1_INTRODUZIONE_amnesty 2013 - amnesty :: Rapporto annuale

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AMNESTY
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DUEMILA
AMNESTY INTERNATIONAL RAPPORTO 2013
LA SITUAZIONE DEI DIRITTI UMANI NEL MONDO
AFRICA SUBSAHARIANA
MALI
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AFRICA SUBSAHARIANA
SVILUPPI ISTITUZIONALI
Il 10 luglio è stato reso pubblico il rapporto della commissione d’inchiesta sulle manifestazioni
del luglio 2011, che avevano determinato la morte di 20 persone. Il rapporto rilevava che la
polizia aveva fatto uso eccessivo della forza e che i proiettili utilizzati avevano causato morti
e feriti che avrebbero potuto essere evitati. Il presidente ha consultato il procuratore generale
per stabilire se i risultati costituivano fondamenti legali per un procedimento penale.
Ad aprile, la presidente Banda ha nominato una commissione d’inchiesta sulla morte
dell’attivista studentesco Robert Chasowa, del quale era stato trovato il corpo il 24 settembre 2011. La commissione ha stabilito che lo studente era stato vittima di uccisione
illegale e che la polizia aveva deliberatamente tentato di occultare la verità sulla causa
della sua morte. Sono state arrestate e incriminate 10 persone in relazione alla morte;
l’Alta corte ha concesso loro il rilascio su cauzione.
DIRITTI DELLE PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI, TRANSGENDER E INTERSESSUATE
La presidente Banda ha annunciato il 18 maggio che sarebbe stata avviata l’urgente
abrogazione di leggi che violano i diritti umani, comprese quelle che rendono reato l’omosessualità. Mentre sono state realizzate diverse riforme, le leggi che criminalizzano l’omosessualità sono però rimaste in vigore.
MALI
REPUBBLICA DEL MALI
Capo di stato ad interim:
Diouncounda Traoré (subentrato ad
Amadou Toumani Touré ad aprile)
Capo del governo ad interim:
Diango Cissoko (subentrato a
Cheick Modibo Diarra a dicembre,
succeduto a sua volta a Mariam
Kaïdama Cissé Sidibé ad aprile)
Il conflitto armato nel nord del paese e il colpo di stato militare che ne è seguito hanno
portato a gravi violazioni dei diritti umani da parte delle forze di sicurezza, tra cui ese105
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RAPPORTO 2013
cuzioni extragiudiziali, sparizioni forzate e torture. Nel nord, i gruppi armati si sono resi
responsabili di abusi come violenze sessuali, uccisioni deliberate e arbitrarie e punizioni
corporali. Entrambe le parti hanno reclutato bambini soldato.
CONTESTO
A gennaio, gruppi armati tuareg e islamisti hanno avviato una rivolta che a marzo è sfociata in un colpo di stato militare nella capitale, Bamako, a seguito del quale è stato rovesciato il presidente democraticamente eletto, Amadou Toumani Touré. Ciò ha
determinato una divisione de facto del paese ad aprile. Nonostante la nomina nello stesso
mese di un capo di stato e di un primo ministro ad interim, i leader del colpo di stato
militare, al comando del capitano Amadou Haya Sanogo, hanno mantenuto la loro influenza politica.
Il conflitto nel nord del paese ha provocato morti tra i militari e i civili e ha determinato
lo sfollamento di massa di oltre 400.000 persone, che hanno trovato rifugio nel sud del
Mali o nei paesi vicini, come Algeria, Burkina Faso, Mauritania e Niger.
A partire da aprile, il nord del paese è stato totalmente sotto il controllo di diversi gruppi
armati, tra cui il Movimento di liberazione nazionale dell’Azawad (Mouvement national
de liberation de l’Azawad – Mnla) dei tuareg e tre gruppi islamisti: Ansar Eddin, il Movimento per l’unità e la jihad in Africa Occidentale (Movement for Unity and Jihad in
West Africa – Mujao) e al-Qaeda nel Maghreb islamico (al-Qa’ida in the Islamic Maghreb
– Aqim).
A luglio, il governo ha rinviato la situazione di crisi nel paese all’Icc, poiché le autorità
nazionali non erano in grado d’indagare e perseguire questi crimini. A luglio e agosto,
l’Icc ha inviato un’inchiesta preliminare per determinare l’eventualità di aprire un’indagine ufficiale. A fine anno, i risultati di tale inchiesta non erano noti.
A ottobre, i leader africani dell’Ecowas hanno deciso di elaborare un piano per un intervento militare al fine di riottenere il controllo del nord del paese, con l’appoggio delle
Nazioni Unite e di diversi altri governi, tra cui Francia e Usa.
A dicembre, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha autorizzato un contingente
a guida africana a impiegare “tutte le misure necessarie” per riportare il nord del Mali
fuori dal controllo dei gruppi armati.
