Scarica - NAAA Onlus

Transcript

Scarica - NAAA Onlus
news
I
n f a n z i a.
C
o o p e r a z i o n e.
ANNO 4 - NUMERO 2 - dicembre 2008
S
v i l u p p o.
il
pre
se
pio
Diari:
Mamma per la seconda volta
Il nostro tanto atteso David
Genitori di cuore
Acqua
Progetti:
potabile e igiene
in un villaggio della
Cambogia
nel
mon
do
il presepio nel mondo
Fonte: www.fides.org
Presepio nei Paesi
di lingua tedesca
Molto sentita, nell’ambito
delle celebrazioni natalizie,
è la tradizione del Presepio
nei paesi di lingua tedesca,
specie naturalmente in quelli
di radicato credo cattolico,
come l’Austria e la Baviera,
nonché a Colonia, nel cui
Duomo, secondo la leggenda, sarebbero conservate
le spoglie dei Re Magi, qui
traslate da Costantinopoli
dall’imperatrice Elena. Tanto vivo, infatti, è il loro culto
in tali paesi, che ancor oggi,
la notte dell’Epifania, i ragazzi si vestono da Re Magi, e il
capofamiglia brucia incenso nella casa e nella stalla,
iscrivendo dopo sulla porta
le iniziali G.M.B. (Gaspare,
Melchiorre, Baldassarre), con
lo scopo di tenere lontane le
malattie. In numerose regioni
si celebra anche “la ricerca
dell’alloggio”, con la costruzione di piccoli presepi che
si portano ogni giorno in una
famiglia diversa, come appunto per cercare l’alloggio.
In Tirolo, a Thaur, il paese del
presepio, si possono ammirare, con visite guidate, i presepi
delle famiglie, in case private
contraddistinte dall’insegna
“WEIHNACHTSKRIPPE” (Presepe natalizio). A Steyr, nell’Alta Austria, dove è conservato
un Presepio rarissimo con le
uniche figurine meccaniche
2
esistenti in Europa, è in funzione dal 1950 l’ufficio postale di
Gesù Bambino, che riceve le
letterine dei bambini di tutto
il mondo e ad essi risponde,
con uno speciale annullo da
usarsi solo in occasione del
Natale, inviando auguri ed
esaudendo, nei limiti del possibile, i loro ingenui desideri.
Nelle principali chiese della
Baviera si conserva il Presepio tutto l’anno, allestendo
per la durata di quattro–sei
settimane dei diorami sulla
vita di Gesù e scene dell’Antico Testamento, prendendo
spunto dalle varie ricorrenze
che si celebrano nel corso
dell’anno. Molte città, come
Monaco, Norimberga, Augusta, allestiscono nelle piazze
il Christkindlemarkt (Mercato
di Gesù Bambino), con decine di baracche che mettono
in vendita statuine per il presepio, decorazioni natalizie,
candele e dolciumi, mentre
cocchi trainati da cavalli conducono a passeggio i
bambini; ovunque risuonano
le note del canto natalizio più
famoso, “Stille Nacht”, composto da Franz Gruber nella
notte di Natale del 1818 ad
Oberndorf, vicino Salisburgo.
Presepio popolare
ungherese
il cosiddetto Betlemme, è trasportabile a mano. Ha la for-
ma di una chiesetta, di una
stalla o di un armadietto con
tendine apribili, ed una misura variabile tra i 25 cm. ed il
metro e mezzo.
Il portale è ampio, affinchè si
possa vedere l’interno, dove
sono collocate delle figurine
ritagliate di carta, o statuine in legno o creta ornate
di ovatta: davanti arde una
candela. E questo presepio
viene portato di casa in casa
da ragazzi, detti betlehemesek, alcuni dei quali sono vestiti da angeli, che recitano
versetti, cantano e ballano.
Presepio russo
il wertep, era costituito per
lo più da una casetta a
due piani in stile neoclassico, sovrastata dalla stella
di Natale e animata da una
marionetta: nel piano superiore veniva rappresentata
la parte più propriamente
religiosa (l’adorazione dei
pastori e dei Magi, la strage degli innocenti, la morte
di Erode), mentre in quello
inferiore si susseguivano scene umoristiche tratte dalla
vita del popolo, e da questo
assai gradite.
Sembra che i testi del wertep siano stati composti dagli studenti dell’Accademia
di Kiev, che conoscevano a
fondo i gusti delle masse popolari, le loro usanze e i loro
costumi. Dall’Ucraina, il suc-
cesso del wertep si diffuse
dapprima nella Piccola Russia, quindi nella Bielorussia, in
Siberia e, infine, Mosca.
Presepio polacco
la szopka, è invece una costruzione a forma di cattedrale, rivestita di carta stagnola colorata. Si compone
di tre parti: quella superiore,
con gli angeli che suonano
le trombe per annunciare la
nascità di Gesù, quella centrale, dove è collocata la
Natività, e la parte inferiore in
cui sfilano i contadini polacchi, i pastori con le pecore e i
buoi, e i Re Magi. Szopke portatili vengono trasportate di
casa in casa da ragazzi che
cantano le pastorali (detti
colende), ricevendo in cambio dolci e denari.
Le regioni alpine della
Slovenia
hanno una tradizione del presepio di famiglia che risale
agli inizi dell’Ottocento. Ogni
casa di contadini costruisce
il presepio in un angolo “sacro” della stanza di soggiorno, una mensola dove, negli
altri periodi dell’anno, è esposto il Crocifisso. Si forma una
montagna di muschio, con in
cima la città di Betlemme, e
la stalla che alloggia la Nativi-
In America Latina...
Abbandonando ogni aspetto d’arte raffinata, il presepe, riveste in genere carattere. e forme estetiche folkloristiche,
cui danno risalto il sole splendente e l’azzurro dei cielo, in
quanto, in tali paesi, cadendo il Natale nel pieno dell’estate, i presepi sono spesso allestiti all’aperto, nei patii o nei
giardini, e abbelliti da ogni sorta di piante grasse.
tà collocata ai piedi. Questa
composizione convenzionale è decorata con un antipendio, fissato sul margine
anteriore della mensola, che
costituisce un supplemento
simbolico dei presepio: è lungo circa 70 cm. e largo 35
cm., e in origine si suppone
non fosse altro che un velo o
uno scialle femminile, sostituito in seguito da una tovaglietta riccamente ricamata.
Il presepe in Argentina
La cultura di questo grande
Paese, è profondamente segnata dalle influenze europee, principalmente italiane
e spagnole, ma anche francesi, anglosassoni e dell’Est
europeo, che si uniscono agli
elementi etnici delle culture
aborigene.
Nel Río de La Plata il presepe
fu introdotto dai primi immigrati, ma con nuove caratteristiche: il Bambino Gesù è vestito lussuosamente ed anche
i vestiti degli altri personaggi
sono molto ricamati. Normalmente queste statue sono
conservate sotto campane
di vetro. Alcune figure d’epoca si possono trovare oggi in
musei o templi all’interno della regione del Río de la Plata.
I materiali più frequentemente utilizzati sono terracotta, legno, pietra, sughero.
Con il tempo, nello stile dei
presepi nella regione, si sviluppò anche una versione
aborigena, con la presenza
di elementi etnici.
Colpiscono per la loro freschezza e per il messaggio
espresso nei volti ingenui dei
personaggi. Tra questi risaltano, ad esempio, i presepi
creoli: San Giuseppe e Maria si “acriollan” mediante la
combinazione delle tessiture
della ceramica artigianale e
le fibre vegetali, che in ogni
scena comunicano l’identità di una famiglia ed il senso
della cultura del lavoro.
Il presepe in Brasile
In Brasile, preso le famiglie
cattoliche, il Natale specie
nelle grandi città ha assunto
caratteristiche d’origine nordica, soprattutto per quanto
riguarda lo scambio di doni,
favorita da una intensa propaganda commerciale.
Nelle località all’interno del
paese, la festa cristiana è
accompagnata da manifestazioni folkloristiche, la “bumba-meu-boi”, “boi–calenga”,
“chegança do fandango”,
“pastoria”, “congadas” (di
orgine africana), “reisados”
(festa dei Re): sono danze
e rappresentazioni drammatiche che si eseguono davanti al presepio prima della
“Messa del gallo” (la Messa di
Mezzanotte). La tradizione del
Presepio giunse in Brasile attraverso i missionari gesuiti, portoghesi, francesi e spagnoli, che
la portarono come strumento
di catechesi del popolo verso
il XVII e XVIII secolo. All’inizio i
presepi brasiliani erano costruiti sui modelli importati dal Portogallo e dalla Spagna, l’arte
presepista brasiliana sorse più
tardi, dando al presepio una
fisionomia propria. Gli indigeni, i neri, la fauna, la flora,
la mitologia afro–americana,
usi e costumi locali divennero
scene di vita di ogni giorno, in
cui si vedevano le lavandaie
cariche della biancheria o
mentre lavavano i panni nel
fiume, cacciatori, contadini
che custodiscono gli animali o
mungono il latte, mulini, fonti,
ecc. Tutto questo è inserito in
un paesaggio con montagne,
alberi e case di ogni genere,
dipinte con colori vivaci.
