Scarica il documento allegato
Transcript
Scarica il documento allegato
“ Paize Autu” Periodico dell’Associazione “U Risveiu Burdigotu” Posteitaliane S.p.A. spedizione in Abbonamento Postale – 70% CNS/CBPANO/IMPERIA SCIOLTI COMMISSARIATI D A lla fine il temuto provvedimento è stato formalizzato; il nostro Consiglio comunale risulterà l’unico nel Nord Italia (dopo Bardonecchia) ad essere sciolto per infiltrazioni mafiose. Si tratta di un provvedimento che nessuno di noi si augurava venisse preso. Non tanto in ossequio alla Amministrazione, la cui determinazione nel non volersi dimettere a suo tempo, ha trascinato la città e noi tutti nel fango, quanto per Bordighera che di tutto aveva bisogno meno che di un marchio così infamante. La clamorosa notizia ha fatto il giro di tutti i media, (venendo oltremodo amplificata), i cui effetti si riverbereranno sulle varie attività future, in particolare su quelle turistiche che rivestono, per la nostra città, una valenza primaria. Il Sindaco ha dichiarato di essere molto arrabbiato (lui ha usato un verbo più crudo), minacciando il ricorso al Tar e, se non bastasse, anche al Consiglio di Stato, al fine di preservare l’onore suo (e della sua amministrazione) che ritiene mortificato da: “Un provvedimento ingiusto ed evidentemente abnorme”. I Bordigotti il loro onore invece dovranno tutelarlo prendendo finalmente le distanze da un sistema perverso che ha permesso lo sviluppo di quella cultura speculativa che ha portato la città agli esiti di oggi. Wolf Anno 4 - n. 4 Aprile 2011 PERCHE BORDIGHERA? E ravamo in piazza quel venerdì mattino. Si parlava del più e del meno con Aldo, Giovanni e Giacomo, la cricca di pensionati attivi che si ritrova sistematicamente dal tabacchino per l’acquisto del giornale. Ci stavamo infervorando su Berlusconi, sul “Rubygate”,sul campionato di calcio ed esternavamo le solite lamentele, mugugnando sulle varie cose che in Paese non funzionano. Lì per lì non ci avevamo fatto caso, ma quella signora uscendo dall’Ufficio tecnico ce lo aveva sibilato chiaro, come un sasso gettato nella piccionaia del nostro cazzeggio dialettico: “Lo hanno sciolto!”. C’è voluto un momento per mettere a fuoco quelle tre parole, quasi ad operare un replay mnemonico, per assumere la consapevolezza di aver capito bene. Immediatamente parte il tam-tam telefoninico da diramare ai quattro venti, metà dei quali avevano già saputo. Ed è subito analisi: banale, qualunquista, forse troppo affrettata, ma appassionata e sincera. “Ma perché Bordighera?” Forse la nostra cittadina è più mafiosa di Sanremo, Ventimiglia, Loano o delle altre città del Nord produttivo? Viene fuori una tesi! Bordighera è risultata una insperata opportunità per penetrare l’ermetica enclave ponentina, crogiuolo di attività affaristiche di ogni tipo: i porti, l’indiscriminata colata di cemento delle seconde case da investimento, le pressioni per abbandonare le campagne e trasferire gli “indici”, ecc. ecc. Una opportunità determinata anche dalla sicumera delle nostre amministrazioni, sempre troppo sicure di vincere, al pun to da amministrare con leggeBUONA PASQUA rezza situazioni a volte troppo speculative, con l’avventura Sabato 16 aprile, vigilia delle Palme ofpoi di trovarsi ad affrontare friremo la consueta dimostrazione di inrischiose contingenze . treccio dei “Parmureli” in Piazza del Popolo I Carabinieri e l’antimafia che a partire dal primo pomeriggio. Quei “par- già monitoravano la zona hanmureli” che l’indomani verranno benedetti no preso in seria considerazione la vicenda delle sale gioco e dal Parroco don Marco, nel corso della con- hanno sferrato l’attacco che ha portato a degli sviluppi comsueta suggestiva cerimonia. plessivi in tutta la Provincia. Porgiamo a tutti i soci,ai lettori del nostro Non per nulla, immediatamengiornale e alle loro famiglie i migliori au- te dopo, sono emersi i casi di guri per una : BUONA PASQUA!! Imperia, Sanremo e VentimiPensionato “U Risveiu Burdigotu” glia. opo lo scioglimento il nostro Comune è stato commissariato. Con una tempestività non così usuale si sono insediati a Palazzo Garnier, non uno ma tre Commissari. Il titolare è l’ex prefetto di Imperia Giuseppe Montebelli, il quale sarà coadiuvato nella sua attività dal vice prefetto Paolo D’Attilio proveniente dalla Prefettura di Genova. Completa il triunvirato la dottoressa Valeria Fazio funzionaria amministrativa contabile, proveniente dalla prefettura di Savona. Costoro sostituiscono in toto quello che era la la Giunta Comunale. Hanno ampi poteri,nel senso che, non dovendo esercitare attività di confronto politico possono decidere in totale autonomia al di sopra degli interessi delle parti e dei partiti. Ci sembra di aver capito che non avrebbero vincoli di bilancio e che non sarebbero quindi assoggettati al cosidetto “Patto di stabilità”; il che costituirebbe un grande vantaggio poiché di soldini in banca pare che ce ne siano da poter condurre in porto alcuni fra i più importanti lavori in itinere, i servizi indispensabili, nonché le essenziali manutenzioni correnti. Oltre che a quanto sopra riferito, i tre alti funzionari si occuperanno anche, se non soprattutto, di “Rimettere Bordighera sul binario della legalità”, come dichiarato dallo stesso prefetto Montebelli all’atto del suo insediamento nell’ufficio che fu del sindaco Bosio. La circostanza che si sia reso necessario comporre un team di esperti