro si costruisce ogni istante.
In cui il futuro puoi costruirlo anche tu.
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LIVING
education
Singularity University è un ente di formazione che
fornisce programmi educativi per aiutare le persone, le
aziende, le istituzioni, gli investitori, le ONG e i governi a
capire come utilizzare le tecnologie all’avanguardia
per avere un impatto positivo su miliardi di persone.
Fondata nel 2008, ha sede dentro la Nasa e vede la
collaborazione di aziende come Google, Cisco, Nokia,
Autodesk, Genentech, ePlanet Capital e della Kauffman
Foundation.
Ti aiuta a comprendere il cambiamento che accade
adesso, tra novità eccitanti e riflessioni sui pericoli che
corriamo, per diventare protagonista attivo di un futuro
che è ogni giorno più presente.
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MAKING
A CHANGE
«Educare, ispirare e dare la forza ai leader
di utilizzare le tecnologie esponenziali per
far fronte alle grandi sfide dell’umanità».
Sono queste le parole di presentazione
al corso della Singularity University che
ha sede in un’ex base della Nasa, vicino a
Google e all’Università di Stanford.
Energia, salute, neuroscienza, bio
e
nanotecnologia,
fabbricazione
digitale, robocars, diritti civili e
sicurezza, intelligenza artificiale, realtà
aumentata... Ecco di che cosa abbiamo
parlato, che cosa ho ascoltato, che cosa
ho portato a casa.
Ho capito che il ritmo del cambiamento
accelera,
che
l’evoluzione
della
scienza e della tecnologia non sono
un processo lineare, ma esponenziale.
Sta a noi decidere se far parte di questo
cambiamento, di questo potenziamento
dell’umanità che sarà capace di farci
superare la biologicità, i nostri limiti.
Ho compreso che dovremo affrontare le
sfide che si porranno davanti a noi con
quel ritmo prodotto nella Silicon Valley,
distaccandoci dallo stile che abbiamo
avuto fino a oggi. Il motivo? Non siamo
ancora pronti per la longevità. Insieme
a un’altra consapevolezza: questo è
sicuramente il momento migliore per
essere vivi, utilizzando la tecnologia al
servizio del bene comune.
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«La vera innovazione
arriva da un pensiero
perpendicolare»
Peter Diamandis
Ingegnere e imprenditore,
è co-fondatore della Singularity University
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AI: 2 LETTERS
ONE GOAL
Siri e Google Now, gli assistenti personali per
le piattaforme iOS e Android, hanno aperto
il campo all’intelligenza artificiale. Quella
che conosciamo su larga scala in un mercato
di consumo globale. Facebook ha creato
tre laboratori specializzati nell’individuare,
descrivere ed etichettare le immagini
fotografiche. Nei prossimi 15, 20 anni il 47 per
cento del lavoro dei colletti bianchi potrebbe
essere portato avanti proprio dallo sviluppo
dell’intelligenza artificiale.
Neil Jacobstein, ex presidente della Singularity
University e docente della lezione sulla AI, è
convinto delle enormi potenzialità in gioco.
Si stanno compiendo passi enormi in avanti,
se pensiamo che il cervello umano non viene
aggiornato da milioni di anni. Ma non dobbiamo
spaventarci, le nuove forme di intelligenza
artificiale e gli esseri umani possono convivere
insieme sfruttando al meglio una grande
opportunità di progresso tecnologico.
34
EXPONENTIAL
SOCIETY
Nuove strategie, strutture, cultura, processi
e sistemi: una tecnologia esponenziale
implica esponenzialità nell’organizzazione
di un nuovo tipo di società. Anche le
imprese produttive ne trarranno vantaggio
prendendo ispirazione e idee dagli individui
che faranno parte di questo cambiamento.
È la lezione di Salim Ismail, che spiega come
non solo le startup possono ottenere una
crescita molto rapida: tale modello sarà il
futuro del commercio, del no profit e anche
dei governi.
35
THE POWER OF
BRAIN
Robotica e neuroscienza: in campo medico e
scientifico ci aspettano anni ricchi di successi.
