La goccia n13/12hot!
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La goccia n13/12hot!
2 n. 13 - 30 giugno 2012 n. 13 - 30 giugno 2012 Pubblicità pagina intera Sommario Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana La Goccia REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE N. 430/92 DEL 15 MAGGIO 1992 Registro Nazionale della Stampa n. 10084 PROPRIETÀ PRO.GE.CO. SOC. COOP. A R.L. VIA SAVOIA, 1 – GINOSA DIRETTORE RESPONSABILE: STEFANO GIOVE DIREZIONE: GIULIO PINTO ADELE CARRERA COMITATO DI REDAZIONE MARIA C. BONELLI ROSAMARIA BUSTO ERASMO MAZZONE PALMA MARTINO DOMENICO RANALDO HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: GIUSEPPE CARRERA MARIO D’ALCONZO ROBERTO MUSCOLINO GIUSEPPE PIZZULLI GIANLUCA CATUCCI DAVIDE GIOVE FRANCO ROMANO ANTONELLA CARRERA MICHELANGELO ZANELLI GIORGIO MOREA LUCA CALABRESE VIOLA LAVERMICOCCA GIOVANNI MATERA FLORIANA RIBECCO GIOVANNI CARDUCCI BALDASSARRE D’ANGELO CANTA STORIE WANDA PUCCI SARAH SCORPATI GEMMA VERNOIA TERESA GALEOTA VINCENZO CALDARULO GIACOMO GALANTE LINA LUISI GF DANCE fOTO: ERASMO MAZZONE AMMINISTRAZIONE VITO CONTE IMPAGINAZIONE E GRAFICA: STEFANO GIOVE Maurizio Falivene STAMPA FALIGRAPH La Goccia n. 13 - 30 Giugno 2012 Dalla protesta… Le meraviglie… Viaggio nel… Inaugurata… Le interviste RG… Avis… di Stefano Giove pag. 4 di Canta Storie pagg. 5/6 A fuoco… di Michelangelo Zanelli pag. 6 Le favole di grim di Grim pag. 7 Versus di From di From pag. 7 Notizie flash… di Giulio Pinto di Lina Luisi pag. 14 di Floriana Ribecco pag. 17 Ballando per… di GF Dance pag. 18 Palo della cuccagna… di Esseggi pag. 20 3º Raduno… pag. 9 di Giacomo Galante pagg. 22/23 Le caricature… Il quotidiano… In... condominio di Wanda Pucci pag. 11 Il piacere… di Viola Lavermiccocca pag. 11 Noi e… di Mario D’Alconzo pag. 12 di Michelangelo Zanelli pag. 23 Dialoghi… di Corrado Strada pagg. 24/25 Storie di… di Antonella Carrera pag. 26 Le vie del tabacco… Torneo Scirea… di Giacomo Galante pagg. 38 e 41 Step to Dance… di STD pag. 39 I proverbi di Giovanni Carducci pag. 39 Polisportiva… di A S pag. 40 San Giovanni… di Canta Storie pag. 41 Champions 3… di Baldassarre D’Angelo pag. 42 Ricerca e … pag. 42 di Giovanni Matera pag. 28 Festa PD… Utopia… Lillino Punzi… Per non… di Nipoti pag. 13 di Carrera - Giove Campions 4… Ritorno… di Giuseppe Punzi pag. 12 pag. 35 di Ninì De Prezzo pag. 27 Dopo di noi… di Vincenzo Caldarulo pag. 12 di Lina Luisi pag. 36/37 Gli Oscar… di Teresa Galeota pag. 10 Percorsi… pag.19 Il disagio… I giovani… pag. 35 I Maestri… di Gemma Vernoia pag. 8 di Giorgio Morea pag. 10 di Baldassarre D’Angelo Concerto… di Esseggi pag. 21 di Giulio Pinto di Luca Calabrese pag. 34 di Francesco Bianco pag. 31 di Sarah Scorpati pagg. 32/33 di Rosamaria Busto pag. 33 di Baldassarre D’Angelo Questo numero de La Goccia è stato chiuso alle ore 12.00 del 27 giugno 2012 3 46 4 l’editoriale n. 13 - 30 giugno 2012 Dalla protesta alla proposta In questi giorni, sulla pagina di facebook de La Goccia, si è verificato un fatto insolito: alla pubblicazione di un comunicato stampa dell’amministrazione comunale, con il quale si annunciava l’acquisto di due segway (biciclette elettriche), affidate in dotazione alla Polizia Municipale per l’espletamento delle attività di servizio, è seguita una serie di interventi (oltre cento) con i quali sono state mosse critiche molto forti all’operato della Pubblica Amministrazione e al servizio espletato dalla Polizia Municipale. Il tono delle critiche è stato forte e, in alcuni casi, esagerato. Tuttavia ciò non ci possa esimere dal considerare che, per la prima volta, senza timore alcuno, tante persone sono uscite alla scoperto e hanno espresso le proprie opinioni in maniera chiara. Questo è lo specchio del clima che si respira in tutto il Paese; le recenti elezioni amministrative hanno evidenziato una crisi dei partiti e una forte affermazione di movimenti che sono definiti “antipolitici”. La gente avverte la crisi, la avverte perché mette in discussione la propria prospettiva di vita, le proprie certezze economiche, la propria condizione di vita e, in ragione di questo, non accetta più che il “potere” possa godere di privilegi, e possa spendere e spandere senza oculatezza. Ma, non soltanto quella notizia ha animato il dibattito; anche il problema della “sicurezza” a Ginosa e Marina di Ginosa è stato al centro di tanti interventi, penso al gesto vandalico compiuto in piazza IV Novembre, laddove è stata “sfasciata” una lapide a memoria dell’ex sindaco di Ginosa, Domenico Perrone. Insomma, sembra che da parte dei cittadini ci sia una voglia nuova di protagonismo, che si esprime in forme moderne, attraverso l’uso di uno strumento come Fb. Il fatto che sia soprattutto facebook ad animare il dibattito ci lascia intendere che a intervenire sono soprattutto giovani e questo sta a significare che soprattutto loro vogliono prendersi in mano il proprio futuro e partecipare attivamente a ogni discussione per definire le scelte da operare. Credo che questo dato (la voglia di partecipare) debba essere tenuto nella giusta considerazione e lo devono tenere nel debito conto i partiti e gli amministratori comunali, che devono modificare il loro modo di rapportarsi alla pubblica opinione. Proprio agli amministratori spetta il compito più difficile, se consideriamo che devono fare i conti con una situazione complicata: i bilanci degli enti locali sono stati falcidiati dagli interventi dei governi Berlusconi, prima e di Monti, poi. Sapranno, partiti e amministratori, cogliere questa novità? Difficile rispondere a questa domanda. A lume di naso si ha la sensazione che tutto proceda come prima, come sempre. La vicenda dell’acquisto dei segway è solo la punta dell’iceberg, di un modo di operare che oggi non viene più tollerato. Lo sanno gli amministratori, quante critiche mi sono pervenute per denunciare la potatura degli alberi, fatta senza alcun criterio? Possibile che nessuno si renda conto che quei lavori hanno sollevato critiche fondate e che i soldi pubblici devono essere gestiti diversamente e non per “sostenere” qualcuno? Insomma, oggi i cittadini chiedono più trasparenza e più rigore nella gestione della spesa pubblica; d’altra parte, di questi tempi, come si può pensare di agire diversamente? Tuttavia, questo vale solo per gli amministratori? A mio parere no! Vale per tutti. I partiti (non se ne percepisce la presenza) devono avere il coraggio di confrontarsi con la cittadinanza e capire in quale modo si può trasformare il nuovo protagonismo in azione politica. Purtroppo non si vede nulla all’orizzonte e l’una cosa che i partiti vogliono fare è quella di imporre la propria “propaganda” pensando che i cittadini debbano accettare lo stato di fatto. La fase storica che stiamo vivendo può cambiare radicalmente la nostra condizione di vita, le decisioni che in questi giorni si stanno prendendo in Europa, segneranno il destino di milioni di uomini e donne. Pensare che questo processo di cambiamento possa avvenire escludendo i cittadini dalla decisioni è un errore grave e la partecipazione la si promuove dal basso e Pubblicità Concessionario esclusivo per la pubblicità FALIGRAPH Viale Jonio, 385 74025 Marina di Ginosa (Ta) Tel e Fax 099.8277553 e-mail: [email protected] Arretrati (costo € 2,50) I numeri arretrati si richiedono in edicola Per inviare e-mail a “La Goccia” [email protected] Per inviare lettere a “La Goccia” Le lettere al giornale vanno inviate presso: La Goccia Via M. D’Ungheria n. 52 74013 Ginosa (TA) indirizzo di posta elettronica: [email protected] La Goccia on line arcipikkia.it Tel. 099.8294879 - 099.8294550 Cell. 368.3561703 - 330.624347 affrontando argomenti concreti che toccano la vita quotidiana di ognuno di noi. La sfida che abbiamo di fronte è difficile, la si può vincere soltanto se sapremo “leggere” il cambiamento e divenirne noi stessi protagonisti. Certo è difficile far accettare ai partiti l’idea che i cittadini possano tornare a contare e a decidere! Basta vedere quello che accade in Parlamento rispetto alle decisioni sulla legge elettorale. “La melina” che punta a lasciare le cose come stanno ci deve far capire che non c’è nessuna intenzione di rinunciare al diritto di nomina dei parlamentari, da parte dei partiti. Questo discorso vale anche per i partiti locali che sembrano rimanere prigionieri di logiche personalistiche che non consente loro di uscire fuori dai luoghi comuni. Alla fine si rischia di rimanere prigionieri di una duplice azione: da una parte chi vuole conservare il proprio potere (o parvenza di potere), dall’altra una rissosità inconcludente. A quei cittadini che hanno manifestato il proprio dissenso su fb bisogna permettere di poter dire la propria opinione anche in altre sedi, solo questo trasformerà la protesta in proposta e adesso abbiamo bisogno di tante proposte concrete per affrontare questo momento così delicato. Stefano Giove cronaca 5 n. 13 - 30 giugno 2012 Inaugurata la nuova sede del Giudice di Pace L’aula delle udienze è stata dedicata alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino. La struttura è un gioiello a garanzia dell’efficienza del servizio-giustizia. -E’ stata inaugurata il 21 giugno scorso la nuova sede del Giudice di Pace. Comprende una confortevole e funzionale aula per le udienze, dedicata ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e cinque stanze per gli uffici. Il loro completamento è venuto a costare circa 130 mila euro ed essendo strutturalmente collegata alla sezione distaccata del Tribunale di Primo Grado ne eleva l’efficienza logistica del servizio giudiziario. Il rito della benedizione è stato celebrato da Don Fernando Balestra, il quale ha posto al centro del messaggio il grande valore della pace tra gli uomini quale frutto nell’umana società e impegno costante ad instaurare nel mondo la giustizia. Pace e giovani, poi –ha evidenziato Don Fernando- devono camminare insieme come garanzia per un sicuro futuro. Sono stati presenti all’evento Antonio Morelli (presidente del Tribunale di Taranto), Rosa Patrizia Sinisi (presidente Corte d’Appello di Taranto), Italo Federici (giudice Coordinatore del Tribunale di Ginosa), Angelo Esposito (presidente dell’Ordine degli avvocati di Taranto), il dottor Antonio D’Armento, in rappresentanza della Prefettura di Taranto. Inoltre, hanno partecipato Francesco Capobianco e Vito Costantino, rispettivamente comandante della locale Stazione dei Carabinieri e della Polizia Urbana. Tra le autorità politiche il consigliere provinciale Augusto Pardo, il coordinatore provinciale del Pdl ed ex sindaco di Ginosa, Luigi Montanaro, e una folta rappresentanza dell’avvocatura di Taranto e del versante occidentale jonico. A fare gli onori di casa il sindaco di Ginosa, Vito De Palma: “Questa inaugurazione è il sugello di uno scambio leale delle reciproche esperienze e di collaborazione tra l’Ente locale e l’istituzione della Giustizia, che ha visto impegnato il predecessore sindaco Montanaro e poi l’attuale governo amministrativo. Il completamento dell’opera pubblica –ha aggiunto De Palma- rappresenta una delle eccellenze che il territorio esprime e la difenderemo ogni qualvolta verrà ‘attaccata’ da valutazioni discriminanti e disomogenee, nonché penalizzanti per il cittadino utente, che è il vero destinatario dell’attività del servizio giudiziario”. E’ chiaro il riferimento del sindaco all’avvicinarsi del probabile taglio alle strutture periferiche giudiziarie, che, oltre a Ginosa, vedrebbe coinvolti i comuni di Martina Franca, Grottaglie e Manduria. Cesoia che starebbe per abbattersi in luogo della riorganizzazione della distribuzione sul territorio derivante dalla specifica delega conferita all’attuale Governo nazionale dalla conversione in legge approvata a settembre dello scorso anno. Il tema dell’efficacia e dell’efficienza, ovvero dell’organizzazione del sistema giudiziario, rappresenterà un banco di prova rispetto al quale tutti sono chiamati a misurarsi, al fine di garantire ai cittadini un’effettiva resa di quel servizio giustizia rispetto al quale sempre di più lo Stato è chiamato a confrontarsi con gli altri paesi europei. La realtà sta innescando dibattiti, doglianze e preoccupazioni spesso legittime. “Ginosa mette a disposizione una struttura moderna, vivibile e funzionale alla gestione dei processi. Però - ha sottolineato il giudice Federici- ri segue a pag. 6 6 cronaca n. 13 - 30 giugno 2012 segue da pag. 5 schia di divenire iniziativa inefficace se non si provvederà a renderla operativamente efficiente con la dotazione di mezzi e personale. Emergenza che va risolta con decisione chiara e univoca perché mina alla base la sopravvivenza stessa del servizio”. Rincara la dose l’avvocato Esposito: “Premesso che non c’è nulla di concreto riguardo all’analisi dei criteri per i tagli da operare, non v’è dubbio che quest’ultimi non si possono fare in modo lineari puri e semplici, che non tengano conto della congruità delle spese, della realtà geografica e dell’efficienza degli uffici. Piuttosto che dare voce ad una politica governativa degli annunci –si auspica Esposito- si facciano i concorsi pubblici per la copertura degli organici. In dieci anni, per esempio, sono state smantellate due generazioni di cancellieri senza aver provveduto alla loro sostituzione. Nei prossimi mesi L’Ordine che presiedo terrà a Ginosa un convegno anche per indicare la realizzazione in città di un Polo della Giustizia”. Quindi, ascolto del territorio e valore della prossimità della giurisdizione. E quanto sottolineato dal giudice Morelli paventa tutta la complessità della crisi della giustizia che l’ha sostanziata nell’assenza di risorse economiche e, con una metafora, ha paragonato l’organizzazione attuale alla tela di Penelope dove i Proci si troverebbero nell’Amministrazione della Giustizia. Soffermandosi sulla dedica della sala udienze a Falcone e Borsellino, il giudice Morelli ha sostenuto che rappresentano “l’essenza del rendere giustizia”. Richiamando al riguardo anche l’alto senso al dovere del giudice Alfonso Giordano, presidente della Corte nel primo maxiprocesso alla mafia tenutosi il 1986 a Palermo. Per meglio comprendere la figura del giudice Giordano va detto che era un insigne e colto civilista con esperienze di pretore mandamentale. Contrariamente al defilamento di tanti suoi colleghi, si offrì spontaneamente a ricoprire il ruolo di presidente in quel processo alla mafia che con i suoi 841 imputati fu definito dal giudice Giuseppe Maria Ayala ‘la Treccani’ di coloro che anteponevano il proprio interesse a quello delle gente e per questo portati a schiacciare regole, diritti, uomini, donne, vite. Canta Storie Marina di Ginosa, a fuoco la Pineta Regina Bruciati due ettari a ridosso della strada, l’ipotesi è colposa Tra le varie ipotesi quella colposa è la più accreditata negli ambienti. In quella zona, soprattutto in estate, si verifica un abbondante passaggio e bivacchi di ambulanti o più in generale di extracomunitari. Il passaggio è infatti segnato da resti di fuochi accesi nei pressi di montagne di lattine di birra, cartoni di vino e cicche di sigarette. Se non è certa la causa quantomeno quanto visto ne assicura il rischio continuo. Molti fra questi sono solo di passaggio, per molti altri invece si tratta di un percorso obbligato, ripetuto e quotidiano tra il NUOVI “SPAZI” FRA GLI ALBERI paese e le loro abitazioni, ritrovi, o accampamenti di forsco bruciati. Si tratta per lo più di piante di tuna. Povera gente, insomma, scappata da eucalipto bruciate e che, per fortuna, non ci situazioni disumane ed approdati in circomettono lo stesso tempo dei pini per rigene- stanze che comunque tanto umane non lo rarsi. In particolare la zona compromessa è sembrano affatto. Tanto più che ad ogni inquella che costeggia il viale d’ingresso alla borgata, quello su cui si riversano le Uno dei tanti bivacchi in pineta lunghe code festive, all’altezza di viale Napoli. L’incendio non è scoppiato da un momento all’altro. Qualche giorno prima infatti il personale addetto aveva giustappunto sventato un principio di incendio. L’ipotesi è che alcune braci fossero rimaste nascoste nel sottobosco e quiescenti fino allo scoppio successivo. La parte più difficile dell’intervento, che ha visto impegnati uomini e mezzi del Corpo Forestale dello Stato e dell’Arif, non è stata tanto quella di spegnere le gente movimento di persone - historia mafiamme quanto quella di assicurare proprio gistra – corrisponde sempre un altrettanto il sottobosco. È per questo motivo che si è copioso movimento di soldi che viaggiano reso necessario l’intervento del Canadair. appunto nel verso di chi sfrutta queste siLa situazione al momento è sotto control- tuazioni. Magari affittando un metro quadro lo 24 H dagli uomini dell’Arif che hanno già di casa a testa in nero o chissà col ritorno di provveduto a ripristinare e mettere in sicu- qualche nuovo caporale poliglotta. Michelangelo Zanelli rezza tutta l’area. Certo per fortuna non ha avuto le stesse dimensioni dell’incendio scoppiato negli stessi giorni nella vicina Chiatona. Ma anche la Pineta Regina di Marina di Ginosa ha vissuto momenti di trepidazione, sorvolati dal rombo di un Canadair che ha fatto la spola con il mare più e più volte per riuscire a circoscrivere il danno ai “soli” due ettari di bo- scherzi a parte VERSUS Le favole di Grim di from Eupalla Il legno d’esterno colpito, in bambola il Balo assopito, poi De Rossi a lato d’istinto, Montolivo coi riflessi passivo, Nocerino fuorigioco d’un palmo, il destino per poco in disarmo sull’undecimo metro fatale, col piede rappreso nel finale che incede: penultimo giunge da Pirlo, all’urlo sotteso, il dolce al cucchiaio. * Buon trend in semifinale non menta: eurobond pro Stivale consenta. n. 13 - 30 giugno 2012 De Crescenza 7 C’era una volta, non lontano da qui, il paese di Occhiocitrullo, tanti e diversi erano gli avvenimenti che lì accadevano ma, strano a dirsi (oppure no!?), gli effetti che procuravano erano sempre simili… nel senso che quelli belli destavano felicità ma… anche quelli brutti. Infatti, in quello straordinario villaggio, anche una sconfitta (o una perdita) poteva rendere felice. In altre parole: come si fa a gioire dopo aver perso! Appena dopo il torneo per la conquista del trono, vinto dal cavalier Dellepalme che ebbe facilmente ragione su messer Felicione, quest’ultimo, a cui non si erano ancora rimarginate le ferite, subito proclamò: « Sono pronto a mettere, nelle mani del casato degli aPpieDati, la mia spada, il mio coraggio, la mia esperienza… a sostegno dei giovani condottieri di belle speranze che si apprestano a prendere il comando del nostro nobile casato!» Da quel momento per salutare con allegria e con la dovuta gratitudine la gentil concessione, per le vie di Occhiocitrullo si cominciò a canticchiare il noto ritornello: “Para pa punzi pera, para pa punzi pa! Abbiamo un comandante, più che abbondante! Para pa punzi pera, para pa punzi pa!/ E felici andiam cantando, Para pa punzi pera, para pa punzi pa! /E se felici siam per convinzione, diciamo tante grazie a Felicione, Para pa punzi pera, para pa punzi pa!” Tuttavia a molti, quell’allegro ritornello non andava giù e non avevano nessuna voglia di canticchiarlo. Tra questi c’erano gli amici della Vispa Teresa, che, pur di evitarsi quel gorgheggio, avevano escogitato un trucco (detto d’Ulisse): s’erano fatti dei minuscoli tappi per le orecchie, così da non ascoltare quel ritornello che (a dire il vero) ritenevano proprio insopportabile. Tra gli improvvisati coristi del casato degli aPpieDati, ben presto la questione del trucco d’Ulisse, fece serpeggiare un visibile malcontento che non ci mise nulla a trasformarsi in una lotta sorda e senza quartiere che, anche nel tempo, non accennava a sedarsi. E, in quest’aria, a dir poco, infuocata, venne il tempo in cui in paese si celebrarono le feste dei casati. Anche gli aPpieDati decisero di celebrare la loro. Fu a quel punto che un giovane di belle speranze disse con tono solenne: «Amici, a noi, in questo momento di festa, tocca glorificare il nostro condottiero messer Felicione per la sua magnanimità e per la sua lungimiranza!!!....» Alla parola lungimiranza, i presenti rimasero di stucco. Di fronte a quel rimanere il giovane dotto, don Mimì Dellavalle, riprese il discorso: «Sì amici cari – continuò - oserei dire miei compagni di ventura, ho detto bene lun-gi-mi-ran-za!... E vi spiego perché! Dovete sapere che mentre noi tutti eravamo intristiti per la sconfitta di messer Felicione, nel duello per la conquista del trono, nel mondo e … badate bene, dico mon-do… prendeva piede un nuovo modo di pensare: quello della decrescita felice… E… (che geniacci che siamo!)... Chi meglio di noi può parlare di decrescita felice? Noi siamo stati capaci di perdere tanti votati alla nostra causa, in una botta sola che… più felice di noi non ci può essere nes-su-no!!!!» «Mohhooo!!!! » Fu il grido di sbalordimento di tutti… «Eravamo troppo avanti con i tempi! Per questo non ci hanno capito…» disse qualcuno dei presenti. «Sì, l’orologio della storia ha battuto la sua ora!» Replicò un altro e come per incanto, dal basso verso l’alto si levò quel ch’era ormai l’inno degli aPpiedati: “Para pa punzi pera, para pa punzi pa! Noi siamo l’avanguardia della felicità, e le facciam la guardia, Para pa punzi pà, para pa punzi pà!/ E felici andiamo cantando, Para pa punzi pà, para pa punzi pà!