per gestire (dopo lo scioglimento) la transizione bordigotta verso le elezioni, la dice lunga sulla complessità e delicatezza del momento che la città sta vivendo. Ci rassicura però il fatto che siano arrivati professionisti di grande esperienza, sicuramente integerrimi nonchè profondi conoscitori di regole e leggi. Pagina 2 Paize Autu CARO COMMISSARIO TI SCRIVO UNA LETTERA QUASI APERTA AD UN COMMISSARIO PREFETTIZIO Ill.mo Prefetto Montebelli Ci permettiamo scriverLe confidando nella Sua riconosciuta gentilezza e nella comprensione che vorrà concederci per essersi rivolti al Suo Istituto in maniera poco protocollare e così informale. Immaginiamo la mole di lavoro che sta affrontando e la delicatezza delle decisioni che dovrà assumere. Presumiamo anche le istanze che Le verranno poste da più parti e per i più svariati motivi. Noi siamo una associazione che opera sul territorio ed in particolare su quello di Bordighera Alta. Ci occupiamo di tante cose: organizziamo manifestazioni sportive, iniziative culturali, incontri ed inoltre pubblichiamo un giornale che Le alleghiamo in visione. Le scriviamo perché ci piace- rebbe incontrarLa per farLe conoscere il nostro punto di vista sui problemi e sugli interventi che sempre abbiamo presentato e sollecitato all’Amministrazione passata, ma che mai siamo riusciti a definire. Non si tratta ovviamente di grosse problematiche bensì di disservizi e inconvenienti che se non risolti mortificano alquanto la qualità della vita, principalmente in un Centro Storico come il nostro. Difficilmente i pur competenti funzionari del Comune Le chiederanno di intervenire per evitare che gli automezzi circolino all’interno del borgo, riabilitando il funzionamento dell’apposito dissuasore; oppure di far intervenire l’ente preposto per combattere il proliferare dei piccioni che stanno colonizzando carrugi e bastioni. E’ rimasto poi da ultimare il restauro della porta sottana e dei fregi sotto la loggia del campanile, per cui erano già state stanziate le relative risorse. Era stato deliberato (almeno così ci è sempre stato detto) la rivisitazione del sistema di illuminazione pubblica, armonizzandone anche i corpi illuminanti, attualmente di diverse fogge, molte delle quali pericolosamente fuori norma. Pericolosissimi risultano inoltre due quadri elettrici per l’alimentazione pubblica in piazza e sui bastioni, per i quali è stato costruito già da tempo un ricovero idoneo, ma non si riesce a far intervenire l’Enel per definire lo spostamento. Ci piacerebbe parlarLe della Rotonda di Sant’Ampelio da anni chiusa al calpestìo e di altri argomenti difficilmente sviluppabili per lettera. Nell’augurarLe buon lavoro ed in attesa di un Suo cortese riscontro Voglia gradire i nostri più cordiali saluti: “U Risveiu Burdigotu” BORDIGHERA SIAMO NOI Questo mese per la rubrica “Bordighera siamo noi” abbiamo scovato una particolare foto che raffigura e testimonia un pellegrinaggio a Lourdes della nostra parrocchia. La foto è stata scattata il sei agosto 1926 e immortala il gruppo di parrocchiani bordigotti assieme al parroco don Sismondini. Tra gli altri si riconoscono membri delle famiglie Albertieri, Traverso, Gramagna e De Benedetti. Colpisce la straordinaria somiglianza di Elvira de Benedetti, madre di Cesarin (quello del Caffè Romano) con la discendente Elvira De Benedetti meglio conosciuta come Elviretta. BORDIGHERA CHE FARE? S arebbe stato legittimo attendersi, quale reazione allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del nostro Consiglio comunale, un sollevamento generale di tutta la Comunità, sia che si fosse convinti della bontà del provvedimento o della sua abnormità. Invece niente, da nessuna parte traspare lo sconcerto, lo smarrimento, l’indignazione e lo sgomento vagheggiati. Ci sono state alcune dichiarazioni pubblicate sui giornali, di esponenti delle diverse attivita’ produttive bordigotte, prevalentemente commerciali e di servizio. E’ mancata invece l’indignazione della gente, che è rimasta arroccata nel proprio fatalismo ad osservare, come dietro un asettico vetro, l’evolversi della situazione. I bordigotti mugugnano ma raramente protestano e, come da molte parti si riconosce, poco ci si organizza per ribaltare le situazioni avverse. Nel caso specifico non si scorge in città quel fermento necessario ad affrontare di petto le circostanze sopravvenute. C’è un Commissario prefettizio che ci accompagnerà alle elezioni del maggio 2012, ma nel frattempo c’è da sperare che, almeno sotto traccia enti, partiti, associazioni e consessi vari si stiano adeguatamente preparando a quell’appuntamento, per dare un segnale forte di cambiamento. Con il provvedimento di scioglimento del consiglio comunale si è senz’altro toccato il fondo di un contesto da anni incancrenito dalla speculazione a ruota libera. Occorre necessariamente cambiare registro e questa dovrebbe potersi considerare la volta buona. Purchè i bordigotti lo vogliano, purchè emergano dalla società civile figure nuove, che abbiano l’autorevolezza e la determinazione di intraprendere strade diverse da quelle percorse fino ad ora (e in tutti questi anni) dalle varie amministrazioni. Lo vedremo dalle liste che presto dovranno presentarsi. Lo scopriremo dai candidati che “scenderanno in campo”. Se saranno sempre quelli occorrerà espellerli. P.G. Paize Autu Pagina 3 150.mo dell’Unità BUON COMPLEANNO ANCHE NOI S tando ai presupposti