La goccia n13/12hot!

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La goccia n13/12hot!
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n. 13 - 30 giugno 2012
n. 13 - 30 giugno 2012
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Sommario
Questo periodico
è associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
La Goccia
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430/92 DEL 15 MAGGIO 1992
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HANNO COLLABORATO
A QUESTO NUMERO:
GIUSEPPE CARRERA
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ANTONELLA CARRERA
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GIORGIO MOREA
LUCA CALABRESE
VIOLA LAVERMICOCCA
GIOVANNI MATERA
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BALDASSARRE D’ANGELO
CANTA STORIE
WANDA PUCCI
SARAH SCORPATI
GEMMA VERNOIA
TERESA GALEOTA
VINCENZO CALDARULO
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LINA LUISI
GF DANCE
fOTO:
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AMMINISTRAZIONE
VITO CONTE
IMPAGINAZIONE E GRAFICA:
STEFANO GIOVE
Maurizio Falivene
STAMPA
FALIGRAPH
La Goccia n. 13 - 30 Giugno 2012
Dalla protesta…
Le meraviglie…
Viaggio nel…
Inaugurata…
Le interviste RG…
Avis…
di Stefano Giove
pag. 4
di Canta Storie
pagg. 5/6
A fuoco…
di Michelangelo Zanelli
pag. 6
Le favole di grim
di Grim
pag. 7
Versus di From
di From
pag. 7
Notizie flash…
di Giulio Pinto
di Lina Luisi
pag. 14
di Floriana Ribecco
pag. 17
Ballando per…
di GF Dance
pag. 18
Palo della cuccagna…
di Esseggi
pag. 20
3º Raduno…
pag. 9
di Giacomo Galante
pagg. 22/23
Le caricature…
Il quotidiano…
In... condominio
di Wanda Pucci
pag. 11
Il piacere…
di Viola Lavermiccocca
pag. 11
Noi e…
di Mario D’Alconzo
pag. 12
di Michelangelo Zanelli
pag. 23
Dialoghi…
di Corrado Strada
pagg. 24/25
Storie di…
di Antonella Carrera
pag. 26
Le vie del tabacco…
Torneo Scirea…
di Giacomo Galante
pagg. 38 e 41
Step to Dance…
di STD
pag. 39
I proverbi
di Giovanni Carducci
pag. 39
Polisportiva…
di A S
pag. 40
San Giovanni…
di Canta Storie
pag. 41
Champions 3…
di Baldassarre D’Angelo
pag. 42
Ricerca e …
pag. 42
di Giovanni Matera
pag. 28
Festa PD…
Utopia…
Lillino Punzi…
Per non…
di Nipoti
pag. 13
di Carrera - Giove
Campions 4…
Ritorno…
di Giuseppe Punzi
pag. 12
pag. 35
di Ninì De Prezzo
pag. 27
Dopo di noi…
di Vincenzo Caldarulo
pag. 12
di Lina Luisi
pag. 36/37
Gli Oscar…
di Teresa Galeota
pag. 10
Percorsi…
pag.19
Il disagio…
I giovani…
pag. 35
I Maestri…
di Gemma Vernoia
pag. 8
di Giorgio Morea
pag. 10
di Baldassarre D’Angelo
Concerto…
di Esseggi
pag. 21
di Giulio Pinto
di Luca Calabrese
pag. 34
di Francesco Bianco
pag. 31
di Sarah Scorpati
pagg. 32/33
di Rosamaria Busto
pag. 33
di Baldassarre D’Angelo
Questo numero de
La Goccia è stato chiuso
alle ore 12.00 del 27 giugno 2012
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l’editoriale
n. 13 - 30 giugno 2012
Dalla protesta alla proposta
In questi giorni, sulla pagina di facebook de La Goccia, si è verificato un
fatto insolito: alla pubblicazione di un comunicato stampa dell’amministrazione comunale, con il quale si annunciava l’acquisto di due segway (biciclette elettriche), affidate in dotazione alla Polizia Municipale per l’espletamento delle attività di servizio, è seguita una serie di interventi (oltre cento)
con i quali sono state mosse critiche molto forti all’operato della Pubblica
Amministrazione e al servizio espletato dalla Polizia Municipale.
Il tono delle critiche è stato forte e, in alcuni casi, esagerato. Tuttavia ciò
non ci possa esimere dal considerare che, per la prima volta, senza timore
alcuno, tante persone sono uscite alla scoperto e hanno espresso le proprie
opinioni in maniera chiara. Questo è lo specchio del clima che si respira
in tutto il Paese; le recenti elezioni amministrative hanno evidenziato una
crisi dei partiti e una forte affermazione di movimenti che sono definiti “antipolitici”.
La gente avverte la crisi, la avverte perché mette in discussione la propria
prospettiva di vita, le proprie certezze economiche, la propria condizione di
vita e, in ragione di questo, non accetta più che il “potere” possa godere di
privilegi, e possa spendere e spandere senza oculatezza.
Ma, non soltanto quella notizia ha animato il dibattito; anche il problema
della “sicurezza” a Ginosa e Marina di Ginosa è stato al centro di tanti
interventi, penso al gesto vandalico compiuto in piazza IV Novembre, laddove è stata “sfasciata” una lapide a memoria dell’ex sindaco di Ginosa,
Domenico Perrone. Insomma, sembra che da parte dei cittadini ci sia una
voglia nuova di protagonismo, che si esprime in forme moderne, attraverso
l’uso di uno strumento come Fb. Il fatto che sia soprattutto facebook ad
animare il dibattito ci lascia intendere che a intervenire sono soprattutto
giovani e questo sta a significare che soprattutto loro vogliono prendersi
in mano il proprio futuro e partecipare attivamente a ogni discussione per
definire le scelte da operare.
Credo che questo dato (la voglia di partecipare) debba essere tenuto nella
giusta considerazione e lo devono tenere nel debito conto i partiti e gli amministratori comunali, che devono modificare il loro modo di rapportarsi
alla pubblica opinione.
Proprio agli amministratori spetta il compito più difficile, se consideriamo
che devono fare i conti con una situazione complicata: i bilanci degli enti
locali sono stati falcidiati dagli interventi dei governi Berlusconi, prima e
di Monti, poi.
Sapranno, partiti e amministratori, cogliere questa novità? Difficile rispondere a questa domanda. A lume di naso si ha la sensazione che tutto proceda
come prima, come sempre.
La vicenda dell’acquisto dei segway è solo la punta dell’iceberg, di un modo di operare che oggi non viene più tollerato.
Lo sanno gli amministratori, quante critiche mi sono pervenute per denunciare la potatura degli alberi, fatta senza alcun criterio? Possibile che nessuno si renda conto che quei lavori hanno sollevato critiche fondate e che
i soldi pubblici devono essere gestiti diversamente e non per “sostenere”
qualcuno?
Insomma, oggi i cittadini chiedono più trasparenza e più rigore nella gestione della spesa pubblica; d’altra parte, di questi tempi, come si può pensare
di agire diversamente?
Tuttavia, questo vale solo per gli amministratori? A mio parere no! Vale
per tutti.
I partiti (non se ne percepisce la presenza) devono avere il coraggio di confrontarsi con la cittadinanza e capire in quale modo si può trasformare il
nuovo protagonismo in azione politica. Purtroppo non si vede nulla all’orizzonte e l’una cosa che i partiti vogliono fare è quella di imporre la propria
“propaganda” pensando che i cittadini debbano accettare lo stato di fatto.
La fase storica che stiamo vivendo può cambiare radicalmente la nostra
condizione di vita, le decisioni che in questi giorni si stanno prendendo in
Europa, segneranno il destino di milioni di uomini e donne. Pensare che
questo processo di cambiamento possa avvenire escludendo i cittadini dalla decisioni è un errore grave e la partecipazione la si promuove dal basso e
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affrontando argomenti concreti che toccano la vita quotidiana di ognuno di noi.
La sfida che abbiamo di fronte è difficile, la si può vincere soltanto se sapremo “leggere” il cambiamento e
divenirne noi stessi protagonisti. Certo è difficile far accettare ai partiti l’idea che i cittadini possano tornare a
contare e a decidere!
Basta vedere quello che accade in Parlamento rispetto
alle decisioni sulla legge elettorale. “La melina” che
punta a lasciare le cose come stanno ci deve far capire
che non c’è nessuna intenzione di rinunciare al diritto di
nomina dei parlamentari, da parte dei partiti.
Questo discorso vale anche per i partiti locali che sembrano rimanere prigionieri di logiche personalistiche
che non consente loro di uscire fuori dai luoghi comuni.
Alla fine si rischia di rimanere prigionieri di una duplice azione: da una parte chi vuole conservare il proprio
potere (o parvenza di potere), dall’altra una rissosità
inconcludente.
A quei cittadini che hanno manifestato il proprio dissenso su fb bisogna permettere di poter dire la propria
opinione anche in altre sedi, solo questo trasformerà la
protesta in proposta e adesso abbiamo bisogno di tante
proposte concrete per affrontare questo momento così
delicato.
Stefano Giove
cronaca
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n. 13 - 30 giugno 2012
Inaugurata la nuova sede del Giudice di Pace
L’aula delle udienze è stata dedicata alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino.
La struttura è un gioiello a garanzia dell’efficienza del servizio-giustizia.
-E’ stata inaugurata il 21 giugno scorso la
nuova sede del Giudice di Pace. Comprende
una confortevole e funzionale aula per le
udienze, dedicata ai giudici Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino, e cinque stanze per
gli uffici. Il loro completamento
è venuto a costare circa 130
mila euro ed essendo strutturalmente collegata alla sezione distaccata del Tribunale
di Primo Grado ne eleva l’efficienza logistica del servizio
giudiziario. Il rito della benedizione è stato celebrato da Don
Fernando Balestra, il quale
ha posto al centro del messaggio il grande valore della
pace tra gli uomini quale frutto nell’umana società e impegno costante ad instaurare nel
mondo la giustizia. Pace e giovani, poi –ha evidenziato Don
Fernando- devono camminare
insieme come garanzia per un
sicuro futuro. Sono stati presenti all’evento Antonio Morelli
(presidente del Tribunale di
Taranto), Rosa Patrizia Sinisi
(presidente Corte d’Appello di
Taranto), Italo Federici (giudice Coordinatore del Tribunale
di Ginosa), Angelo Esposito
(presidente dell’Ordine degli
avvocati di Taranto), il dottor
Antonio D’Armento, in rappresentanza della Prefettura di
Taranto. Inoltre, hanno partecipato Francesco Capobianco
e Vito Costantino, rispettivamente comandante della locale Stazione dei Carabinieri
e della Polizia Urbana. Tra le
autorità politiche il consigliere
provinciale Augusto Pardo, il
coordinatore provinciale del Pdl ed ex sindaco di Ginosa, Luigi Montanaro, e una
folta rappresentanza dell’avvocatura di
Taranto e del versante occidentale jonico.
A fare gli onori di casa il sindaco di Ginosa,
Vito De Palma: “Questa inaugurazione è
il sugello di uno scambio leale delle reciproche esperienze e di collaborazione tra
l’Ente locale e l’istituzione della Giustizia,
che ha visto impegnato il predecessore
sindaco Montanaro e poi l’attuale governo
amministrativo. Il completamento dell’opera pubblica –ha aggiunto De
Palma- rappresenta una delle eccellenze che il territorio
esprime e la difenderemo
ogni qualvolta verrà ‘attaccata’ da valutazioni discriminanti e disomogenee, nonché
penalizzanti per il cittadino
utente, che è il vero destinatario dell’attività del servizio
giudiziario”. E’ chiaro il riferimento del sindaco all’avvicinarsi del probabile taglio
alle strutture periferiche giudiziarie, che, oltre a Ginosa,
vedrebbe coinvolti i comuni
di Martina Franca, Grottaglie
e Manduria. Cesoia che starebbe per abbattersi in luogo
della riorganizzazione della
distribuzione sul territorio derivante dalla specifica delega
conferita all’attuale Governo
nazionale dalla conversione
in legge approvata a settembre dello scorso anno. Il tema
dell’efficacia e dell’efficienza,
ovvero
dell’organizzazione
del sistema giudiziario, rappresenterà un banco di prova rispetto al quale tutti sono
chiamati a misurarsi, al fine di
garantire ai cittadini un’effettiva resa di quel servizio giustizia rispetto al quale sempre di
più lo Stato è chiamato a confrontarsi con gli altri paesi europei. La realtà sta innescando dibattiti, doglianze e preoccupazioni spesso legittime.
“Ginosa mette a disposizione
una struttura moderna, vivibile e funzionale alla gestione dei processi.
Però - ha sottolineato il giudice Federici- ri
segue a pag. 6
6
cronaca
n. 13 - 30 giugno 2012
segue da pag. 5
schia di divenire iniziativa inefficace se non
si provvederà a renderla operativamente efficiente con la dotazione di mezzi e personale. Emergenza che va risolta con decisione
chiara e univoca perché mina alla base la
sopravvivenza stessa del servizio”. Rincara
la dose l’avvocato Esposito: “Premesso che
non c’è nulla di concreto riguardo all’analisi dei criteri per i tagli da operare, non v’è
dubbio che quest’ultimi non si possono fare in modo lineari puri e semplici, che non
tengano conto della congruità delle spese,
della realtà geografica e dell’efficienza degli
uffici. Piuttosto che dare voce ad una politica governativa degli annunci –si auspica
Esposito- si facciano i concorsi pubblici per
la copertura degli organici. In dieci anni, per
esempio, sono state smantellate due generazioni di cancellieri senza aver provveduto alla loro sostituzione. Nei prossimi mesi
L’Ordine che presiedo terrà a Ginosa un
convegno anche per indicare la realizzazione in città di un Polo della Giustizia”. Quindi,
ascolto del territorio e valore della prossimità della giurisdizione. E quanto sottolineato
dal giudice Morelli paventa tutta la complessità della crisi della giustizia che l’ha sostanziata nell’assenza di risorse economiche e,
con una metafora, ha paragonato l’organizzazione attuale alla tela di Penelope dove i
Proci si troverebbero nell’Amministrazione
della Giustizia. Soffermandosi sulla dedica
della sala udienze a Falcone e Borsellino,
il giudice Morelli ha sostenuto che rappresentano “l’essenza del rendere giustizia”.
Richiamando al riguardo anche l’alto senso
al dovere del giudice Alfonso Giordano, presidente della Corte nel primo maxiprocesso
alla mafia tenutosi il 1986 a Palermo. Per
meglio comprendere la figura del giudice
Giordano va detto che era un insigne e colto
civilista con esperienze di pretore mandamentale. Contrariamente al defilamento di
tanti suoi colleghi, si offrì spontaneamente
a ricoprire il ruolo di presidente in quel processo alla mafia che con i suoi 841 imputati
fu definito dal giudice Giuseppe Maria Ayala
‘la Treccani’ di coloro che anteponevano il
proprio interesse a quello delle gente e per
questo portati a schiacciare regole, diritti,
uomini, donne, vite.
Canta Storie
Marina di Ginosa,
a fuoco la Pineta Regina
Bruciati due ettari a ridosso della strada, l’ipotesi è colposa
Tra le varie ipotesi quella colposa è la più
accreditata negli ambienti. In quella zona,
soprattutto in estate, si verifica un abbondante passaggio e bivacchi di ambulanti o
più in generale di extracomunitari. Il passaggio è infatti segnato da resti di fuochi
accesi nei pressi di montagne di lattine di
birra, cartoni di vino e cicche di sigarette.
Se non è certa la
causa quantomeno quanto visto ne
assicura il rischio
continuo.
Molti fra questi
sono solo di passaggio, per molti
altri invece si tratta di un percorso
obbligato, ripetuto
e quotidiano tra il
NUOVI “SPAZI” FRA GLI ALBERI
paese e le loro abitazioni, ritrovi, o accampamenti di forsco bruciati. Si tratta per lo più di piante di tuna. Povera gente, insomma, scappata da
eucalipto bruciate e che, per fortuna, non ci situazioni disumane ed approdati in circomettono lo stesso tempo dei pini per rigene- stanze che comunque tanto umane non lo
rarsi. In particolare la zona compromessa è sembrano affatto. Tanto più che ad ogni inquella che costeggia il viale d’ingresso
alla borgata, quello su cui si riversano le
Uno dei tanti bivacchi in pineta
lunghe code festive, all’altezza di viale
Napoli.
L’incendio non è scoppiato da un momento all’altro. Qualche giorno prima
infatti il personale addetto aveva giustappunto sventato un principio di incendio. L’ipotesi è che alcune braci fossero rimaste nascoste nel sottobosco e
quiescenti fino allo scoppio successivo.
La parte più difficile dell’intervento, che
ha visto impegnati uomini e mezzi del
Corpo Forestale dello Stato e dell’Arif, non è stata tanto quella di spegnere le gente movimento di persone - historia mafiamme quanto quella di assicurare proprio gistra – corrisponde sempre un altrettanto
il sottobosco. È per questo motivo che si è copioso movimento di soldi che viaggiano
reso necessario l’intervento del Canadair. appunto nel verso di chi sfrutta queste siLa situazione al momento è sotto control- tuazioni. Magari affittando un metro quadro
lo 24 H dagli uomini dell’Arif che hanno già di casa a testa in nero o chissà col ritorno di
provveduto a ripristinare e mettere in sicu- qualche nuovo caporale poliglotta.
Michelangelo Zanelli
rezza tutta l’area.
Certo per fortuna non ha avuto le stesse dimensioni dell’incendio scoppiato negli stessi giorni nella vicina Chiatona. Ma anche la
Pineta Regina di Marina di Ginosa ha vissuto momenti di trepidazione, sorvolati dal
rombo di un Canadair che ha fatto la spola
con il mare più e più volte per riuscire a circoscrivere il danno ai “soli” due ettari di bo-
scherzi a parte
VERSUS Le favole di Grim
di from
Eupalla
Il legno
d’esterno
colpito,
in bambola
il Balo
assopito,
poi De Rossi
a lato
d’istinto,
Montolivo
coi riflessi
passivo,
Nocerino
fuorigioco
d’un palmo,
il destino
per poco
in disarmo
sull’undecimo
metro fatale,
col piede
rappreso
nel finale
che incede:
penultimo
giunge
da Pirlo,
all’urlo sotteso,
il dolce
al cucchiaio.
*
Buon trend
in semifinale
non menta:
eurobond
pro Stivale
consenta.
n. 13 - 30 giugno 2012
De Crescenza
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C’era una volta, non lontano da qui, il paese di Occhiocitrullo, tanti e diversi erano gli avvenimenti che lì accadevano ma, strano a dirsi (oppure no!?), gli effetti che procuravano erano sempre simili… nel senso che quelli belli
destavano felicità ma… anche quelli brutti.
Infatti, in quello straordinario villaggio, anche una sconfitta (o una perdita) poteva rendere felice. In altre parole:
come si fa a gioire dopo aver perso!
Appena dopo il torneo per la conquista del trono, vinto dal cavalier Dellepalme che ebbe facilmente ragione su
messer Felicione, quest’ultimo, a cui non si erano ancora rimarginate le ferite, subito proclamò: « Sono pronto a
mettere, nelle mani del casato degli aPpieDati, la mia spada, il mio coraggio, la mia esperienza… a sostegno dei
giovani condottieri di belle speranze che si apprestano a prendere il comando del nostro nobile casato!»
Da quel momento per salutare con allegria e con la dovuta gratitudine la gentil concessione, per le vie di
Occhiocitrullo si cominciò a canticchiare il noto ritornello: “Para pa punzi pera, para pa punzi pa! Abbiamo
un comandante, più che abbondante! Para pa punzi pera, para pa punzi pa!/ E felici andiam cantando, Para pa
punzi pera, para pa punzi pa! /E se felici siam per convinzione, diciamo tante grazie a Felicione, Para pa punzi
pera, para pa punzi pa!”
Tuttavia a molti, quell’allegro ritornello non andava giù e non avevano nessuna voglia di canticchiarlo. Tra questi
c’erano gli amici della Vispa Teresa, che, pur di evitarsi quel gorgheggio, avevano escogitato un trucco (detto
d’Ulisse): s’erano fatti dei minuscoli tappi per le orecchie, così da non ascoltare quel ritornello che (a dire il vero)
ritenevano proprio insopportabile.
Tra gli improvvisati coristi del casato degli aPpieDati, ben presto la questione del trucco d’Ulisse, fece serpeggiare un visibile malcontento che non ci mise nulla a trasformarsi in una lotta sorda e senza quartiere che, anche
nel tempo, non accennava a sedarsi.
E, in quest’aria, a dir poco, infuocata, venne il tempo in cui in paese si celebrarono le feste dei casati. Anche gli
aPpieDati decisero di celebrare la loro.
Fu a quel punto che un giovane di belle speranze disse con tono solenne: «Amici, a noi, in questo momento di
festa, tocca glorificare il nostro condottiero messer Felicione per la sua magnanimità e per la sua lungimiranza!!!....» Alla parola lungimiranza, i presenti rimasero di stucco. Di fronte a quel rimanere il giovane dotto, don
Mimì Dellavalle, riprese il discorso: «Sì amici cari – continuò - oserei dire miei compagni di ventura, ho detto
bene lun-gi-mi-ran-za!... E vi spiego perché! Dovete sapere che mentre noi tutti eravamo intristiti per la sconfitta
di messer Felicione, nel duello per la conquista del trono, nel mondo e … badate bene, dico mon-do… prendeva
piede un nuovo modo di pensare: quello della decrescita felice… E… (che geniacci che siamo!)... Chi meglio di
noi può parlare di decrescita felice? Noi siamo stati capaci di perdere tanti votati alla nostra causa, in una botta
sola che… più felice di noi non ci può essere nes-su-no!!!!»
«Mohhooo!!!! » Fu il grido di sbalordimento di tutti… «Eravamo troppo avanti con i tempi! Per questo non ci
hanno capito…» disse qualcuno dei presenti. «Sì, l’orologio della storia ha battuto la sua ora!» Replicò un altro
e come per incanto, dal basso verso l’alto si levò quel ch’era ormai l’inno degli aPpiedati: “Para pa punzi pera,
para pa punzi pa! Noi siamo l’avanguardia della felicità, e le facciam la guardia, Para pa punzi pà, para pa punzi
pà!/ E felici andiamo cantando, Para pa punzi pà, para pa punzi pà!/ Felici siamo proprio per convinzione e questo diciamo grazie a Felicione, Para pa punzi pera, para pa punzi pa!”
Sicché, da quel momento gli apPieDati di Occhiocitrullo cominciarono a pensare che se fossero diventati di meno,
più felici sarebbero stati.
E occorre dire che si impegnarono parecchio a diventare sempre di meno e a sognare nuove e più clamorose
sconfitte.
Infondo, con la decrescita felice sarebbero stati compiutamente felici, soltanto quando fossero scomparsi del tutto.
E come dar loro torto? Può essere infelice chi non esiste?...
Ma, frattanto che gli apPieDati pensavano a come continuare imperterriti in questo loro inderogabile impegno di
decrescere, nel casino della libertà, avvenivano grandi mutamenti.
La storia di quel del casino, però, non diventava famosa come il ritornello tanto in voga: “Para pa punzi pera,
para pa punzi pà! Abbiamo un comandante, sempre meno abbondante, Para pa punzi pera, para pa punzi pà!/ E
felici andiamo cantando, Para pa punzi pera, para pa punzi pà! E felici siamo per convinzione e diciamo grazie
delle sconfitte a messer Felicione, Para pa punzi pera, para pa punzi pà!”…
Morale della favola: a lavà la cape o ciucce, se perde jiacque e sapone!
