Italia – Germania viaggio di andata e ritorno
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Italia – Germania viaggio di andata e ritorno
21/08 foto di Mario Covotta Sabato 21 Agosto Quotidiano a distribuzione gratuita dell’AFF Un progetto di Antonio Forcione: un successo annunciato Italia – Germania viaggio di andata e ritorno Folkintour musicale per il sabato sera al folkstage GIUSEPPE CIASULLO L’appuntamento indoor dell’Aff conferma la sua valenza spiccatamente artistica: la carica emotiva che ne scaturisce provoca l’ovazione di un pubblico entusiasta. Un evento nell’evento, Antonio Forcione ha da subito catturato l’attenzione di tutti; la platea ha seguito lo spettacolo in religioso silenzio. Nel primo brano si esibisce da solo e quando sul palco lo raggiungono gli altri componenti della band la prima impressione è la spiccata intesa che circola fra i quattro… sarà così per tutto il concerto, in un tripudio di sonorità e di tempi irregolari, di acrobazie tattili e suoni gutturali. Un concerto che rimarrà negli annali del festival. Raggiungo Forcione nel backstage per fare due chiacchiere. Innanzitutto mi complimento con lui per la stupenda performance, per l’affiatamento e l’empatia fra i componenti del gruppo. «Questo non è un progetto nato a tavolino come succede per alcuni. Non è il nostro caso! Il tutto si è sviluppato in progressione, ho lavorato per molti anni in Duo, suonando e arrangiando tanto. LUCILLA MINCOLELLI Un viaggio tra Italia e Germania al ritmo della musica balcanica, quello del 21 Agosto all’AFF 2010. Ad aprire le danze è Alessandro Mannarino, eclettico cantautore romano venuto alla ribalta a partire dal 2001, quando si esibisce in strane session a cavallo tra il djing e i live acustici. Lasciandosi alle spalle queste esperienze di “dj con la chitarra”, nel 2006 da vita alla “Kampina” una band formata da 5 elementi con cui si esibisce nei maggiori club e locali della capitale. Le sue canzoni sono un giusto mix di surrealismo ed ironia, tra il comico e il tragico, con pagliacci innamorati, ubriachi d’amore, saltimbanchi pronti a vendere un elisir d’amore con il quale, lo stesso Mannarino inonda, durante il concerto, la folla danzante. Il suo essere ragazzo di borgata, fa si che le sue canzoni siano una passeggiata tra le vie della capitale grazie alle sonorità e ai ritmi della musica popolare italiana, per poi fare una virata verso l’Est Europa, con elementi di musica balcanica e gitana. Il nostro viaggio continua fino a Berlino, città stimolante, underground, riaffiorata dal buio della dittatura e divenuta luogo di ispirazione musicale ed artistica. Per noi, amanti della musica balcanica è stato scelto uno di quei gruppi che, quando si esibisce, non sa cosa sia il confine tra palco e dancefloor. Parlo dei Rotfront, band formatasi nel 2003, mix di culture ed etnie con musicisti americani, tedeschi, ucraini. Quattordici scatenati che si esibiscono dando tutto loro stessi, come se quello fosse per loro l’ultimo concerto. Segue a pag 2 > Segue a pag 3 > CARO AFF TI SCRIVO... Dì la tua sull’Ariano Folkfestival, inviaci la tua lettera a: [email protected] Le notti fluide dell’AFF FEDERICA PIETROLÀ Chissà perché ogni volta che un concerto finisce, in noi c’è sempre quel desiderio di ballare ancora, cantare, muoversi, lasciarsi trasportare dalle onde sonore, sentire il vento sulla propria pelle, ondeggiare ondeggiare: ci si è appena riscaldati e purtroppo tutto finisce sul più bello, quando nel nostro sangue l’alcool fluttua senza sosta. Tutto ciò non accade all’Ariano Folkfestival dove tornare a casa per dormire è impossibile, dove non si resta mai a bocca asciutta e si balla fino al mattino. A renderlo possibile è il lavoro sui generis di 14 ragazzi con pochi mezzi e tanta buona volontà. Segue a pag 2 > Tony Allen pensa che il suo sia un «Dangerous job» Antonio Forcione: un successo annunciato < dalla prima Giunto il momento di espandere le mie idee e le sonorità, ho incontrato Jenny. Volevo il violoncello per via della sua lirica, la sua voce molto bella. Jenny è una gran persona, di impostazione classica ma con una spiccata predisposizione alla sperimentazione. Un