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4 Novembre 2010
Commemorazione dei Caduti in Guerra e Festa delle Forze Armate
Intervento del Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “G. Troccoli” – Lauropoli
Salve a tutti i presenti qui convenuti! Sono la Dirigente scolastica dell’istituto Comprensivo di Lauropoli, mi chiamo Emilia Amalia Mortati e copro questo delicatissimo incarico in questa comunità dal primo settembre scorso. Per me è un onore essere qui in mezzo a tutti voi ed aprire il carnet degli interventi che si susseguiranno in questa imponente cerimonia in onore dei caduti nella prima e seconda guerra mondiale. Ringrazio fortemente il comitato “4 Novembre” per l’invito ricevuto e credo fortemente che è compito di qualsiasi istituzione scolastica aprirsi alle diverse agenzie formative ed associazioni culturali presenti sul territorio. Ho voluto in prima persona, come rappresentante delle scuole di Lauropoli, che l’Istituto scolastico partecipasse a tale iniziativa in modo attivo, sia mediante lo studio in classe dei contenuti legati alla memoria storica, educativa e culturale dei fatti contemporanei accaduti nella nostra Nazione e sia attraverso delle riflessioni adeguatamente elaborate dai nostri ragazzi e dalle letture di alcuni brani poetici i cui versi da qui a breve saranno declamati dagli stessi. Io credo che dal punto di vista pedagogico ricordare gli eventi storici del nostro passato non è soltanto un modo per commemorare i caduti in guerra, ma anche per guardare con fiducia al futuro della nostra nazione. Le gesta dei nostri caduti, e qui a Lauropoli ce ne sono stati tanti, di uomini coraggiosi che hanno combattuto per difendere la nostra identità nazionale, non sono altro che il sacrificio di migliaia di vite per consegnarci quell’Italia che oggi conosciamo, ispirata ai valori di Democrazia, Uguaglianza, Fratellanza, Libertà. Questi nostri avi, appartenenti alla nostra comunità, hanno anche loro lottato con duro sacrificio dando la loro vita per ottenere e difendere quella Nazione Unita faticosamente costruita durante il Risorgimento In un contesto storico – politico in cui il dibattito sull’identità nazionale costituisce un modello per la difesa sempre più importante dell’Unità d’Italia ricordare e celebrare il 4 novembre, come data emblematica e simbolica di una Italia Unita che dichiara la fine della Prima Grande Guerra Mondiale, quella del 1914 – 1918, significa infondere alle nuove generazioni quei principi portanti che ruotano intorno a valori certi. Quei valori si possono riassumere nella spiritualità della Patria, nel valore della cultura nazionale, nell’unificazione geografica di un assetto territoriale che, in quegli anni, andava necessariamente definito e storicamente contestualizzato. La Prima Guerra Mondiale è stata al centro di una cultura radicata fortemente nei processi storici nati ed evolutesi duranti la temperie risorgimentale. Non si può pensare al 4 novembre senza comprendere come questa data, e le date precedenti con le rispettive battaglie, sconfitte, vittorie sino all’Armistizio di Villa Giusti del 1
3 novembre, non possa essere riconducibile alle personalità eminenti che hanno fatto il nostro Risorgimento: da statisti come Cavour o Crispi a pensatori e azionisti come Mazzini e Garibaldi. L’Italia libera e autonoma. L’Italia democratica e capace di confrontarsi a pari merito con i grandi Stati come l’assetto Austro – Ungarico e Germanico riparte, appunto, dal 4 novembre del 1918. Il 1918 segna la fine della Prima Guerra Mondiale la cui vittoria Italiana aveva avuto come riferimento proprio le trincee di Vittorio Veneto. A Vittorio Veneto l’esercito Austro – Ungarico subisce la sua sconfitta disastrosa. Da questo evento l’Italia, che viveva ancora un processo culturale e geografico unificante, ne esce con la testa alta. Il popolo italiano viene a conoscenza di questa notizia il 2 novembre del 1918 e il fatto assume una tale rilevanza tanto che si sottolinea con questo titolo: “TRAVOLTO DALL’ESERCITO ITALIANO, IL NEMICO CHIEDE A DIAZ L’ARMISTIZIO”. Una data da non dimenticare sia per il valore militare dell’intero esercito italiano sia per il senso di dignità di tutta la comunità italiana che ha visto nel concetto di Patria una forza valoriale dalla quale non si può prescindere. Oggi questa data assume una sua valenza ancora di più particolare e profonda. Siamo a 150 anni dell’Unità d’Italia e le celebrazioni hanno un senso anche in termini pedagogici e si ritorna a parlare di significati e di identità culturale nazionale del popolo italiano. La scuola ha un compito di primaria importanza perché nella scuola formativa e nella scuola agenzia educativa i temi della identità e della compartecipazione costituiscono non solo una chiave di lettura ma l’elemento trainante per dare linfa ai principi di rispetto, lealtà e libertà. Dal nord e al Sud e viceversa, per ritornare ad un antico parametro deamicisiano, il senso di comunanza e di cittadinanza trovano in queste date dei punti di riferimenti. A questi riferimenti a questa storia dobbiamo il sacrifico di un’Italia unita nello spirito e nella sua capacità di proiettarsi nel futuro. Una scuola del domani è una scuola che non dimentica perché è nella memoria che si costruisce il costante presente. Grazie per la vostra attenzione e per aver dato voce alla scuola. 2