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cronaca
n. 13 - 30 giugno 2012
Notizie
Flash
Rubrica a cura di Giulio Pinto
Ancora sugli autovelox della ex SS580
Qualche numero scorso, da questa rubrica,
avevamo evidenziato l’assoluta iniquità delle
spese di notifica delle multe contestate dai due
autovelox fissi, posti sulla SS 580. Chiedevamo
ai nostri rappresentanti politici, seduti in Consiglio Provinciale l’assunzione di provvedimenti
perché cessasse tale abuso. Nessuna risposta!!
D’altronde quanto accade nelle sedi istituzionali
è analogo a quanto accade con gli amministratori condominiali. Non già amministratori di proprietà appartenenti ai condomini/cittadini, ma
veri e propri gestori di proprietà, come lo Stato,
appartenente ai cittadini. In assenza di risposte,
un nostro lettore ci ha fatto pervenire lo schema
di ricorso al Prefetto, da me già utilizzato. Ecco
il testo:” A Sua Eccellenza il Prefetto di TARANTO 74123 Taranto via Anfiteatro 4Ricorre ex
art. 203 C.d.S. il sig. ………….. nato il ……. a
………. e residente a…….contro la Provincia
di Taranto, in persona del legale rappresentante pro tempore per l’annullamento o l’archiviazione dell’allegato verbale ……………….., notificato il ……………., con cui è stata contestata
allo scrivente la violazione dell’art. 142 comma
7 del Codice della strada, in quanto, in data
…………, l’autovettura del sottoscritto targata
…………… sarebbe transitata al Km 17+990
della ex ss 580 direzione Ginosa-Ginosa Marina
a velocità superiore a quella consentita: in particolare veniva rilevata una velocità di ………..
km/h; decurtata, per legge, la tolleranza del 5%,
la velocità risultava di ……… km/h, superiore
di ……….. km/h al limite di 90Km/h stabilito
nel tratto di strada in questione. Il verbale impugnato è illegittimo e deve essere annullato
per i seguenti MOTIVI Motivazione erronea,
insufficiente e contraddittoria.I verbalizzanti
vorrebbero far credere che “la violazione non
è stata contestata immediatamente in quanto
lo strumento, per caratteristiche tecniche, non
consente di accertare la velocità dei veicoli se
non dopo che sono transitati davanti alla postazione di controllo.” Così non è! Difatti, l’azienda
produttrice del rilevatore di velocità afferma sul
suo stesso sito internet www.lindblad.it l’esatto
contrario e, cioè, che: “come misuratore di velocità può controllare fino a tre corsie anche
in avvicinamento.” Altro profilo di erroneità della motivazione si manifesta nel punto in cui si
afferma la presenza a m. 350 e a m. 150 di
segnaletica informativa del controllo elettronico della velocità; evidente la contraddittorietà
dell’azione amministrativa, avendo il Ministero
dell’Interno prescritto tassativamente la segnalazione ad almeno 400 metri prima del punto in
cui l’apparecchio di rilevamento della velocità
viene collocato (circolare del 03/08/2007). Infine, il verbale non riporta la distanza (che, ai
sensi dell’art. 25 L. 120/2010, non può essere
inferiore a 1 km.) dell’autovelox dal segnale di
limite di velocità. Mancanza di colpevolezza Ai
sensi dell’art. 3 della L. 689/1981 “Nelle violazioni cui è applicabile una sanzione amministrativa
ciascuno è responsabile della propria azione
od omissione, cosciente e volontaria, sia essa
dolosa o colposa. Nel caso in cui la violazione
è commessa per errore sul fatto, l’agente non
è responsabile quando l’errore non è determinato da sua colpa”. Nessun rimprovero può esser mosso al sottoscritto, giacché il margine di
……. km/h é talmente tanto esiguo e denota
in maniera indiscutibile che lo scrivente non si è
neppure reso conto di commettere l’infrazione:
donde la mancanza di colpevolezza.
Il sottoscritto non poteva riscontrare un margine così sottile, in quanto l’autovettura targata
……………… è immatricolata con un contachilometri a lancette (e non elettronico) e non
è possibile accorgersi della velocità esatta e
delle sue minime variazioni. Ma anche se fosse possibile vedere la velocità con precisione
assoluta, il sottoscritto era tenuto a prestare
la massima attenzione non al contachilometri,
ma al traffico e alla strada, che, in quel punto,
è molto pericolosa (come riconosciuto anche
dal decreto prefettizio prot. 8087/10.3/Gab. del
27/04/2011): in ciò la mancanza di responsabilità e l’assenza dell’elemento soggettivo. Nullità
della notificaLa notifica del verbale è nulla in
quanto effettuata per il tramite di ditta privata
e non, come invece testualmente imposto dal
legislatore, attraverso ufficiale giudiziario o
messo comunale. Eccesso e sviamento di
potere. La voce riguardante le spese postali e
amministrative è assolutamente ingiustificata,
sol che si pensi al fatto che viene pretesa una
somma di € 14,82, superiore al doppio di quella
realmente necessaria a coprire i costi, che non
dovrebbero superare i 7 euro (€ 2,50 per visura
targa, € 0,50 per stampa e imbustamento, 3,90
euro per la raccomandata), talché la Provincia
di Taranto, pretendendo una somma eccessiva
e spropositata, persegue fini speculativi e non
istituzionali, avulsi dall’interesse pubblico alla
prevenzione e contrasto dei comportamenti
non virtuosi degli automobilisti.P.Q.M. Voglia
Sua Eccellenza il Prefetto di Taranto annullare
o archiviare il verbale gravato o, in subordine,
disporre l’audizione personale del sottoscritto,
che si riserva di farsi rappresentare in tal sede.
Si allega: 1) il verbale …………….., 2) pagina
stampata dal sito www.lindblad.it.
Ginosa, ….. Distinti Saluti “
Furto di oggetti di arte
Agli inizi della scorsa settimana, di notte, ladri
professionisti sono penetrati nel laboratorio di
arti ceramiche SU.MO., posto in Laterza, dalla
finestre retrostante, nonostante fosse posta ad
oltre tre metri dal piano stradale, trafugando
opere ceramiche di notevole valore artistico ed
economico. I due maestri ceramisti Leo Muscogiuri e Mario Suglia hanno appurato il furto
solo il giorno dopo avvertendo prontamente il
comando della locale stazione dei carabinieri.
Le opere rubate sono marcate e difficilmente
potranno essere commercializzate anche in
mercati paralleli. Sul sito web: www.maiolichesumo.it sono riportate le foto degli oggetti rubati. Ogni segnalazione è gradita per scovare
i malfattori.
Brutto incidente stradale in contrada Pantano
Un’auto, con a bordo tre ragazzi, è uscita sbandando dalla strada provinciale. Ricoverato in
ospedale il conducente della Ibiza , sottoposto
ad un delicato intervento chirurgico; con lui
viaggiavano due diciassettenni di Ginosa. Per
questi ferite guaribili in sette giorni. La dinamica
dell’incidente è in accertamento dei carabinieri
della stazione marinese.
Incidente stradale all’incrocio fra viale Trieste e via Tufarelle
Una precedenza non data e tre auto tra cui un
autobus, sono rimasti coinvolti in uno spettacolare incidente stradale all’incrocio posto a circa
600 metri da Marina di Ginosa. Fortunatamente
solo feriti.
cronaca
n. 13 - 30 giugno 2012
9
Il disagio mentale al centro di un convegno di
Cittadinanza Attiva e Tdm
Un enorme cavallo ha destato la curiosità dei ginosini per alcuni giorni. Il disagio mentale al centro di un convegno di cittadinanza attiva e Tdm L’assessore regionale alla sanità, Ettore Attolini condivide la costituzione di un tavolo tecnico permanente.
sua competenza ed esperienza, nonché esperto a livello mondiale di “suicidi
giovanili”; nel contempo uomo di grande umanità ed umiltà.
Caratteristica che ha consentito alla sezione locale di Cittadinanza Attiva ed
alla rete del tribunale del malato, di averlo ospite a Ginosa che ha organizzato l’evento in due momenti distinti: alle 17.00 tavolo tecnico alla presenza
dell’ass. regionale alla sanità Ettore Attollini, in rappresenta del governo regionale, del direttore AslaTa, Vito Fabrizio Scattaglia, del dirigente del distretto di
salute mentale, dott. Francesco Scapati, nonché dei rappresentanti regionali
di Cittadinanza, dott. Tonino D’Angelo e del TDM, prf.ssa Silvana Stanzione e
dei rappresentanti locali, Michele Catiniello, nella veste di coordinatore di C.A.
e della prof.ssa Caterina Giannatelli.
Le ragioni dell’iniziativa sonk spiegate dai rappresentanti di Cittadinanza attiva:
«Perché ci siamo scontrati con una realtà inimmaginabile nel terzo millennio;
di qui la determinazione a dare impulso al cambiamento. Ci siamo resi conto
che la gente sente il problema, spesso lo vive… ed in solitudine. Marco Cavallo
nasce nel 1980 come simbolo della libertà delle persone con disagio mentale
dalla violenza dei manicomi, camice di forza, elettrochoc, cinture di contenzione, buchi nelle brande per defecare. Chi entrava lì non era più un uomo! Oggi
è il simbolo della psichiatria moderna che cura, guarisce e
non stigmatizza.Il professore è un professionista ed uomo
di grande valore e di grande umanità; agli uomini come lui
e Basaglia si deve la legge 180, la chiusura dei manicomi,
la riconquistata dignità di queste persone che sono divenMatteo Petrosillo è
tate, a tutti gli effetti, cittadini, come i cosiddetti “sani”.
Ecco cosa hanno chiesto Cittadinanza attiva e TDM, al
venuto alla luce il
tavolo tecnico, alle istituzioni presenti.
16 giugno scorso.
«Vogliamo un CSM che non si limiti a dispensare farmaLa gioia della
ci, che si adoperi per l’inserimento sociale e lavorativo
dei propri assistiti, che funzioni H24, che abbia persomamma, Federica
nale competente e sufficiente al compito da svolgere.
Parisi, del papà
Efficienza non significa maggiore spesa ma razionale speStefano, del fratelsa. Facciamo funzionare i nostri servizi territoriali , spesso
piccoli manicomi a 5000 €/mese e forse un giorno potrelino Giuseppe e
mo dire che” essere nati qui non ci ha portato tanto male”.
dei nonni è condiTenacemente andremo avanti fino a quando non avremo
visa da tutti i soci
ottenuto quello che ci siamo prefissi per i nostri amici più
indifesi. Un fitto programma di iniziative è già pronto. La
del circolo Arci di
cittadinanza ha partecipato, si è incuriosita, si è chiesta
Ginosa.
cosa stesse accadendo, cosa significassero certi simboli,
La Redazione del
e non è poco. I cittadini, le associazioni, con grande senso
nostro
giornale
di responsabilità hanno collaborato e condiviso. All’Avis,
un particolare ringraziamento. Tutti insieme per servizi miaugura al piccolo
gliori. Il cavallo è magico, come dice il prof. Dell’Acqua e
Matteo e ai suoi
noi lo porteremo per tutta la Puglia, perché ( ndr : ricordagenitori una vita di
te?) la malattia mentale è come un cavallo che ti galoppa
dentro, ma il cavallo non si doma, con lacci di contenimenbellezza e armoti, la sua ansia di correre va assecondata e guidata tra
nia.
prati verdi e cielo azzurro.»
Giulio Pinto
Lo scorso 14 giugno, Ginosa è stata al centro dell’attenzione
regionale e perché no nazionale con la presentazione del libro
“Fuori come va?” del prof. Peppe Dell’Acqua. Sull’edificio dell’ottica D’Alconzo, un grande cavallo, battezzato Marco Cavallo, guardava con attenzione i ginosini che guardandolo si chiedevano chi
fosse e che cosa rappresentasse. Un simbolo voluto dai pazienti
del manicomio di Trieste, in cui operavano i due professionisti, per
rendere pubblico e trasformare quella che fino ad allora era vista
come una malattia grave in un vero disagio mentale, imputabile ad
altre cause.
Un nome che ai più risulta sconosciuto ma che invece rappresenta
a livello nazionale ed internazionale un riferimento per lo studio
e la cura del disagio mentale. Oltre ad essere autore di diversi
libri sul tema, il prof. Dell’Acqua è stato insieme al dott. Franco
Basaglia, estensore della legge 180, con la quale furono chiusi i
manicomi lager e nacque la psichiatria moderna. Membro della
Organizzazione mondiale della Sanità, invitato da tutte le più autorevoli università internazionali, quale la Columbia University, per la
Benvenuto Matteo!
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attualità
n. 13 - 30 giugno 2012
Consulta dei giovani di Terra Ionica.
Galeota: “I giovani vogliono solo partecipare.
Nostro compito è permettere loro di farlo”.
Una nota stampa dell’assessore provinciale Marta Teresita Galeota, a commento della prima seduta organizzativa dell’assemblea.
Si è svolta, nei giorni scorsi, la seconda assemblea organizzativa della Consulta provinciale dei giovani di Terra Ionica. L’incontro,
ha permesso ai componenti dell’assemblea
di conoscersi e di discutere dei diversi punti tematici sui quali focalizzare l’operato del
Consiglio dei giovani.
Nicolas Sarkozy
Non è mancato un pensiero all’attentato che ha colpito la scuola Morvillo-Falcone di
Brindisi. Ai superstiti della strage, e a Melissa,
che con il suo sacrificio è diventata il simbolo
non solo della tragedia, ma anche di un territorio complesso quale è il brindisino, che non
vuole rassegnarsi all’etichetta di terra sconfitta
e che con forza è, al contrario, la dimostrazione
di quanto il motore propulsore del cambiamento della
società sono proprio loro, i
giovani.
Dopo questo iniziale momento di riflessione, l’assemblea ha individuato i settori che orienteranno le aree di interesse e
di attenzione della Consulta.
Cinque, al momento, le proposte dei tavoli tematici: benessere della persona, sviluppo del territorio, attività
sportive, valorizzazione del
territorio, gestione del territorio. Una scelta che identi-
fica e qualifica l’assemblea “costituente” è
stata quella di rimandare l’elezione dell’organo deliberante e del suo presidente. Una
lezione di buona politica, quella che giunge
da questi giovani, capaci, impegnati e mai
rassegnati che lanciano un messaggio forte all’attuale classe dirigente: unico metro
di valutazione il proprio operato.
Solo dopo una più approfondita conoscenza e dopo aver tracciato le linee di azione
della consulta, perfezionato regolamento e
statuto, si procederà con la nomina dei rappresentanti. La migliore dimostrazione di
quanto non è affatto vero che i giovani sono
lontani dalla politica, ma che non aspettano
altro che l’occasione per partecipare, intervenendo direttamente e modificando quello
che, secondo loro, non va bene nell’attuale
sistema di rappresentanze.
Dalla prossima settimana, invece, partiranno i lavori delle cinque commissioni, che
permetteranno dopo l’analisi, sotto le diverse sfaccettature, del territorio provinciale,
anche la redazione delle proposte risolutive, di sviluppo, nonché di crescita.
Lospinuso (PDL): “Non distrarre le
risorse per i malati di S.L.A.”
caricatura disegnata da
Giorgio Morea
I“Non si può lasciar cadere la pesante denuncia del “Comitato 16 Novembre Onlus”, che raccoglie malati “S.L.A. e di altre patologie altamente invalidanti, sull’utilizzo da parte della Regione delle risorse destinate dallo Stato alle famiglie colpite da tali gravissimi drammi.
Essa contiene due accuse, la prima in relazione ad una destinazione quantomeno impropria di buona parte di tali risorse (per esempio, a “fantomatici
ricoveri di sollievo in strutture totalmente inadeguate” o ad una misteriosa
“Formazione” di parenti già purtroppo ampiamente edotti da una desolante
esperienza quotidiana); la seconda ai ritardi accumulati nell’erogazione di
quel che resta alle famiglie interessate, che dovrebbero essere le uniche
ed esclusive destinatarie delle somme in questione.
L’Assessore Gentile ha fornito risposte argomentate, ma che meritano di
essere confermate da ulteriori verifiche e fatti concreti.
Quel che è certo è che non un solo centesimo di questi fondi deve essere
sprecato e non un solo giorno perduto nel loro utilizzo ai fini per cui sono
stati stanziati, e cioè al sostegno dei disagi tremendi delle famiglie chiamate ad assistere malati di S.L.A.”
Per la Segreteria Tommaso Francavilla
attualità
n. 13 - 30 giugno 2012
Modalità e forma
e contenuto della convocazione
all’assemblea di
condominio
Rubrica a cura di Wanda Pucci
Nel precedente numero abbiamo parlato dell’Assemblea di condominio, in
questo numero, approfondiremo il tema della convocazione dell’assemblea,
quindi le modalità e la forma di convocazione.
L’amministratore deve convocare tutti i condomini aventi diritto o a mezzo raccomandata a mano, facendo cioè circolare un foglio su cui ognuno può apporre
la propria firma per presa visione, o con la classica raccomandata con ricevuta
di ritorno. E’ opportuno infatti che l’amministratore si procuri la prova dell’avvenuta convocazione, per cui, pur nel silenzio della legge, che non prescrive
formalità particolari, è da escludersi qualsiasi forma di convocazione verbale.
L’assemblea deve essere convocata lasciando almeno cinque giorni tra il momento del ricevimento della comunicazione e quello dell’assemblea. I cinque
giorni iniziano a decorrere dal giorno seguente al ricevimento dell’avviso da
parte del condomino. Non esistono giustificazioni, nemmeno di forza maggiore,
che possono far abbreviare tale termine.
L’amministratore deve dunque provvedere a spedire gli avvisi di convocazione
con notevole anticipo. In caso di mancanza di tempo potrà avvalersi dell’operato dell’ufficiale giudiziario o della consegna a mano.
L’avviso di convocazione deve contenere tutti gli elementi idonei a individuare
il luogo, la data ed ora dell’incontro. E’, inoltre, consigliabile che nell’avviso
di convocazione sia indicata eventualmente la data dell’assemblea di seconda
convocazione, tenendo presente che essa non deve essere tenuta ne nello
stesso giorno, ne oltre dieci giorni dalla prima.
L’assemblea, inoltre, non deve essere convocata in orari impossibili, e pur
non essendo previsto un luogo preciso per la convocazione dell’assemblea,
bisogna evitare che taluni condomini evitino di partecipare a causa della scelta
della sede, per esempio di partito o di appartamento di condominio in lite con
altri ecc. L’assemblea potrebbe essere tenuta anche molto distante dal condominio, per es. d’inverno, per una seconda casa estiva, pur essendo opportuno
tenerla nel comune dove vive la maggior percentuale di condomini.
Un invito esplicito a disertare la prima convocazione per presentarsi direttamente alla seconda per aggirare le difficoltà relative alla costituzione delle
maggioranze necessarie, spesso difficili da raggiungere, fa sì che l’assemblea
effettivamente convocata, dovrà ritenersi di prima convocazione anziché di
seconda, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Per maggiori informazioni mi potete contattare ai seguenti recapiti:Studio
Pucci, Via G.Parini, 28 - Laterza (Ta)
E-mail: [email protected]
Cell. 347.2955747
Facebook: Studio Pucci
Il piacere di
leggere un libro
Rubrica di
Viola Lavermicocca
È INIZIATO COSÌ
di Penelope Lively
Tutto inizia (appunto) da uno scippo subìto da Charlotte, un’anziana prof. in pensione;
la caduta le provoca una terribile frattura all’anca che la costringe a trasferirsi per un
periodo dalla figlia Rose. La stessa Rose dunque si trova a non poter più accompagnare
ad una conferenza l’accademico di storia dell’Ottocento Lord Henry; sarà sostituita
dalla nipote Marion. Marion a sua volta manda un messaggio al suo amante Jeremy
per avvisarlo che dovrà mancare al loro appuntamento: l’sms viene letto dalla moglie di
Jeremy, Stella che…
Insomma uno Sliding doors letterario si potrebbe definire questo libro; un insieme di
storie nate da una circostanza fortuita che condiziona le vite dei vari personaggi e che
offre lo spunto per riflettere sui momenti di svolta che la vita regala.
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attualità
n. 13 - 30 giugno 2012
Noi e il Fisco
Decreto
Sviluppo
Approvato dal Governo in data 15
giugno, il decreto per lo sviluppo,
che riguarda amministrazioni pubbliche , imprese e privati cittadini.
Bonus ristrutturazioni per la casa
Il bonus ristrutturazioni per le unità
immobiliari abitative aumenta dal
36% al 50%; gli interventi interessati sono quelli effettuati fino al 30 giugno 2013. Il limite si spesa massima agevolabile sale a 96 mila euro
(quello attuale è 48 mila) per ogni
unità immobiliare.
Non occorre inviare preventivamente la comunicazione al Centro
Operativo di Pescara. Non è più
obbligatorio distinguere in fattura il costo della manodopera.
L’agevolazione fiscale va spalmata
in dieci anni.
Bonus risparmio energetico
Con il decreto sviluppo sono stati rivisti gli incentivi per i lavori di riqualificazione e risparmio energetico degli edifici. Fino al 31 dicembre 2012
è confermato il bonus nelle misure
del 55%. Dal 1° gennaio al 30 giugno 2013 il bonus è ridotto al 50%.
Gli interventi agevolabili sono: sostituzione di infissi, cambio della caldaia con modello a condensazione,
il montaggio di pannelli solari per
la produzione di acqua calda. Dal
punto di vista procedurale, oltre al
bonifico tracciabile occorre inviare
all’Enea la documentazione entro
90 giorni dalla fine del lavori.
Per gli interventi più consistenti occorre anche la certificazione energetica.
Dott. Mario D’Alconzo
attualità
A Ginosa la
Festa del PD
Il 29 Giugno 2012, il Partito Democratico dà il
via alla prima, delle tre giornate (30 Giugno e
1 Luglio 2012), che caratterizzeranno la Festa
Democratica, quest’anno con un’impronta diversa rispetto agli anni scorsi.
La Festa tenderà a valorizzare gli ideali di
Libertà, Crescita, Lavoro e Ambiente che
animano da sempre il Partito Democratico ed i
componenti e collaboratori dello stesso.
Lo spirito di questo evento sarà all’insegna
della riflessione, dello svago e soprattutto delle idee; a proposito di quest’ultime, ad aprire la
manifestazione sarà l’ideatore del “Movimento
per la Decrescita Felice”, Ing. Maurizio
Pallante, intervistato dal giovane componente del coordinamento del Partito Democratico
Francesco Castria, con il quale cercheranno di
rispondere al quesito se, ad oggi, è possibile
avere crescita eco-sostenibile che salvaguardi
del servizio, Assistente Sociale, Educatore
Professionale, Ausiliari.
Il Consiglio Comunale presieduto dal Consigliere Comunale Vito De Palma in data
24/4/2011 in piena campagna elettorale per
l’elezione del Sindaco e del Consiglio Comunale approva una delibera per il “DOPO DI
NOI” per la cessione in comodato di uso gratuito all’ANFFAS dell’immobile destinato al
Dopo di Noi.
Se il P. di Z. prevede la gara pubblica per
l’affidamento del servizio, la domanda nasce
spontanea, è stata una presa in giro? o
cos’altro?. Il risultato è che il triennio sta per
finire e i 10 disabili gravi aspettano una sistemazione e circa 5 disoccupati che potevano
lavorare sono a spasso.
Tutti i responsabili di questa situazione si
devono V E R G O G N A R E non si specula
sui DISABILI.
Il Sindaco e l’ss. Alle Politiche Sociali come
intendono risolvere il problema? e dicano, per
caso, la motivazione per qui non convocano il
tavolo di concertazione (ripetutamente sollecitato) è perchè non si vuole discutere di queste
cose ? Alla faccia della trasparenza!
