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quotidiano a distribuzione gratuita dell’AFF
Un progetto di
Domenica 19 Agosto 2012
Il Son cubano
alla Corazone
Per l’ultima sera Sparagna e cumparisci!
NICOLA DEL MEDICO
Oggi, alle 19.30, l’ultimo tramonto musicale
della Corazone sarà al ritmo del Son
cubano, con i Rico Son. Abbiamo intervistato
Mariano Alterio, voce della band. Quali sono
le caratteristiche del Son cubano che più
hanno influenzato i Rico Son? « Il Son è una
musica che nasce nelle zone rurali di Cuba,
un po’ come la nostra musica popolare. Il
Son vero e proprio è una musica fatta per
ballare. Si basa su moduli, e ha al centro un
raccontino, magari anche sciocco come la
storia del furto di una mucca. Il tutto culmina
in un ritornello in cui si ripetono un coro e
la risposta di uno strumento solista. Giunto
dalle campagne cubane a L’Avana, il Son è
stato influenzato dalla musica più colta della
capitale, quella importata dalla Spagna.
Ma fondamentalmente il Son è fatto di una
chitarra, una percussione e gente che canta.
Noi proviamo, da Italiani, a riprodurre il Son
nella maniera più fedele possibile. Infatti,
tra gli strumenti che usiamo c’è il tres, una
chitarra che ha un’incordatura particolare
ed è tipica del Son».
Segue a pag 2 >
MARIANO ALTERIO
Si finisce con il botto, con Francesco De Gregori che rifà se
stesso con il sapore della musica popolare. Il principe torna alle
origini, avvalendosi degli strumenti tipici della tradizione popolare:
zampogne, chitarre battenti,
organetti. Francesco De
Gregori propone Vola vola
vola, progetto realizzato
con l’alfiere del nuovo
folk italiano, Ambrogio
Sparagna, per una serata
assolutamente particolare.
L’artista ha scelto alcune fra le sue canzoni meno conosciute,
riarrangiate in chiave popolare da Sparagna; spiccano La ragazza e
la miniera, da La donna cannone, Terra e acqua da Viva l’Italia, San
Lorenzo da Titanic, Ipercarmela da Bufalo Bill. Poi brani popolari
in varie lingue e dialetti, comprese alcune terzine tratte dalla
Divina Commedia e tradotte in griko, la lingua delle più famose
pizziche tarantate. Per chi non lo sapesse il griko, o grecanico, è
un dialetto neo greco parlato nella Grecìa Salentina, un’area a Sud
di Lecce che comprende nove comuni. A interpretare questi ritmi
sarà l’Orchestra Popolare Italiana, diretta da Ambrogio Sparagna.
pirma dell’esibizione di De Gregori ci sarà Capobanda, il progetto
di cantautorato de I Sei Ottavi che presenteranno i loro nuovi pezzi.
E all’AFF tutto questo costa meno che in qualunque altro posto! //
Il concerto di Francesco de Gregori con Ambrogio Sparagna
CARO AFF TI SCRIVO...
Dì la tua sull’Ariano Folkfestival,
inviaci la tua lettera a:
[email protected]
Folkart: l’artista Millo ci
parla del suo murales
NICOLA DEL MEDICO
Campeggianti e habitué del Volkscamp
si stanno chiedendo cosa stia prendendo
forma sul muro che costeggia l’ingresso
del campeggio. Abbiamo cercato di
strappare qualche dritta sull’opera di
street-art che sarà presentata oggi
direttamente all’autore, Francesco Giorgino
aka Millo. Cosa puoi svelarci a proposito
dell’opera che stai realizzando? «Di solito
il significato delle opere di street-art è più
chiaro a lavori terminati, anche perché si
dà spazio alla libera interpretazione dei
fruitori. Personalmente le mie realizzazioni
si lasciano influenzare anche dalle superfici
che ho a disposizione.
Segue a pag 2 >
Magnifico aka il Papak
Oggi svelato l’arcano del murales al Volkscamp
dalla prima >
In questo caso, il muro su cui sto disegnando
mi ricorda la lunghezza dell’orizzonte,
dell’oceano. Gli elementi che spiccano
dovrebbero dare l’idea di una moltitudine di
persone a pelo d’acqua». Come hai iniziato
la tua attività da writer? «A differenza
di altri writer non ho mai fatto niente di
illegale, perché non mi va di scappare via
se fossi colto sul fatto! Le mie opere sono
state esposte, e alcune lo sono ancora, a
Pescara, dove vivo, ad Ancona e a Roma.