/ Felici siamo proprio per convinzione e questo diciamo grazie a Felicione, Para pa punzi pera, para pa punzi pa!” Sicché, da quel momento gli apPieDati di Occhiocitrullo cominciarono a pensare che se fossero diventati di meno, più felici sarebbero stati. E occorre dire che si impegnarono parecchio a diventare sempre di meno e a sognare nuove e più clamorose sconfitte. Infondo, con la decrescita felice sarebbero stati compiutamente felici, soltanto quando fossero scomparsi del tutto. E come dar loro torto? Può essere infelice chi non esiste?... Ma, frattanto che gli apPieDati pensavano a come continuare imperterriti in questo loro inderogabile impegno di decrescere, nel casino della libertà, avvenivano grandi mutamenti. La storia di quel del casino, però, non diventava famosa come il ritornello tanto in voga: “Para pa punzi pera, para pa punzi pà! Abbiamo un comandante, sempre meno abbondante, Para pa punzi pera, para pa punzi pà!/ E felici andiamo cantando, Para pa punzi pera, para pa punzi pà! E felici siamo per convinzione e diciamo grazie delle sconfitte a messer Felicione, Para pa punzi pera, para pa punzi pà!”… Morale della favola: a lavà la cape o ciucce, se perde jiacque e sapone! 8 cronaca n. 13 - 30 giugno 2012 Notizie Flash Rubrica a cura di Giulio Pinto Ancora sugli autovelox della ex SS580 Qualche numero scorso, da questa rubrica, avevamo evidenziato l’assoluta iniquità delle spese di notifica delle multe contestate dai due autovelox fissi, posti sulla SS 580. Chiedevamo ai nostri rappresentanti politici, seduti in Consiglio Provinciale l’assunzione di provvedimenti perché cessasse tale abuso. Nessuna risposta!! D’altronde quanto accade nelle sedi istituzionali è analogo a quanto accade con gli amministratori condominiali. Non già amministratori di proprietà appartenenti ai condomini/cittadini, ma veri e propri gestori di proprietà, come lo Stato, appartenente ai cittadini. In assenza di risposte, un nostro lettore ci ha fatto pervenire lo schema di ricorso al Prefetto, da me già utilizzato. Ecco il testo:” A Sua Eccellenza il Prefetto di TARANTO 74123 Taranto via Anfiteatro 4Ricorre ex art. 203 C.d.S. il sig. ………….. nato il ……. a ………. e residente a…….contro la Provincia di Taranto, in persona del legale rappresentante pro tempore per l’annullamento o l’archiviazione dell’allegato verbale ……………….., notificato il ……………., con cui è stata contestata allo scrivente la violazione dell’art. 142 comma 7 del Codice della strada, in quanto, in data …………, l’autovettura del sottoscritto targata …………… sarebbe transitata al Km 17+990 della ex ss 580 direzione Ginosa-Ginosa Marina a velocità superiore a quella consentita: in particolare veniva rilevata una velocità di ……….. km/h; decurtata, per legge, la tolleranza del 5%, la velocità risultava di ……… km/h, superiore di ……….. km/h al limite di 90Km/h stabilito nel tratto di strada in questione. Il verbale impugnato è illegittimo e deve essere annullato per i seguenti MOTIVI Motivazione erronea, insufficiente e contraddittoria.I verbalizzanti vorrebbero far credere che “la violazione non è stata contestata immediatamente in quanto lo strumento, per caratteristiche tecniche, non consente di accertare la velocità dei veicoli se non dopo che sono transitati davanti alla postazione di controllo.” Così non è! Difatti, l’azienda produttrice del rilevatore di velocità afferma sul suo stesso sito internet www.lindblad.it l’esatto contrario e, cioè, che: “come misuratore di velocità può controllare fino a tre corsie anche in avvicinamento.” Altro profilo di erroneità della motivazione si manifesta nel punto in cui si afferma la presenza a m. 350 e a m. 150 di segnaletica informativa del controllo elettronico della velocità; evidente la contraddittorietà dell’azione amministrativa, avendo il Ministero dell’Interno prescritto tassativamente la segnalazione ad almeno 400 metri prima del punto in cui l’apparecchio di rilevamento della velocità viene collocato (circolare del 03/08/2007). Infine, il verbale non riporta la distanza (che, ai sensi dell’art. 25 L. 120/2010, non può essere inferiore a 1 km.) dell’autovelox dal segnale di limite di velocità. Mancanza di colpevolezza Ai sensi dell’art. 3 della L. 689/1981 “Nelle violazioni cui è applicabile una sanzione amministrativa ciascuno è responsabile della propria azione od omissione, cosciente e volontaria, sia essa dolosa o colposa. Nel caso in cui la violazione è commessa per errore sul fatto, l’agente non è responsabile quando l’errore non è determinato da sua colpa”. Nessun rimprovero può esser mosso al sottoscritto, giacché il margine di ……. km/h é talmente tanto esiguo e denota in maniera indiscutibile che lo scrivente non si è neppure reso conto di commettere l’infrazione: donde la mancanza di colpevolezza. Il sottoscritto non poteva riscontrare un margine così sottile, in quanto l’autovettura targata ……………… è immatricolata con un contachilometri a lancette (e non elettronico) e non è possibile accorgersi della velocità esatta e delle sue minime variazioni. Ma anche se fosse possibile vedere la velocità con precisione assoluta, il sottoscritto era tenuto a prestare la massima attenzione non al contachilometri, ma al traffico e alla strada, che, in quel punto, è molto pericolosa (come riconosciuto anche dal decreto prefettizio prot. 8087/10.3/Gab. del 27/04/2011): in ciò la mancanza di responsabilità e l’assenza dell’elemento soggettivo. Nullità della notificaLa notifica del verbale è nulla in quanto effettuata per il tramite di ditta privata e non, come invece testualmente imposto dal legislatore, attraverso ufficiale giudiziario o messo comunale. Eccesso e sviamento di potere. La voce riguardante le spese postali e amministrative è assolutamente ingiustificata, sol che si pensi al fatto che viene pretesa una somma di € 14,82, superiore al doppio di quella realmente necessaria a coprire i costi, che non dovrebbero superare i 7 euro (€ 2,50 per visura targa, € 0,50 per stampa e imbustamento, 3,90 euro per la raccomandata), talché la Provincia di Taranto, pretendendo una somma eccessiva e spropositata, persegue fini speculativi e non istituzionali, avulsi dall’interesse pubblico alla prevenzione e contrasto dei comportamenti non virtuosi degli automobilisti.P.Q.M. Voglia Sua Eccellenza il Prefetto di Taranto annullare o archiviare il verbale gravato o, in subordine, disporre l’audizione personale del sottoscritto, che si riserva di farsi rappresentare in tal sede. Si allega: 1) il verbale …………….., 2) pagina stampata dal sito www.lindblad.it. Ginosa, ….. Distinti Saluti “ Furto di oggetti di arte Agli inizi della scorsa settimana, di notte, ladri professionisti sono penetrati nel laboratorio di arti ceramiche SU.MO., posto in Laterza, dalla finestre retrostante, nonostante fosse posta ad oltre tre metri dal piano stradale, trafugando opere ceramiche di notevole valore artistico ed economico. I due maestri ceramisti Leo Muscogiuri e Mario Suglia hanno appurato il furto solo il giorno dopo avvertendo prontamente il comando della locale stazione dei carabinieri. Le opere rubate sono marcate e difficilmente potranno essere commercializzate anche in mercati paralleli. Sul sito web: www.maiolichesumo.it sono riportate le foto degli oggetti rubati. Ogni segnalazione è gradita per scovare i malfattori. Brutto incidente stradale in contrada Pantano Un’auto, con a bordo tre ragazzi, è uscita sbandando dalla strada provinciale. Ricoverato in ospedale il conducente della Ibiza , sottoposto ad un delicato intervento chirurgico; con lui viaggiavano due diciassettenni di Ginosa. Per questi ferite guaribili in sette giorni. La dinamica dell’incidente è in accertamento dei carabinieri della stazione marinese. Incidente stradale all’incrocio fra viale Trieste e via Tufarelle Una precedenza non data e tre auto tra cui un autobus, sono rimasti coinvolti in uno spettacolare incidente stradale all’incrocio posto a circa 600 metri da Marina di Ginosa. Fortunatamente solo feriti. cronaca n. 13 - 30 giugno 2012 9 Il disagio mentale al centro di un convegno di Cittadinanza Attiva e Tdm Un enorme cavallo ha destato la curiosità dei ginosini per alcuni giorni. Il disagio mentale al centro di un convegno di cittadinanza attiva e Tdm L’assessore regionale alla sanità, Ettore Attolini condivide la costituzione di un tavolo tecnico permanente. sua competenza ed esperienza, nonché esperto a livello mondiale di “suicidi giovanili”; nel contempo uomo di grande umanità ed umiltà. Caratteristica che ha consentito alla sezione locale di Cittadinanza Attiva ed alla rete del tribunale del malato, di averlo ospite a Ginosa che ha organizzato l’evento in due momenti distinti: alle 17.00 tavolo tecnico alla presenza dell’ass. regionale alla sanità Ettore Attollini, in rappresenta del governo regionale, del direttore AslaTa, Vito Fabrizio Scattaglia, del dirigente del distretto di salute mentale, dott. Francesco Scapati, nonché dei rappresentanti regionali di Cittadinanza, dott. Tonino D’Angelo e del TDM, prf.ssa Silvana Stanzione e dei rappresentanti locali, Michele Catiniello, nella veste di coordinatore di C.A. e della prof.ssa Caterina Giannatelli. Le ragioni dell’iniziativa sonk spiegate dai rappresentanti di Cittadinanza attiva: «Perché ci siamo scontrati con una realtà inimmaginabile nel terzo millennio; di qui la determinazione a dare impulso al cambiamento. Ci siamo resi conto che la gente sente il problema, spesso lo vive… ed in solitudine. Marco Cavallo nasce nel 1980 come simbolo della libertà delle persone con disagio mentale dalla violenza dei manicomi, camice di forza, elettrochoc, cinture di contenzione, buchi nelle brande per defecare. Chi entrava lì non era più un uomo! Oggi è il simbolo della psichiatria moderna che cura, guarisce e non stigmatizza.Il professore è un professionista ed uomo di grande valore e di grande umanità; agli uomini come lui e Basaglia si deve la legge 180, la chiusura dei manicomi, la riconquistata dignità di queste persone che sono divenMatteo Petrosillo è tate, a tutti gli effetti, cittadini, come i cosiddetti “sani”. Ecco cosa hanno chiesto Cittadinanza attiva e TDM, al venuto alla luce il tavolo tecnico, alle istituzioni presenti. 16 giugno scorso. «Vogliamo un CSM che non si limiti a dispensare farmaLa gioia della ci, che si adoperi per l’inserimento sociale e lavorativo dei propri assistiti, che funzioni H24, che abbia persomamma, Federica nale competente e sufficiente al compito da svolgere. Parisi, del papà Efficienza non significa maggiore spesa ma razionale speStefano, del fratelsa. Facciamo funzionare i nostri servizi territoriali , spesso piccoli manicomi a 5000 €/mese e forse un giorno potrelino Giuseppe e mo dire che” essere nati qui non ci ha portato tanto male”. dei nonni è condiTenacemente andremo avanti fino a quando non avremo visa da tutti i soci ottenuto quello che ci siamo prefissi per i nostri amici più indifesi. Un fitto programma di iniziative è già pronto. La del circolo Arci di cittadinanza ha partecipato, si è incuriosita, si è chiesta Ginosa. cosa stesse accadendo, cosa significassero certi simboli, La Redazione del e non è poco. I cittadini, le associazioni, con grande senso nostro giornale di responsabilità hanno collaborato e condiviso. All’Avis, un particolare ringraziamento. Tutti insieme per servizi miaugura al piccolo gliori. Il cavallo è magico, come dice il prof. Dell’Acqua e Matteo e ai suoi noi lo porteremo per tutta la Puglia, perché ( ndr : ricordagenitori una vita di te?) la malattia mentale è come un cavallo che ti galoppa dentro, ma il cavallo non si doma, con lacci di contenimenbellezza e armoti, la sua ansia di correre va assecondata e guidata tra nia. prati verdi e cielo azzurro.» Giulio Pinto Lo scorso 14 giugno, Ginosa è stata al centro dell’attenzione regionale e perché no nazionale con la presentazione del libro “Fuori come va?” del prof. Peppe Dell’Acqua. Sull’edificio dell’ottica D’Alconzo, un grande cavallo, battezzato Marco Cavallo, guardava con attenzione i ginosini che guardandolo si chiedevano chi fosse e che cosa rappresentasse. Un simbolo voluto dai pazienti del manicomio di Trieste, in cui operavano i due professionisti, per rendere pubblico e trasformare quella che fino ad allora era vista come una malattia grave in un vero disagio mentale, imputabile ad altre cause. Un nome che ai più risulta sconosciuto ma che invece rappresenta a livello nazionale ed internazionale un riferimento per lo studio e la cura del disagio mentale. Oltre ad essere autore di diversi libri sul tema, il prof. Dell’Acqua è stato insieme al dott. Franco Basaglia, estensore della legge 180, con la quale furono chiusi i manicomi lager e nacque la psichiatria moderna. Membro della Organizzazione mondiale della Sanità, invitato da tutte le più autorevoli università internazionali, quale la Columbia University, per la Benvenuto Matteo! 10 attualità n. 13 - 30 giugno 2012 Consulta dei giovani di Terra Ionica. Galeota: “I giovani vogliono solo partecipare. Nostro compito è permettere loro di farlo”. Una nota stampa dell’assessore provinciale Marta Teresita Galeota, a commento della prima seduta organizzativa dell’assemblea. Si è svolta, nei giorni scorsi, la seconda assemblea organizzativa della Consulta provinciale dei giovani di Terra Ionica. L’incontro, ha permesso ai componenti dell’assemblea di conoscersi e di discutere dei diversi punti tematici sui quali focalizzare l’operato del Consiglio dei giovani. Nicolas Sarkozy Non è mancato un pensiero all’attentato che ha colpito la scuola Morvillo-Falcone di Brindisi. Ai superstiti della strage, e a Melissa, che con il suo sacrificio è diventata il simbolo non solo della tragedia, ma anche di un territorio complesso quale è il brindisino, che non vuole rassegnarsi all’etichetta di terra sconfitta e che con forza è, al contrario, la dimostrazione di quanto il motore propulsore del cambiamento della società sono proprio loro, i giovani. Dopo questo iniziale momento di riflessione, l’assemblea ha individuato i settori che orienteranno le aree di interesse e di attenzione della Consulta. Cinque, al momento, le proposte dei tavoli tematici: benessere della persona, sviluppo del territorio, attività sportive, valorizzazione del territorio, gestione del territorio. Una scelta che identi- fica e qualifica l’assemblea “costituente” è stata quella di rimandare l’elezione dell’organo deliberante e del suo presidente. Una lezione di buona politica, quella che giunge da questi giovani, capaci, impegnati e mai rassegnati che lanciano un messaggio forte all’attuale classe dirigente: unico metro di valutazione il proprio operato. Solo dopo una più approfondita conoscenza e dopo aver tracciato le linee di azione della consulta, perfezionato regolamento e statuto, si procederà con la nomina dei rappresentanti. La migliore dimostrazione di quanto non è affatto vero che i giovani sono lontani dalla politica, ma che non aspettano altro che l’occasione per partecipare, intervenendo direttamente e modificando quello che, secondo loro, non va bene nell’attuale sistema di rappresentanze. Dalla prossima settimana, invece, partiranno i lavori delle cinque commissioni, che permetteranno dopo l’analisi, sotto le diverse sfaccettature, del territorio provinciale, anche la redazione delle proposte risolutive, di sviluppo, nonché di crescita. Lospinuso (PDL): “Non distrarre le risorse per i malati di S.L.A.” caricatura disegnata da Giorgio Morea I“Non si può lasciar cadere la pesante denuncia del “Comitato 16 Novembre Onlus”, che raccoglie malati “S.L.A. e di altre patologie altamente invalidanti, sull’utilizzo da parte della Regione delle risorse destinate dallo Stato alle famiglie colpite da tali gravissimi drammi. Essa contiene due accuse, la prima in relazione ad una destinazione quantomeno impropria di buona parte di tali risorse (per esempio, a “fantomatici ricoveri di sollievo in strutture totalmente inadeguate” o ad una misteriosa “Formazione” di parenti già purtroppo ampiamente edotti da una desolante esperienza quotidiana); la seconda ai ritardi accumulati nell’erogazione di quel che resta alle famiglie interessate, che dovrebbero essere le uniche ed esclusive destinatarie delle somme in questione. L’Assessore Gentile ha fornito risposte argomentate, ma che meritano di essere confermate da ulteriori verifiche e fatti concreti. Quel che è certo è che non un solo centesimo di questi fondi deve essere sprecato e non un solo giorno perduto nel loro utilizzo ai fini per cui sono stati stanziati, e cioè al sostegno dei disagi tremendi delle famiglie chiamate ad assistere malati di S.L.A.” Per la Segreteria Tommaso Francavilla attualità n. 13 - 30 giugno 2012 Modalità e forma e contenuto della convocazione all’assemblea di condominio Rubrica a cura di Wanda Pucci Nel precedente numero abbiamo parlato dell’Assemblea di condominio, in questo numero, approfondiremo il tema della convocazione dell’assemblea, quindi le modalità e la forma di convocazione. L’amministratore deve convocare tutti i condomini aventi diritto o a mezzo raccomandata a mano, facendo cioè circolare un foglio su cui ognuno può apporre la propria firma per presa visione, o con la classica raccomandata con ricevuta di ritorno. E’ opportuno infatti che l’amministratore si procuri la prova dell’avvenuta convocazione, per cui, pur nel silenzio della legge, che non prescrive formalità particolari, è da escludersi qualsiasi forma di convocazione verbale. L’assemblea deve essere convocata lasciando almeno cinque giorni tra il momento del ricevimento della comunicazione e quello dell’assemblea. I cinque giorni iniziano a decorrere dal giorno seguente al ricevimento dell’avviso da parte del condomino. Non esistono giustificazioni, nemmeno di forza maggiore, che possono far abbreviare tale termine. L’amministratore deve dunque provvedere a spedire gli avvisi di convocazione con notevole anticipo. In caso di mancanza di tempo potrà avvalersi dell’operato dell’ufficiale giudiziario o della consegna a mano. L’avviso di convocazione deve contenere tutti gli elementi idonei a individuare il luogo, la data ed ora dell’incontro. E’, inoltre, consigliabile che nell’avviso di convocazione sia indicata eventualmente la data dell’assemblea di seconda convocazione, tenendo presente che essa non deve essere tenuta ne nello stesso giorno, ne oltre dieci giorni dalla prima. L’assemblea, inoltre, non deve essere convocata in orari impossibili, e pur non essendo previsto un luogo preciso per la convocazione dell’assemblea, bisogna evitare che taluni condomini evitino di partecipare a causa della scelta della sede, per esempio di partito o di appartamento di condominio in lite con altri ecc. L’assemblea potrebbe essere tenuta anche molto distante dal condominio, per es. d’inverno, per una seconda casa estiva, pur essendo opportuno tenerla nel comune dove vive la maggior percentuale di condomini. Un invito esplicito a disertare la prima convocazione per presentarsi direttamente alla seconda per aggirare le difficoltà relative alla costituzione delle maggioranze necessarie, spesso difficili da raggiungere, fa sì che l’assemblea effettivamente convocata, dovrà ritenersi di prima convocazione anziché di seconda, con tutte le conseguenze che ne derivano. Per maggiori informazioni mi potete contattare ai seguenti recapiti:Studio Pucci, Via G.Parini, 28 - Laterza (Ta) E-mail: [email protected] Cell. 347.2955747 Facebook: Studio Pucci Il piacere di leggere un libro Rubrica di Viola Lavermicocca È INIZIATO COSÌ di Penelope Lively Tutto inizia (appunto) da uno scippo subìto da Charlotte, un’anziana prof. in pensione; la caduta le provoca una terribile frattura all’anca che la costringe a trasferirsi per un periodo dalla figlia Rose. La stessa Rose dunque si trova a non poter più accompagnare ad una conferenza l’accademico di storia dell’Ottocento Lord Henry; sarà sostituita dalla nipote Marion. Marion a sua volta manda un messaggio al suo amante Jeremy per avvisarlo che dovrà mancare al loro appuntamento: l’sms viene letto dalla moglie di Jeremy, Stella che… Insomma uno Sliding doors letterario si potrebbe definire questo libro; un insieme di storie nate da una circostanza fortuita che condiziona le vite dei vari personaggi e che offre lo spunto per riflettere sui momenti di svolta che la vita regala. 