gruppo che, pur essendo eterogeneo, intercontinentale, condivide la passione per la musica, la voglia di suonare e di capire come arrangiare dei pezzi organicamente. Io scrivo e ognuno di loro porta nelle composizioni la propria cultura… ecco l’arricchimento». È evidente che le influenze internazionali sono fondamentali, nella tua musica spiccano l’Africa, la Spagna. «Ho suonato in Africa più volte ed ho avuto modo di comprenderne il fascino, questo mi porta sempre più spesso a visitarla. È veramente incredibile. Per quanto riguarda la Spagna, sono stato lì per diverso tempo, ed ho suonato in diverse formazioni gitane». Sei stato una spugna, ma la tua formazione di partenza qual è? «Diciamo che sono molto autodidatta, anche se ho studiato a Roma jazz e armonia. Ho una formazione italiana perché da ragazzo spesso andavo da un professore alla ricerca di qualcosa di più, ma mi accorsi che le cose che cercavo non erano scritte, così ho ascoltato dischi e cose di diversa provenienza: turchi, nord africani, mi sono 2 aperto a 360°. Poi sono arrivate le grosse collaborazioni Trilok Gurtu, Ronu Majumdar, Charlie Haden». Perché hai scelto il melting pot londinese? «Mi hanno accolto a braccia aperte, non ho avuto bisogno di cantare, mi sono proposto e loro mi hanno promosso. La musica strumentale italiana è relegata a logiche poco dinamiche che non permettono di viverci, bisogna guardare al futuro. Ero stanco di alcune cose. In Italia c’è poca meritocrazia e molto clientelismo, ognuno coltiva il proprio orticello, non c’è una base oggettiva, nè visione globale delle cose. Però spesso quando vengo per tenere workshops e clinics incontro molti giovani con grande senso artistico, hanno voglia di fare, il loro livello è abbastanza alto, ma purtroppo non riescono a decollare perché non ci sono le “infrastrutture”». Un finale tutto italiano: con dedica a Fellini. «Ho gran rispetto per gli artisti italiani. Quando mi chiedono cosa ascolto, cosa mi ha influenzato io rispondo Chaplin, Fellini, Benigni, Mandela, non solo musicisti». L’artista trasmette il suo vissuto attraverso la propria forma espressiva, nel tuo caso la musica. «Si credo molto in questo, non credo che sia sufficiente soltanto suonare le note giuste. Ma portare la mia dimensione, le cose che nella mia vita sono importanti, se vuoi un pizzico di autobiografia». M. CARO, M. ALTERIO Il padre dell’Afrobeat, Tony Allen, si dimostra molto disponibile nel rispondere alle nostre domande.Sei considerato da tutti il padre dell’Afrobeat. Hai dei figli musicali? «Ci sono tanti musicisti che provano a suonare come me. Dipende dalla proprie attitudini ed ognuno dovrebbe suonare secondo la propria personalità e la propria sensibilità». Recentemente hai collaborato con Damon Albarn nel progetto “The Good, the Bad and the Queen”. Che esperienza è stata? «E’ stata una grande esperienza, perché è una persona sintonizzata completamente sulla mia stessa lunghezza d’onda. La musica è un linguaggio universale. Ognuno ha il suo stile e devi incontrarti a metà strada ed usare il tuo talento per creare una armonia. E’ un lavoro molto interessante». Viaggiare per tutto il mondo ti ha regalato tante esperienze. Dicci qual è la cosa più importante nella vita, nella musica e per te stesso. «Beh, il lavoro prima di tutto. Molta gente mi invidia perché io viaggio molto in tutto il mondo, credendo che questi viaggi siano per me anche delle vacanze. Invece io ho bisogno di poche vacanze molto brevi. Dopo questo concerto sono previste due settimane di stop ed andrò in vacanza su un’isola ma solo per tre giorni. Per me è un tempo sufficiente, perché poi ho bisogno di tornare a lavorare». Gli altri musicisti parlano di te come il più importante batterista di tutti i tempi. Cosa provi riguardo a queste affermazioni?