Proprio a Roma, nel 2010, ho presentato
alcuni lavori alla mostra “Disturbi”, al
Sinister Noise. Lì ho conosciuto alcuni
ragazzi del team di Ziguline che mi hanno
dedicato spazio sul loro sito. Quella mostra
è stata un po’ il mio trampolino di lancio. E
proprio i ragazzi di Ziguline quest’anno mi
hanno invitato all’Aff. A marzo ho esposto
alla mostra “Missing” della b>gallery
di Roma, incentrata sull’abbandono.
Alcune riproduzioni di palazzi sono state
posizionate in diversi quartieri della città,
e poi abbandonate. Ho voluto intrecciare
il tema dell’abbandono con pezzi di
architettura urbana che, tra l’altro, mi
interessa molto». Ti è piaciuto lavorare qui
all’Aff? «Sì, l’atmosfera è davvero molto
piacevole. Ho anche apprezzato i lavori
di street-art realizzati durante le edizioni
passate dell’Aff, in particolare quella di
Nicola Alessandrini . L’unico problema
è che non riesco a lavorare di mattina
per il caldo. Quindi ho dovuto disertare il
Folkstage per dedicarmi alla mia opera.
Per portarla a termine probabilmente mi
toccherà un tour de force notturno. Ma sarà
pronta prima dell’ultima serata, alla quale
non mancherò». Amici del Folkart, passate
a salutare Millo e Maria Pia e…ci vediamo
il prossimo anno. //
Alla scoperta delle sonorità cubane
dalla prima >
Più in generale, a quali aspetti della cultura
cubana vi ispirate? «In ambito musicale,
Cuba ha moltissimo da offrire. Nella musica
cubana si mischiano l’immigrazione europea
e quella forzata dall’Africa. Alla cultura afrocubana, ancora solida e molto radicata, si
affiancano altri generi e contaminazioni,
persino jazz. La varietà della musica cubana
è incredibile». E il vostro quartetto? Come si
è formato? «A dire la verità, il quartetto si
è formato con molte difficoltà. Per quanto
il Son sia molto orecchiabile, è raro trovare
persone che conoscano questo tipo di
musica, apparentemente molto semplice,
ma che in realtà richiede accuratezza nello
stile. Io e Vito Giacovelli, percussionista,
abbiamo perlustrato la provincia barese,
alla ricerca di gente appassionata di Son
e in grado di suonarlo. Alla fine, abbiamo
conosciuto un ragazzo che si è costruito
un tres da solo, smontando una chitarra, e
un contrabbassista innamorato di questa
musica». Che spettacolo offrirete al pubblico
della Corazone? «Di solito cerchiamo di
toccare un po’ tutti gli stili della tradizione
cubana, e proporremo anche qualche pezzo
di musica afro-cubana. Faremo qualche
accenno alla Santeria, ai canti dei santi.
Ma la nostra è pur sempre una musica da
festa, una festa che può durare anche tutta
la notte se il pubblico inizia a scatenarsi». //
MARIA CARO
Girovagando nel backstage del festival ho incontrato alcuni degli
artisti che si esibiranno questa sera ed è stato un vero piacere
chiacchierare con magnifico. Questo è pressappoco quello che ci
siamo detti io, lui e Giuseppe. Ciao Magnifico, benvenuto. Com’è
stata l’accoglienza all’Aff e che idea ti sei fatto del festival e della
città? «Ieri ho avuto l’occasione di vedere la performance che mi
è piaciuta molto, c’è molto musica indipendente e una dimensione
world davvero interessante. Inoltre, ho avuto modo di apprezzare
l’atmosfera del festival e della città e devo dire che ho ricevuto
un’ottima accoglienza dall’organizzazione. Quello che posso sentire
qui è la vera Italia». Esiste un forte legame tra il tuo paese e l’Italia...
Ti senti vicino all’Italia? «C’è una forte similitudine tra il sud della
Jugoslavia e l’Italia, siete pigri come noi ma nel senso positivo del
termine, anzi non siamo pigri ma lenti. La pigrizia è qualcosa che
fa molto bene alla salute, è positivo per le persone». Parlaci della
tua musica. Da dove trai ispirazione? «Non credo nell’ispirazione
perché quello che faccio sul palco non è qualcosa che deriva da
qualcos’altro ma è semplicemente quello che sono. Sul palco ci
sono io così come sono». Qual è la componente principale della
tua musica? «L’elemento principale è sicuramente il ritmo e quello
che faccio nelle mie performance e che vedrete stasera, è il meglio
che posso dare di me e non semplicemente un buon concerto».
