Informare come far sapere - Dipartimento di Comunicazione e
Transcript
Informare come far sapere - Dipartimento di Comunicazione e
Informare come far sapere (dimensione cognitiva) Generi testuali • Articoli di commento • Articoli di analisi • Intervento • Nota • Polemica • L’esperto Costruzione cognitiva del senso • Anche l’acquisizione e la trasmissione del sapere possono essere letti come processi, dotati di una temporalità, di una direzionalità e di una dimensione trasformativa. • In che modo si costruisce la notizia nel discorso, la si condivide, la si dà come sicura o incerta? • L’enunciatore è a conoscenza di ciò di cui parla oppure delega a qualcun altro la responsabilità del contenuto informativo del discorso? • Fino a che punto l’enunciatario si appropria del sapere che circola nel discorso e quanto invece l’informazione che riceve resta sfocata, irreale, incerta? (cfr. Marrone, 2001). Informare e osservare Attività funzionali al progresso del sapere Informatori e osservatori sono ruoli enunciazionali, attanti Funzioni astratte, che possono essere incarnate anche alternativamente da un singolo attore; possono anche restare istanze astratte e implicite, che l’analisi deve preoccuparsi di esplicitare. Attanti cognitivi Distribuzione del sapere nel testo • Informatore: sa che c’è qualcosa da far saper • Osservatore: sa che c’è qualcosa da sapere • Focalizzazione (Interna o esterna) • Punto di vista (chi vede) Informatore • Figura discorsiva che organizza l’informazione, mette il soggetto del percorso cognitivo in condizione di poter sapere, si offre alla capacità cognitiva dell’osservatore. • Analogo al messaggero che informa Edipo sulla identità dell’uomo che ha ucciso e della donna che ha sposato; l’angelo nella Annunciazione. • Può essere animato o inanimato: • Giornalista, inviato • Esperto • Pentito, spia, testimoni • Fonte riservata (informatore implicito), dossier, sondaggi • Strumento di precisione: microscopio, reagenti ecc. • Carte processuali Osservatore • Soggetto cognitivo, installato dalle procedure di débrayage nel discorso • Caratterizzato da un fare ricettivo e interpretativo. Osserva il percorso cognitivo e ne dà una interpretazione. • La sua funzione è quella di selezionare cosa deve essere evidenziato, cosa deve essere messo a fuoco e cosa no. • Dall’osservatore dipende il punto di vista, relativo a chi vede (dall’interno o dall’esterno) e dunque interpreta; • Altra cosa è la prospettiva (relativa al soggetto del fare: percorso narrativo): la prospettiva può restare la stessa, pur cambiando il punto di vista. • A differenza dell’informatore, l’attante osservatore non sempre si manifesta. L’osservatore può avere una funzione • Percettiva: punto di vista in senso visivo; selezione percettiva della realtà (sensi e sentimento) • Cognitiva: selezione di certi aspetti, relativa alla competenza modale dell’osservatore • Valutativa: considerazione dell’oggetto relativa alla disposizione patemica (credenze, opinioni, aspettative) e agli scopi pragmatici (convincere, attaccare, difendere) dell’osservatore. • Possibili osservatori: • Inviato (funzione percettiva e cognitivo-interpretativa: non può vedere tutto; es. Montanelli) • Direttore del giornale (funzione valutativa; es. Scalfari) Osservatore implicito o esplicito • Nella pittura implicito è l’osservatore esterno, che coincide con lo spettatore empirico; esplicito è un personaggio che dall’interno guarda la scena del quadro e indica allo spettatore o a un altro personaggio presente nel quadro ciò che deve essere guardato, e che dunque deve essere considerato importante; • Nei tg l’osservatore resta implicito quando la camera inquadra la scena in modo tradizionale, senza far avvertire la sua presenza; può essere tematizzata esplicitamente quando si percepisce la camera che scruta, si insinua in luoghi non facilmente accessibili; o addirittura quando la telecamera è inquadrata da un’altra telecamera (delegata). Osservatore implicito, spettatore Leonardo da Vinci, L’annunciazione, 1475 Lorenzo Lotto, Annunciazione, 1534 Osservatore implicito, focalizzatore Osservatore esplicito Diego Velázquez, Las Meninas, 1656 Ritmo dell’osservazione Greimas definisce il ritmo come l’attesa tra due raggruppamenti di elementi dotati di una stessa formazione e che si ripresentano a intervalli ricorrenti. Questi elementi possono appartenere al piano dell’espressione (suoni, rime cromatiche o eidetiche) o a quello del contenuto (episodi che