11 12 attualità n. 13 - 30 giugno 2012 Noi e il Fisco Decreto Sviluppo Approvato dal Governo in data 15 giugno, il decreto per lo sviluppo, che riguarda amministrazioni pubbliche , imprese e privati cittadini. Bonus ristrutturazioni per la casa Il bonus ristrutturazioni per le unità immobiliari abitative aumenta dal 36% al 50%; gli interventi interessati sono quelli effettuati fino al 30 giugno 2013. Il limite si spesa massima agevolabile sale a 96 mila euro (quello attuale è 48 mila) per ogni unità immobiliare. Non occorre inviare preventivamente la comunicazione al Centro Operativo di Pescara. Non è più obbligatorio distinguere in fattura il costo della manodopera. L’agevolazione fiscale va spalmata in dieci anni. Bonus risparmio energetico Con il decreto sviluppo sono stati rivisti gli incentivi per i lavori di riqualificazione e risparmio energetico degli edifici. Fino al 31 dicembre 2012 è confermato il bonus nelle misure del 55%. Dal 1° gennaio al 30 giugno 2013 il bonus è ridotto al 50%. Gli interventi agevolabili sono: sostituzione di infissi, cambio della caldaia con modello a condensazione, il montaggio di pannelli solari per la produzione di acqua calda. Dal punto di vista procedurale, oltre al bonifico tracciabile occorre inviare all’Enea la documentazione entro 90 giorni dalla fine del lavori. Per gli interventi più consistenti occorre anche la certificazione energetica. Dott. Mario D’Alconzo attualità A Ginosa la Festa del PD Il 29 Giugno 2012, il Partito Democratico dà il via alla prima, delle tre giornate (30 Giugno e 1 Luglio 2012), che caratterizzeranno la Festa Democratica, quest’anno con un’impronta diversa rispetto agli anni scorsi. La Festa tenderà a valorizzare gli ideali di Libertà, Crescita, Lavoro e Ambiente che animano da sempre il Partito Democratico ed i componenti e collaboratori dello stesso. Lo spirito di questo evento sarà all’insegna della riflessione, dello svago e soprattutto delle idee; a proposito di quest’ultime, ad aprire la manifestazione sarà l’ideatore del “Movimento per la Decrescita Felice”, Ing. Maurizio Pallante, intervistato dal giovane componente del coordinamento del Partito Democratico Francesco Castria, con il quale cercheranno di rispondere al quesito se, ad oggi, è possibile avere crescita eco-sostenibile che salvaguardi del servizio, Assistente Sociale, Educatore Professionale, Ausiliari. Il Consiglio Comunale presieduto dal Consigliere Comunale Vito De Palma in data 24/4/2011 in piena campagna elettorale per l’elezione del Sindaco e del Consiglio Comunale approva una delibera per il “DOPO DI NOI” per la cessione in comodato di uso gratuito all’ANFFAS dell’immobile destinato al Dopo di Noi. Se il P. di Z. prevede la gara pubblica per l’affidamento del servizio, la domanda nasce spontanea, è stata una presa in giro? o cos’altro?. Il risultato è che il triennio sta per finire e i 10 disabili gravi aspettano una sistemazione e circa 5 disoccupati che potevano lavorare sono a spasso. Tutti i responsabili di questa situazione si devono V E R G O G N A R E non si specula sui DISABILI. Il Sindaco e l’ss. Alle Politiche Sociali come intendono risolvere il problema? e dicano, per caso, la motivazione per qui non convocano il tavolo di concertazione (ripetutamente sollecitato) è perchè non si vuole discutere di queste cose ? Alla faccia della trasparenza! I CITTADINI HANNO IL DIRITTO DI SAPERE Vincenzo Caldarulo Segr. Prov. Spi-Cgil - Taranto e tuteli il nostro territorio, all’insegna del binomio sviluppo - sostenibile. Non meno importante sarà la serata del 30 Giugno che vedrà il dibattito tra esponenti del PD locale, moderato da Franco Colucci, i quali si interrogheranno sul futuro del nostro Paese, saranno presenti i consiglieri comunali, l’Assessore provinciale, il segretario provinciale e il segretario di circolo. Il primo Luglio serata di chiusura, ricca di ringraziamenti, verso tutti coloro i quali, con la loro voglia di fare, avranno contribuito alla riuscita della Festa Partito Democratico. Le tre serate si concluderanno all’insegna della musica e dello spettacolo. Il segretario, Giuseppe Punzi, a nome di tutto il circolo del PD Ginosa, ringrazia anticipatamente i cittadini che, collaboreranno, ognuno a modo suo, al progetto di crescita e di ricerca di un futuro migliore, coadiuvandoci nel “partorire” e a realizzare sempre nuove idee. Il segretario Giuseppe Punzi 13 La scomparsa di Lillino Punzi, il “postino” Il “DOPO DI NOI” chi l’ha visto? Il piano delle Politiche Sociali detto P. di Z. (Piano di Zona) 2010/2011/2012, per l’Ambito 1 prevede nel triennio una dotazione finanziaria di oltre otto milioni di euro, finanziato dal fondo nazionale, regionale, 30% dai comuni dell’ Ambito, Ginosa (Comune capofila), Laterza, Castellaneta e Palagianello e quota Asl per i servizi Socio-Sanitari. Il P. di Z. approvato dalla regione Puglia, dal coordinamento istituzionale composto dai 4 Comuni, dall’Asl e dal tavolo di concertazione (composto dagli Amministratori dei Comuni, dall’Asl, dalle OOSS, dalle associazioni del terzo settore, ecc.) prevede la messa in servizio di 36 progetti per il triennio, con l’impegno di verifica trimestrale sul tavolo di concertazione, come previsto dal protocollo di funzionamento del tavolo di concertazione (firmato anche dai Sindaci dei Comuni). La scheda di progetto N° 16: Servizi e Strutture residenziali (“Dopo di Noi”) Destinatari finali: Disabili gravi senza il supporto familiare, utenti n° 10, attivazione del servizio previsto per il 2011 (presso la struttura sulla SS 580 dopo la casa Famiglia) il costo del servizio è di 400 mila euro finanziato per il 70% dall’Asl e 30% dai Comuni di Ambito, macrovoci di spesa: 291300 costo del personale, 20000 euro attrezzature, 88700 altri costi di gestione. Modalità di gestione del servizio: gestione diretta con affidamento a terzi, tramite gara. Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione n. 13 - 30 giugno 2012 IN RICORDO DI LILLINO PUNZI A nostro zio. Non volevamo che arrivasse mai questo triste giorno ed invece non sei più con noi. “Onesto, perbene, gentile, garbato, buono, brava persona…” erano questi i giudizi che esprimevano su di te le persone che ti hanno conosciuto in quarant’anni di lodevole servizio presso l’ufficio postale; sempre pronto a metterti a disposizione degli altri. Quando eravamo piccoli e ci chiedevano: a chi appartieni? Bastava che dicessimo: “nostro zio è Lillino Punzi” e subito ci riconoscevano. Sappi zio, che il tuo ricordo ci accompagnerà tutta la vita, perché sei stato e sarai il nostro punto di riferimento. Ci ha lasciato una persona perbene. I tuoi Nipoti Ciao nonnino mio, con la tua scomparsa hai lasciato in noi un vuoto incolmabile, sei stato il nostro punto di riferimento, come ti ho definito io: il perno che ha unito la nostra famiglia. Persona generosa, umile, buona, sensibile, sempre disponibile, la tua bontà non ha avuto eguali; queste sono le parole non di una nipote che ti ha voluto e ti vorrà sempre bene ma così ti hanno descritto tutte le persone che ti hanno conosciuto. Hai amato allo stesso modo e in maniera incondizionata tutti i tuoi figli e i tuoi nipoti senza distinzione siamo stati la tua più grande gioia, sono fiera di appartenere a questa famiglia ma soprattutto di appartenere ad una brava persona come te. Sai nonno, quando mi chiedevano a chi appartenevo sono stata sempre orgogliosa di dire: “Sai chi è mio nonno, LILLINO PUNZI - IL POSTINO”, e da quel momento non smettevano di sottolineare che brava persona sei stata. Nonno ricordo ancora la tua gioia il giorno in cui mi sono laureata, le tue parole “Auguri dottoressa” ma il tuo più grande sogno, come il mio, era quello di vedermi con una divisa, un futuro carabiniere come i mie zii e in parte come mio padre, come eri fiero quando ti venivano a trovare in divisa per andare a lavorare, ti si vedeva in faccia che non potevi desiderare di più! Tu che mi hai sempre definito il tuo bastone della vecchia ed eri sempre pronto a difendermi da tutto e da tutti! Non ricordo mai un rimprovero da te anzi ti arrabbiavi quando la nonna mi rimproverava, mi ripetevi sempre di non invecchiare mai, di rimanere sempre giovane perchè a te la vecchiaia faceva paura solo perchè ti poteva fermare e a te non ti ha mai fermato nessuno. Quando mi vedevi mi salutavi con un ciao bellezza e quando ti chiedevo come stavi tu mi rispondondevi sempre: ottimamente male con il sorriso stampato in faccia, ora sono io a dirlo, quando qualcuno me lo chiede, la casa non è più la stessa senza di te. Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me per noi..... Nonno mi manchi tanto ti porterò sempre nel cuore e continua a proteggermi anche da lassù. TUA NIPOTE FLORIANA 14 attualità n. 13 - 30 giugno 2012 “Le meravigliose abilità del corpo” Spettacolo nella pèrformance di fino anno della Società Sportiva Signum, di Giuliana Sannelli in collaborazione con Elia Ranaldo e il prof. Giovanni Semeraro. Il suggestivo mondo delle palestre, scende in piazza per regalare emozioni e sensazioni inusuali ad un pubblico attento e incuriosito, la sera del 9 giugno scorso. Sono gli allievi della Società Sportiva Signum, di Giuliana Sannelli in collaborazione con Elia Ranaldo e il prof. Giovanni Semeraro, che sul grande palco, allestito in Piazza IV Novembre, hanno dato spettacolo nella pèrformance di fino anno intitolata “Le meravigliose abilità del corpo”. Il caldo già esploso, a sorpresa, fin dai primi giorni di questo mese, ha portato, nella piazza principale di Ginosa, non soltanto genitori e parenti degli allievi impegnati nel saggio artistico-sportivo di fine anno della Signum, ma anche curiosi e amanti dello sport che sono rimasti, a fine spettacolo, affascinati dalla bravura e dall’armonia messe in scena con le “Le meravigliose abilità del corpo”. La serata, condotta da un poliedrico uomo di palcoscenico, Gerardo Sannelli, si è aperta proprio con l’annuncio della bellezza comunicativa del corpo, che col suo linguaggio fatto di “movimento, flessibilità, elasticità, fluidità, equilibrio, forza, unitamente a mimica ed espressività, rende la relazione umana forte e decisa”. E, le due ore passate ad ammirare i piccoli allievi (perfino di 2 anni e mezzo) e quelli dei corsi di livello superiore, sono volate tra movimento, brani musicali famosi e continui applausi. Le esibizioni hanno avuto un ordine di scansione che ha visto impegnati, in una prima parte, allievi piccoli e più grandicelli delle docenti Giuliana Sannelli e Elia Ranaldo in coreografie ritmiche-sportive snodatesi su musiche della tradizione popolare mondiale (bollywood, messicani, indiane, hip hop piccoli ecc.); in una seconda parte c’è stata l’esibizione di allievi dei corsi di livello superiore con performance individuali e di squadra, anche con attrezzi. E, in questa parte del saggio-spettacolo, sul palco s’è scatenata la migliore esibizione dei gruppi di lollipop, ritmica, aerobica, hip hop, fit step ( nell’hip hop le allieve della Signum si sono aggiudicate il secondo posto nella competizione interregionale dello scorso aprile), oltre a movimenti coreografici su famose colonne sonore di film altrettanto noti, lasciando a bocca aperta anche i più scettici tra gli spettatori. La grandiosa prova del lavoro svolto in palestra, nel corso dell’anno, si è conclusa con una spettacolare danza tribale (Afro), particolare pezzo ritmico di percussioni, che ha messo in evidenza come il corpo riesce ad entrare in sintonia comunicativa col ritmo dando vita ad una fusione espressiva ed emotiva che ne coinvolge tutte le sue parti. Infine, la passerella di tutti gli allievi e dei loro Maestri, Giuliana Sannelli, Elia Ranaldo, Giovanni Semeraro, ha strappato applausi a cielo aperto, che si sono prolungati quando il conduttore ha ringraziato tutti i genitori che hanno dato la loro più totale collaborazione per l’elaborazione dei costumi e la signora Damiana Dalena per averne confezionato gran parte. E, prima di dare appuntamento al prossimo anno, un sentito ringraziamento è stato rivolto al SER, a “Emozioni floreali” per l’allestimento scenico, all’équipe del servizio audio e luci Pro-Sound, a Tonino Di Dio, fotografo ufficiale della serata. La consegna di un gadget della Società Sportiva Signum ad un gruppo di allieve, ha fatto calare il sipario sul palco di Piazza IV Novembre. Lina Luisi foto Erasmo Mazzone n. 13 - 30 giugno 2012 Pubblicità pagina intera 15 16 n. 13 - 30 giugno 2012 Pubblicità pagina intera attualità In questo numero de “La Goccia”, parliamo di una grande Artista Internazionale: MADONNA. Molti ritengono che il nome “Madonna” sia solo il nome d’arte scelto dalla cantante per provocazione: in realtà Madonna è il suo nome di battesimo ed era anche il nome di sua madre. Diva capace di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica con i suoi comportamenti e i suoi famosi videoclip, Madonna si è guadagnata il soprannome di “Regina del Pop. Secondo il Guinness dei Primati, Madonna è l’artista donna ad aver venduto di più nella sua carriera, con oltre 75 milioni di album nei soli Stati Uniti, e 200 milioni in tutto il mondo (le vendite sono aggiornate al dicembre 2009). Parliamo del suo ultimo lavoro discografico. Sono passati solo quattro mesi dall’uscita di “MDNA”, dodicesimo album di inediti di Madonna, ma già ci troviamo a parlare del terzo singolo estratto già in onda su Radio RG Studio. La poca distanza temporale tra le uscite dei vari singoli è simbolo di due delle caratteristiche principali di questo ultimo disco della cantante americana. Da una parte infatti dimostra quanto “MDNA” sia un progetto molto ambizioso (visti anche i grandi nomi che lo hanno prodotto, dai Benassi Bros a Martin Solveig passando per William Orbit), dall’altra però è anche sintomo n. 13 - 30 giugno 2012 Le interviste di parliamo di Madonna del discreto ma non pienamente soddisfacente successo dei primi due singoli “Give 17 Me All Your Luvin’” e “Girl Gone Wild”, da cui forse ci si aspettava un po’ di peso mediatico in più. Nonostante questo, “MDNA” ha avuto un ottimo ritorno in termini di vendite e di certificazioni un po’ dappertutto (d’altronde da un nome importante della musica internazionale come Madonna non ci si può aspettare niente di diverso), e a mantenere alta l’attenzione su questo ultimo lavoro in studio arriva in questi giorni la pubblicazione del nuovo singolo “Turn Up The Radio”. “Turn Up The Radio” è un brano abbastanza coinvolgente e ritmato, in cui le melodie molto semplici vengono esaltate da una base dance/electropop leggera e catchy in cui si avverte piuttosto nitidamente la presenza del già citato Martin Solveig in produzione. In questa canzone non c’è molto di più da segnalare, se non il tappeto di effetti sonori elettronici, battiti di mani e cori che caratterizza da un po’ di tempo i brani della signora Ciccone, accoppiati a testi che infondono una buona dose di ottimismo e spensieratezza. Insomma, “Turn Up The Radio” è un discreto singolo che si attesta sul livello dei suoi due predecessori: carino, ballabile, estivo ma niente di particolarmente trascinante. Per carità, non vogliamo sminuirlo, ma l’impressione è che da una grande artista come Madonna ci si possa aspettare qualcosa di molto più convincente. Il futuro? Staremo a vedere ops..., a sentire! Floriana Ribecco. 18 attualità n. 13 - 30 giugno 2012 BALLANDO PER LA SOLIDARIETA’ La IV edizione dello spettacolo della GF Dance. attualità n. 13 - 30 giugno 2012 RACCONTO NON UFFICIALE DI UNA DELLE SERATE PIÙ BELLE DELLA VITA GINOSINA IL CONCERTO “POPULARIA” ORGANIZZATO DALL’ I.C. “G. DELEDDA” DEL 1 GIUGNO 2012 Nel numero scorso, in questa stessa pagina del giornale, era pubblicato questo stesso articolo, purtroppo, con il titolo errato. Questo nostro scritto non vuole essere una semplice errata corrige ma l’occasione per chiedere scusa ai lettori e ai protagonisti della cronaca per l’errore commesso. Ci teniamo, come Redazione, a sottolineare che nessun altro elemento è da insinuarsi nell’errore compiuto (che valutiamo in tutta la sua rilevanza), se non quello dell’umana distrazione. Riteniamo che la ripubblicazione dell’intero articolo (compresa la correttezza del titolo) possa dimostrare l’assoluta nostra buona fede, nell’incidente in cui siamo incorsi. AC Sabato 23 giugno, in piazza IV novembre, è andato in scena “Ballando per la solidarietà”, lo spettacolo della Scuola di Ballo GF Dance patrocinato dal Comune di Ginosa. L’iniziativa, giunta quest’anno alla IV edizione, è destinata alla raccolta fondi che l’ACR di San Martino realizza a sostegno delle attività della Casa Alloggio RE-SISTERE di Carlo Leobardi. La piazza, in un caldo sabato sera, era gremita di gente che ha sottolineato con vivaci applausi le esibizioni dei ballerini allievi della scuola. Complessivamente venti le uscite, nei vari stili di ballo. In apertura di serata una sensuale rumba dei maestri della scuola GF Dance, Gianni Cifarelli e Francesca Clemenza, mentre dietro le quinte era già pronto per l’esibizione il gruppo dei più piccoli: Vito Giannuzzi, Giulio Fasano, Domenico e Gianvito Cazzetta, Maria Carmela Lombardi, Ilaria Maggi, Erika Capotorto, Alessandra De Iacovo, hanno portato grande allegria sul palco, con abiti color del mare, per una salsa ispirata alle musiche del film “La Sirenetta”. A seguire un cha-cha su musica di Michael Jackson. Di seguito gli “assolo” di Giuseppe Capotorto e Angelica Fiorito che si sono esibiti negli stili della bachata, del paso doble e della samba. In chiusura di questa prima parte, l’assolo di Michele Sannelli e Carmen Mongelli, per un divertente jive. Ma nella serata, non solo balli di coppia: per le coreografie di gruppo, sulla musica della famosissima “The leon sleep tonight”, si sono esibite Susanna Vestita, Silvia Russo, Giada Russo, Francesca Casarola, Erika Capotorto, Francesca Grano, Marianna Grano. Per chiudere questa sezione, il gruppo dello show latino, con Simona Montone, Angelica e Rossella Fiorito, Giuseppe Capotorto, Erika Andreula, Carmen Mongelli, Carmen Scalise, Angelica Pizzulli. Non sono mancate le coreografie hip hop del maestro Giacomo Ranaldo, collaboratore della scuola GF Dance. Il gruppo completo era formato da William Rosato, Giovanni Petrelli, Cosimo Petrelli, Antonio Gargano, Simona Mongelli, Rayssa Guarino, Vitalba Ranaldo, Vito Giannuzzi, Domenico Cazzetta, Gianvito Cazzetta, Angelica Fiorito, Maria Carmela Lombardi e, dulcis in fundo, la più piccola allieva della scuola di ballo Grazia Pia Ranaldo (solo 4 anni!). In chiusura, bellissimo il medley di Madonna in cui si é esibito anche il maestro. La serata, è stata presentata da Lucio Cantore e Massimo Rotunno, che hanno saputo dare i tempi giusti, animandola con simpatici sketch. Ospiti della serata, anche delle bellissime voci: Nico Cardinale ha cantato Semplicemente ciao e Halleluja; Rossella Fiorito si è esibita sulle note di Sono solo parole; gli allievi della Scuola di Musica Symbola, Anna Guarnieri e Francesco Dell’Orco, hanno cantato Life is beautiful (di N. Piovani) e New York New York. Dopo gli interventi del Sindaco di Ginosa, Dott. Vito De Palma, del Delegato alla Cultura Bradascio, del Consigliere Regionale Pietro Lospinuso, del Consigliere Di Taranto e del Responsabile ACR, la serata si è chiusa con un grande torta, per festeggiare i 5 anni di attività della Scuola GF nce. La serata è stata realizzata anche grazie al supporto di alcuni sponsor, a cui va un sentito grazie: MOVI, ART UNIFER, MONDIAL FAUNA, L’ANTICA VOLTA, geom. GIANNUZZI COSIMO, L’ALTRA PORTA, SALUMERIA da PATRIZIA, EDICOLA DEL POGGIO, EDIM GIAMPETRUZZI, BOZZA FRANCESCO, GENUSIA AGENZIA. Un ringraziamento particolare alla parrucchiera FILOMENA CALABRESE di Fascino Femminile, che ha realizzato le acconciature di tutti i bambini e ragazzi. Tante altre le persone che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione: un grosso grazie a tutti, ma soprattutto agli allievi ed ai loro genitori. L’appuntamento è per la V edizione, nel 2013. Ora, per tutti, una meritata vacanza. Vi aspettiamo a settembre per le nuove iscrizioni… Buone vacanze a tutti! GF Dance Foto Erasmo Mazzone 19 Io che di musica non me ne intendo proprio, chiamata a scrivere “due parole” sul concerto Popularia magistralmente organizzato e musicato dall’Orchestra dell’I. C. “G. Deledda” accompagnato dal Coro Stabile Arcobaleno (che quest’anno ho visto cresciuto anche con la presenza di alcune mamme). “Dev’essere impazzito il collega che me lo propone!” penso tra me e me, mentre tento di declinare il cotante imbarazzante invito. Non sono affatto all’altezza di spiegare come quelle note, in un crescendo sempre più impegnativo, man mano riempivano il Teatro, ma che dico … lo inondavano! Io non me ne intendo, mi son solo lasciata prendere dalla musica, un po’ dall’emozione, un po’ dall’euforia di trascorrere una bella serata rilassante a Teatro. Ah, seduta lì nella mia bella poltroncina mi son goduta lo spettacolo. Dopo il consueto Inno Nazionale, che in Italia, ormai solo dopo 150 di Unità abbiamo imparato tutti, la musica ha seguito il suo percorso storico … io non me ne intendo minimamente, ma ho captato che c’era una storia che si stava raccontando. Da “O sole mio” alla “Carmen”, da “Funiculì Funiculà” a “Superstition”, da pezzi di impronunciabili musicisti russi a quelli più nostrani del Gruppo di ricerca popolare che cantando “Ginosa quand sì bell …” hanno inserito la nostra più modesta cittadina nel più ampio contesto musicale mondiale. Che intreccio di culture, che connubio artistico hanno saputo realizzare i miei stimatissimi colleghi di strumento musicale, sempre supportati da tutti gli altri colleghi che capiscono be- ne le fatiche che si affrontano nello studio della musica suonata e cantata, in una parola: vissuta col cuore, dai nostri ragazzi. Ma il pezzo che ha fatto scendere giù la platea -personalmente parlando- è stato sicuramente “Another brick in the wall”. Ricordo che quando la cantavo io a squarciagola ai tempi del liceo – è da allora infatti che mi hanno letteralmente proibito di cantare per il resto della mia vita!