So che per te l’elemento “ironia” è molto importante, come la
usi? «L’ironia è una componente fondamentale per me ma è uno
strumento simile a una pistola. Devi sapere come usarla. Infatti,
preferisco usarla su me stessa che sugli altri». E infine, cos’è il
Papak? «Il Papak sono io, mi piace definirmi così. Si tratta di una
sorta di tamarro… sempre per quel discorso dell’autoironia». //
Wikifolk: l’enciclopedia non autorizzata dell’Aff
FEDERICA PIETROLÀ
Cari ed affezionati lettori del folkbullettino
anche quest’anno siamo giunti al termine
di una nuova e, come sempre, ricca di
emozioni edizione dell’Ariano Folkfestival.
Mentre in redazione si festeggia e si danza
sulle scrivanie, la wikifolk vi racconterà le
gesta di una donna simbolo del Folkfestival,
l’anima del folkbullettino: la nostra direttrice
Valentina Alterio!!! Applausi applausi….
Valentina Alterio (Accademia della Crusca,
Malpensa, 1888), è direttore di un
giornale italiano. Nata in un piccolo paese
dell’Irpinia arroccato su tre colli, Valentina
crebbe immersa nel verde, a contatto con
la natura ed esibendo nere e ricce chiome
non sempre guardabili. Diventata adulta
decise che la sua vocazione era quella di
rifarsi di tutte le risa e dei cori da stadio che
i compagni di classe le avevano lanciato
contro riguardo le sue acconciature,
diventando professoressa di lettere nella
scuola media. Così tra i tre meno meno, le
interrogazioni a tappeto, i compiti in classe
a sorpresa, la violenza psicologica e la
mole di analisi grammaticale assegnata ai
suoi allievi, Valentina si occupa anche della
testata giornalistica più letta ad Ariano nel
mese d’agosto: il Folkbullettino. Non tutti
sanno, ma la signora Alterio, in redazione
adora farsi chiamare con l’appellativo
di Elsa Fornero, si aggira infatti tra le
MACELLERIA
di Tony di Flumeri
Via Cardito - Ariano Irpino (AV)
cell. 3397448367
scrivanie dei suoi giornalisti con bacchetta
e registro, pronta a suonarle sulle orecchie
a chiunque abbia sbagliato una virgola
o un accento, ahi!. Di notte e di giorno si
aggira come un lupo vorace per le zone del
Folkfestival, invia i suoi scagnozzi ovunque
ci siano un gruppo di persone intente a bere
e a chiacchierare, con dure ed estenuanti
interviste mina la forza fisica dei vari artisti
poi incapaci di esibirsi al top (bho chissà
come farà?). Accanita avversaria dell’aglio
sfritto per la preparazione del sugo, come
ogni despota che si rispetti, come ogni
donna acida e tremenda, ha un unico
grande amore, non suo marito, un uomo
buono, docile e sottomesso, ma Cugo, il suo
cane, che però non esita ad abbandonare
dai nonni durante il Folkfestival…cattiva!
Così dietro il suo apparente aspetto
bonario, gli occhiali da vista rossi, i
foulard a righe colorate, le gonne ampie,
la risata allegra e contagiosa, lettori si
nasconde una mostro dell’informazione,
una schiavista, un mentore ineguagliabile
e perciò severissimo, una donna con le
palle aggiungerei; e così dopo aver finito il
mio articolo in bellezza, io e la mia wikifolk
vi salutiamo, sperando di aver allietato
le vostre giornate folkettare! Grazie ci
ri-leggiamo l’anno prossimo, pronti per
festeggiare la maggior età dell’AFF. .//
La nuova stagione della Sonazone
DIMITRI GRASSI
Quanti di voi sapevano che l’area collaterale più antica”dell’Ariano
Folkfestival è proprio la Sonazone? Lo spazio elettronico che da
circa dieci anni fa felice il pubblico di insonni appassionati delle
sonorità Techno, Goaclub, Tranche ed affini che attendono lo
scoccare delle tre del mattino per dare inizio al proprio festival
che per anni ha rotto la quiete notturna (e non solo) delle lontane
lande di contrada Camporeale. La Sonazone ha eletto l’Ariano
Folkfestival come culla naturale per la sua genesi sin dal lontano
2002 e per ben otto anni, fino al 2010, ha avuto il merito di portare
la cosiddetta scena “raving” in Irpinia. Si, fino al 2010, anno in cui
il collettivo LeTanzCircuit (ideatore e promotore della Sonazone) ha
avvertito l’esigenza di mettere un punto a questa intensa quanto
apprezzata esperienza. Dopo un solo anno di pausa la Sonazone
ritorna a popolare il programma della XVII edizione dell’AFF grazie
all’entusiasmo di una nuova compagine organizzativa. Un gruppo
di giovani amici dell’AFF, con all’attivo già diverse esperienze
nella scena clubbing/elettronica Italiana ed Europea, che non
se l’è sentita di far cadere nell’oblio uno spazio che ormai era
entrato a pieno titolo nel DNA del festival.