VIOLAZIONI DA PARTE DELLE FORZE GOVERNATIVE
Nella sua lotta contro l’Mnla, l’esercito ha lanciato diversi attacchi indiscriminati contro
obiettivi civili, nella regione di Kidal.
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A febbraio, un elicottero dell’esercito ha preso di mira il campo di Kel Essouck, vicino a Kidal, ferendo almeno 12 persone e uccidendo una bambina di quattro anni, Fata Walette Ahmedou, colpita mortalmente
da una scheggia.
TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI ED ESECUZIONI EXTRAGIUDIZIALI
Persone sospettate di sostenere i gruppi armati o prese di mira in quanto tuareg sono
state vittime di tortura e altri maltrattamenti o di esecuzioni extragiudiziali per mano
delle forze di sicurezza.
A gennaio, soldati hanno arrestato due tuareg accusati di aver fornito carburante a gruppi armati, a Ménaka. I due sono stati percossi con il calcio dei fucili.
Ad aprile, a Sévaré, soldati hanno arrestato tre uomini disarmati, tra cui due tuareg, accusati di essere spie
dell’Mnla. Sono stati percossi con il calcio dei fucili e poi sottoposti a esecuzione extragiudiziale.
A settembre, i militari hanno arrestato 16 cittadini maliani e mauritani a Diabaly, prima di sottoporli a
esecuzione extragiudiziale perché sospettati di essere sostenitori di gruppi armati islamisti. I 16 facevano
parte di un movimento di predicatori musulmani, il Dawa, ed erano arrivati dalla Mauritania per partecipare
a un incontro annuale del loro movimento, a Bamako. Sul caso è stata aperta un’inchiesta ma a fine anno
i risultati non erano stati resi pubblici.
ARRESTI E DETENZIONI ARBITRARI
Persone sospettate di essere sostenitori dell’Mnla sono state arrestate e detenute senza
accusa.
A febbraio, quattro persone, tra cui la presidente e la vicepresidente dell’Assemblea delle donne dell’Azawad, sono state arrestate nella ragione di Kidal e trasferite a Bamako. Sono state tutte rilasciate ad aprile
in cambio del rilascio di 13 persone trattenute dall’Mnla.
VIOLAZIONI DA PARTE DELLA GIUNTA MILITARE
ESECUZIONI EXTRAGIUDIZIALI, SPARIZIONI FORZATE E TORTURA
A maggio, dopo il tentativo di colpo di stato, soldati e agenti di polizia fedeli all’ex presidente Touré sono stati torturati e sottoposti a esecuzione extragiudiziale o sono stati
vittime di sparizioni forzate. Due soldati sono stati uccisi a coltellate nell’accampamento
militare di Kati, vicino a Bamako, da personale dell’esercito fedele alla giunta. Più di
altre 20 persone sono state vittime di sparizione forzata, dopo essere state portate via
dalle loro celle. A fine anno di loro non si avevano notizie. Alcuni soldati e agenti di polizia sono stati abusati sessualmente e trattenuti in dure condizioni durante l’interrogatorio e la detenzione.
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DETENZIONE ARBITRARIA
La giunta militare ha arrestato e arbitrariamente detenuto oppositori politici che protestavano contro il colpo di stato.
A marzo, la giunta ha arrestato diversi politici, tra cui il ministro degli Esteri, Soumeylou Boubèye Maïga,
e il ministro dell’Amministrazione territoriale, Kafougouna Koné. Sono stati detenuti senza accusa, alcuni
anche per 20 giorni, presso l’accampamento militare di Kati.
Ad aprile, diversi oppositori alla giunta militare, tra cui l’ex primo ministro Modibo Sidibé e l’ex ministro
delle Finanze, Soumaila Cissé, sono stati arrestati e portati nell’accampamento militare di Kati. Sono stati
rilasciati senza accusa nell’arco di due giorni.
LIBERTÀ DI STAMPA
A partire da marzo, la giunta militare ha preso di mira giornalisti per impedire loro di coprire gli eventi.
A marzo, soldati hanno arrestato a Bamako cinque giornalisti e li hanno condotti nell’accampamento militare di Kati, prima di rilasciarli qualche giorno dopo. Un altro giornalista, Omar Ouahmane, un cittadino
francese che lavorava per la stazione radiofonica France culture, è stato arrestato, maltrattato e minacciato
di morte da soldati fedeli alla giunta militare.
A giugno, una stazione televisiva privata, Africable Tv, è stata censurata mentre si apprestava a mandare
in onda un’intervista a un esponente dell’Mnla.
VIOLAZIONI DA PARTE DEI GRUPPI ARMATI
UCCISIONI ARBITRARIE E TORTURA
Gruppi armati hanno compiuto gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, torturando e sottoponendo a esecuzione soldati maliani catturati.
A gennaio, soldati maliani catturati durante un’imboscata a Tilemci sono stati legati e percossi con il
calcio dei fucili.
A gennaio, decine di soldati maliani, catturati da membri di Ansar Eddin, ad Aguelhoc, sono stati uccisi
a colpi d’arma da fuoco e ad altri è stata tagliata la gola.
