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la Repubblica
MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2011
■ 12
Design
oltre l’auto
la Repubblica
DOSSIER
1854
2010
1957
Modello n. 14,
di Michael Thonetper Thonet
Il designer
DANIELE P. M. PELLEGRINI
arlando della Fiat del futuro non si parla solo di
stile e di strategia di prodotto ma anche del
complesso lavoro di integrazione conseguente all’alleanza
con Chrysler. Un processo che,
indipendentemente dai risvolti
economici e societari, è profondamente diverso dalla passata
esperienza di quasi-alleanza
con General Motors.
Oggi la Fiat, dopo essere tornata indipendente e artefice del
proprio destino, ha la prospettiva di organizzarsi in un gruppo
multinazionale con brand differenti che si rivolgono a settori
differenti in mercati differenti e
questo ha delle immediate ricadute sulle strutture di ideazione
e di progettazione dei modelli.
Il Centro Stile Fiat è dal 2007
un’organizzazione integrata a
Torino, nell’area di Mirafiori,
nella quale sono confluiti personale e attrezzature che prima
erano in vario modo suddivisi
fra i brand in diverse location,
come nel caso del Centro Stile Alfa ad Arese. Oggi conta
circa 250 dipendenti e si
occupa dei prodotti dei
marchi Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Fiat
Professional, Abarth
e Maserati, secondo
lo schema dei team
di stilisti dedicati
che utilizzano
strutture e attrezzature comuni e
che, all’occorrenza, possono
darsi una mano
cedendo risorse e
personale in relazione ai rispettivi
carichi di lavoro.
Questo è il risultato del processo di
razionalizzazione
del gruppo che però
ora si trova di fronte a
una sfida molto più
impegnativa che va oltre il raggiungimento di
una maggiore efficienza e
tocca le strategie di prodotto
da sviluppare su scala globale.
Dal Centro Stile infatti dovranno uscire i futuri modelli figli di
una strategia diversa che a seconda dei casi deve mantenere,
evolvere o ricostruire l’immagine dei vari brand e, ovviamente,
integrare la progettazione sulla
base delle piattaforme comuni
utilizzate dai vari marchi sulle
due sponde dell’oceano.
Al momento non c’è la prospettiva di unire le forze trasformando i due centri in una struttura globale e omogenea (come
accade per altri grandi gruppi
che hanno unità di design distribuite in diverse aree del pianeta con eventualmente diffe-
P
Razionalità e praticità
sono la nostra
caratteristica; ma
dobbiamo aggiungere
altre cose ai valori
tradizionali
Super
per Caleggera di Gio
ssina
Ponti
Spartana in legno o in ferro
ma ora gioca con le forme
2- le cucine
Mademoiselle di Philippe
Starckper Kartell-Moschino
Protagonista per 20 anni, una grande “piccola”
volte ritornano. Accade
con la Maserati Kubang. Presentato in
grande stile nel 2003 al
salone di Detroit dall’allora presidente Luca di Montezemolo, il
primo Suv sportivo made in Italy
andò ben presto nel dimenticatoio. Il motivo? Investimento
troppo oneroso. Giusto il tempo
di tornare in Italia dal motorshow
americano che della Kubang nessuno ne parlò più.
Oggi le sinergie con il marchio
Jeep hanno permesso alla casa
modenese di presentarsi sul mercato con un Suv di lusso a costi di
produzione abbordabili. La base
del telaio è quella della Grand
Cherokee, utilizzata grazie alle
sempre più ampie sinergie tra il
gruppo Fiat-Chrysler, che ha già
portato al lancio, in Europa, della
Freemont.
Destinata essenzialmente al
mercato delle vetture sportive di
lusso con particolare riferimento
a quello americano, cinese e russo, la vettura sarà in tutto e per
tutto una Maserati rappresentando la naturale evoluzione
pensata per ampliare la gamma.
Di questo è convinto il capo della
casa modenese, Harald Wester:
A
La strategia
Un gruppo
multinazionale con
brand differenti deve
sviluppare strategie
di prodotto
su scala globale
Fiat
Con Chrysler si cambia look
ma Torino punta sulla simpatia
Fiat
500
Le location
Restano le
specializzazioni europea
e americana ma vanno
integrati processi e
metodi per studiare
prototipi comuni
Portabombole Bompani
PIERO CAMPANI
parsa della rivoluzionaria 600, affermando
la superiorità tecnica italiana nel settore.
Il design era ispirato a quello delle auto
più grandi ma in modo tanto equilibrato
da non apparire mai una piccola caricatura bensì un’auto compatta, economica e
funzionale. La sua architettura non convenzionale con il motore anteriore a sbalzo era dovuta all’intenzione iniziale di farla a trazione anteriore il che la dice lunga
sull’avanguardia del progetto. (d. p. m. p)
renti compiti di ricerca) perché
l’idea è di mantenere nelle rispettive location la specializzazione “americana” ed “europea”. Si lavora invece per l’integrazione dei processi e dei metodi in modo da accelerare lo
scambio di informazioni e semplificare lo sviluppo dei progetti e la realizzazione dei prototipi, ma mantenendo nettamente separate le rispettive culture
di prodotto.
Quindi mentre a Auburn Hill
continueranno a nascere Dodge, Jeep e le berline Chrysler di
scuola americana, a Torino verranno disegnate le vetture dei
marchi italiani nel rispetto delle differenziazioni stilistiche
che appartengono al patrimonio di ciascuno.