Nessuno può affermare che la tecnologia riuscirà
a sconfiggere le malattie, ma certamente potrà
migliorare la vita delle persone in cura, con
tecniche meno invasive e dolorose, restituendo
anche il dono più prezioso: il tempo.
36
ENERGY
NETWORK
Energia, ne avremo sempre più bisogno. E a
costi molto più bassi. Dovremo sfruttare meglio
l’energia naturale del sole, trovare soluzioni
per una fonte simile al nucleare ma sicura e
non inquinante, migliorare l’efficienza degli
accumulatori, creare un network globale di
energia. Lo sappiamo fare, basta volerlo.
37
ROBOT
A LOVE
STORY
Quella tra gli esseri umani e i robot sarà una
storia d’amore. Rob Nail (associate founder e
CEO alla Singularity University) mentre ne
parla durante la lezione è emozionato. Starà
a noi decidere il tipo di relazione. Oggi siamo
ancora a uno stadio embrionale, ma presto la
robotica arriverà sul mercato e non potremo
ignorarla. Saremo in grado di insegnare loro
compiti e lavoro quotidiano attraverso un
linguaggio di programmazione semplice. Ci
sostituiranno in quei lavori manuali che noi
umani non vogliamo fare.
La robotica e i relativi risultati troveranno
applicazioni nella nostra vita lavorativa
e privata producendo autonomamente
prodotti di design (le stampanti 3D sono
un esempio attuale). E negli anni, grazie al
supporto e allo sviluppo della tecnologia
in altri campi, saranno in grado di avere
delle interazioni sociali con gli umani
comprendendo le loro emozioni.
38
BIOLOGY IS
DIGITAL
La riduzione dei costi nello sviluppo hardware
e software sta portando novità anche nella
biologia sintetica. Dati e algoritmi, studiati in
modalità open source, nei prossimi 20 anni
porteranno a scoperte rivoluzionarie nel campo
dell’ingegneria genetica. Ancora una volta il fine
ultimo è il bene: più salute e meno malattie.
39
PRIVACY
VS
SECURITY
Sul web lasciamo le nostre tracce, pezzi di vita
che raccontano di noi e che non infrangono la
legge. Ma online si commettono anche crimini,
si scambiano informazioni che possono portare
terrorismo e attentati. Sta a noi gestire un codice
tecnologico ed etico per tracciare una linea tra
privacy e sicurezza su Internet.
40
WE CAN
DO IT!
Che cosa è emerso dalle lezioni alla
Singularity University? Che l’uomo è il
problema di ciò che sul Pianeta non funziona.
Sta a noi diventare la soluzione attraverso
un’evoluzione delle coscienze.
Abbiamo bisogno di trovare una convergenza
dei risultati che stiamo ottenendo in campo
tecnologico e di quelli (enormi) che potremo
utilizzare in un futuro prossimo.
Dobbiamo diventare promotori attivi di
valori importanti, primo fra tutti: perseguire
l’obiettivo di un Umanesimo Digitale.
41
TIME TO
LEARN
Quasi nessuno è a conoscenza di quanto
sta succedendo nella Silicon Valley,
eccetto i membri di questo piccolissimo
ecosistema in cui avviene il magico
incontro tra visionari (startupper),
ricercatori, accademici e finanziatori
di capitale. Cioè chi sogna, chi forma
ed educa, chi rende realizzabile
concretamente il sogno.
La Silicon Valley è a tutti gli effetti l’El
Dorado di chiunque oggi voglia fare
impresa. È questa la grande opportunità
che anche io ho percepito durante le
lezioni alla Singularity University.
42
Salim Ismail (prima foto)
Dopo aver fondato e ricoperto il ruolo
di direttore esecutivo alla Singularity
University, oggi viaggia in tutto il
mondo per diffondere il messaggio
sulla tecnologia esponenziale. Prima di
arrivare alla SU è stato vice presidente di
Yahoo! e capo di Brick House, la fabbrica
delle idee interna al noto motore di
ricerca. Fa anche parte di Breakthrough,
organizzazione per i diritti umani
impegnata contro la violenza sulle
donne e a sostegno dell’immigrazione.
salimismail.com
Nathaniel Calhoun (seconda e terza
foto)
È un pedagogista specializzato nella
progettazione di programmi di studio
per studenti svantaggiati. Sei anni fa ha
progettato CODE Innovation, società che
sfrutta le nuove tecnologie per rendere
disponibile
l’apprendimento
anche
nelle aree più remote dei Paesi africani.
