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news I n f a n z i a. C o o p e r a z i o n e. ANNO 4 - NUMERO 2 - dicembre 2008 S v i l u p p o. il pre se pio Diari: Mamma per la seconda volta Il nostro tanto atteso David Genitori di cuore Acqua Progetti: potabile e igiene in un villaggio della Cambogia nel mon do il presepio nel mondo Fonte: www.fides.org Presepio nei Paesi di lingua tedesca Molto sentita, nell’ambito delle celebrazioni natalizie, è la tradizione del Presepio nei paesi di lingua tedesca, specie naturalmente in quelli di radicato credo cattolico, come l’Austria e la Baviera, nonché a Colonia, nel cui Duomo, secondo la leggenda, sarebbero conservate le spoglie dei Re Magi, qui traslate da Costantinopoli dall’imperatrice Elena. Tanto vivo, infatti, è il loro culto in tali paesi, che ancor oggi, la notte dell’Epifania, i ragazzi si vestono da Re Magi, e il capofamiglia brucia incenso nella casa e nella stalla, iscrivendo dopo sulla porta le iniziali G.M.B. (Gaspare, Melchiorre, Baldassarre), con lo scopo di tenere lontane le malattie. In numerose regioni si celebra anche “la ricerca dell’alloggio”, con la costruzione di piccoli presepi che si portano ogni giorno in una famiglia diversa, come appunto per cercare l’alloggio. In Tirolo, a Thaur, il paese del presepio, si possono ammirare, con visite guidate, i presepi delle famiglie, in case private contraddistinte dall’insegna “WEIHNACHTSKRIPPE” (Presepe natalizio). A Steyr, nell’Alta Austria, dove è conservato un Presepio rarissimo con le uniche figurine meccaniche 2 esistenti in Europa, è in funzione dal 1950 l’ufficio postale di Gesù Bambino, che riceve le letterine dei bambini di tutto il mondo e ad essi risponde, con uno speciale annullo da usarsi solo in occasione del Natale, inviando auguri ed esaudendo, nei limiti del possibile, i loro ingenui desideri. Nelle principali chiese della Baviera si conserva il Presepio tutto l’anno, allestendo per la durata di quattro–sei settimane dei diorami sulla vita di Gesù e scene dell’Antico Testamento, prendendo spunto dalle varie ricorrenze che si celebrano nel corso dell’anno. Molte città, come Monaco, Norimberga, Augusta, allestiscono nelle piazze il Christkindlemarkt (Mercato di Gesù Bambino), con decine di baracche che mettono in vendita statuine per il presepio, decorazioni natalizie, candele e dolciumi, mentre cocchi trainati da cavalli conducono a passeggio i bambini; ovunque risuonano le note del canto natalizio più famoso, “Stille Nacht”, composto da Franz Gruber nella notte di Natale del 1818 ad Oberndorf, vicino Salisburgo. Presepio popolare ungherese il cosiddetto Betlemme, è trasportabile a mano. Ha la for- ma di una chiesetta, di una stalla o di un armadietto con tendine apribili, ed una misura variabile tra i 25 cm. ed il metro e mezzo. Il portale è ampio, affinchè si possa vedere l’interno, dove sono collocate delle figurine ritagliate di carta, o statuine in legno o creta ornate di ovatta: davanti arde una candela. E questo presepio viene portato di casa in casa da ragazzi, detti betlehemesek, alcuni dei quali sono vestiti da angeli, che recitano versetti, cantano e ballano. Presepio russo il wertep, era costituito per lo più da una casetta a due piani in stile neoclassico, sovrastata dalla stella di Natale e animata da una marionetta: nel piano superiore veniva rappresentata la parte più propriamente religiosa (l’adorazione dei pastori e dei Magi, la strage degli innocenti, la morte di Erode), mentre in quello inferiore si susseguivano scene umoristiche tratte dalla vita del popolo, e da questo assai gradite. Sembra che i testi del wertep siano stati composti dagli studenti dell’Accademia di Kiev, che conoscevano a fondo i gusti delle masse popolari, le loro usanze e i loro costumi. Dall’Ucraina, il suc- cesso del wertep si diffuse dapprima nella Piccola Russia, quindi nella Bielorussia, in Siberia e, infine, Mosca. Presepio polacco la szopka, è invece una costruzione a forma di cattedrale, rivestita di carta stagnola colorata. Si compone di tre parti: quella superiore, con gli angeli che suonano le trombe per annunciare la nascità di Gesù, quella centrale, dove è collocata la Natività, e la parte inferiore in cui sfilano i contadini polacchi, i pastori con le pecore e i buoi, e i Re Magi. Szopke portatili vengono trasportate di casa in casa da ragazzi che cantano le pastorali (detti colende), ricevendo in cambio dolci e denari. Le regioni alpine della Slovenia hanno una tradizione del presepio di famiglia che risale agli inizi dell’Ottocento. Ogni casa di contadini costruisce il presepio in un angolo “sacro” della stanza di soggiorno, una mensola dove, negli altri periodi dell’anno, è esposto il Crocifisso. Si forma una montagna di muschio, con in cima la città di Betlemme, e la stalla che alloggia la Nativi- In America Latina... Abbandonando ogni aspetto d’arte raffinata, il presepe, riveste in genere carattere. e forme estetiche folkloristiche, cui danno risalto il sole splendente e l’azzurro dei cielo, in quanto, in tali paesi, cadendo il Natale nel pieno dell’estate, i presepi sono spesso allestiti all’aperto, nei patii o nei giardini, e abbelliti da ogni sorta di piante grasse. tà collocata ai piedi. Questa composizione convenzionale è decorata con un antipendio, fissato sul margine anteriore della mensola, che costituisce un supplemento simbolico dei presepio: è lungo circa 70 cm. e largo 35 cm., e in origine si suppone non fosse altro che un velo o uno scialle femminile, sostituito in seguito da una tovaglietta riccamente ricamata. Il presepe in Argentina La cultura di questo grande Paese, è profondamente segnata dalle influenze europee, principalmente italiane e spagnole, ma anche francesi, anglosassoni e dell’Est europeo, che si uniscono agli elementi etnici delle culture aborigene. Nel Río de La Plata il presepe fu introdotto dai primi immigrati, ma con nuove caratteristiche: il Bambino Gesù è vestito lussuosamente ed anche i vestiti degli altri personaggi sono molto ricamati. Normalmente queste statue sono conservate sotto campane di vetro. Alcune figure d’epoca si possono trovare oggi in musei o templi all’interno della regione del Río de la Plata. I materiali più frequentemente utilizzati sono terracotta, legno, pietra, sughero. Con il tempo, nello stile dei presepi nella regione, si sviluppò anche una versione aborigena, con la presenza di elementi etnici. Colpiscono per la loro freschezza e per il messaggio espresso nei volti ingenui dei personaggi. Tra questi risaltano, ad esempio, i presepi creoli: San Giuseppe e Maria si “acriollan” mediante la combinazione delle tessiture della ceramica artigianale e le fibre vegetali, che in ogni scena comunicano l’identità di una famiglia ed il senso della cultura del lavoro. Il presepe in Brasile In Brasile, preso le famiglie cattoliche, il Natale specie nelle grandi città ha assunto caratteristiche d’origine nordica, soprattutto per quanto riguarda lo scambio di doni, favorita da una intensa propaganda commerciale. Nelle località all’interno del paese, la festa cristiana è accompagnata da manifestazioni folkloristiche, la “bumba-meu-boi”, “boi–calenga”, “chegança do fandango”, “pastoria”, “congadas” (di orgine africana), “reisados” (festa dei Re): sono danze e rappresentazioni drammatiche che si eseguono davanti al presepio prima della “Messa del gallo” (la Messa di Mezzanotte). La tradizione del Presepio giunse in Brasile attraverso i missionari gesuiti, portoghesi, francesi e spagnoli, che la portarono come strumento di catechesi del popolo verso il XVII e XVIII secolo. All’inizio i presepi brasiliani erano costruiti sui modelli importati dal Portogallo e dalla Spagna, l’arte presepista brasiliana sorse più tardi, dando al presepio una fisionomia propria. Gli indigeni, i neri, la fauna, la flora, la mitologia afro–americana, usi e costumi locali divennero scene di vita di ogni giorno, in cui si vedevano le lavandaie cariche della biancheria o mentre lavavano i panni nel fiume, cacciatori, contadini che custodiscono gli animali o mungono il latte, mulini, fonti, ecc. Tutto questo è inserito in un paesaggio con montagne, alberi e case di ogni genere, dipinte con colori vivaci. Il presepe in Ecuador Già alla fine di novembre in Ecuador si vedono in ogni casa le tipiche decorazioni di Natale, benché l’abitazione sia piccola e molto povera. È una festa che piace e si