Il tesoro nascosto dei piccoli editori

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Il tesoro nascosto dei piccoli editori
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Corriere della Sera Venerdì 23 Gennaio 2015
Cultura
 Spettacoli
Milano: la Fondazione
Prada, lo spazio
apre il 9 maggio
Si inaugurerà ufficialmente
sabato 9 maggio la nuova sede
della Fondazione Prada a
Milano, in Largo Isarco.
Progettata da Rem Koolhaas (70
anni, nella foto), la sede si
sviluppa su 19 mila metri
quadrati di cui 11 mila destinati
ad attività espositive
(all’ingresso previsti un’area
didattica per i bambini e un bar
ideato dal regista Wes
Anderson). Ad aprire l’attività
della Fondazione due mostre
curate da Salvatore Settis: a
Milano Serial Classic (dal 9
maggio al 24 agosto 2015)
mentre nella sede veneziana di
Ca’ Corner della Regina, Portable
Classic (dal 9 maggio al 13
settembre 2015) dedicate
rispettivamente ai temi della
copia nell’arte classica e della
sua riproduzione in piccola scala.
Pluralismo
Rilke e altri grandi autori, pubblicati da Asterios, Edizioni del Lavoro, Imprint-Profeta, Diabasis, Beit, Hefti
Il tesoro nascosto dei piccoli editori
Marchi tenaci e indipendenti contro la dittatura soft del mercato
di Claudio Magris
S
e l’Italia — nonostante la
crisi e tante indecenze,
improvvisazioni e incompetenze — sopravvive
con tenacia e vitalità, lo si deve
non ai padroni del vapore —
spesso incapaci e truffaldini pachidermi di Stato o del grande
capitale, che moltiplicano zeri
alla fine equivalenti realmente a
zero — bensì alle piccole imprese e ai lavoratori, sempre a
rischio di essere soffocati e derubati da quella schiuma di zeri.
È la piccola impresa il nucleo
del vero liberismo — inseparabile dal liberalismo, come sosteneva Einaudi nella famosa
discussione con Croce, e inconciliabile con ogni monopolio,
pubblico o privato. La vita del
piccolo imprenditore spesso
non è più facile di quella dei
suoi dipendenti e la sua, la loro
lotta per sopravvivere si fa sempre più difficile.
Ciò vale pure per la piccola e
medio-piccola editoria, spesso
coraggiosa e pionieristica nelle
sue iniziative e nelle sue scelte,
sempre più in difficoltà non solo e non tanto con i costi di produzione quanto con i problemi
di distribuzione, con la fatica di
far conoscere la propria attività
e i propri libri, di portarli a conoscenza dei lettori e di renderli visibili in libreria, dove sono
schiacciati dalle pile dei libri —
poco importa se buoni o no —
più pubblicizzati. Purtroppo
nell’editoria quel predominio e
quella dittatura dell’offerta sulla
domanda sono totalizzanti e distruttivi. Non si legge ciò che si
desidera, ciò che si pensa corrisponda ai propri gusti e alle
proprie inclinazioni, ma ciò che
viene imposto. Più efficace dei
regimi totalitari, il mercato si
impone soft e inesorabile. Pochi cercano i samizdat ovvero
quei libri che oggi sono i nuovi
samizdat, pochi seguono le
proprie passioni.
È difficile comperare e dunque leggere un libro che non si
sa che esiste. Io mi sono procurato a fatica un capolavoro letterario come Il quarto secolo di
Édouard Glissant, edito dalle
Edizioni del Lavoro — e difficilmente reperibile sul mercato —
nella splendida traduzione di
Elena Pessini. Purtroppo un altro capolavoro della letteratura
contemporanea mondiale, Notizie dall’impero di Fernando
Del Paso — un vastissimo e geniale affresco narrativo, innovatore nel linguaggio e nella struttura, cui anche personalmente
devo alcune illuminazioni essenziali, tradotto splendidamente da Giuliana Dal Piaz — è
stato pubblicato dalla casa editrice Imprint-Profeta di Napoli e
temo che, a differenza di quanto è accaduto in tanti altri Paesi,
non abbia quasi raggiunto le librerie. Si potrebbero fare molti
esempi. Se Diabasis fosse una
grande anziché media casa editrice, Il signor Kreck di Juan
Octavio Prenz sarebbe probabilmente uno dei libri del giorno.