Con la divisione CODE Green si occupa
di ecologia e cambiamenti climatici,
in particolare di quelle aree colpite da
alluvioni o siccità come il Sahel, il Medio
Oriente e i Paesi meridionali dell’Asia.
codeinnovation.com
43
Neil Jacobstein (foto in alto)
Una laurea in Scienze Ambientali
all’università del Wisconsin e una in
Ecologia Umana conseguita in Texas, è a
capo della cattedra di Intelligenza Artificiale
e Robotica e coordinatore dell’IMM, Institute
for Molecular Manufactoring. Dal 2010 al
2011 è stato il Presidente della Singularity,
ma Jacobstein ha fatto anche da consulente
per la Nasa, la Darpa (Defense Advanced
Research Projects Agency), la Nsf (National
Science Foundation) e altri enti governativi e
privati. imm.org
alitedesigns.com
Rob Nail (a destra con i Google Glass)
È Ceo e socio fondatore della Singularity
University, forte sostenitore di programmi
di studio impartiti in una università non
tradizionale, con l’obiettivo di creare un
ecosistema globale per la diffusione delle
tecnologie esponenziali. Nel 99 è stato
cofondatore di Velocity 11, società di ricerca
e sviluppo di apparecchiature robotiche per
la lotta contro il cancro. È anche fondatore
di Alite Designs, consulente e angel investor.
alitedesigns.com
44
Daniel Kraft (foto in alto)
Fisico, scienziato, inventore, imprenditore e
innovatore che ha studiato a Stanford e Harvard.
Kraft ha più di 20 anni di esperienza nella ricerca
biomedica e clinica. Coordinatore del corso di
medicina della Singularity University, ha fondato
Exponentia I Medicine, programma che esplora
il rapido sviluppo tecnologico e il suo grande
potenziale nella biomedicina.
danielkraftmd.com
Gregg Maryniak (foto a centro pagina)
Esperto di energia, spazio e aviazione a livello
internazionale. Il lavoro di Maryniak è focalizzato
principalmente sulle questioni energetiche:
nuove tecniche per l’aumento delle energie
rinnovabili, stoccaggio, network e trasmissioni
energetiche wireless. È anche membro della X
Prize Foundation, no profit che organizza contest
per stimolare la ricerca e lo sviluppo.
xprize.org
45
Raymond McCauley (prima foto)
Scienziato, ingegnere e imprenditore
in prima linea per lo sviluppo delle
biotecnologie. McCauley è anche preside
del corso di Biotech della Singularity
University e cofondatore di Biocurious:
punto di incontro no profit per
scienziati, professionisti e appassionati
di biologia do it yourself con l’obiettivo
di trasformare un’idea nata dentro un
garage della Silicon Valley in concrete
innovazioni per la società.
raymondmccauley.net e biocurious.org
Brad Templeton (seconda foto)
Sviluppatore software specializzato nella
progettazione di trasporti automatizzati:
auto senza driver. Templeton è membro
della Electronic Frontier Foundation e
del Foresight Nanotech Institute.
templetons.com
46
Divya Chander
Neuroscienziata, Università di Stanford,
indaga il modo in cui il cervello umano
rimane
cosciente,
utilizzando
la
tecnologia optogenetica. I suoi studi sono
potenzialmente molto utili per monitorare le
funzioni degli astronauti durante le missioni
di breve e lunga durata nello spazio.
med.stanford.edu
47
Ralph Merkle (prima foto)
Il suo interesse è rivolto alla
nanotecnologia molecolare, per molti
anni è stato redattore del magazine
Nanotechnology e nel 98 ha vinto il
Feyman Prize per le sue teorie.
merkle.com
Andre Wegner (seconda foto)
È il cofondatore e Ceo di Authentise,
società nata all’interno della Singularity
University che consente lo streaming di
file da remoto per le stampanti 3D. Prima
di arrivare in California ha studiato alla
St. Andrew University in Inghilterra, alla
Essec in Francia e ha gestito un fondo di
venture capital in Nigeria.