si ripetono a intervalli regolari). • Digressioni e descrizioni rallentano il ritmo • Le ellissi lo contraggono Osservazione e aspettualità (come si vede) • L’osservatore trasforma i fenomeni narrati in processi che si svolgono sotto i suoi occhi. • Rilevanza del modo in cui osserva: un fenomeno può fare improvvisamente irruzione nel microcosmo dell’osservatore oppure svolgersi molto lentamente. • Le marche della aspettualità modulano la temporalità interna, caratterizzandola come durativa, puntuale, o terminativa. • L’azione convertita in processo prevede un inizio (incoatività), una durata (duratività) e un termine (terminatività). Competenze dell’informatore e dell’osservatore • Positive: volere e potere (favoriscono la circolazione delle informazioni) • Negative: non volere, non potere, non saper-fare (fonte non affidabile, agente doppio) • Quando le fonti dell’informazione sono molteplici e contraddittorie, il sapere rischia di perdere di credibilità, al contrario un informatore unico si accompagna a una rappresentazione realistica, veridittiva. • Quando gli osservatori sono molti, l’effetto è una frammentazione della rappresentazione, al contrario l’osservatore unico costruisce una rappresentazione caratterizzata da certezza soggettiva. Realismo integrale Soggettività forte Osservatore unico Oggettività forte Informatore unico Realismo soggettivo Realismo oggettivo Oggettività debole Informatori multipli Soggettività debole Osservatori multipli Derealizzazione Informazione politica Realismo soggettivo Assetto cognitivo tipico di situazioni di crisi: un osservatore giornalista unico tenta di unificare un quadro complesso e variegato al suo interno, a partire dal quale si irradia una molteplicità di informatori possibili, fonti, voci, rumori, smentite che indeboliscono l’oggettività del sapere. Ne risulta un punto di vista esplicitamente soggettivo, dove l’intera verità del discorso viene delegata alla competenza dell’osservatore e spesso dell’enunciatore (es. Scalfari). Configurazione cognitiva derealizzata La molteplicità degli informatori (uomini politici) e degli osservatori (giornali) non permette ai destinatari di congiungersi con una notizia certa. Una volta stipulato il contratto di veridizione tra enunciatore ed enunciatario, l’enunciatore può embrayare verso di sé la funzione dell’osservatore, assumersi in prima persona la responsabilità del sapere e indicare qual è il vero informatore. In tal modo dalla derealizzazione si passa al suo opposto, dove informatore e osservatore sono unici, il che consente di assicurare la credibilità del discorso. Veridicità dell’informazione L’effetto veritativo di un enunciato non è dato dalla sua relazione di adeguatezza alla realtà esterna, ma dalla relazione interna all’enunciato stesso tra enunciatore ed enunciatario, i quali possono trovare – sulla base dei rispettivi carichi modali – un accordo più o meno profondo sulla verità di quanto si scambiano nel processo comunicativo. La “verità”, in altri termini, non è l’effetto di una rappresentazione ma l’esito di una relazione intersoggettiva, dunque qualcosa strettamente legato ai modi in cui i testi inscrivono al proprio interno le relazioni sociali che, da un lato, presuppongono e, dall’altro, determinano. (Marrone, 2001:109) Strategie del discorso oggettivante Lorusso e Violi, Semiotica del testo gionalistico, p. 106: • Spersonalizzazione del discorso (cancellazione delle marche della enunciazione) • Astrazione (cancellazione dei deittici riferiti a un tempo e a uno spazio definiti) • Oggettivazione del sapere (enunciati modali aletici, che fungono da vere e proprie fonti di autorità) • Debrayage • Discorso riportato, enunciatori delegati: citazioni con funzione di avvaloramento delle posizioni esposte (stipulazione di autenticità: Mortara Garavelli 1985) • Presupposizioni Il carattere interpretativo di un testo viene mascherato, nascosto sotto una sembianza di oggettività (simulacro di un sapere oggettivo e dimostrativo) Scheda di analisi per le strategie cognitive • 1. Tipologia del contratto di lettura: informativo, pedagogico, paritetico? E carichi modali. • 2. Qual è l’oggetto del processo cognitivo? • 3. L’enunciatore sa quel che dice o delega a qualcun altro la responsabilità dell’informazione? E l’informatore è unico o multiplo (chi sa?) • 4. L’osservatore è unico o multiplo (chi vede?) • 5. Dimensione epistemica (grado di certezza) • 6. Dimensione aletica (necessità/possibilità)