- volevamo scuotere il mondo con la nostra rabbia e le nostre proposte di cambiamento. Non dico che ci sia stato un messaggio del genere mandato a noi che oggi siamo dall’altra parte della cattedra, ma forse anche si, visto che non bisogna mai dimenticare che cosa significa essere “ragazzi”, che vogliono stravolgere le regole, che non ammettono che possano mai servire a crescere; quel grido finale “Hey teacher leave them kids alone!” ha fatto vibrare un bel po’ di cuori di quel Metropolitan di una serena serata di inizio giugno. E poi c’è stato chi, evidentemente molto più esperto di me in materia, ha decantato la bravura indiscutibile dei ragazzi, mettendo addirittura in dubbio che fossero solo 3 anni che studiavano la musica; senza contare che lì sul palco c’erano anche quelli che la studiano da meno tempo! In definitiva il successo ha trionfato. La musica ha il dono di rappacificare, di colmare le differenze, di riempire i vuoti, di farci sentire tutti parte della stessa famiglia. Bisogna andar fieri di farne parte. Io però non me ne intendo affatto di musica, quindi non sapendo cosa scrivere sull’argomento, credo proprio che l’articolo non lo scriverò … Gemma Vernoia foto Erasmo Mazzone 20 attualità n. 13 - 30 giugno 2012 I Cavalieri del Guiscardo hanno fatto centro! Successo di pubblico per il palo della cuccagna. Mercoledì 13 giugno 2012, la magia del palo della cuccagna si è rinnovata e piazza IV Novembre si è riempita fino all’inverosimile per ospitare uno spettacolo straordinario. Ancora una volta, i Cavalieri del Guiscardo hanno dimostrato tutta la loro abilità e il loro saper fare riuscendo a realizzare una manifestazione davvero popolare. Raccontiamo la manifestazione in ogni suo aspetto. Alle ore 20, partenza dal frantoio sociale del corteo storico, che ha rappresentato il carro, scortato dai cavalieri, sul quale erano custoditi viveri e leccornie (i premi in palio), destinati ad essere appesi in cima al palo. Era, questa, una tradizionale festa in onore di Sant’Antonio e, all’epoca i cibi da mettere in palio erano realmente scortati, tanto erano preziosi e ambiti come premio. Nella ricostruzione che ne hanno fatto i cavalieri del Guiscardo, non hanno trascurato nessun dettaglio. Dopo un percorso per le vie cittadine, alle ore 21 il corte è giunto in piazza. Dopo di che sono state presentate le squadre partecipanti al Palo della Cuccagna e sono state sorteggiate per stabilirne l’ordine di gara. Sei le squadre partecipanti: Piazza Orologio, Associazione Cavalieri del Guiscardo, Rione Carmine, Associazione Cavalieri Madonna D’Attoli, Bar Venezia, Pierino. La vittoria simbolica è stata assegnata alla squadra che è riuscita a catturare il maggior numero di premi. I vincitori sono stati due: alla squadra del Bar Venezia è andato il premio per il maggior numero di pacchi conquistati e alla squadra del rione Carmine, composta da cittadini rumeni, è andato il premio in denaro che era un pacco a sorpresa, conquistato appunto da questa squadra. Nel corso della serata è intervenuto il Sindaco di Ginosa Vito DE Palma che ha avuto parole di elogio per gli organizzatori. La serata è stata condotta con grande abilità da Maurizio Ranaldo che ha condito il tutto con una grande dose di capacità d’intrattenimento e di umorismo. Infatti si è fatto aiutare, nel raccontare gli eventi, dal presidente dell’Associazione organizzatrice Tonino Lovecchio. Molto applaudita anche l’esibizione della cantante Francesca Masella che ha deliziato il pubblico con la sua stupenda voce. Tanti applausi per tutti e soprattutto per Vincenzo Pignalosa che con il suo cavallo attualità 21 3º Raduno Ippico Città di Ginosa I Cavalieri della Madonna D’Attoli guidano una escursione in gravina e preparano le manifestazioni estive Domenica 17 giugno, i cavalieri della Madonna D’Attoli hanno organizzato il 3º Raduno Ippico. La manifestazione ha visto una nutrita partecipazione di cavalieri (circa cinquanta), provenienti da tutti i paesi del circondario. Al presidente dell’Associazione, Mimmo Volpe, abbiamo chiesto di spiegarci il significato del raduno. «Intanto vorrei sottolineare che il nostro Raduno, giunto alla 3ª edizione – ci dici Mimmo Volpe – sta riscontrando un sempre maggiore successo e, di anno in anno, aumentano i gruppi di cavalieri che vi partecipano. Quest’anno ai Comuni della provincia di Taranto si sono aggiunti altri del materano e del barese. Una cinquantina di cavalieri sono giunti nel nostro territorio per ammirare le stupende ha aperto la sfilata. Il presidente dei Cavalieri del Guiscardo, Antonio Lovecchio, ha voluto ringraziare quanti hanno permesso la realizzazione della manifestazione a cominciare dall’amministrazione comunale e dai tanti sponsor. Un ringraziamento particolare è stato rivolto alla Polizia Municipale, al SER e ai Carabinieri che hanno consentito con la loro sorveglianza il buon andamento di ogni momento della manifestazione. Un grazie di cuore, Lovecchio, lo ha rivolto agli amici Cavalieri della Madonna D’Attoli che insieme ai cavalieri del Guiscardo hanno scortato il carro con i doni. Alla fine il signor Lovecchio ha ricordato i prossimi appuntamenti dei Cavalieri del Guiscardo: la X edizione del Memorial Gianfranco Lovecchio, la Festa del Miero (u’ rezule de u miere nuove). Che dire, una gran bella festa popolare che ha saputo evidenziare come tradizione e divertimento possono viaggiare insieme. Con questa manifestazione si è aperta la tradizionale programmazione degli eventi estivi che animeranno anche quest’anno l’estate ginosina. EsseGi foto Erasmo Mazzone n. 13 - 30 giugno 2012 ricchezze artistiche e ambientali di cui disponiamo. Ovviamente il nostro primo obiettivo è quello di socializzare tra le diverse associazioni e trascorrere insieme una giornata a cavallo. Ginosa, con il suo scenario naturale si presta bene a questo tipo di escursione e, posso dire che tutti hanno apprezzato il percorso realizzato.» Presidente, ci vuole spiegare il percorso? «Siamo partiti alle nove, dalla contrada Palombaro e percorrendo la gravina della contrada Difèsa, siamo arrivati fino a via Cavese percorrendo il letto della gravina che costeggia Ginosa, quella dei rioni Casale e Rivolta. Fin quando vi è stata anche la confluenza di due gruppi di cavalieri, uno partito da Laterza e l’altro partito da Ginosa. Dopo una breve pausa per permettere ai cavalli e ai cavalieri di riposare, ci siamo recati, percorrendo la gravina che costeggia il campo sportivo, presso la tenuta Cantore dove abbiamo pranzato insieme. Tutti si sono detti soddisfatti e hanno espresso la volontà di ripetere l’esperienza al più presto.» Qualcuno mi raccontava che ci sono state lamentale per le condizioni delle nostre gravine… «Due anni fa abbiamo percorso la gravina con le carrozze. Quest’anno non era possibile passarci. Troppi residui derivanti dalle piene che la gravina ha avuto questo inverno… tanto per fare un esempio, le condotte fognarie divelte e i tombini aperti. Presidente vuol preannunciarci il programma estivo di attività? «Cominceremo con la sfilata di carrozze d’epoca a Marina di Ginosa il 15 luglio, il 26 luglio il Palio degli Anelli a Ginosa, il 9 agosto Palio degli Anelli a Marina di Ginosa, l’11 agosto Giostra de U’ Munachicchie a Ginosa, 9 settembre sfilata di carrozze d’epoca a Ginosa. Fino a oggi siamo riusciti a centrare tutti gli obiettivi e pensiamo di centrare anche gli altri.» Presidente, la vostra associazione sta collaborando per una nuova iniziativa… ci vuole raccontare? «Stiamo organizzando un nucleo di Protezione Civile a cavallo. Questo gruppo ha una duplice funzione, tutelare l’ambiente e al tempo stesso essere un supporto efficace per la prevenzione incendi. La funzione è quella di perlustrare i nostri boschi e le nostre pinete, al fine di segnalare eventuali violazioni ambientali e, al tempo stesso, essere un avamposto efficace per la segnalazione di eventuali incendi. La denominazione di questo nucleo è: Associazione Regionale Equestre di Protezione Civile. Insomma, i Cavalieri vogliono essere protagonisti della difesa del nostro patrimonio ambientale e vogliono contribuire attraverso una specifica organizzazione.» Salutiamo il presidente dei Cavalieri della Madonna D’Attoli che ci dà appuntamento al prossimo 15 luglio a Marina di Ginosa. SG 22 argomenti n. 13 - 30 giugno 2012 L’ Istituto Comprensivo “G. DELEDDA” presenta… “GLI OSCAR DELLE ECCELLENZE” In una serata da far invidia ai più famigerati Oscar del cinema, premiati gli studenti che hanno raggiunto livelli d’eccellenza nelle discipline scolastiche. GINOSA 21/06/12 – Un palco adornato con statuette degli Oscar, una grande orchestra e coro ad allietare la serata, gente visibilmente commossa; sembra di essere al Kodak Theatre di Hollywood per la serata degli Oscar, invece è il cortile dell’ Istituto Comprensivo “G. Deledda” a Ginosa, trasformato in un piccolo teatro per una notte, sì degli Oscar, ma per meriti scolastici. Serata voluta fortemente dal preside prof. Alessandro Calabrese per premiare non solo i risultati d’eccellenza, ma soprattutto per valorizzare i giovani talenti ginosini. Premiati gli studenti più meritevoli, che hanno raggiunto i massimi traguardi sia nelle discipline scolastiche, sia in quelle musicali. Presenti alla serata le autorità comunali e a far gli onori di casa l’orgoglioso preside Calabrese. La serata è iniziata con un’ introduzione musicale da parte del coro e dell’orchestra della scuola che hanno intonato l’ “Inno della Deledda”, e due brani della tradizione musicale napoletana, “O’ sole mio” e “Funiculì, funiculà”. Si è passati così alla premiazione delle eccellenze, quattro per ogni classe, a partire dalla primaria fino alla secondaria di primo grado, con la consegna di un’ attestato di merito per i traguardi conseguiti. Al termine della premiazione sono stati invitati a salire sul palco i migliori tra i quattro canditati per classe, il migliore tra i migliori, ai quali è stata consegnata una borsa di studio dal valore di 50 euro, offerta dal sig. Apollaro. Diverso il premio per il migliore di ogni quinta elementare, ai quali è stato consegnato un PC portatile ciascuno, dono sempre del sig. Apollaro. Seguono i nomi dei premiati per ogni classe della primaria: 1^A – Inglese Pietro; 1^C – Scarati Matteo; 2^A – Prencipe Cinzia; 2^B – Lovecchio Rebecca; 2^C – Dalconzo Francesca; 2^D – Grasso Lucia; 3^A – Muro Angelica; 3^C – Tortorella Maria Letizia; 3^D – Mercante Miriam; 4^A – Cazzetta Gianvito; 4^C – Priore Alessandro; 5^A – Di Tinco Francesco; 5^B – Calabrese Lisa; 5^C – Serra Luigi; 5^D – Gigante Aurora. Poi, si è passati alla premiazione dei primi tre classificati al concorso indetto dall’istituto stesso “ Il logo della mia scuola”, che prevedeva la realizzazione di un progetto grafico per un nuovo stemma d’istituto. I premiati sono stati: 1- Caruso Giuseppe (classe 2^D – media) 2- Pagone Rossella ( classe 3^A – elementare) 3- Accetta Damiano (classe 2^C – media) Al termine, il pubblico è stato deliziato dalla musica tradizionale ginosina interpretata degli “Amici della fisarmonica”, allegre melodie che hanno introdotto una nuova categoria di premiazioni, quelle per i talenti delle classi ad indirizzo musicale. I più meritevoli, anzi i veri talenti, distintisi nelle loro classi musicali, sono stati premiati dal M. Angelo Nigro, eccellenza ginosina della musica conosciuto a livello nazionale. Hanno ricevuto l’attestato di merito quattro ragazzi per ogni classe e, tra i quattro, è stato premiato il migliore in assoluto per strumento, che ha ricevuto una borsa di studio dal valore di 50 euro. I premiati sono stati: Pontrelli Marco (classe di chitarra) Moro Claudio ( classe di pianoforte) Tarantini Alberto (classe di violino) Calabrese Michele (classe di clarinetto) Di Fonzo Michelangelo (classe di percussioni) Pizzulli Vito ( classe di tromba) Cassano Silvio ( classe di flauto) Questa premiazione, per meriti musicali, è coincisa con la “Fête de la Musique” (Festa della Musica), manifestazione gratuita di importanza internazionale, celebrata per l’appunto il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate. Lo spirito è quello di una festa popolare, dove la partecipazione è vissuta come momento di socialità, creatività, espressività. La libera volontà dei partecipanti, l’assenza di forme di selezione dei generi, l’organizzazione come struttura che facilita l’iniziativa dei musicisti, rappresentano l’idea di una società in cui il singolo cittadino trova il proprio spazio in perfetta armonia, in un insieme in cui il contributo di ognuno è anche la sua stessa rappresentazione. Solo una festa popolare può offrire l’opportunità della libera espressione di tutte quelle persone che, prescindendo dall’attività professionale, o aspirando a una carriera musicale, desiderano esibirsi di fronte ad un vasto pubblico. Importante il commento del M. Nigro al termine della premiazione, il quale ha affermato che per i ragazzi è importante il confronto con gli altri, perche possono mettersi alla prova e migliorarsi, ove necessario, per questo la creazione di un’ orchestra d’ istituto, non può che essere un bene sia per gli studenti di oggi che per quelli di domani. Tra uno scroscio di applausi si è passati alla premiazione per i meritevoli della scuola secondaria di primo grado, anche qui ai migliori è stata donata una borsa di studio. Ecco i nomi: 1^A – Mongelli Simona; 2^A – De Canio Alessandra; 3^A – Dell’Aquila Federico; 1^B – Scarati Alessandro; 2^B – Di Fonzo Rosalba; 3^B – Maggi Angela; 1^C – Malagnini Nicola; 2^C – Pacente Carlotta; 3^C – Pignalosa Rita; 2^D – Carraisco Nicola; 3^D – Lomagistro Daniela. Subito dopo sono stati premiati, con un attestato di merito, tutti i partecipanti alle “Olimpiadi di Italiano” svoltesi quest’anno scolastico, e tra tutti le due studentesse attualità Calabrese Elisa, della primaria, e Valente Lorenza, della secondaria di primo grado, che hanno partecipato alla finale nazionale di Firenze, rappresentando non l’ istituto “Deledda”, bensì la Regione Puglia, essendosi sempre classificate prime in ogni selezione. Un grande orgoglio per tutta la nostra comunità, perché Ginosa si dimostra anche fucina di talenti, di genialità, di competenza ad altissimi livelli. Alle due studentesse, visibilmente commosse, sono state donate un PC portatile, una targa commemorativa e un assegno dal valore di 100 euro. Tra gli applausi si è passati all’ultima premiazione della serata, quella per le tre aziende ginosine che hanno portato alto il nome della nostra collettività e che hanno contribuito allo sviluppo della stessa: la BCC di Marina di Ginosa, la Nurith e la Sartoria Inglese, tre eccellenze nel campo finanziario ed artigianale, ai cui rappresentanti è stata consegnata una pergamena con la motivazione della loro premiazione. Al termine delle premiazioni ha preso la parola il Preside Calabrese, il quale orgogliosamente, si è complimentato con tutti gli studenti dell’istituto per gli alti risultati ottenuti e spiegando al pubblico che l’ obiettivo dell’ Istituto Deledda è quello di forgiare nuovi giovani, nuovi talenti per il futuro, nuove eccellenze, accendendo in loro il fuoco della conoscenza. Ha spiegato i nuovi traguardi che si intendono raggiungere, partecipando ad altre olimpiadi sia a livello nazionale che internazionale come quelle di matematica e geometria. Al termine del discorso e degli interventi delle autorità la serata si è conclusa con le note dei brani eseguiti dall’ orchestra e dal coro della scuola, dove i presenti hanno potuto ammirare le ottime abilità dei componenti. Una serata all’insegna delle eccellenze, premiando quei ragazzi curiosi ed ardenti di conoscere e scoprire, e parafrasando il grande maestro di retorica Marco Fabio Quintiliano “ ...i giovani non sono vasi da riempire, ma fiaccole da accendere….”, beh l’Istituto Deledda c’è riuscito, ha scatenato un incendio….di conoscenza. GIACOMO GALANTE n. 13 - 30 giugno 2012 23 L’esperimento in coda al Pon della Deledda grazie a Net-Uno TV Il quotidiano in classe e in … Comune A cura di Michelangelo Zanelli Hanno varcato i muri della didattica tradizionale e si sono cimentati faccia a faccia nella pratica della cronaca istituzionale. Gli allievi del progetto Pon “Il quotidiano in classe”, organizzato per la scuola secondaria dell’IC Grazia Deledda, hanno così potuto incontrare il sindaco, Vito De Palma e il giovane consigliere Lanera in un esperimento di conferenza stampa. Entusiasmo a parte, hanno potuto così mettere in pratica tutto quello che hanno appreso durante il corso e la costruzione de “L’Eco della Gravina”, il giornalino scolastico scaricabile in pdf sul sito della scuola. E farsi bombardare di domande da un pubblico di “insoliti” piccoli giornalisti non deve essere stato semplice neppure per i rappresentanti istituzionali. La necessità di spiegare con un parlare chiaro e il più semplice possibile ad una platea a digiuno di termini burocratesi è stato per loro un compito non di poco conto. Tutto nella consapevolezza ormai acquisita dai ragazzi che non c’è democrazia se non c’è rappresentanza così come non c’è rappresentanza senza una buona informazione tra eletto ed elettori. Da buoni aspiranti giornalisti non sono mancati nemmeno i tentativi di mettere in difficoltà il sindaco. Per quello però manca ancora solo un po’ di malizia e di esperienza, ma loro hanno tutto il tempo davanti per costruirsela. I temi d’interesse poi sono stati numerosissimi: dalle politiche giovanili, al verde pubblico, dalle tasse alla cultura. Insomma nessuno tra i ragazzi si è fatto scappare l’occasione. Riportiamo per dovere di cronaca solo qualche intervento. Martina Scorpati: Come mai ha scelto di fare il sindaco? Sindaco: Più che io l’hanno scelto i cittadini votandomi. La mia scelta si ferma alla politica. E a quella è stata la passione che mi ci ha portato. Lorenza Valente: Come pensa,nei limiti delle possibilità del comune che sono comunque limitate,di affrontare la disoccupazione che incombe sull’Europa e,a Ginosa, diventa sempre più preoccupante? Sindaco: La disoccupazione è la maggiore piaga del Comune. Personalmente è un pensiero che mi accompagna durante tutta la giornata lavorativa. Il Comune cerca soluzioni tangibili ma, ci rendiamo conto che non possiamo fare molto. È una questione che forse solo la politica nazionale può affrontare. Quello che cerchiamo di fare è stare comunque vicini ai citta- dini, alle famiglie e alle aziende in difficoltà con piccole ma significative risposte. Siamo infatti al fianco dei lavoratori della Miroglio e di tutte le aziende in crisi con ogni azione possibile. Valerio Lucariello: A Ginosa ci sono alcune strutture non complete o ferme, penso ad esempio al faro di Marina di Ginosa. Il faro è stato acquistato da un privato che al momento è implicato in una vicenda giudiziaria di cui bisogna attendere l’esito prima di intraprendere qualsiasi provvedimento. Personalmente la ritengo una grande schifezza o, se preferite, una piccola Punta Perotti. Simona Mongelli: Volevo chiederle se anche lei pensa che Ginosa sia carente di spazi verdi e se a riguardo, ha progetti per il futuro Sindaco:Sì credo che bisogna ancora lavorare su questo versante. Alcuni progetti sono gia’ stati avviati: è stato appena chiuso un bando pubblico con cui è stata concessa l’adozione delle zone verdi; saranno potenziati i parchi dedicati a voi ragazzi, come ad esempio il Baden Powel. Insomma, continuiamo a impegnarci al rispetto dell’ambiente. Antonio Traetta: Alzerà le tasse l’anno prossimo? Sindaco: Sì (con aria ironica). Porterò tutti gli indici delle imposte comunali al massimo. Scherzo naturalmente. Mentre a Roma per risolvere i problemi finanziari alzano le tasse, a Ginosa non saranno toccate nemmeno di un centesimo. Faremo tutti i tagli possibili e immaginabili ma non caricheremo ulteriormente i contribuenti. Al termine della conferenza stampa il sindaco ha invitato gli allievi del corso ad una visita guidata negli uffici comunali. Prontamente raccolto l’invito i ragazzi si sono presentati puntuali all’appuntamento e, grazie al contributo di Net-Uno TV, hanno potuto anche fare pratica di videogionalismo. Accompagnati dallo staff della webTV e dalla professoressa Gemma Vernoia hanno movimentato la mattinata dei dipendenti comunali. Passandosi a turno videocamera e microfono hanno interrotto il loro lavoro con domande improvvise ed inaspettate. Il servizio è già on-line su net-unotv.com. Al termine dell’itinerario didattico in cui hanno imparato a conoscere ruoli e funzioni degli uffici della casa dei ginosini c’è stato anche il tempo di una simulazione di Consiglio Comunale in aula consiliare insieme al sindaco, all’assessore comunale alla pubblica istruzione e al consigliere Lanera. Tra interrogazioni ed ordini del giorno diretti da un giovanissimo presidente del consiglio ognuno ha ricoperto con serietà il proprio compito. Segretario, assessori, consiglieri di maggioranza e opposizione. Fino alla richiesta formale al primo cittadino, approvata al’unanimità, di un gelato contro la calura. Richiesta, ovviamente, accolta. 