authentise.com
Paul Saffo (terza foto)
Scrittore sul futuro dell’ingegneria e
sui cambiamenti tecnologici, Saffo è
un importante consulente di aziende e
governi che chiedono analisi su larga
scala sugli andamenti futuri della
società.
saffo.com
48
David Roberts
Ex agente speciale e ufficiale militare con
una carriera nell’esecutivo del governo
americano. Roberts, laureato a Harvard e al
MIT di Boston, è considerato un imprenditore
seriale per i numerosi investimenti in
importanti società di successo come Oracle,
Cisco e Accenture. Oltre a essere acclamato
dalla stampa come uno dei maggiori esperti
di innovazione e tecnologia.
49
Ramen Naam (prima foto)
Negli ultimi 13 anni ha lavorato alla
Microsoft ricoprendo ruoli di leadership
per lo sviluppo di Microsoft Outlook,
Internet Explorer e per il motore di
ricerca Bing. È l’autore del libro More
than human: embracing the promise of
biological enhancement.
Marc Goodman (seconda foto)
Esperto mondiale sull’impatto delle
nuove tecnologie nel campo della
sicurezza. Goodman negli ultimi 20 anni
si è occupato soprattutto di cyber crime,
cyber terrorism e traffico di informazioni
riservate collaborando con le Nazioni
Unite, la NATO, il dipartimento di Polizia
di Los Angeles e il governo americano.
marcgoodman.net
Ray Kurzweil (terza foto)
Il Wall Street Journal lo ha definito:
«L’ultima macchina pensante». Kurzweil
è uno dei più grandi inventori e pensatori
contemporanei. A lui si devono, tra le
molte invenzioni, il primo scanner piano
in grado di riconoscere i caratteri (OCR),
il software che permette a stampanti e
altri device di rendere i testi accessibili ai
ciechi (Kuzweil 1000) e il Kurzweil Music
System, precursore del piano elettronico
in grado di raggiungere la complessità
del piano tradizionale. A Google ricopre
il ruolo di director of engineering.
kurzweilai.net
50
Peter Diamandis (prima foto)
Cofondatore e presidente esecutivo della
Singularity University, Diamandis è
conosciuto per la X Prize Foundation, da
lui finanziata con dieci milioni di dollari
e il cui scopo è sostenere chi sviluppa
tecnologie esponenziali che impattano
positivamente sull’umanità.
diamandis.com
Lajuanda Asemota (seconda foto)
È direttore delle relazioni per la diversità
e i giovani alla Singularity University.
Asemota è esperta di costruzioni di
comunità interculturali, ha lavorato al
Black Recruitment Center di Berkley.
51
«L’unico modo di fare un
gran bel lavoro e amare
quello che fate»
Steve Jobs
Fondatore di Apple e Pixar
52
CALIFORNIAN
FAB LAB
Al lavoro, toccando materiali tangibili che prima
nascono dall’intelletto e attraverso l’aiuto di attrezzature
specializzate si trasformano. Prendiamo per esempio
la stampa 3D, con campi di applicazione in educazione,
manifatturiero, trasporti, salute, edilizia... Presto
potremo stampare tutto in tre dimensioni con effetti
devastanti su processi produttivi e distributivi.
Gli esempi concreti non mancano: dieci case stampate in
24 ore in Cina, un motore a iniezione, oltre agli importanti
risultati già ottenuti nella medicina. Tra qualche anno
ognuno stamperà ciò che vorrà. Dove, come, quando
vorrà. E c’è già chi ci crede, e molto: General Electric ha
investito 3,5 miliardi di euro. Follia? No, nel 2027 il dieci
per cento del global manufacturing sarà 3D printed, come
si studia e sperimenta al TechShop, in Silicon Valley.
53
THE
SUMOBOT
Qui ci sono tre parole che diventano legge
per tutti: Can Do Attitude. Si può fare.