vive molto, anche perché c’è molta devozione al Bambino Gesù. I Presepi, chiamati così sulla costa e “Nascite” nella sierra, si montano nelle case, nelle parrocchie e anche per le strade. Il materiale che si usa sulla costa è la canna di bambú ed il cade (rami che si usano per coprire il tetto delle capanne e delle case perché non entri l’acqua). Si realizzano prendendo a modello le case tipiche di qui, la “casetta montubia” fatta di canna e di cade. Come figure si mettono quelle che ognuno trova, di differenti grandezze e materiali. Nel presepio si mette tutto quello che abbia qualche legame con il Natale: pecore, renne, stelle, carrozzine, angioletti... perfino ricordi di battesimi, comunioni, eccetera... Normalmente i presepi che si vendono non hanno il Bambino Gesù, in quanto la statuina è venduta a parte. Di solito se ne mette uno più grande degli altri personaggi, a volte con molta differenza, perché è il personaggio più importante di tutti. Il Bambino Gesù può avere solo i pannolini o un vestito di colore bianco, azzurro o giallo, con pizzi e decorazioni. I capelli molte volte sono di colore oro. Nella Messa della Vigilia di Natale, ai piedi dell’altare, vengono collocati una quantità immensa di Bambini, di tutte le grandezze e in tutte le posizioni, per essere benedetti e quindi portati nei diversi presepi. Le Nascite della sierra sono realizzate secondo la tradizione di ogni famiglia: a for- 3 ma di grotta, di stalla... Vengono utilizzati legni, pietre, piante e muschio, oltre a molte luci. Ultimamente al presepio si è incorporato l’Albero di Natale. Il presepe in Messico In Messico il presepe giunse nel 1523, precisamente nello stato di Acolman, portato da tre missionari francescani (Pedro di Gante, Juan di Tecto e Juan di Agorà), i quali evangelizzavano le comunità indigene servendosi anche del presepio. Attualmente in ogni casa si può trovare anche un semplice presepio che ricorda la venuta del nostro Salvatore. I personaggi del presepio (San Giuseppe, la Madre del Signore, il Bambino Gesù, i pastori, gli anatroccoli, la mucca, il bue, l’asino ecc) sono fatti di fango, di porcellana, cartapesta, cartoncini, foglia, canna di mais, ghiaccio secco. Il presepe viene adornato e arricchito con gli elementi tipici della campagna, come legno di pino, paglia, piccole rocce ed altri elementi comuni, perché il principale obiettivo di questa tradizione è continuare a ricordare il luogo semplice dove nacque Gesù. Il presepe in Paraguay Parlare del Natale in Paraguay significa parlare del presepe preparato con rami di Kàavovèl’, arbusto tipico dei boschi del paese, dove si mettono le immagini di Maria, Giuseppe, del Bambino Gesù e dei Re Magi, vicino alle figure in terracotta degli animali caratteristici del presepe: l’asino, la mucca, il 4 gallo, la pecora, ed altri animali tipici paraguaiani. Tutto questo sotto un “cielo” di globi colorati, stelle, uccellini di terracotta, etc. Nel presepe non deve mai mancare il fiore di cocco, il cui aroma avvolge non solamente il presepio ma tutta la casa, il fiore del Karaguatá (pianta spinosa dal fiore vistoso) e la frutta di stagione: uva, meloni, mango, cocomero… Nel centro della capitale si è quasi persa l’abitudine di visitare i presepi delle famiglie vicine per salutare il Bambino Gesù, come invece ancora avviene nei quartieri periferici e soprattutto nell’ambiente rurale. Ai visitatori viene servito il tradizionale clericó, bibita di vino rosso con frutta di stagione, pane di Natale o zuppa paraguaiana (torta salata di mais). Dopo la cena della vigilia di Natale, a mezzanotte, tutta la famiglia si riunisce intorno al presepe per la preghiera, generalmente il Padre Nostro, l’Ave María ed il Credo, chiedendo la benedizione dal Bambino per la famiglia. Dopo si salutano i vicini augurando un Buon Natale. In Paraguay le famiglie si riuniscono ancora nella casa dei genitori per celebrare insieme la Vigilia di Natale. Tutti i figli cercano di stare con la mamma in questa data, e anche quelli che lavorano nella capitale per Natale tornano ai loro paesi di origine, in quanto è molto importante la benedizione della mamma a Natale. Il presepe in Perù Il messaggio e la festa del Natale arrivarono in Perù con i conquistatori spagnoli, quindi nei primi tempi il Natale in Perù venne celebrato secondo le usanze spagnole. Con il passare degli anni, presepi e canti natalizi cambiarono e assunsero una coloritura particolare, quella meticcia. Cambiarono quindi canti, preghiere e riti. Il presepe venne collocato nel luogo più elevato dell’abitato o della casa stessa, secondo la tradizione andina, perché dall’alto avrebbe protetto gli abitanti. Cambiò anche Gesù Bambino, che diventò “il Dio Bambino”, cioè “Tayta” o “Manuelito”, perché nella fede dei poveri è consuetudine trattare Dio con grande familiarità. Inoltre per il contatto con le Ande, la pelle e i riccioli di Gesù divennero bruni, e le sue guance rosse a furia di giocare sotto il sole cocente. La celebrazione del Natale a Lima ebbe inizio nel 1535. Le feste cominciavano il 7 dicembre, con un omaggio all’Immacolata Concezione. Il 13 dicembre, festa di Santa Lucía, i bambini si seminavano il grano, in piccoli recipienti, che una volta germogliato trovava posto nel presepe. Il 16 cominciava la novena di Natale. La sera del 24 dicembre, conclusa la novena, nelle famiglie si scopriva il presepio e per questo si invitavano tutti gli amici e i familiari. Il rito iniziava con discorsi ed atti di contrizione, e finiva al suono dell’arpa o del “clavesino”, secondo il livello sociale ed economico dei padroni di casa. Il presepe nella Repubblica Dominicana Anche la Repubblica Dominicana ha ricevuto dalla Spagna moltissimi degli elementi culturali che contraddistinguono la sua identità nazionale, comprese le tradizioni natalizie, in cui si vedono le tradizioni spagnole amalg a mate con elementi di altre culture di questa terra, conosciuta come Quisqueya nella lingua taína, propria dei suoi abitanti aborigeni oggi scomparsi. Alla fine di novembre si cominciano ad adornare le strade, le case, i negozi e perfino il Palazzo Nazionale, sede delle autorità dello Stato. Allo stesso tempo si preparano i presepi e le rappresentazioni della nascita di Gesù nelle chiese e nelle case, vicino all’albero di Natale. Ci sono delle case specializzate nella preparazione di presepi e c’è perfino un’associazione di “belenistas” (presepisti) che organizzano concorsi ed esposizioni. Molto bella è l’esposizione di presepi che si realizza nella Casa della Gioventù Coloniale della Pastorale Giovanile in coordinamento con l’Associazione di Belenistas. Dopo l’inaugurazione dell’esposizione, la Casa della Gioventù si apre al pubblico fino al 6 gennaio perchè tutti possano ammirare le belle opere rievocatrici della nascita di Gesù. I presepi sono confezionati con materiali molto vari: carta di giornale e segatura, cocco, felci, legno, vetro, materiale di riciclaggio... Con molta immaginazione, viene rappresentato frequentemente non solo il momento storico dell’evento che si evoca, ma anche la situazione attuale della gente, specialmente dei più poveri. diari di viaggio Siete in molti a scrivere delle vostre attese, delle vostre speranze, dei vostri tanto sospirati viaggi nel paese che ha dato i natali ai vostri figli… ma dopo? Sono pochi quelli che scrivono del loro rapporto con il figlio dopo il rientro, degli eventuali problemini riscontrati, delle grandi gioie che vi danno quando iniziano ad andare all’asilo, dei loro rapporti con i coetanei. Sono ormai parecchie le famiglie che hanno bambini grandicelli che hanno iniziato a porsi ed a porvi delle domande che talvolta ci colgono di sorpresa o non proprio preparati. Proviamo a spiegare come si sente una mamma quando il proprio bambino incomincia ad allontanarsi? E quali confidenze raccoglie il papà? Scriveteci anche questo tipo di storie, possono essere di aiuto a chi ancora deve percorrere questa strada, così come i vostri “diari di viaggio” aiutano e donano speranza a chi è ancora al palo in attesa. DALLA COLOMBIA IL NOSTRO TANTO ATTESO DAVID Il titolo è il riassunto della nostra lunga storia adottiva, colma di speranze, attese, delusioni, ripagate però dall’arrivo di Jesus David un bambino molto affettuoso, intelligente e con una prorompente personalità e voglia di vivere. Il nostro cammino inizia nel 2001 con la domanda d’idoneità, nel 2002 otteniamo il