24 n. 13 - 30 giugno 2012 Dialoghi ginosini di Corrado Strada Carissimi, Giulio Pinto e Cante Storie, nonostante lo pseudonimo di uno di voi due, mi dichiaro molto contento che su “La Goccia” si cominciano a dibattere problemi filosofici: Laicità e Relativismo. Mi occupo di filosofia da alcuni mesi, forse un anno; riporto alla memoria i miei studi liceali. Epicuro, circa nel V secolo a.C., ci suggerisce: chi è giovane non aspetti a far filosofia, chi è vecchio non se ne stanchi. Nello stesso secolo, più o meno, Aristofane poeta comico e commediografo, cominciò a ridicolizzare Socrate nella sua commedia “le Nuvole”. Purtroppo anche la moglie di Socrate non era da meno. Non sopportava che il marito rincasasse tardi. Una sera mentre il coniuge rientrava dalla “Agorà” gli versò dalla finestra, investendolo in pieno, il contenuto di un cantaro. Lui esclamò! Tanto tuonò che… piovve. Socrate, il primo nella Grecia antica, da più di un secolo frastornata dai “Sofisti”, per primo, ripeto, parlò e ci parla di autocoscienza. Nioti te auton: uomo conosci te stesso. Ma possiamo arrivare tranquillamente nel nostro tempo; Jean-Francios Revel ci manda un messaggio nel suo libro: A che servono i filosofi? La filosofia non può essere “popolare”, essa è sempre una ricerca “ faticosa. Riporta il pensiero di Heidegger che a sua volta riproponeva una espressione di Kant. Mi fermo. Torniamo al nostro problema: Laicità e Relativismo. Non ne facciamo un dibattito ma un “Dialogo”; non meno fra due persone, ma anche più di due. Togliamo di mezzo l’hi-tech; evitiamo gli “show” personali e chiariamo le nostre idee se ne abbiamo, dimentichiamo Sergio Romano, l ‘ambasciatore che giornalmente sul Corsera ci propina il “suo relativismo”. Sì, come Pirandello del “Sei personaggi in cerca d’autore”, cerchiamo i nostri personaggi, quelli che ci possono chiarire cosa sia stato il mondo di ieri e cosa sia il mondo moderno. Trasferiamoci in Francia, dove imperava nel settecento, l’Illuminismo. Era esaltante quel secolo, espresse due personaggi Cartesio e Voltaire. Cartesio il vero nome Renè Descartes, italianizzato il nome per via del Rinascimento (italiano). Nacque in Turenna nel 1596, educato nel collegio dei Gesuiti, il collegio di “La Flèche”, ci regala il suo “Discours de la mètode”, il Discorso del metodo. Voltaire al secolo Francois-Marie Arnet nasce nel 1694 a Parigi, educato nel collegio dei Gesuiti Louis-le Grand. Uno filosofo, matematico, l’altro filosofo e, diciamo pure, padre del Relativismo. Dice di lui l’ex ambasciatore Sergio Romano:”aveva forti grandi passioni intellettuali, una scrittura ironica e scintillante”. Dice di lui, più serenamente Andrè Manrois: ha sofferto la intolleranza, gli ordini e l’insolenza dei potenti, e anche perché ha cuore e immaginativa, sarà un avversario tenace di ogni fanatismo e di ogni dispositismo. Ammira l’Inghilterra (dove fu esiliato n.d.r.) per aversi saputo dare una costituzione da “nazione di bottegai”. Comunque l’opera scritta basilare di Voltaire, un libro che ha cambiato il mondo: Traitè sur la tolèrance. Sulla Tolleranza. L’intolleranza dell’ambiente ginosino degli anni ‘40 ce lo racconta Giosi Lippolis, poetessa forse sconosciuta a molti della nostra società. Figlia di contadini pugliesi (?) Donato Lippolis il padre della poetessa (da Ginosa) emigra negli Stati Uniti, dove diventa pastore di una chiesa riformata. Nel 1922 ritorna in Patria (Ginosa). La figlia Giosi, nata in Italia (Ginosa) vive momenti drammatici e felici (a Marina di Ginosa). Personalmente l’ho conosciuta nel ’40-’41 quando lavorava, part-time, nella Opera Nazionale Combattenti, ufficio che era sistemato in una palazzina di Viale Pitagora, ora non più evidente. Ritornata negli Stati Uniti, corrispondeva con note da Philadelphia e New York con la “Nazione” di Firenze, il “Mattino” di Napoli, il “Mondo” e l’”Osservatore Politico e Letterario”. Ha scritto un libro di poesie. “Guarda” con prefazione di Giuseppe Prezzolini ed un romanzo “Getta il tuo pane sulle acque”. Roma 2000 E’ deceduta a Roma nel 2006. Altro sacerdote del Relativismo fu Jean Cocteau. Nato a Maison-La fitte (Seine-etOise). Romanziere, drammaturgo, poeta. Spero che la necessità di dire tutto in poche righe non vada a discapito della chiarezza per i miei lettori. Cocteau passa dalla giovanile frivolezza di “La lampe d’Aladin” e de “Le prince frivolè”, al romanticismo di Edmond Rostand. Quello che estasiò la mia giovinezza con “Le Cyrano de Bergerac: cosa è un bacio, è un giuramento fatto più da presso, un apostrofo rosa fra le parole: t’amo”. Cocteau diventa futurista, poi frequenta i salotti di Parigi e fa il “dandy”, cioè persona ricercata al massimo nel vestire e nel gusto, come un lord Brummel. Fa amicizia con Alfred de Mussert; poi all’improvviso diventa mistico, come il nostro D’annunzio, poi si fa esteta, frequanta il poeta maledetto Charles Baudelairs, quello de “Le fleurs du Mal”, I fiori del male. Quel poeta, veramente maledetto, disse che “ La Debauche et la mort son deux aimable filles”. La deboscia e la morte sono due amabili fanciulle. Da mistico Cocteau diventa macrabo e sarcastico con “Le diable au corps”. Viene influenzato dal nostro pittore metafisico De Chirico ne “La belle e la bète”, Rossellini ne fa un film, “La bella e la bestia”, con Anna Magnani. Andiamo in Germania, incontriamo Goethe che nel ‘700 spopola, e spopola anche a Roma. Johan Wolfgang Von Goethe. Incantò an- attualità che me due secoli dopo; curai la mia balbuzie giovanile declamando i suoi versi. Dicono che i più belli del settecento siano: Yeh singe wie der Vogel sing, ein Lied den der Keble dring, der Lohn der reich Lohn.”Canto come cantano gli uccelli, il mio canto esce dalla gola ed è premio regale”. Affetto da relativismo, incantò me e moltio altri. Massone per anni, canta nel Faust e l’Urfaust, e poi “Die Seiden der junge Werther”, I dolori del giovane Werther. E poi le Romanische Elegien. Confesso un mio peccato, mi ispirò “Gennsimischen Elegien”, Stefano Giove ne sa qualcosa. Lasciamo i poeti ed andiamo a trovare i filosofi, questi ci interessano. Ci aiuta il professor Biagio De Giovanni, ha insegnato anche a Bari. Scrive: Hegel e Spinoza, Dialogo Moderno, Guida, Napoli 2011. George Wlhem Friedrich Hegel (1770-1831), filosofo tedesco, scrive Fenomenologia dello Spirito; dominato da interesse politico- religiosi scrive La Filosofia della Storia. Influenzato da Jean Hyppolite, della Sorbona: si influenzano a vicenda, quest’ultimo scrive Genesi e struttura delle Fenomenologia dello Spirito: Le savoire est donc en lui-meme inquiet, puis q’il doit san cesse se depasse et ce inquietude que est impaaissèe. L’inquietudine incide nello studio , sul sapere. Di qui, ma non sempre scaturisce il Relativismo queste ultime sono mie considerazioni balbettate da un filosofo in erba… solo per appassionato della “materia” filosofica. Miei cari lettori de ”La Goccia”, non fermatevi alla prima cantina. Il vino buono c’è anche su“La Repubblica”. E’ vero che qui c’è anche un trombone da jazz freddo, come Corrado Augias, che fa da compagno al relativista Sergio Romano del Corsera (Corriere della Sera). Con poco più di un euro. La Repubblica, specie la domenica, è ricca di molti argomenti culturali e filosofici. Questa domenica, 17 giugno, ho ritrovato Jean Kerouach, quello di cui vi scrissi la volta scorsa; con il suo Moraty, il Felice Strada polacco. I “domenicali” di Eugenio Scalfari possono anche non piacere, ma esprimono sempre il pensiero intellettuale che dinamicamente è sempre alla ricerca dell’Assoluto”. Lo ricordo quando “ Dialogava” con i cardinale Scola arcivescovo di Venezia, ora sulla cattedra vescovile di Sant’Ambrogio, a Milano. Non bisogna essere attaccati sempre alla propria parrocchia, fare questo è relativismo negativo, certamente fasullo. Il giardino degli altri può contenere semi di senape e diventare albero (Marco 4,26-34) per gli uccelli. Non tutti si sentono decisi, o momentaneamente sordi, all’invito di salire sul sicomoro di Zaccheo (Luca 19,1-10). Ora, andiamo in Germania. Troviamo un filosofo: Edmund Husserl, nato Moravia nel 1859, studia matematica ed astronomia. Segue a Vienna i corsi di filosofia di Franz Brentano, domenicano e teologo, si appassiona alla filosofia e scrive: “Filosofia dell’aritmetica” nel 1891, e nel 1936 : “Idee per una fenomenologia pura in es attualità sa.” Stigmatizza la necessità di una scienza rigorosa (strenge Wissenschaft). Una sua allieva Edith Stein, ultima di dieci figli di una famiglia ebraica ortodossa, nel 1904 diventa atea. Nel 1911 consegue la maturità classica. Studiò tedesco, e ne divenne insegnante; studia anche psicologia e storia. Incontra Husserl, lo segue a Friburgo. Nella Prima Guerra Mondiale è infermiera; scopre la sofferenza dei soldati feriti. Nel 1916 ottiene il dottorato in filosofia con al tesi “Zur Problem der Einfuhlung” (Sul problema dell’Empatia). Cos’è l’empatia? È un processo psichico che consiste nell’assorbimento diretto dello stato emozionale di un’altra persona. Massimo Cacciari direbbe: “Si avverte la vicinanza, l’hi-tech invece informa, ma allontana, crea la lontananza. Edith legge Teresa di Gesù, Teresa d’Avila. Nel 1922 riscopre la fede ma si fa cattolica, poi, entra nel Carmelo. Il folle Adolf Hitler comincia nel 1940 a sterminare gli ebrei; non era forse un relativista? Nato a Vienna nel 1889, costruì durante il suo “impero” 35 Commandos distaccamento, per sterminare gli ebrei… milioni di ebrei… Mandò per le strade di mezza Europa i suoi “soldaten”. Cantavano Deutschland… Deutschland utber alles… La Germania soprattutti! Edith fu prelevata dalle S.S. in un monastero carmelitano in Olanda. Fu avviata e “sistemata” ad Auschwitz. Siamo sempre in Germania; Chi sono i filosofi di quelle parti? Ci aiuta il professor Biagio De Giovanni: “Hegel e Spinosa un dialogo moderno”. George Wilhem Friedrich Hegel (1770 – 1831), filosofo tedesco scrive: Fenomenologia dello Spirito. Hegel è dominato dai interessi politico-religiosi, scrive: la filosofia della storia. Dicono influenzato da Jean Hyhpolite, professore alla Sorbona di Parigi. Si influenzano a vicenda, Hegel dialoga con Hyhpolite, quest’ultimo scrive: Genesi e struttura delle fenomenologia dello Spirito. Le savoire est donc en lui –meme inquiet, puis qui doit sanze cesse se depasser et cette inquietude que est impaisèe. L’inquietudine incide sull’apprendimento (savoire). Di qui può scaturire il relativismo, non sempre. Queste ultime sono mie considerazioni di un “filosofo” alle prime armi, diciamo amante della filosofia. Ma tornia- n. 13 - 30 giugno 2012 mo per pochi istanti a parlare di Adolf Hitler. Edith Stein in Carmelo era suor “Teresa Benedetta della Croce”; è stata santificata da Papa Giovanni Paolo II ed eletta “Patrona dell’Europa”, con le altre due, Santa Caterina da Siena e Brigida di Svevia. Avevo 15 anni; studiavo tedesco a Bari; il professore di tedesco un bel giorno mi dà un premio: ero primo della classe in tedesco. Il “Preis” (premio) consistette in alcuni libri ed un invito alla stazione (Banhoff) di Bari per ricevere i ragazzi, miei coetanei, della Hitler Jugend. Arrivarono il pomeriggio tardo i “camaraden”. Vestivano in verde bruno, le giacche strette alla vita da un grosso cinturone di cuoio tenuto ben fermo da una grossa fibbia di metallo con la scritta “Gott mit uns”, “Dio è con noi”. Ma non è forse velata dire relativismo Frau Angela Merkel che, dice lei, ci ha donato l’“Euro”. Ora tentenna fa la tirchia con il prossimo: 23 Paesi d’Europa. Chissà cosa pensa l’ex ambasciatore Sergio Romano, non ho letto le sue “memorie di un conservatore”. Cosa conserva? I suoi Prolegamenon lunghe introduzioni senza contenuto ideologico del suo relativismo che ci propina oggigiorno sul Corsera (Corriere della sera). L’altro ieri scriveva di cravatte e codini cinesi. Certamente Voltaire, che, stranamente non era ateo, (ve lo dirò come, un’altra volta), si rivolterebbe nella toma nel suo cimitero. L’ho cercata nel cimitero di Père Lachaise, un gesuita, come quelli che educarono i giovani Cartesio e Voltaire. Nel 1966 ho visitato lì le tombe di Chopin, di Murat e di tanti altri, relativisti e non, c’era anche la tomba di un pittore di Barletta De Nittis, ora la sua Barletta ha ritirato le sue spoglie da Parigi. Infine parliamo ancora di Relativismo. Questa volta con l’intervista che Peter Seewald, giornalista del “Suddutsche Zeitugn”, in cui interroga un tedesco nato nel 1927 a Marktl am Jnn, vicino Koln, Colonia: Joseph Ratzinger, Papa benedetto XVI. Risponde il papa “Sorge una dittatura del relaitisvmo che lascia oltre, come ultima misura, il proprio io e le sue voglie.” Chiudo questa, forse un po’ lunga delle “Lettere Ginosine” formulando un desiderio: che il Dialogo continui, con il suo ap- 25 profondimento, che è cultura e giovinezza. Vi saluto cordialmente. Sich erat in votis Corrado Strada Bibliografia Benedetto XVI: Luci nel mondo – Libreria Eva, Vaticana 20210 Cacciari m con Bianchi E: Ama il prossimo tuo – Il Mulino – Bologna 2011 Citati P.: Goethe – Adelfi Milano 1990 De Giovanni B.: Hegel e Spinoza Dialogo sul Moderno – Guida Napoli 2000 Cocteau J.: vedi testo Descartes R. Cartesio: Discours de la metode – Corsera Milano 2010 Lippolis G.: Getta il pane sulle acque. Empiria Roma 2000 Maritain J.: Il significato dell’ateismo contemporaneo. Morcelliana – Brescia 1954 Marois A.: Voltaire – Milano 1935 – Milano 1951 Pirandello L.: Sei personaggi in cerca d’autore. 1921 Revel J. F.: A che servono i filosofi? M. Serici Editore. Milano 1958 Romano S.: Memorie di un Conservatore – Milano 2002 Rostand E.: Cyrano de Bergerac – Portici 1898 – Milano 1927 Voltaire. : Traité sur tolerance- Sulla Tolleranza – Milano 2009 La Redazione si scusa con i collaboratori e con i lettori per i numerosi contributi pervenuti e non pubblicati e per le rubriche fisse, temporaneamente sospese. Tali scelte sono state operate a causa dei numerosi articoli giunti per i quali non si poteva, oggettivamente, trovare spazio in questo numero ma che sicuramente saranno pubblicati prossimamente. 26 attualità n. 13 - 30 giugno 2012 Storie di approdi e partenze a cura di Antonella Carrera Capospartivento C’era una volta la neve bianca che scende su ogni cosa, che si stende sulla città come una rigida coperta. Le forme delle cose si confondono, appena si distingue una chiesa da un palazzo, un carcere dall’ospedale. E soprattutto fa molto freddo. Si esce poco e i giochi dei bambini e quegli degli adulti scorrono davanti al camino. E’ così per molti, ma non per tutti. Mirta la neve era la prima volta che la vedeva. Dove abitava lei era un evento raro, quanto desiderato. Mirta quella mattina zompettava lieta e stupita. Nonna Ines le aveva preparato una tazza di neve e marmellata, che aveva una consistenza soffice e un gusto freddo e dolce sulla lingua. Ines aveva delle mani molto grandi, che pero’ avevano una inspiegabile delicatezza sia quando carezzavano che nel cucito e nel ricamo. La casa infatti era piena di tovaglie di fiandra e centrini con gli orli disegnati da Ines, anche i calzini erano rammendati con maestria. Le coperte le tesseva senza tregua con una vecchia Singer ed erano calde, accoglienti e pesanti proprio come le sue mani. Tra le due esisteva un rapporto speciale che incuriosiva tutti, che spesso addirittura irritava. La bambina non doveva fare neppure domande, che nonna Ines aveva capito un minuto prima di cosa avesse bisogno. Mentre, Mirta riconosceva esattamente quando era il momento di divertire la nonna, con qualche trovata che avrebbe fatto rabbrividire chiunque altro. Effettivamente spesso i ruoli si confondevano e Mirta e sua nonna, diventavano una bambina grande e una vecchia piccola. Oppure come si diceva in paese, una vecchia svitata e una bambina troppo seria. In ogni caso quello era il loro accordo silenzioso, un modo per venirsi incontro e alleviare le fatiche quotidiane e guardare la vita sempre da doppie prospettive. Quella mattina si trovo’ a passare la signora Annetta, la pastora, che appoggio’ sul tavolo quella forma di formaggio bianca come la neve. Ines e Annetta si raccontarono qualcosa che la bambina non capi’ ma che le due vecchie trovarono evidentemente molto divertente, visto che se la ridevano con gusto e si lanciavano occhiate complici di chi la sa lunga. Mirta chiese: “ma cos’è che vi fa tanto ridere?” Ines rispose mentre si allontanava per prendere i soldi che nascondeva nel reggiseno, convinta che nessuno si fosse mai accorto del misterioso nascondiglio: “ E’ la neve che ci fa ridere, bambina mia. Ora Annetta ti spiega il perché...” E la pastora inizio’: “qui siamo a Capospartivento ragazza, il vento e’ la nostra materia, della neve nessuno ne vuole sapere. Questa mattina Don Mario ha fatto un bel ruzzolone nel mezzo della piazza, e Santino Lu Quartu, l’operaio del frantoio che fa il sindacalista, ha gridato -Amen, il signore e’ con te- e tutti sono scoppiati a ridere, tranne Don Mario che se ne è andato alzando le mani al cielo e dando del peccatore a Santino. Capirai che risate, questa mattina in tutto il paese non si parla d’altro... “ Mirta rise, ma con meno trasporto delle due anziane amiche. Nel frattempo si era affacciato in cucina il sig. Tonio detto il Professore piemontese per via del fatto che proveniva da Torino, ma che viveva in affitto in casa di Ines e insegnava al liceo in paese. Come ogni mattina il Professore inizio’ a scoperchiare le pentole per vedere che cosa si sarebbe mangiato per pranzo, si stacco’ un pezzo di formaggio dalla forma e ci mise la marmellata. Poi guardo’ Mirta e le disse: “non ti fanno tanto ridere i racconti di queste vecchie... Tu sei ancora piccola ma la tua nonna e Annetta sono sarde e somigliano a tutti i sardi. Camminano veloci e guardano sempre dritto davanti a loro. In ogni caso, quello che incontrano alla vista e’ un bene prezioso. Gli orizzonti incrociati sono immensi e in nessun modo sovrapponibili. A Capospartivento il mare e’ azzurro in tutte le sue tonalità oppure vicino agli scogli e’ verde smeraldo, la sabbia e’ bianca e leggera come farina, le rocce sono poderose e levigate dal vento che soffia con impeto, in una frequenza costante e in una sequenza dispari, che può durare un giorno solo, oppure tre oppure cinque o sette o nove giorni. Seppure inspiegabile, ciò accade con certezza matematica. Il cibo e’ semplice ma buono perché lavorato da mani avvezze, che sono quasi sempre allungate e nodose. Ogni cosa qui ha il sapore del sole e la sua forma e colore. Il pecorino e’ bianco oppure giallo e suda tra le mani, il pesce non spegne il suo occhio neppure nel piatto. Il maiale e’ trattato a dovere con le spezie profumate, che nascono spontanee ovunque. Ecco, voi sardi di tutto questo ne sapete abbastanza. Ma della neve lasciatemi dire, per mia lunga esperienza di piemontese, non ne sapete proprio nulla” E aggiunse: “si può restare a casa e chiudere la scuola per tre cm di neve?” Annetta la pastora che si era già abbastanza annoiata di ascoltarlo, grido’ a Ines che sarebbe tornata in serata per i suoi soldi, saluto’ e usci’ velocemente. Mentre Ines, che aveva ascoltato in silenzio dall’altra camera, ma che negli anni si era presa la parola sempre per ultima, si affaccio’ in cucina e dopo aver strizzato l’occhio a Mirta, commento’: “Professore e’ vero la neve e’ affar vostro. Infatti questa mattina Don Mario che e’ di Vercelli e’ l’unico ad averci rimesso le chiappe. La neve oggi e’ caduta per far piacere a voi forestieri e per far restare Mirta a casa. Noi sardi oggi facciamo vacanza Professo’...” A questo punto Mirta scoppio’ a ridere, con gusto, perché il professore fece quell’espressione di quieta rassegnazione, che gli compariva sempre agli sfotto’ di Ines. Poi rise anche Ines contagiata dalla nipote. Infine anche il professore si accodo’. Mentre i tre sghignazzavano, dalla finestra, fuori di casa, la neve aveva già smesso di cadere da un pezzo. attualità n. 13 - 30 giugno 2012 27 Le vie del tabacco: una storia che unisce “Le vie del Tabacco”. un tema fascinoso, ricco di significati, carico di passioni, intenso per ricordi ed emozioni. Un “remake”, quello proposto dall’ARCI di Ginosa, per rivedere immagini e scandagliare mezzo secolo di migrazioni interne verso il Tarantino, la Basilicata, la Campania e il Lazio, la nascita di nuove famiglie e di nuovi agglomerati urbani, l’intrecciarsi di sentimenti di amicizia e di amori. Lo SPI CGIL di Lecce ha accolto con entusiasmo la proposta di ARCI di Ginosa e dello SPI di Taranto di far partire dalle nostre terre, dai comuni salentini, questo ritorno della memoria. Andrano può essere preso a simbolo di queste ripetute peregrinazioni. Da qui, dagli anni trenta e sino a fine anni sessanta, tante famiglie si allontanavano alla ricerca di lavoro per modificare le proprie condizioni di vita, dare dignità e senso alla propria esistenza. La foglia di tabacco, in tutte le sue manipolazioni, dalla coltivazione alla trasformazione al prodotto finito, per migliaia di meridionali ha rappresentato una forma concreta di riscatto e di emancipazione sociale. Ma non solo. Attorno ad essa si è concretizzata una coralità altrimenti assente: la partecipazione collettiva di intere famiglie, nelle case coloniche e nella masserie, un vivere quotidiano multiplo, una compartecipazione a gioie e feste, ma anche a dolori. Che non escludeva nessuno: fanciulli e fanciulle, mamme, zie, nonne e nonni, che da metà Giugno a metà Settembre (gli uomini partivano anzitempo per approntare semenzai e tirare filari) animavano interi territori, dove il tabacco trovava terreno fertile di crescita. Nei ricordi di tante e tanti salentini: le giornate di solleone trascorse in allegria lungo i filari a strappare dal fusto le foglie mature, i canti e i racconti nelle ore trascorse a formare “corde” ( filze) da esporre ai raggi cocenti; il fuggifuggi per mettere a riparo i “taraletti” (strutture in legno su cui si stendevano le filze) per un improvviso e violento acquazzone; gli acri odori delle foglie secche appese in “chiùppi” (serti) sotto le volte delle case di campagna o dei capienti capannoni delle masserie. A questi ricordi corali farà riferimento la bella iniziativa di Andrano, programmata da AUSER Andrano e Castiglione, ARCI Ginosa, SPI CGIL di Taranto e Lecce, che ha il patrocinio del Comune di Andrano, nella serata di sabato 20 Giugno, con inizio alle ore 19, presso il Castello Spinola Caracciolo. Accanto ai temi della solidarietà, all’impegno di “Libera”, l’associazione di Don Ciotti, di mettere a frutto i beni confiscati alle organizzazioni malavitose, alla riscoperta delle tradizioni popolari, il “cofano e il tabacco”, dei volontari auserini. A parte in dettaglio, il programma propone - scontata la numerosa partecipazione dei cittadini di Andrano, Castiglione e delle comunità viciniori, e di una significativa rappresentanza dell’ARCI e dello SPI di Taranto - i saluti e gli interventi del sindaco, dei rappresentanti locali, provinciali e regionali di AUSER e SPI CGIL. Se lo spazio lo consente, vorrei concludere con alcuni ricordi personali dei primissimi anni della mia via, alla mia diretta esperienza, interrotta dolorosamente. Scolaretto delle elementari, in sella ad una splendida bici azzurra – portata in dono dall’allegra vecchietta “Befana” per i miei sei anni e, penso, anche per i primissimi meriti scolastici – con affanno ma con determinazione rincorrevo la pedalata sicura e poderosa di mio papà Antonio, detto “Uccio”, - bracciante senza terra a giornata -, e percorrendo alcuni chilometri della statale che da Galatina porta a Lecce raggiunge- vamo la masseria dove, assieme ad altre famiglie, anche la mia si applicava nella coltivazione del “frutto” caro a Dioniso. La prematura morte di mio padre, il 21 settembre del 1958, mise fine a questa mia esperienza, che ricordo, comunque, con grande nostalgia. Davanti ai miei occhi scorrono tuttora i fotogrammi di quel rito antico e nella mia mente risonano i canti della terra e i racconti ancestrali di un passato fatto di sofferenze e rinunce. Negli anni cinquanta, nella mia famiglia, si respirava tabacco. Un profumo forte e conturbante, di stordimento e di confusione. Mia madre Giuseppa, “Pippi” in famiglia, dopo il grande aiuto in campagna nella coltivazione, nei mesi autunno/invernali svolgeva attività di operaia tabacchina, lavorando nei magazzini di trasformazione. Sin dalla tenera età di dieci anni, donna precoce e d’aiuto economico per una famiglia di diciassette figli, era avvezza a respirare polveri, a separare foglie per dimensione, colore, qualità. L’aver appreso sin dalla tenera età quel prezioso lavoro, la sua riconosciuta applicazione e dedizione le riconobbero il grado di “mescia” (maestra) di “fabbrica”, come veniva comunemente chiamato lo stabilimento dove si dividevano le foglie destinate alla produzione di trinciati. Sono nato tra le foglie di tabacco. Come tanti di quelle numerose famiglie salentine, in particolare quelle del Capo di Leuca, che popolarono masserie e casali del Tarantino, della Basilicata, della Campania e del Lazio. Ninì De Prezzo Segretario Generale SPI CGIL Lecce 28 attualità n. 13 - 30 giugno 2012 rubrica a cura di Giovanni Matera Eco-Manager “6 consigli” e le grandi aziende multinazionali, sta amplificando il gap culturale ed economico che separa questi due estremi. Abituarsi al cambiamento vuol dire rompere le abitudini; in particolare quelle dannose. Significa forzarsi un po’ e provare a fare le cose in maniera diversa; come, ad esempio, scrivere ogni tanto con la mano sinistra o camminare all’indietro. 