«Non provo nulla» Ma credi che sia vero? «Si, penso che potrebbe essere proprio così, perché tutti riconosco il mio genio, però io non suono per nessuno, suono solo per me stesso e questa credo che sia la differenza». Questa sera ti esibirai sul palco di una piccola città, trivi delle differenze rispetto a concerti in grandi città? «Io so di dover dare sempre il massimo, indipendentemente dal posto in cui suono. Ed anche qui darò il massimo!». Fela Kuti è stato per te un amico ed un collega. Con lui hai condiviso gli ideali e le battaglie? «Si, con lui ho condiviso molte cose, alcuni battaglie ed alcuni punti di vista. Avevamo differenti mentalità, un modo diverso di suonare e idee diverse a riguardo. Parlavamo molto e mi piaceva molto ciò che lui diceva. Aveva molto da dire e la mentalità di Fela e ciò che aveva da dire è tutto nelle sue canzoni, nella sua musica». We love you Sonazone! < dalla prima La crew Le Ta(n)z Circuit offre nelle serate di giovedì 19, venerdì 20 e sabato 21, tre diverse nottate elettroniche; drum’n bass, tecno\tribe e psygotrance. I ragazzi hanno come unico desiderio vederci ballare sotto le casse, attaccati alla rete metallica che distribuisce il suono, abbracciati alle frequenze più eccitanti e perforanti. Welcome ladies and gentlemen! Se avete voglia di non fermarvi, di diventare tutt’uno con il suolo che batte e pulsa sotto di voi incitato dal sub, se volete perdervi nella notte e nascondervi in mille volti danzanti e incappucciati a causa del freddo di Ariano, COSA ASPETTATE, le mirabili e volanti navette vi condurranno al piacere, all’estasi (ovvero a Camporeale!). Quest’anno nella notte si esibiranno dj teutonici, capitolini, i terribili Ngo e Arnan13 appartenenti alla crew LTC, che ci faranno fondere il cervello, straripare energia elettrica dalle vene, contorcerci a terra stanchi e appagati . Che dire di più?? Se nessuno ha ancora calpestato le vostre caviglie, se ce la fate ancora a dimenarvi nella notte, se siete soli e in cerca di un’anima gemella notturna, se la birra è ancora in circolo, se il vostro pusher ha fatto rifornimento e proprio non potete andare a dormire ecco il luogo che fa per voi e per me. Folkintour musicale VIDEO DEL GIORNO Cronache dallo stand Hai un lettore di codici QR installato nel telefonino? Allora scatta una foto al codice e guarda il video dal tuo cellulare. Oppure vai su Ziguline.it < dalla prima I loro spettacoli sono una carica di vitalità, con danze che alternano movimenti ska ed il pogare, grazie alla ricerca musicale fatta di suoni dell’Est Europa (Polka, Klezmer) pompati con quelli caldi del Sud (Ska, Cumbia). Torniamo a casa, e precisamente a Firenze con i Globan Kan Kan. Anche qui i ritmi balcanici e gitani, mixati con i caldi suoni delle ballate mediterranee, faranno da padroni alla serata. Il loro un esperimento musicale: dance bollywoodiana, gipsy swing, elettroniche brass band, mariachi digitali, kuduro beat. Gli artisti del collettivo Global Kan Kan si sono velocemente affermati come una realtà particolarissima nella nightlife europea, riuscendo a trasportare nei club più importanti la loro idea di socialità e divertimento. Remixano tradizioni musicali geograficamente lontane, intrecciano la musica strumentale tradizionale, ma soprattutto avviano un métissage culturale. Il percorso della serata è un folkintour sonoro, frutto di antiche e nuove origini ritmiche, libere di muoversi per il mondo nel rispetto della tradizione e dell’appartenenza geografica dei popoli. FolkChart* stràfico ci piace così così una chiavica Il giudizio di Milazzo degli eventi del 19-20 Agosto FOLKSTAGE CONCERTI DEL 19 AGOSTO Indiscutibile il valore artistico di Tony Allen, ma gli artisti che si esibiscono dopo di lui non coinvolgono il pubblico come ci si sarebbe aspettati. CINEZONE E LI CHIAMARONO BRIGANTI Viene affrontato un argomento che per anni è stato tabù. Buon successo di pubblico. FOLKART NICOLA ALESSANDRINI L’opera murale comincia a prendere forma più definitiva. Divide la popolazione arianese la scelta di far dipingere una parete del centro storico. CORAZONE DON PASTA Spettacolo originalissimo offerto da un cuoco stralunato che unisce musica, racconto popolare, cucina e immagini. Meteolk Sabato 21 Min 24 ° C Max 32 ° C Precipitazioni < 45% Folktemp L’atmosfera che si scalda all’AFF 39 ° C I lividi da Folkfestival FEDERICA PIETROLÀ Ogni volta che si torna da una vacanza, da un viaggio, si ha sempre la mania di portare a casa qualcosa che ricordi i giorni trascorsi in allegria..una