decreto dal tribunale dei minori e affidiamo l’iter adottivo al NAAA. Nel 2003 dopo avere esplicato tutte le varie fasi burocratiche e il corso zig-zag per conoscere le varie problematiche, veniamo assegnati alla Colombia e parte la domanda all’I.C.B.F.; questo è stato il periodo più difficile, gl’anni passavano ma la risposta era sempre quella: bisogna aspettare, avere pazienza! Finalmente quando oramai ci eravamo rassegnati a non fare più programmi, nel settembre del 2007 mi chiama Irene per informarci che il giorno 12 (tra l’altro nel giorno del compleanno di Natalina, non poteva esserci miglior regalo) eravamo convocati per il corso “paese che vai” e di esserci assolutamente tutti e due; li abbiamo capito che era arrivato il nostro momento! Siamo partiti per Ciriè con il cuore in gola, anche se ci dicevamo non aspettiamoci niente per non illuderci per l’ennesima volta! Alla fine della prima parte del corso ci hanno detto che c’erano delle comunicazioni impor- tanti! L’abbinamento è stato un momento di incredibile emozione, forse anche più dell’incontro, per molteplici motivi: l’attesa colma di tanti sacrifici e speranze, lo sconforto di tanta attesa, in quel momento abbiamo scaricato con lacrime di gioia tutta la tensione accumulata in tanti anni! E poi la foto di David un po’ seria e un po’ triste, ma con due occhi dove si intravedevano furbizia e scaltrezza, ci siamo da subito innamorati del nostro bimbo ed eravamo impazienti di partire. Una settimana prima ci avvisano che la partenza è il 14 ottobre; inizia la frenetica corsa per i preparativi burocratici e logistici con l’aiuto prezioso di Sarah (il suo è un grande lavoro oscuro), una settimana intensa, ma alla vigilia siamo prontissimi: inizia la più importante esperienza della nostra vita l’incontro con nostro figlio! Partiamo alle 6 da Malpensa per Santafè di Bogotà via Parigi e subito c’è il primo problema: la dogana francese ci fa notare che la data del visto di Natalina è sbagliata (l’importanza di controllare sempre l’esattezza di tutti i documenti), si risolverà con una perdita di tempo alla dogana Colombiana. Arriviamo a Bogotà dopo 15 ore di viaggio per un momentaneo scalo a Cali’ stanchissimi, all’uscita dell’aeroporto Eldorado ci accoglie l’infaticabile, prezioso, gentilissimo Jaime che ci accompagna al bellissimo appartamento di proprietà del dottor Torrado, districandosi con abilità nel caotico e confusionario traffico della città. L’appartamento è situato in zona calle 85, una delle più sicure, ma non per questo prive di insidie: infatti abbiamo subito il classico tentativo di truffa dei poliziotti falsi e un tentativo di scippo per fortuna entrambi sventati. Nelle vicinanze c’è di tutto: un grosso supermercato, centri commerciali, bar, ristoranti e moltissimi negozi di ogni genere. Dopo il nostro arrivo abbiamo avuto 3 giorni per riposarci e ambientarci. Il 18 alle 9 accompagnati dall’avvocato referente Jhoanna abbiamo preso l’aereo per Valledupar, principale città della regione di Cesar; l’incontro è previsto alle 12 all’I.C.B.F., prima però corriamo (siamo in grave ritardo) in hotel per cambiarci e rinfrescarci (a Valledupar c’è un caldo umido asfissiante, niente a che vedere con i 15-20 gradi ventilati Bogotà). Arrivati all’I.C.B.F. passando davanti ad un ufficio intravediamo un bimbo, ma ci dicono di attendere fuori, ma dopo pochi istanti avendoci visto David scappa fuori (dimostrandoci già il suo carattere impaziente e senza regole) e corre tra le braccia del papà. Dopo i primi affettuosi baci si avventa sulla moto e la macchina che avevamo portato come doni e cominciamo a giocare. Il tutto si è svolto in modo veloce e senza attese, da quel momento ci siamo trovati con nostro figlio cambiando radicalmente la nostra vita! I primi giorni sono stati di studio e conoscenza, sia per la lingua, che per l’affiatamento e instaurare i primi contatti affettivi. Si è rivelato subito un bambino molto affettuoso e intelligente, imparando velocemente l’italiano e le cose nuove, ma per contro restio a seguire le 5 regole e soprattutto nel fare il contrario a ordini precisi (rivelando un carattere orgoglioso). Il momento più difficile nei primi giorni era quando si andava a dormire: andava in crisi e piangeva ricordando la sua mamita. Ma dopo pochi giorni con le coccole non si è più ripetuto. Un altro problema all’inizio è che voleva quasi sempre il papà, con il tempo anche questo si è risolto. Tornati a Bogotà inizia l’attesa per il ritorno in Italia, i giorni sono tutti uguali: parco giochi, centri commerciali (il periodo di Natale ha aumentato questa quotidianità! Tra l’altro molto belli e addobbati con angoli giochi a tema per la gioia dei bambini). Ogni tanto qualche passeggiata con la ragazza delle pulizie Marta, la compagnia della famiglia Bonifazi: Alberto, Viviana e la dolce Andrea Juliana, la famiglia Castelnuovo: Filippo e Sabrina per soli 2 giorni (abbiamo conosciuto poi in Italia la loro figlia, la dolce Monica), tutti nostri carissimi amici. Però anche se questo lungo periodo da soli è servito per fortificare l’affiatamento tra noi, alla lunga la voglia di tornare in Italia diventa la massima priorità. L’aereo per il ritorno è prenotato dopo 45 giorni di permanenza, ritenuto il massimo di solito della permanenza in Colombia; alla notizia che dovevamo rimandare la partenza, c’è stato un momento di smarrimento! Ma ci siamo detti: siamo qui, non ci sono alternative, manteniamo la calma e teniamo duro sono gli ultimi giorni! Devo dare atto che da quel momento intuito il nostro stato d’animo, l’impegno di tutti è stato ancora più frenetico per velocizzare le procedure. L’autorizzazione della C.A.I. e il visto dell’ambasciata, atti finali per la partenza, ci consentono la partenza dopo 55 giorni di permanenza in Colombia; sono tanti, però se ci penso adesso, un po’ mancano le giornate spensierate in Colombia, nonostante la lunga permanenza e le varie problematiche, è stata un’esperienza unica, indimenticabile e un giorno vorremo tornarci con il nostro David, perché è il suo paese e un po’ anche il nostro. Al ritorno in Italia sapevamo che ci attendevano per una grande festa e cosi è stato! Una Incredibile emozione e gioia per noi (soprattutto per GENITORI DI CUORE Storia di un’adozione Chiara e Stefano CRESPI C’era una volta in Vietnam una bimba che stava in una grande stanza insieme ad altri bimbi. Ogni bimbo divideva questo spazio con gli altri ed erano tutti molto amici. A prendersi cura di loro c’erano le didi o nunu (così chiamate nel Vietnam del Sud), ma ad ognuno di loro mancava qualcosa: una mamma e un papà. Lontano, molto lontano, dall’altra parte del mondo c’erano una donna e un uomo. Anche loro avevano tanti amici ma anche a loro mancava qualcosa: un bambino. Quella donna e quell’uomo eravamo noi. Così scrivemmo una lettera al Tribunale dei Minori di Milano e dopo tutta la trafila ci affidammo al N.A.A.A. 6 Dopo qualche mese che entrammo a fare parte della famiglia N.A.A.A. ricevemmo una telefonata: era arrivato il fatidico abbinamento! Tutti i documenti da firmare e la foto di una bimba bellissima di tre mesi e una settimana… eri tu… piccola QUAN. Le autorità Vietnamite, con tutte quelle firme, spiegavano che ci avrebbero dato il permesso di adottarti se avessimo promesso di prenderci cura di te sempre ed ogni caso. E noi l’avremmo fatto. Nel giro di poche settimane (abbinamento 28 marzo 2008, chiamata per la partenza 28 aprile 2008, partenza 3 maggio 2008) riempimmo la valigia di pannolini, giocattoli, libri, cibo, vestiti tutti e solo (non solo!) per te e David stordito da tanto calore e giochi), parenti e amici. Al momento di questo scritto sono passati già 8 mesi dal rientro in Italia, David si è integrato alla grande, è molto attaccato alla cuginetta, sta bene ed è contento, frequenta con entusiasmo l’asilo e gli piace moltissimo giocare con i bambini; il suo carattere è vivace, prorompente. E orgoglioso ci impegna molto, ma è molto ricco di soddisfazioni e siamo contenti per noi, ma soprattutto per David. Per ultimo vogliamo esprimere i nostri ringraziamenti, per tutte le persone che ci hanno aiutato nel cammino adottivo: per primo il NAAA come ente, che ci ha preparati e supportati, prima, durante e dopo nell’iter adottivo; la Flavia (usiamo il tu per tutti, prima di tutto sono persone amiche) e Rino di Arconate che ci hanno seguito per i primi passi fino