I CITTADINI HANNO IL DIRITTO DI SAPERE Vincenzo Caldarulo
Segr. Prov. Spi-Cgil - Taranto
e tuteli il nostro territorio, all’insegna del binomio sviluppo - sostenibile.
Non meno importante sarà la serata del
30 Giugno che vedrà il dibattito tra esponenti del PD locale, moderato da Franco
Colucci, i quali si interrogheranno sul futuro
del nostro Paese, saranno presenti i consiglieri comunali, l’Assessore provinciale,
il segretario provinciale e il segretario di
circolo.
Il primo Luglio serata di chiusura, ricca di
ringraziamenti, verso tutti coloro i quali, con
la loro voglia di fare, avranno contribuito alla riuscita della Festa Partito Democratico.
Le tre serate si concluderanno all’insegna
della musica e dello spettacolo.
Il segretario, Giuseppe Punzi, a nome di
tutto il circolo del PD Ginosa, ringrazia anticipatamente i cittadini che, collaboreranno,
ognuno a modo suo, al progetto di crescita
e di ricerca di un futuro migliore, coadiuvandoci nel “partorire” e a realizzare sempre nuove idee.
Il segretario
Giuseppe Punzi
13
La scomparsa di
Lillino Punzi,
il “postino”
Il “DOPO DI NOI” chi l’ha visto?
Il piano delle Politiche Sociali detto P. di Z. (Piano
di Zona) 2010/2011/2012, per l’Ambito 1 prevede
nel triennio una dotazione finanziaria di oltre otto
milioni di euro, finanziato dal fondo nazionale, regionale, 30% dai comuni dell’ Ambito, Ginosa
(Comune capofila), Laterza, Castellaneta e Palagianello e quota Asl per i servizi Socio-Sanitari.
Il P. di Z. approvato dalla regione Puglia, dal coordinamento istituzionale composto dai 4 Comuni,
dall’Asl e dal tavolo di concertazione (composto
dagli Amministratori dei Comuni, dall’Asl, dalle
OOSS, dalle associazioni del terzo settore, ecc.)
prevede la messa in servizio di 36 progetti per il
triennio, con l’impegno di verifica trimestrale sul
tavolo di concertazione, come previsto dal protocollo di funzionamento del tavolo di concertazione
(firmato anche dai Sindaci dei Comuni).
La scheda di progetto N° 16: Servizi e Strutture
residenziali (“Dopo di Noi”) Destinatari finali: Disabili gravi senza il supporto familiare, utenti n° 10,
attivazione del servizio previsto per il 2011 (presso la struttura sulla SS 580 dopo la casa Famiglia)
il costo del servizio è di 400 mila euro finanziato
per il 70% dall’Asl e 30% dai Comuni di Ambito,
macrovoci di spesa: 291300 costo del personale,
20000 euro attrezzature, 88700 altri costi di gestione. Modalità di gestione del servizio: gestione
diretta con affidamento a terzi, tramite gara.
Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione
n. 13 - 30 giugno 2012
IN RICORDO DI
LILLINO PUNZI
A nostro zio.
Non volevamo che arrivasse mai questo triste giorno ed invece non sei
più con noi.
“Onesto, perbene, gentile, garbato, buono, brava persona…” erano
questi i giudizi che esprimevano su di te le persone che ti hanno conosciuto in quarant’anni di lodevole servizio presso l’ufficio postale;
sempre pronto a metterti a disposizione degli altri.
Quando eravamo piccoli e ci chiedevano: a chi appartieni? Bastava
che dicessimo: “nostro zio è Lillino Punzi” e subito ci riconoscevano.
Sappi zio, che il tuo ricordo ci accompagnerà tutta la vita, perché sei
stato e sarai il nostro punto di riferimento.
Ci ha lasciato una persona perbene.
I tuoi Nipoti
Ciao nonnino mio,
con la tua scomparsa hai lasciato in noi un vuoto incolmabile, sei stato il nostro punto di riferimento, come ti ho
definito io: il perno che ha unito la nostra famiglia.
Persona generosa, umile, buona, sensibile, sempre disponibile, la tua bontà non ha avuto eguali; queste sono
le parole non di una nipote che ti ha voluto e ti vorrà
sempre bene ma così ti hanno descritto tutte le persone
che ti hanno conosciuto.
Hai amato allo stesso modo e in maniera incondizionata
tutti i tuoi figli e i tuoi nipoti senza distinzione siamo stati
la tua più grande gioia, sono fiera di appartenere a questa famiglia ma soprattutto di appartenere ad una brava
persona come te. Sai nonno, quando mi chiedevano a
chi appartenevo sono stata sempre orgogliosa di dire:
“Sai chi è mio nonno, LILLINO PUNZI - IL POSTINO”, e
da quel momento non smettevano di sottolineare che
brava persona sei stata.
Nonno ricordo ancora la tua gioia il giorno in cui mi sono
laureata, le tue parole “Auguri dottoressa” ma il tuo più
grande sogno, come il mio, era quello di vedermi con
una divisa, un futuro carabiniere come i mie zii e in parte
come mio padre, come eri fiero quando ti venivano a trovare in divisa per andare a lavorare, ti si vedeva in faccia
che non potevi desiderare di più!
Tu che mi hai sempre definito il tuo bastone della vecchia ed eri sempre pronto a difendermi da tutto e da tutti!
Non ricordo mai un rimprovero da te anzi ti arrabbiavi
quando la nonna mi rimproverava, mi ripetevi sempre di
non invecchiare mai, di rimanere sempre giovane perchè a te la vecchiaia faceva paura solo perchè ti poteva
fermare e a te non ti ha mai fermato nessuno.
Quando mi vedevi mi salutavi con un ciao bellezza e
quando ti chiedevo come stavi tu mi rispondondevi sempre: ottimamente male con il sorriso stampato in faccia,
ora sono io a dirlo, quando qualcuno me lo chiede, la casa non è più la stessa senza di te.
Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me per
noi.....
Nonno mi manchi tanto ti porterò sempre nel cuore e
continua a proteggermi anche da lassù.
TUA NIPOTE FLORIANA
14
attualità
n. 13 - 30 giugno 2012
“Le meravigliose abilità del corpo”
Spettacolo nella pèrformance di fino anno della Società Sportiva Signum,
di Giuliana Sannelli in collaborazione con Elia Ranaldo e il prof. Giovanni Semeraro.
Il suggestivo mondo delle palestre, scende
in piazza per regalare emozioni e sensazioni inusuali ad un pubblico attento e incuriosito, la sera del 9 giugno scorso.
Sono gli allievi della Società Sportiva Signum, di Giuliana Sannelli in collaborazione
con Elia Ranaldo e il prof. Giovanni Semeraro, che sul grande palco, allestito in Piazza
IV Novembre, hanno dato spettacolo nella
pèrformance di fino anno intitolata “Le meravigliose abilità del corpo”.
Il caldo già esploso, a sorpresa, fin dai primi
giorni di questo mese, ha portato, nella piazza principale di Ginosa, non soltanto genitori
e parenti degli allievi impegnati nel saggio
artistico-sportivo di fine anno della Signum,
ma anche curiosi e amanti dello sport che
sono rimasti, a fine spettacolo, affascinati
dalla bravura e dall’armonia messe in scena
con le “Le meravigliose abilità del corpo”.
La serata, condotta da un poliedrico uomo di
palcoscenico, Gerardo Sannelli, si è aperta
proprio con l’annuncio della bellezza comunicativa del corpo, che col suo linguaggio fatto di “movimento, flessibilità, elasticità, fluidità, equilibrio, forza, unitamente a mimica ed
espressività, rende la relazione umana forte
e decisa”. E, le due ore passate ad ammirare
i piccoli allievi (perfino di 2 anni e mezzo) e
quelli dei corsi di livello superiore, sono volate tra movimento, brani musicali famosi e
continui applausi.
Le esibizioni hanno avuto un ordine di scansione che ha visto impegnati, in una prima
parte, allievi piccoli e più grandicelli delle
docenti Giuliana Sannelli e Elia Ranaldo in
coreografie ritmiche-sportive snodatesi su
musiche della tradizione popolare mondiale
(bollywood, messicani, indiane, hip hop piccoli ecc.); in una seconda parte c’è stata l’esibizione di allievi dei corsi di livello superiore con performance individuali e di squadra,
anche con attrezzi. E, in questa parte del
saggio-spettacolo, sul palco s’è scatenata la
migliore esibizione dei gruppi di lollipop, ritmica, aerobica, hip hop, fit step ( nell’hip hop
le allieve della Signum si sono aggiudicate il
secondo posto nella competizione interregionale dello scorso aprile), oltre a movimenti
coreografici su famose colonne sonore di
film altrettanto noti, lasciando a bocca aperta
anche i più scettici tra gli spettatori.
La grandiosa prova del lavoro svolto in palestra, nel corso dell’anno, si è conclusa con
una spettacolare danza tribale (Afro), particolare pezzo ritmico di percussioni, che ha
messo in evidenza come il corpo riesce ad
entrare in sintonia comunicativa col ritmo
dando vita ad una fusione espressiva ed
emotiva che ne coinvolge tutte le sue parti.
Infine, la passerella di tutti gli allievi e dei loro Maestri, Giuliana Sannelli, Elia Ranaldo,
Giovanni Semeraro, ha strappato applausi
a cielo aperto, che si sono prolungati quando il conduttore ha ringraziato tutti i genitori
che hanno dato la loro più totale collaborazione per l’elaborazione dei costumi e la
signora Damiana Dalena per averne confezionato gran parte.
E, prima di dare appuntamento al prossimo
anno, un sentito ringraziamento è stato rivolto al SER, a “Emozioni floreali” per l’allestimento scenico, all’équipe del servizio
audio e luci Pro-Sound, a Tonino Di Dio,
fotografo ufficiale della serata. La consegna
di un gadget della Società Sportiva Signum
ad un gruppo di allieve, ha fatto calare il sipario sul palco di Piazza IV Novembre.
Lina Luisi
foto Erasmo Mazzone
n. 13 - 30 giugno 2012
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n. 13 - 30 giugno 2012
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attualità
In questo numero de “La
Goccia”, parliamo di una
grande Artista Internazionale: MADONNA. Molti
ritengono che il nome “Madonna” sia solo il nome
d’arte scelto dalla cantante
per provocazione: in realtà
Madonna è il suo nome di
battesimo ed era anche il
nome di sua madre. Diva
capace di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica con i suoi comportamenti e i
suoi famosi videoclip, Madonna
si è guadagnata il soprannome
di “Regina del Pop. Secondo il
Guinness dei Primati, Madonna
è l’artista donna ad aver venduto
di più nella sua carriera, con oltre
75 milioni di album nei soli Stati
Uniti, e 200 milioni in tutto il mondo (le vendite sono aggiornate al
dicembre 2009). Parliamo del suo
ultimo lavoro discografico.
Sono passati solo quattro mesi
dall’uscita di “MDNA”, dodicesimo album di inediti di Madonna, ma già ci troviamo a parlare del terzo singolo estratto già
in onda su Radio RG Studio.
La poca distanza temporale tra
le uscite dei vari singoli è simbolo di due delle caratteristiche
principali di questo ultimo disco della cantante americana.
Da una parte infatti dimostra
quanto “MDNA” sia un progetto molto ambizioso (visti anche
i grandi nomi che lo hanno prodotto, dai Benassi Bros a Martin
Solveig passando per William
Orbit), dall’altra però è anche sintomo
n. 13 - 30 giugno 2012
Le interviste di
parliamo di
Madonna
del discreto ma non pienamente soddisfacente successo dei primi due singoli “Give
17
Me All Your Luvin’” e “Girl Gone
Wild”, da cui forse ci si aspettava
un po’ di peso mediatico in più.
Nonostante questo, “MDNA” ha
avuto un ottimo ritorno in termini di vendite e di certificazioni un
po’ dappertutto (d’altronde da un
nome importante della musica
internazionale come Madonna
non ci si può aspettare niente
di diverso), e a mantenere alta
l’attenzione su questo ultimo
lavoro in studio arriva in questi
giorni la pubblicazione del nuovo
singolo “Turn Up The Radio”.
“Turn Up The Radio” è un
brano abbastanza coinvolgente e ritmato, in cui le melodie
molto semplici vengono esaltate da una base dance/electropop leggera e catchy in cui
si avverte piuttosto nitidamente la presenza del già citato
Martin Solveig in produzione.
In questa canzone non c’è molto di più da segnalare, se non il
tappeto di effetti sonori elettronici, battiti di mani e cori che caratterizza da un po’ di tempo i brani
della signora Ciccone, accoppiati
a testi che infondono una buona
dose di ottimismo e spensieratezza.
Insomma, “Turn Up The Radio” è
un discreto singolo che si attesta
sul livello dei suoi due predecessori: carino, ballabile, estivo ma niente di particolarmente trascinante.
Per carità, non vogliamo sminuirlo,
ma l’impressione è che da una grande artista come Madonna ci si possa
aspettare qualcosa di molto più convincente. Il futuro? Staremo a vedere
ops..., a sentire!
Floriana Ribecco.
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attualità
n. 13 - 30 giugno 2012
BALLANDO PER LA SOLIDARIETA’
La IV edizione dello spettacolo della GF Dance.
attualità
n. 13 - 30 giugno 2012
RACCONTO NON UFFICIALE DI UNA DELLE SERATE PIÙ BELLE DELLA VITA GINOSINA
IL CONCERTO “POPULARIA” ORGANIZZATO
DALL’ I.C. “G. DELEDDA” DEL 1 GIUGNO 2012
Nel numero scorso, in questa stessa pagina del giornale, era pubblicato questo stesso articolo, purtroppo, con il titolo errato. Questo nostro scritto non vuole essere una semplice
errata corrige ma l’occasione per chiedere scusa ai lettori e ai protagonisti della cronaca
per l’errore commesso. Ci teniamo, come Redazione, a sottolineare che nessun altro elemento è da insinuarsi nell’errore compiuto (che valutiamo in tutta la sua rilevanza), se non
quello dell’umana distrazione. Riteniamo che la ripubblicazione dell’intero articolo (compresa la correttezza del titolo) possa dimostrare l’assoluta nostra buona fede, nell’incidente in
cui siamo incorsi. AC
Sabato 23 giugno, in piazza IV
novembre, è andato in scena
“Ballando per la solidarietà”,
lo spettacolo della Scuola di
Ballo GF Dance patrocinato dal Comune di Ginosa.
L’iniziativa, giunta quest’anno
alla IV edizione, è destinata
alla raccolta fondi che l’ACR di San Martino realizza a
sostegno delle attività della
Casa Alloggio RE-SISTERE di
Carlo Leobardi. La piazza, in
un caldo sabato sera, era gremita di gente che ha sottolineato con vivaci applausi le esibizioni dei ballerini allievi della
scuola.
Complessivamente
venti le uscite, nei vari stili
di ballo. In apertura di serata una sensuale rumba dei maestri della scuola GF Dance, Gianni Cifarelli e
Francesca Clemenza, mentre dietro le
quinte era già pronto per l’esibizione il gruppo dei più piccoli: Vito Giannuzzi, Giulio
Fasano, Domenico e Gianvito Cazzetta,
Maria Carmela Lombardi, Ilaria Maggi,
Erika Capotorto, Alessandra De Iacovo,
hanno portato grande allegria sul palco,
con abiti color del mare, per una salsa ispirata alle musiche del film “La Sirenetta”. A
seguire un cha-cha su musica di Michael
Jackson. Di seguito gli “assolo” di Giuseppe
Capotorto e Angelica Fiorito che si sono
esibiti negli stili della bachata, del paso
doble e della samba. In chiusura di questa
prima parte, l’assolo di Michele Sannelli e
Carmen Mongelli, per un divertente jive. Ma
nella serata, non solo balli di coppia: per
le coreografie di gruppo, sulla musica della famosissima “The leon sleep tonight”, si
sono esibite Susanna Vestita, Silvia Russo,
Giada Russo, Francesca Casarola, Erika
Capotorto, Francesca Grano, Marianna
Grano. Per chiudere questa sezione, il
gruppo dello show latino, con Simona
Montone, Angelica e Rossella Fiorito,
Giuseppe Capotorto, Erika Andreula,
Carmen Mongelli, Carmen Scalise, Angelica
Pizzulli. Non sono mancate le coreografie
hip hop del maestro Giacomo Ranaldo, collaboratore della scuola GF Dance. Il gruppo
completo era formato da William Rosato,
Giovanni Petrelli, Cosimo Petrelli, Antonio
Gargano, Simona Mongelli, Rayssa
Guarino, Vitalba Ranaldo, Vito Giannuzzi,
Domenico Cazzetta, Gianvito Cazzetta,
Angelica Fiorito, Maria Carmela Lombardi
e, dulcis in fundo, la più piccola allieva della
scuola di ballo Grazia Pia Ranaldo (solo 4
anni!). In chiusura, bellissimo il medley di
Madonna in cui si é esibito anche il maestro. La serata, è stata presentata da Lucio
Cantore e Massimo Rotunno, che hanno
saputo dare i tempi giusti, animandola con
simpatici sketch. Ospiti della
serata, anche delle bellissime
voci: Nico Cardinale ha cantato Semplicemente ciao e
Halleluja; Rossella Fiorito si
è esibita sulle note di Sono
solo parole; gli allievi della
Scuola di Musica Symbola,
Anna Guarnieri e Francesco
Dell’Orco, hanno cantato Life
is beautiful (di N. Piovani) e
New York New York. Dopo
gli interventi del Sindaco di
Ginosa, Dott. Vito De Palma,
del Delegato alla Cultura
Bradascio, del Consigliere
Regionale Pietro Lospinuso,
del Consigliere Di Taranto
e del Responsabile ACR,
la serata si è chiusa con un
grande torta, per festeggiare i 5 anni di
attività della Scuola GF nce. La serata è
stata realizzata anche grazie al supporto di alcuni sponsor, a cui va un sentito
grazie: MOVI, ART UNIFER, MONDIAL
FAUNA,
L’ANTICA
VOLTA,
geom.
GIANNUZZI COSIMO, L’ALTRA PORTA,
SALUMERIA da PATRIZIA, EDICOLA DEL
POGGIO, EDIM GIAMPETRUZZI, BOZZA
FRANCESCO, GENUSIA AGENZIA. Un
ringraziamento particolare alla parrucchiera FILOMENA CALABRESE di Fascino
Femminile, che ha realizzato le acconciature di tutti i bambini e ragazzi. Tante altre le
persone che hanno contribuito alla riuscita
della manifestazione: un grosso grazie a
tutti, ma soprattutto agli allievi ed ai loro genitori. L’appuntamento è per la V edizione,
nel 2013. Ora, per tutti, una meritata vacanza. Vi aspettiamo a settembre per le nuove
iscrizioni…
Buone vacanze a tutti!
GF Dance
Foto Erasmo Mazzone
19
Io che di musica non me ne
intendo proprio, chiamata a
scrivere “due parole” sul concerto Popularia magistralmente organizzato e musicato
dall’Orchestra dell’I. C. “G.
Deledda” accompagnato dal
Coro Stabile Arcobaleno (che
quest’anno ho visto cresciuto
anche con la presenza di alcune mamme). “Dev’essere
impazzito il collega che me
lo propone!” penso tra me e
me, mentre tento di declinare
il cotante imbarazzante invito.
Non sono affatto all’altezza
di spiegare come quelle note, in un crescendo sempre
più impegnativo, man mano riempivano il Teatro, ma che dico … lo
inondavano! Io non me ne intendo, mi son
solo lasciata prendere dalla musica, un po’
dall’emozione, un po’ dall’euforia di trascorrere una bella serata rilassante a Teatro.
Ah, seduta lì nella mia bella poltroncina
mi son goduta lo spettacolo. Dopo il consueto Inno Nazionale, che in Italia, ormai
solo dopo 150 di Unità abbiamo imparato
tutti, la musica ha seguito il suo percorso
storico … io non me ne intendo minimamente, ma ho captato che c’era una storia che si stava raccontando. Da “O sole
mio” alla “Carmen”, da “Funiculì Funiculà”
a “Superstition”, da pezzi di impronunciabili musicisti russi a quelli più nostrani del
Gruppo di ricerca popolare che cantando
“Ginosa quand sì bell …” hanno inserito la
nostra più modesta cittadina nel più ampio
contesto musicale mondiale. Che intreccio
di culture, che connubio artistico hanno saputo realizzare i miei stimatissimi colleghi
di strumento musicale, sempre supportati
da tutti gli altri colleghi che capiscono be-
ne le fatiche che si affrontano nello studio
della musica suonata e cantata, in una parola: vissuta col cuore, dai nostri ragazzi.
Ma il pezzo che ha fatto scendere giù la
platea -personalmente parlando- è stato
sicuramente “Another brick in the wall”.
Ricordo che quando la cantavo io a squarciagola ai tempi del liceo – è da allora infatti che mi hanno letteralmente proibito di
cantare per il resto della mia
vita!- volevamo scuotere il
mondo con la nostra rabbia
e le nostre proposte di cambiamento. Non dico che ci sia
stato un messaggio del genere mandato a noi che oggi
siamo dall’altra parte della
cattedra, ma forse anche si,
visto che non bisogna mai dimenticare che cosa significa
essere “ragazzi”, che vogliono stravolgere le regole, che
non ammettono che possano
mai servire a crescere; quel
grido finale “Hey teacher leave them kids alone!” ha fatto
vibrare un bel po’ di cuori di
quel Metropolitan di una serena serata di inizio giugno.
E poi c’è stato chi, evidentemente molto
più esperto di me in materia, ha decantato la bravura indiscutibile dei ragazzi,
mettendo addirittura in dubbio che fossero solo 3 anni che studiavano la musica;
senza contare che lì sul palco c’erano anche quelli che la studiano da meno tempo! In definitiva il successo ha trionfato.
La musica ha il dono di rappacificare, di
colmare le differenze, di riempire i vuoti,
di farci sentire tutti parte della stessa famiglia. Bisogna andar fieri di farne parte. Io
però non me ne intendo affatto di musica,
quindi non sapendo cosa scrivere sull’argomento, credo proprio che l’articolo non
lo scriverò …
Gemma Vernoia
foto Erasmo Mazzone
20
attualità
n. 13 - 30 giugno 2012
I Cavalieri del Guiscardo hanno fatto centro!
Successo di pubblico per il palo della cuccagna.
Mercoledì 13 giugno 2012, la magia del palo della cuccagna si è rinnovata e piazza IV
Novembre si è riempita fino all’inverosimile
per ospitare uno spettacolo straordinario.
Ancora una volta, i Cavalieri del Guiscardo
hanno dimostrato tutta la loro abilità e il loro
saper fare riuscendo a realizzare una manifestazione davvero popolare.
Raccontiamo la manifestazione in ogni suo
aspetto.
Alle ore 20, partenza dal frantoio sociale
del corteo storico, che ha rappresentato il
carro, scortato dai cavalieri, sul quale erano custoditi viveri e leccornie (i premi in palio), destinati ad essere appesi in cima al
palo. Era, questa, una tradizionale festa in
onore di Sant’Antonio e, all’epoca i cibi da
mettere in palio erano realmente scortati,
tanto erano preziosi e ambiti come premio.
Nella ricostruzione che
ne hanno fatto i cavalieri
del Guiscardo, non hanno trascurato nessun
dettaglio.
Dopo un percorso per
le vie cittadine, alle ore
21 il corte è giunto in
piazza. Dopo di che sono state presentate le
squadre partecipanti al
Palo della Cuccagna e
sono state sorteggiate
per stabilirne l’ordine di
gara.