Stavolta la location è il TechShop di San
Jose, una struttura che fa pensare a un
fab lab dove i maker costruiscono la
propria tecnologia. Ma con più risorse e più
specializzazioni: macchine per il taglio laser,
per i materiali plastici e tessili, laboratori di
falegnameria, saldatura e lavorazione dei
metalli. Chiunque può accedere agli spazi
di TechShop pagando un canone mensile o
annuale per realizzare la propria idea.
Qui, utilizzando le attrazzature di TechShop,
divisi per squadre abbiamo progettato,
modificato e programmato i robot da
combattimento Sumobot.
È un primo approccio alla robotica per
insegnare ai non addetti a lavori che, se è
possibile costruire un piccolo robot (dotato
non solo di motricità), la tecnologia nei
prossimi anni riuscirà a farci convivere
in simbiosi e sicurezza con le nostre
realizzazioni. techshop.ws
54
THIS IS NOT
WAR
Dentro al ring, simulando un combattimento
di Sumo che nella realtà storica ha radici molto
antiche, ma che al TechShop viene riproposto in
chiave moderna.
L’obiettivo è far uscire fuori dall’area di gioco
l’avversario, delimitata dal cerchio di colore
bianco: questa tecnologia, anche quando
combatte, produce solo sana competizione e
divertimento.
55
THIS IS
INNOVATION
56
Ogni gruppo con il suo gladiatore, risultato di
quella progettualità che è anche sinonimo di
concorrenza nel mercato.
In queste immagini vedete vari robot assemblati
in modo diverso, ognuno con le proprie
caratteristiche di competitività che hanno
origine dall’intelletto umano.
WORKING
TOGETHER
Il
gruppo
produce
progettualità
condivisa. Alla Singularuty University
non si ascolta passivamente, ma si
espongono opinioni e proposte. E non
importa se ognuna di queste nasce da
esperienze completamente diverse.
Anzi, la diversità è un valore
fondamentale proprio perché aggiunge
un pensiero parallelo, un nuovo tassello
al percorso che può portare a una
soluzione, a un successo.
Si può sbagliare? Si deve sbagliare,
l’errore è uno step necessario per capire
qual è la strada giusta.
57
BECOMING
A SEED
L’importante non è un certificato di diploma al corso
della Singularity University. È diventare un seme della
loro innovazione. Perché con la tecnologia possiamo
davvero migliorare le nostre vite.
Delegando il lavoro grazie all’intelligenza artificiale.
Esternalizzando e demonetizzando produzione e
servizi: cloud, stampa 3D, robocar, laboratori come il
TechShop.
Deregolarizzando il mercato: come fanno Uber e PayPal.
Dematerializzando: prima c’erano le Pagine Gialle,
oggi Google; oggi le banconote domani solo portafogli
elettronici. Sono azioni che hanno tutte una stessa radice,
il cambiamento. Ne servono altre due, molto importanti:
deresponsabilizzazione e determinazione, perché il
futuro del Pianetà è davvero nelle nostre mani.
58
SELFIE E
CORAGGIO
La mia settimana in Singularity University, il mio
primo drone, la voglia di sentirsi astronauta, col gelato
liofilizzato al gusto di crema e cioccolato. Ma soprattutto la
propensione ad ascoltare, immagazzinare informazioni,
riflettere. E una parola che mi porto a casa, per il futuro e
per il presente, per oggi: coraggio.
Cos’è il coraggio? Non è l’assenza di paura, ma il saper
comprendere che c’è qualcosa più importante della paura.
59
HO INCONTRATO
IL FUTURO
Non capita tutti i giorni di incontrare
persone uniche. Qui in Singularity
University è capitato ogni istante e
portarsi a casa fotografie, e soprattutto
dialoghi, con persone come Ray Kurzweil,
autore di How To Create a Mind, e Rob
Neil, fondatore della Singularity, è stato
straordinario.
A proposito, vi do qualche suggerimento
di lettura, per me i libri che vedete nella
foto qui a fianco sono testi insostituibili
per comprendere il futuro in cui vivremo.