all’abbinamento; la preziosissima, brava e gentile Sarah, responsabile della Colombia, che ci ha seguito prima, durante la permanenza e dopo il rientro in Italia in collaborazione con la gentile psicologa Irene e altri collaboratori NAAA; per la Colombia un affettuoso ringraziamento al prezioso, instancabile, premuroso Jaime che ci ha seguito in tutto il nostro soggiorno per le varie burocrazie e per qualsiasi problema; alla ragazza delle pulizie Marta, che ci ha aiutato, rincuorato nei momenti di sconforto e bisogno, anche accompagnandoci in gite in Bogotà e dintorni sentendoci più sicuri; ringraziamo tutto l’ufficio del dottor Torrado e lo stesso per la gentile cortesia e interessamento per David e le nostre persone; un discorso a parte per Jhoanna la referente: come avvocato ha tutto il nostro plauso, molto capace e disinvolta nella burocrazia (a volte diciamo particolare, anche se non di è mai stato chiesto niente più di quello che serviva) Colombiana; è mancata un po’ di sensibilità nei nostri confronti, era la persona in cui pensavamo di contare di più, comunque ringraziamo anche lei per quello che ha fatto ma ci aspettavamo di più! La ricordiamo comunque con affetto e le abbiamo mandato un email e ci ha risposto cortesemente con altrettanto affetto. Un sentito e immenso grazie a tutti da David, papà e mamma salimmo su un aereo per affrontare il lungo viaggio fino in Vietnam. C’era anche un’altra famiglia in attesa di conoscere la loro bambina. Eravamo così emozionati e nervosi, non vedevamo l’ora di stringerti fra le braccia! Giunti a Ho Chi Minh City ci attendeva il taxi per Vung Tau. Che avventura! Il taxista non conosceva la strada e così ci siamo persi! Che caldo ed in più il traffico caotico e… la pioggia! Giunti in serata a Vung Tau scoprimmo che l’incontro con te sarebbe avvenuto il mattino seguente. Sogno o realtà?! Passano queste ore interminabili e finalmente… eccoci… una nunu porta te e la tua piccola amica sulla porta della nursery per incontrarci. Eravamo così felici che scoppiammo a piangere… vole- vamo trattenerci… appena ti prendemmo in braccio tu ci hai sorriso e ti sei addormentata. Era da una vita intera che ti stavamo aspettando. Andammo all’ufficio anagrafe per le firme e le foto di rito e poi via in albergo… neanche il tempo di guardarti bene, ci attendeva un lungo viaggio! Già… nel frattempo è arrivato “Zio Bobo” che non ha potuto arrivare da noi prima a causa di un inconveniente ed eccoci in taxi, in aliscafo verso Ho Chi Minh City e poi in aereo per raggiungere Hanoi e poi… altra ora e mezza di taxi… finalmente eravamo giunti all’Army Hotel. Quando arrivati in camera ti guardammo negli occhi capimmo che eravamo fatti gli uni per gli altri. Com’era possibile un abbinamento con tale perfezione a tanti chilometri di distanza? Le autorità Vietnamite avevano aperto i nostri cuori e ci avevano forse scrutato nell’anima? La prima notte la passasti nel tuo lettino indossando la tutina che ti portammo dall’Italia: ti baciammo mille volte manine e piedini! Quando dormivi ti fissavamo incantati. Lo sappiamo: in realtà eri sveglia, facevi solo finta di dormire. Dopo 12 giorni di permanenza in Vietnam il lungo volo verso casa. Tranquilla per tutto il tempo nonostante la perturbazione di cui siamo stati “vittime” sorvolando il Mare delle Andamane. Dormisti come un angelo mentre volavamo fra le nuvole. Era la fine di un viaggio incredibile, e l’inizio di un altro! Finalmente atterrammo a Milano Malpensa… e a casa ti aspettava una stanza pie- na di giocattoli e la tua nuova culla… che non hai mai voluto usare perché troppo simile a quella dell’Istituto di Vung Tau. Ti guardammo esaminare attentamente ogni cosa e alla fine sorridesti come per dire: ”… Sono a casa…”. Arrivarono fiori e biglietti d’auguri e regali. Tante persone vennero a farti visita. Era ormai sera. Ti abbracciammo stretta e piangemmo. Le lacrime erano tutte per la tua mamma Vietnamita che non aveva potuto tenerti con sé. Avremmo tanto voluto poterle dire che non l’avremmo mai dimenticata! Speriamo che in qualche modo senta che sei al sicuro e felice nel grande universo. CAM ON LAM (grazie) VIETNAM, CAM ON LAM SON THY THY, CAM ON LAM PICCOLA GIOIA QUAN!!! MAMMA PER LA SECONDA VOLTA Cristina Dedico questa lettera a tutte le mamme che devono partire per incontrare il loro secondo genito, e che giustamente hanno tutte le paure che ogni mamma ha, quando arriva un secondo figlio: “Soffrirà il mio primo o prima, sarà geloso, riuscirà a capire, si vorranno bene?”. Questa lettera meravigliosa è stata scritta da Martina Sartorio all’età di undici anni, raccontando la sua esperienza, (quando aveva poco più di sette anni) le sue impressioni, le sue curiosità, partendo per un paese sconosciuto per incontrare un fratellino sconosciuto di nome Thai. Mio figlio Thuan (allora ave- va quattro anni) ha ricevuto questo dono alla partenza, l’abbiamo letta in aereo, in albergo, a casa anche dopo molti mesi, ogni tanto mi chiede di leggergliela prima di dormire, poi sorride pensa ai suoi amici Martina e Thai, pensa a sua sorella e poi dice: “eh già… mamma!!” Spero che leggendo questa lettera anche voi possiate ricevere la stessa sensazione di serenità, dolcezza, semplicità e amore che ha ricevuto mio figlio Thuan e di conseguenza noi genitori. Grazie ancora cara Martina per avermi insegnato che capacità straordinarie hanno i bambini. per lla partenza e d a m ri p o ra i fa il giorn vedevo l’o uattro ann q , n a u nata, non Th o zi o m Caro e d tu felice e che anche ero molto ai. Credo Th o n il Vietnam lli te io fra la voglia m’era il m le, sia per o ia c c re e ri sp p o e n di sc am. sta emozio ti del Vietn ando que re v g ro p se i i a re st ri i ogg e per scop mio fratello a sorellina tu la re e bracciato d b a o h di ve e h va!!). ac prima volt come pesa lla (e e u e q n o o zi rd o Rico rtissima em vato una fo ro p o h e i omenti!!! Tha a mamnti felici m ta te a e cio alla tu h c c ra n b a b a ro u n u Aug tnam, dai tanto il Vie i m . ta lu a S P.S. rellina Thuy Mar tina alla tua so e à p a p o tu l a , ma 7 progetti acqua potabile e igiene in un villaggio della Cambogia di Luciana Damiani “ L’accesso alla sanità di base e all’acqua potabile rendono la popolazione non solo più sana, ma più produttiva dal punto di vista economico e sociale” Li Jong Wook Direttore Generale Organizzazione Mondiale della Sanità Con la carta di Saragozza il tema dell’acqua è stato posto in evidenza sull’agenda mondiale. Alcuni dati drammatici: • 1,4 miliardi di persone non dispongono di acqua potabile a sufficienza • 1 miliardo beve acqua non sicura • 3,4 milioni di persone muoiono ogni anno per malattie trasmesse dall’acqua • 4.000 bambini muoiono ogni giorno per malattie causate da acqua insalubre La risorsa acqua scarseggia, ma è soprattutto sprecata o mal utilizzata. La lotta per l’acqua sta già 8 coinvolgendo milioni di persone, l’accesso a questa risorsa fondamentale è difficile per i poveri del mondo e diventa sempre più importante un uso corretto del poco disponibile. Unicef, Fao, Organizzazione Mondiale della Sanità, ma anche numerose organizzazioni non governative si impegnano ad individuare e diffondere strumenti per un più corretto uso dell’acqua. Noi riteniamo che non si possa vincere questa battaglia solo con nuove tecnologie, ma che si debba invece concentrare l’attenzione su un diverso uso, una maggiore conoscenza, una più diffusa consapevolezza dell’im- portanza dell’uso di acqua pulita e potabile. La Cambogia e l’acqua Secondo lo State of the World’s Children del 2005, solo il 34% della popolazione cambogiana ha accesso all’acqua potabile. In un Paese dove il 20% della popolazione è urbana e l’80% rurale, gli acquedotti raggiungono il 60% della popolazione di città e il 20% di quella delle campagne, ma tale acqua per carenze strutturali degli impianti e delle reti di distribuzione non è comunque potabile. La sanità è un diritto di tutti, ma in Cambogia il 14% dei bambini muore prima dei cinque anni e il 9,7% prima di raggiungere un anno. Molte di queste morti potrebbero essere evitate se la popolazione avesse accesso all’acqua potabile. L’uso di acqua non potabile è una delle principali cause di malattie e di povertà. In Cambogia durante la stagione delle piogge si raccoglie l’acqua piovana e nella stagione secca l’acqua disponibile è solo quella di stagni e fiumi. L’acqua, piovana viene raccolta