Strategie di accoglienza e regole per favorire l`apprendimento

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Strategie di accoglienza e regole per favorire l`apprendimento
L’apprendimento dell’italiano L2
Strategie di accoglienza e regole
per favorire l’apprendimento
Tiziana Chiappelli
Accoglienza,
anzitutto, significa dimostrare
interesse per l’altro, vero ascolto
Il disinteresse, che in molti casi avvolge la storia personale
precedente dell’alunno, oltre a non consentire di cogliere la
diversità della biografia di ciascuno e di rilevare conoscenze
e capacità differenti, può essere vissuto come segno di un
basso livello di accettazione, di svalorizzazione della
persona e delle proprie origini, incidendo negativamente
sulla motivazione ad apprendere.
Chi accoglie chi/
Chi viene accolto da chi
ruolo insegnante
responsabilità di offrire un insegnamento efficace
centralità apprendente
capire come apprende il bambino/ragazzo che ha davanti, secondo
quale stile cognitivo, secondo quali passi, con quale ritmo ecc.
insegnante come facilitatore di apprendimenti
Impegnato anzitutto a riconoscere e rimuovere ciò che ostacola il vero
apprendimento
La condizione del bambino/ragazzo migrante:
italiano lingua seconda e di contatto
•
Anzitutto acquisizione di capacità comunicative essenziali
•
Ma il contesto scolastico richiede abilità e capacità ulteriori rispetto
a quelle necessarie per la comunicazione interpersonale
•
Inoltre: la condizione di migrante in età evolutiva mette in gioco
l’identità linguistica, culturale e personale del ragazzo o della
ragazza immigrati
QUINDI…
OCCORRE TENERE CONTO DEI FATTORI PSICO-AFFETTIVI OLTRE CHE
DELLE MODALITA’ DI ACQUISIZIONE DI UNA L2
L’esito del processo di apprendimento di una L2 è correlato a fattori
di natura psico-affettiva: Krashen parla di un filtro affettivo che può
intervenire nell’elaborazione dell’input, a cui l’apprendente è
esposto, impedendo ai dati di diventare intake cioè di entrare a far
parte stabilmente della competenza (Krashen 1981)
L’attivazione del filtro affettivo è legata a componenti emotive, relazionali e
psicologiche, come
il rapporto con l’insegnante e i compagni
l’ansia
l’autostima
il non sentirsi in grado di risolvere un compito
ecc.
Alcune azioni utili alla rimozione del filtro
affettivo
¾ Attenzione al corretto inserimento nel gruppo classe
¾ Valorizzazione del/la ragazzo/a e delle competenze
pregresse (curricolari e non)
¾ Uso della L1 e materiali bilingue
¾ Valorizzazione del plurilinguismo
Altre azioni utili alla rimozione del filtro
affettivo
¾ Attività ludiche assieme a tutti i ragazzi della classe
¾
(anche didattiche, ma senza la paura della
valutazione)
¾ Contatto con la famiglia
¾ Uso di materiali reali (motivazione all’apprendimento)
¾ Rendere consapevoli dei progressi
¾ Ecc….
E dopo i primi momenti…
Ricordiamoci sempre la differenza tra
• BICS (Basic interpersonal communication skills)
• CALP (Cognitive academic language proficiency)
[Cummins]
Nelle fasi iniziali occorre
• focalizzare l’apprendimento dell’italiano lingua seconda
sul potenziamento della fluenza piuttosto che della
correttezza delle produzioni
• fornire strumenti utili alla comunicazione in classe con
l’insegnante e fra coetanei: in particolare, stimolare
quest’ultima attraverso attività mirate aiuta a sviluppare
le capacità di interazione faccia a faccia, capacità di
autocorrezione e altre abilità che risultano preziose nel
percorso didattico
Lingua della comunicazione vs lingua dello studio
•
La prima si acquisisce anche in modo spontaneo specialmente nel
dialogo fra pari
•
La seconda invece richiede un percorso strutturato che coinvolge,
oltre alle competenze linguistiche…
conoscenze enciclopediche
(insieme delle conoscenze che rimanda a contenuti connotati anche in senso
culturale)
abilità di lettura del testo e del paratesto
(impostazione dei libri, loro suddivisione interna, illustrazioni, didascalie,
tabelle, cartine ecc.)
dipende da stili di apprendimento individuali o derivati dalla precedente
scolarizzazione
(metodologie didattiche)
Lingua e non solo…
•
formule linguistiche utilizzate in funzioni comunicative essenziali
•
Le competenze non verbali
– competenze prosodiche come l’intonazione; ad esempio, “Sono le dieci”
[affermazione] e “Sono le dieci?” [domanda] possono essere di difficile
discriminazione per un parlante non nativo
– le pause
– tono e volume della voce
– gestualità, mimica, posizione nello spazio dei parlanti
•
Sequenze comunicative e turni di parola
Alcuni punti di attenzione che sono risultati funzionali a strategie di
inclusione e facilitanti rispetto all’apprendimento linguistico
¾ Lingua dell’insegnamento
¾ Competenze pregresse
¾ Apprendimento cooperativo
¾ ovvero: spezzare lo schema di interazione
frontale e favorire scambi
• insegnante-studente1-studente2-insegnantestudente ecc.
Jerome Liss (1992):
“Con il termine ‘comunicazione ecologica’
viene indicata l’applicazione dei principi
ecologici alle relazioni umane: coltivare le
risorse di ogni persona, rispettare le
diversità e nello stesso tempo mantenere
una coesione globale in modo che le
persone possano agire insieme per un
obiettivo comune”
Si sono dimostrate efficaci attività che
permettono l’interazione diretta come
• Drammatizzazioni e role play
• riflessione su situazioni comunicative
con supporto audio-visivo
• conversazione guidata, semiguidata o
libera
Da ricordare sempre…
Correggere gli errori è sempre un momento
di stress psicologico: se lo studente ha
paura di sbagliare, il filtro affettivo sale,
bloccando così il suo processo
d’acquisizione
Materiale preso da
Comunichiamo
Coordinate per l’insegnamento dell’italiano
a alunni stranieri
di
Bologna, Chiappelli, Sarcoli,Troncarelli
Bulgarini - Firenze 2006
[in uscita]