Da quest’anno la Sonazone si ripresenta
al pubblico sotto rinnovate vesti. Nuova Folkbullettino 2012
location, nuovo staff, nuove proposte
artistiche e musicali. Le ritmiche ipnotiche
della tranche lasciano spazio a delle più In redazione
morbide e ricercate sonorità Minimal, M. Alterio
Tech-House, Electro e Drum’n’bass. Come V. Alterio
dicono gli addetti ai lavori, buona, anzi S. Annese
M. Caro
molto buona la prima. Il debutto di venerdì
N. Del Medico
notte è andato aldilà di ogni più rosea
L. Di Paola
aspettativa. A chi scrive, la serata e la M. Grasso
proposta è piaciuta molto ed è curioso di R. Iannarone
vedere come seguirà nell’appuntamento di L. La Porta
sabato. Allo staff della nuova Sonazone va il F. Pietrolà
nostro benvenuto ed in bocca al lupo. Siamo A. Santosuosso
sicuri che i nostalgici della prima versione
apprezzeranno presto l’entusiasmo e le
proposte di questa seconda generazione. Progetto Grafico
iknstudio
Si può fare, si può fare. //
Singolarità, una storia a puntate #4
LORENZO DI PAOLA
Gli occhi dei nostri cari scienziati ancora
non avevano visto niente e nemmeno
sospettavano cosa le loro ignare retine
stavano per registrare. Il fenomeno è
inspiegabile con le sole povere e piccole
parole umane. Nessuna lingua del mondo
è attrezzata dei sostantivi, dei verbi, degli
aggettivi e degli avverbi necessari a spiegare
cosa successe quella sera all’Ariano Folk
Festival. Comunque proverò a farvi più o meno
capire l’accaduto. Lo zompa zompa generale,
i sorrisi e gli abbracci erano arrivati ormai
all’ultima serata quando ad un certo punto le
persone cominciarono a perdere ogni limite.
Non nel senso che il pudore era andato a farsi
fottere, (quello già da tempo aveva cambiato
residenza) ma nel senso che la gente non
capiva più dove cominciava e dove finiva il
proprio corpo. Si vedevano tronchi umani
con cinque braccia, tre gambe, due teste,
oppure novelli siamesi non-gemelli, insomma
le persone cominciarono incredibilmente a
fondersi fra di loro.Come se non bastasse
anche gli oggetti vollero partecipare a questa
insensata orgia. Potete solo immaginarne i
risultati: uomini-spillatori, mano-bicchieri,
gambe-microfoni ed altre assurdità del genere
fecero la loro comparsa. Poi fu la volta della
musica, niente più casse o amplificazioni, la
musica si ostinava ad uscire da ogni pertugio
umano disponibile! E all’improvviso bboom!
Finalmente a casa, siamo di nuovo tutti una
cosa sola, siamo di nuovo tutti qui, ovunque in
questo minuscolo punto.! //
I biglietti per gli spettacoli del
folkstage costano:
19 agosto - 15 euro
I biglietti acquistati alla biglietteria danno diritto esclusivamente
all’accesso all’evento per una persona (non sono incluse bibite omaggio
e maglietta). Inoltre non sono inclusi: il costo del campeggio e degli
eventuali biglietti di ingresso per gli eventi delle aree collaterali.
All’interno delle aree del Festival è vietato introdurre oggetti contundenti
quali stoviglie, fuochi d’artificio, armi, vetro, lattine, bottiglie, alcolici ed
ogni altro oggetto pericoloso per la salute e l’incolumità propria o di terzi.
Via Roma
Ariano Irpino -Avcell. 338 1827603
cell. 333 5937881
[email protected]
P.zza S. Egidio
Melito Irpino -Avcell. 333 3086541
tel. 0825 472360
Prometeo srl
Ariano Irpino -Avprometeoinfissi.it
[email protected]
Via Martiri 143
Ariano Irpino