in grandi giare di coccio davanti a ogni casa, e da lì viene presa per tutti gli usi domestici, di igiene e alimentari. Per essere resa sicura quest’acqua dovrebbe essere bollita a lungo con grande dispendio di tempo, carburante e risorse. Gran parte della popolazione soffre costantemente di diarrea e tifo e altre malattie imputabili al consumo di acqua non potabile che rendono discontinua la frequenza dei bambini a scuola e precario il lavoro degli adulti. Anche morti per parto e mortalità neonatale sono spesso da imputare alla mancanza di acqua pulita. La disponibilità di acqua potabile è quindi di fondamentale importanza: migliora la situazione sanitaria generale ed ha effetti su molteplici aspetti del benessere delle persone, la loro salute, la loro produttività e il loro reddito, nascite più sicure, minore mortalità infantile, maggiore frequenza scolastica soprattutto delle bambine su cui grava il lavoro di raccolta e trasporto dell’acqua, maggiore aspettativa di vita. Che cosa si propone il progetto In questa situazione uno strumento economico ed efficace per rendere l’acqua idonea al consumo domestico sono i filtri. Filtri appositamente studiati ed ampiamente sperimentati per questo uso, sono poco ingombranti e facili da usare. Sono costituiti da un vaso di speciale terracotta porosa posto sopra un secchio in plastica con rubinetto e relativo coperchio. L’acqua versata nel vaso di terracotta filtra lentamente nel secchio e può essere spillata dal rubinetto. Se il filtro viene usato bene, pulito periodicamente e tenuto coperto per evitare che vi si depositino polvere, insetti o uova di zanzare, fornisce acqua sicura per tutta la famiglia. È dimostrato, sia dall’esperienza diretta che da quella di altre ONG, che questi filtri - che potrebbero facilmente risolvere il problema - se non accompagnati da una adeguata preparazione sanitaria e da un periodico monitoraggio, vengono meno alla funzione cui sono preposti. La mancata conoscenza dell’importanza dell’uso di acqua potabile è la causa dell’abbandono dei filtri che sono visti come un inutile accessorio da una popolazione che da sempre convive con malattie di cui non conosce la causa. Va ricordato che solo 130 anni fa anche in Europa Pasteur dovette condurre una vera battaglia per convincere che una delle principali cause di morti da parto era la mancanza delle più elementari norme igieniche. Per questo poi, alle prime doglie, era entrato a far parte della cultura popolare preparare una grande quantità di acqua bollita. Il progetto affianca quindi alla fornitura di filtri un’adeguata sensibilizzazione sull’importanza del servizio di preparazione di chi dovrà usare tali filtri e una costante assistenza sanitaria a mamme e bambini. Dove In Cambogia le case di villaggio sono tutte di legno e foglie di palma, costruite su palafitte per sollevarle dall’acqua durante la stagione dei monsoni. Le famiglie rurali non sono sufficientemente benestanti da avere il proprio pozzo e devono andare a prendere l’acqua allo stagno più vicino o al fiume. È a queste famiglie che si rivolge il nostro progetto. 9 Cooperazione 2008… di Paola Riccardi Nell’anno in corso le attività del NAAA nel campo della cooperazione hanno seguito due ambiti ben precisi: da un lato il consolidamento delle attività già intraprese nel corso del 2007, dell’altro l’apertura verso nuovi paesi e nuovi progetti. In Vietnam abbiamo consolidato alcuni progetti ormai storici: il Deworming giunto ormai al suo quarto anno di attività. La collaborazione con WHO-l’organizzazione mondiale della sanità ci ha permesso di raggiungere un numero sempre maggiore di bambini del Vietnam. Continuano inoltre le collaborazione con i vari istituti: sostegno alimentare, lavori di ristrutturazione, acquisto mobilio. Grazie alle donazioni di privati ci è stato possibile ampliare sempre di più questi interventi. Nella provincia di Bac Kan è continuato un progetto che ha raccolto molti consensi: Il sostegno dei bambini ricoverati nell’ospedale provinciale. Le cure mediche negli ospedali vietnamiti sono a pagamento così come il vitto. Solamente i bambini al di sotto dei 6 anni hanno delle facilitazioni: le visite mediche e le analisi per la diagnosi sono gratuite mentre le medicine e i pasti sono a pagamento. Le vaccinazioni sono ugualmente gratuite. Gli adulti e i bambini oltre i 6 anni invece, pagano tutto. L’ospedale fornisce le lenzuola per il letto, ma il paziente deve pagare giornalmente il servizio di lavanderia e di cambio lenzuola. Nel caso in cui l’ammalato venga assistito da un familiare anche nelle ore notturne è obbligatorio il pagamento della stanza. I familiari in visita sono costretti a pagare anche l’uso dei bagni. In questa situazione sono i più deboli a farne le spese. I bambini sono accuditi dalle madri anche all’interno degli ospedali e sulle famiglie gravano i costi delle medicine e dei pasti per i bambini e per le madri: spesso si tratta di costi non sostenibili dalle già precarie economie delle famiglie. 10 Il NAAA ha iniziato nel corso del 2007 un progetto di aiuto ai bambini ricoverati presso l’ospedale. Nella cucina della nursery del vicino Istituto, vengono preparati 80 pasti al giorno per i bambini ricoverati all’ospedale della città. Si offrono due pasti al giorno a 20 bambini e a uno dei loro genitori, specialmente se questi vengono da zone rurali e hanno difficoltà economiche. I pasti vengono cucinati nelle cucine dell’Istituto e consegnati direttamente presso l’ospedale. Questo sistema garantisce ai bambini di essere assistiti dai loro genitori e di ricevere un pasto equilibrato molto importante specialmente in soggetti già debilitati dalla malattia, permettendo loro una guarigione più rapida. Ha preso l’avvio il progetto “Street children” un’analisi della situazione dei bambini di strada di Hanoi. La nostra controparte locale è il Center for Support of Social Development Programs (CSDP), una ONG che opera da 15 anni nel campo della salute pubblica. Il fenomeno dei bambini di strada in Vietnam è un fenomeno poco studiato e spesso sottovalutato dalle autorità che preferisco ignorare il problema. I pochi dati a disposizione evidenziano però un aumento esponenziale del fenomeno, correlato alle problematiche che spesso accompagnano i bambini di strada: sfruttamento, lavoro minorile, abusi e, fenomeno recente, il sistema dei Bao Ke, i protettori. Gli unici dati che si conoscono risalgono al 1999, ad una ricerca effettuata dal Comitato per la Cura dei Bambini della città di Hanoi in collaborazione con la polizia. Il progetto intende analizzare in maniera approfondita il fenomeno dei bambini di strada di Hanoi. Verranno analizzate le condizione di vita degli Street Children ad Hanoi, città in cui convergono i bambini di strada del nord Vietnam. Inoltre verranno effettuate indagini anche nella pro- vincia di Thanh Hoa, da cui proviene la maggior parte degli Street Children di Hanoi per comprendere le cause del fenomeno. Al termine della ricerca, in base ai risultati, verranno formulate proposte progettuali relative ad interventi sugli Street Children da effettuare ad Hanoi oppure nella provincia di Thanh Hoa. Passando alla Cambogia è continuato il progetto Prigionieri innocenti, sostegno ai bambini e mamme che vivono nelle prigioni cambogiane. Inoltre abbiamo iniziato un progetto che riguarda la Salute dei bambini in Istituto. La drammatica situazione igienico sanitaria della Cambogia si amplifica negli istituti che ospitano i bambini orfani. I servizi igienici sono carenti e mancano le più normali norme igieniche. Il risultato di questo è il diffondersi di malattie che, in un ambiente ristretto come quello di un istituto, aumentano in maniera esponenziale. Sono stati quindi realizzati dei corsi di formazione per il personale che si occupa dei bambini. I corsi sono sia teorici che pratici e sono rivolti a tutte il personale che a vario titolo entra in contatto con i bambini. È stato preparato un opuscolo facilmente comprensibile, illustrativo delle principali norme igieniche e di tutto il materiale didattico necessario. In Nepal la situazione nel 2008 è stata molto grave: il blocco delle adozioni ha portato gli Istituti ad avere seri problemi nel reperire i fondi per l’alimentazione dei bambini. Il NAAA è intervenuto a sostegno di 3 Istituti: Bal Mandir, Sahara Group e Occed fornendo sostegno alimentare per i bambini. Sempre nel continente