Il presepe in Ecuador
Già alla fine di novembre in
Ecuador si vedono in ogni
casa le tipiche decorazioni di
Natale, benché l’abitazione
sia piccola e molto povera. È
una festa che piace e si vive
molto, anche perché c’è
molta devozione al Bambino
Gesù. I Presepi, chiamati così
sulla costa e “Nascite” nella
sierra, si montano nelle case,
nelle parrocchie e anche per
le strade. Il materiale che si
usa sulla costa è la canna di
bambú ed il cade (rami che
si usano per coprire il tetto
delle capanne e delle case
perché non entri l’acqua). Si
realizzano prendendo a modello le case tipiche di qui,
la “casetta montubia” fatta
di canna e di cade. Come
figure si mettono quelle che
ognuno trova, di differenti
grandezze e materiali. Nel
presepio si mette tutto quello
che abbia qualche legame
con il Natale: pecore, renne,
stelle, carrozzine, angioletti...
perfino ricordi di battesimi,
comunioni, eccetera... Normalmente i presepi che si
vendono non hanno il Bambino Gesù, in quanto la statuina è venduta a parte. Di
solito se ne mette uno più
grande degli altri personaggi,
a volte con molta differenza,
perché è il personaggio più
importante di tutti.
Il Bambino Gesù può avere
solo i pannolini o un vestito di
colore bianco, azzurro o giallo, con pizzi e decorazioni. I
capelli molte volte sono di
colore oro. Nella Messa della Vigilia di Natale, ai piedi
dell’altare, vengono collocati una quantità immensa
di Bambini, di tutte le grandezze e in tutte le posizioni,
per essere benedetti e quindi
portati nei diversi presepi.
Le Nascite della sierra sono
realizzate secondo la tradizione di ogni famiglia: a for-
3
ma di grotta, di stalla...
Vengono utilizzati legni, pietre, piante e muschio, oltre
a molte luci. Ultimamente al
presepio si è incorporato l’Albero di Natale.
Il presepe in Messico
In Messico il presepe giunse
nel 1523, precisamente nello
stato di Acolman, portato da
tre missionari francescani (Pedro di Gante, Juan di Tecto e
Juan di Agorà), i quali evangelizzavano le comunità indigene servendosi anche
del presepio. Attualmente
in ogni casa si può trovare
anche un semplice presepio che ricorda la venuta
del nostro Salvatore. I personaggi del presepio (San Giuseppe, la Madre del Signore,
il Bambino Gesù, i pastori, gli
anatroccoli, la mucca, il bue,
l’asino ecc) sono fatti di fango, di porcellana, cartapesta, cartoncini, foglia, canna di mais, ghiaccio secco.
Il presepe viene adornato e
arricchito con gli elementi tipici della campagna, come
legno di pino, paglia, piccole rocce ed altri elementi
comuni, perché il principale
obiettivo di questa tradizione è continuare a ricordare
il luogo semplice dove nacque Gesù.
Il presepe in Paraguay
Parlare del Natale in Paraguay significa parlare del
presepe preparato con rami
di Kàavovèl’, arbusto tipico
dei boschi del paese, dove
si mettono le immagini di Maria, Giuseppe, del Bambino
Gesù e dei Re Magi, vicino
alle figure in terracotta degli animali caratteristici del
presepe: l’asino, la mucca, il
4
gallo, la pecora, ed altri animali tipici paraguaiani.
Tutto questo sotto un “cielo”
di globi colorati, stelle, uccellini di terracotta, etc. Nel presepe non deve mai mancare
il fiore di cocco, il cui aroma
avvolge non solamente il
presepio ma tutta la casa, il
fiore del Karaguatá (pianta
spinosa dal fiore vistoso) e la
frutta di stagione: uva, meloni, mango, cocomero…
Nel centro della capitale
si è quasi persa l’abitudine di visitare i presepi delle
famiglie vicine per salutare
il Bambino Gesù, come invece ancora avviene nei
quartieri periferici e soprattutto nell’ambiente rurale.
Ai visitatori viene servito il
tradizionale clericó, bibita di
vino rosso con frutta di stagione, pane di Natale o zuppa paraguaiana (torta salata di mais). Dopo la cena
della vigilia di Natale, a mezzanotte, tutta la famiglia si riunisce intorno al presepe per
la preghiera, generalmente il
Padre Nostro, l’Ave María ed
il Credo,
chiedendo la benedizione dal Bambino per la famiglia. Dopo si salutano i vicini
augurando un Buon Natale.
In Paraguay le famiglie si riuniscono ancora nella casa
dei genitori per celebrare insieme la Vigilia di Natale. Tutti
i figli cercano di stare con la
mamma in questa data, e
anche quelli che lavorano
nella capitale per Natale tornano ai loro paesi di origine,
in quanto è molto importante
la benedizione della mamma
a Natale.
Il presepe in Perù
Il messaggio e la festa del
Natale arrivarono in Perù con
i conquistatori spagnoli, quindi nei primi tempi il Natale in
Perù venne celebrato secondo le usanze spagnole. Con
il passare degli anni, presepi
e canti natalizi cambiarono
e assunsero una coloritura
particolare, quella meticcia.
Cambiarono quindi canti, preghiere e riti. Il presepe
venne collocato nel luogo
più elevato dell’abitato o
della casa stessa, secondo
la tradizione andina, perché
dall’alto avrebbe protetto
gli abitanti. Cambiò anche
Gesù Bambino, che diventò
“il Dio Bambino”, cioè “Tayta”
o “Manuelito”, perché nella
fede dei poveri è consuetudine trattare Dio con grande
familiarità. Inoltre per il
contatto
con
le Ande, la pelle e i riccioli di
Gesù divennero bruni, e le sue
guance rosse a furia di giocare sotto il sole cocente.
La celebrazione del Natale
a Lima ebbe inizio nel 1535.
Le feste cominciavano il 7
dicembre, con un omaggio
all’Immacolata Concezione.
Il 13 dicembre, festa di
Santa Lucía,
i bambini si
seminavano il grano,
in piccoli recipienti, che una
volta germogliato trovava
posto nel presepe. Il 16 cominciava la novena di Natale. La sera del 24 dicembre,
conclusa la novena, nelle
famiglie si scopriva il presepio e per questo si invitavano tutti gli amici e i familiari.
Il rito iniziava con discorsi ed
atti di contrizione, e finiva al
suono dell’arpa o del “clavesino”, secondo il livello
sociale ed economico dei
padroni di casa.
Il presepe nella
Repubblica Dominicana
Anche la Repubblica Dominicana ha ricevuto dalla
Spagna moltissimi degli elementi culturali che contraddistinguono la sua identità
nazionale, comprese le tradizioni natalizie, in cui si vedono le tradizioni spagnole
amalg a mate con elementi di altre
culture di questa terra, conosciuta come Quisqueya
nella lingua taína, propria
dei suoi abitanti aborigeni
oggi scomparsi.
Alla fine di novembre si cominciano ad adornare le strade, le case, i negozi e perfino
il Palazzo Nazionale, sede
delle autorità dello Stato. Allo
stesso tempo si preparano i
presepi e le rappresentazioni della nascita di Gesù nelle
chiese e nelle case, vicino
all’albero di Natale.
Ci sono delle case specializzate nella preparazione di
presepi e c’è perfino un’associazione di “belenistas”
(presepisti) che organizzano
concorsi ed esposizioni.
Molto bella è l’esposizione di presepi che si realizza
nella Casa della Gioventù
Coloniale della Pastorale
Giovanile in coordinamento
con l’Associazione di Belenistas. Dopo l’inaugurazione
dell’esposizione, la Casa della Gioventù si apre al pubblico fino al 6 gennaio perchè
tutti possano ammirare le
belle opere rievocatrici della
nascita di Gesù.
I presepi sono confezionati con materiali molto vari:
carta di giornale e segatura, cocco, felci, legno,
vetro, materiale di riciclaggio... Con molta immaginazione, viene rappresentato
frequentemente non solo il
momento storico dell’evento che si evoca, ma anche
la situazione attuale della
gente, specialmente dei più
poveri.
diari di viaggio
Siete in molti a scrivere delle vostre attese, delle vostre speranze, dei vostri tanto sospirati viaggi nel paese che ha dato
i natali ai vostri figli… ma dopo? Sono pochi quelli che scrivono del loro rapporto con il figlio dopo il rientro, degli eventuali problemini riscontrati, delle grandi gioie che vi danno quando iniziano ad andare all’asilo, dei loro rapporti con i
coetanei. Sono ormai parecchie le famiglie che hanno bambini grandicelli che hanno iniziato a porsi ed a porvi delle
domande che talvolta ci colgono di sorpresa o non proprio preparati.
Proviamo a spiegare come si sente una mamma quando il proprio bambino incomincia ad allontanarsi? E quali confidenze raccoglie il papà?
Scriveteci anche questo tipo di storie, possono essere di aiuto a chi ancora deve percorrere questa strada, così come
i vostri “diari di viaggio” aiutano e donano speranza a chi è ancora al palo in attesa.
DALLA COLOMBIA IL NOSTRO TANTO
ATTESO DAVID
Il titolo è il riassunto della
nostra lunga storia adottiva, colma di speranze, attese, delusioni, ripagate però
dall’arrivo di Jesus David un
bambino molto affettuoso, intelligente e con una prorompente personalità e voglia di
vivere. Il nostro cammino inizia nel 2001 con la domanda
d’idoneità, nel 2002 otteniamo il decreto dal tribunale
dei minori e affidiamo l’iter
adottivo al NAAA. Nel 2003
dopo avere esplicato tutte
le varie fasi burocratiche e il
corso zig-zag per conoscere le varie problematiche,
veniamo assegnati alla Colombia e parte la domanda
all’I.C.B.F.; questo è stato il
periodo più difficile, gl’anni passavano ma la risposta
era sempre quella: bisogna
aspettare, avere pazienza!