3. Cambia punto di vista Prova a metterti nei panni di qualcun altro: di un bambino, di un adolescente, di un musulmano, di un politico o di un medico. Serve a vedere le cose con i suoi occhi e a cambiare prospettiva. Questo esercizio ti aiuterà a prendere decisioni e a muoverti in maniera diversa e più oggettiva. 4. Impara a chiedere aiuto Chiedere aiuto è una dimostrazione di forza e non di debolezza. La forza di chi conosce i propri limiti e li vuole migliorare. C’è un vecchio detto che recita “Se smetti di imparare, cominci a invecchiare”. Che cosa fare? Vediamo insieme alcuni consigli: 1. Credi in te stesso A ognuno di noi è capitato pensare di non potercela fare o che sia impossibile cambiare il proprio carattere. Questi pensieri rappresentano delle vere e proprie zavorre che impediscono di crescere. Possediamo potenzialità di cui neanche immaginiamo l’esistenza; e l’unico modo per scoprirle è quello di credere in noi stessi, provando a fare cose con la vera intenzione di riuscirvi e cercando di superare i nostri limiti. 2. Abituati al cambiamento n. 13 - 30 giugno 2012 Pubblicità pagina intera RICERCA & FORMAZIONE Lo straordinario sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha portato a una delle fasi più complesse della storia in cui le difficoltà del mercato spingono le piccole aziende, gli esercizi commerciali e i liberi professionisti a un bivio: rintanarsi, come il nostro pesce pagliaccio nel guscio dell’anemone (vedi articolo precedente), ossia nelle proprie convinzioni e aspettare, sperando che la bufera passi; oppure adeguarsi velocemente ai nuovi scenari, imparando a codificarne regole e comportamenti e abituandosi alla loro mutevolezza. In fondo “l’unica cosa certa è che nulla rimane uguale”. Il risultato più evidente, di questa trasformazione epocale che stiamo vivendo, è che tutti hanno paura. Ma la paura immobilizza! Di conseguenza, le abitudini sociali stanno cambiando, compreso quelle di acquisto. Ognuno è meno predisposto ad acquistare, in un mondo sovraffollato di informazioni e offerte, per paura di sbagliare. Perciò non è più possibile aspettare che il cliente venga da noi, ma dobbiamo andare noi alla sua ricerca. Ovviamente non è facile perché si tratta di sradicare una cultura che ha radici ben profonde. Facciamo un esempio. Se il signor Mario, fino a qualche anno fa, aveva soldi sia per la vacanza estiva sia per l’acquisto di un’auto, la ridotta potenzialità di spesa a sua disposizione per beni voluttuari, a seguito della crisi, l’ha portato a dover giocoforza a operare una scelta. Solo chi sarà più bravo, tra il concessionario d’auto e l’agenzia viaggi, a intercettare i suoi bisogni e a farli confluire verso i propri prodotti, riuscirà a conquistarlo come cliente. La polarizzazione del mercato, tra i piccolissimi imprenditori attualità 5. Pensa in grande Quando sogni, o immagini qualcosa, fallo senza porti dei limiti, senza pensare alle difficoltà o alle restrizioni che ci sono o che incontrerai, senza pensare alle risorse che ti mancano o a ciò che ti ostacola. Pensa come se avessi una quantità illimitata di soldi da spendere. 6. Cura te stesso Tu sei la risorsa più importante della tua azienda e della tua attività. Cura te stesso. Non solo fisicamente. Fai formazione, studia, dedica del tempo a fare ciò che ti piace e non farti dissuadere da niente e da nessuno. Ricarica le batterie. Solo così potrai aiutare anche gli altri. Giovanni Matera Per consultare altri miei articoli: www.materarredamenti.it 29 30 n. 13 - 30 giugno 2012 attualità Pubblicità pagina intera attualità n. 13 - 30 giugno 2012 31 RITORNO TRA I BANCHI DI SCUOLA… Nel Centro Anziani Polivalente di Ginosa gestito dalla Cooperativa “La Serena” , tra le attività e i laboratori proposti si è dato il via al Corso di “Alfabetizzazione” organizzato dal coordinatore dott. Bianco Francesco e tenuto dall’equipè della cooperativa: dott.ssa Nocco Giovanna, dott. ssa Carmignano Mariangela e l’educatrice Staffieri Nunzia. La proposta di mettere in atto un progetto di scolarizzazione degli Anziani nasce da un lavoro attento che porta i frequentanti il Centro Polivalente alla partecipazione “attiva” della programmazione delle attività da svolgere all’interno della struttura. Infatti, periodicamente il coordinatore e l’equipè della coop. “La Serena” tengono degli incontri con gli anziani, durante i quali si cerca di cogliere le peculiarità degli stessi e soddisfare i loro bisogni e desideri. Alla luce di quanto appena detto, la cooperativa e la sua equipè , nel corso degli anni è stata sempre attenta a coinvolgere gli anziani nelle progettualità e farli sentire non semplici fruitori di un servizio ma parte “attiva” e portatori di interessi, considerandoli dei veri propri stakeholders. Il corso prevede due incontri settimanali, attraverso il quale i partecipanti potranno apprendere le nozioni base della nostra lingua e contemporaneamente della grammatica italiana. I frequentanti sono stati molto entusiasti dell’inizio del corso, erano emozionati come un bambino al primo giorno di scuola. Si dimostrano molto attenti e volenterosi nel voler apprendere ed imparare, eseguendo alla lettera tutto quanto gli viene detto, sono diligenti nello svolgere i compiti a casa, insomma sono un buon esempio per i loro nipoti. Al termine del corso la coop. “La Serena” organizzerà una cerimonia di consegna attestati. Questo è un progetto che permetterà una maggiore integrazione degli anziani permettendo loro di raggiungere un livello elementare di scrittura e lettura. Il presidente della cooperativa “La Serena”, Gagliardi Pancrazio, aggiunge che in questi anni la cooperativa si è impegnata affinchè si potesse mettere in luce tutte quelle capacità residue degli Anziani e considerarli come un valore inestimabile da cui poter sempre imparare essendo loro detentori dei valori sani, di cultura e tradizioni locali da continuare a tramandare attraverso il coinvolgimento degli stessi alla vita sociale/culturale della comunità ginosina. Non abbandoniamo gli Anziani, rendiamoli partecipi delle nostre vite facendoli sentire utili, in questo possiamo contribuire al loro stato di benessere psico-fisico. B.F. 32 argomenti n. 13 - 30 giugno 2012 I GIOVANI, GLI ADULTI, GLI SMARTPHONE E LO STERIOTIPO DELLA “NONCOMUNICAZIONE” Di Sarah Scorpati Come e perché i nuovi media battono le lettere dei nostri nonni Il ”passato è migliore del presente”, “si stava meglio quando si stava peggio” e chi più ne ha più ne metta. Sono stereotipi, soltanto stereotipi. Aristotele li chiamerebbe topoi, “schemi mentali”, noi li chiamiamo luoghi comuni, argomenti ricorrenti, scontati e spesso banali, veri e propri “argomenti d’asporto” da usare come “condimento” quando si trattano determinati temi. Spesso senza pensare. Ogni periodo storico ha i suoi stereotipi, che si basano su quelli vecchi, ma introducono elementi di novità in linea con il contesto in cui vengono formulati. Uno degli stereotipi più in voga del momento, comunemente accettato dalla generazione degli over 35-40 è che la comunicazione dei giovani via sms non è vera comunicazione. Come al solito premetto , che il mio non è un discorso globale e universale, ma vorrei se non altro sfatare questo luogo comune così ciecamente assunto come vero, che di vero, per certi aspetti potrebbe avere ben poco. Conosciamo davvero i contenuti dei miliardi di sms inviati ogni giorno dai cellulari di tutti i giovani del mondo? Quali basi oggettive reggono l’idea che la comunicazione tramite messaggi sia vuota, effimera, non comunicativa? C’è differenza tra un Ti amo scritto su un pezzo di carta ed uno scritto tramite uno strumento elettronico? Ovviamente non tutti fanno un uso intelligente dei mezzi a disposizione, ma questo non è colpa del mezzo, ma della persona. Credo però che questi strumenti tecnologici, oggi così potenti e per certi aspetti così indispensabili, nonostante abbiano permeato la società ci spaventano, o meglio spaventano chi questi li ha visti nascere e non è nato con loro, ma è bene razionalizzare. Quando due persone non si trovano nello stesso posto, per poter comunicare devono usare un “medium”, un mezzo. Il medium è un mezzo socio-tecnico che permette la mediazione nella comunicazione tra soggetti lontani. Il foglio di carta, quello della lettera d’amore scritta dal militare in missione o dalla ragazza lontana è un mezzo. Il cellulare (per semplificare), quello dell’sms del buongiorno, della buona notte, del risultato di un esame comunicato in diretta, anch’esso è un mezzo. La differenza tra i due sta nel fatto che il primo è un mezzo trascorso, desueto, ancora efficace, per carità, ma di per sé limitato e limitante, soprattutto per quanto riguarda i fattori spazio-temporali; il secondo è un mezzo nuovo, di recente invenzione, in continuo perfezionamento, in grado di relativizzare se non l’aspetto spaziale (se siamo lontani dalla persona con cui comunichiamo, qualunque sia il mezzo utilizzato ciò non cambia le nostre collocazioni spaziali), almeno quello temporale. Il cellulare,infatti, come il computer e i nuovi media in genere permettono una despazializzazione della simultaneità, significa semplicemente che mentre una lettera era letta in un altro luogo rispetto a quello in cui è stato scritto e in un atro momento, (giorni, settimane, mesi dopo), con il cellulare la comunicazione diventa simultanea. Una lettera, unico mezzo che poteva comunicare alla persona amata il nostro sentimento e la nostra mancanza, vedeva concentrarsi il romanticismo e l’emozione nelle parole che la componevano. Anche con i nuovi mezzi, come il cellulare, possiamo scrivere un ti amo, o magari un sms dal contenuto romantico avendo però la certezza che il momento in cui il nostro pensiero, la nostra emozione ha generato in noi tali parole, la persona amata sta leggendo e condividendo con noi, almeno idealmente, quell’emozione. Con gli sms, però, possiamo anche aggiornare passo passo una persona cara sulla scansione della nostra giornata e lui o lei aggiornare noi della sua. È qui la novità. Ed è questo forse il motivo per cui si crede ad una comunicazione digitale “non comunicativa”. Quello che spesso non si comprende, o non si vuole comprendere, che cambiando il mezzo attraverso cui si sviluppa la comunicazione con le persone care, si modifica anche il tipo di comunicazione, i contenuti, ma non la loro sostanza. Avremmo mai inviato una lettera che sarebbe arrivata dopo giorni con su scritto “Che fai?” o “Come è andata la giornata?”, nel tempo impiegato per ricevere la lettera di risposta non solo chi ci ha risposto non fa più la cosa descritta, ma noi abbiamo anche dimenticato di aver fatto la domanda! Grazie a questi nuovi mezzi la comunicazione con le persone a cui teniamo può diventare quotidiana, assidua, informativa ma anche emotiva e sentimentale. Tutto questo grazie alla simultaneità! Ammettendo che il foglio di carta con dolci parole scritte su ha sempre il suo fascino, cosa dire delle telefonate? Abbiamo davvero il coraggio di dire che la voce di una persona cara ci dia calore quanto una sua argomenti lettera? Che sentirle dire che le manchi e vederlo scritto suscitano le stesse emozioni?...mah.. Ovviamente, la condizione ideale sarebbe quella di avere sempre vicine le persone care, ma ahimè la vita non è così facile, e lo spirito di adattamento e sopravvivenza che ha caratterizzato l’uomo primitivo è lo stesso che ci ha portato a creare questi “mezzi”, per , come dice la homepage di Facebook, “restare in contatto con le persone della tua vita”. Altro argomento, che non è in questo momento il caso di affrontare nello specifico, è Facebook, un social network, una piattaforma sociale, una grande piazza virtuale nella quale condividere, pubblicare il proprio contenuto , non necessariamente indirizzato a qualcuno, non è una comunicazione ad personam ma risponde alla odierna tendenza ad essere always on, sempre connessi. Facebook può considerarsi organizzata, nella selezione dei contatti, in tre cerchi concentrici: gli amici più stretti, il gruppo dei conoscenti, gli “amici ” conosciuti su FB. Ovviamente ciò porta ad usi diversi del mezzo a seconda del gruppo al quale fa riferimento. Con tutti i contro, che si possono constatare, aventi come causa la tecnologizzazione delle nostre vite, certo è che i nuovi media hanno permesso di cambiare la nostra concezione di lontano, hanno modificato il modo di vivere la lontananza, sempre difficile, ma più sostenibile e partecipativa, seppure solo tramite una cronaca e non il vissuto diretto degli eventi, che, ripeto, sarebbe la condizione ideale. Ancor più di un messaggio che ci raggiunge simultaneamente, di una telefonata che ci rallegra la giornata, la tecnologia ha permesso alle amiche lontane di mostrarsi i loro nuovi acquisti, ai papà che lavorano dall’altra parte del mondo di vedere lo stesso il proprio bimbo che muove i suoi primi passi, ai genitori di constatare se davvero i propri figli lontani “mangiano tutto” come dicono. Tutto ciò grazie alla possibilità di inviare foto, filmati o fare videochiamate. Se quella che la tecnologia e, quindi, i cellulari e altri media oggi permettono non è comunicazione, allora cos’è? n. 13 - 30 giugno 2012 33 Per non dimenticare… La SHOAH raccontata dai ragazzi di 3^B Sec.1°dell’I.C. “S.G.Bosco” Raccontare la SHOAH in questo periodo dell’anno potrebbe sembrare anacronistico. A mio avviso, per parlare di questa grande tragedia della storia recente non ci sono momenti adatti: bisogna sempre farlo. Ed è stato ciò che hanno fatto gli alunni della classe 3^B del nostro istituto. Durante l’anno, sensibilizzati dalla loro docente di Lettere, Prof.ssa Lucrezia Di Tinco, si sono avvicinati a questo tema così importante, leggendo libri scritti dai sopravvissuti. Tra i quali SONDERKOMMANDO-AUSCHWITZ di Shlomo Venezia, già invitato da noi nel 2010 per un incontro al Metropolitan con tutti i ragazzi delle nostre scuole, come già avevamo fatto l’anno prima con il gior- nalista RAI Tg 1 Roberto Olla. Poi non poteva mancare LA NOTTE di Eli Wisel, SE QUESTO E’ UN UOMO http://arianna.libero.it/mmedia/abin/img?pag=1&fro m=7&totobj=451000&id=http%3A%2F% 2Fwww.ivid.it%2Ffotogallery%2Fimages earch%2Fimages%2Fvita_bella_roberto_benigni_roberto_benigni_019_jpg_jixy. jpg&query=la%20vita%20è%20bella di Primo Levi, IL CORAGGIO DI VIVERE di Nedo Fiano, IL PIANISTA di Wladislaw Szpilman e tanti altri. I ragazzi hanno voluto trasmettere le loro emozioni in una serata conclusiva, lo scor- so 7 Giugno, presso il Teatro Alcanices, ai genitori presenti e ad altri ospiti. Sono stati letti dei brani scelti da loro, tra le pagine che li avevano più colpiti durante la lettura e poi facendo scorrere le immagini di un video molto forti sul genocidi operato dai nazifascisti nei campi di sterminio, hanno declamato delle poesie, alcune scritte da loro, molto forti e toccanti. Al termine, ciascuno di loro ha preso tra le sue braccia una divisa a righe, come quelle indossate dai deportati, un fiore e una candela, per ricordare quei sei milioni di persone, ebrei, zingari, prigionieri politici, omosessuali, disabili, donne, uomini, anziani, bambini, che…” ora sono nel vento” come recita la canzone di F. Guccini, cantata dai ragazzi diretti dalla Prof. ssa Pignatelli. La serata, condotta dalla docente Rosamaria Busto, che ha ricordato, come certe tematiche presuppongono una sensibilità profonda perché i ragazzi le possano fare proprie e approfondirle, che purtroppo non tutti hanno, anche tra i docenti, si è conclusa con il saluto del Presidente del Consiglio d’Istituto, Ing. Alessandro Leccese, che ha elogiato gli alunni e la docente per il lavoro svolto. L’ins. Busto ha poi ringraziato il Dirigente Scolastico, Dott. Vincenzo Calabrese, assente perché impegnato a Marina di Ginosa, della fiducia che dimostra verso gli insegnanti ed il supporto notevole che dà al loro lavoro. A conclusione, la bella voce dell’alunna Angela Di Dio ha chiuso la serata, con la canzone di Noa, su musiche di Nicola Pivani, “Beautiful that way”,colonna sonora de LA VITA E’ BELLA di R. Benigni. “Tutto mi porta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre nello stesso posto… non si esce mai, per davvero, dal Crematorio” (Shlomo Venezia,”Sonderkommando –Auschwitz”, Rizzoli,2008). Ins. Rosamaria Busto F.S. AREA 4 34 attualità n. 13 - 30 giugno 2012 di sicurezza, seguono periodicamente Corsi di Aggiornamento. Questo perché la loro Mission professionale è fornire sempre ai loro clienti il meglio ed il massimo delle ultime tecnologie esistenti in materia di climatizzazione ed allarmi. I Galante sono gli unici a Ginosa ad avere l’Attestazione di Qualificazione alla Esecuzione di Lavori Pubblici ovvero la SOA e nello specifico la OG10, cioè la certificazione che serve per eseguire i Lavori di Pubblica Illuminazione e Linee Elettriche e la OG11 ovvero l’Attestazione per eseguire Impianti Tecnologici: lavori di climatizzazione, sicurezza, idrici e termici. Inoltre la Soc.Coop.Galante possiede tutte le necessarie abilitazioni, nonché tutte le attrezzature a norma di legge per poter eseguire tutti i lavori inerenti la loro attività e che spaziano dal civile, al terziario fino ai lavori industriali. Viaggio nel mondo dell’imprenditoria locale Rubrica di Luca Calabrese The New Galant’s Electric Band Questa settimana abbiamo incontrato ed intervistato per la nostra rubrica i Fratelli Galante, storici elettricisti di Ginosa. Storici perché, da sempre, sono cresciuti tra fili elettrici e relè poiché loro padre, Giuseppe Galante, più di 60 fa, ovvero già nel 1950, faceva lavori elettrici civili a Ginosa. Dal 1982 subentrano a papà Giuseppe, i 4 Fratelli: Nicola, che prende le redini dell’azienda, Franco, Maurizio e Sergio. I Galante lavorano alacremente e con certosina precisione e professionalità per molti anni finchè, a metà degli anni ’90, costituiscono la loro prima Società Cooperativa. Continuano a eseguire Impianti Civili ed Industriali ma anche Automazione ed Impianti di Sicurezza, ovvero installazione di Allarmi, Telecamere e Fotocellule, affinché sia i privati cittadini che le aziende possano vivere e lavorare in totale sicurezza. Tutta l’impiantistica inerente la sicurezza è, da sempre, targata solo Tecnoalarm. Dopo circa altri 5 anni I Galante, cominciano ad installare anche Impianti di Condizionamento, per i quali, oltre che per gli impianti Auguri agli sposi Antonella e Federico Lo scorso 16 giugno, a Perugia, si sono sposati Antonella Carrera e Federico Mainiero. Agli sposi e ai loro genitori gli auguri de la Redazione de La Goccia avvenimenti sportivi n. 13 - 30 giugno 2012 35 “Percorsi di legalità” L’I. C. “S. G. Bosco” incontra le Istituzioni Un percorso didattico-educativo e formativo, durato un intero anno scolastico è alla base della conclusione del Progetto PON “Percorsi di legalità” (Le (g) ali al Sud), è stato