asiatico sono iniziati alcuni progetti di grande rilevanza. L’Istituto di Khuukhed Asran Khumuujuleh Tuv a Ulaanbaatar Mongolia è stato costruito intorno al 1970. Si tratta di una struttura che, malgrado necessiti di opere di manutenzione, è tra le migliori di tutta la Mongolia Attualmente l’istituto ospita 280 bambini di un’età compresa tra 2 e 17 anni. L’istituto è dotato di un’aula musica, ma gli strumenti erano in pessime condizioni per il continuo uso. L’intervento si è proposto di motivare i ragazzi valorizzando la loro espressività, sia nella loro individualità sia come membri di un gruppo, creando un laboratorio musicale permanente. In Pakistan continua fra mille difficoltà il sostegno al Centro Nest. La drammatica situazione politica, i continui attentati rendono sempre più precaria l’esistenza del Centro. Il Centro è aperto alle persone bisognose di Karachi e, oltre al dispensario medico, è anche scuola, frequentata specialmente da bambini Bagri, nomadi stanziali di religione indu. In questa difficile situazione, moltissime famiglie Bagri si sono allontanate da Karachi considerata poco sicura per una popolazione già fortemente discriminata e maltrattata. La partecipazione alle lezioni è diminuita di molto negli ultimi tempi così come l’attività dell’ambulatorio. Lo stesso Centro è malvisto dalle autorità e dalle forze di polizia. Nel 2008 abbiamo deciso di sviluppare progetti anche in America Latina e in Africa. L’America Latina è un ritorno al passato: già nel 2003 avevamo implementato un progetto in Perù e sempre in Perù molto numerosi sono gli interventi sanitari per operazioni per labbro leporino o piede torto. In Honduras abbiamo iniziato un progetto di Sostegno Sanitario in collaborazione con IHNFA (Istituto Honduregno per l’Infanzia e la Famiglia) che prevede l’assistenza sanitaria per i bambini in Istituto: piccoli interventi chirurgici, analisi e visite mediche specialistiche, fornitura di medicinali. Sempre in Honduras, dopo la visita della Presidente del NAAA, si è deciso di intervenire presso l’Istituto 21 Octuber che si trova a Tegucigalpa. Si tratta di un istituto che accoglie prevalentemente ragazzi adolescenti e preadolescenti. Si tratta di circa 50 ragazzi e bambini che sono stati rimpatriati dagli Stati Uniti o dal Messico dove erano entrati clandestinamente spesso con le famiglie o fuggiti da casa. Di fatto questi ragazzi sono senza famiglia, spesso il rimpatrio ha provocato la dissoluzione del nucleo familiare ed è difficile rintracciare altri parenti. La loro permanenza nell’Istituto è temporanea, se possibile rientreranno nella famiglia di origine o presso i familiari rimasti o verrà trovata una diversa sistemazione attraverso l’adozione nazionale o internazionale. La situazione all’interno dell’istituto è spesse volte problematica: i ragazzi non frequentano scuole o corsi di formazione. Questa inattività può a volte sfociare in comportamenti complessi e a volte violenti. Ad esempio le strutture in metallo dei letti sono stati divelti e utilizzati come gioco e, a volte, come arma. Il primo intervento previsto è la rimozione dei vecchi letti ormai inutilizzati e pericolosi e la costruzione di strutture fisse in muratura per il riposo notturno in quanto, al momento, i ragazzi dormono sul pavimento. L’Africa, invece, è per il NAAA un continente quasi sconosciuto, ad eccezione di alcuni piccoli interventi avvenuti nel passato in Mozambico. In Togo siamo presenti nel piccolo villaggio di Todomè dove collaboriamo con Progetto3T un’associazione di Sirmione che da diversi anni opera nel paese. Abbiamo deciso di concentrare i nostri sforzi contro la dispersione scolastica, specialmente quella femminile. Gli interventi sono rivolti sia alla scuola secondaria, sia alle scuole primarie di Todomè A, Todomè B, Ewawa e Outwè. Per i ragazzi delle scuole secondarie è stata istituita la mensa per 3 giorni alla settimana. I pasti verranno preparati da 12 donne del villaggio: questo permetterà a 12 nuclei familiari di iniziare una piccola attività e di avere un introito sicuro. Il controllo sulla qualità del cibo e l’igiene sarà affidato a una commissione formata da genitori e insegnanti e, nel caso non siano rispettati gli standard di qualità e igiene stabilite, verranno escluse dal progetto. Il pagamento avverrà tramite ticket distribuiti dalla scuola agli allievi. Verranno inoltre retribuiti due insegnanti che sino ad ora erano pagati tramite le rette scolastiche. Questo permetterà di diminuire le rette di 1000 Cfa per i maschi e di 2000 Cfa per le ragazze, prevenendo così l’abbandono scolastico diffuso soprattutto fra le femmine. Le scuole primarie sono 4: Todomè A, Todomè B, Ewawa e Outwè e sono frequentate da circa 740 bambini contro gli 850 potenziali Il progetto prevede di rendere la scuola primaria gratuita per tutti i bambini e quindi di pagare la retta scolastica per tutti. In Congo abbiamo avviato un progetto a sostegno dei bambini di strada. Il progetto sarà implemen11 tato nel distretto di Kalemie, provincia del Katanga in collaborazione con Human Dignity in the World (HDW) un’organizzazione congolese a carattere nazionale con sede a Goma e composta da varie sedi periferiche. Il fenomeno dei Bambini sheguè - Bambini stregoni è purtroppo aumentato vertiginosamente negli ultimi 10 anni. Decine di migliaia di bambini vivono nelle strade delle città della Repubblica Democratica del Congo e sempre di più sono quelli che vengono maltrattati e accusati di praticare la stregoneria I bambini vengono accusati di tutte le disgrazie che accadono in famiglia (morti, malattie, AIDS, perdite del lavoro) e vengono maltrattati e cacciati da casa. Il lucrativo e purtroppo crescente fenomeno delle sette religiose, ha dato spazio a leader o auto proclamati profeti che utilizzano i “bambini stregoni” per accrescere la propria notorietà, organizzando esorcismi nelle numerosissime “chiese del risveglio” (églises de revéil). Spesso però i bambini subiscono maltrattamenti brutali, sequestri senza cibo né acqua, violenze, per costringerli a confessare le loro “colpe”. Il progetto di assistenza all’infanzia abbandonata di Kalemie, ha inizialmente affrontato una fase per incontrare e conoscere i bambini che vivono in strada e per valutare quale poteva essere la metodologia più corretta per affrontare i loro problemi. Contemporaneamente vi è stata anche una fase di preparazione dello staff che è composto da uno psicologo coordinatore e da cinque operatori sociali, tutti di nazionalità congolese e con esperienze passate nel settore sociale. Inizialmente quindi sono stati forniti cibo, vestiti, materiale per scrivere e disegnare e assistenza sanitaria di base, grazie al lavoro di un infermiere; si è poi passati ad un momento più formativo e per far ciò si è chiesta ed ottenuta dall’ufficio Affari Sociali una sede per la creazione di un centro di accoglienza diurno che al momento è in corso di ristrutturazione. Si vuole fornire ai bambini e ai ragazzi un posto dove poter lavarsi e cambiare i vestiti ed avere almeno un pasto caldo al giorno. Nei primi mesi del 2008 comunque il progetto ha ottenuto anche degli ottimi risultati per quello che riguarda il ricongiungimento familiare: ben tre bambini, due femmine ed un maschio di 12, 13 e 10 anni sono stati ospitati in famiglie di accoglienza ed in particolare Julie dovrebbe essere reinserita nella propria famiglia biologica. Tre membri dell’equipe tecnica hanno inoltre passato 8 giorni presso un altro centro per bambini di strada gestito già da molti anni dai Salesiani per uno scambio di esperienze. Vorremmo inoltre ricordare brevemente gli interventi effettuati in Italia a favore soprattutto delle popolazioni migranti presenti sul territorio e in particolare l’iniziativa Stranitalia organizzata in provincia di Milano, una serie di incontri, concerti, proiezioni di film per comprendere la realtà dei migranti. Nella sede di Urbino continuano gli incontri di carattere sanitario e sociale con donne migranti e grande successo continua avere la Scuola di italiano per migranti. Come non ricordare poi il grandissimo contributo dei volontari NAAA nell’organizzazione di eventi finalizzati anche alla raccolta fondi per i nostri progetti. Sono sempre di più i genitori che vogliono partecipare e organizzare feste ed eventi che, oltre a essere momenti aggregativi, ci permettono di finanziare alcuni interventi. Ricordiamo ad esempio la festa Cambogiana a favore del progetto in Congo e la Notte del Cuore di Ravenna per il progetto Musica sotto l’Himalaya. Speriamo che nel 2009 tanti altri genitori si facciano avanti per organizzare eventi…il NAAA è sempre disponibile ad appoggiare queste iniziative! … e per il nuovo anno Oltre alla continuazione dei progetti in corso, molti sono i progetti che ci piacerebbe realizzare, alcuni sono di sicura realizzazione, altri sono in fase di studio. Sicuramente in Nepal verrà realizzato il progetto Musica sotto l’Himalaya. Presso l’Istituto Bal Mandir a Katmandu verrà realizzata un’aula di musica. Un insegnante coadiuvato da volontari parteciperà al progetto che vedrà coinvolti tutti i bambini dell’istituto. Per uno sviluppo equilibrato dei bambini non bastano le cure primarie. Lo sviluppo passa attraverso la conoscenza e la stimolazione delle capacità artistiche arricchendone la futura personalità. Soprattutto per il bambino che cresce all’interno di un istituto è fondamentale ricevere stimoli artistici che difficilmente potrebbe trovare in un ambiente protetto, ma sicuramente privo di stimoli culturali e artistici. 