- Ariano Folkfestival

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- Ariano Folkfestival
Quotidiano a distribuzione gratuita dell’AFF - Numero unico
GIOVEDÌ 20 AGOSTO
La benedizione di Una diaspora dal sapore mediterraneo
Don Pasta
Watcha Clan: un convivio di musica stra-vagante
L’Intervista
Nicola Del Medico
Dopo lo spettacolo abbiamo chiesto
a Don Pasta, un augurio per l’inizio
dell’Ariano Folkfestival. Ho fatto
una parmigiana metaforica proprio
perché, secondo me, questo piatto
rappresenta l’abbondanza nella povertà: quando non abbiamo nulla
friggiamo la parmigiana e ci mangiamo per giorni. L’Ariano Folkfestival
mi ricorda un po’ questa storia di chi
non ha nulla e con quel nulla frigge
la melanzana e fa contenti gli altri.
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Musica sul confine
All’AFF l’high e low-tech dei
messicani Nortec Collective
Federica Pietrolà
Mariano Alterio
Il nome Tijuana fa venire subito in
mente il confine, il limite, la riga che
separa due mondi diversissimi. La
città da cui provengono i componenti del Nortec Collective è, a seconda
del punto da cui la si guarda, l’ultimo
avamposto latino prima di (provare
ad) entrare negli Stati Uniti o la prima
sensazione del mondo senza lustrini
per chi proviene dalla California.
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Partendo da Marsiglia, si può giungere a Barcellona e poi
a Casablanca, Agadir, Oran, Algeri per dar vita ad un
Mediterranean caravan, come l’ultimo lavoro dei Watcha
Clan “Diaspora in Hi-Fi, A Mediterranean Caravan”.
Un’orgia di suoni differenti vi assalirà, l’amplesso di musica elettronica con le sonorità berbere, arabe, ebraiche
e perfino balcaniche vi colmeranno di gioia ed euforia:
danzate gente, danzate, “alzate le mani alzate”. Questa
sera i nomadi suoni ci faranno danzare, sudare, il nostro
desiderio di una bella birra fresca aumenterà. Il Folkstage
ospiterà le storie e le vite di cinque artisti che prendendo spunto dalle proprie biografie, hanno catturato suoni
differenti, lingue diverse, emozioni musicali e sogni notturni. Le note scorrono, si accavallano mentre le percussioni si accompagnano ai sintetizzatori e la dolce voce di
Sista K come il “coro delle sirene di Ulisse c’incatena”.
Come spinti da una vera e propria diaspora i Watcha Clan
si spostano in tutta Europa, Francia, Spagna, Germania,
Olanda e ora l’Italia, per diffondere la buona novella di
suoni erranti e coinvolgenti. Non so se le mie poche righe
riusciranno ad accendere in voi la curiosità e la voglia
di assistere alla performance dei Watcha Clan, io sarò lì,
sotto il palco dell’AFF, a danzare, a farmi ammaliare e
catturare da suoni nuovi ed eccentrici, da accostamenti
anomali, unioni di note contro-natura nel vortice del diaspora pride…in poche parole salterò tra la folla e il mio
unico cruccio sarà far la fila allo spillatore…Vi aspetto.
Go with the Flow
Alison’ s diary
The AFF is not only about the music,
but music is certainly an important
component. The warmth and hospitality of Irpinia has not gone unnoticed by our musical guests, to the
point of being pleasantly surprised
(as recounted to me the other night
by La Caravane Passe member Stephen Winkel). The response to this
warm welcome can be seen, heard,
and felt in the fabulous performances delivered in return. From the
danceable world beats delivered on
the opening night by Dj Shantel, to
the sweet voice and tantalizing guitars of Deolinda, and the energy-laden spectacle of la vrai-faux mariage
brought to us by la Caravane Passe,
the first musical performances at this
year’s festival have been outstanding. Tonight’s line-up promises to
be no exception – hope to see you
there!
Alison Cole
La benedizione di Don Pasta
DALLA PRIMA
Io sono arrivato qui, sono stato bene e ho fritto la melanzana come augurio per
voi. Durante il Wine Sound System sei rimasto affascinato dal Pitatza (aglianico irpino - ndr), perché? Ovunque io vada chiedo di assaggiare il vino che
più rappresenta il luogo dove mi trovo. Quella del Pitatza mi sembra una storia
un po’ segreta: la carboneria di Ariano Irpino parte dal Pitatza. Questo vino,
secondo me, rappresenta la resistenza di Ariano: fantasia, bella vita, coraggio,
lavoro in vigna. Insomma, tutto ciò che serve per resistere in questo momento. Quanto il
vino aiuta a
scrivere componimenti
come i tuoi?
(Ride) Il vino
è fondamentale non nella
sua accezione maledetta,
devastante,
ma in quella
sociale. Per
me il concetto di politica
si basa sulla resistenza
sociale,
sull’unione delle persone. Tutti i vini sono in grado di costruire il tessuto
sociale creando un rapporto fra le persone riunite attorno a un tavolo. Questa è quella “resistenza carbonara” che auguro a tutti di poter realizzare.