della vigilia (la pioggia, la complessità organizzativa, lo scioglimento del Consiglio Comunale il giorno prima), pochissimi avrebbero puntato un soldo sulla riuscita della manifestazione. Invece la “Notte Tricolore “ bordigotta ha ottenuto un successo a dir poco clamoroso. I giornali hanno stimato in cinquemila le persone che hanno voluto festeggiare assieme questa ricorrenza. L’alza bandiera al porto la mattina, e in Via Pelloux con il coinvolgimento delle scuole. Il convegno storico-culturale all’Anglicana nel pomeriggio. E poi il grande appuntamento serale con la rievocazione storica dell’incontro di Teano davanti al Palazzo del Parco, con l’alza bandiera accompagnata dalla fanfara dei Bersaglieri, da quella degli Alpini e dalla Banda del Borghetto. Molto successo ha incontrato anche l’apertura serale della Civica biblioteca, della villa Etelinda, del Museo Bicknell, dell’Oratorio San Bartolomeo e della Villa Mariani. In tutti i siti erano presenti comparse risorgimentali e musicisti ad intrattenere i visitatori. Alle 23.30, ritrovo al Palazzo del Parco per l’ammaina bandiera e l’adunata all’interno del teatro per il concerto dei cori e delle bande. Un teatro mai visto così pieno e festante a cantare tutti assieme l’Inno degli Italiani. L’inaspettata, così compatta partecipazione a questi festeggiamenti, che abbiamo riscontrato anche nel fine settimana successivo a Torino, in occasione della visita del Presidente della Repubblica, la dice lunga su come la pensa la maggioranza degli italiani nei confronti dei valori patriottici e quanto sia importante la coesione sociale attorno a riconosciuti simboli condivisi. Non c’è stata retorica nelle varie manifestazioni ma spontaneità: genuina e solenne come solo la moltitudine delle persone in pace sa trasmettere; al di là e al di sopra di ogni tipo di steccato ideologico e di appartenenza sociale. Paolo e Francesca CARLEVA’ 2011 Le foto qui sotto rendono solo in parte l’idea della festa di Carnevale che “U Risveiu Burdigotu” ha organizzato nel pomeriggio di domenica 6 marzo nell’incantevole ambientazione della Piazza Padre Giacomo all’interno del Centro Storico. Moltissimi bambini hanno partecipato, tutti compenetrati nei loro costumi di maschere estemporanee e classiche, ecci- tati dal clima di festa ritrovata, animata dai clown di “Sorrisi in pillolle” l’associazione provinciale di clown-dottori che operano da anni nei reparti di pediatria degli ospedali di Sanremo ed Imperia. La festa è poi culminata con la rottura delle pignatte, la sequenza di sbatacchiamenti che ha coinvolto bimbi piccoli e bambini più grandicelli in una accozzaglia di colori grida, coriandoli e caramelle. Anche quest’anno il “Carnevale dei bimbi” ha ottenuto il gradimento di grandi e piccini ai quali si è dato appuntamento al 2012. Un ringraziamento a tutti coloro che si sono adoperati nell’organizzare l’evento; alla Banca di Caraglio e al supermercato Billa per l’aiuto concreto messo a disposizione. Pagina 4 Paize Autu Chiare, fresche, dolci acque BORDIGHERA E IL SUO ACQUEDOTTO di Gianni Natta L a realizzazione di quanto descritto nel numero di marzo del giornale è dovuta solo in parte al costante impiego di risorse, quasi tutte ricavate dalla vendita dell’acqua, ma in particolare alla dedizione al lavoro, sempre prestata dagli operai e dai tecnici addetti al settore, cosa che ha permesso una gestione economica,sia per la realizzazione diretta di molte opere, sia di conseguenza per il prezzo dell’acqua fra i più bassi della Regione. Ricordo, appena assunto dal Comune, la capacità del signor Guglielmi, capo operaio e di suo figlio Alessandro valente tecnico responsabile delle centrali nonchè la meticolosità del signor Amoretti capo ufficio Amministrativo. Quali Amministratori, dopo il geom. Alessio Valassina, deve essere menzionato il cavaliere Giobatta Ansaldi, che all’ acquedotto dedicò molti anni di impegno, contribuendo ad una gestione oculata, alla realizzazione di nuovi impianti e reti di distribuzione e alla creazione di un validissimo nucleo operativo presente 24 ore su 24. ***** Al lavoro degli operai e dei tecnici è dovuto l’ammodernamento della rete di distribuzione. Innumerevoli sono le tubazioni poste direttamente in opera e la loro manutenzione; quante notti passate per riparare importanti condotte, fra tutte quella che ancor oggi alimenta la Città di Ospedaletti e che risale al 1900. E’ stata la nostra maledizione, si rompeva sempre nelle festività. Gli operai dell’acquedotto, scavavano con modesti mezzi (il piccone e la pala), riparavano le condotte poi ripristinavano il manto stradale; lavori duri di pregiata specializzazione svolti con notevole sacrificio e abnegazione; provvedevano da soli alla sostituzione delle pompe sommerse, a piazzare le pesantissime pompe di sollevamento con grande risparmio per l’Amministrazione.Vorrei nominarli tutti, tanti sono passati a miglior vita, ed ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa. ***** Tra i tanti episodi mi limito a ricordare la notte della vigilia di Natale del 1980 trascorsa a riparare la condotta di Ospedaletti, e la colazione del mattino con pesci, procurati dalle lampare e fritti nella campagna di Zopito, con un testo di “pisciarada”comandata al forno di Arziglia. Una notte (eravamo ad una meritata cena di lavoro al ristorante “La Pernice”), siamo intervenuti, ancora con i vestiti della festa,per