Sei le squadre partecipanti: Piazza Orologio,
Associazione Cavalieri
del Guiscardo, Rione
Carmine, Associazione
Cavalieri
Madonna
D’Attoli, Bar Venezia,
Pierino.
La vittoria simbolica è
stata assegnata alla
squadra che è riuscita
a catturare il maggior
numero di premi. I vincitori sono stati due: alla
squadra del Bar Venezia
è andato il premio per
il maggior numero di
pacchi conquistati e
alla squadra del rione
Carmine, composta da
cittadini rumeni, è andato il premio in denaro che era un pacco a sorpresa, conquistato
appunto da questa squadra.
Nel corso della serata è intervenuto il
Sindaco di Ginosa Vito DE Palma che ha
avuto parole di elogio per gli organizzatori. La serata è stata condotta con grande
abilità da Maurizio Ranaldo che ha condito il tutto con una grande dose di capacità
d’intrattenimento e di umorismo. Infatti si è
fatto aiutare, nel raccontare gli eventi, dal
presidente dell’Associazione organizzatrice Tonino Lovecchio. Molto applaudita anche l’esibizione della cantante Francesca
Masella che ha deliziato il pubblico con la
sua stupenda voce.
Tanti applausi per tutti e soprattutto per
Vincenzo Pignalosa che con il suo cavallo
attualità
21
3º Raduno Ippico Città di Ginosa
I Cavalieri della Madonna D’Attoli guidano una escursione in gravina
e preparano le manifestazioni estive
Domenica 17 giugno, i cavalieri della Madonna D’Attoli hanno organizzato il 3º Raduno Ippico. La manifestazione ha visto una nutrita
partecipazione di cavalieri (circa cinquanta), provenienti da tutti i paesi del circondario. Al presidente dell’Associazione, Mimmo Volpe,
abbiamo chiesto di spiegarci il significato del raduno.
«Intanto vorrei sottolineare che il nostro Raduno, giunto alla 3ª edizione – ci dici Mimmo Volpe – sta riscontrando un sempre maggiore
successo e, di anno in anno, aumentano i gruppi di cavalieri che
vi partecipano. Quest’anno ai Comuni della provincia di Taranto si
sono aggiunti altri del materano e del barese. Una cinquantina di
cavalieri sono giunti nel nostro territorio per ammirare le stupende
ha aperto la sfilata.
Il presidente dei Cavalieri del Guiscardo,
Antonio Lovecchio, ha voluto ringraziare
quanti hanno permesso la realizzazione
della manifestazione a cominciare dall’amministrazione comunale e dai tanti sponsor. Un ringraziamento particolare è stato
rivolto alla Polizia Municipale, al SER e ai
Carabinieri che hanno consentito con la loro sorveglianza il buon andamento di ogni
momento della manifestazione. Un grazie
di cuore, Lovecchio, lo ha rivolto agli amici
Cavalieri della Madonna D’Attoli che insieme ai cavalieri del Guiscardo hanno scortato il carro con i doni.
Alla fine il signor Lovecchio ha ricordato i prossimi appuntamenti dei Cavalieri
del Guiscardo: la X edizione del Memorial
Gianfranco Lovecchio, la Festa del Miero
(u’ rezule de u miere nuove).
Che dire, una gran bella festa popolare che
ha saputo evidenziare come tradizione e divertimento possono viaggiare insieme. Con
questa manifestazione si è aperta la tradizionale programmazione degli eventi estivi
che animeranno anche quest’anno l’estate
ginosina. EsseGi
foto Erasmo Mazzone
n. 13 - 30 giugno 2012
ricchezze artistiche e ambientali di cui disponiamo. Ovviamente il
nostro primo obiettivo è quello di socializzare tra le diverse associazioni e trascorrere insieme una giornata a cavallo. Ginosa, con
il suo scenario naturale si presta bene a questo tipo di escursione
e, posso dire che tutti hanno apprezzato il percorso realizzato.»
Presidente, ci vuole spiegare il percorso?
«Siamo partiti alle nove, dalla contrada Palombaro e percorrendo
la gravina della contrada Difèsa, siamo arrivati fino a via Cavese
percorrendo il letto della gravina che costeggia Ginosa, quella
dei rioni Casale e Rivolta. Fin quando vi è stata anche la confluenza di due gruppi di cavalieri, uno partito da Laterza e l’altro
partito da Ginosa.
Dopo una breve pausa per permettere ai cavalli e ai cavalieri di
riposare, ci siamo recati, percorrendo la gravina che costeggia il
campo sportivo, presso la tenuta Cantore dove abbiamo pranzato
insieme. Tutti si sono detti soddisfatti e hanno espresso la volontà
di ripetere l’esperienza al più presto.»
Qualcuno mi raccontava che ci sono state lamentale per le
condizioni delle nostre gravine…
«Due anni fa abbiamo percorso la gravina con le carrozze.
Quest’anno non era possibile passarci. Troppi residui derivanti
dalle piene che la gravina ha avuto questo inverno… tanto per
fare un esempio, le condotte fognarie divelte e i tombini aperti.
Presidente vuol preannunciarci il programma estivo di attività?
«Cominceremo con la sfilata di carrozze d’epoca a Marina di
Ginosa il 15 luglio, il 26 luglio il Palio degli Anelli a Ginosa, il 9
agosto Palio degli Anelli a Marina di Ginosa, l’11 agosto Giostra
de U’ Munachicchie a Ginosa, 9 settembre sfilata di carrozze d’epoca a Ginosa. Fino a oggi siamo riusciti a centrare tutti gli obiettivi e pensiamo di centrare anche gli altri.»
Presidente, la vostra associazione sta collaborando per una
nuova iniziativa… ci vuole raccontare?
«Stiamo organizzando un nucleo di Protezione Civile a cavallo.
Questo gruppo ha una duplice funzione, tutelare l’ambiente e al
tempo stesso essere un supporto efficace per la prevenzione
incendi. La funzione è quella di perlustrare i nostri boschi e le
nostre pinete, al fine di segnalare eventuali violazioni ambientali
e, al tempo stesso, essere un avamposto efficace per la segnalazione di eventuali incendi. La denominazione di questo nucleo è:
Associazione Regionale Equestre di Protezione Civile. Insomma,
i Cavalieri vogliono essere protagonisti della difesa del nostro patrimonio ambientale e vogliono contribuire attraverso una specifica organizzazione.»
Salutiamo il presidente dei Cavalieri della Madonna D’Attoli che
ci dà appuntamento al prossimo 15 luglio a Marina di Ginosa. SG
22
argomenti
n. 13 - 30 giugno 2012
L’ Istituto Comprensivo “G. DELEDDA”
presenta… “GLI OSCAR DELLE ECCELLENZE”
In una serata da far invidia ai più famigerati Oscar del cinema, premiati gli studenti
che hanno raggiunto livelli d’eccellenza nelle discipline scolastiche.
GINOSA 21/06/12 – Un palco adornato con
statuette degli Oscar, una grande orchestra e
coro ad allietare la serata, gente visibilmente
commossa; sembra di essere al Kodak Theatre di Hollywood per la serata degli Oscar, invece è il cortile dell’ Istituto Comprensivo “G. Deledda” a Ginosa, trasformato in un piccolo teatro per una notte, sì degli Oscar,
ma per meriti scolastici. Serata
voluta fortemente dal preside
prof. Alessandro Calabrese
per premiare non solo i risultati d’eccellenza, ma soprattutto
per valorizzare i giovani talenti
ginosini. Premiati gli studenti più
meritevoli, che hanno raggiunto
i massimi traguardi sia nelle discipline scolastiche, sia in quelle
musicali. Presenti alla serata le
autorità comunali e a far gli onori
di casa l’orgoglioso preside Calabrese. La serata è iniziata con
un’ introduzione musicale da
parte del coro e dell’orchestra
della scuola che hanno intonato l’ “Inno della Deledda”, e due
brani della tradizione musicale
napoletana, “O’ sole mio” e “Funiculì, funiculà”. Si è passati così alla premiazione delle eccellenze, quattro per ogni classe,
a partire dalla primaria fino alla secondaria di
primo grado, con la consegna di un’ attestato
di merito per i traguardi conseguiti. Al termine
della premiazione sono stati invitati a salire sul
palco i migliori tra i quattro canditati per classe,
il migliore tra i migliori, ai quali è stata consegnata una borsa di studio dal valore di 50 euro,
offerta dal sig. Apollaro. Diverso il premio per
il migliore di ogni quinta elementare, ai quali
è stato consegnato un PC portatile ciascuno,
dono sempre del sig. Apollaro.
Seguono i nomi dei premiati per ogni classe
della primaria:
1^A – Inglese Pietro;
1^C – Scarati Matteo;
2^A – Prencipe Cinzia;
2^B – Lovecchio Rebecca;
2^C – Dalconzo Francesca;
2^D – Grasso Lucia;
3^A – Muro Angelica;
3^C – Tortorella Maria Letizia;
3^D – Mercante Miriam;
4^A – Cazzetta Gianvito;
4^C – Priore Alessandro;
5^A – Di Tinco Francesco;
5^B – Calabrese Lisa;
5^C – Serra Luigi;
5^D – Gigante Aurora.
Poi, si è passati alla premiazione dei primi
tre classificati al concorso indetto dall’istituto stesso “ Il logo della mia scuola”, che
prevedeva la realizzazione di un progetto
grafico per un nuovo stemma d’istituto. I
premiati sono stati:
1- Caruso Giuseppe (classe 2^D – media)
2- Pagone Rossella ( classe 3^A – elementare)
3- Accetta Damiano (classe 2^C – media)
Al termine, il pubblico è stato deliziato dalla musica tradizionale ginosina interpretata degli “Amici della fisarmonica”, allegre
melodie che hanno introdotto una nuova
categoria di premiazioni, quelle per i talenti
delle classi ad indirizzo musicale.
I più meritevoli, anzi i veri talenti, distintisi
nelle loro classi musicali, sono stati premiati dal M. Angelo Nigro, eccellenza ginosina
della musica conosciuto a livello nazionale.
Hanno ricevuto l’attestato di merito quattro
ragazzi per ogni classe e, tra i quattro, è
stato premiato il migliore in assoluto per
strumento, che ha ricevuto una borsa di
studio dal valore di 50 euro.
I premiati sono stati:
Pontrelli Marco (classe di chitarra)
Moro Claudio ( classe di pianoforte)
Tarantini Alberto (classe di violino)
Calabrese Michele (classe di clarinetto)
Di Fonzo Michelangelo (classe di percussioni)
Pizzulli Vito ( classe di tromba)
Cassano Silvio ( classe di flauto)
Questa premiazione, per meriti musicali, è coincisa con la “Fête de la Musique” (Festa della
Musica), manifestazione gratuita di importanza internazionale, celebrata per l’appunto il 21
giugno, giorno del solstizio d’estate. Lo spirito
è quello di una festa popolare, dove la partecipazione è vissuta come
momento di socialità, creatività, espressività. La libera volontà dei partecipanti,
l’assenza di forme di selezione dei generi, l’organizzazione come struttura
che facilita l’iniziativa dei
musicisti, rappresentano
l’idea di una società in cui
il singolo cittadino trova il
proprio spazio in perfetta
armonia, in un insieme in
cui il contributo di ognuno
è anche la sua stessa rappresentazione. Solo una
festa popolare può offrire
l’opportunità della libera
espressione di tutte quelle
persone che, prescindendo
dall’attività professionale,
o aspirando a una carriera
musicale, desiderano esibirsi di fronte ad un vasto
pubblico. Importante il commento del M. Nigro al
termine della premiazione, il quale ha affermato
che per i ragazzi è importante il confronto con gli
altri, perche possono mettersi alla prova e migliorarsi, ove necessario, per questo la creazione di un’ orchestra d’ istituto, non può che essere
un bene sia per gli studenti di oggi che per quelli
di domani. Tra uno scroscio di applausi si è passati alla premiazione per i meritevoli della scuola
secondaria di primo grado, anche qui ai migliori
è stata donata una borsa di studio. Ecco i nomi:
1^A – Mongelli Simona;
2^A – De Canio Alessandra;
3^A – Dell’Aquila Federico;
1^B – Scarati Alessandro;
2^B – Di Fonzo Rosalba;
3^B – Maggi Angela;
1^C – Malagnini Nicola;
2^C – Pacente Carlotta;
3^C – Pignalosa Rita;
2^D – Carraisco Nicola;
3^D – Lomagistro Daniela.
Subito dopo sono stati premiati, con un attestato
di merito, tutti i partecipanti alle “Olimpiadi di Italiano” svoltesi quest’anno scolastico, e tra tutti le
due studentesse
attualità
Calabrese Elisa, della primaria, e Valente
Lorenza, della secondaria di primo grado,
che hanno partecipato alla finale nazionale di Firenze, rappresentando non l’ istituto
“Deledda”, bensì la Regione Puglia, essendosi sempre classificate prime in ogni
selezione. Un grande orgoglio per tutta la
nostra comunità, perché Ginosa si dimostra anche fucina di talenti, di genialità,
di competenza ad altissimi livelli. Alle due
studentesse, visibilmente commosse, sono state donate un PC portatile, una targa
commemorativa e un assegno dal valore di
100 euro.
Tra gli applausi si è passati all’ultima premiazione della serata, quella per le tre
aziende ginosine che hanno portato alto
il nome della nostra collettività e che hanno contribuito allo sviluppo della stessa:
la BCC di Marina di Ginosa, la Nurith e la
Sartoria Inglese, tre eccellenze nel campo
finanziario ed artigianale, ai cui rappresentanti è stata consegnata una pergamena
con la motivazione della loro premiazione.
Al termine delle premiazioni ha preso la
parola il Preside Calabrese, il quale orgogliosamente, si è complimentato con tutti
gli studenti dell’istituto per gli alti risultati ottenuti e spiegando al pubblico che l’ obiettivo dell’ Istituto Deledda è quello di forgiare
nuovi giovani, nuovi talenti per il futuro,
nuove eccellenze, accendendo in loro il
fuoco della conoscenza. Ha spiegato i nuovi traguardi che si intendono raggiungere,
partecipando ad altre olimpiadi sia a livello
nazionale che internazionale come quelle
di matematica e geometria.
Al termine del discorso e degli interventi
delle autorità la serata si è conclusa con
le note dei brani eseguiti dall’ orchestra e
dal coro della scuola, dove i presenti hanno
potuto ammirare le ottime abilità dei componenti.
Una serata all’insegna delle eccellenze,
premiando quei ragazzi curiosi ed ardenti
di conoscere e scoprire, e parafrasando
il grande maestro di retorica Marco Fabio
Quintiliano “ ...i giovani non sono vasi da riempire, ma fiaccole da accendere….”, beh
l’Istituto Deledda c’è riuscito, ha scatenato
un incendio….di conoscenza.
GIACOMO GALANTE
n. 13 - 30 giugno 2012
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L’esperimento in coda al Pon della Deledda grazie a Net-Uno TV
Il quotidiano in classe e in … Comune
A cura di Michelangelo Zanelli
Hanno varcato i muri della didattica tradizionale e si sono cimentati faccia a faccia
nella pratica della cronaca istituzionale.
Gli allievi del progetto Pon “Il quotidiano in
classe”, organizzato per la scuola secondaria dell’IC Grazia Deledda, hanno così
potuto incontrare il sindaco, Vito De Palma e il giovane consigliere Lanera in un
esperimento di conferenza stampa. Entusiasmo a parte, hanno potuto così mettere in pratica tutto quello che hanno appreso durante il corso e la costruzione de
“L’Eco della Gravina”, il giornalino scolastico scaricabile in pdf sul sito della scuola.
E farsi bombardare di domande da un
pubblico di “insoliti” piccoli giornalisti non
deve essere stato semplice neppure per i
rappresentanti istituzionali. La necessità
di spiegare con un parlare chiaro e il più
semplice possibile ad una platea a digiuno di termini burocratesi è stato per loro
un compito non di poco conto. Tutto nella
consapevolezza ormai acquisita dai ragazzi che non c’è democrazia se non c’è
rappresentanza così come non c’è rappresentanza senza una buona informazione tra eletto ed elettori. Da buoni aspiranti giornalisti non sono mancati nemmeno i tentativi di mettere in difficoltà il sindaco. Per quello però manca ancora solo un
po’ di malizia e di esperienza, ma loro
hanno tutto il tempo davanti per costruirsela. I temi d’interesse poi sono stati numerosissimi: dalle politiche giovanili, al
verde pubblico, dalle tasse alla cultura. Insomma nessuno tra i ragazzi si è fatto
scappare l’occasione. Riportiamo per dovere di cronaca solo qualche intervento.
Martina Scorpati: Come mai ha scelto di
fare il sindaco?
Sindaco: Più che io l’hanno scelto i cittadini votandomi. La mia scelta si ferma alla
politica. E a quella è stata la passione che
mi ci ha portato.
Lorenza Valente: Come pensa,nei limiti
delle possibilità del comune che sono comunque limitate,di affrontare la disoccupazione che incombe sull’Europa e,a
Ginosa, diventa sempre più preoccupante?
Sindaco: La disoccupazione è la maggiore piaga del Comune. Personalmente è
un pensiero che mi accompagna durante
tutta la giornata lavorativa. Il Comune cerca soluzioni tangibili ma, ci rendiamo
conto che non possiamo fare molto. È una
questione che forse solo la politica nazionale può affrontare. Quello che cerchiamo di fare è stare comunque vicini ai citta-
dini, alle famiglie e alle aziende
in difficoltà con piccole ma significative risposte.
Siamo infatti al fianco dei lavoratori della Miroglio e di tutte le aziende in crisi con ogni azione
possibile.
Valerio Lucariello: A Ginosa ci sono alcune strutture non complete o ferme, penso ad esempio al
faro di Marina di Ginosa.
Il faro è stato acquistato da un privato che al momento è implicato in una vicenda giudiziaria di
cui bisogna attendere l’esito prima di intraprendere qualsiasi provvedimento. Personalmente la
ritengo una grande schifezza o, se preferite, una
piccola Punta Perotti.
Simona Mongelli: Volevo chiederle se anche lei
pensa che Ginosa sia carente di spazi verdi e se
a riguardo, ha progetti per il futuro
Sindaco:Sì credo che bisogna ancora lavorare
su questo versante. Alcuni progetti sono gia’
stati avviati: è stato appena chiuso un bando
pubblico con cui è stata concessa l’adozione
delle zone verdi; saranno potenziati i parchi dedicati a voi ragazzi, come ad esempio il Baden
Powel. Insomma, continuiamo a impegnarci al
rispetto dell’ambiente.
Antonio Traetta: Alzerà le tasse l’anno prossimo?
Sindaco: Sì (con aria ironica). Porterò tutti gli indici delle imposte comunali al massimo. Scherzo naturalmente. Mentre a Roma per risolvere i
problemi finanziari alzano le tasse, a Ginosa
non saranno toccate nemmeno di un centesimo.
Faremo tutti i tagli possibili e immaginabili ma
non caricheremo ulteriormente i contribuenti.
Al termine della conferenza stampa il sindaco ha
invitato gli allievi del corso ad una visita guidata
negli uffici comunali. Prontamente raccolto l’invito i ragazzi si sono presentati puntuali all’appuntamento e, grazie al contributo di Net-Uno TV,
hanno potuto anche fare pratica di videogionalismo. Accompagnati dallo staff della webTV e
dalla professoressa Gemma Vernoia hanno movimentato la mattinata dei dipendenti comunali.
Passandosi a turno videocamera e microfono
hanno interrotto il loro lavoro con domande improvvise ed inaspettate. Il servizio è già on-line
su net-unotv.com.
Al termine dell’itinerario didattico in cui hanno
imparato a conoscere ruoli e funzioni degli uffici
della casa dei ginosini c’è stato anche il tempo di
una simulazione di Consiglio Comunale in aula
consiliare insieme al sindaco, all’assessore comunale alla pubblica istruzione e al consigliere
Lanera. Tra interrogazioni ed ordini del giorno
diretti da un giovanissimo presidente del consiglio ognuno ha ricoperto con serietà il proprio
compito. Segretario, assessori, consiglieri di
maggioranza e opposizione. Fino alla richiesta
formale al primo cittadino, approvata al’unanimità, di un gelato contro la calura. Richiesta, ovviamente, accolta.
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n. 13 - 30 giugno 2012
Dialoghi ginosini
di Corrado Strada
Carissimi, Giulio Pinto e Cante Storie,
nonostante lo pseudonimo di uno di voi
due, mi dichiaro molto contento che su “La
Goccia” si cominciano a dibattere problemi
filosofici: Laicità e Relativismo.
Mi occupo di filosofia da alcuni mesi, forse
un anno; riporto alla memoria i miei studi
liceali.
Epicuro, circa nel V secolo a.C., ci suggerisce: chi è giovane non aspetti a far filosofia,
chi è vecchio non se ne stanchi.
Nello stesso secolo, più o meno, Aristofane
poeta comico e commediografo, cominciò
a ridicolizzare Socrate nella sua commedia
“le Nuvole”. Purtroppo anche la moglie di
Socrate non era da meno. Non sopportava che il marito rincasasse tardi. Una sera
mentre il coniuge rientrava dalla “Agorà” gli
versò dalla finestra, investendolo in pieno,
il contenuto di un cantaro. Lui esclamò!
Tanto tuonò che… piovve. Socrate, il primo nella Grecia antica, da più di un secolo
frastornata dai “Sofisti”, per primo, ripeto,
parlò e ci parla di autocoscienza.
Nioti te auton: uomo conosci te stesso.
Ma possiamo arrivare tranquillamente nel
nostro tempo; Jean-Francios Revel ci manda un messaggio nel suo libro: A che servono i filosofi?
La filosofia non può essere “popolare”, essa è sempre una ricerca “ faticosa. Riporta
il pensiero di Heidegger che a sua volta
riproponeva una espressione di Kant.
Mi fermo. Torniamo al nostro problema:
Laicità e Relativismo. Non ne facciamo un
dibattito ma un “Dialogo”; non meno fra due
persone, ma anche più di due. Togliamo di
mezzo l’hi-tech; evitiamo gli “show” personali e chiariamo le nostre idee se ne abbiamo, dimentichiamo Sergio Romano, l ‘ambasciatore che giornalmente sul Corsera ci
propina il “suo relativismo”.
Sì, come Pirandello del “Sei personaggi in
cerca d’autore”, cerchiamo i nostri personaggi, quelli che ci possono chiarire cosa
sia stato il mondo di ieri e cosa sia il mondo
moderno.
Trasferiamoci in Francia, dove imperava
nel settecento, l’Illuminismo. Era esaltante quel secolo, espresse due personaggi
Cartesio e Voltaire.
Cartesio il vero nome Renè Descartes, italianizzato il nome per via del Rinascimento
(italiano).
Nacque in Turenna nel 1596, educato
nel collegio dei Gesuiti, il collegio di “La
Flèche”, ci regala il suo “Discours de la
mètode”, il Discorso del metodo.
Voltaire al secolo Francois-Marie Arnet nasce nel 1694 a Parigi, educato nel collegio
dei Gesuiti Louis-le Grand. Uno filosofo,
matematico, l’altro filosofo e, diciamo pure,
padre del Relativismo. Dice di lui l’ex ambasciatore Sergio Romano:”aveva forti grandi
passioni intellettuali, una scrittura ironica e
scintillante”. Dice di lui, più serenamente
Andrè Manrois: ha sofferto la intolleranza,
gli ordini e l’insolenza dei potenti, e anche
perché ha cuore e immaginativa, sarà un avversario tenace di ogni fanatismo e di ogni
dispositismo.
Ammira l’Inghilterra (dove fu esiliato n.d.r.)
per aversi saputo dare una costituzione da
“nazione di bottegai”.