Folkstage, Piano della Croce: Penny Metal
Il suo smisurato amore per la Russia e l’est Europa trasformeranno la notte dell’AFF in un mix irresistibile di polka, srytaki, kolos,
klezmer, ska russo e pop ukraino. La “rossa” dj inglese è la prima a
scatenarsi sul palco e anche voi verrete sicuramente contagiati dalla
sua energia esuberante.
Folkbullettino 2009
Quotidiano a
distribuzione
gratuita dell’AFF
Coordinazione e
direzione
Valentina Alterio
Impaginatore
Luigi La Porta
in redazione:
Mariano A., Alison C.,
Federica P., Nicola
D.M., Lorenzo D.P.,
Gerardo&Roberta,
Marco S., Amalio S.,
Giuseppe C. Elisabetta
P., Armando G.,
Antonio R.
Hanno collborato a
questo numero:
Per informazioni, contatti o per collaborare:
[email protected]
On line su arianofolkfestival.it
Musica sul confine
DALLA PRIMA
In ogni caso è il punto di partenza per chiunque stia fuggendo da qualcosa. Nella musica dei Nortec Collective
c’è tutto questo, la fusione di due elementi estremi della
cultura musicale messicana e statunitense: da un lato la
tradizione popolare dei mariachi, con gli strumenti più
classici della musica messicana, tromba, guitarrones,
contrabbasso, dall’altra la musica elettronica e a tratti dance dei club di Los Angeles, Miami e New York.
All’AFF si esibiranno Bostich + Fussible, due dei quattro componenti di questo progetto, formatosi nel 1999
proprio dalla riunione di artisti con alle spalle già una
carriera solistica. Il nome Nortec è la fusione tra le parole Norteño, ossia che proviene dal Nord, e Techno,
ma indica anche l’unione tra la musica elettronica e il
Norteño e la Tambora, due generi musicali tipicamente
messicani, da cui nasce uno stile che gli stessi Nortec
definiscono “very Tijuana”. I Nortec hanno ricevuto ben
2 nominations ai Grammy Awards nella categoria Latin
Music ed hanno suonato nei festival più prestigiosi in
Messico e negli USA. Come nella vera musica di confine
non c’è una vera e propria prevalenza di un elemento
sull’altro, non si capisce mai se le trombe e le chitarre
siano al servizio dei suoni elettronici o viceversa e non si
sa se alla fine vinca la festosità e la luminosità del Messico o l’intensità e l’alienazione urbana dell’America. Si
capisce, invece, molto bene che il risultato di questa fusione è unico ed interessante e dal vivo anche molto trascinante. Questi artisti di Tijuana, come tutti quelli che
nascono sopra un confine e anche solo che si trovano a
dividere la proprio vita tra diverse località, o partono o
ritornano e non possono mai scegliere se essere soltanto
ciò che lasciano alle loro spalle o ciò che vedono davanti
ai loro occhi. Welcome to Tijuana.
Ristorante Trattoria
San Domenico di Lo Conte Michele
Via 25 Aprile - Ariano Irpino
Cooperativa Omnia A.R.L.
Via Toppo dell’Anno - Zungoli
Solo la poesia ispira poesia
20,21,22 Agosto - ore 18.30 -Palazzo Anzani, via D’Afflitto
Questo è il contenitore dedicato agli spiriti più puri, agli animi più sensibili. Dedicato
a chi sente una melodia arcana in ogni parola, a chi pensa che la poesia sia la manifestazione più preziosa del linguaggio c’è Spazio Poesia, tre incontri, con altrettanti
autori che danno voce ai loro versi: 20 agosto Mariangela Gualtieri; 21 agosto Alexandra Petrova; 22 agosto Franco Arminio.