presentato lo scorso 18 giugno, nel teatro Alcanices, dai docenti e dagli alunni dell’Istituto Comprensivo “San Giovanni Bosco”. Protagonisti assoluti (sul palco e oltre), gli alunni delle classi quinte della Scuola Primaria e quelli delle classi seconde della Scuola Sec. di 1° grado. Sul palco dell’Alcanices, con la conduzione dell’insegnante Rosamaria Busto, Funzione Strumentale dell’Istituto, nonché valutatrice PON, si sono sviluppati gli interventi del dirigente scolastico prof. Vincenzo Calabrese e degli operatori protagonisti del percorso formativo, che hanno condotto per mano gli alunni, nel corso dello svolgersi del progetto: i dott. Cataldo Zingaropoli e Giuseppe Basile, rispettivamente dirigente e cancelliere presso il Tribunale dei Minori di Taranto, il capitano Ennio Magli, della Caserma dei Carabinieri di Castellaneta, il dott. Carlo Leobardi, responsabile della Comunità Educativa Re-esistere Insieme, nonché il sindaco di Ginosa, dott. Vito De Palma e la prof.ssa, Lucrezia Di Tinco, docente facilitatrice PON. Ma la parte del leone nel corso della serata l’hanno svolta per davvero i ragazzi che, in gruppo o singolarmente hanno illustrato tutte le fasi del percorso svolto e, proprio da loro, da quello che hanno imparato e dalle esperienze che hanno fatto, il pubblico presente ha potuto apprendere che non soltanto le lezioni frontali degli esperti hanno catturato il loro interesse ma anche le visite al Tribunale di Taranto, nella sezione riservata ai processi verso i Minori, alle Caserme della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Castellaneta e la simulazione di un processo nell’aula del Tribunale di Ginosa. «Questa esperienza ci ha insegnato che c’è un filo sottile, tra ciò che è legalità e ciò che non lo è, tra essere cittadini del mondo ed essere cittadini di una realtà minore. Per questo, nel nostro futuro ci impegneremo ad essere uomini e donne oneste.» Con queste parole Angelica, della Scuola sec. di 1° grado, ha commentato l’esperienza e l’insegnamento tratto dal progetto svolto. E, anche più entusiasmanti sono state le dichiarazioni lette dai ragazzi delle quinte classi della primaria che, con linguaggio semplice ma incisivo hanno espresso nei loro interventi, considerazioni di alto livello formativo, sul valore civico della Legalità. L’intervento conclusivo è toccato alla prof.ssa Lucrezia Di Tinco che, oltre a ringraziare il dirigente scolastico per le opportunità di intervento che favorisce nell’Istituto da lui diretto, ha espresso la propria gratitudine agli esperti esterni per il supporto di competenze, dato al Progetto e alle colleghe Rossella Andreula, Rossella Cerulli, Anna Catucci e Roberta Susi che, insieme a lei, sono state impegnate nelle numerose attività. Lina Luisi Avis – Ginosa e Marina di Ginosa GIUGNO INTENSO DI MANIFESTAZIONI Dopo aver vinto il torneo per il ventennale dell’associazione, l’AVIS è tornata nel campo che le compete, in altre parole, a raccogliere il sangue di cui se ne ha sempre bisogno, e a partecipare alle manifestazioni socio-didattiche, assieme ad altre associazioni. Il giorno tredici, durante la messa celebrata presso San Martino, per la benedizione del pane di Sant’Antonio, l’Avis era presente assieme ai Masci Ginosa 1, per la distribuzione dello stesso a tutti i presenti. Il giorno quattordici, per la ricorrenza della Giornata Mondiale del Donatore, è giunta a Ginosa, l’autoemoteca Avis della provincia di Bari. Molto più grande e capiente della solita fornita dal Santissima Annunziata di Taranto, ha permesso oltre 50 donazioni su ottanta presenze. Purtroppo, spiace rimandare a casa chi, volenteroso, si presente per regalare il proprio sangue, ma, purtroppo, i tempi non permettono di far donare tutti. Proprio per questo motivo, si sta cercando di aumentare le giornate di donazione. Il giorno 16, presso Piazza Plebiscito, il primo Flash Mob dell’Avis, con la partecipazione dei ragazzi della palestra Gymnic di Luciana Santantonio. Per chi non lo sapesse, il flash mob è una rappresentazione momentanea di un qualcosa che potrebbe accadere in qualsiasi posto, fatta fra i passanti, o in determinati luoghi molto affollati, con l’aggiunta di svariate persone, per far meglio comprendere cosa accade in determinati frangenti. Il giorno 23, la consueta partecipazione al Grest presso la parrocchia Cuore Immacolato. Nonostante il calendario ricco di iniziative, ricordiamo a tutti che nel mese di luglio ci saranno altre giornate di donazione, nei giorni del 8 luglio presso Marina di Ginosa, e del 26 luglio, sempre presso Piazza Plebiscito. VI INVITIAMO A PARTECIPARE NUMEROSI, PERCHE’ IN QUESTO PERIODO IL SANGUE NON BASTA MAI. AIUTATE CHI HA BISOGNO, NON VI COSTA NULLA. Baldassarre D’Angelo 36 personaggi n. 13 - 30 giugno 2012 I Maestri del lavoro ginosino Domenico Russo Rubrica a cura di Adele e Stefano Giove Il nostro viaggio nel mondo dei Maestri del lavoro ginosino ci conduce, questa volta, in contrada Cesine, nello stabilimento vinicolo di Domenico Russo. È una mattina di giugno con un caldo terribile e Domenico, un giovane di appena 43 anni, mi viene incontro direttamente dal vigneto, dove sta amorevolmente curando i suoi grappoli d’uva. Gli ci vuole poco per mettermi a mio agio. E io, immediatamente: Domenico, ci racconti di te e della tua vita? «Sono nato a Ginosa 43 anni fa. Ho frequentato la scuola dell’obbligo, come tutti ma ci tengo a dire che alla scuola Elementare ho avuto un maestro che tu sicuramente ricordi benissimo, mi riferisco al maestro Mario Lapenna, che è stato, per me, un maestro di scuola e, soprattutto, di vita. Dopo la scuola dell’obbligo, ho scelto di frequentare la scuola Superiore per Perito Elettrotecnico, a Matera. Ad essere sincero, in quegli anni, non avevo una idea precisa su quello che avrei fatto da “grande”, mi piaceva l’elettronica e decisi di frequentare quella scuola. Nel 1988 mi sono diplomato e ho incominciato a lavorare in altri stabilimenti vinicoli. Questo è stato il mio primo impatto con il mondo vinicolo. Ovviamente nella cantina sociale era prevalente la produzione industriale del vino, anche se cominciarono a realizzarsi le prime esperienze per quanto riguarda l’imbottigliamento. Ad ogni modo, proprio quell’esperienza, ha acceso nella mia testa la passione per il vino e per la sua produzione. Dopo aver svolto il servizio militare, ho ripreso a lavorare nella Cantina Sociale. Nel 1994, quando era dilagante la produzione di uva da tavola a Ginosa, ho cominciato a svolgere l’attività di agricoltore. Ho impiantato un tendone di uva da tavola ne coltivavo 4-5 ettari su terreno di mia proprietà. Devo essere sincero, nonostante i discreti guadagni che questa attività mi permetteva di realizzare, mi sentivo inappagato, avvertivo una insoddisfazione. Nel frattempo, ave- vo comprato, nella zona Piantata di Ginosa, un piccolo locale di una cinquantina di metri quadrati e lì ho pensato di realizzare una prima cantina. Mi sono informato sulla documentazione necessaria, sui permessi che bisognava avere e ho cominciato a cimentarmi con la produzione del vino. Insomma volevo fare le cose per bene. Io ho una mia filosofia di vita: “se le cose le devi fare, le devi fare bene”. Il mio sogno si è avverato, però, nel 1998 quando ho realizzato la mia piccola cantina di appena 50 metri quadrati. Ho iniziato subito con la confezione della bottiglia di vino con la sua etichetta. Parliamo di primi passi e, sicuramente, molti limiti, la mia proposta d’immagine ce l’aveva; comunque il prodotto era indubbiamente di qualità e questo ci ha permesso di avere subito un buon riscontro in termini di vendite. Nel 1999 mi sono sposato con Luciana Calabria, che ha condiviso con me l’amore per questa attività, proprio questa condivisione ci ha portato, nel 2002, a realizzare il nostro sogno: avere uno stabilimento vinicolo nostro, all’interno degli stessi vigneti. Lo stabilimento è stato realizzato in appena sei mesi e questo sia per la nostra determinazione sia per la necessità derivante dalle richieste dei nostri clienti. I locali che avevamo inizialmente erano troppo piccoli e non si riusciva più a soddisfare la richiesta degli ordinativi. Pensa che la prima spedizione all’estero l’abbiamo realizzata dalla cantina di via Cerere. È facile immaginare quanto sia stato difficile realizzare un bancale di 500 bottiglie di vino, in un piccolo ambiente come quello. Parliamo del 2001. Ma la nostra determinazione era tale che, nonostante lo stabili personaggi mento non fosse stato realizzato, avevamo già accettato le ordinazioni dall’estero. La prima raccolta di uva in questo stabilimento è avvenuta il 2002, la prima spedizione all’estero nel gennaio del 2003. Parallelamente allo sviluppo della nostra azienda, è cresciuta anche la nostra famiglia e nel 2004 è nato Andrea, nel 2006, Daniele. Ovviamente abbiamo la segreta speranza e il segreto desiderio sia io che mia moglie Luciana che i nostri figli continuino ad avere la stessa passione che abbiamo noi per questa attività.» Signor Domenico, adesso ci parli del vino e di come la vostra azienda si è trasformata dai tempi di via Cerere a oggi, in zona Cesine. «Intanto c’è un segreto che possiamo tranquillamente svelare: alla base di ogni attività ci deve essere una grande passione e io e mia moglie Luciana ne abbiamo veramente tanta. Pongo al primo posto la passione perché dietro ogni bottiglia di vino c’è la storia di una comunità, della sua energia, della sua cultura, delle sua tradizione. Una bottiglia di vino ti dice da dove viene e perché. In altri tempi, a Ginosa vi era la tradizione di produrre il vino per se stessi e le nostre uve erano destinate all’arricchimento di altre uve. Produrre il vino per se stessi significa produrre qualche cosa che solo tu o i tuoi familiari e gli amici degustano, produrre vino da far arrivare sulle tavole di persone che non conosci, diventa impegnativo e devi saper soddisfare palati più esigenti e diversi. Se si tiene conto che il nostro vino nasce in sistema di “filiera corta”…» Cosa significa “filiera corta”? «Significa che noi come azienda, produciamo uva che trasformiamo e vendiamo, tra le diverse varietà di vino c’è il primitivo. Siamo, quindi, un unico soggetto che permette di far giungere il vino senza alcun passaggio intermedio garantendo la provenienza e la tipologia delle uve, la loro trasformazione e la collocazione sul mercato. Questa impostazione offre al destinatario delle nostre bottiglie due certezze: la qualità del prodotto e il costo giusto senza altri rincari. Voglio dire che le nostre uve sono prodotte direttamente da noi e seguiamo tutta la fase di crescita del grappolo con un’attenzione quasi maniacale, per noi, ogni grappolo d’uva è come una parte di noi stessi, pertanto facciamo in modo da garantire essenzialmente genuinità, che è fondamentale per essere apprezzato. Voglio anche aggiungere che la nostra azienda ha operato prima di tutto in n. 13 - 30 giugno 2012 un processo di riconversione dei vigneti; inizialmente avevamo uva da tavola, successivamente abbiamo messo a dimora il primitivo e produciamo il Primitivo DOC. Siamo gli unici in zona ad avere avuto la denominazione DOC, noi produciamo sia uva che vino DOC. Il primitivo si sta facendo largo tra i vini nobili della Puglia. È importante sottolineare che il nostro impianto è di tipo “spallierone”, che garantisce alle uve una qualità superiore e consente di far conservare all’uva le stesse caratteristiche di quelle prodotte con il sistema di alberello pugliese. Per intenderci, con l’impianto a spalliera si ha una produzione di gran lunga inferiore a quella del tendone, ma noi abbiamo puntato sulla qualità, proprio per conservare quelle specificità che solo un prodotto di nicchia può avere. Noi adesso abbiamo un prodotto DOC, il “Primitivo colline Joniche tarantine”, e questo mi incentiva a sollecitare la partecipazione di altri produttori per creare un consorzio del nostro Primitivo, nella convinzione che, fra qualche anno, il Primitivo possa essere uno dei vini più pregiati del patrimonio enologico italiano. Come si vede il nostro impegno nella produzione del vino non è dettato da aspetti di opportunità, è dettato dall’amore per quest’arte, riteniamo la produzione del vino, una vera a propria arte che riesce a trasmettere la storia e il vissuto di un territorio. Credo che un aspetto positivo che merita di essere evidenziato è quello che c’è una nuova cultura che investe l’enologia anche a livello locale. Le associazioni di sommelier, i tanti che partecipano a corsi per la degustazione del vino, stanno creando una nuova leva di estimatori del vino, che ha una formazione culturale più ricca. Questo mette noi produttori nella condizione di cimentarci con il giudizio di persone che hanno competenza e ti dicono cosa va e cosa non va nel prodotto che presenti. Oggi la nostra produzione è di 6/700 quintali di vino, venduti sia in zona che in tutte le regioni italiani e in diversi Paese esteri, e puntiamo sempre al miglioramento della qualità del nostro prodotto. D’altra parte non vogliamo trasformaci in una azienda industriale, vogliamo conservare la nostra dimensione familiare e quindi per crescere dobbiamo puntare sulla qualità. Ovviamente cerchiamo di essere presenti nelle diverse fiere e manifestazioni specifiche, ma, ripeto, sempre con lo spirito di 37 una produzione di nicchia, di grande qualità. Il nostro slogan è… “La passione per il buon vino” e questo significa che puntiamo essenzialmente sulla qualità.» Signor Domenico com’è scandita la vostra attività? «Proprio per la caratteristica di essere una azienda che opera nel sistema di “filiera corta”, non abbiamo momenti di pausa. Finita la raccolta dell’uva, si lavora per la trasformazione del prodotto in vino. Quando il vino è pronto, si comincia con la potatura e con tutte le fasi di lavorazioni che un vigneto richiede. Insomma siamo impegnati 365 giorni l’anno.» C’è un vino al quale sente di essere più legato? «Tutti i vini che produciamo sono delle nostre creature e con ciascuno di loro vi è un legame profondo. Tuttavia se proprio devo scegliere, diciamo il primitivo. Quando vengono in azienda quelli della Camera di commercio a fare i prelievi (in quanto noi seguiamo un disciplinare), al momento della degustazione del vino, da tre anni, consecutivamente prendiamo il massino dei voti! Il nostro Primitivo DOC è un vino speciale, viene prodotto con l’impianto a spalliera e questo gli conferisce una qualità superiore. Veda, noi, non ci siano inventato nulla, prima di mettere su lo stabilimento abbiamo visitato le migliori cantine in tante regioni d’Italia e dalla tradizione toscana, abbiamo imparato tanto. Il fatto stesso che abbiamo vigna e stabilimento insieme, dimostra che abbiamo scelto di produrre vini di grandi qualità. Vorrei infine dire che la nostra effettua la vendita al dettaglio e che la vecchia cantina di via Cerere adesso viene utilizzato come punto vendita. Inoltre, da quest’anno, sitamo effettuando la conversione a sistema billogico.» Domenico, cosa consiglieresti a un giovane? «È difficile dare consigli a un giovane d’oggi. Mi rendo conto che la situazione è molto complicata e le prospettive difficili. Ad ogni modo ai giovani dico che bisogna avere coraggio e credere nelle proprie idee. Un giovane deve dare il giusto valore alle cose e soprattutto al lavoro. Vedo tanti giovani che la sera amano “divertirsi” dalla parti di via Cerere in maniera sbagliata, ogni risultato può essere ottenuto solo se alla base c’è la passione, l’impegno e il sacrificio. Ecco ai giovani dico di guardare al futuro con la determinazione di “costruirselo” con le proprie mani.» Come dare torto a Domenico, in fondo, lui, il suo futuro, se lo costruisce giorno dopo giorno! 38 argomenti n. 13 - 30 giugno 2012 Torneo Gaetano Scirea: le cronache di Giacomo Galante BARI – ROMA, grandi nomi per l’esordio del torneo al Miani. Giallorossi più concreti e galletti sconfitti di misura. GINOSA 11/06/12 – Due grandi nomi per l’esordio del torneo Scirea a Ginosa. Bari e Roma si danno battaglia sul sintetico del comunale, ma ciò che ne risulta è una partita per molti tratti noiosa e povera di azioni rilevanti. Per provare la prima emozione bisogna attendere fino al 26’ p.t. quando su azione di contropiede del Bari, il n.4 della Roma, Ferrara, interviene in maniera fallosa, giudicata dall’arbitro meritevole del rosso. Con i giallorossi in inferiorità numerica ci si sarebbe aspettati un Bari più intraprendente e invece è stata la Roma a costruire azioni pericolose e al 41’ p.t. a passare in vantaggio col n. 11 Muzzi, che di testa insacca su corner battuto dal capitano Ansini. Il primo tempo termina con la Roma in vantaggio per 1 a 0. Il secondo tempo si apre con la Roma che spinge per cercare il raddoppio e il Bari che cerca di approfittarne in contropiede, e proprio in una di queste azioni (13’ s.t.) che viene fermato il n. 6 biancorosso La Teano, in maniera evidentemente fallosa dalla difesa romanista. D’ altro avviso è il direttore di gara che lascia correre scatenando la rabbia della panchina barese e dei tifosi biancorossi presenti sulle gradinate. Il Bari spinge per cercare il pareggio, che sarebbe meritato, ma sono i giallorossi ancora pericolosi al 39’ s.t. dove su azione di prima Ansini per Shahinas, il tiro di quest’ultimo viene parato miracolosamente da Ventrella. Poi più nulla e l’arbitro decreta la fine delle ostilità, Bari - Roma 0-1. BARI – ROMA 0-1 BARI – Ventrella, Liberio, Roccotelli, Roncone (c), Franco, La Teano, Leo, Lenoci, Calamaio, Amoruso, Cianci. (A disp.: Abbinate, Parodi, Marasciulo, Spiridione, Mastrangelo, Caldella, Gentile, Acquafredda, Runza). Allenatore: Loseto. ROMA – Romano, Capanna, Montesi, Ferrara, Pellegrini, Cesaretti, Taviani, Shahinas, Ansini (c), Ortenzi, Muzzi. ( A disp.: Masciangelo, Selvaggio, Mantovani, D’Antoni, Tortora, Serrone, Utzeri). Allenatore: D’Emilia. Arbitro e Guardialinee: Capolupo di Matera; Capoluco e Paolillo di Matera. Reti: 41’ p.t. Muzzi (R) Note: 26 p.t. espulso Ferrara (R), spettatori 1000 ca. ROMA – JUVENTUS, scontro tra titani! La lupa e la vecchia signora danno vita ad una gara ricca di emozioni. GINOSA 12/06/12 – Scenografie e pubblico delle grandi occasioni al Miani per quella che è stata sicuramente una delle partite più belle disputate a Ginosa. La partita è vivace sin dalle prime battute, con repentini capovolgimenti di fronte e al 16’ p.t. è la Roma a portarsi in vantaggio col n. 11 Taranto che beffa l’estremo difensore bianconero approfittando di un ottimo passaggio filtrante del suo capitano Ansini. Replica immediatamente la Juventus col n. 10 Moncini, che raccoglie un cross dalla destra impegnando il portiere romanista, che blocca in due tempi. La Juve prova in tutti i modi ad agguantare il pari ma la difesa giallo rossa si dimostra impenetrabile. Il primo tempo si conclude con la Roma in vantaggio per 1 a 0. Il secondo tempo inizia come il primo, con entrambe le squadre che cercano la via del gol. Al 14’ s.t. è la Juve che sfiora il pari su azione confusa da corner, il n.9 Varetto raccoglie la palla e la scaglia verso la porta e il n.1 giallorosso miracolosamente devia sulla traversa. La Roma sembra essersi addormentata, ma nel momento migliore della Juve trova il raddoppio, al 17’ s.t., col capitano Ansini il quale su azione di contropiede, anticipa i difensori e calcia verso la porta, dove il portiere, non proprio irresistibile, non riesce a trattenere la palla che termina in fondo alla rete. La partita a questo punto diventa emozionante e il pubblico di fede bianconera non smette si supportare i suoi beniamini, i quali cercano in tutti modi si accorciare le distanze, che avviene al 33 s.t. col n.10 Moncini, il quale raccoglie al volo un cross in mezzo lasciando impietrito Romano. Il Miani esplode e il caldo tifo esalta i ragazzi bianconeri i quali un minuto dopo sfiorano il pari con azione fotocopia al gol, dove però il portiere si fa trovare pronto e devia il tiro sulla traversa. La Roma si chiude tutta in difesa cercando di contenere l’assedio juventino. Al 44 s.t. la Juve sfiora di nuovo il pari col n.11 Gili, il quale si trova a tu per tu col portiere che esce sui piedi dell’attaccante, facendo perdergli il controllo della palla, ma su recupero della stessa da parte dell’attaccante, il tiro sfiora la traversa. Poi più nulla, i capitolini battona la vecchia signora in una gara sconsigliata ai cardiopatici. ROMA – JUVENTUS 2-1 ROMA – Romano, Selvaggio, Montesi, Mantovani, Pellegrini, Cesaretti, Zeccolella, Ortenzi, Ansini (c), D’Antoni, Taranto. (A disp.: Mastropietro, Muzzi, Taviani, Tortora, Shahinas, Serrone, Utzeri). Allenatore: D’Emilia. JUVENTUS – Dovico, Crepaldi, Pennicchi, Antezza, Faverato, Giannarelli, Tahiraj, Pira, Varret- to, Moncini, Gili. ( A disp.: Volpe Gia., Volpe Giu., Rinaldi, De Grassi, Guiducci, Madeddu, Cappelluzzo). Allenatore: Della Morte. Arbitro e Guardialinee: Pavone di Matera; Mannoio e Galli di Bernalda. Reti: 16’ p.t. Taranto (R), 17’ s.t. Ansini (R), 33’ s.t. Moncini (J) Note: spettatori 3000 ca. INTER – SPARTA PRAGA, profumo di Champions League! La classe boema neutralizza i ragazzi neroazzurri. GINOSA 13/06/12 – Sembrava di essere al mercoledì di Champions League, dato le due formazioni che si sfidavano sul terreno del Miani. Inter e Sparta Praga hanno dato vita ad una partita dalle mille emozioni, dove alla fine sono stati i boemi a spuntarla. La partita inizia bene per i neroazzurri, che al 20^ p.t., col n. 7 Golia, su azione personale, dopo aver driblato un paio di avversari calcia di poco a