Finalmente quando oramai
ci eravamo rassegnati a non
fare più programmi, nel settembre del 2007 mi chiama
Irene per informarci che il
giorno 12 (tra l’altro nel giorno
del compleanno di Natalina,
non poteva esserci miglior
regalo) eravamo convocati
per il corso “paese che vai” e
di esserci assolutamente tutti
e due; li abbiamo capito che
era arrivato il nostro momento! Siamo partiti per Ciriè con
il cuore in gola, anche se ci
dicevamo non aspettiamoci
niente per non illuderci per
l’ennesima volta! Alla fine
della prima parte del corso
ci hanno detto che c’erano
delle comunicazioni impor-
tanti! L’abbinamento è stato
un momento di incredibile
emozione, forse anche più
dell’incontro, per molteplici
motivi: l’attesa colma di tanti
sacrifici e speranze, lo sconforto di tanta attesa, in quel
momento abbiamo scaricato con lacrime di gioia tutta
la tensione accumulata in
tanti anni! E poi la foto di David un po’ seria e un po’ triste, ma con due occhi dove
si intravedevano furbizia e
scaltrezza, ci siamo da subito
innamorati del nostro bimbo
ed eravamo impazienti di
partire. Una settimana prima
ci avvisano che la partenza
è il 14 ottobre; inizia la frenetica corsa per i preparativi burocratici e logistici con
l’aiuto prezioso di Sarah (il
suo è un grande lavoro oscuro), una settimana intensa,
ma alla vigilia siamo prontissimi: inizia la più importante
esperienza della nostra vita
l’incontro con nostro figlio!
Partiamo alle 6 da Malpensa
per Santafè di Bogotà via Parigi e subito c’è il primo problema: la dogana francese
ci fa notare che la data del
visto di Natalina è sbagliata
(l’importanza di controllare
sempre l’esattezza di tutti i
documenti), si risolverà con
una perdita di tempo alla
dogana Colombiana.
Arriviamo a Bogotà dopo 15
ore di viaggio per un momentaneo scalo a Cali’ stanchissimi, all’uscita dell’aeroporto
Eldorado ci accoglie l’infaticabile, prezioso, gentilissimo
Jaime che ci accompagna
al bellissimo appartamento
di proprietà del dottor Torrado, districandosi con abilità
nel caotico e confusionario
traffico della città. L’appartamento è situato in zona calle
85, una delle più sicure, ma
non per questo prive di insidie: infatti abbiamo subito il
classico tentativo di truffa dei
poliziotti falsi e un tentativo di
scippo per fortuna entrambi
sventati. Nelle vicinanze c’è
di tutto: un grosso supermercato, centri commerciali,
bar, ristoranti e moltissimi negozi di ogni genere. Dopo il
nostro arrivo abbiamo avuto
3 giorni per riposarci e ambientarci.
Il 18 alle 9 accompagnati
dall’avvocato referente Jhoanna abbiamo preso l’aereo
per Valledupar, principale
città della regione di Cesar;
l’incontro è previsto alle 12
all’I.C.B.F., prima però corriamo (siamo in grave ritardo)
in hotel per cambiarci e rinfrescarci (a Valledupar c’è
un caldo umido asfissiante,
niente a che vedere con i
15-20 gradi ventilati Bogotà).
Arrivati all’I.C.B.F. passando
davanti ad un ufficio intravediamo un bimbo, ma ci dicono di attendere fuori, ma
dopo pochi istanti avendoci
visto David scappa fuori (dimostrandoci già il suo carattere impaziente e senza regole) e corre tra le braccia del
papà. Dopo i primi affettuosi
baci si avventa sulla moto e
la macchina che avevamo
portato come doni e cominciamo a giocare. Il tutto si è
svolto in modo veloce e senza attese, da quel momento
ci siamo trovati con nostro figlio cambiando radicalmente la nostra vita! I primi giorni
sono stati di studio e conoscenza, sia per la lingua, che
per l’affiatamento e instaurare i primi contatti affettivi. Si
è rivelato subito un bambino
molto affettuoso e intelligente, imparando velocemente
l’italiano e le cose nuove, ma
per contro restio a seguire le
5
regole e soprattutto nel fare
il contrario a ordini precisi (rivelando un carattere orgoglioso). Il momento più difficile nei primi giorni era quando
si andava a dormire: andava
in crisi e piangeva ricordando la sua mamita. Ma dopo
pochi giorni con le coccole
non si è più ripetuto.
Un altro problema all’inizio
è che voleva quasi sempre
il papà, con il tempo anche
questo si è risolto. Tornati a
Bogotà inizia l’attesa per il
ritorno in Italia, i giorni sono
tutti uguali: parco giochi,
centri commerciali (il periodo di Natale ha aumentato
questa quotidianità! Tra l’altro molto belli e addobbati
con angoli giochi a tema per
la gioia dei bambini). Ogni
tanto qualche passeggiata
con la ragazza delle pulizie
Marta, la compagnia della
famiglia Bonifazi: Alberto, Viviana e la dolce Andrea Juliana, la famiglia Castelnuovo: Filippo e Sabrina per soli
2 giorni (abbiamo conosciuto poi in Italia la loro figlia,
la dolce Monica), tutti nostri
carissimi amici.
Però anche se questo lungo periodo da soli è servito
per fortificare l’affiatamento
tra noi, alla lunga la voglia
di tornare in Italia diventa
la massima priorità. L’aereo
per il ritorno è prenotato
dopo 45 giorni di permanenza, ritenuto il massimo di
solito della permanenza in
Colombia; alla notizia che
dovevamo rimandare la
partenza, c’è stato un momento di smarrimento!
Ma ci siamo detti: siamo qui,
non ci sono alternative, manteniamo la calma e teniamo
duro sono gli ultimi giorni!
Devo dare atto che da quel
momento intuito il nostro stato d’animo, l’impegno di tutti
è stato ancora più frenetico
per velocizzare le procedure.
L’autorizzazione della C.A.I. e
il visto dell’ambasciata, atti
finali per la partenza, ci consentono la partenza dopo
55 giorni di permanenza in
Colombia; sono tanti, però
se ci penso adesso, un po’
mancano le giornate spensierate in Colombia, nonostante la lunga permanenza
e le varie problematiche, è
stata un’esperienza unica,
indimenticabile e un giorno
vorremo tornarci con il nostro
David, perché è il suo paese e un po’ anche il nostro.
Al ritorno in Italia sapevamo
che ci attendevano per una
grande festa e cosi è stato!
Una Incredibile emozione e
gioia per noi (soprattutto per
GENITORI DI CUORE
Storia di un’adozione
Chiara e Stefano CRESPI
C’era una volta in Vietnam
una bimba che stava in una
grande stanza insieme ad altri bimbi. Ogni bimbo divideva questo spazio con gli altri
ed erano tutti molto amici. A
prendersi cura di loro c’erano le didi o nunu (così chiamate nel Vietnam del Sud),
ma ad ognuno di loro mancava qualcosa: una mamma e un papà.
Lontano, molto lontano,
dall’altra parte del mondo
c’erano una donna e un
uomo. Anche loro avevano tanti amici ma anche a
loro mancava qualcosa: un
bambino.
Quella donna e quell’uomo
eravamo noi.
Così scrivemmo una lettera al Tribunale dei Minori di
Milano e dopo tutta la trafila
ci affidammo al N.A.A.A.
6
Dopo qualche mese che entrammo a fare parte della
famiglia N.A.A.A. ricevemmo
una telefonata: era arrivato
il fatidico abbinamento! Tutti
i documenti da firmare e la
foto di una bimba bellissima
di tre mesi e una settimana…
eri tu… piccola QUAN.
Le autorità Vietnamite, con
tutte quelle firme, spiegavano che ci avrebbero dato
il permesso di adottarti se
avessimo promesso di prenderci cura di te sempre ed
ogni caso.
E noi l’avremmo fatto.
Nel giro di poche settimane (abbinamento 28 marzo
2008, chiamata per la partenza 28 aprile 2008, partenza 3 maggio 2008) riempimmo la valigia di pannolini,
giocattoli, libri, cibo, vestiti
tutti e solo (non solo!) per te e
David stordito da tanto calore e giochi), parenti e amici.
Al momento di questo scritto
sono passati già 8 mesi dal
rientro in Italia, David si è integrato alla grande, è molto attaccato alla cuginetta,
sta bene ed è contento, frequenta con entusiasmo l’asilo
e gli piace moltissimo giocare
con i bambini; il suo carattere
è vivace, prorompente.
E orgoglioso ci impegna molto, ma è molto ricco di soddisfazioni e siamo contenti per
noi, ma soprattutto per David.
Per ultimo vogliamo esprimere i nostri ringraziamenti, per
tutte le persone che ci hanno
aiutato nel cammino adottivo: per primo il NAAA come
ente, che ci ha preparati e
supportati, prima, durante
e dopo nell’iter adottivo; la
Flavia (usiamo il tu per tutti,
prima di tutto sono persone
amiche) e Rino di Arconate
che ci hanno seguito per i
primi passi fino all’abbinamento; la preziosissima, brava e gentile Sarah, responsabile della Colombia, che ci
ha seguito prima, durante la
permanenza e dopo il rientro
in Italia in collaborazione con
la gentile psicologa Irene e
altri collaboratori NAAA; per
la Colombia un affettuoso
ringraziamento al prezioso,
instancabile, premuroso Jaime che ci ha seguito in tutto
il nostro soggiorno per le varie burocrazie e per qualsiasi
problema; alla ragazza delle
pulizie Marta, che ci ha aiutato, rincuorato nei momenti di
sconforto e bisogno, anche
accompagnandoci in gite in
Bogotà e dintorni sentendoci
più sicuri; ringraziamo tutto
l’ufficio del dottor Torrado e
lo stesso per la gentile cortesia e interessamento per David e le nostre persone; un discorso a parte per Jhoanna
la referente: come avvocato
ha tutto il nostro plauso, molto capace e disinvolta nella
burocrazia (a volte diciamo
particolare, anche se non di
è mai stato chiesto niente più
di quello che serviva) Colombiana; è mancata un po’ di
sensibilità nei nostri confronti,
era la persona in cui pensavamo di contare di più, comunque ringraziamo anche
lei per quello che ha fatto
ma ci aspettavamo di più! La
ricordiamo comunque con
affetto e le abbiamo mandato un email e ci ha risposto
cortesemente con altrettanto affetto.