Comunque l’opera scritta basilare di Voltaire,
un libro che ha cambiato il mondo: Traitè sur
la tolèrance. Sulla Tolleranza.
L’intolleranza dell’ambiente ginosino degli
anni ‘40 ce lo racconta Giosi Lippolis, poetessa forse sconosciuta a molti della nostra società. Figlia di contadini pugliesi (?)
Donato Lippolis il padre della poetessa (da
Ginosa) emigra negli Stati Uniti, dove diventa pastore di una chiesa riformata. Nel 1922
ritorna in Patria (Ginosa). La figlia Giosi, nata in Italia (Ginosa) vive momenti drammatici
e felici (a Marina di Ginosa). Personalmente
l’ho conosciuta nel ’40-’41 quando lavorava, part-time, nella Opera Nazionale
Combattenti, ufficio che era sistemato in
una palazzina di Viale Pitagora, ora non più
evidente. Ritornata negli Stati Uniti, corrispondeva con note da Philadelphia e New
York con la “Nazione” di Firenze, il “Mattino”
di Napoli, il “Mondo” e l’”Osservatore Politico
e Letterario”.
Ha scritto un libro di poesie. “Guarda” con
prefazione di Giuseppe Prezzolini ed un
romanzo “Getta il tuo pane sulle acque”.
Roma 2000
E’ deceduta a Roma nel 2006.
Altro sacerdote del Relativismo fu Jean
Cocteau. Nato a Maison-La fitte (Seine-etOise).
Romanziere, drammaturgo, poeta. Spero
che la necessità di dire tutto in poche righe
non vada a discapito della chiarezza per i
miei lettori.
Cocteau passa dalla giovanile frivolezza
di “La lampe d’Aladin” e de “Le prince frivolè”, al romanticismo di Edmond Rostand.
Quello che estasiò la mia giovinezza con “Le
Cyrano de Bergerac: cosa è un bacio, è un
giuramento fatto più da presso, un apostrofo
rosa fra le parole: t’amo”.
Cocteau diventa futurista, poi frequenta i
salotti di Parigi e fa il “dandy”, cioè persona
ricercata al massimo nel vestire e nel gusto, come un lord Brummel. Fa amicizia con
Alfred de Mussert; poi all’improvviso diventa
mistico, come il nostro D’annunzio, poi si fa
esteta, frequanta il poeta maledetto Charles
Baudelairs, quello de “Le fleurs du Mal”, I
fiori del male. Quel poeta, veramente maledetto, disse che “ La Debauche et la mort
son deux aimable filles”. La deboscia e la
morte sono due amabili fanciulle. Da mistico
Cocteau diventa macrabo e sarcastico con
“Le diable au corps”. Viene influenzato dal
nostro pittore metafisico De Chirico ne “La
belle e la bète”, Rossellini ne fa un film, “La
bella e la bestia”, con Anna Magnani.
Andiamo in Germania, incontriamo Goethe
che nel ‘700 spopola, e spopola anche a
Roma.
Johan Wolfgang Von Goethe. Incantò an-
attualità
che me due secoli dopo; curai la mia balbuzie giovanile declamando i suoi versi.
Dicono che i più belli del settecento siano: Yeh singe wie der Vogel sing, ein Lied
den der Keble dring, der Lohn der reich
Lohn.”Canto come cantano gli uccelli, il
mio canto esce dalla gola ed è premio regale”. Affetto da relativismo, incantò me e
moltio altri. Massone per anni, canta nel
Faust e l’Urfaust, e poi “Die Seiden der junge Werther”, I dolori del giovane Werther.
E poi le Romanische Elegien. Confesso
un mio peccato, mi ispirò “Gennsimischen
Elegien”, Stefano Giove ne sa qualcosa.
Lasciamo i poeti ed andiamo a trovare
i filosofi, questi ci interessano. Ci aiuta
il professor Biagio De Giovanni, ha insegnato anche a Bari. Scrive: Hegel e
Spinoza, Dialogo Moderno, Guida, Napoli
2011. George Wlhem Friedrich Hegel
(1770-1831), filosofo tedesco, scrive
Fenomenologia dello Spirito; dominato
da interesse politico- religiosi scrive La
Filosofia della Storia. Influenzato da Jean
Hyppolite, della Sorbona: si influenzano a vicenda, quest’ultimo scrive Genesi
e struttura delle Fenomenologia dello
Spirito: Le savoire est donc en lui-meme
inquiet, puis q’il doit san cesse se depasse et ce inquietude que est impaaissèe.
L’inquietudine incide nello studio , sul sapere. Di qui, ma non sempre scaturisce il
Relativismo queste ultime sono mie considerazioni balbettate da un filosofo in erba… solo per appassionato della “materia”
filosofica.
Miei cari lettori de ”La Goccia”, non fermatevi alla prima cantina. Il vino buono c’è
anche su“La Repubblica”. E’ vero che qui
c’è anche un trombone da jazz freddo, come Corrado Augias, che fa da compagno
al relativista Sergio Romano del Corsera
(Corriere della Sera). Con poco più di un
euro. La Repubblica, specie la domenica,
è ricca di molti argomenti culturali e filosofici.
Questa domenica, 17 giugno, ho ritrovato Jean Kerouach, quello di cui vi scrissi
la volta scorsa; con il suo Moraty, il Felice
Strada polacco. I “domenicali” di Eugenio
Scalfari possono anche non piacere, ma
esprimono sempre il pensiero intellettuale che dinamicamente è sempre alla
ricerca dell’Assoluto”. Lo ricordo quando
“ Dialogava” con i cardinale Scola arcivescovo di Venezia, ora sulla cattedra vescovile di Sant’Ambrogio, a Milano. Non
bisogna essere attaccati sempre alla propria parrocchia, fare questo è relativismo
negativo, certamente fasullo. Il giardino
degli altri può contenere semi di senape
e diventare albero (Marco 4,26-34) per gli
uccelli.
Non tutti si sentono decisi, o momentaneamente sordi, all’invito di salire sul sicomoro
di Zaccheo (Luca 19,1-10).
Ora, andiamo in Germania. Troviamo un filosofo: Edmund Husserl, nato Moravia nel
1859, studia matematica ed astronomia.
Segue a Vienna i corsi di filosofia di Franz
Brentano, domenicano e teologo, si appassiona alla filosofia e scrive: “Filosofia
dell’aritmetica” nel 1891, e nel 1936 : “Idee
per una fenomenologia pura in es
attualità
sa.” Stigmatizza la necessità di una scienza rigorosa (strenge Wissenschaft). Una
sua allieva Edith Stein, ultima di dieci figli
di una famiglia ebraica ortodossa, nel 1904
diventa atea. Nel 1911 consegue la maturità
classica. Studiò tedesco, e ne divenne insegnante; studia anche psicologia e storia.
Incontra Husserl, lo segue a Friburgo. Nella
Prima Guerra Mondiale è infermiera; scopre
la sofferenza dei soldati feriti. Nel 1916 ottiene il dottorato in filosofia con al tesi “Zur
Problem der Einfuhlung” (Sul problema
dell’Empatia).
Cos’è l’empatia? È un processo psichico
che consiste nell’assorbimento diretto dello stato emozionale di un’altra persona.
Massimo Cacciari direbbe: “Si avverte la
vicinanza, l’hi-tech invece informa, ma allontana, crea la lontananza. Edith legge
Teresa di Gesù, Teresa d’Avila. Nel 1922
riscopre la fede ma si fa cattolica, poi, entra
nel Carmelo. Il folle Adolf Hitler comincia nel
1940 a sterminare gli ebrei; non era forse
un relativista? Nato a Vienna nel 1889, costruì durante il suo “impero” 35 Commandos
distaccamento, per sterminare gli ebrei…
milioni di ebrei… Mandò per le strade di
mezza Europa i suoi “soldaten”. Cantavano
Deutschland… Deutschland utber alles…
La Germania soprattutti!
Edith fu prelevata dalle S.S. in un monastero carmelitano in Olanda. Fu avviata e
“sistemata” ad Auschwitz. Siamo sempre
in Germania; Chi sono i filosofi di quelle parti? Ci aiuta il professor Biagio De
Giovanni: “Hegel e Spinosa un dialogo
moderno”. George Wilhem Friedrich Hegel
(1770 – 1831), filosofo tedesco scrive:
Fenomenologia dello Spirito. Hegel è dominato dai interessi politico-religiosi, scrive: la
filosofia della storia. Dicono influenzato da
Jean Hyhpolite, professore alla Sorbona
di Parigi. Si influenzano a vicenda, Hegel
dialoga con Hyhpolite, quest’ultimo scrive:
Genesi e struttura delle fenomenologia dello Spirito.
Le savoire est donc en lui –meme inquiet, puis qui doit sanze cesse se depasser et cette inquietude que est impaisèe.
L’inquietudine incide sull’apprendimento
(savoire). Di qui può scaturire il relativismo,
non sempre. Queste ultime sono mie considerazioni di un “filosofo” alle prime armi,
diciamo amante della filosofia. Ma tornia-
n. 13 - 30 giugno 2012
mo per pochi istanti a parlare di Adolf
Hitler. Edith Stein in Carmelo era suor
“Teresa Benedetta della Croce”; è stata
santificata da Papa Giovanni Paolo II ed
eletta “Patrona dell’Europa”, con le altre
due, Santa Caterina da Siena e Brigida
di Svevia. Avevo 15 anni; studiavo tedesco a Bari; il professore di tedesco un bel
giorno mi dà un premio: ero primo della
classe in tedesco. Il “Preis” (premio) consistette in alcuni libri ed un invito alla stazione (Banhoff) di Bari per ricevere i ragazzi, miei coetanei, della Hitler Jugend.
Arrivarono il pomeriggio tardo i “camaraden”. Vestivano in verde bruno, le giacche
strette alla vita da un grosso cinturone di
cuoio tenuto ben fermo da una grossa fibbia di metallo con la scritta “Gott mit uns”,
“Dio è con noi”.
Ma non è forse velata dire relativismo
Frau Angela Merkel che, dice lei, ci ha donato l’“Euro”. Ora tentenna fa la tirchia con
il prossimo: 23 Paesi d’Europa. Chissà
cosa pensa l’ex ambasciatore Sergio
Romano, non ho letto le sue “memorie di
un conservatore”.
Cosa conserva? I suoi Prolegamenon
lunghe introduzioni senza contenuto ideologico del suo relativismo che ci propina
oggigiorno sul Corsera (Corriere della sera). L’altro ieri scriveva di cravatte e codini cinesi. Certamente Voltaire, che, stranamente non era ateo, (ve lo dirò come,
un’altra volta), si rivolterebbe nella toma
nel suo cimitero. L’ho cercata nel cimitero di Père Lachaise, un gesuita, come
quelli che educarono i giovani Cartesio e
Voltaire. Nel 1966 ho visitato lì le tombe di
Chopin, di Murat e di tanti altri, relativisti
e non, c’era anche la tomba di un pittore
di Barletta De Nittis, ora la sua Barletta
ha ritirato le sue spoglie da Parigi. Infine
parliamo ancora di Relativismo. Questa
volta con l’intervista che Peter Seewald,
giornalista del “Suddutsche Zeitugn”, in
cui interroga un tedesco nato nel 1927
a Marktl am Jnn, vicino Koln, Colonia:
Joseph Ratzinger, Papa benedetto XVI.
Risponde il papa “Sorge una dittatura del
relaitisvmo che lascia oltre, come ultima
misura, il proprio io e le sue voglie.”
Chiudo questa, forse un po’ lunga delle
“Lettere Ginosine” formulando un desiderio: che il Dialogo continui, con il suo ap-
25
profondimento, che è cultura e giovinezza.
Vi saluto cordialmente.
Sich erat in votis
Corrado Strada
Bibliografia
Benedetto XVI: Luci nel mondo – Libreria
Eva, Vaticana 20210
Cacciari m con Bianchi E: Ama il prossimo
tuo – Il Mulino – Bologna 2011
Citati P.: Goethe – Adelfi Milano 1990
De Giovanni B.: Hegel e Spinoza Dialogo
sul Moderno – Guida Napoli 2000
Cocteau J.: vedi testo
Descartes R. Cartesio: Discours de la metode – Corsera Milano 2010
Lippolis G.: Getta il pane sulle acque.
Empiria Roma 2000
Maritain J.: Il significato dell’ateismo contemporaneo. Morcelliana – Brescia 1954
Marois A.: Voltaire – Milano 1935 – Milano
1951
Pirandello L.: Sei personaggi in cerca d’autore. 1921
Revel J. F.: A che servono i filosofi? M.
Serici Editore. Milano 1958
Romano S.: Memorie di un Conservatore –
Milano 2002
Rostand E.: Cyrano de Bergerac – Portici
1898 – Milano 1927
Voltaire. : Traité sur tolerance- Sulla
Tolleranza – Milano 2009
La Redazione si scusa con
i collaboratori e con i lettori per i numerosi contributi
pervenuti e non pubblicati e per le rubriche fisse,
temporaneamente sospese. Tali scelte sono state
operate a causa dei numerosi articoli giunti per i
quali non si poteva, oggettivamente, trovare spazio
in questo numero ma che
sicuramente saranno pubblicati prossimamente.
26
attualità
n. 13 - 30 giugno 2012
Storie di approdi
e partenze
a cura di Antonella Carrera
Capospartivento
C’era una volta la neve bianca che scende
su ogni cosa, che si stende sulla città come
una rigida coperta. Le forme delle cose si
confondono, appena si distingue una chiesa da un palazzo, un carcere dall’ospedale.
E soprattutto fa molto freddo. Si esce poco
e i giochi dei bambini e quegli degli adulti
scorrono davanti al camino. E’ così per
molti, ma non per tutti. Mirta la neve era la
prima volta che la vedeva. Dove abitava lei
era un evento raro, quanto desiderato. Mirta
quella mattina zompettava lieta e stupita.
Nonna Ines le aveva preparato una tazza
di neve e marmellata, che aveva una consistenza soffice e un gusto freddo e dolce
sulla lingua. Ines aveva delle mani molto
grandi, che pero’ avevano una inspiegabile
delicatezza sia quando carezzavano che
nel cucito e nel ricamo. La casa infatti era
piena di tovaglie di fiandra e centrini con gli
orli disegnati da Ines, anche i calzini erano
rammendati con maestria. Le coperte le tesseva senza tregua con una vecchia Singer
ed erano calde, accoglienti e pesanti proprio
come le sue mani. Tra le due esisteva un
rapporto speciale che incuriosiva tutti, che
spesso addirittura irritava. La bambina non
doveva fare neppure domande, che nonna
Ines aveva capito un minuto prima di cosa
avesse bisogno. Mentre, Mirta riconosceva
esattamente quando era il momento di divertire la nonna, con qualche trovata che
avrebbe fatto rabbrividire chiunque altro.
Effettivamente spesso i ruoli si confondevano e Mirta e sua nonna, diventavano una
bambina grande e una vecchia piccola. Oppure come si diceva in paese, una vecchia
svitata e una bambina troppo seria. In ogni
caso quello era il loro accordo silenzioso,
un modo per venirsi incontro e alleviare le
fatiche quotidiane e guardare la vita sempre da doppie prospettive.
Quella mattina si trovo’ a passare la signora Annetta, la pastora, che appoggio’
sul tavolo quella forma di formaggio bianca come la neve. Ines e Annetta si raccontarono qualcosa che la bambina non
capi’ ma che le due vecchie trovarono
evidentemente molto divertente, visto che
se la ridevano con gusto e si lanciavano
occhiate complici di chi la sa lunga. Mirta
chiese: “ma cos’è che vi fa tanto ridere?”
Ines rispose mentre si allontanava per
prendere i soldi che nascondeva nel reggiseno, convinta che nessuno si fosse mai
accorto del misterioso nascondiglio: “ E’ la
neve che ci fa ridere, bambina mia. Ora
Annetta ti spiega il perché...” E la pastora
inizio’: “qui siamo a Capospartivento ragazza, il vento e’ la nostra materia, della neve
nessuno ne vuole sapere. Questa mattina
Don Mario ha fatto un bel ruzzolone nel
mezzo della piazza, e Santino Lu Quartu,
l’operaio del frantoio che fa il sindacalista,
ha gridato -Amen, il signore e’ con te- e tutti sono scoppiati a ridere, tranne Don Mario
che se ne è andato alzando le mani al cielo
e dando del peccatore a Santino. Capirai
che risate, questa mattina in tutto il paese
non si parla d’altro... “ Mirta rise, ma con
meno trasporto delle due anziane amiche.
Nel frattempo si era affacciato in cucina il
sig. Tonio detto il Professore piemontese
per via del fatto che proveniva da Torino,
ma che viveva in affitto in casa di Ines e
insegnava al liceo in paese. Come ogni
mattina il Professore inizio’ a scoperchiare
le pentole per vedere che cosa si sarebbe
mangiato per pranzo, si stacco’ un pezzo
di formaggio dalla forma e ci mise la marmellata. Poi guardo’ Mirta e le disse: “non
ti fanno tanto ridere i racconti di queste
vecchie... Tu sei ancora piccola ma la tua
nonna e Annetta sono sarde e somigliano a
tutti i sardi. Camminano veloci e guardano
sempre dritto davanti a loro. In ogni caso,
quello che incontrano alla vista e’ un bene
prezioso. Gli orizzonti incrociati sono immensi e in nessun modo sovrapponibili. A
Capospartivento il mare e’ azzurro in tutte
le sue tonalità oppure vicino agli scogli e’
verde smeraldo, la sabbia e’ bianca e leggera come farina, le rocce sono poderose e
levigate dal vento che soffia con impeto, in
una frequenza costante e in una sequenza
dispari, che può durare un giorno solo, oppure tre oppure cinque o sette o nove giorni. Seppure inspiegabile, ciò accade con
certezza matematica. Il cibo e’ semplice ma
buono perché lavorato da mani avvezze,
che sono quasi sempre allungate e nodose.
Ogni cosa qui ha il sapore del sole e la sua
forma e colore. Il pecorino e’ bianco oppure giallo e suda tra le mani, il pesce non
spegne il suo occhio neppure nel piatto. Il
maiale e’ trattato a dovere con le spezie profumate, che nascono spontanee ovunque.
Ecco, voi sardi di tutto questo ne sapete
abbastanza. Ma della neve lasciatemi dire,
per mia lunga esperienza di piemontese,
non ne sapete proprio nulla” E aggiunse: “si
può restare a casa e chiudere la scuola per
tre cm di neve?” Annetta la pastora che si
era già abbastanza annoiata di ascoltarlo,
grido’ a Ines che sarebbe tornata in serata
per i suoi soldi, saluto’ e usci’ velocemente.
Mentre Ines, che aveva ascoltato in silenzio
dall’altra camera, ma che negli anni si era
presa la parola sempre per ultima, si affaccio’ in cucina e dopo aver strizzato l’occhio
a Mirta, commento’: “Professore e’ vero la
neve e’ affar vostro. Infatti questa mattina
Don Mario che e’ di Vercelli e’ l’unico ad
averci rimesso le chiappe. La neve oggi e’
caduta per far piacere a voi forestieri e per
far restare Mirta a casa. Noi sardi oggi facciamo vacanza Professo’...” A questo punto
Mirta scoppio’ a ridere, con gusto, perché il
professore fece quell’espressione di quieta
rassegnazione, che gli compariva sempre
agli sfotto’ di Ines. Poi rise anche Ines contagiata dalla nipote. Infine anche il professore si accodo’. Mentre i tre sghignazzavano, dalla finestra, fuori di casa, la neve
aveva già smesso di cadere da un pezzo.
attualità
n. 13 - 30 giugno 2012
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Le vie del tabacco: una storia che unisce
“Le vie del Tabacco”. un tema fascinoso, ricco di significati, carico di passioni, intenso
per ricordi ed emozioni. Un “remake”, quello
proposto dall’ARCI di Ginosa, per rivedere
immagini e
scandagliare mezzo secolo di migrazioni interne verso il Tarantino, la Basilicata, la Campania e il Lazio, la nascita di nuove famiglie
e di nuovi agglomerati urbani, l’intrecciarsi di
sentimenti di amicizia e di amori.
Lo SPI CGIL di Lecce ha accolto con entusiasmo la proposta di ARCI di Ginosa e dello SPI
di Taranto di far partire dalle nostre terre, dai
comuni salentini, questo ritorno della memoria. Andrano può essere preso a simbolo di
queste ripetute peregrinazioni. Da qui, dagli
anni trenta e sino a fine anni sessanta, tante
famiglie si allontanavano alla ricerca di lavoro per modificare le proprie condizioni di vita,
dare dignità e senso alla propria esistenza.
La foglia di tabacco, in tutte le sue manipolazioni, dalla coltivazione alla trasformazione al
prodotto finito, per migliaia di meridionali ha
rappresentato una forma concreta di riscatto
e di emancipazione sociale.
Ma non solo. Attorno ad essa si è concretizzata una coralità altrimenti assente: la partecipazione collettiva di intere famiglie, nelle case
coloniche e nella masserie, un vivere quotidiano multiplo, una compartecipazione a gioie
e feste, ma anche a dolori. Che non escludeva nessuno: fanciulli e fanciulle, mamme, zie,
nonne e nonni, che da metà Giugno a metà
Settembre (gli uomini partivano anzitempo
per approntare semenzai e tirare filari) animavano interi territori, dove il tabacco trovava
terreno fertile di crescita.
Nei ricordi di tante e tanti salentini: le giornate
di solleone trascorse in allegria lungo i filari a
strappare dal fusto le foglie mature, i canti e i
racconti nelle ore trascorse a formare “corde”
( filze) da esporre ai raggi cocenti; il fuggifuggi per mettere a riparo i “taraletti” (strutture in
legno su cui si stendevano le filze) per un improvviso e violento acquazzone; gli acri odori
delle foglie secche appese in “chiùppi” (serti)
sotto le volte delle case di campagna o dei
capienti capannoni delle masserie.
A questi ricordi corali farà riferimento la bella
iniziativa di Andrano, programmata da AUSER Andrano e Castiglione, ARCI Ginosa,
SPI CGIL di Taranto e Lecce, che ha il patrocinio del Comune di Andrano, nella serata
di sabato 20 Giugno, con inizio alle ore 19,
presso il Castello Spinola Caracciolo. Accanto ai temi della solidarietà, all’impegno
di “Libera”, l’associazione di Don Ciotti, di
mettere a frutto i beni confiscati alle organizzazioni malavitose, alla riscoperta delle
tradizioni popolari, il “cofano e il tabacco”,
dei volontari auserini.
A parte in dettaglio, il programma propone
- scontata la numerosa partecipazione dei
cittadini di Andrano, Castiglione e delle
comunità viciniori, e di una significativa rappresentanza dell’ARCI e dello SPI di Taranto - i saluti e gli interventi del sindaco, dei
rappresentanti locali, provinciali e regionali
di AUSER e SPI CGIL.
Se lo spazio lo consente, vorrei concludere
con alcuni ricordi personali dei primissimi
anni della mia via, alla mia diretta esperienza, interrotta dolorosamente.
Scolaretto delle elementari, in sella ad una
splendida bici azzurra – portata in dono
dall’allegra vecchietta “Befana” per i miei
sei anni e, penso, anche per i primissimi
meriti scolastici – con affanno ma con determinazione rincorrevo la pedalata sicura
e poderosa di mio papà Antonio, detto “Uccio”, - bracciante senza terra a giornata -,
e percorrendo alcuni chilometri della statale
che da Galatina porta a Lecce raggiunge-
vamo la masseria dove, assieme ad altre
famiglie, anche la mia si applicava nella
coltivazione del “frutto” caro a Dioniso. La
prematura morte di mio padre, il 21 settembre del 1958, mise fine a questa mia
esperienza, che ricordo, comunque, con
grande nostalgia. Davanti ai miei occhi
scorrono tuttora i fotogrammi di quel rito
antico e nella mia mente risonano i canti
della terra e i racconti ancestrali di un passato fatto di sofferenze e rinunce.