Guardando al futuro i benefici dell’integrazione si spalmeranno su tutto il lavoro di progettazione senza interferire sull’indipendenza della parte
creativa, soprattutto per quei
L’ICONA
Le nuove tendenze del
design Fiat non
possono che partire
dal modello che ne ha
fatto la storia: la 500
marchi che hanno una tradizione forte e un appeal riconosciuto nei vari mercati. Il pensiero
va a Jeep, nel caso dei fuoristrada, come a Ram per i grossi
pickup, ma anche a Maserati,
per le vetture di lusso, mentre
per Alfa Romeo c’è la possibilità
di un adattamento del design
alla nuova annunciata vocazione globale.
E la Fiat? In questa fase il rinnovamento si
gioca in equilibrio
fra la nostalgia
(leggi la 500) e
l’innovazione,
alla ricerca di
una personalità
più incisiva, facendo tesoro
della storia e delle esperienze
passate. Questo
significa innovare senza rischiose fughe in
avanti, come è
stato il caso della rivoluzionaria Multipla, o
senza attaccarsi
alle tradizioni,
come nel caso,
fortunatissimo
ma irripetibile,
della 500, ma
guardando alla ricerca di una maggiore personalità e di
quell’appeal che
qualche volta è mancato.
Il responsabile del Centro
Stile Lorenzo Ramaciotti delinea così questa evoluzione ragionata: «La Fiat ha prodotto
macchine bellissime e di successo e altre meno eccitanti, ma
ha sempre proposto contenuti
importanti di razionalità e praticità. Per le Fiat del futuro occorre creare un linguaggio allo
stesso tempo innovativo e riconoscibile, con una carica di
simpatia che si aggiunga ai valori tradizionali. La nuova Panda è l’esempio di come stiamo
lavorando su questa strada».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
2010Ola20 di Pininfarinaper Snaidero
1960
L’icona del passato- Topolino
PER l’Italia, e per la Fiat, la 500 Topolino
rappresenta qualcosa di molto simile alla
Model T per Ford. Certo i numeri non sono
gli stessi e l’epoca è diversa ma in comune
c’è lo sforzo di semplificare il progetto e di
concentrare i contenuti di una vera auto in
piccole dimensioni. Sorprendentemente
moderna per un’auto degli anni Trenta
(entrò in produzione nel 1936), la Topolino è stata capace di reggere agevolmente il
mercato per quasi vent’anni fino alla com-
PER SAPERNE DI PIÙ
www.maserati.it
www.fiat500.com
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Da contenitore di bombole
a mobile da arredamento
Design
oltre l’auto
PRIMA era soltanto in legno, al massimo poteva anche esserci la variante in ferro battuto, pesante e soprattutto senza fronzoli. Oggi invece
la sedia si è evoluta e si diverte a giocare con le
forme, i colori e i materiali del design: dalla plastica alle forme ironiche, fino ai tessuti “rubati”
alla moda. Ma senza mai rinunciare, ovviamente, alla comodità.
a cura di
ILENIA CARLESIMO
FRANCESCA GUGLIOTTA
1- le sedie
@
MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2011
1968 Pre
tty Salvara
ni
SEMBRA passato un secolo da quando
nelle cucine degli italiani c’era “solo” un
anonimo portabombole: invece era il secondo dopoguerra e il Paese si preparava a vivere il benessere e i suoi oggetti.
Poco dopo, nel ’68, l’arrivo del primo mobile da cucina, inventato da Salvarani. Fino a oggi, con cucine all’insegna di tecnologia e convivialità.
Il ritorno della Kubang
Maserati rilancia il Suv
«Fino ad oggi la nostra produzione è sempre stata indirizzata a
berline, coupé, spyder e cabriolet. Il comune denominatore dell'intera produzione Maserati è
sempre stata la sportività e il lusso. Con Kubang ci siamo adeguati ai tempi che cambiano. Sportività e lusso oggi hanno caratteristiche che possono assumere anche la forma di un Suv premium
con un look estremamente dinamico
mante-
nendo prestazioni di vera sportiva».
Dunque, stavolta, la Kubang
arriverà davvero: «Prime consegne nel 2013», ha annunciato Wester. I motori saranno progettati
nella factory modenese dal responsabile del settore, Paolo
Martinelli e prodotti a Maranello
dalla Ferrari. Anche le caratteristiche specifiche della vettura come le sospensioni, i freni, lo sterzo verranno realizzate in esclusiva a Modena dalla sezione sviluppo prodotto. La trasmissione sarà
invece automatica a 8 rapporti
fornita da ZF ed è l'unico
contenuto
tecnico
che We-
MaseratiKubang
ster ha anticipato, anche se è pensabile che la progettazione di una
trazione 4x4 sarà influenzata dall'esperienza fatta con il sistema
4RM adottato sulla Ferrari FF.
Disegnata dal centro stile Fiat,
sotto la direzione di Lorenzo Ramaciotti, Kubang, senza abbandonare l’aspetto sportivo, si presenta profondamente diversa dal
modello presentato a Detroit nel
2003, con il muso molto più alto,
una calandra imponente e un
corpo vettura visibilmente robusto. Un design che nel complesso
ricalca le linee consistenti e in alcuni casi massicce, tipiche dei
grandi Suv di recente produzione. La coda, molto slanciata, si
raccorda al corpo vettura con gli
enormi passaruota. È lo stesso
Ramaciotti a spiegare la linea guida del design: «Attenzione, la Kubang non è una showcar, ma un
prototipo pronto ad entrare in
produzione. È una vettura studiata per determinati mercati.
L’imponenza della coda rispetto
alla parte anteriore è dettata dal
fatto che ci troviamo di fronte a un
bel macchinone e abbiamo fatto,
a mio avviso, la scelta giusta per
legare in modo più omogeneo il
frontale con la coda». Vediamo
cosa ne penserà il mercato.
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