chiudere l’erogazione in una condotta provvisoria che si era sfilata e minacciava di rendere ancora più grave la situazione di una frana in regione Pozzi. Gli operai operando al buio e nei roveti hanno scongiurato il pericolo. Altro grave guasto fu l’esplosione di una saracinesca in ghisa situata sulla via Romana Vecchia. Tale valvola del peso di 300 kg., adatta a sopportare pressioni di 6 Atm., posta in opera sulla condotta che aveva pressioni di esercizio di 15 Atm., aveva ceduto di schianto. La massa d’acqua sgorgante dalla rottura era impressionante; dovemmo intervenire di notte per chiudere la tubazione di alta quota, scavare e sostituire la valvola. Ci riuscimmo lavorando senza sosta per 25 ore e grazie ad opportune manovre il guasto non provocò disagi. Alcune volte i lavori erano molto rischiosi come quando dovemmo riparare in via Braie una tubazione in ghisa , ancora allogata in una vecchia galleria con muri in calcestruzzo. Avevamo quasi finito la riparazione e nella trincea, sotto la volta, era rimasto Giancarlo Biancheri di Bordighera Alta. Ad un tratto le spalle del ponticello cedettero. Tutti urlammo al nostro compagno di uscire in fretta. Un attimo dopo quello che sembrava un manufatto sicuro crollò: Giancarlo si salvò quasi per miracolo. ***** Nell’aprile del 1968 dovevamo installare una grossa pompa alla centrale Nervia. Mentre facevamo scorrere la macchina per posizionarla, un rullo di ferro si spostò lateralmente passandomi sul piede destro procurandomi (nonostante le scarpe pesanti), una dolorosa frattura. Misi subito il piede in un secchio d’acqua fresca, che non mancava certo nella centrale; poi pregai il mio amico Sergio G. di Sasso di portarmi all’ospedale di Bordighera. Il dottor Biancheri, voleva ingessarmelo così com’era. Io mi opposi ed ebbi con lui uno scontro veemente; per la cronaca il dott. Biancheri divenne in seguitoassessore all’Acquedotto. ***** Grazie al favorevole bilancio dell’Acquedotto l’assessore Ansaldi aveva caldeggiato l’acquisto di due nuovi gruppi di sollevamento. Avevamo richiesto delle pompe di nuova concezione, divisibili in due parti orizzontalmente (si poteva così estrarre le giranti dalla cassa senza smontare la pompa). Una macchina pompava 50/60 litri al secondo a 120/130 metri di prevalenza: la sorella maggiore sollevava 90/110 litri al secondo anch’essa a 120/130 metri. Dette prevalenze erano quelle necessarie per portare l’acqua dalla centrale al serbatoio della Coggiola. Il dislivello era di soli 80 metri, ma la pressione doveva essere quella sopra indicata, per le forti perdite di carico delle insufficienti tubazioni adduttrici. Nel 1985 si riuscì a realizzare la nuova condotta adduttrice(diametro 400 mm.) tra Nervia e la Coggiola e costruire il secondo serbatoio di 1000 metri cubi e, finalmente, un magazzino idoneo, anche se un po’ decentrato, in luogo di quelli posti dietro al Municipio privi di strada d’accesso. Con la nuova condotta si rese necessario anche un adeguamento delle pompe appena acquistate, adeguamento che con Alessandro avevamo messo in conto. Così esaminate le curve caratteristiche delle due pompe decidemmo l’intervento e le opportune modifiche. I nostri operai si rivelarono piuttosto capaci in lavori più da meccanici che da acquedottisti. Si procedette, allo smontaggio delle macchine; per la rettifica delle giranti, ci rivolgemmo alla ditta Metalmeccanica Vivaldi di Arma di Taggia, la quale dietro nostra indicazione ridusse il loro diametro senza smontarle dall’albero portante. ***** Emozionante fu il giorno del collaudo delle macchine. Il risultato fu superiore alle aspettative: la prima pompa ebbe un incremento della portata del 25 % e un modesto aumento della potenza assorbita; la seconda pompa passò dai 100 litri al secondo ai 140 alla prevalenza di 110 metri. Avevamo fatto un buon lavoro e con una spesa modesta. Le macchine ora funzionavano a regime ottimale, con notevole risparmio di energia elettrica. ***** A proposito di pompe, ricordo la posa in opera di due macchine “Caprari”ai Bassin. Avevamo montato delle valvole munite di pistoni ammortizzatori che al collaudo non risultarono idonee. La massa d’acqua prodotta dalle pompe ritornava vio lentemente indietro, con pericolo di rottura delle stesse.Allora ordinai a Sergio G. di smontare i pistoncini; poi tolsi dalla mia “850 sport” le molle dei se dili anteriori e le feci montare al posto degli ammortizzatori. La intuizione fu buona; alla fermata della pompa la molla faceva chiudere dolcemente la valvola con perfetto funzionamento. 2. continua Paize Autu Pagina 5 UNO SCRITTORE IN SALOTTO Nuova associazione culturale “A Cumpagnia d’a Parmura” di Alice Spagnuolo A vevo bisogno di un personaggio forte, per contrastare le brutture che insozzano una civiltà che si definisce, per suo stesso nome, civile. Avevo bisogno di un personaggio dotato di grande intelletto, per sopraffare la naturale inclinazione alla stupidità che sembra colpire molte personalità del nostro presente. Avevo bisogno di un personaggio giusto e "buono", per combattere la tendenza all'ingiustizia e al male che insozzano le nostre esistenze. Avevo bisogno di tutto questo e l'ho trovato in una donna: Zia Mame. Mame è una persona colta, intellettuale, saggia (a suo modo), stravagante, originale, affascinante e ricca. La sua età rimane imprecisata, per ovvie ragioni di indiscrezione femminile, per tutta la