Un sentito e immenso grazie a tutti da David, papà e
mamma
salimmo su un aereo per affrontare il lungo viaggio fino
in Vietnam.
C’era anche un’altra famiglia in attesa di conoscere la
loro bambina. Eravamo così
emozionati e nervosi, non vedevamo l’ora di stringerti fra
le braccia!
Giunti a Ho Chi Minh City ci
attendeva il taxi per Vung
Tau. Che avventura! Il taxista
non conosceva la strada e
così ci siamo persi! Che caldo ed in più il traffico caotico
e… la pioggia!
Giunti in serata a Vung Tau
scoprimmo che l’incontro
con te sarebbe avvenuto il
mattino seguente. Sogno o
realtà?!
Passano queste ore interminabili e finalmente… eccoci… una nunu porta te e la
tua piccola amica sulla porta
della nursery per incontrarci.
Eravamo così felici che scoppiammo a piangere… vole-
vamo trattenerci… appena ti
prendemmo in braccio tu ci
hai sorriso e ti sei addormentata. Era da una vita intera
che ti stavamo aspettando.
Andammo all’ufficio anagrafe per le firme e le foto
di rito e poi via in albergo…
neanche il tempo di guardarti bene, ci attendeva un
lungo viaggio!
Già… nel frattempo è arrivato “Zio Bobo” che non ha
potuto arrivare da noi prima
a causa di un inconveniente
ed eccoci in taxi, in aliscafo
verso Ho Chi Minh City e poi
in aereo per raggiungere Hanoi e poi… altra ora e mezza
di taxi… finalmente eravamo
giunti all’Army Hotel.
Quando arrivati in camera ti
guardammo negli occhi capimmo che eravamo fatti gli
uni per gli altri.
Com’era possibile un abbinamento con tale perfezione
a tanti chilometri di distanza?
Le autorità Vietnamite avevano aperto i nostri cuori e
ci avevano forse scrutato
nell’anima?
La prima notte la passasti
nel tuo lettino indossando
la tutina che ti portammo
dall’Italia: ti baciammo mille volte manine e piedini!
Quando dormivi ti fissavamo incantati. Lo sappiamo:
in realtà eri sveglia, facevi
solo finta di dormire.
Dopo 12 giorni di permanenza in Vietnam il lungo volo
verso casa. Tranquilla per
tutto il tempo nonostante la
perturbazione di cui siamo
stati “vittime” sorvolando il
Mare delle Andamane.
Dormisti come un angelo
mentre volavamo fra le nuvole.
Era la fine di un viaggio incredibile, e l’inizio di un altro!
Finalmente atterrammo a
Milano Malpensa… e a casa
ti aspettava una stanza pie-
na di giocattoli e la tua nuova culla… che non hai mai
voluto usare perché troppo
simile a quella dell’Istituto di
Vung Tau.
Ti guardammo esaminare attentamente ogni cosa e alla
fine sorridesti come per dire:
”… Sono a casa…”.
Arrivarono fiori e biglietti
d’auguri e regali. Tante persone vennero a farti visita.
Era ormai sera.
Ti abbracciammo stretta e
piangemmo. Le lacrime erano tutte per la tua mamma
Vietnamita che non aveva
potuto tenerti con sé. Avremmo tanto voluto poterle dire
che non l’avremmo mai dimenticata!
Speriamo che in qualche
modo senta che sei al sicuro
e felice nel grande universo.
CAM ON LAM (grazie) VIETNAM, CAM ON LAM SON
THY THY, CAM ON LAM PICCOLA GIOIA QUAN!!!
MAMMA PER LA SECONDA VOLTA
Cristina
Dedico questa lettera a tutte le mamme che devono
partire per incontrare il loro secondo genito, e che
giustamente hanno tutte le
paure che ogni mamma ha,
quando arriva un secondo
figlio: “Soffrirà il mio primo o
prima, sarà geloso, riuscirà a
capire, si vorranno bene?”.
Questa lettera meravigliosa
è stata scritta da Martina
Sartorio all’età di undici anni,
raccontando la sua esperienza, (quando aveva poco più di sette anni) le sue
impressioni, le sue curiosità,
partendo per un paese sconosciuto per incontrare un
fratellino sconosciuto di nome Thai.
Mio figlio Thuan (allora ave-
va quattro anni) ha ricevuto
questo dono alla partenza,
l’abbiamo letta in aereo, in
albergo, a casa anche dopo molti mesi, ogni tanto mi
chiede di leggergliela prima
di dormire, poi sorride pensa
ai suoi amici Martina e Thai,
pensa a sua sorella e poi dice: “eh già… mamma!!”
Spero che leggendo questa
lettera anche voi possiate
ricevere la stessa sensazione
di serenità, dolcezza, semplicità e amore che ha ricevuto mio figlio Thuan e di
conseguenza noi genitori.
Grazie ancora cara Martina
per avermi insegnato che
capacità straordinarie hanno i bambini.
per
lla partenza
e
d
a
m
ri
p
o
ra
i fa il giorn
vedevo l’o
uattro ann
q
,
n
a
u
nata, non
Th
o
zi
o
m
Caro
e
d
tu
felice e
che anche
ero molto
ai. Credo
Th
o
n
il Vietnam
lli
te
io fra
la voglia
m’era il m
le, sia per
o
ia
c
c
re
e
ri
sp
p
o
e
n
di sc
am.
sta emozio
ti del Vietn
ando que
re
v
g
ro
p
se
i
i
a
re
st
ri
i
ogg
e per scop
mio fratello
a sorellina
tu
la
re
e
bracciato
d
b
a
o
h
di ve
e
h
va!!).
ac
prima volt
come pesa
lla
(e
e
u
e
q
n
o
o
zi
rd
o
Rico
rtissima em
vato una fo
ro
p
o
h
e
i
omenti!!!
Tha
a mamnti felici m
ta
te
a
e
cio alla tu
h
c
c
ra
n
b
a
b
a
ro
u
n
u
Aug
tnam, dai
tanto il Vie
i
m
.
ta
lu
a
S
P.S.
rellina Thuy
Mar tina
alla tua so
e
à
p
a
p
o
tu
l
a
,
ma
7
progetti
acqua potabile e igiene in un villaggio
della Cambogia
di Luciana Damiani
“
L’accesso alla sanità di base
e all’acqua potabile rendono la popolazione non solo più sana, ma più produttiva
dal punto di vista economico e sociale”
Li Jong Wook
Direttore Generale Organizzazione Mondiale della Sanità
Con la carta di Saragozza il
tema dell’acqua è stato posto in evidenza sull’agenda
mondiale.
Alcuni dati drammatici:
• 1,4 miliardi di persone non
dispongono di acqua
potabile a sufficienza
• 1 miliardo beve acqua
non sicura
• 3,4 milioni di persone
muoiono ogni anno
per malattie trasmesse
dall’acqua
• 4.000 bambini muoiono
ogni giorno per malattie
causate da acqua insalubre
La risorsa acqua scarseggia,
ma è soprattutto sprecata o
mal utilizzata.
La lotta per l’acqua sta già
8
coinvolgendo milioni di persone, l’accesso a questa
risorsa fondamentale è difficile per i poveri del mondo
e diventa sempre più importante un uso corretto del
poco disponibile.
Unicef, Fao, Organizzazione
Mondiale della Sanità, ma
anche numerose organizzazioni non governative si impegnano ad individuare e
diffondere strumenti per un
più corretto uso dell’acqua.
Noi riteniamo che non si possa vincere questa battaglia
solo con nuove tecnologie,
ma che si debba invece
concentrare l’attenzione su
un diverso uso, una maggiore conoscenza, una più diffusa consapevolezza dell’im-
portanza dell’uso di acqua
pulita e potabile.
La Cambogia e l’acqua
Secondo lo State of the
World’s Children del 2005,
solo il 34% della popolazione cambogiana ha accesso
all’acqua potabile.
In un Paese dove il 20% della popolazione è urbana e
l’80% rurale, gli acquedotti raggiungono il 60% della
popolazione di città e il 20%
di quella delle campagne,
ma tale acqua per carenze strutturali degli impianti e
delle reti di distribuzione non
è comunque potabile.
La sanità è un diritto di tutti,
ma in Cambogia il 14% dei
bambini muore prima dei
cinque anni e il 9,7% prima di
raggiungere un anno. Molte
di queste morti potrebbero
essere evitate se la popolazione avesse accesso all’acqua potabile.
L’uso di acqua non potabile
è una delle principali cause
di malattie e di povertà.
In Cambogia durante la stagione delle piogge si raccoglie l’acqua piovana e nella stagione secca l’acqua
disponibile è solo quella di
stagni e fiumi.
L’acqua, piovana viene raccolta in grandi giare di coccio davanti a ogni casa, e
da lì viene presa per tutti gli
usi domestici, di igiene e alimentari. Per essere resa sicura quest’acqua dovrebbe
essere bollita a lungo con
grande dispendio di tempo,
carburante e risorse.
Gran parte della popolazione soffre costantemente di
diarrea e tifo e altre malattie
imputabili al consumo di acqua non potabile che rendono discontinua la frequenza
dei bambini a scuola e precario il lavoro degli adulti.