VIOLENZA CONTRO DONNE E RAGAZZE
Durante e dopo la conquista del nord del paese da parte dei gruppi armati, alcune donne
e ragazze in tenera età sono state vittime di stupro, anche di gruppo, da parte di membri
di questi gruppi armati. Nella maggior parte dei casi, le donne sono state rapite nelle
loro case o prese per strada e portate in un accampamento militare.
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Tra fine marzo e inizio aprile, molte donne sono state aggredite e stuprate a Gao, mentre ritiravano
derrate alimentari presso l’ufficio della sicurezza alimentare (Office des produits agricoles du Mali –
Opam).
Ad aprile, secondo le notizie ricevute, a Ménaka, donne appartenenti al gruppo etnico bambara sono state
prese di mira e stuprate da membri dell’Mnla.
Tra fine luglio e inizio agosto, sei donne sono state aggredite a Gossi da diversi membri di un gruppo
armato in motocicletta. Le donne sono state derubate e tre sono state catturate e stuprate.
PUNIZIONI CORPORALI
Gruppi armati islamisti hanno inflitto punizioni corporali e commesso uccisioni deliberate
e arbitrarie di persone che si erano rifiutate di adeguarsi alle nuove regole e ai codici di
condotta imposti secondo la loro interpretazione della legge islamica.
A giugno, a Bourem, membri del Mujao hanno fustigato persone che stavano fumando.
A luglio, a Timbuctù, un uomo è stato accusato di aver bevuto alcolici e punito con 40 frustrate dai membri
di Ansar Eddin.
A luglio, ad Aguelhoc, membri di Ansar Eddin hanno pubblicamente lapidato una coppia non sposata che
aveva avuto un figlio.
Ad alcune persone accusate di furto o rapina sono stati amputati gli arti al termine di
processi farsa.
Ad agosto, a un allevatore di bestiame tuareg, accusato di aver rubato una mandria, è stata amputata la
mano destra.
A settembre, a cinque persone accusate di rapina è stato amputato il piede destro e la mano sinistra.
BAMBINI SOLDATO
Entrambe le parti impegnate nel conflitto hanno reclutato minori.
Nella zona del paese controllata dal governo, milizie di autodifesa hanno reclutato e addestrato minori con il sostegno delle autorità, in vista di un’offensiva in programma per
riconquistare il controllo del nord del paese.
Anche i gruppi armati che avevano assunto il controllo del nord del paese hanno reclutato
minori. In molti casi questi venivano poi assegnati ai posti di blocco, con il compito di
perquisire le persone in transito.
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DIRITTO ALL’ISTRUZIONE E ALLA CULTURA
Nel nord del paese il diritto all’istruzione è stato compromesso da Aqim, che ha vietato l’insegnamento della lingua francese nelle scuole e le classi miste formate da ragazzi e ragazze.
A marzo, tutte le scuole e le biblioteche di Kidal sono state bruciate e saccheggiate, tranne due madrasas
(scuole islamiche).
Il diritto alla cultura è stato compromesso quando gruppi islamisti armati hanno distrutto
mausolei storici, sostenendo di voler porre fine al culto dei santi.
A maggio, membri di Aqim, sostenuti da Ansar Eddin, hanno iniziato una serie di distruzioni profanando
il mausoleo del santo musulmano Sidi (Mahmoud Ben) Amar, a Timbuctù.
ATTI DI TERRORISMO E RAPIMENTI
A fine anno, nel nord del paese erano 14 gli ostaggi in mano ai gruppi armati, tra cui Aqim.
Sette cittadini algerini, tra cui il console algerino a Gao, sono stati rapiti ad aprile da membri del Mujao.
Tre di loro sono stati rilasciati a luglio.
A luglio, tre persone, due spagnoli e un’italiana, che erano state rapite da membri del Mujao in Algeria
nell’ottobre 2011, sono state liberate vicino a Gao, stando alle notizie in cambio del rilascio di tre islamisti
in paesi vicini.
Il 20 novembre, Gilberto Rodriguez Leal, cittadino francese, è stato rapito nella zona occidentale del Mali.
Il suo rapimento è stato rivendicato dal Mujao.
PENA DI MORTE
La corte d’assise di Bamako durante l’anno ha condannato a morte 10 persone. Quattro
erano state giudicate colpevoli di associazione a delinquere, rapina, cospirazione e possesso illegale di armi da fuoco e due di complicità in omicidio.
MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Delegati di Amnesty International hanno visitato il Mali ad aprile, luglio e tra agosto e
settembre.
Mali: Five month of crisis. Armed rebellion and military coup (AFR 37/001/2012)
Mali: “We haven’t seen our cellmates since.” Enforced disappearances and torture of
soldiers and police officers opposed to the junta (AFR 37/004/2012)
Mali: Civilians bear the brunt of the conflict (AFR 37/007/2012)
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