60
CREATIVITA, BELLEZZA E AMORE
E L’ECONOMIA 0.0
Per immaginare e creare il futuro serve interpretare il presente conoscendo qual è la nostra vera
essenza di uomini: un enorme capitale creativo e culturale capace di produrre un’economia
sostenibile. Un’economia che definisco 0.0 ma che non va intesa allo stadio primitivo, primordiale,
bensì come quel livello economico necessario per un ritorno alla sua essenzialità in grado di produrre
ispirazione, bellezza e amore. Basta indagare l’etimologia di questa parola, ‘Economia’: «Arte di reggere
e amministrare le cose della famiglia e dello Stato». E poi la radice semantica di un altro termine
contenuto in questa descrizione, ‘Arte’: «Attività umana che porta a forme creative d’espressione».
Ecco il punto, la vita è un grande atto economico, dobbiamo quindi considerarla come un prodotto
che rappresenta un valore per la comunità. Perché siamo noi, esseri umani, il problema di tutto ciò
che non funziona sul Pianeta. Ma siamo anche l’unica vera possibile soluzione all’errore.
Nel nostro tempo stanno cadendo sicurezze e certezze plurisecolari, tanto da chiedersi se stiamo
vivendo un’epoca di cambiamenti o un vero e proprio cambiamento d’epoca. Siamo entrati negli anni
delle relazioni e la convergenza digitale tra tecnologie e relazioni umane sta portando con sé i geni di
una dirompente innovazione. Per le aziende e le istituzioni questa condizione rappresenta una sfida
soprattutto culturale: si affermeranno quelle che rimetteranno l’uomo al centro e sapranno ripensarsi
come un ecosistema fondato sulla condivisione di un sistema di valori.
La creatività e la tecnologia sono però solo il mezzo che ci sta proiettando verso una nuova
organizzazione esponenziale della società, verso un nuovo umanesimo digitale. Ma l’uomo resta
l’attore principale al centro di questi punti di svolta storici. Saremo noi, con la nostra motivazione,
la nostra volontà di condividere e contribuire insieme ai nostri simili a ridefinire un nuovo modello
capace di riconoscere nell’amore l’atto economico per eccellenza. Atto economico che sarà vincente
anche senza chiedere nulla in cambio.
- Oscar di Montigny
61
TAKING IT
HOME
62
1
CURIOSITY
63
2
EMPATHY
64
3
LISTENING
65
4
EXPERIENCE
66
5
DO IT NOW
67
MY
SILICON
VALLEY
68
Che cosa ha significato per me questo
viaggio? Della Silicon Valley avevo spesso
sentito parlare, guardato interviste, letto
articoli e libri. Ma il messaggio di cui
è portatrice, compresa la Singularity
University e l’anima illuminata dei suoi
speaker, l’ho capito solo andando lì.
Ho capito che in questo luogo prima di
fare innovazione tecnologica si getta
un seme che germogliarà a lungo fuori
dalla California. La conferma arriva
dal fatto che la Silicon Valley è a tutti
gli effetti un brand, perché altri centri
di ricerca in Russia, in Israele o altrove
sono sempre descritti come la Silicon
Valley di quei Paesi. Allora dobbiamo
farci una domanda: esiste una Silicon
Valley italiana? Qualcuno sostiene che
sia il Veneto e in parte è vero. Dobbiamo
però sottolineare che, di fatto, una Valley
tricolore ben definita e riconoscibile non
esiste.
Prima di crearne una che ricalchi davvero
i principi e lo spirito californiano è
necessario rispondere alla depressione in
cui è caduto il nostro Paese. Ridestando
quel sogno con una nuova proposta
di sogno più realistico. Fare in modo di
diventare artefici del nostro destino
facendo impresa, proponendo un
nuovo modello di persona di successo:
chi si impegna per sé, per gli altri, per
l’Italia. Diventando promotori attivi di
una transizione verso la tecnologia. Solo
così valorizzeremo le qualità del nostro
popolo e delle nostre industries più
caratteristiche.
WEST COAST
LIFESTYLE
C’è una parte del monologo nel film
The Big Kahuna in cui la voce di Danny
De Vito dice: «Vivi anche in California
per un po’, ma lasciala prima che ti
rammollisca». Forse lo sceneggiatore
non ha mai vissuto dentro la Silicon
Valley, perché da queste parti non c’è mai
tempo per ammorbidirsi troppo.