Anche morti per parto e mortalità neonatale sono spesso
da imputare alla mancanza
di acqua pulita.
La disponibilità di acqua potabile è quindi di fondamentale importanza: migliora la
situazione sanitaria generale ed ha effetti su molteplici
aspetti del benessere delle
persone, la loro salute, la loro
produttività e il loro reddito,
nascite più sicure, minore
mortalità infantile, maggiore
frequenza scolastica soprattutto delle bambine su cui
grava il lavoro di raccolta
e trasporto dell’acqua, maggiore aspettativa di vita.
Che cosa si propone
il progetto
In questa situazione uno strumento economico ed efficace per rendere l’acqua idonea al consumo domestico
sono i filtri.
Filtri appositamente studiati
ed ampiamente sperimentati
per questo uso, sono poco ingombranti e facili da usare.
Sono costituiti da un vaso di
speciale terracotta porosa
posto sopra un secchio in
plastica con rubinetto e relativo coperchio.
L’acqua versata nel vaso di
terracotta filtra lentamente
nel secchio e può essere spillata dal rubinetto.
Se il filtro viene usato bene,
pulito periodicamente e tenuto coperto per evitare
che vi si depositino polvere,
insetti o uova di zanzare, fornisce acqua sicura per tutta
la famiglia.
È dimostrato, sia dall’esperienza diretta che da quella
di altre ONG, che questi filtri
- che potrebbero facilmente
risolvere il problema - se non
accompagnati da una adeguata preparazione sanitaria
e da un periodico monitoraggio, vengono meno alla
funzione cui sono preposti.
La mancata conoscenza
dell’importanza dell’uso di
acqua potabile è la causa
dell’abbandono dei filtri che
sono visti come un inutile accessorio da una popolazione
che da sempre convive con
malattie di cui non conosce
la causa.
Va ricordato che solo 130
anni fa anche in Europa Pasteur dovette condurre una
vera battaglia per convincere che una delle principali
cause di morti da parto era
la mancanza delle più elementari norme igieniche.
Per questo poi, alle prime doglie, era entrato a far parte
della cultura popolare preparare una grande quantità
di acqua bollita.
Il progetto affianca quindi alla
fornitura di filtri un’adeguata
sensibilizzazione sull’importanza del servizio di preparazione
di chi dovrà usare tali filtri e
una costante assistenza sanitaria a mamme e bambini.
Dove
In Cambogia le case di villaggio sono tutte di legno
e foglie di palma, costruite
su palafitte per sollevarle
dall’acqua durante la stagione dei monsoni.
Le famiglie rurali non sono
sufficientemente benestanti
da avere il proprio pozzo e
devono andare a prendere
l’acqua allo stagno più vicino o al fiume.
È a queste famiglie che si rivolge il nostro progetto.
9
Cooperazione 2008…
di Paola Riccardi
Nell’anno in corso le attività
del NAAA nel campo della
cooperazione hanno seguito due ambiti ben precisi:
da un lato il consolidamento
delle attività già intraprese
nel corso del 2007, dell’altro
l’apertura verso nuovi paesi
e nuovi progetti.
In Vietnam abbiamo consolidato alcuni progetti ormai
storici: il Deworming giunto
ormai al suo quarto anno di
attività. La collaborazione
con WHO-l’organizzazione
mondiale della sanità ci ha
permesso di raggiungere un
numero sempre maggiore
di bambini del Vietnam.
Continuano inoltre le collaborazione con i vari istituti:
sostegno alimentare, lavori
di ristrutturazione, acquisto
mobilio. Grazie alle donazioni di privati ci è stato possibile ampliare sempre di più
questi interventi.
Nella provincia di Bac Kan è
continuato un progetto che
ha raccolto molti consensi:
Il sostegno dei bambini ricoverati nell’ospedale provinciale. Le cure mediche
negli ospedali vietnamiti sono a pagamento così come
il vitto.
Solamente i bambini al di
sotto dei 6 anni hanno delle
facilitazioni: le visite mediche e le analisi per la diagnosi sono gratuite mentre
le medicine e i pasti sono
a pagamento. Le vaccinazioni sono ugualmente gratuite. Gli adulti e i bambini
oltre i 6 anni invece, pagano tutto.
L’ospedale fornisce le lenzuola per il letto, ma il paziente deve pagare giornalmente il servizio di lavanderia e di cambio lenzuola.
Nel caso in cui l’ammalato
venga assistito da un familiare anche nelle ore notturne
è obbligatorio il pagamento
della stanza. I familiari in visita sono costretti a pagare
anche l’uso dei bagni.
In questa situazione sono i
più deboli a farne le spese.
I bambini sono accuditi dalle madri anche all’interno
degli ospedali e sulle famiglie gravano i costi delle
medicine e dei pasti per
i bambini e per le madri:
spesso si tratta di costi non
sostenibili dalle già precarie
economie delle famiglie.
10
Il NAAA ha iniziato nel corso del 2007 un progetto di
aiuto ai bambini ricoverati
presso l’ospedale.
Nella cucina della nursery
del vicino Istituto, vengono
preparati 80 pasti al giorno per i bambini ricoverati
all’ospedale della città. Si
offrono due pasti al giorno
a 20 bambini e a uno dei
loro genitori, specialmente
se questi vengono da zone
rurali e hanno difficoltà economiche.
I pasti vengono cucinati nelle cucine dell’Istituto e consegnati direttamente presso
l’ospedale.
Questo sistema garantisce
ai bambini di essere assistiti
dai loro genitori e di ricevere
un pasto equilibrato molto
importante specialmente in
soggetti già debilitati dalla
malattia, permettendo loro
una guarigione più rapida.
Ha preso l’avvio il progetto
“Street children” un’analisi
della situazione dei bambini
di strada di Hanoi.
La nostra controparte locale è il Center for Support
of Social Development
Programs (CSDP), una ONG
che opera da 15 anni nel
campo della salute pubblica. Il fenomeno dei bambini di strada in Vietnam è
un fenomeno poco studiato
e spesso sottovalutato dalle autorità che preferisco
ignorare il problema.
I pochi dati a disposizione
evidenziano però un aumento esponenziale del fenomeno, correlato alle problematiche che spesso accompagnano i bambini di
strada: sfruttamento, lavoro
minorile, abusi e, fenomeno
recente, il sistema dei Bao
Ke, i protettori.
Gli unici dati che si conoscono risalgono al 1999, ad
una ricerca effettuata dal
Comitato per la Cura dei
Bambini della città di Hanoi
in collaborazione con la
polizia.
Il progetto intende analizzare in maniera approfondita
il fenomeno dei bambini di
strada di Hanoi.
Verranno analizzate le condizione di vita degli Street
Children ad Hanoi, città in
cui convergono i bambini
di strada del nord Vietnam.
Inoltre verranno effettuate
indagini anche nella pro-
vincia di Thanh Hoa, da cui
proviene la maggior parte degli Street Children di
Hanoi per comprendere le
cause del fenomeno.
Al termine della ricerca, in
base ai risultati, verranno formulate proposte progettuali
relative ad interventi sugli
Street Children da effettuare ad Hanoi oppure nella
provincia di Thanh Hoa.
Passando alla Cambogia
è continuato il progetto
Prigionieri innocenti, sostegno ai bambini e mamme
che vivono nelle prigioni
cambogiane.
Inoltre abbiamo iniziato
un progetto che riguarda
la Salute dei bambini in
Istituto. La drammatica situazione igienico sanitaria
della Cambogia si amplifica negli istituti che ospitano
i bambini orfani.
I servizi igienici sono carenti
e mancano le più normali
norme igieniche.
Il risultato di questo è il diffondersi di malattie che, in
un ambiente ristretto come
quello di un istituto, aumentano in maniera esponenziale.
Sono stati quindi realizzati
dei corsi di formazione per
il personale che si occupa
dei bambini.
I corsi sono sia teorici che
pratici e sono rivolti a tutte
il personale che a vario titolo entra in contatto con i
bambini.
È stato preparato un opuscolo facilmente comprensibile, illustrativo delle principali norme igieniche e di
tutto il materiale didattico
necessario.
In Nepal la situazione nel
2008 è stata molto grave:
il blocco delle adozioni ha
portato gli Istituti ad avere seri problemi nel reperire
i fondi per l’alimentazione
dei bambini.
Il NAAA è intervenuto a sostegno di 3 Istituti: Bal Mandir,
Sahara Group e Occed fornendo sostegno alimentare
per i bambini.
Sempre nel continente asiatico sono iniziati alcuni progetti di grande rilevanza.
L’Istituto
di
Khuukhed
Asran Khumuujuleh Tuv a
Ulaanbaatar Mongolia
è
stato costruito intorno al
1970. Si tratta di una struttura che, malgrado necessiti
di opere di manutenzione,
è tra le migliori di tutta la
Mongolia
Attualmente l’istituto ospita
280 bambini di un’età compresa tra 2 e 17 anni.
L’istituto è dotato di un’aula musica, ma gli strumenti
erano in pessime condizioni
per il continuo uso.
L’intervento si è proposto
di motivare i ragazzi valorizzando la loro espressività,
sia nella loro individualità sia
come membri di un gruppo,
creando un laboratorio musicale permanente.
In Pakistan continua fra mille difficoltà il sostegno al
Centro Nest. La drammatica
situazione politica, i continui
attentati rendono sempre
più precaria l’esistenza del
Centro.
Il Centro è aperto alle persone bisognose di Karachi e,
oltre al dispensario medico,
è anche scuola, frequentata specialmente da bambini Bagri, nomadi stanziali di
religione indu.
