Anno A – XXXII Domenica del tempo ordinario 6

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Anno A – XXXII Domenica del tempo ordinario 6
Anno A – XXXII Domenica del tempo ordinario
6 novembre 2011
Ieri sera ho ricevuto una carezza da una delle vergini sagge.
Una carezza vera, sulla guancia;
ricevuta da una persona con la lampada ben accesa
e con una abbondante scorta di olio per farla ardere.
E’ successo a casa di una ammalata della nostra comunità,
alla quale ho portato l’unzione degli infermi
e il cui corpo è provato da una malattia in fase terminale.
Arrivando ho salutato dicendole “Come va?”,
mi ha risposto: “Sta arrivando!”; ho chiesto: “Chi?”; ha detto: “Il Signore”.
Venendo via le ho domandato se aveva qualcosa
da dire a me e alla nostra comunità, che la ricorda;
si è raccomandata di avere cura della fede dei bambini,
di accompagnarli ad incontrare il Signore.
Nel salutarmi mi ha ripetuto una cosa della quale mi aveva parlato
nel nostro incontro precedente, all’ospedale;
aveva molti dolori e per dare ad essi un senso
pensava alla passione di Gesù e alla sua croce.
Ascoltandola mi è venuto in mente
che la parabola delle dieci vergini, nel Vangelo di Matteo,
è alle soglie del racconto della sua passione, morte e risurrezione di Gesù
Pochissima forza fisica, molta fatica,
eppure un cuore carico di un desiderio così intenso e vivo!
Sia a riguardo dell’incontro ultimo che si compirà nel suo morire,
sia a riguardo del cammino di fede della chiesa pellegrina sulla terra.
Voglio rileggere con voi, nel cuore dell’Eucarestia che ci riunisce,
le parole del salmo che abbiamo pregato oggi;
sia questo il nostro accompagnamento per questa sorella incontrata ieri
e per tutti coloro che – sani o malati – vivono
prendendo sempre con sé “olio in piccoli vasi”
custodendolo con cura e riservandolo al momento in cui risuona l’annuncio
“Ecco lo sposo, andategli incontro!”:
“O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco,
di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne,
come terra deserta, arida, senz’acqua.
Nel mio giaciglio di te mi ricordo,
penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali”.
Nell’invito ad avere cura della fede dei bambini
mi piace leggere il volerli vedere vivi, in ricerca della vera “sapienza”,
non catturati da idoli vuoti o sballottati in esperienze superficiali;
volere – cioè – che attraversino l’esistenza veramente da “desideranti”,
prendendo con sé da subito “l’olio” prezioso
che rende l’esistenza luminosa e accesa,
“l’olio” che va difeso dall’insidia di chi vorrebbe privarcene
contagiandoci con le sue dimenticanze,
“l’olio” che nessun altro può custodire al nostro posto,
come nessun altro può amare al nostro posto.
Mi colpisce molto, nella chiusura del Vangelo di oggi,
l’esclamazione addolorata dello sposo in risposta alle vergini stolte,
rimaste fuori e che dicono: “Signore, signore, aprici”.
Egli constata: “Non vi conosco!”, “non vi riconosco più!”,
come a chiedersi: “Che cosa vi è successo?
vi avevo fatte più ‘desideranti’, vi ritrovo ora in ritardo e senza olio…”.
Ancor più mi colpisce ciò che – nel racconto evangelico –
fa seguito a questa addolorata considerazione del Signore-Sposo
nel prendere atto che il desiderio di Lui e della sua venuta si è spento.
Ciò che segue, come già ricordato,
è il racconto della sua passione, morte e risurrezione.
E’ questa la sua risposta all’affievolirsi del nostro desiderio di Lui:
si espone ancor di più, per sedurci con il suo volerci bene,
e aiutarci a vivere non più sbrindellati in voglie e vogliuzze di poco conto,
bensì raccolti, in tutto ciò che ogni giorno facciamo,
intorno ad un unico ed intenso Desiderio,
e vivere così ogni istante
come freccia scagliata senza esitazioni verso il suo bersaglio.
PREGHIERA DEI FEDELI
In te confidiamo, Signore!
Nell’attesa del tuo ritorno,
persegua la tua Chiesa ciò che rimane per il Regno.
Nell’attesa del tuo ritorno,
dona la tua sapienza a chi governa i popoli.
Nell’attesa del tuo ritorno,
i poveri della terra siano per noi il segno della tua presenza ora.
Nell’attesa del tuo ritorno,
accogli coloro la cui vita è stata spezzata prematuramente.
Nell’attesa del tuo ritorno,
mostrati a coloro che ti stanno cercando.
Nell’attesa del tuo ritorno,
consola chi ora è nella sofferenza.
Nell’attesa del tuo ritorno,
dona il tuo Spirito, olio buono per le nostre lampade.
Nell’attesa del tuo ritorno,
rendici vigili, insegnaci cosa è giusto chiedere al Padre,
sia fatta la sua volontà.