Negli anni cinquanta, nella mia famiglia,
si respirava tabacco. Un profumo forte e
conturbante, di stordimento e di confusione. Mia madre Giuseppa, “Pippi” in famiglia, dopo il grande aiuto in campagna nella coltivazione, nei mesi autunno/invernali
svolgeva attività di operaia tabacchina,
lavorando nei magazzini di trasformazione. Sin dalla tenera età di dieci anni, donna precoce e d’aiuto economico per una
famiglia di diciassette figli, era avvezza a
respirare polveri, a separare foglie per dimensione, colore, qualità. L’aver appreso
sin dalla tenera età quel prezioso lavoro,
la sua riconosciuta applicazione e dedizione le riconobbero il grado di “mescia”
(maestra) di “fabbrica”, come veniva comunemente chiamato lo stabilimento dove
si dividevano le foglie destinate alla produzione di trinciati.
Sono nato tra le foglie di tabacco. Come
tanti di quelle numerose famiglie salentine, in particolare quelle del Capo di Leuca,
che popolarono masserie e casali del Tarantino, della Basilicata, della Campania e
del Lazio.
Ninì De Prezzo
Segretario Generale SPI CGIL Lecce
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attualità
n. 13 - 30 giugno 2012
rubrica a cura di Giovanni Matera
Eco-Manager “6 consigli”
e le grandi aziende multinazionali, sta
amplificando il gap culturale ed economico
che separa questi due estremi.
Abituarsi al cambiamento vuol dire rompere
le abitudini; in particolare quelle dannose.
Significa forzarsi un po’ e provare a fare le
cose in maniera diversa; come, ad esempio,
scrivere ogni tanto con la mano sinistra o
camminare all’indietro.
3. Cambia punto di vista
Prova a metterti nei panni di qualcun altro:
di un bambino, di un adolescente, di un
musulmano, di un politico o di un medico.
Serve a vedere le cose con i suoi occhi e
a cambiare prospettiva. Questo esercizio ti
aiuterà a prendere decisioni e a muoverti in
maniera diversa e più oggettiva.
4. Impara a chiedere aiuto
Chiedere aiuto è una dimostrazione di forza
e non di debolezza. La forza di chi conosce
i propri limiti e li vuole migliorare. C’è
un vecchio detto che recita “Se smetti di
imparare, cominci a invecchiare”.
Che cosa fare? Vediamo insieme alcuni
consigli:
1. Credi in te stesso
A ognuno di noi è capitato pensare di
non potercela fare o che sia impossibile
cambiare il proprio carattere. Questi pensieri
rappresentano delle vere e proprie zavorre
che impediscono di crescere. Possediamo
potenzialità di cui neanche immaginiamo
l’esistenza; e l’unico modo per scoprirle è
quello di credere in noi stessi, provando a
fare cose con la vera intenzione di riuscirvi
e cercando di superare i nostri limiti.
2. Abituati al cambiamento
n. 13 - 30 giugno 2012
Pubblicità pagina intera
RICERCA & FORMAZIONE
Lo straordinario sviluppo tecnologico
degli ultimi anni ha portato a una delle
fasi più complesse della storia in cui le
difficoltà del mercato spingono le piccole
aziende, gli esercizi commerciali e i liberi
professionisti a un bivio: rintanarsi, come
il nostro pesce pagliaccio nel guscio
dell’anemone (vedi articolo precedente),
ossia nelle proprie convinzioni e
aspettare, sperando che la bufera passi;
oppure adeguarsi velocemente ai nuovi
scenari, imparando a codificarne regole
e comportamenti e abituandosi alla loro
mutevolezza. In fondo “l’unica cosa
certa è che nulla rimane uguale”.
Il risultato più evidente, di
questa trasformazione epocale che
stiamo vivendo, è che tutti hanno
paura. Ma la paura immobilizza!
Di conseguenza, le abitudini sociali
stanno cambiando, compreso quelle di
acquisto. Ognuno è meno predisposto
ad acquistare, in un mondo sovraffollato
di informazioni e offerte, per paura di
sbagliare. Perciò non è più possibile
aspettare che il cliente venga da noi, ma
dobbiamo andare noi alla sua ricerca.
Ovviamente non è facile perché si tratta
di sradicare una cultura che ha radici ben
profonde.
Facciamo un esempio. Se il signor Mario,
fino a qualche anno fa, aveva soldi sia per
la vacanza estiva sia per l’acquisto di
un’auto, la ridotta potenzialità di spesa
a sua disposizione per beni voluttuari, a
seguito della crisi, l’ha portato a dover
giocoforza a operare una scelta. Solo
chi sarà più bravo, tra il concessionario
d’auto e l’agenzia viaggi, a intercettare
i suoi bisogni e a farli confluire verso i
propri prodotti, riuscirà a conquistarlo
come cliente. La polarizzazione del
mercato, tra i piccolissimi imprenditori
attualità
5. Pensa in grande
Quando sogni, o immagini qualcosa, fallo
senza porti dei limiti, senza pensare alle
difficoltà o alle restrizioni che ci sono o che
incontrerai, senza pensare alle risorse che ti
mancano o a ciò che ti ostacola. Pensa come
se avessi una quantità illimitata di soldi da
spendere.
6. Cura te stesso
Tu sei la risorsa più importante della tua
azienda e della tua attività. Cura te stesso.
Non solo fisicamente. Fai formazione, studia, dedica del tempo a fare ciò che ti piace e
non farti dissuadere da niente e da nessuno.
Ricarica le batterie. Solo così potrai aiutare
anche gli altri.
Giovanni Matera
Per consultare altri miei articoli:
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n. 13 - 30 giugno 2012
attualità
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attualità
n. 13 - 30 giugno 2012
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RITORNO TRA I BANCHI DI SCUOLA…
Nel Centro Anziani Polivalente di Ginosa
gestito dalla Cooperativa “La Serena”
, tra le attività e i laboratori proposti si è
dato il via al Corso di “Alfabetizzazione”
organizzato dal coordinatore dott. Bianco
Francesco e tenuto dall’equipè della cooperativa: dott.ssa Nocco Giovanna, dott.
ssa Carmignano Mariangela e l’educatrice
Staffieri Nunzia.
La proposta di mettere in atto un progetto
di scolarizzazione degli Anziani nasce da
un lavoro attento che porta i frequentanti
il Centro Polivalente alla partecipazione
“attiva” della programmazione delle attività da svolgere all’interno della struttura.
Infatti, periodicamente il coordinatore e l’equipè della coop. “La Serena” tengono degli incontri con gli anziani, durante i quali si
cerca di cogliere le peculiarità degli stessi
e soddisfare i loro bisogni e desideri. Alla
luce di quanto appena detto, la cooperativa
e la sua equipè , nel corso degli anni è stata sempre attenta a coinvolgere gli anziani
nelle progettualità e farli sentire non semplici fruitori di un servizio ma parte “attiva”
e portatori di interessi, considerandoli dei
veri propri stakeholders.
Il corso prevede due incontri settimanali,
attraverso il quale i partecipanti potranno
apprendere le nozioni base della nostra
lingua e contemporaneamente della grammatica italiana. I frequentanti sono stati
molto entusiasti dell’inizio del corso, erano
emozionati come un bambino al primo giorno di scuola. Si dimostrano molto attenti e
volenterosi nel voler apprendere ed imparare, eseguendo alla lettera tutto quanto gli
viene detto, sono diligenti nello svolgere i compiti a casa, insomma sono un buon esempio per i loro nipoti. Al termine del corso la coop. “La Serena” organizzerà una cerimonia
di consegna attestati. Questo è un progetto che permetterà una maggiore integrazione
degli anziani permettendo loro di raggiungere un livello elementare di scrittura e lettura.
Il presidente della cooperativa “La Serena”, Gagliardi Pancrazio, aggiunge che in questi
anni la cooperativa si è impegnata affinchè si potesse mettere in luce tutte quelle capacità residue degli Anziani e considerarli come un valore inestimabile da cui poter sempre
imparare essendo loro detentori dei valori sani, di cultura e tradizioni locali da continuare
a tramandare attraverso il coinvolgimento degli stessi alla vita sociale/culturale della
comunità ginosina.
Non abbandoniamo gli Anziani, rendiamoli partecipi delle nostre vite facendoli sentire
utili, in questo possiamo contribuire al loro stato di benessere psico-fisico.
B.F.
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argomenti
n. 13 - 30 giugno 2012
I GIOVANI, GLI ADULTI,
GLI SMARTPHONE
E LO STERIOTIPO
DELLA “NONCOMUNICAZIONE”
Di Sarah Scorpati
Come e perché i nuovi media battono le
lettere dei nostri nonni
Il ”passato è migliore del presente”, “si stava meglio quando si stava peggio” e chi
più ne ha più ne metta. Sono stereotipi,
soltanto stereotipi. Aristotele li chiamerebbe topoi, “schemi mentali”, noi li chiamiamo luoghi comuni, argomenti ricorrenti,
scontati e spesso banali, veri e propri “argomenti d’asporto” da usare come “condimento” quando si trattano determinati temi. Spesso senza pensare. Ogni periodo
storico ha i suoi stereotipi, che si basano
su quelli vecchi, ma introducono elementi
di novità in linea con il contesto in cui vengono formulati. Uno degli stereotipi più in
voga del momento, comunemente accettato dalla generazione degli over 35-40 è che
la comunicazione dei giovani via sms non
è vera comunicazione. Come al solito premetto , che il mio non è un discorso globale
e universale, ma vorrei se non altro sfatare questo luogo comune così ciecamente
assunto come vero, che di vero, per certi
aspetti potrebbe avere ben poco.
Conosciamo davvero i contenuti dei miliardi di sms inviati ogni giorno dai cellulari di tutti i giovani del mondo? Quali basi
oggettive reggono l’idea che la comunicazione tramite messaggi sia vuota, effimera,
non comunicativa? C’è differenza tra un
Ti amo scritto su un pezzo di carta ed uno
scritto tramite uno strumento elettronico?
Ovviamente non tutti fanno un uso intelligente dei mezzi a disposizione, ma questo
non è colpa del mezzo, ma della persona.
Credo però che questi strumenti tecnologici, oggi così potenti e per certi aspetti così
indispensabili, nonostante abbiano permeato la società ci spaventano, o meglio spaventano chi questi li ha visti nascere e non
è nato con loro, ma è bene razionalizzare.
Quando due persone non si trovano nello
stesso posto, per poter comunicare devono
usare un “medium”, un mezzo. Il medium
è un mezzo socio-tecnico che permette la
mediazione nella comunicazione tra soggetti lontani. Il foglio di carta, quello della
lettera d’amore scritta dal militare in missione o dalla ragazza lontana è un mezzo. Il
cellulare (per semplificare), quello dell’sms
del buongiorno, della buona notte, del risultato di un esame comunicato in diretta,
anch’esso è un mezzo. La differenza tra i
due sta nel fatto che il primo è un mezzo trascorso, desueto, ancora efficace, per carità,
ma di per sé limitato e limitante, soprattutto
per quanto riguarda i fattori spazio-temporali; il secondo è un mezzo nuovo, di recente
invenzione, in continuo perfezionamento, in
grado di relativizzare se non l’aspetto spaziale (se siamo lontani dalla persona con
cui comunichiamo, qualunque sia il mezzo
utilizzato ciò non cambia le nostre collocazioni spaziali), almeno quello temporale. Il
cellulare,infatti, come il computer e i nuovi
media in genere permettono una despazializzazione della simultaneità, significa semplicemente che mentre una lettera era letta
in un altro luogo rispetto a quello in cui è
stato scritto e in un atro momento, (giorni,
settimane, mesi dopo), con il cellulare la
comunicazione diventa simultanea. Una lettera, unico mezzo che poteva comunicare
alla persona amata il nostro sentimento e
la nostra mancanza, vedeva concentrarsi
il romanticismo e l’emozione nelle parole
che la componevano. Anche con i nuovi
mezzi, come il cellulare, possiamo scrivere
un ti amo, o magari un sms dal contenuto
romantico avendo però la certezza che il
momento in cui il nostro pensiero, la nostra
emozione ha generato in noi tali parole, la
persona amata sta leggendo e condividendo con noi, almeno idealmente, quell’emozione. Con gli sms, però, possiamo anche
aggiornare passo passo una persona cara
sulla scansione della nostra giornata e lui
o lei aggiornare noi della sua. È qui la novità. Ed è questo forse il motivo per cui si
crede ad una comunicazione digitale “non
comunicativa”. Quello che spesso non si
comprende, o non si vuole comprendere,
che cambiando il mezzo attraverso cui si
sviluppa la comunicazione con le persone
care, si modifica anche il tipo di comunicazione, i contenuti, ma non la loro sostanza. Avremmo mai inviato una lettera che
sarebbe arrivata dopo giorni con su scritto
“Che fai?” o “Come è andata la giornata?”,
nel tempo impiegato per ricevere la lettera
di risposta non solo chi ci ha risposto non
fa più la cosa descritta, ma noi abbiamo
anche dimenticato di aver fatto la domanda! Grazie a questi nuovi mezzi la comunicazione con le persone a cui teniamo può
diventare quotidiana, assidua, informativa
ma anche emotiva e sentimentale. Tutto
questo grazie alla simultaneità!
Ammettendo che il foglio di carta con dolci
parole scritte su ha sempre il suo fascino,
cosa dire delle telefonate? Abbiamo davvero il coraggio di dire che la voce di una
persona cara ci dia calore quanto una sua
argomenti
lettera? Che sentirle dire che le manchi e
vederlo scritto suscitano le stesse emozioni?...mah..
Ovviamente, la condizione ideale sarebbe quella di avere sempre vicine le persone care, ma ahimè la vita non è così
facile, e lo spirito di adattamento e sopravvivenza che ha caratterizzato l’uomo
primitivo è lo stesso che ci ha portato a
creare questi “mezzi”, per , come dice la
homepage di Facebook, “restare in contatto con le persone della tua vita”.
Altro argomento, che non è in questo
momento il caso di affrontare nello specifico, è Facebook, un social network,
una piattaforma sociale, una grande
piazza virtuale nella quale condividere,
pubblicare il proprio contenuto , non necessariamente indirizzato a qualcuno,
non è una comunicazione ad personam
ma risponde alla odierna tendenza ad
essere always on, sempre connessi.
Facebook può considerarsi organizzata,
nella selezione dei contatti, in tre cerchi
concentrici: gli amici più stretti, il gruppo
dei conoscenti, gli “amici ” conosciuti su
FB. Ovviamente ciò porta ad usi diversi
del mezzo a seconda del gruppo al quale
fa riferimento.
Con tutti i contro, che si possono constatare, aventi come causa la tecnologizzazione delle nostre vite, certo è che
i nuovi media hanno permesso di cambiare la nostra concezione di lontano,
hanno modificato il modo di vivere la lontananza, sempre difficile, ma più sostenibile e partecipativa, seppure solo tramite
una cronaca e non il vissuto diretto degli
eventi, che, ripeto, sarebbe la condizione
ideale. Ancor più di un messaggio che ci
raggiunge simultaneamente, di una telefonata che ci rallegra la giornata, la tecnologia ha permesso alle amiche lontane
di mostrarsi i loro nuovi acquisti, ai papà
che lavorano dall’altra parte del mondo
di vedere lo stesso il proprio bimbo che
muove i suoi primi passi, ai genitori di
constatare se davvero i propri figli lontani
“mangiano tutto” come dicono. Tutto ciò
grazie alla possibilità di inviare foto, filmati o fare videochiamate. Se quella che
la tecnologia e, quindi, i cellulari e altri
media oggi permettono non è comunicazione, allora cos’è?
n. 13 - 30 giugno 2012
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Per non dimenticare…
La SHOAH raccontata dai ragazzi
di 3^B Sec.1°dell’I.C. “S.G.Bosco”
Raccontare la SHOAH in questo periodo
dell’anno potrebbe sembrare anacronistico. A mio avviso, per parlare di questa
grande tragedia della storia recente non ci
sono momenti adatti: bisogna sempre farlo.
Ed è stato ciò che hanno fatto gli alunni
della classe 3^B del nostro istituto. Durante
l’anno, sensibilizzati dalla loro docente di
Lettere, Prof.ssa Lucrezia Di Tinco, si sono
avvicinati a questo tema così importante,
leggendo libri scritti dai sopravvissuti. Tra i
quali SONDERKOMMANDO-AUSCHWITZ
di Shlomo Venezia, già invitato da noi nel
2010 per un incontro al Metropolitan con
tutti i ragazzi delle nostre scuole, come
già avevamo fatto l’anno prima con il gior-
nalista RAI Tg 1 Roberto Olla. Poi non
poteva mancare LA NOTTE di Eli Wisel,
SE QUESTO E’ UN UOMO http://arianna.libero.it/mmedia/abin/img?pag=1&fro
m=7&totobj=451000&id=http%3A%2F%
2Fwww.ivid.it%2Ffotogallery%2Fimages
earch%2Fimages%2Fvita_bella_roberto_benigni_roberto_benigni_019_jpg_jixy.
jpg&query=la%20vita%20è%20bella
di
Primo Levi, IL CORAGGIO DI VIVERE
di Nedo Fiano, IL PIANISTA di Wladislaw
Szpilman e tanti altri.
I ragazzi hanno voluto trasmettere le loro
emozioni in una serata conclusiva, lo scor-
so 7 Giugno, presso il Teatro Alcanices, ai genitori presenti e ad altri ospiti.
Sono stati letti dei brani scelti da loro, tra le pagine che li avevano più colpiti durante la lettura
e poi facendo scorrere le immagini di un video
molto forti sul genocidi operato dai nazifascisti
nei campi di sterminio, hanno declamato delle
poesie, alcune scritte da loro, molto forti e toccanti. Al termine, ciascuno di loro ha preso tra
le sue braccia una divisa a righe, come quelle
indossate dai deportati, un fiore e una candela,
per ricordare quei sei milioni di persone, ebrei,
zingari, prigionieri politici, omosessuali, disabili, donne, uomini, anziani, bambini, che…” ora
sono nel vento” come recita la canzone di F.
Guccini, cantata dai ragazzi diretti dalla Prof.
ssa Pignatelli. La serata, condotta dalla docente Rosamaria Busto,
che ha ricordato, come certe tematiche presuppongono una sensibilità
profonda perché i ragazzi le possano fare proprie e approfondirle, che
purtroppo non tutti hanno, anche tra
i docenti, si è conclusa con il saluto
del Presidente del Consiglio d’Istituto, Ing. Alessandro Leccese, che ha
elogiato gli alunni e la docente per il
lavoro svolto. L’ins. Busto ha poi ringraziato il Dirigente Scolastico, Dott.
Vincenzo Calabrese, assente perché
impegnato a Marina di Ginosa, della
fiducia che dimostra verso gli insegnanti ed il supporto notevole che dà
al loro lavoro.
A conclusione, la bella voce dell’alunna Angela
Di Dio ha chiuso la serata, con la canzone di
Noa, su musiche di Nicola Pivani, “Beautiful
that way”,colonna sonora de LA VITA E’ BELLA
di R. Benigni.
“Tutto mi porta al campo. Qualunque cosa
faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre nello stesso posto… non si esce
mai, per davvero, dal Crematorio” (Shlomo
Venezia,”Sonderkommando
–Auschwitz”,
Rizzoli,2008).
Ins. Rosamaria Busto
F.S. AREA 4
34
attualità
n. 13 - 30 giugno 2012
di sicurezza, seguono periodicamente
Corsi di Aggiornamento. Questo perché
la loro Mission professionale è fornire
sempre ai loro clienti il meglio ed il massimo delle ultime tecnologie esistenti in
materia di climatizzazione ed allarmi. I
Galante sono gli unici a Ginosa ad avere l’Attestazione di Qualificazione alla
Esecuzione di Lavori Pubblici ovvero
la SOA e nello specifico la OG10, cioè
la certificazione che serve per eseguire i
Lavori di Pubblica Illuminazione e Linee
Elettriche e la OG11 ovvero l’Attestazione per eseguire Impianti Tecnologici: lavori di climatizzazione, sicurezza, idrici
e termici.
Inoltre la Soc.Coop.Galante possiede
tutte le necessarie abilitazioni, nonché
tutte le attrezzature a norma di legge
per poter eseguire tutti i lavori inerenti la
loro attività e che spaziano dal civile, al
terziario fino ai lavori industriali.
Viaggio nel mondo
dell’imprenditoria
locale
Rubrica
di Luca Calabrese
The New
Galant’s
Electric Band
Questa settimana abbiamo incontrato ed
intervistato per la nostra rubrica i Fratelli
Galante, storici elettricisti di Ginosa. Storici perché, da sempre, sono cresciuti tra fili
elettrici e relè poiché loro padre, Giuseppe
Galante, più di 60 fa, ovvero già nel 1950,
faceva lavori elettrici civili a Ginosa.
Dal 1982 subentrano a papà Giuseppe,
i 4 Fratelli: Nicola, che prende le redini
dell’azienda, Franco, Maurizio e Sergio. I
Galante lavorano alacremente e con certosina precisione e professionalità per molti
anni finchè, a metà degli anni ’90, costituiscono la loro prima Società Cooperativa.
Continuano a eseguire Impianti Civili ed
Industriali ma anche Automazione ed Impianti di Sicurezza, ovvero installazione di
Allarmi, Telecamere e Fotocellule, affinché
sia i privati cittadini che le aziende possano
vivere e lavorare in totale sicurezza. Tutta
l’impiantistica inerente la sicurezza è, da
sempre, targata solo Tecnoalarm. Dopo
circa altri 5 anni I Galante, cominciano ad
installare anche Impianti di Condizionamento, per i quali, oltre che per gli impianti
Auguri agli sposi
Antonella e
Federico
Lo scorso 16 giugno, a
Perugia, si sono sposati
Antonella Carrera e
Federico Mainiero.
Agli sposi e ai loro
genitori gli auguri de la
Redazione de La Goccia
avvenimenti sportivi
n. 13 - 30 giugno 2012
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“Percorsi di legalità”
L’I. C. “S. G. Bosco” incontra le Istituzioni
Un percorso didattico-educativo e formativo,
durato un intero anno scolastico è alla base
della conclusione del Progetto PON “Percorsi di
legalità” (Le (g) ali al Sud), è stato presentato
lo scorso 18 giugno, nel teatro Alcanices, dai
docenti e dagli alunni dell’Istituto Comprensivo
“San Giovanni Bosco”.
Protagonisti assoluti (sul palco e oltre), gli alunni
delle classi quinte della Scuola Primaria e quelli
delle classi seconde della Scuola Sec. di 1°
grado.
Sul palco dell’Alcanices, con la conduzione
dell’insegnante Rosamaria Busto, Funzione
Strumentale dell’Istituto, nonché valutatrice
PON, si sono sviluppati gli interventi del dirigente
scolastico prof. Vincenzo Calabrese e degli
operatori protagonisti del percorso formativo,
che hanno condotto per mano gli alunni, nel
corso dello svolgersi del progetto: i dott. Cataldo
Zingaropoli e Giuseppe Basile, rispettivamente
dirigente e cancelliere presso il Tribunale dei
Minori di Taranto, il capitano Ennio Magli, della
Caserma dei Carabinieri di Castellaneta, il
dott. Carlo Leobardi, responsabile della Comunità Educativa Re-esistere Insieme,
nonché il sindaco di Ginosa, dott. Vito De Palma e la prof.ssa, Lucrezia Di Tinco,
docente facilitatrice PON. Ma la parte del leone nel corso della serata l’hanno svolta
per davvero i ragazzi che, in gruppo o singolarmente hanno illustrato tutte le fasi del
percorso svolto e, proprio da loro, da quello che hanno imparato e dalle esperienze
che hanno fatto, il pubblico presente ha potuto apprendere che non soltanto le lezioni
frontali degli esperti hanno catturato il loro interesse ma anche le visite al Tribunale di
Taranto, nella sezione riservata ai processi verso i Minori, alle Caserme della Guardia
di Finanza e dei Carabinieri di Castellaneta e la simulazione di un processo nell’aula
del Tribunale di Ginosa.