In questa difficile situazione,
moltissime famiglie Bagri si
sono allontanate da Karachi
considerata poco sicura per
una popolazione già fortemente discriminata e maltrattata.
La partecipazione alle lezioni è diminuita di molto negli
ultimi tempi così come l’attività dell’ambulatorio.
Lo stesso Centro è malvisto
dalle autorità e dalle forze
di polizia.
Nel 2008 abbiamo deciso di
sviluppare progetti anche in
America Latina e in Africa.
L’America Latina è un ritorno al passato: già nel 2003
avevamo implementato un
progetto in Perù e sempre in
Perù molto numerosi sono gli
interventi sanitari per operazioni per labbro leporino o
piede torto.
In Honduras abbiamo iniziato un progetto di Sostegno
Sanitario
in
collaborazione con IHNFA (Istituto
Honduregno per l’Infanzia
e la Famiglia) che prevede l’assistenza sanitaria per
i bambini in Istituto: piccoli
interventi chirurgici, analisi
e visite mediche specialistiche, fornitura di medicinali.
Sempre in Honduras, dopo
la visita della Presidente
del NAAA, si è deciso di
intervenire presso l’Istituto
21 Octuber che si trova a
Tegucigalpa. Si tratta di un
istituto che accoglie prevalentemente ragazzi adolescenti e preadolescenti.
Si tratta di circa 50 ragazzi e
bambini che sono stati rimpatriati dagli Stati Uniti o dal
Messico dove erano entrati clandestinamente spesso
con le famiglie o fuggiti da
casa. Di fatto questi ragazzi
sono senza famiglia, spesso
il rimpatrio ha provocato la
dissoluzione del nucleo familiare ed è difficile rintracciare altri parenti.
La loro permanenza nell’Istituto è temporanea, se possibile rientreranno nella famiglia di origine o presso i
familiari rimasti o verrà trovata una diversa sistemazione attraverso l’adozione
nazionale o internazionale.
La situazione all’interno
dell’istituto è spesse volte
problematica: i ragazzi non
frequentano scuole o corsi
di formazione.
Questa inattività può a volte
sfociare in comportamenti
complessi e a volte violenti.
Ad esempio le strutture in
metallo dei letti sono stati divelti e utilizzati come gioco
e, a volte, come arma.
Il primo intervento previsto è
la rimozione dei vecchi letti
ormai inutilizzati e pericolosi
e la costruzione di strutture
fisse in muratura per il riposo
notturno in quanto, al momento, i ragazzi dormono
sul pavimento.
L’Africa, invece, è per il
NAAA un continente quasi
sconosciuto, ad eccezione
di alcuni piccoli interventi avvenuti nel passato in
Mozambico.
In Togo siamo presenti nel
piccolo villaggio di Todomè
dove collaboriamo con
Progetto3T un’associazione
di Sirmione che da diversi
anni opera nel paese.
Abbiamo deciso di concentrare i nostri sforzi contro la
dispersione scolastica, specialmente quella femminile. Gli interventi sono rivolti
sia alla scuola secondaria, sia alle scuole primarie
di Todomè A, Todomè B,
Ewawa e Outwè.
Per i ragazzi delle scuole
secondarie è stata istituita
la mensa per 3 giorni alla
settimana. I pasti verranno
preparati da 12 donne del
villaggio: questo permetterà a 12 nuclei familiari di
iniziare una piccola attività
e di avere un introito sicuro.
Il controllo sulla qualità del
cibo e l’igiene sarà affidato
a una commissione formata
da genitori e insegnanti e,
nel caso non siano rispettati gli standard di qualità
e igiene stabilite, verranno
escluse dal progetto.
Il pagamento avverrà tramite ticket distribuiti dalla
scuola agli allievi.
Verranno inoltre retribuiti
due insegnanti che sino ad
ora erano pagati tramite le
rette scolastiche.
Questo permetterà di diminuire le rette di 1000 Cfa
per i maschi e di 2000 Cfa
per le ragazze, prevenendo
così l’abbandono scolastico diffuso soprattutto fra le
femmine.
Le scuole primarie sono
4: Todomè A, Todomè B,
Ewawa e Outwè e sono frequentate da circa 740 bambini contro gli 850 potenziali Il progetto prevede di
rendere la scuola primaria
gratuita per tutti i bambini
e quindi di pagare la retta
scolastica per tutti.
In Congo abbiamo avviato
un progetto a sostegno dei
bambini di strada.
Il progetto sarà implemen11
tato nel distretto di Kalemie,
provincia del Katanga in
collaborazione con Human
Dignity in the World (HDW)
un’organizzazione congolese a carattere nazionale
con sede a Goma e composta da varie sedi periferiche.
Il fenomeno dei Bambini
sheguè - Bambini stregoni è
purtroppo aumentato vertiginosamente negli ultimi 10
anni.
Decine di migliaia di bambini vivono nelle strade delle città della Repubblica
Democratica del Congo e
sempre di più sono quelli
che vengono maltrattati e
accusati di praticare la stregoneria
I bambini vengono accusati
di tutte le disgrazie che accadono in famiglia (morti,
malattie, AIDS, perdite del
lavoro) e vengono maltrattati e cacciati da casa.
Il lucrativo e purtroppo crescente fenomeno delle sette religiose, ha dato spazio
a leader o auto proclamati
profeti che utilizzano i “bambini stregoni” per accrescere la propria notorietà, organizzando esorcismi nelle
numerosissime “chiese del
risveglio” (églises de revéil).
Spesso però i bambini subiscono
maltrattamenti
brutali, sequestri senza cibo né acqua, violenze, per
costringerli a confessare le
loro “colpe”.
Il progetto di assistenza
all’infanzia abbandonata di
Kalemie, ha inizialmente affrontato una fase per incontrare e conoscere i bambini che vivono in strada e
per valutare quale poteva
essere la metodologia più
corretta per affrontare i loro
problemi.
Contemporaneamente vi è
stata anche una fase di preparazione dello staff che è
composto da uno psicologo
coordinatore e da cinque
operatori sociali, tutti di nazionalità congolese e con
esperienze passate nel settore sociale.
Inizialmente quindi sono stati
forniti cibo, vestiti, materiale
per scrivere e disegnare e
assistenza sanitaria di base, grazie al lavoro di un
infermiere; si è poi passati
ad un momento più formativo e per far ciò si è chiesta ed ottenuta dall’ufficio
Affari Sociali una sede per
la creazione di un centro
di accoglienza diurno che
al momento è in corso di
ristrutturazione.
Si vuole fornire ai bambini
e ai ragazzi un posto dove
poter lavarsi e cambiare i
vestiti ed avere almeno un
pasto caldo al giorno.
Nei primi mesi del 2008 comunque il progetto ha ottenuto anche degli ottimi risultati per quello che riguarda
il ricongiungimento familiare: ben tre bambini, due
femmine ed un maschio di
12, 13 e 10 anni sono stati
ospitati in famiglie di accoglienza ed in particolare
Julie dovrebbe essere reinserita nella propria famiglia
biologica.
Tre membri dell’equipe tecnica hanno inoltre passato 8
giorni presso un altro centro
per bambini di strada gestito già da molti anni dai
Salesiani per uno scambio di
esperienze.
Vorremmo inoltre ricordare
brevemente gli interventi effettuati in Italia a favore soprattutto delle popolazioni
migranti presenti sul territorio
e in particolare l’iniziativa
Stranitalia organizzata in provincia di Milano, una serie di
incontri, concerti, proiezioni
di film per comprendere la
realtà dei migranti.
Nella sede di Urbino continuano gli incontri di carattere sanitario e sociale con
donne migranti e grande
successo continua avere la
Scuola di italiano per migranti.
Come non ricordare poi il
grandissimo contributo dei
volontari NAAA nell’organizzazione di eventi finalizzati
anche alla raccolta fondi
per i nostri progetti.
Sono sempre di più i genitori
che vogliono partecipare e
organizzare feste ed eventi
che, oltre a essere momenti
aggregativi, ci permettono
di finanziare alcuni interventi. Ricordiamo ad esempio la
festa Cambogiana a favore
del progetto in Congo e la
Notte del Cuore di Ravenna
per il progetto Musica sotto
l’Himalaya.
Speriamo che nel 2009
tanti altri genitori si facciano avanti per organizzare
eventi…il NAAA è sempre
disponibile ad appoggiare
queste iniziative!
… e per il nuovo anno
Oltre alla continuazione dei
progetti in corso, molti sono
i progetti che ci piacerebbe
realizzare, alcuni sono di sicura realizzazione, altri sono
in fase di studio.
Sicuramente in Nepal verrà
realizzato il progetto Musica
sotto l’Himalaya. Presso l’Istituto Bal Mandir a Katmandu
verrà realizzata un’aula di
musica. Un insegnante coadiuvato da volontari parteciperà al progetto che vedrà coinvolti tutti i bambini
dell’istituto.
Per uno sviluppo equilibrato
dei bambini non bastano
le cure primarie. Lo sviluppo passa attraverso la conoscenza e la stimolazione
delle capacità artistiche arricchendone la futura personalità.
Soprattutto per il bambino
che cresce all’interno di un
istituto è fondamentale ricevere stimoli artistici che difficilmente potrebbe trovare
in un ambiente protetto, ma
sicuramente privo di stimoli
culturali e artistici.
12
Le attività saranno supportate dall’ascolto di cd, attività di gioco e ascolto di
musica dal vivo.
L’apprendimento avverrà
sotto forma di gioco.
Le classi musicali saranno
5 divise per fasce di età
e interessi. Tutti i bambini
parteciperanno ad alcune
esibizioni che si terranno nel
corso dell’anno: del Giorno
Nazionale dei Bambini,
Giorno dei genitori e in altre
festività o occasioni particolari.