12 Le attività saranno supportate dall’ascolto di cd, attività di gioco e ascolto di musica dal vivo. L’apprendimento avverrà sotto forma di gioco. Le classi musicali saranno 5 divise per fasce di età e interessi. Tutti i bambini parteciperanno ad alcune esibizioni che si terranno nel corso dell’anno: del Giorno Nazionale dei Bambini, Giorno dei genitori e in altre festività o occasioni particolari. Concerti, saggi e manifestazioni pubbliche sono un ulteriore incentivo allo studio della musica, che non è più un momento di studio individuale e noioso, ma diventa un’attività gioiosa e comunicativa da condividere con coetanei e adulti. Sempre in Nepal allo studio abbiamo diversi progetti: un progetto dedicato alla formazione professionale di giovani ragazze, un progetto di creazione di un laboratorio informatico all’interno di un Istituto e interventi a favore di minori in conflitto con la legge. Vorremmo poi ampliare gli interventi sanitari in altri paesi del sud America: Repubblica Dominicana, Colombia e Cile. In Congo, dopo il progetto dedicato ai Bambini di strada l’impegno del NAAA continua affiancando gli interventi di carattere sociale a interventi di sicurezza alimentare e di sviluppo della microeconomia. La proposta in questione ha l’obiettivo quindi di integrare l’intervento in corso con interventi di sicurezza ed educazione alimentare, avendo come beneficiari principali gli stessi soggetti coinvolti nel progetto di recupero sociale. Questo approccio avrebbe il doppio vantaggio di sostenere le fasce in maggior difficoltà dal punto di vista alimentare, riducendo anche i rischi di abbandono e di degrado dell’infanzia. Inoltre il coinvolgimento, nell’intervento di microcredito, di una piccola azienda zootecnica fondata su base associativa, garantirebbe un’integrazione di settori diversi ma tutti mirati allo sviluppo sociale e alla sicurezza alimentare dell’area rurale di Kalemie. In altre parole il progetto vuole affiancare ad una risposta ‘socialè a dei bisogni profondi e radicati nella tessuto culturale locale, una soluzione più pratica che affronti le necessità quotidiane di produzione e consumo di una degna razione alimentare e che serva da volano per la microeconomia locale. Il progetto avrà come partners italiani AVEC PVS (Associazione Veterinaria di Cooperazione con i Paesi in Via di Sviluppo) e Slow Food Fondazione per la Biodiversità In Togo continueremo il supporto scolastico e valuteremo nuovi interventi dopo la missione di monitoraggio. Il progetto Prigioni in Cambogia sarà ampliato e comprenderà 15 prigioni della Cambogia. La situazione delle carceri cambogiane è drammatica, ma lo è ancor più per le donne in gravidanze e per le madri che vivono all’interno del carcere con i loro bambini. Il NAAA Cambogia ha for- nito sostegno nutrizionale e sanitario alle madri, ai loro bambini ed alle donne incinte che vivono in due carceri a partire dal 2005. Il nuovo progetto durerà 2 anni e mira alla promozione dei diritti dei bambini e delle donne attraverso il miglioramento delle loro condizioni di vita. Gli interventi saranno mira- ti alle donne e ai bambini avendo particolare riguardo alla promozione dei diritti civili, l’accesso all’istruzione dei bambini, un adeguato sostegno sanitario e alimentare, sostegno psicologico. Inoltre verranno organizzati corsi di formazione per il personale allo scopo di promuovere i diritti civili delle donne e dei bambini. Sempre in Cambogia intendiamo proporre un intervento di carattere sanitario: la dotazione di filtri per acqua. Troverete in queste pagine una descrizione del progetto e le modalità per sostenerlo. Volete appoggiare uno dei nostri progetti? Visitate il nostro sito www.naaa.it ed usate i nostri c/c per sostenerli. C/c postale n. 39682109 intestato a: N.A.A.A. Onlus – Via San Maurizio, 6 10073 Cirié (TO), oppure il c/c bancario intestato a: N.A.A.A. Onlus n. 81162 – BANCA DEL PIEMONTE, Agenzia di Ciriè (TO) ABI 3048 CAB 30380 codice IBAN IT50 G0304830 3800 0000 0081 162. Potete anche utilizzare il nostro sito internet www.naaa.it/dona. Vi ricordiamo che l’elargizione volontaria a Onlus può essere dedotta dalla dichiarazione dei redditi per un importo pari al 19%. Un grazie di cuore a tutti voi per la vostra attenzione! Settembre 1998 - Settembre 2008 IL NAAANEWS COMPIE 10 ANNI ! Cari amici, ecco la copertina del primissimo numero del NAAANEWS. Era il Settembre del 1998. Il Naaa operava da circa un anno preso la sede di Nole Canavese. Eravamo in pochi. Io e Vanessa nella sede di Nole. Rino e Flavia (sempre loro!) nella sede lombarda di Legnano e una sub sede a Monza. I primi numeri del giornalino venivano stampati dal sottoscritto con una stampante semiprofessionale, praticamente a mano! Il giornalino veniva inviato direttamente a casa tramite posta. Naturalmente le copie stampate erano poche decine. Purtroppo la tecnologia non era ancora così presente in NAAA e di pubblicare online il giornalino non se ne parlava proprio. Dieci anni... son passati dieci anni. Siamo diventati grandi, fin troppo forse. Ormai le sedi coprono l’intera penisola, i colleghi diventati tanti. Ora siamo on- line e la versione cartacea è stampata in centinaia di copie. La vecchia sede di Nole è un tenero ricordo. La sede di Ciriè, con i suoi tre piani è tutt’altra cosa. Il piccolo ufficio della sede Lombardia è diventato un funzionale punto d’inizio per la grande utenza della Lombardia. La sede è ora ad Arconate. Flavia e Rino sono sempre lì, in prima linea. Le altre sedi sparse sull’italico territorio coprono un bacino d’utenza enorme. E il lavoro non manca, anzi, a volte si fa fatica a stare dietro a tutto e tutti! Fortunatamente le nuove sedi sarde e siciliane porteranno ad una più equa e razionale distribuzione delle famiglie su tutto il territorio. Auguri NAAANEWS! Nato per scommessa, un’idea destinata a durare poco... Invece, eccoci qua! L’uscita dell’ultimo numero è sempre molto atteso da tante famiglie. Molte preferiscono ancora la versione cartacea. I più “tecnologici” lo scaricano direttamente dal sito. Ognuno ha i suoi gusti, ovviamente! A volte ci si dimentica di pubblicare una foto, un articolo o una notizia. Ce ne scusiamo. Siamo nati per una “mission” ben chiara e il lavoro di giornalista lo facciamo per puro spirito volontaristico, senza pretese, sbagliando, ma cercando di dare con il nostro, pardon vostro giornalino, una pausa, un momento di relax a tutti coloro che leggono di noi, di voi. Grazie per i suggerimenti e i rimproveri. Grazie per parole di stima e apprezzamento. Grazie a tutti. Approfittando dello spazio concesso, vorrei augurare a tutti voi, i vostri gioielli, i vostri cari, un felice Santo Natale e sereno Anno Nuovo. AUGURI! Ferruccio “Ferry” De Bastiani. 