«Questa esperienza ci ha insegnato che c’è un filo sottile, tra ciò che è legalità e ciò
che non lo è, tra essere cittadini del mondo ed essere cittadini di una realtà minore.
Per questo, nel nostro futuro ci impegneremo ad essere uomini e donne oneste.» Con
queste parole Angelica, della Scuola sec. di 1° grado, ha commentato l’esperienza
e l’insegnamento tratto dal progetto svolto. E, anche più entusiasmanti sono state le
dichiarazioni lette dai ragazzi delle quinte classi della primaria che, con linguaggio
semplice ma incisivo hanno espresso nei loro interventi, considerazioni di alto livello
formativo, sul valore civico della Legalità.
L’intervento conclusivo è toccato alla prof.ssa Lucrezia Di Tinco che, oltre a ringraziare
il dirigente scolastico per le opportunità di intervento che favorisce nell’Istituto da
lui diretto, ha espresso la propria gratitudine agli esperti esterni per il supporto di
competenze, dato al Progetto e alle colleghe Rossella Andreula, Rossella Cerulli, Anna
Catucci e Roberta Susi che, insieme a lei, sono state impegnate nelle numerose attività.
Lina Luisi
Avis – Ginosa e Marina di Ginosa
GIUGNO INTENSO DI MANIFESTAZIONI
Dopo aver vinto il torneo per il ventennale
dell’associazione, l’AVIS è tornata nel campo
che le compete, in altre parole, a raccogliere
il sangue di cui se ne ha sempre bisogno, e a
partecipare alle manifestazioni socio-didattiche, assieme ad altre associazioni.
Il giorno tredici, durante la messa celebrata
presso San Martino, per la benedizione del pane di Sant’Antonio, l’Avis era presente assieme
ai Masci Ginosa 1, per la distribuzione dello
stesso a tutti i presenti.
Il giorno quattordici, per la ricorrenza della
Giornata Mondiale del Donatore, è giunta a
Ginosa, l’autoemoteca Avis della provincia di
Bari. Molto più grande e capiente della solita
fornita dal Santissima Annunziata di Taranto,
ha permesso oltre 50 donazioni su ottanta presenze. Purtroppo, spiace rimandare a casa chi,
volenteroso, si presente per regalare il proprio
sangue, ma, purtroppo, i tempi non permettono
di far donare tutti. Proprio per questo motivo,
si sta cercando di aumentare le giornate di donazione.
Il giorno 16, presso Piazza Plebiscito, il primo
Flash Mob dell’Avis, con la partecipazione
dei ragazzi della palestra Gymnic di Luciana
Santantonio. Per chi non lo sapesse, il flash
mob è una rappresentazione momentanea
di un qualcosa che
potrebbe accadere
in qualsiasi posto,
fatta fra i passanti, o in determinati
luoghi molto affollati, con l’aggiunta
di svariate persone,
per far meglio comprendere cosa accade in determinati
frangenti.
Il giorno 23, la consueta partecipazione al Grest presso
la parrocchia Cuore
Immacolato.
Nonostante il calendario ricco di iniziative, ricordiamo a
tutti che nel mese di luglio ci saranno altre giornate di donazione, nei giorni del 8
luglio presso Marina di Ginosa, e del 26 luglio, sempre presso Piazza Plebiscito.
VI INVITIAMO A PARTECIPARE NUMEROSI, PERCHE’ IN QUESTO PERIODO IL
SANGUE NON BASTA MAI. AIUTATE CHI HA BISOGNO, NON VI COSTA NULLA.
Baldassarre D’Angelo
36
personaggi
n. 13 - 30 giugno 2012
I Maestri del lavoro ginosino
Domenico Russo
Rubrica a cura di Adele e Stefano Giove
Il nostro viaggio nel mondo
dei Maestri del lavoro ginosino ci conduce, questa
volta, in contrada Cesine,
nello stabilimento vinicolo di
Domenico Russo. È una mattina di giugno con un caldo
terribile e Domenico, un giovane di appena 43 anni, mi
viene incontro direttamente
dal vigneto, dove sta amorevolmente curando i suoi grappoli d’uva. Gli ci vuole poco
per mettermi a mio agio. E io,
immediatamente: Domenico,
ci racconti di te e della tua
vita?
«Sono nato a Ginosa 43 anni
fa. Ho frequentato la scuola
dell’obbligo, come tutti ma ci
tengo a dire che alla scuola
Elementare ho avuto un maestro che tu sicuramente ricordi
benissimo, mi riferisco al maestro Mario Lapenna, che è stato,
per me, un maestro di scuola e,
soprattutto, di vita. Dopo la scuola dell’obbligo, ho scelto di frequentare la scuola Superiore per
Perito Elettrotecnico, a Matera.
Ad essere sincero, in quegli anni, non avevo una idea precisa su
quello che avrei fatto da “grande”,
mi piaceva l’elettronica e decisi di
frequentare quella scuola. Nel
1988 mi sono diplomato e ho incominciato a lavorare in altri stabilimenti vinicoli. Questo è stato il
mio primo impatto con il mondo
vinicolo. Ovviamente nella cantina sociale era prevalente la produzione
industriale del vino, anche se cominciarono a realizzarsi le prime esperienze per
quanto riguarda l’imbottigliamento. Ad
ogni modo, proprio quell’esperienza, ha
acceso nella mia testa la passione per il
vino e per la sua produzione. Dopo aver
svolto il servizio militare, ho ripreso a lavorare nella Cantina Sociale.
Nel 1994, quando era dilagante la produzione di uva da tavola a Ginosa, ho cominciato
a svolgere l’attività di agricoltore. Ho impiantato un tendone di uva da tavola ne coltivavo 4-5 ettari su terreno di mia proprietà.
Devo essere sincero, nonostante i discreti
guadagni che questa attività mi permetteva
di realizzare, mi sentivo inappagato, avvertivo una insoddisfazione. Nel frattempo, ave-
vo comprato, nella zona Piantata
di Ginosa, un piccolo locale di
una cinquantina di metri quadrati
e lì ho pensato di realizzare una
prima cantina. Mi sono informato
sulla documentazione necessaria, sui permessi che bisognava
avere e ho cominciato a cimentarmi con la produzione del vino.
Insomma volevo fare le cose per
bene. Io ho una mia filosofia di
vita: “se le cose le devi fare, le
devi fare bene”.
Il mio sogno si è avverato, però,
nel 1998 quando ho realizzato la
mia piccola cantina di appena 50
metri quadrati. Ho iniziato subito con la confezione della bottiglia di vino con la sua etichetta.
Parliamo di primi passi e, sicuramente, molti limiti, la mia proposta d’immagine ce l’aveva; comunque il prodotto era indubbiamente di qualità e questo ci ha permesso
di avere subito un buon riscontro in
termini di vendite.
Nel 1999 mi sono sposato con
Luciana Calabria, che ha condiviso
con me l’amore per questa attività,
proprio questa condivisione ci ha
portato, nel 2002, a realizzare il nostro sogno: avere uno stabilimento
vinicolo nostro, all’interno degli stessi
vigneti. Lo stabilimento è stato realizzato in appena sei mesi e questo sia
per la nostra determinazione sia per
la necessità derivante dalle richieste
dei nostri clienti. I locali che avevamo inizialmente erano troppo piccoli
e non si riusciva più a soddisfare la
richiesta degli ordinativi. Pensa che la prima
spedizione all’estero l’abbiamo realizzata
dalla cantina di via Cerere. È facile immaginare quanto sia stato difficile realizzare un
bancale di 500 bottiglie di vino, in un piccolo
ambiente come quello. Parliamo del 2001.
Ma la nostra determinazione era tale che, nonostante lo stabili
personaggi
mento non fosse stato realizzato, avevamo
già accettato le ordinazioni dall’estero. La
prima raccolta di uva in questo stabilimento è avvenuta il 2002, la prima spedizione
all’estero nel gennaio del 2003.
Parallelamente allo sviluppo della nostra
azienda, è cresciuta anche la nostra famiglia e nel 2004 è nato Andrea, nel 2006,
Daniele. Ovviamente abbiamo la segreta
speranza e il segreto desiderio sia io che
mia moglie Luciana che i nostri figli continuino ad avere la stessa passione che abbiamo noi per questa attività.»
Signor Domenico, adesso ci parli del vino e di come la vostra azienda si è trasformata dai tempi di via Cerere a oggi,
in zona Cesine.
«Intanto c’è un segreto che possiamo tranquillamente svelare: alla base di ogni attività ci deve essere una grande passione e
io e mia moglie Luciana ne abbiamo veramente tanta. Pongo al primo posto la passione perché dietro ogni bottiglia di vino c’è
la storia di una comunità, della sua energia,
della sua cultura, delle sua tradizione. Una
bottiglia di vino ti dice da dove viene e perché. In altri tempi, a Ginosa vi era la tradizione di produrre il vino per se stessi e le
nostre uve erano destinate all’arricchimento
di altre uve. Produrre il vino per se stessi
significa produrre qualche cosa che solo tu
o i tuoi familiari e gli amici degustano, produrre vino da far arrivare sulle tavole di persone che non conosci, diventa impegnativo
e devi saper soddisfare palati più esigenti e
diversi. Se si tiene conto che il nostro vino
nasce in sistema di “filiera corta”…»
Cosa significa “filiera corta”?
«Significa che noi come azienda, produciamo uva che trasformiamo e vendiamo, tra le
diverse varietà di vino c’è il primitivo. Siamo,
quindi, un unico soggetto che permette di
far giungere il vino senza alcun passaggio
intermedio garantendo la provenienza e la
tipologia delle uve, la loro trasformazione
e la collocazione sul mercato. Questa impostazione offre al destinatario delle nostre
bottiglie due certezze: la qualità del prodotto e il costo giusto senza altri rincari. Voglio
dire che le nostre uve sono prodotte direttamente da noi e seguiamo tutta la fase di crescita del grappolo con un’attenzione quasi
maniacale, per noi, ogni grappolo d’uva è
come una parte di noi stessi, pertanto facciamo in modo da garantire essenzialmente
genuinità, che è fondamentale per essere
apprezzato. Voglio anche aggiungere che la
nostra azienda ha operato prima di tutto in
n. 13 - 30 giugno 2012
un processo di riconversione dei vigneti;
inizialmente avevamo uva da tavola, successivamente abbiamo messo a dimora il
primitivo e produciamo il Primitivo DOC.
Siamo gli unici in zona ad avere avuto la
denominazione DOC, noi produciamo sia
uva che vino DOC. Il primitivo si sta facendo largo tra i vini nobili della Puglia.
È importante sottolineare che il nostro
impianto è di tipo “spallierone”, che garantisce alle uve una qualità superiore e
consente di far conservare all’uva le stesse caratteristiche di quelle prodotte con il
sistema di alberello pugliese. Per intenderci, con l’impianto a spalliera si ha una
produzione di gran lunga inferiore a quella
del tendone, ma noi abbiamo puntato sulla qualità, proprio per conservare quelle
specificità che solo un prodotto di nicchia
può avere. Noi adesso abbiamo un prodotto DOC, il “Primitivo colline Joniche tarantine”, e questo mi incentiva a sollecitare la partecipazione di altri produttori per
creare un consorzio del nostro Primitivo,
nella convinzione che, fra qualche anno,
il Primitivo possa essere uno dei vini più
pregiati del patrimonio enologico italiano.
Come si vede il nostro impegno nella produzione del vino non è dettato da aspetti
di opportunità, è dettato dall’amore per
quest’arte, riteniamo la produzione del
vino, una vera a propria arte che riesce a
trasmettere la storia e il vissuto di un territorio. Credo che un aspetto positivo che
merita di essere evidenziato è quello che
c’è una nuova cultura che investe l’enologia anche a livello locale. Le associazioni di sommelier, i tanti che partecipano a
corsi per la degustazione del vino, stanno
creando una nuova leva di estimatori del
vino, che ha una formazione culturale più
ricca. Questo mette noi produttori nella
condizione di cimentarci con il giudizio di
persone che hanno competenza e ti dicono cosa va e cosa non va nel prodotto
che presenti.
Oggi la nostra produzione è di 6/700 quintali di vino, venduti sia in zona che in tutte
le regioni italiani e in diversi Paese esteri,
e puntiamo sempre al miglioramento della qualità del nostro prodotto. D’altra parte non vogliamo trasformaci in una azienda industriale, vogliamo conservare la
nostra dimensione familiare e quindi per
crescere dobbiamo puntare sulla qualità.
Ovviamente cerchiamo di essere presenti
nelle diverse fiere e manifestazioni specifiche, ma, ripeto, sempre con lo spirito di
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una produzione di nicchia, di grande qualità.
Il nostro slogan è… “La passione per il buon
vino” e questo significa che puntiamo essenzialmente sulla qualità.»
Signor Domenico com’è scandita la vostra
attività?
«Proprio per la caratteristica di essere una
azienda che opera nel sistema di “filiera corta”, non abbiamo momenti di pausa. Finita la
raccolta dell’uva, si lavora per la trasformazione del prodotto in vino. Quando il vino è
pronto, si comincia con la potatura e con tutte
le fasi di lavorazioni che un vigneto richiede.
Insomma siamo impegnati 365 giorni l’anno.»
C’è un vino al quale sente di essere più legato?
«Tutti i vini che produciamo sono delle nostre
creature e con ciascuno di loro vi è un legame
profondo. Tuttavia se proprio devo scegliere,
diciamo il primitivo. Quando vengono in azienda quelli della Camera di commercio a fare i
prelievi (in quanto noi seguiamo un disciplinare), al momento della degustazione del vino,
da tre anni, consecutivamente prendiamo il
massino dei voti! Il nostro Primitivo DOC è un
vino speciale, viene prodotto con l’impianto a
spalliera e questo gli conferisce una qualità
superiore. Veda, noi, non ci siano inventato
nulla, prima di mettere su lo stabilimento abbiamo visitato le migliori cantine in tante regioni d’Italia e dalla tradizione toscana, abbiamo
imparato tanto. Il fatto stesso che abbiamo
vigna e stabilimento insieme, dimostra che
abbiamo scelto di produrre vini di grandi qualità. Vorrei infine dire che la nostra effettua la
vendita al dettaglio e che la vecchia cantina di
via Cerere adesso viene utilizzato come punto
vendita. Inoltre, da quest’anno, sitamo effettuando la conversione a sistema billogico.»
Domenico, cosa consiglieresti a un giovane?
«È difficile dare consigli a un giovane d’oggi.
Mi rendo conto che la situazione è molto complicata e le prospettive difficili. Ad ogni modo
ai giovani dico che bisogna avere coraggio e
credere nelle proprie idee. Un giovane deve
dare il giusto valore alle cose e soprattutto al
lavoro. Vedo tanti giovani che la sera amano
“divertirsi” dalla parti di via Cerere in maniera
sbagliata, ogni risultato può essere ottenuto
solo se alla base c’è la passione, l’impegno e
il sacrificio. Ecco ai giovani dico di guardare al
futuro con la determinazione di “costruirselo”
con le proprie mani.»
Come dare torto a Domenico, in fondo, lui, il
suo futuro, se lo costruisce giorno dopo giorno!
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argomenti
n. 13 - 30 giugno 2012
Torneo Gaetano Scirea: le cronache
di Giacomo Galante
BARI – ROMA, grandi nomi per l’esordio del
torneo al Miani.
Giallorossi più concreti e galletti sconfitti di misura.
GINOSA 11/06/12 – Due grandi nomi per l’esordio del torneo Scirea a Ginosa. Bari e Roma si
danno battaglia sul sintetico del comunale, ma
ciò che ne risulta è una partita per molti tratti
noiosa e povera di azioni rilevanti. Per provare
la prima emozione bisogna attendere fino al 26’
p.t. quando su azione di contropiede del Bari, il
n.4 della Roma, Ferrara, interviene in maniera
fallosa, giudicata dall’arbitro meritevole del rosso. Con i giallorossi in inferiorità numerica ci si
sarebbe aspettati un Bari più intraprendente e
invece è stata la Roma a costruire azioni pericolose e al 41’ p.t. a passare in vantaggio col n.
11 Muzzi, che di testa insacca su corner battuto
dal capitano Ansini. Il primo tempo termina con
la Roma in vantaggio per 1 a 0. Il secondo tempo si apre con la Roma che spinge per cercare
il raddoppio e il Bari che cerca di approfittarne
in contropiede, e proprio in una di queste azioni
(13’ s.t.) che viene fermato il n. 6 biancorosso
La Teano, in maniera evidentemente fallosa dalla difesa romanista. D’ altro avviso è il direttore
di gara che lascia correre scatenando la rabbia
della panchina barese e dei tifosi biancorossi
presenti sulle gradinate. Il Bari spinge per cercare il pareggio, che sarebbe meritato, ma sono i giallorossi ancora pericolosi al 39’ s.t. dove
su azione di prima Ansini per Shahinas, il tiro di
quest’ultimo viene parato miracolosamente da
Ventrella. Poi più nulla e l’arbitro decreta la fine
delle ostilità, Bari - Roma 0-1.
BARI – ROMA 0-1
BARI – Ventrella, Liberio, Roccotelli, Roncone
(c), Franco, La Teano, Leo, Lenoci, Calamaio,
Amoruso, Cianci. (A disp.: Abbinate, Parodi,
Marasciulo, Spiridione, Mastrangelo, Caldella,
Gentile, Acquafredda, Runza). Allenatore: Loseto.
ROMA – Romano, Capanna, Montesi, Ferrara,
Pellegrini, Cesaretti, Taviani, Shahinas, Ansini
(c), Ortenzi, Muzzi. ( A disp.: Masciangelo, Selvaggio, Mantovani, D’Antoni, Tortora, Serrone,
Utzeri). Allenatore: D’Emilia.
Arbitro e Guardialinee: Capolupo di Matera;
Capoluco e Paolillo di Matera.
Reti: 41’ p.t. Muzzi (R)
Note: 26 p.t. espulso Ferrara (R), spettatori
1000 ca.
ROMA – JUVENTUS, scontro tra titani!
La lupa e la vecchia signora danno vita ad una
gara ricca di emozioni.
GINOSA 12/06/12 – Scenografie e pubblico delle
grandi occasioni al Miani per quella che è stata
sicuramente una delle partite più belle disputate a Ginosa. La partita è vivace sin dalle prime
battute, con repentini capovolgimenti di fronte
e al 16’ p.t. è la Roma a portarsi in vantaggio
col
n. 11 Taranto che beffa l’estremo difensore bianconero approfittando di un ottimo passaggio filtrante del suo capitano Ansini. Replica
immediatamente la Juventus col n. 10 Moncini,
che raccoglie un cross dalla destra impegnando
il portiere romanista, che blocca in due tempi. La
Juve prova in tutti i modi ad agguantare il pari ma
la difesa giallo rossa si dimostra impenetrabile.
Il primo tempo si conclude con la Roma in vantaggio per 1 a 0. Il secondo tempo inizia come il
primo, con entrambe le squadre che cercano la
via del gol. Al 14’ s.t. è la Juve che sfiora il pari su
azione confusa da corner, il n.9 Varetto raccoglie
la palla e la scaglia verso la porta e il n.1 giallorosso miracolosamente devia sulla traversa.
La Roma sembra essersi addormentata, ma nel
momento migliore della Juve trova il raddoppio,
al 17’ s.t., col capitano Ansini il quale su azione
di contropiede, anticipa i difensori e calcia verso
la porta, dove il portiere, non proprio irresistibile, non riesce a trattenere la palla che termina in
fondo alla rete. La partita a questo punto diventa emozionante e il pubblico di fede bianconera
non smette si supportare i suoi beniamini, i quali
cercano in tutti modi si accorciare le distanze,
che avviene al 33 s.t. col n.10 Moncini, il quale raccoglie al volo un cross in mezzo lasciando
impietrito Romano. Il Miani esplode e il caldo tifo
esalta i ragazzi bianconeri i quali un minuto dopo
sfiorano il pari con azione fotocopia al gol, dove
però il portiere si fa trovare pronto e devia il tiro
sulla traversa. La Roma si chiude tutta in difesa
cercando di contenere l’assedio juventino. Al 44
s.t. la Juve sfiora di nuovo il pari col n.11 Gili, il
quale si trova a tu per tu col portiere che esce
sui piedi dell’attaccante, facendo perdergli il controllo della palla, ma su recupero della stessa da
parte dell’attaccante, il tiro sfiora la traversa. Poi
più nulla, i capitolini battona la vecchia signora in
una gara sconsigliata ai cardiopatici.
ROMA – JUVENTUS 2-1
ROMA – Romano, Selvaggio, Montesi, Mantovani, Pellegrini, Cesaretti, Zeccolella, Ortenzi, Ansini (c), D’Antoni, Taranto. (A disp.: Mastropietro,
Muzzi, Taviani, Tortora, Shahinas, Serrone, Utzeri). Allenatore: D’Emilia.
JUVENTUS – Dovico, Crepaldi, Pennicchi, Antezza, Faverato, Giannarelli, Tahiraj, Pira, Varret-
to, Moncini, Gili. ( A disp.: Volpe Gia., Volpe
Giu., Rinaldi, De Grassi, Guiducci, Madeddu,
Cappelluzzo). Allenatore: Della Morte.
Arbitro e Guardialinee: Pavone di Matera;
Mannoio e Galli di Bernalda.
Reti: 16’ p.t. Taranto (R), 17’ s.t. Ansini (R),
33’ s.t. Moncini (J)
Note: spettatori 3000 ca.
INTER – SPARTA PRAGA, profumo di
Champions League!
La classe boema neutralizza i ragazzi neroazzurri.
GINOSA 13/06/12 – Sembrava di essere al
mercoledì di Champions League, dato le due
formazioni che si sfidavano sul terreno del
Miani. Inter e Sparta Praga hanno dato vita
ad una partita dalle mille emozioni, dove alla
fine sono stati i boemi a spuntarla. La partita
inizia bene per i neroazzurri, che al 20^ p.t.,
col n. 7 Golia, su azione personale, dopo aver
driblato un paio di avversari calcia di poco a
lato. Rapida la replica dello Sparta, che al 25^
p.t. col n.10 Kuihanek, da calcio d’angolo, incorna ed obbliga il portiere ad un intervento
da applausi. L’Inter prova in tutti i modi a scardinare la difesa boema ed al 36^ p.t. sfiora il
vantaggio col n. 8 Russo, che da fuori area
lascia partire un siluro che il portiere devia
sul palo. La legge del calcio però è severa,
gol mancato, gol subìto. Al 40^ p.t. lo Sparta passa col n. 11 Schick, il quale approfitta
di un’ indecisione della difesa interista su un
cross del n. 9 ceco, Spacek e beffa l’estremo
difensore. Finisce il primo tempo, l’ Inter deve
rincorrere. La seconda frazione di gara vede
i neroazzurri più pimpanti e decisi a trovare il
pari, ma la difesa e il portiere cechi risultano
essere insuperabili. Al 35^ s.t. punizione dello
Sparta con Schindler, la palla accarezza l’incrocio dei pali. Due minuti dopo l’Inter sfiora
il pari, azione confusa in area praghese e il
n. 8 Russo calcia la palla direttamente tra le
braccia del portiere. Gli ultimi minuti sono un
assedio interista alla porta dello Sparta, ma
non succede più nulla.