Concerti, saggi e manifestazioni pubbliche sono un
ulteriore incentivo allo studio della musica, che non
è più un momento di studio
individuale e noioso, ma diventa un’attività gioiosa e
comunicativa da condividere con coetanei e adulti.
Sempre in Nepal allo studio
abbiamo diversi progetti:
un progetto dedicato alla
formazione professionale di
giovani ragazze, un progetto di creazione di un laboratorio informatico all’interno
di un Istituto e interventi a
favore di minori in conflitto
con la legge.
Vorremmo poi ampliare
gli interventi sanitari in altri paesi del sud America:
Repubblica Dominicana,
Colombia e Cile.
In Congo, dopo il progetto dedicato ai Bambini di
strada l’impegno del NAAA
continua affiancando gli interventi di carattere sociale
a interventi di sicurezza alimentare e di sviluppo della
microeconomia.
La proposta in questione
ha l’obiettivo quindi di integrare l’intervento in corso
con interventi di sicurezza
ed educazione alimentare,
avendo come beneficiari
principali gli stessi soggetti
coinvolti nel progetto di recupero sociale.
Questo approccio avrebbe
il doppio vantaggio di sostenere le fasce in maggior
difficoltà dal punto di vista
alimentare, riducendo anche i rischi di abbandono e
di degrado dell’infanzia.
Inoltre il coinvolgimento,
nell’intervento di microcredito, di una piccola azienda
zootecnica fondata su base associativa, garantirebbe un’integrazione di settori
diversi ma tutti mirati allo
sviluppo sociale e alla sicurezza alimentare dell’area
rurale di Kalemie.
In altre parole il progetto
vuole affiancare ad una risposta ‘socialè a dei bisogni profondi e radicati nella
tessuto culturale locale, una
soluzione più pratica che
affronti le necessità quotidiane di produzione e consumo di una degna razione
alimentare e che serva da
volano per la microeconomia locale.
Il progetto avrà come
partners italiani AVEC PVS
(Associazione Veterinaria di
Cooperazione con i Paesi
in Via di Sviluppo) e Slow
Food Fondazione per la
Biodiversità
In Togo continueremo il supporto scolastico e valuteremo nuovi interventi dopo la
missione di monitoraggio.
Il progetto Prigioni in
Cambogia sarà ampliato
e comprenderà 15 prigioni
della Cambogia.
La situazione delle carceri
cambogiane è drammatica,
ma lo è ancor più per le donne in gravidanze e per le madri che vivono all’interno del
carcere con i loro bambini.
Il NAAA Cambogia ha for-
nito sostegno nutrizionale e
sanitario alle madri, ai loro
bambini ed alle donne incinte che vivono in due carceri
a partire dal 2005. Il nuovo
progetto durerà 2 anni e mira alla promozione dei diritti
dei bambini e delle donne
attraverso il miglioramento
delle loro condizioni di vita.
Gli interventi saranno mira-
ti alle donne e ai bambini
avendo particolare riguardo alla promozione dei diritti
civili, l’accesso all’istruzione
dei bambini, un adeguato
sostegno sanitario e alimentare, sostegno psicologico.
Inoltre verranno organizzati
corsi di formazione per il
personale allo scopo di promuovere i diritti civili delle
donne e dei bambini.
Sempre in Cambogia intendiamo proporre un intervento di carattere sanitario: la
dotazione di filtri per acqua.
Troverete in queste pagine
una descrizione del progetto e le modalità per sostenerlo.
Volete appoggiare uno dei nostri progetti?
Visitate il nostro sito www.naaa.it ed usate i nostri c/c per sostenerli.
C/c postale n. 39682109 intestato a: N.A.A.A. Onlus – Via San Maurizio, 6 10073 Cirié (TO),
oppure il c/c bancario intestato a:
N.A.A.A. Onlus n. 81162 ­– BANCA DEL PIEMONTE, Agenzia di Ciriè (TO)
ABI 3048 CAB 30380 codice IBAN IT50 G0304830 3800 0000 0081 162.
Potete anche utilizzare il nostro sito internet www.naaa.it/dona.
Vi ricordiamo che l’elargizione volontaria a Onlus può essere dedotta dalla
dichiarazione dei redditi per un importo pari al 19%.
Un grazie di cuore a tutti voi per la vostra attenzione!
Settembre 1998 - Settembre 2008
IL NAAANEWS COMPIE 10 ANNI !
Cari
amici, ecco la copertina
del primissimo numero del
NAAANEWS.
Era il Settembre del 1998. Il
Naaa operava da circa un
anno preso la sede di Nole
Canavese.
Eravamo in pochi. Io e
Vanessa nella sede di
Nole. Rino e Flavia (sempre loro!) nella sede lombarda di Legnano e una
sub sede a Monza.
I primi numeri del
giornalino
venivano stampati dal sottoscritto con una
stampante
semiprofessionale, praticamente a mano!
Il giornalino veniva
inviato direttamente
a casa tramite posta. Naturalmente
le copie stampate
erano poche decine.
Purtroppo la tecnologia non era
ancora così presente in NAAA
e di pubblicare
online il giornalino non se ne
parlava proprio.
Dieci anni... son passati dieci anni.
Siamo diventati grandi, fin
troppo forse.
Ormai le sedi coprono l’intera penisola, i colleghi diventati tanti. Ora siamo on-
line e la versione cartacea
è stampata in centinaia di
copie.
La vecchia sede di Nole è
un tenero ricordo. La sede
di Ciriè, con i suoi tre piani è
tutt’altra cosa. Il piccolo ufficio della sede Lombardia
è diventato un funzionale
punto d’inizio per la grande
utenza della Lombardia. La
sede è ora ad Arconate.
Flavia e Rino sono sempre lì,
in prima linea.
Le altre sedi sparse sull’italico territorio coprono un bacino d’utenza enorme.
E il lavoro non manca,
anzi, a volte si fa fatica a
stare dietro a tutto e tutti!
Fortunatamente le nuove
sedi sarde e siciliane porteranno ad una più equa e
razionale distribuzione delle
famiglie su tutto il territorio.
Auguri NAAANEWS! Nato
per scommessa, un’idea
destinata a durare poco...
Invece, eccoci qua!
L’uscita dell’ultimo numero
è sempre molto atteso da
tante famiglie.
Molte preferiscono ancora
la versione cartacea.
I più “tecnologici” lo scaricano direttamente dal sito.
Ognuno ha i suoi gusti, ovviamente!
A volte ci si dimentica di
pubblicare una foto, un articolo o una notizia. Ce ne
scusiamo.
Siamo nati per una “mission”
ben chiara e il lavoro di
giornalista lo facciamo per
puro spirito volontaristico,
senza pretese, sbagliando,
ma cercando di dare con
il nostro, pardon vostro giornalino, una pausa, un momento di relax a tutti coloro
che leggono di noi, di voi.
Grazie per i suggerimenti e i
rimproveri.
Grazie per parole di stima e
apprezzamento.
Grazie a tutti.
Approfittando dello spazio
concesso, vorrei augurare a
tutti voi, i vostri gioielli, i vostri
cari, un felice Santo Natale
e sereno Anno Nuovo.
AUGURI!
Ferruccio “Ferry” De Bastiani.
13
SOSTEGNO A DISTANZA
piamo quanto ne abbiamo
bisogno).
Ancora un grazie da parte
mia a nome dei bambini
che aiutate e se avete bisogno del mio aiuto o di
informazioni non esitate a
mettervi in contatto con me:
[email protected] o presso la
sede.
È inevitabile che con i “chiari di luna” che stiamo passando il sostegno a distanza
abbia subito una battuta di
arresto.
Si avvicina il Natale e sicuramente molti avranno
modo di pensare ad un dono diverso… la felicità di un
bambino che non rischierà’ di essere istituzionalizzato
(Cambogia,
Polonia ed Ucraina), la chance di poter andare a scuola
(Nepal), il sorriso di chi non è
piu’ considerato un mostro o
uno storpio (Peru’).
Sono sicura che farete quello
che potrete anche per loro.
E con questo vi faccio i miei
migliori auguri per un sereno
Natale e per un 2009 pieno
di belle notizie (e tutti sap-
Nepal
Prabin Giri – 13 anni – sostenuto da BASTERIS Marco e
Tina RUSSO
Mangal Laxmi Deula – 9 anni
- sostenuta da BOLLEA Maria
Grazia
Nirmala Magar – 9 anni –
sostenuta da BOLLEA Maria
Grazia
Kishor Katuwal – 17 anni – sostenuto da PAJOLA Giorgio
e Nicoletta
Arjun Ram Lohar – 10 anni
– sostenuto da FARINASSO
Carla
to dalla fam. PALAVERA –
LOVAT
Rorn Saory – 10 anni – sostenuto da fam. DALLOCCHIO
– RAPAGLIÀ
Perù
Fam. NASSI VAMBERTI
BERA Irma
Fam. SCAMPINI ALBÈ
POZZI Sandra
DUTHION DI NATALE Gianna
BENASSI Eleonora
fam. CAVARRA GIORDANO
sosterranno 7 interventi chirurgici
Cambogia
Touch Vannak – sostenu-
Sono arrivati...