lato. Rapida la replica dello Sparta, che al 25^ p.t. col n.10 Kuihanek, da calcio d’angolo, incorna ed obbliga il portiere ad un intervento da applausi. L’Inter prova in tutti i modi a scardinare la difesa boema ed al 36^ p.t. sfiora il vantaggio col n. 8 Russo, che da fuori area lascia partire un siluro che il portiere devia sul palo. La legge del calcio però è severa, gol mancato, gol subìto. Al 40^ p.t. lo Sparta passa col n. 11 Schick, il quale approfitta di un’ indecisione della difesa interista su un cross del n. 9 ceco, Spacek e beffa l’estremo difensore. Finisce il primo tempo, l’ Inter deve rincorrere. La seconda frazione di gara vede i neroazzurri più pimpanti e decisi a trovare il pari, ma la difesa e il portiere cechi risultano essere insuperabili. Al 35^ s.t. punizione dello Sparta con Schindler, la palla accarezza l’incrocio dei pali. Due minuti dopo l’Inter sfiora il pari, azione confusa in area praghese e il n. 8 Russo calcia la palla direttamente tra le braccia del portiere. Gli ultimi minuti sono un assedio interista alla porta dello Sparta, ma non succede più nulla. INTER – SPARTA PRAGA 0-1 INTER – Costa, Lomolino, Simonato, Pinton, Palazzi (c), Golia, Russo, Ponti, D’Auria, Feleppa, Manolache. (A disp.: Maiorano, Rocca, Boateng, Lovallo, Casale, Salvatori). Allenatore: Facchetti. SPARTA PRAGA – Vorel, Pisko, Toml, Moravec, Spacek, Kuihanek (c), Schick, Mrazek, Schindler, Prenka, Surmaj. (A disp.: Vesely, Hovorka, Nemec, Modr, Doupaz, Stejskal, Novak, Tezky, Zavadil). Allenatore: Krieg. Arbitro e Guardialinee: Martinelli di Matera; segue a pag. 40 eventi sportivi n. 13 - 30 giugno 2012 39 STEP TO DANCE: UNO SPETTACOLO SOTTO LE STELLE Il 3°saggio di danza il 15 Giugno è presentato dallla Step to dance di Giusy e Tony Simone in Marina di Ginosa in collaborazione con i loro insegnanti Tina Antonucci e Giacomo Ranaldo. Dopo un intero anno di lavoro ma anche di divertimento, ecco che parte in Piazza San Pio, il video iniziale che racchiude e rappresenta (come ogni anno)tutti gli eventi svolti dalla scuola. Claudia de Novi, presentatrice Doc. all ‘altezza del nostro spettacolo, gestisce la serata con eleganza, bellezza e professionalità. Le mamme dietro le quinte si danno una mano l’un l’altra nel preparare i figli più piccini alla prossima uscita. Cambio d’abito ad ogni coreografia e... che abiti! sempre curati e pensati dalla direttrice che collabora con altre mani professionali e mamme collaboratrici. Ventidue si contano le coreografie presentate per un totale di 3 ore di musica e spettacolo che abbraccia vari stili di danza. Dalle musiche più tenere, dedicate ai più piccoli di danza classica, sino ad arrivare allo stile modern jazz/contemporaneo, a continuare con l’hip hop strepitoso di Giacomo Ranaldo e ai Musical di Tina Antnonucci. Il titolo scelto del Saggio è stato “Il Ritmo del successo” affiancato da una frase: DOMANI E’SOLO UN GIORNO IN PIU’CHE BALLO. Piu’ stili di danza in una sola coreografia che finisce dopo ben 10 minuti con 22 “Fouettè” (tour di danza classica dalla difficile tecnica), che Ilenia Simone gestisce con successo nel suo gran finale. E che dire dell’entrata in moto dell’insegnante Giacomo Ranaldo che porta via con se’ l’adorabile fanciulla di cui s’innamora? Signori lettori: a un ritmo di un successo personale per l’insegnante Tina Antonucci che per la prima volta è lieta e soddisfatta di poter premiare “a sorpresa e pubblicamente”, con una targa merito, gli allievi che l’estate scorsa hanno sostenuto e superato gli esami di danza classica a livello avanzato: Fabiana Pellicoro, Selenia Calabria, Ilenia Simone e lo stesso insegnante di hip hop, Giacomo Ranaldo. Le critiche ascoltate il giorno successivo tutte molto positive. Per Giacomo la critica migliore va decisamente al Madley di Lady Gaga, una coreografia riuscita anch’essa con successo. Gli abiti,l’energia,le scenografie, hanno esaltato la tecnica hip hop facendo esultare,stupire e divertire il pubblico con molteplici cambio scena e d’abiti. Non da meno il supersonico cambio d’abito svoltosi dietro le quinte per i ragazzi del corso avanzato di classico con la “Bayadere”, balletto di repertorio tra i più belli in assoluto. Tutti i corsi dei più piccini non hanno fatto altro che entusiasmare, commuovere e intenerire il cuore di tutti. Piccoli occhi rivolti verso le luci accecanti sul palco, verso i loro insegnanti che ne suggerivano i movimenti. La tecnica migliora negli allievi e le coreografie assumono ogni anno sempre forme più professionali. Soddisfazioni su soddisfazioni per il 3° anno consecutivo, per cui ne vale la pena scrivere questo articolo per un altro ricordo ancora e soprattutto per ringraziare tutti gli allievi,le famiglie e tutto lo staff della step to dance. Bravi tutti! STD Foto Erasmo Mazzone I proverbi secondo Giovanni Carducci 40 n. 13 - 30 giugno 2012 Capolupo e Pilermo di Matera. Reti: 40 p.t. Schick (S) Note: spettatori 2000 ca. Quarti di finale! BARI – LAZIO. Gli aquilotti rimandano i galletti nel pollaio! GINOSA 14/06/12 – Si disputa sul terreno del Miani l’ultima partita del torneo Scirea a Ginosa: il quarto tra Bari e Lazio. Partenza rapida dei laziali che al 5^ p.t. trovano il gol col n.11 Milani, ma l’arbitro annulla. Nei seguenti 15 min. è un dominio laziale, il quale non concede spazio agli avversari, che risultano incapaci di reagire, se non al 20^ p.t. quando riesce a trovare spazio per un tiro che viene parato facilmente dal portiere bianco celeste. Per il resto della prima frazione di gara dominano gli aquilotti, che però non riescono a sbloccare il risultato. I primi 45 min. terminano a reti inviolate. Il secondo tempo si riapre con i laziali sempre più incisivi e il Bari guardingo pronto ad approfittare degli errori dell’ avversario, ma al 15^ s.t. è la Lazio a sbloccare il risultato col n. 17 Fiori il quale lascia partire un destro da fuori area che lascia impietrito il portiere ed ammutolisce i tifosi sulle gradinate. Dopo il gol subito i galletti si svegliano e sfiorano il pari due minuti dopo col capitano Roncone, il quale raccoglie il pallone in area laziale e d’esterno costringe il portiere ad una parata miracolosa. La partita del Bari finisce qui, anche a causa delle decisioni dell’arbitro che la penalizzano. La Lazio si limita solo a gestire il vantaggio e a portare a casa la vittoria e l’ accesso alle semifinali. Lazio batte Bari 1 – 0. BARI – LAZIO 0-1 BARI – Ventrella, Roccotelli, Roncone (c), La Teano, Leo, Lenoci, Calamaio, Amoruso, Cianci Mastrangelo, Runza. (A disp.: Liberio, Franco, Abbinante, Parodi, Marasciulo, Spiridione, Cialdella, Gentile, Acquafredda). Allenatore: Loseto. LAZIO – Guerrieri, Perocchi, Maciulla, De Dominicis, Mattia (c), Bonacini, Tentoni, Gattamelata, Palombi, Steri, Milani. (A disp.: Lazzari, Pingitore, Ruggiero, Lucarini, Cinti, Fiori, Medini). Allenatore: Bianchi. Arbitro e Guardialinee: Rossano di Matera; Sisto e Maniolo di Bernalda. Reti: 15^ s.t. Fiori (L) Note: spettatori 1500 ca. GIACOMO GALANTE avvenimenti sportivi LA POLISORTIVA MONTESCAGLIOSO APPRODA IN PROMOZIONE CON DUE “GINOSINI” PROTAGONISTI. Dopo un’annata difficile e piena di sacrificio il Montescaglioso vince i play off del Campionato di Prima Categoria Lucano e approda in Promozione. Tra i protagoni- sti due calciatori ginosini il quarantunenne PIETRO DE TOMMASO e il diciottenne GIACOMO DE IACOVO. Come dicevo è stata un’annata difficile in quanto nn solo il budget societario era minimo ma si doveva puntare prettamente su una squadra giovane. Alla fine sono arrivati i playoff classificandosi secondi, a 6 punti dalla prima, il Pomarico, anche grazie alla bravura del mister Roccofranco che ha saputo tenere in mano le redini dello spogliatoio nonostante le difficoltà. Ecco cosa ci dice De Tommaso a promozione ottenuta: con pochi euro è stato raggiunto un obiettivo impensabile ad inizio stagione, infatti quando venni chiamato la prima volta dal mio compagno di squadra e coetaneo, TAFUNO EMANUELE conosciuto a Ginosa più per i suoi estintori che come calciatore, mi parlò di iscrizione a rischio e di squadra giovane, formata da giocatori locali che, insieme alla mia esperienza, doveva lottare per raggiungere una salvezza difficilissima, dopo aver conquistato negli ultimi due anni, due secondi posti a Metaponto. Invece eccoti la Promozione che dedico a mia moglie e i miei due figli per i loro sacrifici domenicali. Con un certo rammarico la mia dedica va anche a quei personaggi del calcio ginosino che qualche anno fa mi avevano dato per finito calcisticamente e agli stessi che si sono fatti sfuggire dalle mani un giovane calciatore juniores, uno dei tanti lanciati dal Parma Club, Giacomo De Iacovo per far posto a qualche altro ragazzo non di Ginosa. Sì, proprio così in quanto il ragazzo non è mai stato preso in considerazione dall’attuale dirigenza e allenatore. E inoltre è diventato non solo un pilastro della difesa montese, ma addirittura un beniamino dei tifosi. Per quanto riguarda DE IACOVO ha giocato il suo primo vero campionato di categoria, dopo i vari campionati giovanili con il Parma Club Ginosa, siglando in questo torneo ben 5 reti, avendo ancora possibilità di maturare. Ecco cosa ci dice De Iacovo: non ho motivi di rivalsa verso nessuno, perché penso di aver dimostrato il mio valore in campo con le mie prestazioni. Ho seguito i consigli (sacrifici, allenamenti,sacrifici) che mi hanno inculcato sin da piccolo i miei due allenatori delle giovanili del Parma club ovvero mister Vito Iacovino e mister Francesco Russo. Inoltre vorrei dedicare questa promozione ai miei familiari per i sacrifici che hanno fatto, ma soprattutto a mia madre Raffaella, la mia prima tifosa. Ora si spera solo che qualche imprenditore locale montese dia una mano all’attuale dirigenza in quanto ora la squadra disputerà un campionato di tutto rispetto: la Promozione. L’ addetto stampa avvenimenti n. 13 - 30 giugno 2012 41 San Giovanni da Matera o ‘abbà di Pulsano’? 2 -San Giovanni da Matera è un santo di sicura originalità sulla cui testimonianza dell’Evangelo non si sottrae al confronto il dottor Alberto Cavallini, storiografo e agiòlogo, nonché direttore di ‘Voci e Volti’, periodico dell’Arcidiocesi del Gargano. Chi è San Giovanni da Matera? “Innanzitutto, ritengo sia corretto chiamarlo ‘abbà di Pulsano’; ossia, col nome riveniente da fonti antiche e non come generalmente si dice ‘da Matera’, denominazione peraltro riferita da fonti molto tardive. Non posso non sottolineare che San Giovanni eremita ed abate appartiene a quella ristretta e provvidenziale schiera di ‘uomini del Signore’ che hanno dato tutto se stessi con generoso slancio per la crescita spirituale e sociale dell’uomo operando per il ritorno alla povertà evangelica, a cominciare dalla propria esistenza e di tutta la Chiesa. Appartiene a quella fitta schiera di santi monaci riformatori del monachesimo degli inizi del XII secolo, fra i quali Romulado con la famiglia camaldolese; Bernardo, ispiratore della riforma cistercense; Brunone, con la fondazione della famiglia monastica Certosina; Alfano, di quella Cavense; Giovanni Gualberto della Vallombrosiana; Guglielmo, della Verginiana sublascenze”. Perché scelse il Gargano per fondare e propagare la vita eremitica? “San Giovanni, che nel suo tanto peregrinare ebbe contatti con il monachesimo orientale presente in Calabria e in Sicilia, su ispirazione dell’Arcangelo Michele trovò a Pulsano garganico, nella ricchezza della tradizione preesistente e negli eremitaggi lasciati dai monaci greci, il luogo più consono e più rispondente alla realizzazione dei suoi principi di vita monastica. Per mitigarne gli eccessi e l’estrema austerità, forse, pensò ad una vita monastica idioritmica, cioè con la presenza della forma eremitica in taluni periodi dell’anno e di quella cenobitica, la quale, certamente, dopo la bolla di Papa Alessandro III del 9 febbraio 1117 in cui si parla ancora di vita eremita a Pulsano, gradualmente sostituì quella eremitica, organizzando così i monaci successori in veri e propri monasteri in cui era praticato solo il cenobitismo”. Qual era il loro abbigliamento e di cosa si nutrivano? “I monaci e le monache, sì perché i Pulsanesi ebbero anche il ramo femminile con numerosi monasteri, indossavano una tunica di lana color grigio cenere, successivamente trasformata in bianca, forse in analogia ad altri ordini monastici coevi che si erano posti sotto la protezione della Madre di Dio. Sulla tunica indossavano lo ‘schema’ orientale o scapolare e seguivano la Regola benedettina che inasprirono in taluni aspetti non dimentichi della tradizione monastica orientale precedentemente presente in Pulsano. I Pulsanesi, detti anche monaci scalzi, non mangiavano mai le carni né bevevano vino o latte, né mangiavano formaggi perché derivati da grassi animali, ma avevano una dieta austera, che i monaci d’Oriente praticano ancora tutt’oggi, per poter essere pronti e sobri nella corsa di amore verso il Signore Veniente”. Vi sono tuttora in Italia attività di monachesimo eremitico nella forma voluta da San Giovanni? “No. Vi è solo la forma monastica cenobitica. Ma a Santa Maria di Pulsano, è importante e bello sottolineare, attualmente esiste una piccola comunità monastica che è latina e bizantina, nella spiritualità e nella liturgia. Dunque, a Pulsano si respira, nella tradizione antica di questa terra, aria d’Oriente e di Occidente”. San Giovanni è stato boicottato da altre congregazioni? “Non si può parlare in termini così forti. Certo, la rigida organizzazione monastica dei Pulsanesi che aveva un unico ‘abbà’ ed un’unica abbazia madre, quella di Santa Maria di Pulsano del Gargano, portò nel corso dei secoli ad un naturale ‘scollamento’ dei vari monasteri e priorati dipendenti, alcuni dei quali ubicati in Toscana e nelle isole croate dell’Adriatico. I monaci Pulsanesi confluirono nella congregazione celestina e in quella cistercense, anche se molti eremiti laici, ‘sciolti’ e liberi da ogni forma di organizzazione ecclesiastica, sono rimasti a Pulsano per secoli, nella preghiera e nel nascondimento più totale, fino quasi ai nostri giorni. Alcuni eremiti, poi, nel 1500, all’epoca della riforma cappuccina, aderirono al nuovo ordine monastico francescano e passarono, è il caso di Fra Leone da Ventimiglia, eremita pulsanese, nel convento di San Giovanni Rotondo che è stato poi quello di San Pio da Pietrelcina”. Quale ruolo ha avuto nella vita del santo l’isola di San Pietro di Taranto e Ginosa? “Nel monastero di San Pietro il giovane Giovanni visse momenti drammatici. Dai monaci feudatari, molto poco evangelici, fu vessato, denigrato, ingiurato e canzonato a lungo, ed il suo esempio di cristiana sopportazione a nulla valse, tanto che fu costretto a fuggire in Calabria e poi in Sicilia. A Ginosa, invece, già fortificato dall’esperienza eremitica vissuta, fondò una prima comunità monastica, certamente idioritmica, che sarà poi il prototipo di quella Pulsanese”. Qual è stato l’incontro che gli ha consentito di divenire l’insigne rappresentante dell’ascetismo cristiano medievale? “Il contatto col monachesimo greco presente in Calabria e in Sicilia e poi la sua fraterna amicizia con San Guglielmo da Vercelli (fondatore di Montevergine), col quale, anche a Ginosa, ha condiviso alcuni anni di eremitaggio comune”. E’ da ritenere una figura attuale in grado di ispirare l’impegno spirituale umano? “Il beato Gioele, discepolo di Giovanni, nei suoi scritti riporta tutta l’ammirazione e il fervore che la calda predicazione di Giovanni destava nei cuori. Narra che Giovanni amava non solo i suoi monaci, ma anche e specialmente i suoi nemici col cuore di Cristo che si è incarnato per amore. Verso gli oppressi ed i miseri si mostrava venerando e amorevole, austero ed ubbidiente, fermo e deciso, mansueto e benigno. Un uomo così è sempre da amare e da imitare”. Perché il culto della sua santità non trova grandi spazi comunicativi? “Cito alcuni passi del testo agiografico ‘Vita’, redatto dal beato Gioele: …a nessuno deve apparire incredibile ciò che riferimmo del nostro padre Giovanni il Pulsanese. …la divina clemenza di Dio onnipotente volle mostrare Giovanni suo servo fedele e quanto merito possedette e …non proibì di far conoscere ai fedeli in terra affinché la lucerna non fosse nascosta sotto il moggio ma splendidamente illuminasse piamente i viventi(cfr. Vita 36, 26-34)…e che la santità di Giovanni non è stata tolta ma differita al tempo opportuno (56, 8-21). In altre parole, già i monaci Pulsanesi coevi di Giovanni sottolinearono che la vittoria è per coloro che si abbandonano a Dio, senza sostituire al divino disegno i propri umani interessi. Ed è certo un miracolo dei nostri giorni la rifioritura monastica nell’antica abbazia di Pulsano”. Così come è di grande valore spirituale l’espansione in Puglia di devoti autentici del santo di Matera, i cui festeggiamenti si celebrano il 20 giugno, data della sua morte, che avvenne nel 1139 nel Monastero di San Giacomo, a circa otto chilometri da Foggia, sulla via di Siponto. Nel 1177 ci fu la sua traslazione e canonizzazione nella chiesa di Santa Maria di Pulsano per volontà del pontefice Alessandro III. Le Sacre spoglie del Santo sono state portate a Matera il 28 ottobre del 1830 ed attualmente sono racchiuse in urna argentea nella Cattedrale, nella quale il 13 aprile del 1991 si è raccolto in preghiera Papa Giovanni Paolo II. Canta Storie 42 n. 13 - 30 giugno 2012 avvenimenti sportivi Champions week Statistiche dei team - terza parte In questo numero, analizziamo altri tre team, che ci hanno deliziato quest’anno: Autocarrozzeria Ricchiuto, Cavalieri Teutonici e Meeting Point. Aut. Ricchiuto: Terzo posto e piccolo rammarico! Un terzo posto figlio di alcuni passi falsi evitabili e di pochi ricambi. Si sono battuti sino all’ultimo minuto, ma si sono arresi soltanto a due team. Hanno provato a vincere il torneo grazie alle reti di Lapiscopia e alle grandi parate di Lovecchio, hanno portato a casa più di 40 punti con un bottino di 110 reti siglate e soltanto 75 subite. Il gruppo è stato sempre compatto ma ha paventato troppo nervosismo, spesso evitabile. Oltre al sopracitato Lovecchio, in difesa molta esperienza con Tria, Pizzolla e Tortorella, in avanti, oltre al bomber Lapiscopia, il laertino Calabrese, Di Franco, Acquasanta e il presidente Ricchiuto. Alla stagione voto 7.5 da migliorare nel prossimo torneo. Meeting Point: ancora un piazzamento. Peccato per il finale di stagione! Anche quest’anno, un piazzamento che sa di beffa. Sono partiti per vincere, ma, con pochi punti negli scontri diretti, il quarto posto, è più che meritato. Un episodio in Winter Week, ha fatto saltare il banco, oltre alla possibile finale, alcune defezioni, hanno fatto saltare il titolo. Fra i pali il giovane Criscuolo, in difesa, il big Adorisio, coadiuvato da Moro, da Di Franco e dal jolly Di Tinco, in avanti, Papapietro, 43 reti, Conte, Camiscia e il miglior giovane, Ribecco. Oltre 120 reti all’attivo, con 90 al passivo. Alla stagione voto 7-. Cavalieri Teutonici :quinto posto, i primi dei normali! Il quinto posto è tutto meritato. Gli ho definiti i primi dei normali, perché le prime quattro classificate sono state inarrivabili. La squadra poteva contare sull’esperto Ribecco fra i pali, i difensori Suriano, Lapiscopia senior, Lombardi Vincenzo, Di Nanna Giuseppe, mentre, in avanti, il prolifico Lombardi Antonio, Felice Bozza e il talentuoso Gianfranco Di Nanna. Hanno messo a segno 115 reti, delle quali 36 di Lombardi, e ne hanno subite 100. Al team voto 6.5. Baldassarre D’Angelo Champions week Statistiche dei team - quarta parte Eccovi, le ultime quattro partecipanti del Champions Week, viste con la lente d’ingrandimento: Deca, Tua Immobiliare, Costan e Team Romania. Questi quattro team, si sono piazzati fra il sesto e il nono posto, contribuendo ad alimentare la parte bassa della classifica, regalandosi anche alcuni risultati di spessore. Team Romania, subentrato alla Cantina, ha espresso un bel futsal, grazie ai suoi interpreti, soprattutto il bomber Vintila, giunto secondo dietro Tarantini, con 53 reti. Hanno pagato il fatto di essere sempre in cinque e l’assenza di un portiere. Da tener d’occhio anche il velocissimo Pirvu. Alla squadra voto 6+. Costan srl, piazzatosi settimo con 20 punti, ha bloccato la vincitrice Ottica nel girone d’andata e ha fatto soffrire tutte le big del torneo. Quando decidevano di giocare a calcio, hanno fatto punti, quando, la mattina alle nove, decidevano di restare a letto, regalavano gli stessi agli avversari. Degni di nota il portiere Lapiscopia e l’attaccante Masi, autore di 23 reti. Al gruppo voto 6. Tua Immobiliare ha superato i punti dell’an- no scorso e ha migliorato anche la tenuta gara. Sono partiti davvero forte, poi, nel corso del torneo, la superiorità degli avversari è apparsa, e si sono dovuti accontentare dell’ottava piazza. In spolvero, il presidente Bianco, autore di 16 gol e il rampante Parisi. Voto 6. Deca, come sempre, ha avuto alti e bassi, con bassi in maniera più elevata, e ha chiuso il campionato in nona posizione. Nonostante i pali ben difesi da Serra (spesso assente per lavoro) e le marcature di Sangiorgio, Catapano e Mancuso, la squadra ha pagato l’assenza di un vero leader difensivo. Alla compagine, voto 5.5. Infine, all’organizzazione voto 9 per l’evento e la disponibilità, agli arbitri Menzella e Mancino, voto 10 per la pazienza e la voglia di arbitrare, nonostante i continui insulti da parte di noi partecipanti. Baldassarre D’Angelo attualità n. 13 - 30 giugno 2012 Pubblicità pagina intera 43