durata della storia. Sappiamo che la vicenda che ci viene raccontata, si snoda negli anni di poco precedenti la crisi economica e finanziaria del 1929 e termina dopo la tragedia devastante portata dalla Seconda Guerra Mondiale. Conosciamo il luogo in cui si svolge: gli Stati Uniti d'America. Mame si ritrova zia del figlio di suo fratello, che muore, improvvisamente, lasciando il suo unico erede decenne orfano. Il bambino e la zia non si sono mai visti prima, poichè il defunto padre e fratello non comprendeva e non approvava la viva (più che viva!) e anticonformista sorella. I loro due stili di vita, si può ben dire, cozzavano proprio come la famosa rima gozzoniana "Nietzche - camicie". Già dalla sua prima e teatrale apparizione, Zia Mame si mostra al nipote (e a noi) nella sua insolita e sfolgorante bellezza: nel suo appartamento newyorkese, in cui si muovono personaggi ambigui, lei si materializza nelle vesti di una bambola giapponese. Patrick, il nipote e narratore, così ce la descrive: "Aveva i capelli cortissimi, con una frangetta tagliata dritta che arrivava a lambire l'arco, molto accentuato, delle sopracciglia. Il suo abito di seta terminava in un lungo strascico a ricami d'oro. Anche le pantofoline che Affinchè Bordighera rimanga la Città delle Palme calzava erano d'oro, e tintinnanti di gioielli. Ai polsi, invece, tintinnavano braccialetti e braccialetti di giada e d'avorio." Non pensate che Zia Mame sia solo apparenza, commettereste un errore assolutamente imperdonabile: lei è soprattutto una donna di carattere. Un concentrato di idee, di pensieri, di puro genio! Ve lo dimostrerà con le sue parole e con i suoi gesti, plateali, questo sì, ma sempre concordi con quella che è la sua, personalissima, filosofia di vita. Vi divertirete, questo ve lo garantisco, a leggere le scene che la vedono protagonista: la scelta per l'educazione dell'adorato nipote; la durissima prova, affrontata con grazia, determinata dal crollo della borsa nel '29; il matrimonio suo e poi l'innamoramento di Patrick per una ragazza sempre "sbagliata"; l'aiuto concreto che Mame vuole offrire al mondo salvando dei poveri bimbi inglesi, resi orfani dalla guerra. Insomma, un'intera vita all'insegna di un qualcosa che, purtroppo, spesso manca in persone che invece dovrebbero averla: la coerenza. Se c'è una cosa, tra le tante, che Mame dovrebbe insegnarci è proprio quella di non essere contraddittori, di non seguire le banderuole mosse da un soffio di vento, ma di mantenere sempre ben in vista i nostri obiettivi e di impegnarci, con tutti i mezzi in nostro possesso, per raggiungerli. Il messaggio di Zia Mame potrebbe riassumersi in queste parole: il fine giustifica i mezzi solo se il suddetto fine è il bene e solo se i mezzi rimangono nella sfera della correttezza. Mame è stravagante, questo non posso negarlo, ma mai scorretta; le sue azioni sono sempre costruite per un fine giusto e raggiungibile. E soprattutto, Mame è sempre e soltanto se stessa. ***** Autore: Patrick Dennis Titolo: Zia Mame Casa editrice: Adelphi Prezzo: 19,50 € D a sempre Bordighera è considerata la città delle palme, ed è una grande verità se consideriamo che la nostra zona è quella a latitudine più settentrionale dove le palme nascono spontanee. E non parliamo di palme qualsiasi bensì delle “Phoenix dattilifere”, quelle delle oasi nord- africane e medio orientali. Nonostante questa particolarità che renderebbe unica qualsiasi zona, Bordighera non cura minimamente le sue palme al punto che il palmeto storico situato nel comprensorio del Beodo, se non si fa qualcosa, è destinato a morire. Infatti le palme centenarie seccano e poi cadono, per cui occorrerebbe sostituirle con nuove piante provenienti da un vivaio, magari comunale, che per tempo avesse predisposto un piano specifico di ripiantumazione. Ebbene voi non ci crederete, ma niente di tutto questo si è mai pensato di fare a Bordighera. Non esiste una cultura che avrebbe pur dovuto svilupparsi negli anni; meno che mai esiste un vivaio comunale disposto a donare, a prezzo simbolico, nuove palme per la ricostituzio- ne dello strepitoso paesaggio che ci aveva qualificati quale celeberrima “Città delle palme”. L’idea di costituire una associazione che si preoccupasse perlomeno di mantenere calda una sensibilità in materia, è venuta ad un gruppetto di amici, dediti all’intreccio dei “parmureli”,invitati per una dimostrazione della loro arte , dalla “Cumpapagnia de l’aurivu” di Porto Maurizio. “Se esiste quella de l’aurivu, perché non possiamo pensare ad una analoga associazione per le palme?” Detto fatto il gruppetto, capitanato dalle storiche famiglie di parmurà e intrecciatrici ha formalizzato in questi giorni la nascita della nuova “Cumpagnia”. E’ già iniziata la semina dei datteri per la costituzione di un piccolo vivaio; si collaborerà con tutte le eventuali altre strutture che si occupano di palme; si cercherà di sensibilizzare con iniziative diverse (mostre, visite, dibattiti) tutto quanto si riferisce alle palme e alla salvaguardia del palmeto. Presidente è stata eletta Maura Traverso. La sede provvisoria si trova in Via del Piano, 1. Paize Autu Pagina 6 Storie di nosci paizi: A Feira de Anime Novelle popolari: Alla Fiera delle Anime PAIRE E FIU SEBURGHIN E IN ASE….. P aire e fiu i eira partì da u Seburga e i se ne carava, cianin cianin a pei in cu u soi ase versu Burdighea, pe andaseru a vende ... …candu pe a strada i incontra gente: “ O beli zuveni, duve ve ne andai cuscì aviau in cu l'ase ? ” “Se n'andamu a Feira de Anime, a Burdighera ,a vendiseru ...” “ O bravi, fai bon viagiu e boi afari ” Ma mentre egnün u continuava pe a soi strada, paire e fiu chi aveva e ureie bone i sente di ...: “ Beli fürbi tüti dui, i se ne van a pei e a l'ase i nu ghe fan purtà ren ..” Paire e fiu i se garda in po' in ta facia, sensa parlà, pensandu che sa gente in fundu a l'aveva raixiun ... I nu han mancu tortu; ün di dui u p pureva muntaghe insima, e alù u fiu u dixe au paire: “Munta tü, pa ”… e tüti trei i riparte .... Dopo mancu ina mez'ura i se scruixia in cun autra gente che a l'ariva da in camin e turna anchè lì ... “Bondì, andamu a Feira de Anime, e scì, se andamu a vende l'ase ...”