cartolina, una penna, un bicchiere rubato in un bar, un cartello stradale trafugato di notte..souvenir. Quando torni dall’AFF, invece, porti a casa solo lividi e mal di gola (umidità di merda..anche nel mese di agosto... c***o di tricolle!). Danzando ammassato nella piazzetta Santo Stefano o saltando beato al folkstage c’è sempre qualcuno che ti calpesta un piede, ti tira un cazzotto nella schiena preso dalla foga della danza, c’è chi vuole oltrepassare la calca danzante con i bicchieri di birra in mano e per non farla cadere si fa largo a gomitate; chi con la scusa di abbordarti viene a zompare vicino a te..insomma è un festival che si vive sul corpo e con il corpo. Eccoli spuntare, superbi, colorati, estesi, ognuno di essi è l’immagine di una notte... “ecco Folkbullettino 2010 ecco questo sul braccio destro è Tony In redazione Allen… questo sul polpaccio sinistro è M. Alterio frutto degli Otros Aires… questo dietro la V. Alterio schiena sono i Rotfront. Questo leggero S. Annese dolorino al muscolo alla caviglia sono i M. Caro Global Kan Kan. Non aspetto altro che il G. Ciasullo sommo livido di Goran Bregovic!”. “Chissà G. Colucci come sarà: blu, tendente al viola, con aloni N. Del Medico giallognoli... ohh mi sembra un sogno!” L. Di Paola E noi poveri eroi che ci destreggiamo M. Grasso tra le mille attività del festival, noi che R. Iannarone L. La Porta non dormiamo mai che siamo sempre L. Mincolelli in moto, prima alla cinezone, apertitivo F. Pietrolà alla corazone, quattro salti in padella al A. Santosuosso folkstage, nottata balorda alla sonazone, P. Vitillo capatina al volkscamp, eccoci pronti al folkintur o allo yoga; mentre fieri di essere hanno collaborato e di esserci stati portiamo sulle nostre C. Colucci membra i segni violacei del divertimento e gridanti, baldanzosi e strafottenti gridiamo: Progetto Grafico iknstudio more more more! 3 Bighellonando per Ariano incontro Luca Morino STEFANIA ANNESE Dopo essere stata in redazione, essere corsa alla spazio Yoga e aver allietato le mie orecchie con la musica di Antonio Forcione, riesco ad incontrare anche Luca Morino, fondatore e leader dei Mau Mau. Vengo a conoscenza di un suo nuovo progetto da solista, itinerante, e ne approfitto per fargli alcune domande. Come è nato il progetto Morino migrante? «Io vengo da una città multietnica come Torino, dove il quartiere Mirafiori e la FIAT sono stati dei poli attrattivi per i lavoratori di tutta Italia. Il Sud per un sacco di anni ha fatto la città che è stata sempre un laboratorio di accoglienza e di adattamento. Pensa che tempo fa ho partecipato alla festa degli abitanti di Cerignola, in piazza Cerignola a Torino. C’era tantissima gente, non credo che fossero stati tutti di Cerignola, ma questo è per dirti quanto fosse forte la partecipazione di una comunità piccolissima in una città come Torino. Adesso vivo una fase creativa. Dopo aver raccolto un bel pò di materiale, ho deciso che sarebbe stato molto più efficace ed interessante viaggiare e muoversi ovvero emigrare di qua e di là per tutta Italia e far crescere il progetto. In questi giorni mi fermo al Sanacore , tutti i giorni per un po’ di tempo per prendere possesso dello spazio e vedere cosa mi possa trasmettere questa zona. La stessa cosa succederà in Salento tra qualche giorno, poi in Sardegna e infine sul Lago Trasimeno, in Umbria. In questo modo riesco ad interagire con il resto del mondo e posso dire che adesso per me la creatività indichi una porta aperta. Altre volte ho chiuso la porta, adesso ho bisogno di essere in connessione con il resto del mondo». Qual è la visione del migrante in generale? La ticket shirt ed il braccialetto valgono come biglietto di ingresso per lo spettacolo del 22 agosto L’ultima sera del festival per accedere al folkstage dovremo indossare tutti la maglietta dell’aff. Costa 15 euro presso la biglietteria del folkfestival e gli stand del folkstage. Continua su arianofolkfestival. it si ringraziano : EDILIZIA FODAL s.r.l. Via Rampa Covotta | 83031 Ariano Irpino nuove musiche terrestri ariano folkfestival 2010 arianofolkfestival.it nuove musiche terrestri ariano folkfestival 2010 arianofolkfestival.it