Quattro poesie - Libero Spirito

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Quattro poesie - Libero Spirito
Milo De Angelis
(1951)
Quattro poesie
(e poi il mondo si rivolge a qualcuno
che non c’entra
e chiede a lui
a lui col suo timore di essere cercato
proprio a lui…)
e poi la paura
di cominciare con uno sbaglio
e non si può dirlo a nessuno
o gettarsi indietro, fino alle aste
e ai puntini, al grembo, quando mi amavano
senza chiamarmi.
Martedì sera: sembra di tutti questa piazza
ma è terribile, è mia.
(Esterno, in Somiglianze, Milano, Guanda, 1976)
Quell’ignoto che in pieno giorno
ci porta via, quella rosa
affranta che appare nell’unione,
sua orbita segreta, siamo noi.
Siamo noi il luogo della cronaca
e il luogo del fiore senza età.
(in Tema dell’addio, Milano, Mondadori, 2005)
Un improvviso ci porta nel dolore
che tutto ha preparato in noi, nell’attimo
strappato al suo ritmo, nel suono
dei tacchi, nel respiro
che si estingue: era un pomeriggio
d’agosto tra le ombre della tangenziale,
il nostro niente
da dire, filo di voce, scena muta.
(in Tema dell’addio, cit.)
A te, amore, una semplice
poesia, quel sorriso umano
e trascorso che vedevi in ogni
sillaba, a te una sola
dedica, cenere che si fa
respiro, atto unico.
(in Tema dell’addio, cit.)