I
giovani
studiano,
progettano,
lavorano. Sognano e si trovano
anche immersi in quell’immaginario
cinematrografico e narrativo scoprendo
che è reale. Le spiagge, il surf, l’iconografia
americana davanti a un ponte sospeso
color aragosta, i tram che a San Francisco
faticano sulle colline asfaltate, un livello
di internazionalizzazione tra i più alti al
mondo. E poi il sole, il vento, la cultura
biologica, la postura mentale di chi vive
qui da sempre.
E dico tutto questo perché ci ho vissuto e
pure surfato, in questa San Francisco, che
si apre sull’oceano e alla sua destra vede
Seattle, un’altra città proiettata nel futuro
con una qualità della vita che fa invidia
alle capitali nordeuropee. San Francisco
che lancia un’occhiata alla sua sinistra
e vede Los Angeles, la vera metropoli
americana che alimenta il sogno di chi
la guarda sul grande schermo. Anche
questo per me ha rappresentato il senso
del viaggio in un luogo non così ben
definito da un confine geografico, la
Silicon Valley, ma delimitato da valori e
principi che sono ispirazione. Anzi, che
sono un piccolo seme che ho piantato
dentro questo ebook. A voi, ora, tocca la
responsabilità di farlo germogliare per
diventare, a vostra volta, un nuovo seme.
69
IL VIAGGIO A
SAN FRANCISCO
E IN
SILICON VALLEY
Chi ha voglia di approfondire quanto scoperto in questo photobook,
che è nato per un’esigenza di condivisione di esperienza, può farlo
guardando i video che ho girato in Silicon Valley e a San Francisco.
Lo dico subito: non sono video professionali, ma riprese home made
nate per gioco, video girati con lo smartphone per raccogliere, a mo’
di appunti, impressioni e riflessioni di fine giornata. Ne trovate,
cliccando direttamente sulle miniature qui sotto, cinque, che se avrete
il tempo mi permetteranno di trasmettervi, anche a voce, il significato
profondo di questo viaggio.
Alla scoperta delle
startup e del mondo dei
wearable device
Cloud ed ecommerce
sono il futuro di
tecnologia e relazioni
Ho portato i concetti
dell’Economia 0.0 alla
Stanford University
70
Grandi corporation e
nuove aziende in Silicon
Valley lavorano insieme
Come costruire il futuro
frutto di condivisione e
innovazione
DENTRO LA
SINGULARITY
Seconda settimana di esperienza in Silicon Valley tutta dedicata
alla Singularity University: ho partecipato, come si evince anche dal
racconto fotografico delle pagine di questo ebook, a un programma
dedicato a manager provenienti da tutto il mondo. Una settimana
di ascolto e discussione, condivisione e azione, senza sosta. La sera,
però, ho sempre trovato il tempo per appuntare, in video che giravo in
qualche angolo prima di andare a dormire, ciò che avevo imparato. Se
avrete voglia di cliccare qui sotto e guardarli, proverò a trasmettervi
contenuti, emozioni e, soprattutto, quella sensazione di meraviglia ch
si prova, quasi come si tornasse bambini, davanti all’innovazione.
Una nuova generazione
di imprenditori ha un
nuovo obiettivo: il bene
Il futuro attraverso
neuroscienza, privacy e
sicurezza
L’informatica prenderà
il controllo delle auto e
dei sistemi di viabilità
71
La
criminalità
ha
raggiunto alti livelli di
utilizzo delle tecnologie
Nulla sarà più come
prima: è il momento
migliore per essere vivi
IL MOMENTO
MIGLIORE PER
ESSERE VIVI
Mancanza di energia, acqua, cibo. Sovrappopolazione, povertà, terrorismo, guerre, malattie. Minacce
all’ambiente, ai sistemi scolastici, alle democrazie. Problemi irrisolvibili? Troppo globali e interconnessi
per immaginare di poter intervenire? Eppure, per provare a risolverli, ci stiamo dotando di strumenti dal
potenziale incredibile.
Due settimane in Silicon Valley, la seconda nella visionaria Singularity University, la cui missione è educare,
ispirare e dare forza ai leader del domani per applicare le tecnologie esponenziali e vincere le grandi sfide
dell’Umanità, e ne sono sempre più convinto: a dispetto delle piaghe che affliggono il pianeta, questo è in
assoluto il momento migliore di tutta la storia della nostra specie per essere vivi. Perché mai come adesso
cambiamenti epocali sono a portata di mano.