. E ognün u se ripia u soi camin ... Ma i camin i cuntinuava ün a rente a l'autru pe in belu tocu, e anche se i autri i parlava cianin, i sente di: “ In belu muru u l'a su paire, u fa travaià tütu u giurnu cume in negru su fiö che u l'a ancura i osi teneri e avù u ghe fa fà tüta sa strada a pei …” Alù u paire u ghe dixe au fiu ...“ Ti hai sentiu? ” “Vegni va, munta tü, che mi ghe sun già stau abastansa a cavalu”. E i repia u camin... Arivai tostu da veixin au Sciasciu i tröva autra gente che a caminava ciüù spedia e a ghe pasa davanti ... i soliti salüi ... ma anche sa vota paire e fiu i stan ben atenti pe viè se l'ariva caiche critica. E difati nu pasa tantu che i sente: “Me paresce in brav'omu ma forse u devese in po' bagnau ... u fiu zuvenu in se l'ase e elu, mezu veciu e marandau, a pei .. cose i han puira ? Che l'ase u se stanche? .... U ne porta autri dui cume eli …” E alura u fiu u garda u paire e u ghè dixe: “Munta pà, che forsci i han raixiun; l'ase u ne porta tüti dui”.E ditu faitu i repia a stradà versu u Cavu ... ma propriu candu i cumensa a viè u campanin da geixa du paise veciu, da veixin a ina bela bulà de ciante de aurive, i se scontra cun ina famia furesta... chi parlava in italian. Sa gente i ghe dumanda duve se pasa pe andà a feira de anime a Burdighea e eli i ghe dan l'indicasiun.I ghe dixe che i se sareva de següru rivisti perchè i ghe sareva andai anche eli, a vende l'ase ... E ognün u repia u soi pasu chi in se l'ase e chi a pei ... ma fau in po' de strada i ven che a scignura a se aveixina a u mariu e i sente che a ghe dixe cianin cianin: “ Questi signori non mi sembrano molto furbi ... vanno a vendere l'asino e si fanno portare entrambi ... quel povero animale quando arriveranno alla fiera sarà stanco e sudato e farà una brutta figura, e gli offriranno quattro soldi !” Alù paire e fiu i se garda in po' e pöi ... u paire u ghe dixe au fiu:“ Sta a sente: adesu se fermamu suta se aurive, se mangiamu chelu de bon che ta maire a na mesu in ta cavagnöra, se bevemu in belu gotu de vin ... e candu ripartimu u camin nu damu ciü a mente a nexün e famu cume belin vuremu nui .. perchè se ti dai a mente a gente, se ti sei fürbu i te fan diventà de seghüru abelinau .... Scroi U Cavu PADRE E FIGLIO SEBORGHINI E UN ASINO Padre e figlio erano partiti da tu che io sono già stato abbaSeborga e scendevano pian pianino a piedi verso Bordighera con il loro asino, per andarlo a vendere … quando, per strada incontrano della gen te: “ O bei giovani, dove ve ne andate così “di corsa” , con l’asino?” “Andiamo alla Fiera delle Anime, a Bordighera, a venderlo” “Oh, bravi! Fate buon viaggio e buoni affari!” Ma mentre ognuno continuava per la sua strada, padre e figlio che avevano le orecchie buone, sentono dire: “ Bei furbi tutti e due, se ne vanno a piedi e all’asino non gli fanno portare nien te.” Padre e figlio si guardano un po’ in faccia, senza parlare, pensando che quella gente, in fondo, aveva ragione..: uno dei due poteva salire sulla schiena dell’asino… E allora il figlio dice al padre: “Sali tu papà”. E tutti e tre ripartono. Non passa nemmeno mezz’ora quando si incrociano con altra gente che arriva da un sentiero e, di nuovo, anche lì “ Buongiorno, andiamo alla Fiera delle Anime, eh sì, andiamo a vendere l’asino.” E ognuno riprende la sua strada. Ma i sentieri continuavano uno vicino all’altro per un bel pezzo e anche se gli altri parlavano piano loro sentono dire: “ Ha un bel muso suo padre, fa lavorare tutto il giorno come un negro questo ragazzo che ha ancora le ossa tenere e adesso gli fa fare tutta questa strada a piedi…” Allora il padre dice al figlio: “ Hai sentito? Vieni, sali stanza a cavallo dell’asino.” E riprendono la strada. Arrivati quasi vicino al Sasso trovano altra gente che cammina più spedita e che passa loro davanti…i soliti saluti… ma anche stavolta padre e figlio stanno bene attenti per sentire se arriva qualche critica. E difatti, non passa tanto tempo che sentono: “ Mi sembra un brav’ uomo ma forse è un po’ semplicione: il figlio giovane è sull’asino e lui, mezzo vecchio e malandato, va a piedi. Di cosa hanno paura? Che l’asino si stanchi?.. Ne porta altri duecome loro…” E allora il figlio guarda il padre e gli dice: “Sali papà che forse hanno ragione, l’asino ci porta tutti e due.” E detto fatto riprendono la strada verso il Capo. Ma proprio quando cominciano a vedere il campanile della chiesa del Paese Vecchio, vicino a una bella fascia di piante di olive incontrano una famiglia forestiera che parla in italiano. Questa gente chiede dove si passa per andare alla Fiera delle Anime a Bordighera e loro