La splendida versione di Renata
Caruzzi di un testo capitale e arduo come Le Elegie Duinesi di
Rilke, pubblicata dalla piccola
casa editrice Beit, o la preziosa
edizione del saggio di Hannah
Arendt e Günther Stern-Anders
sulle medesime elegie curata da
Sante Maletta per la piccola edi-
Nuovi «samizdat»
I titoli che vengono
letti per passione
e con libero giudizio
sono quasi clandestini
trice Asterios sarebbero probabilmente sfuggite anche a me se
quelle case editrici non fossero
triestine.
Gli esempi potrebbero e dovrebbero continuare, perché
farne solo alcuni è ingiusto verso gli altri. Una di queste meritorie e creative case editrici che
sono nell’ombra più di quanto
meriterebbero sono le edizioni
Hefti, cui si deve una preziosa
mediazione della letteratura soprattutto croata ma anche più
in generale balcanico-adriatica,
con particolare attenzione a
quel grande dialogo di secoli
passati tra le due sponde di quel
mare, che vedeva poeti che si
chiamavano Marko Maruli ma
anche Marco Marullo e non certo, come in sciagurati secoli
successivi, per snazionalizzazione imposta dagli sciovinismi, ma per un libero dialogo
che vedeva questi poeti di Spalato, di Curzola, di Traù scrivere
Il ritratto
Gustave
Caillebotte
(1848-1894),
Ritratto
di Henri Cordier
(1883, olio
su tela), Parigi,
Musée d’Orsay.
Cordier
(1849-1925)
era linguista,
storico, autore
e anche editore
in croato come in latino e in italiano, nutrirsi del petrarchismo
e trasferirlo nella propria lingua
e nella propria tradizione, in un
reciproco scambio e arricchimento.
Le edizioni Hefti hanno operato in questa direzione, facendo conoscere eccellenti narratori moderni e contemporanei
(per esempio Ranko Marinkovic
o Slobodan Novak con le loro
storie marine o Predrag Matvejevic, con la prima edizione
italiana del suo Breviario mediterraneo). Allo stesso tempo
hanno fatto conoscere il fiorire
di traduzioni croate di Dante o
Petrarca o italiane di Krleža,
spesso grazie al lavoro di Ljiljana Avirovic, straordinaria traduttrice dall’italiano in croato e
dal croato o dal russo in italiano, con una doppia valenza che
è già realtà concreta di quel dialogo fra culture. Ma le edizioni
Hefti hanno pubblicato ad
esempio pure una grammatica
della lingua croata di Marina Lipovac Gatti e una folta Antologia della poesia croata contemporanea, curata anch’essa da
Marina Lipovac Gatti, che permette di fare i conti a fondo con
la travagliata, vitale, drammatica letteratura di un Paese che ha
vissuto, come in un concentrato, le lacerazioni e le tragedie
d’Europa.
Una vera gemma è la Judita di
Marco Marulic, edita nella ristampa della II edizione del
1522 e nella versione italiana
(con testo a fronte) di Lucia Borsetto, che rende con forza poetica questo testo che si affianca
alle altre grandi Giuditte —
l’eroina biblica che salva il suo
popolo uccidendo Oloferne —
della letteratura europea, a cominciare da quella del grande
tragico barocco italiano Federico Della Valle. Sì, forse una volta, in quei secoli cui si guarda
dall’alto del nostro progresso,
esisteva l’Europa, che ora sembra sfaldarsi.
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Scrittori
 Miroslav
Krleža (il primo,
in alto), croato
(Zagabria
1893-1981) è
autore di
poesie, opere
narrative,
drammi, saggi
e traduzioni
 Édouard
Glissant (al
centro),
scrittore della
Martinica
(Sainte-Marie,
Martinica,
1928 - Parigi
2011).
 Fernando
del Paso
Morante (in
basso), nato a
Città del
Messico nel
1935) è uno
scrittore
messicano