Ray Kurzweil, artefice della Singularity University, nel suo libro “La singolarità è vicina” scrive: «Il ritmo del
cambiamento accelera. L’evoluzione della scienza e della tecnologia non è un processo lineare, ma esponenziale:
la sua stessa accelerazione tende ad aumentare. E la crescita esponenziale è esplosiva, a un certo punto
procede tanto veloce da provocare un salto qualitativo. Tre aree, in particolare, la stanno preparando:
l’ingegneria genetica, la nanotecnologia, l’intelligenza artificiale forte; e l’evoluzione di ciascuna favorisce e
accelera l’evoluzione delle altre. Quale sarà il risultato? Un formidabile potenziamento degli esseri umani, che
grazie a queste tecnologie saranno in grado di superare la loro biologicità».
Presto assisteremo a un grande processo di democratizzazione che imporrà un cambio di assetto
mentale impensabile per la maggior parte di noi. Grazie alla dematerializzazione dei prodotti e dei servizi,
ciascuno sarà nella condizione di potersi autoprodurre oggetti ed energia. Molti settori conosceranno una
deregolamentazione senza precedenti. Nel 2020 oltre cinque miliardi di persone e cinquanta miliardi di device
saranno interconnessi.
La lista delle meraviglie è lunga e sorprendente. In medicina ogni anno si generano già oggi più informazioni
di quelle prodotte in tutta la storia dell’umanità e con mille dollari si può conoscere il proprio DNA. Presto
potremo valutare 10mila indicatori con un semplice esame del sangue, diagnosticare malattie fin dall’infanzia,
stampare in 3D qualunque cosa, dal cibo agli organi, o guardarci allo specchio e vedere la simulazione dell’effetto
di una malattia o di una cattiva abitudine alimentare.
Questo è il momento perfetto per riprenderci la nostra vita, in viaggio dalla dimensione plurisecolare
lineare a quella esponenziale. Un’ondata che metterà in crisi i centri del potere tradizionali, scontrandosi con
immobilità e anacronismi. I governi, i regolatori e le istituzioni, in affondamento perenne tra le sabbie mobili
della burocrazia e per questo incapaci di prendere decisioni innovative ed efficaci. Le aziende, imprigionate
in abitudini procedurali e schemi mentali dei manager. Quella scuola che insegna ormai soltanto il passato e
quella società civile miope perché impregnata di pessimismo e fatalismo. E invece, la Società Esponenziale è
alla nostra portata. E ognuno di noi potrà finalmente incidere.
- Oscar di Montigny
72
Intervento tratto da Panorama del 12 marzo 2015
CENTODIECI
MANIFESTO
Il mondo fuori di noi è lo specchio del nostro mondo
interiore. Noi siamo ciò che conosciamo. L’educazione è
l’arma più potente per cambiare il mondo. I problemi
vanno risolti a un livello di coscienza maggiore di quello
che li ha prodotti. Il sapere è la fonte ispiratrice della nostra
coscienza. La conoscenza è fatta di saperi e visioni,
di strumenti e intuizioni improvvise. Il vero segno di
intelligenza non è la conoscenza in sé, ma la capacità di
immaginazione e previsione. La conseguenza naturale
dell’immaginazione è l’innovazione, il suo nemico
più grande l’immobilità. Dobbiamo avere coraggio
nella ricerca della conoscenza, anche quando mette in
discussione quel che siamo. La condivisione dei nostri
saperi è lo stimolo migliore per trovare soluzioni
efficaci e inattese. Abbiamo bisogno di spazi, fisici e
digitali, dove incontrare idee e persone che ci ispirino.
Siamo consapevoli che un uomo di successo debba
soprattutto essere una persona di valore.
CENTODIECI
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NEWSLETTER
CENTODIECI
73
OSCAR
DI MONTIGNY
SILENZIO E BELLEZZA
SALVERANNO
IL MONDO
OSCAR DI MONTIGNY
CENTODIECI
74