Elogio al votta votta
AFF, FEDELI ALLA LINEA ANCHE QUANDO NON C’E’…
Federica Pietrolà
La quattordicesima edizione del
world music festival di Ariano Irpino non poteva non iniziare sotto una
buona stella. La serata del 18 è stata
a dir poco fantastica e non solo per le
casse computerizzate (ci vorrebbe un
articolo solo per loro e l’approdo fortuito e imprevisto sul tricolle) o per
il muso di maiale che chi ha voluto
ha degustato o per il fascino bukovino di DJ SHANTEL, al quale la
nuova amministrazione comunale ha
pensato di concedere la cittadinanza
onoraria di Ariano. La vera star della prima sera di concerti dell’AFF09
è stata la location di Piazzetta Santo
Stefano. Danzare nuovamente in uno
scorcio antico e pittoresco di Ariano
è stato per tutti i nostalgici dei tranesi un vero e proprio ritorno alle
origini. Abbiamo rianimato una delle
zone più antiche della città, abbiamo mostrato ai “forestieri” una delle zone più poetiche della cittadella
normanna (anche se ci sono cantieri
onnipresenti). A trionfare è stata la
voglia o l’abitudine tutta arianese e
popolareggiante dello “stritto”, far-
si largo a fatica tra la folla, danzare
mentre una pioggia di birra ci investe, farsi pestare i piedi fino a procurarsi piaghe indelebili (perché da
“iettato” che si rispetti al folk festival
si va con i sandali), destreggiarsi tra i
passeggini (e quest’anno anche io ho
provato l’ebbrezza di camminare per
il festival tra la folla con mia figlia
e infastidire la gente che ballava …
è stato il riscatto e la rivincita dopo
anni di lunghi soprusi), fare lunghe
passeggiate tra i vicoli per cercare
angoli bui in cui riversare tutta la birra bevuta ohhhhhhh. Il Folkfestival
o la vetusta festa della birra è rimasta fedele alla linea, voltando pagina,
diventando uno dei centri di fruizione musicale più importante del sud
d’Italia. E’semplice elogiare il volkscamp, la cinezone, la sonazone,
ma la vera protagonista del festival
è la musica che noi giornalisti, per la
critica, evitiamo di trattare. Che dire
a riguardo? Le recensioni dei gruppi
sono state fatte, le interviste anche e
allora? E allora, abbattiamo tutte le
coordinate e restiamo svegli tutta la
notte!!
Pubblicità comparativa
La formula vincente dell’AFF
Mariano Alterio
Ogni anno parliamo del Festival con toni encomiastici,
forse condizionati dall’affetto per questa manifestazione, che tutti sentiamo un po’ parte di noi. Ci spingiamo
sempre a presentarlo come un avvenimento musicale e
culturale eccezionale, unico in Italia. Vediamo se è vero.
Il mese di agosto è tutto un fiorire di manifestazioni e
festival musicali in ogni angolo d’Italia, anche perché il
clima propizio permette di utilizzare per la musica spazi
all’aperto più grandi di quelli disponibili in invern. C’è
tanto jazz con personaggi italiani ed internazionali di
massimo livello, arrivano i più grandi MCs jamaicani del
Reggae e le grandi orchestre del Centro e Sud America,
che portano in giro la musica caraibica e brasiliana. Poi ci
sono i grandi del rock internazionale, sempre meno grandi e sempre più difficili da trascinare verso gli stadi italiani ed ancor più a sud del Tevere, ai quali si affiancano i
pochi rockers nostrani che, al di là dei soliti noti, proprio
per la loro esiguità, trovano spazio in numerosi festival,
che finiscono un po’ per assomigliarsi tutti. Stesso vale
per le tante manifestazioni musicali estive, più o meno
longeve e legate a progetti ampi e concreti, che si concentrano sulla musica popolare. La ormai autoreferenziale
pizzica salentina, che, a parte la Notte della Taranta, pare
più una portata del menù delle innumerevoli, ed a volte incomprensibili, sagre che affollano l’estate salentina
che non l’espressione musicale di una cultura millenaria
che mescola paganesimo e cristianesimo; il folk militante
perfetto per danzare, far festa, e nutrire nei ragazzini la
speranza in un mondo migliore, ma che alla terza sera di
festival spinge l’ascoltatore mediamente sano di mente ad
acquistare la M2O compilation ed a perdersi nella House
più estrema anziché a seguire le orme dei partigiani. Sia
chiaro, la musica quando è suonata bene è sempre una
boccata di aria pura ed i gusti personali sono indiscutibili.
Nessuno vuole denigrare o demolire quel poco che, almeno in queste terre, ci viene offerto. Però c’è un però: però
non credo sia un caso che da diversi anni ad Ariano ad
agosto approdano gruppi mai sentiti in Italia e che l’anno
seguente tornano nel nostro Paese con lunghi tour e tappe
in città grandi e prestigiose. Non è un caso neppure che il
nostro Festival sia tra i pochi, se non l’unico, a perseguire
la strada nuova del Numed, mistura complessa di tanta
parte della musica e della cultura di origine mediterranea,
nella quale si parte da un nucleo caratteristico di uno stile
musicale tradizionale, per fonderlo ed unirlo con ingerenze culturali e stilistiche tra le più disparate. Delle precedenti edizioni dell’AFF ricordiamo nel 2008 Muchachito
Bombo Infierno, Ojos de Brujos e Balkan Beat Box, che
hanno intitolato il loro ultimo album proprio “Numed”,
ancor prima Boom Pam da Israele, i turchi Baba Zula, i
nostrani Acquaragia Drom! Quest’anno la nuova onda
mediterranea continua con Deolinda, Caravan Palace,
Watcha Clan. Inutile ricordare tutti i nomi e le date, sarà
sufficiente trovarsi una postazione comoda sotto il palco
ogni sera dal 18 al 23 e godersi lo spettacolo, gratuito.
Una piccola postilla: è stato molto decantato il Traffic Festival di Torino come l’ultima manifestazione musicale
gratuita in Italia. Bip. Risposta sbagliata.
Buon AFF.