danno l’informazione e aggiungono che si sarebbero rivisti perché anche loro erano diretti alla Fiera a vendere l’asino. E ognuno riprende il suo passo: chi sull’asino, chi a piedi ma , fatta un po’ di strada, vedono che la signora si avvicina al marito e sentono che gli dice pian pianino: “Questi signori non mi sem brano molto furbi…vanno a vendere l’asino e si fanno portare entrambi… quando arriveranno alla Fiera, quel povero animale sarà stanco e sudato e farà una brutta figura e a loro offriranno quattro soldi!” Allora padre e figlio si guardano un po’ e poi ..il padre dice al figlio: “ Sta a sentire: adesso ci fermiamo sotto questi ulivi, mangiamo quello che di buono tua madre ci ha messo nel cestino, beviamo un bel bicchiere di vino e quando riprendiamo la strada non diamo più ascolto a nessuno e facciamo come belin vogliamo noi, perché se dai ascolto alla gente, se sei furbo ti fanno diventare di sicuro abbelinato”. F. Zoccoli Traduzione di Carmen Etienne Paize Autu Pagina 7 Arte, Turismo, Cultura TIRO A SEGNO ANDAR PER MOSTRE di Carlo Bagnasco Presidente della Fondazione Pompeo Mariani C on l'arrivo della stagione primaverile, si ha il desiderio di uscire, di scoprire luoghi nuovi, di vedere mostre interessanti. Il 22 aprile a Genova, inaugurerà Euroflora, con piante e fiori in arrivo da tutto il mondo, un appuntamento imperdibile, per chi ama la natura e le più svariate specie botaniche. Sarà l'occasione per Genova di far scoprire anche i suoi tesori architettonici ed i suoi musei, ricchi di opere di vari periodi dal 1200 a 1900 ed oltre. Al Mart di Rovereto (Trento), il 19 marzo si è aperta una bellissima mostra dal titolo “La rivoluzione dello sguardo. Capolavori impressionisti e post-impressionisti dal Musée d'Orsay”, con 75 opere considerate dei capolavori, della storia dell'arte moderna. A Milano a Palazzo Reale, si possono vedere sino al 19 giugno, 73 capolavori di vari auto- ri, quali: Monet, Degas, Renoir, Cezanne, Pissarro. Tutte opere che rivoluzionarono la pittura moderna. A Genova a Palazzo Pamphilj (Palazzo del Principe), fino al 25 settembre, si possono ammirare capolavori di: Caravaggio, Lotto, Ribera, Guercino, tutti provenienti dalla collezione dei principi Doria Pamphilj di Roma. A Pavia sono presenti 22 opere, realizzate da seguaci di Leonardo da Vinci, quali: Melzi, Foppa, Giampietrino, Luini, provenienti dall'Ermitage di San Pietroburgo. A Barletta fino al 5 giugno, è nella pittura dell'800 da vedere una bella mostra dal titolo: ”Incanti e Scoperte. L'oriente italiano”, con alcune opere orientaliste, eseguite in Egitto, dal “nostro” Pompeo Mariani. (Il dipinto riprodotto in calce alla pagina è del 1881) Tutti importanti appuntamenti, ”da non perdere”, che danno un chiaro segnale, di come l'arte sia portatrice di cultura, turismo e benessere, convogliando nelle città, che organizzano tali eventi, migliaia e migliaia di persone. A quanto pare, con l'Arte e la Cultura, si mangia eccome, ed anche tanto e bene! Negozi Era già da qualche giorno che vi trafficavano in quelle vetrine al piano terra del “Miramare”, l’ex prestigioso hotel trasformato in un “Residence” da anni malinconicamente disabitato. “Finalmente” mi sono detto: “Vuoi vedere che aprono qualche negozio? Sai che bello proprio adiacente al Comune, e alla via che collega il Paese alla Marina”. Stamattina ci sono passato davanti e ho visto che hanno iniziato l’attività. Non ve lo sareste mai immaginato: hanno aperto una nuova sfavillante Agenzia Immobiliare, di cui si sentiva davvero il bisogno.” Negozi 2 In Paese invece il Corallo ha chiuso e Lina, approfittando della concomitante chiusura del Grecale, ha trasferito l’attività entro le mura. Il locale è stato completamente ristrutturato e proporrà anche piatti di piccola cucina a tema. Adesso abbiamo tre bar paesenghi a stretto contatto di gomito ma credo lavoreranno tutti e tre senza patemi d’animo. Il locale lasciato libero dal Corallo è stato messo in vendita. Speriamo che aprano una nuova attività, magari non un altro ristorante o piuttosto che so: una bella agenzia immobiliare che in Paese ci manca… Negozi 3 Nel numero scorso Spillo si è permesso di fare una piccola osservazione, di mero buon senso, sulla dislocazione di due negozi in piazza. Si è subito interpretata la cosa come una indebita ingerenza o peggio per inopportune prese di posizione. Nessuno di noi - sia chiaro vuole creare delle contrapposizioni manichee: alla Coppi e Bartali, tanto per intenderci. Ognuno può fare quello che vuole e aprire negozi dove gli è concesso. Così come Spillo è libero di andare a comperare il pane e il salame che so’, magari alla marina….. Sante esternazioni Ha molto incuriosito la nostra Comunità, l’intervista rilasciata dal Parroco don Marco Gasciarino alla Demer, sul Secolo del 22 marzo. I parroci da sempre “governano”, sia per la carica quasi istituzionale che rivestono, sia per l’autorevolezza con cui sviluppano il loro apostolato. Don Marco, pur con la dovuta prudenza, ha commentato l’attuale situazione in cui si è venuta a trovare Bordighera. “Che non è diversa da altre città; che il problema di fondo è il potere e la gestione economica delle cose; che l’Amministratore deve essere più attento nel conferimento degli appalti; che ci vuole un maggiore impegno nel servizio della società civile; che bisogna fare gli interessi di tutti e non solo dei pochi; che una