13 SOSTEGNO A DISTANZA piamo quanto ne abbiamo bisogno). Ancora un grazie da parte mia a nome dei bambini che aiutate e se avete bisogno del mio aiuto o di informazioni non esitate a mettervi in contatto con me: [email protected] o presso la sede. È inevitabile che con i “chiari di luna” che stiamo passando il sostegno a distanza abbia subito una battuta di arresto. Si avvicina il Natale e sicuramente molti avranno modo di pensare ad un dono diverso… la felicità di un bambino che non rischierà’ di essere istituzionalizzato (Cambogia, Polonia ed Ucraina), la chance di poter andare a scuola (Nepal), il sorriso di chi non è piu’ considerato un mostro o uno storpio (Peru’). Sono sicura che farete quello che potrete anche per loro. E con questo vi faccio i miei migliori auguri per un sereno Natale e per un 2009 pieno di belle notizie (e tutti sap- Nepal Prabin Giri – 13 anni – sostenuto da BASTERIS Marco e Tina RUSSO Mangal Laxmi Deula – 9 anni - sostenuta da BOLLEA Maria Grazia Nirmala Magar – 9 anni – sostenuta da BOLLEA Maria Grazia Kishor Katuwal – 17 anni – sostenuto da PAJOLA Giorgio e Nicoletta Arjun Ram Lohar – 10 anni – sostenuto da FARINASSO Carla to dalla fam. PALAVERA – LOVAT Rorn Saory – 10 anni – sostenuto da fam. DALLOCCHIO – RAPAGLIÀ Perù Fam. NASSI VAMBERTI BERA Irma Fam. SCAMPINI ALBÈ POZZI Sandra DUTHION DI NATALE Gianna BENASSI Eleonora fam. CAVARRA GIORDANO sosterranno 7 interventi chirurgici Cambogia Touch Vannak – sostenu- Sono arrivati... ambogia: C •Ad allietare la famiglia di Elena e Mauro LELLI è arrivato il piccolo Koem Sadet (Y) Polonia: •Agnieszka e Giorgio CINTI sono stati allietati dall’arrivo di Isabela Natalia (Y) e Alan piccolo Pawel (Y) Nepal: •Margherita e Ernst PREYES hanno fatto rientro con Prakriti (Y) Ucraina: •Pasqualina e Antonio SALE sono stati allietati dall’arrivo di Nina (Y) • Orietta e Fabrizio MAZZOLA sono ora in compagnia del piccolo Oleg (Y) •Emanuele (Y) e Daniele (w) sono entrati a far parte della famiglia di Carmen e Daniele BOTTACINI •A casa di Rosaria e Pietro LOMBARDI è arrivato Giuseppe Bogdan (p) •Per la gioia di Matilde e Dino CIMADOMO è arrivata Nina (Y) 14 Vietnam: •Rossella e Mauro URSINI sono stati allietati dall’arrivo del piccolo Truc Bach (p) •Monia e Alberto SERIOLI hanno fatto rientro con il piccolo Quoc Bao (p) •A casa di Annalisa e Davide GIGLIO è arrivata Thi Thuy (p) •Per la gioia di Romina e Fabio ORO è arrivata una bella piccolina di nome Thi Tuyet Nga (p) •Giuseppe e Maria ARENA hanno fatto rientro con la piccola Thi Bic Hue (p) •Anja e Giovanni SCOTTO sono rientrati con la piccola Thi Han Dao (p) •La casa di Tonina e Claudio MANGIA è stata allietata dalla risata di Tuan Anh (p) •Alessandra e Ruggero MANDELLI hanno fatto rientro con Phuong Nghia (p) •Antonella e Paola MORETTI hanno una principessa vietnamita ad allietare la loro casa: si chiama Phuong Hoa (p) •Per la gioia di Maria Teresa ed Andrea PESCOSOLIDO è arrivata la piccola Thi Thuyet (p) •Mentre è arrivato un maschietto di nome Thanh Hoa (p) per papà Andrea e mamma Silvia AIAZZA •Maria Giovanna e Francesco PIAGNOLENTE sono stati allietati dall’arrivo di Thi Thuong (p) •Liberata ed Edgardo CONZADORI hanno fatto rientro con il piccolo Hoa Binh (p) •Un’altra bimba per Lisa e Luca TINTI, si chiama Thi Thanh (p) •A casa di Barbara e Cristiano MINNITI è arrivato la piccola Thi Kieu (p) Nello scorso numero abbiamo riportato in modo inesatto la notizia dell’arrivo di Thi Thuong RAMANZINA. Chiediamo scusa a lei ed ai suoi genitori. Speriamo di non aver dimenticato nessuno e… BENE ARRIVATI! (p) triangolo infante (w) fiore età prescolare (Y) cuore età scolare Ringraziamo... Ecco i progetti che avete deciso di sostenere. Siete sempre in tanti e vi ringraziamo di cuore per la fiducia riposta nel nostro operato all’estero. - la grave situazione che abbiamo riportato sul sito per il Bal Mandir in Nepal ha visto il contributo di FARA Stefania e PIGA Gabriele, GIORDANI Renzo e MOSCATELLI Cristina, - il momento di crisi dell’OCCED Nepal è sostenuto da GIORDANI Renzo e MOSCATELLI Cristina, GIRALDI Piero. Anche gli amici di R. hanno deciso di sostenere questo progetto. - il progetto Deworming Vietnam vede il sostegno della fam RONCHI - MANICK - mentre il progetto Musica sotto l’Himalaya vede il sostegno dell’Associazione RAVENNA CRESCE - il progetto dell’ospedale di Bac Kan vede l’intervento di RISERVATO Mauro, RUSSO Maurizio e Francoise. In occasione del battesimo di Anna Luu GRECO amici e parenti hanno contribuito alla raccolta fondi a sostegno di questo progetto. - il progetto di interventi a sostegno degli Istituti di Bac Kan, Hanoi IV, Nam Dinh e Vung Tau vede il supporto di BUIAN Gianluca e LONGONI Silvana, LADDAGNA Valeria, RUGGIERO Mirko, RUSSO Maurizio e Francoise - l’isttituto polacco di Pizkowice vede il sostegno di PATANI Enrico - a sostegno dei progetti NAAA in generale senza la designazione di un progetto specifico sono arrivati i contributi di Fam. CROVETTI- MARRANDINO, D’ANGEL Susanna, DE SALVADOR Manlio -I progetti in Cambogia Adopt a Prison vedono il sostegno di FONDERIA D’ARTE Massimo DEL CHIARO, MARRAS Wilfried Grazie a tutti di cuore! auguri a...... Per i tuoi 5 anni. Sei una bimba meravigliosa e mamma e papà sono molto fortunati ad averti accanto. Grazie di esistere cucciolotto. Mamma Roby e papà Davide 30 agosto 2008, la nostra piccola Thuy ha compiuto 2 anni, tanti auguri dal fratellino Thuan, da mamma Cristina, papà Claudio, dai tuoi cuginetti Thai, Van, Martina, e dagli zii Stefano, Claudio, Lia e Sara. Tanti tanti auguri “Pulcino” Buon Compleanno Thuan, i tuoi primi sei anni ci hanno riempito la vita. Mamma, Papà e Thuy Gli anni che passano sono come le monetine di un salvadanaio: servono solo a renderti più preziosa. Buon compleanno da mamma, papà e Andrea 15 Per supportare LE nostre iniziative Potete utilizzare sia il nostro c/c postale n. 39682109 intestato a: N.A.A.A. Onlus - Via San Maurizio, 6 10073 Cirié (TO), sia il c/c bancario intestato a: N.A.A.A. Onlus - C/c bancario n. 81162 BANCA DEL PIEMONTE, Agenzia di Ciriè (TO) CIN G ABI 3048 CAB 30380 codice IBAN: IT50 G030 4830 3800 0000 0081 162 sia il nostro sito www.naaa.it/dona Per cortesia specificate nella causale il progetto a cui volete aderire aggiungendo il vostro nominativo. Comunicazione dalla Sede Centrale Ricordiamo agli aderenti che, onde evitare contrattempi e disagi sia agli operatori che all’utenza che fa capo agli uffici di Ciriè, consigliamo alle famiglie che devono consegnare documenti o bisognose di ulteriori informazioni, di contattare la segreteria negli orari d’ufficio e fissare gli appuntamenti per le ore pomeridiane (ore 14/18). Siamo consapevoli dell’ulteriore aggravio ma rammentiamo che non sempre gli operatori sono disponibili in ufficio. Le famiglie che si presenteranno senza appuntamento rischiano di non essere ricevute. Vi ringraziamo per la collaborazione. news I n f a n z i a. C o o p e r a z i o n e. S v i l u p p o. ANNO 4 - NUMERO 2 DICEMBRE 2008 Direttore Responsabile: Marta MARTINER TESTA Ci scusiamo per eventuali errori o inesattezze presenti in questa pubblicazione. Se avete materiale da pubblicare fatecelo avere. Siate clementi ma segnalateci i punti di miglioramento. La Redazione Sede Nazionale N.A.A.A. Onlus - Network Aiuto Assistenza Accoglienza Casella postale n. 107 Via San Maurizio, 6 10073 CIRIÈ (TO) tel. 011.9222178 fax 011.9222179 e-mail: [email protected] tutti i giorni: orario 9,00-13,00 Sedi regionali: Lombardia Sig. Rino Lattuada Lombardia Ovest e-mail: [email protected] Sig.ra Flavia Santoro Lombardia Est e-mail: [email protected] Via Giolitti, 7 20020 ARCONATE (MI) tel. 0331/460934 fax 0331/539941 tutti i giorni: orario 9,00-13,00 (al pomeriggio si riceve solo su appuntamento) Trentino Alto Adige Sig.ra Roberta Weiss Via Coni Zugna, 9 38100 TRENTO tel./fax 0461-944730 e-mail: [email protected] 16 Marche Sig.ri Polidori - De Bellis C.P. 163 Via Bramante, 115 61029 URBINO Sede per incontri: Ex Convento Dei Cappuccini Via Cappuccini snc e-mail: [email protected] Sig.ra Sandra Crowther e-mail: [email protected] tel./fax 0722-320742 orario tutti i giorni dalle 10,00 alle 12,00 lazio Sig.ra Alessandra Balsamo Viale Carlo Felice Sc. C Int. 9 63 Roma tel. 06.77591288 fax 06.77079219 e-mail: [email protected] orario: dalle 9,30 alle 13,00 dal lunedì al giovedì Puglia Sig.ri Laterza e Coluccia Via Lecce, 116 S. GIORGIO JONICO (TA) tel./fax 099-5918720 e-mail: [email protected] orario LUNEDì - MARTEDì GIOVEDì dalle 9.00 alle 12.00 Sardegna Sig.ri Tonino Urru e Nella Soi Via Gramsci, 42 09086 SAMUGHEO (OR) tel./fax 0783-649282 e-mail: [email protected] orario GIOVEDì e SABATO dalle 15,00 alle 17,00 Cooperazione e sviluppo Via Giolitti, 7 20020 ARCONATE (MI) tel. 0331.460987 fax 0331.539941 e-mail: [email protected] Il prossimo aggiornamento sarà fra 3 mesi circa su questo stesso giornalino. Arrivederci! Indirizzo LE NOSTRE SEDI