ambogia:
C
•Ad allietare la famiglia di
Elena e Mauro LELLI è arrivato
il piccolo Koem Sadet (Y)
Polonia:
•Agnieszka e Giorgio CINTI
sono stati allietati dall’arrivo
di Isabela Natalia (Y) e Alan
piccolo Pawel (Y)
Nepal:
•Margherita e Ernst PREYES
hanno fatto rientro con
Prakriti (Y)
Ucraina:
•Pasqualina e Antonio SALE
sono stati allietati dall’arrivo
di Nina (Y)
• Orietta e Fabrizio MAZZOLA
sono ora in compagnia del
piccolo Oleg (Y)
•Emanuele (Y) e Daniele
(w) sono entrati a far parte
della famiglia di Carmen e
Daniele BOTTACINI
•A casa di Rosaria e
Pietro LOMBARDI è arrivato
Giuseppe Bogdan (p)
•Per la gioia di Matilde e
Dino CIMADOMO è arrivata
Nina (Y)
14
Vietnam:
•Rossella e Mauro URSINI
sono stati allietati dall’arrivo
del piccolo Truc Bach (p)
•Monia e Alberto SERIOLI
hanno fatto rientro con il piccolo Quoc Bao (p)
•A casa di Annalisa e Davide
GIGLIO è arrivata Thi Thuy (p)
•Per la gioia di Romina e
Fabio ORO è arrivata una
bella piccolina di nome Thi
Tuyet Nga (p)
•Giuseppe e Maria ARENA
hanno fatto rientro con la
piccola Thi Bic Hue (p)
•Anja e Giovanni SCOTTO
sono rientrati con la piccola
Thi Han Dao (p)
•La casa di Tonina e Claudio
MANGIA è stata allietata dalla risata di Tuan Anh (p)
•Alessandra e Ruggero
MANDELLI hanno fatto rientro con Phuong Nghia (p)
•Antonella e Paola MORETTI
hanno una principessa vietnamita ad allietare la loro casa: si chiama Phuong
Hoa (p)
•Per la gioia di Maria Teresa
ed Andrea PESCOSOLIDO
è arrivata la piccola Thi
Thuyet (p)
•Mentre è arrivato un maschietto di nome Thanh Hoa
(p) per papà Andrea e
mamma Silvia AIAZZA
•Maria Giovanna e Francesco PIAGNOLENTE sono
stati allietati dall’arrivo di Thi
Thuong (p)
•Liberata ed Edgardo
CONZADORI hanno fatto
rientro con il piccolo Hoa
Binh (p)
•Un’altra bimba per Lisa
e Luca TINTI, si chiama Thi
Thanh (p)
•A casa di Barbara e
Cristiano MINNITI è arrivato la
piccola Thi Kieu (p)
Nello scorso numero abbiamo riportato in modo inesatto la notizia dell’arrivo di
Thi Thuong RAMANZINA.
Chiediamo scusa a lei ed ai
suoi genitori.
Speriamo di non aver dimenticato nessuno e…
BENE ARRIVATI!
(p) triangolo infante
(w) fiore età prescolare
(Y) cuore età scolare
Ringraziamo...
Ecco i progetti che avete deciso di sostenere. Siete sempre in
tanti e vi ringraziamo di cuore
per la fiducia riposta nel nostro
operato all’estero.
- la grave situazione che abbiamo riportato sul sito per il Bal
Mandir in Nepal ha visto il contributo di FARA Stefania e PIGA
Gabriele, GIORDANI Renzo e
MOSCATELLI Cristina,
- il momento di crisi dell’OCCED Nepal è sostenuto da
GIORDANI Renzo e MOSCATELLI
Cristina, GIRALDI Piero.
Anche gli amici di R. hanno
deciso di sostenere questo progetto.
- il
progetto
Deworming
Vietnam vede il sostegno della
fam RONCHI - MANICK
- mentre il progetto Musica sotto l’Himalaya vede il sostegno
dell’Associazione RAVENNA
CRESCE
- il progetto dell’ospedale di Bac Kan vede l’intervento di RISERVATO Mauro,
RUSSO Maurizio e Francoise.
In occasione del battesimo
di Anna Luu GRECO amici e
parenti hanno contribuito alla
raccolta fondi a sostegno di
questo progetto.
- il progetto di interventi a
sostegno degli Istituti di Bac
Kan, Hanoi IV, Nam Dinh e
Vung Tau vede il supporto di
BUIAN Gianluca e LONGONI
Silvana, LADDAGNA Valeria,
RUGGIERO
Mirko,
RUSSO
Maurizio e Francoise
- l’isttituto polacco di Pizkowice
vede il sostegno di PATANI
Enrico
- a sostegno dei progetti NAAA
in generale senza la designazione di un progetto specifico sono arrivati i contributi di
Fam. CROVETTI- MARRANDINO,
D’ANGEL
Susanna,
DE
SALVADOR Manlio
-I progetti in Cambogia Adopt
a Prison vedono il sostegno
di FONDERIA D’ARTE Massimo
DEL CHIARO, MARRAS Wilfried
Grazie a tutti di cuore!
auguri a......
Per i tuoi 5 anni.
Sei una bimba meravigliosa e mamma e
papà sono molto fortunati ad averti accanto.
Grazie di esistere cucciolotto.
Mamma Roby e papà
Davide
30 agosto 2008, la nostra piccola Thuy ha compiuto 2 anni,
tanti auguri dal fratellino Thuan, da mamma Cristina, papà
Claudio, dai tuoi cuginetti Thai, Van, Martina, e dagli zii
Stefano, Claudio, Lia e Sara.
Tanti tanti auguri “Pulcino”
Buon Compleanno
Thuan, i tuoi primi sei
anni ci hanno riempito
la vita.
Mamma, Papà e Thuy
Gli anni che passano
sono come le monetine di un salvadanaio:
servono solo a renderti
più preziosa. Buon
compleanno da mamma, papà e Andrea
15
Per supportare LE nostre iniziative
Potete utilizzare sia il nostro c/c postale n. 39682109 intestato a:
N.A.A.A. Onlus - Via San Maurizio, 6 10073 Cirié (TO),
sia il c/c bancario intestato a:
N.A.A.A. Onlus - C/c bancario n. 81162
BANCA DEL PIEMONTE, Agenzia di Ciriè (TO) CIN G ABI 3048 CAB 30380 codice IBAN: IT50 G030 4830 3800 0000 0081 162
sia il nostro sito www.naaa.it/dona
Per cortesia specificate nella causale il progetto a cui volete aderire aggiungendo il vostro nominativo.
Comunicazione dalla Sede Centrale
Ricordiamo agli aderenti che, onde evitare contrattempi e disagi sia agli operatori che all’utenza che fa capo agli
uffici di Ciriè, consigliamo alle famiglie che devono consegnare documenti o bisognose di ulteriori informazioni, di
contattare la segreteria negli orari d’ufficio e fissare gli appuntamenti per le ore pomeridiane (ore 14/18). Siamo consapevoli dell’ulteriore aggravio ma rammentiamo che non sempre gli operatori sono disponibili in ufficio. Le famiglie
che si presenteranno senza appuntamento rischiano di non essere ricevute. Vi ringraziamo per la collaborazione.
news
I
n
f
a
n
z
i
a.
C
o
o
p
e
r
a
z
i
o
n
e.
S
v
i
l
u
p
p
o.
ANNO 4 - NUMERO 2
DICEMBRE 2008
Direttore Responsabile: Marta MARTINER TESTA
Ci scusiamo per eventuali errori o inesattezze presenti in questa pubblicazione.
Se avete materiale da pubblicare fatecelo avere. Siate clementi ma segnalateci i punti di miglioramento.
La Redazione
Sede Nazionale
N.A.A.A. Onlus - Network
Aiuto Assistenza Accoglienza
Casella postale n. 107
Via San Maurizio, 6
10073 CIRIÈ (TO)
tel. 011.9222178
fax 011.9222179
e-mail: [email protected]
tutti i giorni: orario 9,00-13,00
Sedi regionali:
Lombardia
Sig. Rino Lattuada
Lombardia Ovest
e-mail: [email protected]
Sig.ra Flavia Santoro
Lombardia Est
e-mail: [email protected]
Via Giolitti, 7
20020 ARCONATE (MI)
tel. 0331/460934
fax 0331/539941
tutti i giorni: orario 9,00-13,00
(al pomeriggio si riceve solo
su appuntamento)
Trentino Alto Adige
Sig.ra Roberta Weiss
Via Coni Zugna, 9
38100 TRENTO
tel./fax 0461-944730
e-mail: [email protected]
16
Marche
Sig.ri Polidori - De Bellis
­­­C.P. 163
Via Bramante, 115
61029 URBINO
Sede per incontri:
Ex Convento Dei Cappuccini
Via Cappuccini snc
e-mail: [email protected]
Sig.ra Sandra Crowther
e-mail: [email protected]
tel./fax 0722-320742
orario tutti i giorni
dalle 10,00 alle 12,00
lazio
Sig.ra Alessandra Balsamo
Viale Carlo Felice Sc. C Int. 9
63 Roma
tel. 06.77591288
fax 06.77079219
e-mail: [email protected]
orario: dalle 9,30 alle 13,00
dal lunedì al giovedì
Puglia
Sig.ri Laterza e Coluccia
Via Lecce, 116
S. GIORGIO JONICO (TA)
tel­./fax 099-5918720
e-mail: [email protected]
orario LUNEDì - MARTEDì GIOVEDì dalle 9.00 alle 12.00
Sardegna
Sig.ri Tonino Urru e Nella Soi
Via Gramsci, 42
09086 SAMUGHEO (OR)
tel./fax 0783-649282
e-mail: [email protected]
orario GIOVEDì e SABATO
dalle 15,00 alle 17,00
Cooperazione
e sviluppo
Via Giolitti, 7
20020 ARCONATE (MI)
tel. 0331.460987
fax 0331.539941
e-mail:
[email protected]
Il prossimo
aggiornamento sarà fra
3 mesi circa su questo
stesso giornalino.
Arrivederci!
Indirizzo
LE NOSTRE SEDI