grande responsabilità ce l’hanno anche gli elettori quando esprimono il loro voto…. Ma, secondo voi, a chi appartiene la Coggiola? Pompeo Mariani: “Il Mer cato del Cairo” dipinto dal Maestro nel 1881 durante il suo soggiorno in Egitto. Paize Autu BREVI DI CRONACA a cura di gicipi Lavori in corso Sono diversi mesi che nella parte superiore di Via XX Settembre esiste una zona recintata (vedi foto qui sotto) per proteggere i passanti dalla possibilità che il muro adiacente possa cedere e procurare danni a chi malauguratamente si trovasse a passare in quel momento. Ma come mai tale situazione da così tanto tempo non viene rimediata? Mancano forse i soldi per affrontare l’intervento per via del maledetto “patto di stabilità?” O forse l’Ufficio Tecnico deve predisporre un progettino ad hoc? Qualunque sia il problema della stasi attuale, ci auguriamo si riesca a superarla al più presto sia per la brutta figura che facciamo nei confronti dei turisti che per Pasqua arriveranno (speriamo) a frotte, ma anche per motivi di mera sicurezza per chi giornalmente da quelle parti transita. La Repubblica del “Gratta e Vinci” L’ho notato nel corso di un lungo viaggio in autostrada. Ad ogni sosta in autogrill assieme al caffè o al panino molti automobilisti acquistavano il gratta e vinci del momento e/o uno dei biglietti delle innumerevoli lotterie. I tabaccai sono diventati una sorta di bisca dove si gioca qualcosa in qualsiasi momento della giornata. Ci sono estrazioni ogni tanti minuti. La gente sogna di vincere e fare, magari il colpaccio che ti sistema per tutta la vita. Tutti i bar hanno poi preso ad installare le macchinette dei video poker, vere e proprie macchinette rovina famiglie, che ho visto installate anche in altri negozi. Se penso che tutti gli attuali guai del Consiglio Comunale di Bordighera sono nati dal divieto di aprire una sala giochi…… Sarà un segno dei tempi? Scale cimiteriali L’altro giorno sono stato al cimitero per una visita ai miei defunti. Li ho allocati nell’ultimo campo nei loculi alti, adiacenti alle sepolture dei militari. I miei morti sono a pian terreno per cui non ho mai problemi a mettere fiori o ad accendere lumini. L’altro giorno ho notato però qualcuno che di problemi ne aveva a raggiungere la tomba dei suoi cari, sistemata in alto. Era una signora non più giovanissima che non riusciva a sistemare la scala-porta, quella che dovrebbe permettere in tutta sicurezza di innalzarsi ed operare ai piani soprani. Mi sono offerto di aiutarla e, vi confesso, non senza fatica. Quella scala oltre che ad essere intrasportabile è pericolosa per la sua stessa fattura e per la sua vetustà. La signora mi ha detto che è già stata più volte in Comune a lamentarsi, ma inascoltata. Uno dei tanti piccoli interventi che, chissà come mai non si riescono a fare. Si pensa alle grandi opere e non si riescono ad effettuare i piccoli interventi di tutti i giorni… La Fiera delle anime Domenica tre aprile ospiteremo sul Capo l’annuale “Fiera delle Anime”, una fiera che ha perso i connotati di ricorrenza storica e di servizio nei confronti delle attività artigiane e contadine. Certo non si poteva pretendere che rimanesse quella degli anni ‘50 con i prodotti dell’epoca, ma neanche che diventasse un grande mercato del giovedì trasferito alla dome- nica in altra posizione. Avevamo sempre chiesto, di prevedere il dirottamento entro le mura del Centro Storico di quei banchi tipici delle fiere: giocattoli, attrezzi da lavoro, ricambi per elettrodomestici, dolciumi, enogastronomia, ecc. Si sarebbe fatto un bel servizio alle vecchie mura e si sarebbero invogliati i molti visitatori a visitare il Paese e a godere di un momento di relax negli intriganti localini del posto davanti ad un buon caffè o ad acquistare qualche “bescoutelu”. Ne avevamo parlato sia al dirigente del commercio che all’Assessessore competente ma non se ne è fatto mai nulla. Visita alla mostra Sempre il tre aprile il Risveglio andrà a Genova per la visita della mostra: “Mediterraneo, da Courbet a Monet a Matisse. Si avrà modo di ammirare i famosi quadri che Monet ha dipinto a Bordighera e che tutti quanti potremo vedere riposizionati in copia nelle varie locazioni dove sono stati dipinti. Una iniziativa complementare alla mostra che ha avuto anch’essa molto successo. Comunicato Con il mese di marzo decadono abbonamenti e adesioni al giornale e al Risveglio. Invitiamo i ritardatari ad affrettarsi . Si può contattare la sede il lunedi, il giovedì e il venerdi come sotto precisato, oppure telefonare al 3342523625. Paize Autu Direttore Responsabile: Giancarlo Pignatta Registrazione del Tribunale di Sanremo nr. 03/08 del 04/07/008 Direzione-Amministrazione-Redazione: 18012 Bordighera Alta – Via alle Mura, 8 Le firme impegnano gli autori degli articoli Stampato in proprio a Bordighera Alta Collaboratori: Stefano Albertieri, Mario Armando, Carlo Bagnasco, Simona Biancheri, Anna Maria Ceriolo, Giacomo Ganduglia, Claudio Gazzoni, Mara Lorenzi, Irma Murialdo, Gianni Natta, Mattia Riello, Alessandro Seghezza, Alice Spagnolo, Mauro Sudi, Ampeglio Verrando, Franco Zoccoli, Lucia Xaiz. Sito informatico a cura di Mauro Sudi Pagina 8 “U Risveiu Burdigotu” Sede: Via alle Mura 8 in questo senso18012 Bordighera Alta Orario : lunedì e venerdi dalle ore 16,00 alle 18,00 giovedì dalle 21 alle 23 e-mail: [email protected] Internet: www.urisveiuburdigotu.it Telefono: 3464923130