INTER – SPARTA PRAGA 0-1
INTER – Costa, Lomolino, Simonato, Pinton,
Palazzi (c), Golia, Russo, Ponti, D’Auria, Feleppa, Manolache. (A disp.: Maiorano, Rocca,
Boateng, Lovallo, Casale, Salvatori). Allenatore: Facchetti.
SPARTA PRAGA – Vorel, Pisko, Toml, Moravec, Spacek, Kuihanek (c), Schick, Mrazek,
Schindler, Prenka, Surmaj. (A disp.: Vesely,
Hovorka, Nemec, Modr, Doupaz, Stejskal,
Novak, Tezky, Zavadil). Allenatore: Krieg.
Arbitro e Guardialinee: Martinelli di Matera;
segue a pag. 40
eventi sportivi
n. 13 - 30 giugno 2012
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STEP TO DANCE: UNO SPETTACOLO SOTTO LE STELLE
Il 3°saggio di danza il 15 Giugno è presentato dallla Step to dance
di Giusy e Tony Simone in Marina di Ginosa in collaborazione con i
loro insegnanti Tina Antonucci e Giacomo Ranaldo. Dopo un intero
anno di lavoro ma anche di divertimento, ecco che parte in Piazza
San Pio, il video iniziale che racchiude e rappresenta (come ogni
anno)tutti gli eventi svolti dalla scuola.
Claudia de Novi, presentatrice Doc. all ‘altezza del nostro spettacolo, gestisce la serata con eleganza, bellezza e professionalità.
Le mamme dietro le quinte si danno una mano l’un l’altra nel preparare i figli più piccini alla prossima uscita.
Cambio d’abito ad ogni coreografia e... che abiti! sempre curati e
pensati dalla direttrice che collabora con altre mani professionali e
mamme collaboratrici. Ventidue si contano le coreografie presentate
per un totale di 3 ore di musica e spettacolo che abbraccia vari stili
di danza.
Dalle musiche più tenere, dedicate ai più piccoli di danza classica,
sino ad arrivare allo stile modern jazz/contemporaneo, a continuare
con l’hip hop strepitoso di Giacomo Ranaldo e ai Musical di Tina
Antnonucci.
Il titolo scelto del Saggio è stato “Il Ritmo del successo” affiancato
da una frase: DOMANI E’SOLO UN GIORNO IN PIU’CHE BALLO.
Piu’ stili di danza in una sola coreografia che finisce dopo ben 10
minuti con 22 “Fouettè” (tour di danza classica dalla difficile tecnica),
che Ilenia Simone gestisce con successo nel suo gran finale.
E che dire dell’entrata in moto dell’insegnante Giacomo Ranaldo che
porta via con se’ l’adorabile fanciulla di cui s’innamora?
Signori lettori: a un ritmo di un successo personale per l’insegnante
Tina Antonucci che per la prima volta è lieta e soddisfatta di poter premiare “a sorpresa e pubblicamente”, con una targa merito,
gli allievi che l’estate scorsa hanno sostenuto e superato gli esami di danza classica a livello avanzato: Fabiana Pellicoro, Selenia
Calabria, Ilenia Simone e lo stesso insegnante di hip hop, Giacomo
Ranaldo.
Le critiche ascoltate il giorno successivo tutte molto positive.
Per Giacomo la critica migliore va decisamente al Madley di Lady
Gaga, una coreografia riuscita anch’essa con successo.
Gli abiti,l’energia,le scenografie, hanno esaltato la tecnica hip hop
facendo esultare,stupire e divertire il pubblico con molteplici cambio
scena e d’abiti. Non da meno il supersonico cambio d’abito svoltosi
dietro le quinte per i ragazzi del corso avanzato di classico con la
“Bayadere”, balletto di repertorio tra i più belli in assoluto.
Tutti i corsi dei più piccini non hanno fatto altro che entusiasmare,
commuovere e intenerire il cuore di tutti.
Piccoli occhi rivolti verso le luci accecanti sul palco, verso i loro insegnanti che ne suggerivano i movimenti.
La tecnica migliora negli allievi e le coreografie assumono ogni anno
sempre forme più professionali.
Soddisfazioni su soddisfazioni per il 3° anno consecutivo, per cui
ne vale la pena scrivere questo articolo per un altro ricordo ancora
e soprattutto per ringraziare tutti gli allievi,le famiglie e tutto lo staff
della step to dance.
Bravi tutti! STD
Foto Erasmo Mazzone
I proverbi
secondo
Giovanni Carducci
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n. 13 - 30 giugno 2012
Capolupo e Pilermo di Matera.
Reti: 40 p.t. Schick (S)
Note: spettatori 2000 ca.
Quarti di finale! BARI – LAZIO.
Gli aquilotti rimandano i galletti nel pollaio!
GINOSA 14/06/12 – Si disputa sul terreno del
Miani l’ultima partita del torneo Scirea a Ginosa:
il quarto tra Bari e Lazio. Partenza rapida dei
laziali che al 5^ p.t. trovano il gol col n.11 Milani, ma l’arbitro annulla. Nei seguenti 15 min. è
un dominio laziale, il quale non concede spazio
agli avversari, che risultano incapaci di reagire,
se non al 20^ p.t. quando riesce a trovare spazio per un tiro che viene parato facilmente dal
portiere bianco celeste. Per il resto della prima
frazione di gara dominano gli aquilotti, che però
non riescono a sbloccare il risultato. I primi 45
min. terminano a reti inviolate. Il secondo tempo
si riapre con i laziali sempre più incisivi e il Bari
guardingo pronto ad approfittare degli errori dell’
avversario, ma al 15^ s.t. è la Lazio a sbloccare
il risultato col n. 17 Fiori il quale lascia partire un
destro da fuori area che lascia impietrito il portiere ed ammutolisce i tifosi sulle gradinate. Dopo il
gol subito i galletti si svegliano e sfiorano il pari
due minuti dopo col capitano Roncone, il quale
raccoglie il pallone in area laziale e d’esterno costringe il portiere ad una parata miracolosa. La
partita del Bari finisce qui, anche a causa delle
decisioni dell’arbitro che la penalizzano. La Lazio si limita solo a gestire il vantaggio e a portare
a casa la vittoria e l’ accesso alle semifinali. Lazio batte Bari 1 – 0.
BARI – LAZIO 0-1
BARI – Ventrella, Roccotelli, Roncone (c), La
Teano, Leo, Lenoci, Calamaio, Amoruso, Cianci
Mastrangelo, Runza. (A disp.: Liberio, Franco,
Abbinante, Parodi, Marasciulo, Spiridione, Cialdella, Gentile, Acquafredda). Allenatore: Loseto.
LAZIO – Guerrieri, Perocchi, Maciulla, De Dominicis, Mattia (c), Bonacini, Tentoni, Gattamelata,
Palombi, Steri, Milani. (A disp.: Lazzari, Pingitore, Ruggiero, Lucarini, Cinti, Fiori, Medini). Allenatore: Bianchi.
Arbitro e Guardialinee: Rossano di Matera; Sisto e Maniolo di Bernalda.
Reti: 15^ s.t. Fiori (L)
Note: spettatori 1500 ca.
GIACOMO GALANTE
avvenimenti sportivi
LA POLISORTIVA MONTESCAGLIOSO
APPRODA IN PROMOZIONE CON DUE
“GINOSINI” PROTAGONISTI.
Dopo un’annata difficile e piena di sacrificio il Montescaglioso vince i play off del
Campionato di Prima Categoria Lucano e
approda in Promozione. Tra i protagoni-
sti due calciatori ginosini il quarantunenne
PIETRO DE TOMMASO e il diciottenne
GIACOMO DE IACOVO. Come dicevo è
stata un’annata difficile in quanto nn solo il
budget societario era minimo ma si doveva
puntare prettamente su una squadra giovane. Alla fine sono arrivati i playoff classificandosi secondi, a 6 punti dalla prima,
il Pomarico, anche grazie alla bravura del
mister Roccofranco che ha saputo tenere in
mano le redini dello spogliatoio nonostante
le difficoltà. Ecco cosa ci dice De Tommaso
a promozione ottenuta: con pochi euro è
stato raggiunto un obiettivo impensabile ad
inizio stagione, infatti quando venni chiamato la prima volta dal mio compagno di
squadra e coetaneo, TAFUNO EMANUELE
conosciuto a Ginosa più per i suoi estintori
che come calciatore, mi parlò di iscrizione
a rischio e di squadra giovane, formata da
giocatori locali che, insieme alla mia esperienza, doveva lottare per raggiungere una salvezza difficilissima, dopo aver conquistato negli ultimi due anni, due secondi posti a Metaponto.
Invece eccoti la Promozione che dedico a
mia moglie e i miei due figli per i loro sacrifici
domenicali. Con un certo rammarico la mia
dedica va anche a quei personaggi del calcio
ginosino che qualche anno fa mi avevano dato per finito calcisticamente e agli stessi che
si sono fatti sfuggire dalle mani un giovane
calciatore juniores, uno dei tanti lanciati dal
Parma Club, Giacomo De Iacovo per far posto a qualche altro ragazzo non di Ginosa.
Sì, proprio così in quanto il ragazzo non è
mai stato preso in considerazione dall’attuale
dirigenza e allenatore. E inoltre è diventato
non solo un pilastro della difesa montese, ma
addirittura un beniamino dei tifosi. Per quanto
riguarda DE IACOVO ha giocato il suo primo vero campionato di categoria, dopo i vari
campionati giovanili con il Parma Club Ginosa,
siglando in questo torneo ben 5 reti, avendo
ancora possibilità di maturare.
Ecco cosa ci dice De Iacovo: non ho motivi di rivalsa verso nessuno, perché penso di
aver dimostrato il mio valore in campo con le
mie prestazioni. Ho seguito i consigli (sacrifici,
allenamenti,sacrifici) che mi hanno inculcato
sin da piccolo i miei due allenatori delle giovanili del Parma club ovvero mister Vito Iacovino
e mister Francesco Russo. Inoltre vorrei dedicare questa promozione ai miei familiari per
i sacrifici che hanno fatto, ma soprattutto a
mia madre Raffaella, la mia prima tifosa. Ora
si spera solo che qualche imprenditore locale
montese dia una mano all’attuale dirigenza in
quanto ora la squadra disputerà un campionato
di tutto rispetto: la Promozione.
L’ addetto stampa
avvenimenti
n. 13 - 30 giugno 2012
41
San Giovanni da Matera o ‘abbà di Pulsano’? 2
-San Giovanni da Matera è un santo di sicura
originalità sulla cui testimonianza dell’Evangelo non si sottrae al confronto il dottor Alberto
Cavallini, storiografo e agiòlogo, nonché direttore di ‘Voci e Volti’, periodico dell’Arcidiocesi
del Gargano. Chi è San Giovanni da Matera?
“Innanzitutto, ritengo sia corretto chiamarlo
‘abbà di Pulsano’; ossia, col nome riveniente
da fonti antiche e non come generalmente si
dice ‘da Matera’, denominazione peraltro riferita da fonti molto tardive. Non posso non sottolineare che San Giovanni eremita ed abate
appartiene a quella ristretta e provvidenziale schiera di ‘uomini del Signore’ che hanno
dato tutto se stessi con generoso slancio per
la crescita spirituale e sociale dell’uomo operando per il ritorno alla povertà evangelica, a
cominciare dalla propria esistenza e di tutta
la Chiesa. Appartiene a quella fitta schiera di
santi monaci riformatori del monachesimo degli inizi del XII secolo, fra i quali Romulado con
la famiglia camaldolese; Bernardo, ispiratore
della riforma cistercense; Brunone, con la fondazione della famiglia monastica Certosina;
Alfano, di quella Cavense; Giovanni Gualberto
della Vallombrosiana; Guglielmo, della
Verginiana sublascenze”. Perché scelse il
Gargano per fondare e propagare la vita
eremitica? “San Giovanni, che nel suo tanto
peregrinare ebbe contatti con il monachesimo orientale presente in Calabria e in Sicilia,
su ispirazione dell’Arcangelo Michele trovò a
Pulsano garganico, nella ricchezza della tradizione preesistente e negli eremitaggi lasciati
dai monaci greci, il luogo più consono e più
rispondente alla realizzazione dei suoi principi
di vita monastica. Per mitigarne gli eccessi e
l’estrema austerità, forse, pensò ad una vita
monastica idioritmica, cioè con la presenza
della forma eremitica in taluni periodi dell’anno
e di quella cenobitica, la quale, certamente,
dopo la bolla di Papa Alessandro III del 9 febbraio 1117 in cui si parla ancora di vita eremita
a Pulsano, gradualmente sostituì quella eremitica, organizzando così i monaci successori
in veri e propri monasteri in cui era praticato
solo il cenobitismo”. Qual era il loro abbigliamento e di cosa si nutrivano? “I monaci e le
monache, sì perché i Pulsanesi ebbero anche
il ramo femminile con numerosi monasteri,
indossavano una tunica di lana color grigio
cenere, successivamente trasformata in bianca, forse in analogia ad altri ordini monastici
coevi che si erano posti sotto la protezione
della Madre di Dio. Sulla tunica indossavano
lo ‘schema’ orientale o scapolare e seguivano la Regola benedettina che inasprirono in taluni aspetti non dimentichi della
tradizione monastica orientale precedentemente presente in Pulsano. I Pulsanesi,
detti anche monaci scalzi, non mangiavano mai le carni né bevevano vino o latte,
né mangiavano formaggi perché derivati
da grassi animali, ma avevano una dieta
austera, che i monaci d’Oriente praticano
ancora tutt’oggi, per poter essere pronti e
sobri nella corsa di amore verso il Signore
Veniente”. Vi sono tuttora in Italia attività di monachesimo eremitico nella
forma voluta da San Giovanni? “No. Vi
è solo la forma monastica cenobitica. Ma
a Santa Maria di Pulsano, è importante e
bello sottolineare, attualmente esiste una
piccola comunità monastica che è latina e
bizantina, nella spiritualità e nella liturgia.
Dunque, a Pulsano si respira, nella tradizione antica di questa terra, aria d’Oriente e di Occidente”. San Giovanni è stato
boicottato da altre congregazioni? “Non
si può parlare in termini così forti. Certo,
la rigida organizzazione monastica dei
Pulsanesi che aveva un unico ‘abbà’ ed
un’unica abbazia madre, quella di Santa
Maria di Pulsano del Gargano, portò nel
corso dei secoli ad un naturale ‘scollamento’ dei vari monasteri e priorati dipendenti, alcuni dei quali ubicati in Toscana e
nelle isole croate dell’Adriatico. I monaci
Pulsanesi confluirono nella congregazione
celestina e in quella cistercense, anche se
molti eremiti laici, ‘sciolti’ e liberi da ogni
forma di organizzazione ecclesiastica, sono rimasti a Pulsano per secoli, nella preghiera e nel nascondimento più totale, fino
quasi ai nostri giorni. Alcuni eremiti, poi,
nel 1500, all’epoca della riforma cappuccina, aderirono al nuovo ordine monastico
francescano e passarono, è il caso di Fra
Leone da Ventimiglia, eremita pulsanese,
nel convento di San Giovanni Rotondo che
è stato poi quello di San Pio da Pietrelcina”.
Quale ruolo ha avuto nella vita del santo l’isola di San Pietro di Taranto e
Ginosa? “Nel monastero di San Pietro il
giovane Giovanni visse momenti drammatici. Dai monaci feudatari, molto poco
evangelici, fu vessato, denigrato, ingiurato
e canzonato a lungo, ed il suo esempio di
cristiana sopportazione a nulla valse, tanto
che fu costretto a fuggire in Calabria e poi
in Sicilia. A Ginosa, invece, già fortificato dall’esperienza eremitica vissuta, fondò una prima
comunità monastica, certamente idioritmica, che
sarà poi il prototipo di quella Pulsanese”. Qual è
stato l’incontro che gli ha consentito di divenire l’insigne rappresentante dell’ascetismo cristiano medievale? “Il contatto col monachesimo
greco presente in Calabria e in Sicilia e poi la sua
fraterna amicizia con San Guglielmo da Vercelli
(fondatore di Montevergine), col quale, anche a
Ginosa, ha condiviso alcuni anni di eremitaggio
comune”. E’ da ritenere una figura attuale in
grado di ispirare l’impegno spirituale umano?
“Il beato Gioele, discepolo di Giovanni, nei suoi
scritti riporta tutta l’ammirazione e il fervore che
la calda predicazione di Giovanni destava nei
cuori. Narra che Giovanni amava non solo i suoi
monaci, ma anche e specialmente i suoi nemici
col cuore di Cristo che si è incarnato per amore.
Verso gli oppressi ed i miseri si mostrava venerando e amorevole, austero ed ubbidiente, fermo
e deciso, mansueto e benigno. Un uomo così è
sempre da amare e da imitare”. Perché il culto
della sua santità non trova grandi spazi comunicativi? “Cito alcuni passi del testo agiografico
‘Vita’, redatto dal beato Gioele: …a nessuno deve
apparire incredibile ciò che riferimmo del nostro
padre Giovanni il Pulsanese. …la divina clemenza di Dio onnipotente volle mostrare Giovanni suo
servo fedele e quanto merito possedette e …non
proibì di far conoscere ai fedeli in terra affinché
la lucerna non fosse nascosta sotto il moggio ma
splendidamente illuminasse piamente i viventi(cfr.
Vita 36, 26-34)…e che la santità di Giovanni non
è stata tolta ma differita al tempo opportuno (56,
8-21). In altre parole, già i monaci Pulsanesi coevi
di Giovanni sottolinearono che la vittoria è per coloro che si abbandonano a Dio, senza sostituire al
divino disegno i propri umani interessi. Ed è certo
un miracolo dei nostri giorni la rifioritura monastica nell’antica abbazia di Pulsano”. Così come è
di grande valore spirituale l’espansione in Puglia
di devoti autentici del santo di Matera, i cui festeggiamenti si celebrano il 20 giugno, data della
sua morte, che avvenne nel 1139 nel Monastero
di San Giacomo, a circa otto chilometri da Foggia,
sulla via di Siponto. Nel 1177 ci fu la sua traslazione e canonizzazione nella chiesa di Santa Maria
di Pulsano per volontà del pontefice Alessandro
III. Le Sacre spoglie del Santo sono state portate
a Matera il 28 ottobre del 1830 ed attualmente
sono racchiuse in urna argentea nella Cattedrale,
nella quale il 13 aprile del 1991 si è raccolto in
preghiera Papa Giovanni Paolo II.
Canta Storie
42
n. 13 - 30 giugno 2012
avvenimenti sportivi
Champions week
Statistiche dei team - terza parte
In questo numero, analizziamo altri tre team, che ci
hanno deliziato quest’anno:
Autocarrozzeria
Ricchiuto,
Cavalieri Teutonici e Meeting
Point.
Aut. Ricchiuto: Terzo posto
e piccolo rammarico!
Un terzo posto figlio di alcuni
passi falsi evitabili e di pochi ricambi. Si sono battuti
sino all’ultimo minuto, ma si
sono arresi soltanto a due
team. Hanno provato a vincere il torneo grazie alle reti di
Lapiscopia e alle grandi parate di Lovecchio, hanno portato a casa più di 40 punti con
un bottino di 110 reti siglate e
soltanto 75 subite. Il gruppo
è stato sempre compatto ma
ha paventato troppo nervosismo, spesso evitabile. Oltre
al sopracitato Lovecchio, in
difesa molta esperienza con Tria, Pizzolla
e Tortorella, in avanti, oltre al bomber
Lapiscopia, il laertino Calabrese, Di Franco,
Acquasanta e il presidente Ricchiuto. Alla
stagione voto 7.5 da migliorare nel prossimo
torneo.
Meeting Point: ancora un piazzamento.
Peccato per il finale di stagione!
Anche quest’anno, un piazzamento che sa di
beffa. Sono partiti per vincere, ma, con
pochi punti negli scontri diretti, il quarto
posto, è più che meritato. Un episodio in
Winter Week, ha fatto saltare il banco, oltre alla possibile finale, alcune defezioni,
hanno fatto saltare il titolo.
Fra i pali il giovane Criscuolo,
in difesa, il big Adorisio, coadiuvato da Moro, da Di Franco
e dal jolly Di Tinco, in avanti,
Papapietro, 43 reti, Conte,
Camiscia e il miglior giovane,
Ribecco. Oltre 120 reti all’attivo, con 90 al passivo. Alla
stagione voto 7-.
Cavalieri Teutonici :quinto
posto, i primi dei normali!
Il quinto posto è tutto meritato. Gli ho definiti i primi
dei normali, perché le prime
quattro classificate sono state inarrivabili. La squadra
poteva contare sull’esperto
Ribecco fra i pali, i difensori
Suriano, Lapiscopia senior,
Lombardi Vincenzo, Di Nanna
Giuseppe, mentre, in avanti,
il prolifico Lombardi Antonio,
Felice Bozza e il talentuoso
Gianfranco Di Nanna. Hanno
messo a segno 115 reti, delle quali 36 di
Lombardi, e ne hanno subite 100. Al team
voto 6.5.
Baldassarre D’Angelo
Champions week
Statistiche dei team - quarta parte
Eccovi, le ultime quattro partecipanti del
Champions Week, viste con la lente d’ingrandimento: Deca, Tua
Immobiliare, Costan e Team
Romania.
Questi quattro team, si sono
piazzati fra il sesto e il nono
posto, contribuendo ad alimentare la parte bassa della
classifica, regalandosi anche
alcuni risultati di spessore.
Team Romania, subentrato
alla Cantina, ha espresso un
bel futsal, grazie ai suoi interpreti, soprattutto il bomber
Vintila, giunto secondo dietro
Tarantini, con 53 reti. Hanno
pagato il fatto di essere sempre in cinque e l’assenza di
un portiere. Da tener d’occhio anche il velocissimo
Pirvu. Alla squadra voto 6+.
Costan srl, piazzatosi settimo con 20 punti, ha bloccato
la vincitrice Ottica nel girone
d’andata e ha fatto soffrire
tutte le big del torneo. Quando decidevano di giocare a calcio, hanno fatto punti,
quando, la mattina alle nove, decidevano
di restare a letto, regalavano gli stessi agli avversari. Degni di nota il portiere Lapiscopia e
l’attaccante Masi, autore di 23 reti. Al gruppo
voto 6.
Tua Immobiliare ha superato i punti dell’an-
no scorso e ha migliorato anche la tenuta
gara. Sono partiti davvero forte, poi, nel
corso del torneo, la superiorità degli avversari è apparsa,
e si sono dovuti accontentare
dell’ottava piazza. In spolvero, il presidente Bianco, autore di 16 gol e il rampante
Parisi. Voto 6.
Deca, come sempre, ha avuto
alti e bassi, con bassi in maniera più elevata, e ha chiuso
il campionato in nona posizione. Nonostante i pali ben
difesi da Serra (spesso assente per lavoro) e le marcature di Sangiorgio, Catapano
e Mancuso, la squadra ha
pagato l’assenza di un vero
leader difensivo. Alla compagine, voto 5.5.
Infine, all’organizzazione voto
9 per l’evento e la disponibilità, agli arbitri Menzella e
Mancino, voto 10 per la pazienza e la voglia di arbitrare,
nonostante i continui insulti da parte di
noi partecipanti.
Baldassarre D’Angelo
attualità
n. 13 - 30 giugno 2012
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